Nei nostri messaggi via email non scendiamo mai troppo nel personale, ed io me ne guardo bene da farle proposte concrete. C’è sempre il pericolo che il marito legga i messaggi. Mi limito a qualche complimento garbato, sottolineando la sua gentilezza e in una email le scrivo:
“Sa, lei è la commessa più gentile che ci sia mai stata in quel supermercato. Mi dispiace molto non vederla più”.
Lei mi risponde, mettendo l’emoticon imbarazzato con le guance rosse:
“Grazie Marco, anche a me dispiace non poterla più vedere. Si vede che lei è un uomo gentile”
Da quel momento cominciamo a darci del tu, ma via email non voglio approfondire il discorso più di tanto e non voglio rischiare che spingendo troppo, decida di troncare il contatto in anticipo. Mi chiede però se sono sposato e perché non lo sono. Ovviamente non posso dirle uno dei motivi principali: perché ai tempi odierni è impossibile trovare una donna che non abbia bisogno di diventare mamma nella vita, che non abbia anche mille rotelle fuori posto… Così mi limito a dire che le tedesche sono più fredde, e infatti le poche donne con cui sono stato in Germania erano per lo più mezze tedesche, o di altre nazioni.
Lei mi risponde dicendo una cosa che mi sprona ad azzardare di più:
“Beh, mio marito è tedesco, e posso confermare. Non vale solo per le donne tedesche”
A quel punto capisco che non dev’essere molto contenta del marito, e così azzardo:
“Lo so che la situazione è complicata, però mi piacerebbe veramente vederti ancora una volta di persona. Ti posso invitare per una cena, se per te non è un problema?”
Erano passati ormai tre mesi dalla chiusura del supermercato e lei risponde:
“Anch’io ho voglia di rivederti, ma ho paura che al ristorante ci sia qualcuno che mi conosce. E’ troppo pericoloso…”
“Sì, capisco. Allora posso invitarti per una cena a casa mia?” Le rispondo io.
“Sì, va bene” risponde lei.
Ovviamente la avverto che come menu posso offrirle poco. Un piatto di spaghetti all’italiana con sugo al pomodoro fatto in casa e per il secondo possiamo ordinare qualcosa di più elaborato in qualche ristorante.
Lei accetta, e dice che il menù non ha importanza. Due settimane dopo, l’appuntamento è un anonimo giovedì alle 18:30 a casa mia, in orario di cena tedesco. Al marito inventa la scusa che andrà da una sua amica ex collega del supermercato, nella sua stessa situazione e che quindi potrebbe fare tardi. Una collega che tra l’altro conoscevo di vista anch’io.
Arriva la fatidica sera e nei giorni precedenti sono pervaso da tutte le fantasie che mi aveva suscitato finora, ma una cena a casa mia non l’avevo mai pensata. Io approfitto per fare, in aggiunta, tartine con salumi di prima scelta come antipasto.
Io mi sento strano. E’ il primo appuntamento che ho con una donna sposata. Non so cosa faremo, ma è un vero appuntamento clandestino, quanto meno all’oscuro del marito, e lei sta per arrivare a casa mia.
Suona il citofono, lei sale e apro la porta. Lei è sobria come sempre. Poco trucco, un maglioncino leggero con bande bianche e grige che le fascia perfettamente i seni, come il maglioncino che indossava spesso al supermercato. Jeans, e scarpe basse, ma non sportive. Ha un giubbotto lungo, leggero ed è aperto. Quel giorno non fa freddo.
“Ciao Agnesiska!”
“Ciao Marco!”
Lei entra e ci abbracciamo calorosamente dandoci i baci di rito sulle guance. Le mie mani la abbracciano sotto il giubbotto aperto, sopra il girovita. Lei mi abbraccia avvicinandomi a sé. Quel contatto mi fa impazzire. Mi fa gonfiare il membro prepotentemente. Sentirla abbracciata a me, con il suo corpo contro il mio, con il calore delle sue guance lisce che sfioro per la prima volta, e sento il suo profumo dei suoi capelli…
“Mi sembra che non ci vediamo da una vita!” Le dico io.
“E’ vero”
Quel contatto caloroso dei nostri copri è stato così magico che non ci stacchiamo. Rimaniamo abbracciati così e ci guardiamo per un interminabile istante, la sua bocca è a un palmo dalla mia. I suoi occhi parlano chiaro come i miei. Entrambi ne vogliamo ancora.
