Coscienza e verità

Lei sta barando con sé stessa, perché se lo chiede con un bugiardo e finto stupore, in realtà il ricordo la eccita eccome, perché le piace l’idea del proibito, del vietato, del limite appena varcato tra la decenza e la spudoratezza, tra il lecito e lo sconveniente. Quando sente la porta della sua camera aprirsi non si volta, il cuore batte in accelerata, il suo respiro è trattenuto a fatica, avverte dentro di sé una sensazione totalmente nuova, una sorta d’angoscia carica d’attese, un timore misto con un’eccitazione palpabile, per questo motivo non aveva chiuso con la chiave. Le lenzuola si scostano, la denudano esponendola alla penombra della stanza illuminata indirettamente dalla luce della strada, intanto che brividi caldi s’inseguono sulla pelle raggrinzita.

Di |2020-06-17T07:53:29+02:009 Febbraio 2020|Racconti Erotici|

Giulia. “Mamma” (Capitolo II)

Giulia è nuda. Di fronte allo specchio. Il corpo è cosparso di sabbia e polvere di sabbia. Ha addosso ancora il pareo, avvolto alla bell’e meglio a tal punto che porzione delle natiche deve essere rimasto scoperto anche nella fuga dalla spiaggia. Dall'amica di sua figlia. Giulia guarda i suoi occhi neri dentro allo specchio. Le lacrime le rigano il viso e spostano la polvere di sabbia dalle guance. Gli occhi sono arrossati. Ogni tanto si china nel lavandino a sputare ancora sabbia. Si sente violata. Umiliata. Da una amica della sua insopportabile figliastra. Di fronte alla sua figliastra. E alle sue amiche. Giulia piange, di fronte allo specchio, con il corpo molle, vuoto.

Di |2020-02-09T10:53:52+01:009 Febbraio 2020|Racconti di Dominazione, Racconti sull'Autoerotismo|

Confessione e rammarico

Ero interamente a pezzi nell’animo, a brandelli nella psiche e sfregiata nel corpo, intanto che cercavo di riassettare al meglio il mio scheggiato intelletto e il mio graffiato maltrattato corpo, con la vergogna che mi tartassava impossessandosi di me. Il giorno seguente, fui un grado di ascoltare Vito, dapprima tramite messaggi e dopo pure per mezzo del telefono, nel tempo in cui mia mamma uscì di casa, durante il tempo in cui sia Margherita che Teresa avevano già riferito e narrato là di fuori ogni cosa a chiunque. Che enorme imbarazzo, che fortissimo disagio che vivevo, perché pure Vito si trovava in instabile equilibrio tra la compassione, la premura, l’irritazione, per il continuo dileggio e per la perenne derisione.

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