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Eravamo alla fine dell’inverno, il clima era grigio ed aveva anche intaccato il mio umore. Apatica, con poca voglia di fare, mi dedicavo alle attività quotidiane come una condanna: lavoro, massaia e casalinga, l’unica luce la vedevo la sera con mio marito che aveva riacceso una passione raramente dimostrata in passato, se non nei primi tempi del nostro rapporto.
Qualche giorno prima avevo liquidato Marco senza troppi ripensamenti. Ero stata bene con lui, mi aveva iniziato alla trasgressione e di questo gliene ero grata e glielo riconoscevo, ma il nostro rapporto aveva preso una piega che non mi era piaciuta; mi considerava solo come un buco da fottere. Glielo dissi un giorno che ci vedemmo. Dopo una settimana che rispondevo a malapena alle sue telefonate, adducendo a complicazioni famigliari, mi decisi ad affrontare la cosa per chiuderla. Gli dissi che avremmo potuto vederci il sabato, nella giornata che mio marito dedicava spesso ai cazzi suoi. Venne speranzoso di fare pace e conseguentemente di fare sesso, ci vedemmo come al solito a metà mattina nel parcheggio di un centro commerciale da dove poi di solito ci dirigevamo verso l’albergo dove ci infrattavamo. Gli dissi tutto ciò che pensavo, della direzione che aveva preso il nostro rapporto e del fatto che era il caso che non ci vedessimo più. Pianse, pianse come un bambino e questo me lo fece vedere anche sotto un altro aspetto fino ad allora sconosciuto. Mi fece anche tenerezza, perché in fondo gli volevo bene, ma fui risoluta e non mi feci impietosire. Ci salutammo sotto una pioggia battente e non lo vidi né sentii mai più.
Chiusa un porta…. Tornata a casa, mi misi a fare la brava casalinga: pulizie a fondo e mentre riordinavo, da in fondo all’armadio saltarono fuori la tuta in spandex e i sandali argentati che mi aveva comperato Marco quando mi face fare la cavalcata coi 2 ragazzi rimorchiati al centro commerciale. Pericolosissimo! Se l’avesse trovata Massimo avrebbe chiesto sicuramente spiegazioni. Presi il telefono, mandai un messaggio a Giorgio chiedendogli se nel contratto era prevista anche la possibilità di riservarmi un piccolo spazio dove tenere le mie cose. Dopo un istante mi chiamò “certo! che domande fai? È ovvio che puoi tenerci lo spazzolino, qualche vestito e qualche oggettino di tua proprietà. Vicino alla porta di ingresso c’è un piccolo guardaroba a 4 ante semivuoto, te ne lascio una tutta per te. Tra l’altro c’è anche la chiave così non corri il pericolo che io ci vada a curiosare”. Sorpresa della sua grande disponibilità, lo ringraziai.
“quand’è che passi a trovarmi? Il mio amico non vede l’ora di conoscerti”
“non so dimmi tu” gli risposi
“guarda, mi ha detto che adesso ha impegni per tutta la prossima settimana. Ma quella successiva vorrebbe conoscerti. Hai delle giornate che assolutamente non puoi?”
“se facessimo un sabato che è il giorno che ho più tempo” pensando alla noia di quel sabato uggioso
“un sabato come oggi?”
“sì un sabato noioso come oggi”
“beh se hai tempo e se passi di qua, ti do la chiave dell’armadietto dove riporre le tue cose”
Non ci pensai un attimo. Acconsentii e gli dissi che di lì a 1 ora l’avrei raggiunto. Feci una doccia, misi gli abiti da pornostar in una borsa ed uscii. Vado a fare un’altra marchetta, pensai. Chiamai Giorgio sul cellulare quando ero già entrata dalla porta laterale del loft. Mentre aspettavo che arrivasse misi i sandali argentati, la catsuit nera di spandex senza nulla sotto e attesi. Il grande specchio che era nella camera di lato al letto rifletteva, senza falsa modestia, una figa pazzesca, fasciata dalla tutina nera, abbarbicata su tacchi inverosimili; mi guardavo e consideravo che avrei potuto fare danni con un fisico così. Era la consapevolezza dei miei notevoli mezzi.
Mentre aspettavo passeggiavo per l’appartamento curiosando e con piacere, quasi sorpresa, notai che ero perfettamente pulito. Guardavo in giro, la libreria, i dischi, poi fra i compact disc vidi che c’erano anche dei film. Fra qualcuno di azione, altri di fantascienza, ve n’erano diversi porno. Ne scelsi uno, dove sulla copertina c’era l’immagine di un’attrice mora come me, nuda fra 2 maschi. Inserito il disco nel lettore, mi sedetti sul divano e cominciai a guardarlo. Non aveva ambizioni recitative ed iniziava subito con questa mora con un fisico statuario che posava per delle foto, inguainata in un body leopardato con un paio di stivaloni neri, di vernice, alti fino a metà coscia. Dopo qualche finto scatto entrò nella scena un ragazzo nero che sembrava un bronzo di Riace, con indosso solo un boxer a farsi fare foto pure lui assieme alla leoparda. Naturalmente, com’era prevedibile che succedesse, dopo qualche altro scatto la signorina comincia a carezzargli il notevole pacco che spunta dal boxer, estrae il serpentone nero e inizia un bocchino che cominciò a farmi un certo effetto. Dopo qualche minuto entrò Giorgio mentre ero assorta nella visione del video. Parve che la mandibola gli cascasse, rimase senza parole per la mise che avevo indossato. Sapevo che non ne sarebbe stato insensibile.