“Agnesiska… non resisto…”
Non posso resistere, dopo che ho desiderato di baciarla per tutti quegli anni. Mi avvicino e le do un altro bacio sulla guancia, ma più vicino alla bocca, poi mi porto sopra le sue labbra e le do un bacio leggero, senza lingua. Lei non si muove, rimane abbracciata e mi guarda compiaciuta. Al secondo bacio sulle labbra incomincio a premere le labbra ed comincio a schiuderle la bocca. Lei geme rispondendo subito con le sue labbra. Le sue labbra sono morbide e poco pronunciate, e sono un piacere da baciare. Le nostre bocche si aprono e quando la mia lingua entra nella sua bocca, la sua lingua è pronta ad accogliermi salutandomi caldamente. A questo punto la cingo completamente dietro la schiena e anche lei mi abbraccia del tutto. La mia verga si è completamente indurita e neanche mi accorgo che la punta è ormai a contatto con lei:
“Ohh… Agnesiska, ti ho sempre desiderata…” Le dico ormai preso da una voglia irrefrenabile.
“Marco…”
Lei geme e comincio a baciarla su tutto il volto, sulle sue ampie guance lisce.
Ha ancora indosso il giubbotto e non ci siamo ancora separati dal nostro primo abbraccio. Solo ora mi rendo conto che anche io dovevo essere stato effettivamente nei suoi desideri, come lei lo era stato nei miei, negli ultimi 5-6 anni.
Con le braccia la invito a sfilarsi il giubbotto, che ricade sul mobiletto dietro di lei, e rimaniamo abbracciati.
Io le chiedo carico di eccitazione, con un tono che indica chiaramente che se la sua risposta fosse stata “sì”, avremmo fatto l’amore subito:
“Agnesiska… mi desideri come io ho desiderato te in tutti questi anni?”
“Sì…”
Allora non capisco più niente. La stringo ancora di più a me. Con le mani scendo verso il fondo schiena premendola leggermente contro di me, e invitandola ad aggrapparsi a me. Il mio sesso duro si preme contro di lei. Lei con un piccolo salto si allaccia a me con le gambe, emettendo un sospiro. Con lei aggrappata a me corro verso la camera e mi lancio sul grande letto con lei sotto di me:
“AAAHHH!!…”
Con un sonoro grido misto a gemito, mi accoglie sopra di lei, le atterro sopra con tutto il peso e tutta la pressione della verga dura contro la sua fica. Lei con le gambe aperte allacciate a me, offre tutta la sua patta morbida al mio sesso eretto sotto i pantaloni.
Comincio a muovermi come un forsennato contro la sua fica morbida sotto i pantaloni, mentre lei è allacciata a me come un polipo. Mi tuffo nella sua bocca e ci baciamo appassionatamente. Entrambi gemiamo assatanati come se fossi dentro di lei!
Poi mi fermo, porgo le mani ai lati del suo viso dolce e la guardo nei suoi occhi magici:
“Agnesiska, ti desidero da così tanto tempo…”
“Anch’io…”
Dopo altri lunghi baci ci calmiamo un po’, mi sollevo e la faccio sedere accanto a me sul bordo del letto. Con un braccio attorno al suo collo e una mano appoggiata sulla sua coscia. La bacio e con la mano risalgo lentamente lungo il fianco, e quando incontro la curva del suo morbido seno, così bene avvolto nel maglioncino sottile, la mano non resiste e lo accoglie nel palmo, massaggiandolo fra le dita. Mi esce un grande gemito:
“Ohhh…..”
Lei geme e sospira.
Infilo la mano sotto il maglioncino e la camicetta bianca. Per la prima volta accarezzo la sua pelle intima, accarezzo brevemente il seno da sopra il reggiseno di pizzo. Non posso non infilare subito le dita sotto il pizzo ed accarezzare dal vero la pelle morbida di quei seni che avevo osservato e desiderato da anni. Le sento i capezzoli, lei geme e rispondono subito inturgidendosi.
Lei posa una mano sui miei pantaloni, sul mio membro eretto. Lo tocca, lo tasta e cerca di afferrarlo con le dita, come se fosse stata impaziente di toccarmelo.
“Agnesiska quante volte ti ho vista seduta così alla cassa, con questi seni meravigliosi, sotto il maglioncino aderente… non sai come te li volevo toccare…”
“Ohh Marco…”
“Sì… con tutte e due le mani… alla cassa, davanti a tutti…”
Mi tuffo nella sua bocca intanto che le tocco i seni, fra i suoi gemiti. Le slaccio il reggiseno liberando i seni sotto il maglioncino. Li accarezzo liberi e nudi, lei geme ancora più intensamente. I capezzoli si rizzano come chiodi solleticati dal tessuto del maglione.
“Angesiska, quanto ho desiderato toccarteli…”
“Ahhh…”
Geme lei, mentre mi scalza la maglietta e mi tocca il petto.
Le bacio il suo bel collo liscio e lei geme percorsa da scosse di piacere.
“Anche il tuo collo volevo sempre baciare quando ti vedevo alla cassa, con indosso quel maglioncino scollato…”
“ohhhh Marco…”
Io comincio a lapparle e baciarle il collo come un assatanato:
“Sì, fammelo leccare tutto!” Le dico mentre me lo gusto tutto.
Agnesiska ha proprio un bel collo liscio e delicato.
Le sfilo il maglioncino, la camicetta e il reggiseno. Finalmente le vedo i seni nudi. Due piccole coppe morbide e perfette. Mi ci tuffo con la bocca. Lei mi accarezza la testa. Lecco la pelle liscia dei suoi piccoli seni. Lecco i capezzoli, come dolci ciliegine rosse.
Poso una mano sulla sua patta dei pantaloni, in pieno sulla fica.
“AAaahh…”
Mi accoglie con un grande gemito, mentre le sue cosce si chiudono leggermente stringendomi la mano. Le slaccio il bottone dei pantaloni ed infilo la mano sotto le mutandine di pizzo nero… è bagnata fradicia!
“AAooohh Agnesiska come sei bagnata, quanta voglia che hai…”
“Sì…” Risponde lei estasiata.
La mano intrisa del suo miele scivola sul pube liscio e depilato, appena incontro per la seconda volta i suoi petali bagnati non resisto più. Le sfilo via pantaloni e mutandine, lasciandola completamente nuda. La sua fica ha delle piccole labbra carnose e pronunciate, gonfie di eccitazione. Mi ci vorrei buttare con la lingua e leccarla bene, ma ho troppa voglia di entrare in lei.
Lei mi sfila la maglia ed io mi alzo dal letto per togliermi i pantaloni. Il membro eretto fuoriesce e lei si solleva per scoprirlo del tutto. Il glande è lucido e ricoperto del mio miele. Sono fradicio. Mi tocca gentilmente il glande con le dita e dice:
“Come sei bagnato e com’è scivoloso…” Pregustandosi la penetrazione.
“Sì… ti scivolerò dentro subito…” Le dico io eccitato, con il membro che le pulsa fra le dita.
Io scanso le coperte del letto e le dico:
“Entra sotto… ti voglio prendere come se fossi mia moglie…”
“Ohhh Marco…”
Le lenzuola sono blu scuro. Lei entra, si ricopre, ed è tremendamente intimo ed eccitante vederla lì dentro il mio letto, pronta per accoppiarsi con me… alla luce solo della lampada sul comodino. La sua testa posata sul cuscino blu, con i suoi capelli neri ai lati.
Entro nel letto e mi porto subito sopra di lei cingendola con le braccia. Lei mi abbraccia e ci avvinghiamo gemendo, il mio pene eretto e scivoloso poggia sul suo pube, reso scivoloso dal mio e dal suo miele cosparso prima dalle mie dita. Ci guardiamo negli occhi, finalmente senza più segreti e senza più barriere.
Lei allarga le gambe invitandomi ad entrare, e prima che mi possa muovere porta una mano sotto di me e afferra il membro portandoselo fin dentro l’ingresso della vagina!
“OOOhhhh!!…”
Grido io a quel gesto, a quel primo contatto del mio glande ancora semi coperto, con il calore dei suoi petali intimi.
Lei poi mi mi riabbraccia ed io la guardo nei suoi occhi meravigliosi mentre avanzo in lei.