“mi vuoi far morire… tu!” esclamò, quasi balbettando.
“perché dici così?” sorridendo maliziosamente
“sei….sei….pazzesca!”
Mi alzai, dondolando il culo sui tacchi mi avvicinai a lui e con la voce di un paio di ottave più basse “ti piaccio vestita così?” in piedi di fronte a lui gli misi le braccia al collo. Mi prese per i fianchi mi tirò a sé, cominciò a baciarmi e palparmi dappertutto. Mi strusciavo come una gatta contro il suo corpo. Dopo un po’ che facevamo lingua in bocca e che sentivo il suo cazzo duro contro di me, mi staccai. Girandogli le spalle, sculettai davanti a lui allontanandomi un po’ “hai i soldi, tesoro?”
“certo che li ho, stronza!” prese il portafogli e tirò fuori il denaro che appoggiò su un mobiletto. Li presi li ficcai in borsa. Mi chinai davanti a lui in equilibrio sui tacchi e comincia a fare quello che stava facendo la pornoattrice nel video. Lo avrei fatto comunque, ero già bella calda, la vestizione, il filmetto avevano fatto già colare parecchi umori della mia fighetta. Mugolava di piacere, lo sentivo indurirsi in bocca e questa cosa mi fa ancor più eccitare, stava salendo all’inverosimile. Mi alzai, lui in piedi di fronte a me, feci scendere la zip più in basso che potessi, arrivava fino a dietro il culo, aprii la tuta per far uscire il seno che cominciai a massaggiarmi. Mi sedetti sul tavolo a gambe aperte, con la tuta aperta, una mano a stuzzicarmi il capezzolo e l’altra la figa. Giorgio aveva il viso stravolto dall’eccitazione, venne verso di me col cazzo torreggiante davanti a sè e cominciò a scoparmi in piedi. Non vedevo l’ora di farmelo infilare, iniziai a gemere come una cagna in calore sotto i suoi colpi, lui cominciò a spingerlo forte, mi scopava come un forsennato tirandomi a se con le mani che mi stringevano il culo da sopra la tutina. Dopo poco venni in un orgasmo lunghissimo e parecchio rumoroso, se qualcuno passava fuori di lì mi avrebbe sicuramente sentita. Dopo qualche altro istante, Giorgio lo tirò fuori e cominciò a spruzzarmi il suo caldo seme, gli schizzi erano talmente potenti ed abbondanti che mi imbrattò i capelli, la faccia oltre che addosso. Lo raccolsi con le dita e me lo portai in bocca avidamente.
“che troia!” mi disse ancora ansimante “non era nei programmi che oggi facessi un’altra prestazione. Penso che mi rovinerò con te sai? Oggi tra l’altro ho parecchio da fare e devo tornare di là a lavorare, non posso fermarmi come l’altra volta che ci siamo visti”
Mentre mi ripulivo la sborra che mi aveva schizzato sul viso con un kleenex, risposi: “vorrà dire che quanto hai dato oggi, vale anche per un’altra prestazione, come la chiami tu. D’accordo?” senza sapere ancora che quelli erano gli ultimi soldi che avrei preso da Giorgio
“come sei gentile. Sai proprio come tenerli buoni i clienti. Voglio dirti comunque che oggi sei incredibilmente sexy. Mi sorprendi tutte le volte e non credo che mi pentirò mai di quello che spendo con te. Lascia che lo racconti al mio amico che vuole conoscerti e vedrai come impazzisce. Farà sicuramente in modo di anticipare il più possibile l’incontro. È che non sta qui vicino. Verrebbe appositamente facendosi parecchi chilometri”
“va bene, quando è pronto me lo dici. Eravamo intesi però che prima me lo avresti fatto conoscere, giusto? Non vado con tutti, se non mi ispira non se ne fa nulla. D’accordo?”
“d’accordo!” rispose immediatamente “l’armadio che puoi utilizzare è quello vicino alla porta d’ingresso che uso per riporre i cappotti, le giacche degli ospiti. Come vedi è semivuoto prenditi tranquillamente un’anta, prenditi quella dove c’è anche una cassettiera all’interno e mettici tutto quello che ti pare, qui c’è la chiave così nessuno andrà mai a curiosare fra le tue cose”
“grazie, penso che andrò a farmi un doccia adesso” gli risposi mentre mi sfilavo la tutina. Nuda, coi sandali, in piedi a ripulirmi col kleenex, Giorgio da dietro mi palpò il culo e col dito mi penetrò la figa fradicia. Mugolai un po’, agevolavo la penetrazione inarcando la schiena ed allargando le gambe, mi stava scopando con le dita. Appoggiai le mani al tavolo, un po’ chinata in avanti a gambe larghe sui tacchi, mi godevo il ditalino che mi stava facendo Giorgio e contemporaneamente con una mano mi titillavo il clitoride. “sei una troia pazzesca, lo faresti drizzare a un morto! Purtroppo ti devo lasciare, il lavoro mi chiama. Mi sono già assentato fin troppo, non era programmata questa distrazione. Tu fermati quanto vuoi, fai con comodo tutto quel che devi fare, ricordati solo che se torni qua da sola o in compagnia avvisami per tempo. Ci sentiamo prossimamente” Fu un attimo fugace, ritrasse la mano che leccò con ingordigia assaggiando il mio sapore, mi salutò ed uscì.