“AAHHhhh!!!…” Grida lei gemendo
“OOOHHH!!….”
Grido io ritrovandomi avvolto nella sua vagina calda, in un lago di miele!!
Comincio subito a muovermi dentro di lei con ritmo serrato.
“Ohhh Agnesiska… com’è bello, come sei bagnata…”
“Anche tu…” Risponde lei.
“Sono anni che voglio fare l’amore con te Agnesiska…”
“Anch’io Marco…”
Lei comincia a muoversi con sempre più veemenza. Il suo pube mi sollecita sempre di più. Continuiamo a guardarci come se fossimo una coppia che si riunisce dopo chissà quanto tempo.
Intreccio le mie dita con le sue accarezzandole i palmi con i miei. Un contatto totale dei nostri corpi. Con le dita intrecciate alle sue sento il suo anello nunziale solleticarmi fra le mie dita. E’ la prima volta che mi accoppio con una donna sposata. E’ tremendamente intimo e trasgressivo! Una donna che ha promesso fedeltà eterna ad un altro uomo, ha deciso di accoppiarsi con me, e sta per ricevere il mio seme. E’ tremendamente eccitante!
Mi sento un privilegiato, adesso mi sta appartenendo come se fossi io il marito.
Mentre le mie dita percepiscono il suo anello la mia verga si irrigidisce al massimo, sento uscire dal glande gocce di lubrificante ormai misto a sperma. La sto per irrorare.
Mi sento pieno di seme, sto per scoppiare. Nei giorni precedenti non mi ero masturbato per arrivare più carico, nel caso si fosse realizza l’unione tanto sperata.
Quando affondo del tutto, col glande riesco a toccarle il fondo della vagina e lei sembra gradire particolarmente.
Il mio membro scivola in un mare di miele facendo un rumore dolcissimo ad ogni movimento. Lei mi stringe a sé sempre più forte, se venissi in questo momento non potrei uscirle. Sono stretto a lei, al suo corpo più minuto del mio:
“Agnesiska, sembra di abbracciare una teenager! Se ti muovi così mi fai venire!”
“AAAAHHHH!!”
Un urlo lancinante segna l’inizio del suo orgasmo. Raramente ho sentito una donna stringermi così e tenermi dentro di lei con quella forza, mentre raggiunge l’orgasmo e preme il suo pube contro di me con quella forza.
“Sììì Agnesiska, vieni!”
Lei viene in un lungo orgasmo, sospirando col fiato mozzato, lasciandosi sfuggire poche brevi grida. La sorpresa di vederla venire così energicamente mi evita di raggiungere di riflesso l’orgasmo, ma posso rimandarlo solo di poco.
Sento il pene impietrito sguazzare come in un mare. Il suo miele si è fatto liquido e abbondante come acqua.
Guardo e il suo viso soddisfatto dal piacere:
“Agnesiska vengo, sono pieno di seme… 4 giorni di seme tutti per te…”
“Marco vienimi dentro… dammi il tuo seme fertile, non ti preoccupare!”
Io a quelle parole mi sento impazzire, penso che veramente la stia ingravidando e lei abbia scelto di essere ingravidata da me.
“Ooohhh Agnesiska ti fecondo col mio seme!”
Lei mi stringe di nuovo a sé con forza. Porta una mano sui miei glutei e mi preme contro di sé. La guardo negli occhi e mi sembra che stia proprio dicendo “Ecco, sto per diventare mamma!” ed io….
“OOOHHHH!!!”
Con un urlo gigantesco le inietto un primo getto enorme di seme. Riesco ad arretrare appena prima di lanciarmi ancora in lei irrorandola di getti enormi e potenti nella sua vagina già allagata del suo miele:
“OOOHHHH!!!… OOOOO!!!! OOOOOHHHHH!!!”
Sto venendo dentro una donna sposata! Mi stringo a lei avvinghiato come un polipo e affondo in lei ad ogni getto, urlando un piacere indescrivibile, e lei:
“OOAAHHH!!!… OOAAAHHhhh!!! OOAHHHHhhh!”
Grida ad ogni mio affondo bagnato in lei, che si fa sempre più bagnato ad ogni getto. Stiamo allagando il letto con i nostri umori.
Perdo il conto dei getti e alla fine mi fermo dentro di lei. Una volta fermo, un’ultima scossa di piacere mi scuote facendomi sobbalzare avanti e indietro dentro di lei, spremendo un’ultima stilla.
“Aahh….”
Geme la mia Milfy a quel mio ultimo dono.
“OOhh Agnesiska… quante volte ho desiderato fare l’amore con te e venirti dentro… e quante volte ho immaginato di ingravidarti, dopo che mi hai detto che tuo marito è sterile…”
“Ohh Marco sì… anch’io ho immaginato tante volte di fare l’amore con te, e se fossi stato tu mio marito, mi avresti ingravidata col tuo seme fertile”
Ancora avvinghiati e l’uno dentro l’altro, ci baciamo profondamente celebrando la nostra unione clandestina e profondamente intima.
“Ma non ti preoccupare, non mi hai messa in cinta” Ed aggiunge:
“Ho preso la pillola apposta per te. Sapevo che avremmo fatto l’amore”
Il mio pene ritirandosi fuori dalla sua vagina lascia sgorgare sul materasso un fiume di sperma. Già prima, durante i nostri affondi sentivo le lenzuola zuppe dei suoi umori rilasciati abbondantemente durante l’amplesso.
Lei si porta una mano sul ventre e dice:
“Ohh Marco, quanto sperma! E’ il primo seme fertile che mi riempie, da quando sono sposata…”
Quelle parole mi fanno eccitare di nuovo, ma l’orgasmo è stato troppo lungo e forte per avere presto un’altra erezione:
“Con me andresti a lavorare tutte le mattine piena così!” Le disco scherzosamente.
Il fatto che lei abbia preso la pillola apposta per me mi eccita però molto, perché vuol dire che non è interessata ad una volta sola.
“Agnesiska è la prima volta che faccio l’amore con una donna sposata…”
“Ed io è la prima volta che io lo faccio con un altro uomo, da quando sono sposata”
Ci riprendiamo lentamente e parlando, lei mi spiegherà che alla sua età, ormai di 46, anni non interessa più avere figli. Sarebbe un impegno troppo pesante per i prossimi 20-30 anni.
Il progetto della famiglia non fa più parte della sua vita, ma le rimane la fantasia erotica di essere fecondata, soprattutto da quando ci conosciamo di vista e ci scambiavamo quelle occhiate di simpatia piuttosto intima.
Ci alziamo e sul letto, sulle lenzuola blu, nella parte che stava sotto il suo sesso c’è una zona ancora enorme più scura, tutta bagnata, che ricalca la sagoma dei suoi glutei. Lei mi dice un po’ imbarazzata:
“Oh, scusa! Guarda, ti ho bagnato tutto il letto!”
“Ma quale scusa! Sarà fantastico sentire sul lenzuolo il profumo del tuo sesso anche domani, quando non ci sarai”
“Non vorrai mica che questa sia l’unica volta!” Mi dice lei.
“No! Non sai quanto ho immaginato di fare l’amore con te, qui su questo letto, all’oscuro di tuo marito…”
Ci rivestiamo per metà, ancora accaldati e andiamo in sala, dove ci attendeva la tavola apparecchiata. Porto da bere e ci gustiamo le tartine di antipasto. Poi preparo gli spaghetti.
Lei indossa solo la camicetta e le mutandine, io una maglietta e slip neri. Parliamo molto durante la cena e l’impressione che ho sempre avuto di lei si conferma ulteriormente. Sembriamo molto in sintonia, così a pelle sembriamo fatti l’uno per l’altro. Se ci fossimo conosciuti prima che lei incontrasse il marito, probabilmente saremmo stati insieme. E’ una sensazione strana nei confronti di una donna sposata. Vorrei sapere se lei pensa esattamente la stessa cosa verso di me, ma non glielo chiedo. Non voglio appesantire la situazione.
Mentre mangiamo siamo seduti vicini, in un angolo del tavolo. Le nostre gambe si toccano e si accarezzano. A volte le abbraccio una gamba, avvolgendo un polpaccio fra le mie gambe.
Automaticamente, una mia mano si posa sulla sua coscia nuda e liscia e la accarezzo mentre parliamo. Il mio pene reagisce quasi subito gonfiandosi dentro gli slip, che in breve fanno fatica a contenerlo.