Mi aveva scaldata di nuovo, proseguii distesa sul letto a masturbarmi fino a venire un’altra volta, poi mi infilai nel bagno dove approfittai dell’idromassaggio per un lungo bagno rilassante. Avevo ancora tutto un pomeriggio a disposizione e mi dissi: perché non togliermi qualche soddisfazione materiale? Col portafoglio gonfio delle prestazioni pagate da Giorgio, mi diressi in centro, per negozi dove, in un negozio del lusso, che mai avrei pensato di poter frequentare prima, mi comperai un tubino di uno stilista famoso, molto elegante, che mi stava divinamente bene, che fasciava in maniera molto sensuale il corpo. Per nulla volgare, decisi che l’avrei indossato la sera stessa ad una cena organizzata con un gruppo di amici di famiglia.
Tornata a casa, feci vedere l’acquisto a mio marito dicendogli che l’avevo trovato a 4 soldi in un outlet consigliato da un’amica. Se la bevve, mi chiese di fargli vedere come mi stava. Andai in camera a spogliarmi, misi il tubino, calzai un paio di decolletè alte e gli sfilai davanti in soggiorno. Cominciò col palparmi il culo quando gli passavo davanti, poi mi prese di forza sollevandomi, mi mise seduta sul tavolo se lo tirò fuori e mi scopò sul tavolo vestita scostandomi lo slip di lato. Quel giorno era la seconda volta che venivo presa così. Mi diceva cose irripetibili mentre me lo sbatteva con forza, mi sentivo una gran vacca, avesse saputo che poco prima l’avevo fatto con un altro, non so se si sarebbe incazzato o se si sarebbe eccitato ancor di più.
A cena, ero la più figa della tavolata, sopra il tubino avevo messo un coprispalle perché il clima ancora non permetteva di andare in giro con le spalle scoperte, io poi sono piuttosto freddolosa. Le amiche, mi fecero i complimenti per il vestito, per come mi stava bene indosso e, soprattutto, per come ero brava a trovare le occasioni; uno degli uomini al tavolo, il marito di una cara amica, amico a sua volta di Massimo col quale andava a giocare a pallone, era piuttosto complimentoso, mi spogliava letteralmente con lo sguardo. La cosa mi metteva a disagio, sono troia, ma nella consuetudine sono moglie irreprensibile e fedelissima. Quell’attenzione appiccicosa dava fastidio a me, figuriamoci quanto potesse infastidire sua moglie; notai infatti che si era parecchio rabbuiata. Per eliminare ogni tensione, verso la fine della cena, mi spostai di posto e mi sedetti accanto alla moglie di questo pappagallo, che non smetteva di fare battutine e mangiarmi con gli occhi.
Tornata a casa, mi infilai subitissimo nel letto, esausta. Stavo per addormentarmi, quando mio marito cominciò a stuzzicarmi. Si appoggiò dietro di me che ero girata sul fianco facendomelo sentire duro fra le chiappe. “hai visto Sandro, come ti guardava? Hai fatto colpo su di lui!” mi disse in un orecchio
“a me interessa fare colpo solo su di te. Non ti ha preso una botta di gelosia ai suoi commenti, a come mi guardava?” sussurrai mentre mi giravo verso di lui.
“sì certo! Sono gelosissimo, ho una moglie strafiga che fa girare la testa ai maschi. Però per un istante ho pensato a come sarebbe vederti all’opera con lui”
“all’opera? Come?” fingendo ingenuità.
“mentre scopate, mentre gli lecchi il cazzo come sai fare solo tu”
“se glielo dici non penso che si tiri indietro” mentre ci davamo la lingua in bocca; colavo al solo pensiero di farlo davanti a lui. Non disse più nulla, si era ingrifato come un mandrillo. Mi salì sopra e cominciò a montarmi come un ossesso, sembrava una furia, mi sbatteva fortissimo. Dopo poco raggiungemmo l’orgasmo quasi simultaneamente, penso di avere urlato quella notte, senza preoccuparmi dei vicini che avrebbero potuto sentirci.
Ripresi dalla cavalcata, ci guardammo sorridendo, ci baciammo e non tornammo sull’argomento. Forse aveva paura a dirlo a me, probabilmente non mi sarei tirata indietro nemmeno io. Ci addormentammo abbracciati.

(continua) per commenti narciso.a@outlook.it

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Autore Pubblicato il: 25 Febbraio 2022Categorie: Erotici Racconti, Racconti Cuckold, Racconti Erotici, Tradimento0 Commenti

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