Lei posa una mano sulla mia e mi accompagna durante le carezze. Intreccia le sue dita sul mio mignolo e l’anulare e intanto ci guardiamo, questa volta sapendo bene cosa c’è dietro i nostri sguardi, e le dico:
“Agnesiska, non sai quante volte, quando ti guardavo alla cassa, immaginavo di essere dentro di te e di guardarti nei tuoi occhi mentre facevamo l’amore, e mentre ti venivo dentro…”
“Marco…”
“Tu non te ne accorgevi?”
“All’inizio no, ma poi sì… e qualche volta immaginavo anch’io di fare l’amore con te”
Lei allunga la mano sui miei slip e tocca il membro quasi del tutto eretto. Lo afferra da sopra gli slip e lo tasta. poi aggiunge timidamente:
“Qualche volta ho immaginato che eri tu al posto di mio marito mentre scopavo con lui, e mi davi il tuo seme fertile…”
“Ohh.. Agnesiska, vieni qui…”
L’accompagno a sedersi su di me, faccia a faccia sulla sedia. Ci baciamo e la avvicino a me premendola sul fondo schiena. I nostri sessi si incontrano separati solo dalle nostre mutande. Il mio membro è ormai completamente eretto e fuoriuscito dall’elastico degli slip.
“Quante volte mi sono chiesto se la sera prima, o quella mattina, avessi scopato con tuo marito e se avessi ancora il suo seme nella tua vagina, e le mutandine sporche del suo seme che ancora foriusciva…”
“Ohh Marco… sì, qualche volta succede…”
“Come lo invidiavo”
“Marco…”
Incominciamo a muovere i nostri sessi l’uno contro l’altro, abbracciati sulla sedia. La sua camicetta é ora del tutto aperta, liberando i suoi piccoli seni, così graziosi e sensuali. Infilo la mano sotto le sue mutandine e accarezzo i glutei sotto il pizzo. E’ così eccitante sentire sulle dita da un lato la pelle liscia del suo corpo e dall’altro, il tessuto del pizzo. Poi passo sul davanti scivolando nella fessura del suo sesso bagnato. Le accarezzo il clito esposto fra le sue gambe spalancate, come me in mezzo. Quando accenno a toglierle le mutandine lei si alza e se le sfila. Io mi tolgo le mie.
Agnesiska si siede su di me, ed il membro bagnato le accarezza il ventre mentre ci baciamo. La sollevo e in un attimo le scivolo dentro. E’ impalata sul mio membro mentre siamo avvinghiati sulla sedia. Porto le mani sui suoi seni che si fanno subito turgidi dai brividi e dalle scosse di piacere con la mia asta dentro di lei.
“Agnesiska… lo sai che a volte immaginavo di scopare con te così, su una sedia in un angolo della reception al supermercato, con te con indosso il camice del supermercato…”
“Ohh Marco! Con tutta la gente che ci vede?”
“Non lo so, non pensavo alla gente, vedevo solo te seduta su di me che ti muovevi con grazia, abbracciati stretti sulla sedia, con la testa china… e ti venivo dentro”
“Marco, mi fai venire…”
“Avevi indosso il tuo maglioncino, il camice, e per il resto eri nuda. I tuoi pantaloni e le mutandine erano per terra, ed io che ti fecondavo…”
“AAhhh… Marco, mi fai impazzire!”
“E’ vero. Non so perché mi veniva in mente di farlo lì, o di vederti che lo facevi con qualcun’ altro, lì sulla sedia, in un angolo”.
“…Marco!” Grida lei sempre più vicina all’orgasmo.
Io le voglio raccontare tutte le fantasie avute su di lei, ed il suo piacere mi invita a continuare.
Siamo abbracciarti stretti cavalcandoci sulla sedia. Ci cavalchiamo dolcemente, ma con intenso piacere.
“E da quando so che tuo marito è sterile, ho anche immaginato che ti accoppiavi sulla sedia con qualcun altro, per avere il suo seme…”
“AHhh!…Marco vengo!”
“Sì… anche il seme fertile di un vergine, o di un giovincello…”
“AAAAHHHH!!….AAAAHHhh!!!!….AAAAAHHhhh…”
Agnesiska urla il suo orgasmo sbattendo il suo pube contro di me affondando fino alla base della mia asta.
Sembra proprio di tenere fra le braccia una ventenne. Mi rimane allacciata tremolando. Dopo l’orgasmo sento la sua vagina percorsa da scosse e contrarsi attorno al mio membro. Sento un lago di miele acquoso lambirmi il membro dentro di lei, mentre mi muovo. Lei ancheggia e oscilla il suo bacino con me dentro. Quando si inarca in avanti il suo pube che urta il mio con la mia verga profonda in lei, mi fa impazzire:
“Agnesiska, così mi fai venire…”
Lei sospira e mi stringe entusiasta del mio orgasmi in arrivo.
“Sì, vieni!”
“Che vagina meravigliosa… OOOHHH!!!…”
Non faccio in tempo a dire altro, il membro comincia a pulsare sprizzando abbondante seme, tanto che ne avevo accumulato nei giorni precedenti. Una eiaculazione singola per quanto potente non espelle tutto il seme, soprattutto quando ne è stato accumulato per giorni.
La stringo a me indicandole di rallentare i movimenti mentre vengo dentro di lei. Quando lei si alza, una pozza di seme cade sul legno della sedia.
Fra gli abbondanti antipasti e gli spaghetti, non abbiamo voglia di ordinare un secondo e passiamo al dolce. Ci sediamo di nuovo sulle nostre sedie e continuiamo a parlare.
I nostri amplessi sono stati così passionali che ci sembra passato pochissimo tempo, ma continuando a parlare il tempo passa ed i discorsi si fanno di nuovo caldi. Io comincio a chiederle dettagli piccanti:
“Agnesiska… quando hai fatto l’amore con tuo marito l’ultima volta?”
“3 giorni fa”
“Lo fate spesso?”
“No… non più come una volta. Durante la settimana quasi mai, ma non è sempre uguale. A volte lo facciamo ogni giorno per 2,3 giorni di fila e a volte niente per 2,3 settimane”
“Lo fate anche di mattina? Prima che venivi al lavoro al supermercato?”
“No, poche volte di mattina”
“Io con te lo fari tutte le mattine…” Le dico io, con la voglia che comincia a nascere di nuovo.
Lei allora mi racconta:
“Ti ricordi la prima volta che mi hai chiesto spiegazioni sulla chiusura del supermercato?”
“Sì, ti avevo fermata in una corsia. Era un sabato mattina. Era la prima volta che abbiamo parlato a lungo”
“Erano 3 settimane che non facevo niente con mio marito, perché ero presa di pensieri per la perdita del lavoro che sarebbe arrivata. Anche lui aveva poca voglia. Poi però nelle sere prima ha incominciato a strusciarsi a me nel letto, ma io mi spostavo. Quella mattina si era svegliato con una forte erezione. Ce l’aveva di marmo. Mi ha strappato via le mutandine mentre ancora dormivo, mi è entrato dentro e urlando mi è venuto dentro quasi subito… come se mi stesse violentando…”
“Ohh Agnesiska…”
“Poi siccome era tardi mi sono vestita al volo e sono andata al lavoro. Ho avuto tutto il giorno le mutandine bagnate di sperma, anche mentre parlavo con te…”
“Avevi il camice aperto, stavi davanti a me con le gambe un po’ divaricate e io ti guardavo in mezzo alle gambe per vedere la sagoma della tua fica… come avrei voluto metterti una mano sulla patta, lì mentre parlavamo!”
La prendo e la faccio sedere ancora su di me, con la verga eretta di nuovo.
“Agnesiska… tutti i giorni in cui ti vedevo, specialmente il sabato mattina, mi chiedevo se la sera prima avessi fatto l’amore con tuo marito e se il suo sperma ti stava scendendo nelle mutandine…”
“Ohh Marco…”
Si stava facendo tardi, ma la voglia era salita ancora. Lei si guida il membro dentro di se. Sembrava proprio che in quegli anni avesse avuto voglia del mio membro, come io desideravo lei. Io mi alzo tenendola aggrappata a me e vado velocemente verso la camera da letto. Mi butto sul letto con lei allacciata a me, solo che adesso lei mi è agganciata con il mio membro dentro. Ci denudiamo del tutto e ci accoppiamo ancora in quell’atmosfera surreale di grande intimità, lontani dal marito ignaro.
Continua in Capitolo 3
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Gli altri miei racconti li trovate qui:
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