Nei mesi seguenti a quella fatidica mattina (vedi racconto “UNA NUOVA FAMIGLIA”), sia io che mamma ci comportammo come se nulla fosse accaduto, come se in quel momento non fossero state Vanessa e Claudia reali ma due donne di un universo parallelo. Niente nei nostri comportamenti quotidiani lasciava trapelare il rapporto disumano e incestuoso che avevamo consumato quella mattina. Come rimosso dalle nostre teste, il fatto, sembrava non essere mai accaduto. Fino a quando un giorno di giugno, finita la scuola, io e mamma ci trovammo sole in macchina per andare a Catania a prendere Francesco all’aeroporto di ritorno da Milano. Misi su una cassetta con gli Hit più gettonati negli anni ’80. Ebbene sì, volente o nolente mamma era una cultrice efferata delle musiche disco degli anni ’80 e anch’io le ascoltavo molto volentieri. Se devo esprimere un modesto parere quella musica sembra la base di tutta la musica disco che ancora oggi si ascolta e quindi tra Spandau e Duran Duran i chilometri correvano via velocemente. Dopo una buona mezzoretta e dopo la prima sosta con colazione annessa presso la prima stazione di servizio, risalimmo in macchina e mamma chiese:
– Allora, contenta che Francesco torni? –
– Si mamma, devo dire che in questa settimana la sua mancanza si è sentita… e tu? Contenta? –
Ci guardammo un attimo e subito dopo scoppiammo a ridere oscenamente complici di quanto sapevamo l’una dell’altra. Subito presi il coraggio a 2 mani e dissi:
– Mamma posso farti una domanda e una confessione? –
– Certo amore, sai che puoi dirmi e chiedermi sempre tutto… specialmente adesso che… – si fermò lasciandomi appesa alle sue labbra in attesa di una conclusione a quella frase che non arrivò mai ma che io capii perfettamente e che mi incoraggiò a chiederle:
– Volevo chiederti come mai da quella mattina non abbiamo più parlato di quanto c’è stato tra noi, capisco che la cosa non è stata molto giusta però non vorrei che tu fossi arrabbiata con me per quello che ti ho portato a fare. –
Mi immolai come vittima sacrificale di quell’atto, ma subito mamma mi rincuorò:
– Ma che dici amore? Che colpe ti vai prendendo? Mica sei stata tu, e nemmeno io. E’ stata una cosa che doveva succedere. Per la verità devo ammettere che per i primi giorni mi sentivo una madre depravata, schifosa, sporca. Avevo osato godere con te, mia figlia. Poi ci ho riflettuto su e sono arrivata alla conclusione che non c’è stato niente di brutto e depravato in quello che abbiamo fatto. Siamo due donne, molto simili, abbiamo affrontato momenti bruttissimi e insieme li abbiamo superati, siamo riuscite ad entrare in confidenza come due sorelle ma prima ancora come due amiche. Quel giorno quelle due amiche si sono sfiorate e la loro voglia identica ha preso il sopravvento. Non mi sento sporca. –
– Mamma sei fantastica. Ti amo! –
– Anch’io tesoro e più dell’amore che si può provare per qualunque altra persona. – Allentai un poco la cintura di sicurezza e mi allungai a darle un bacino sulla guancia stando attenta a non distrarla troppo dalla guida. Subito lei continuò, cambiando il tono serio di prima in un tono leggermente più ironico e sbarazzino:
– Allora, piccola porcellina di mamma, quale confessione dovresti farmi? –
– Mamma devo fartene un paio per la verità, se mi prometti che poi non ti arrabbierai –
– Dai sciocchina, ormai non credo ci sia qualcosa che possa farmi arrabbiare in te. Ho notato una cosa l’altro giorno che mi ha reso fiera di essere tua mamma –
– Cioè?… – chiesi sapendo bene a cosa si riferisse.
– Cioè che sei una ragazza con dei forti ideali e malgrado tu abbia molti pischelli che ti ronzano attorno, sei riuscita a mantenerti pura fino ad oggi. Sai molte ragazzine di oggi sono già scafate e sfondate prima ancora di raggiungere la maggiore età… mentre tu… capisci? –
– Sì mamma, capisco, ma non sono così pulita come pensi, è solo che non ho ancora deciso il momento. Non pensare che stia aspettando il matrimonio, o che da buona siciliana voglia mantenermi vergine per il principe azzurro. Solo che devo deciderlo io il momento e dev’essere magico, non necessariamente con il primo ed ultimo uomo della mia vita. Anzi spero proprio di farlo senza coinvolgimenti sentimentali la prima volta. Sbaglio? –
– Assolutamente no amore, sono perfettamente d’accordo. Molti matrimoni finiscono proprio perchè non avendo provato altro prima o poi ci si stanca. Hai il mio pieno appoggio tesoro. Ti va di dirmelo quando accadrà? – Mi lasciai andare ad una confessione choccante perfino per mia madre e risposi:
– Certo, anzi vorrei che fossi presente in quel momento. – Scrutai mamma per capire se mi fossi spinta troppo oltre ma il sorriso che apparve sul suo viso mi rincuorò:
– Ne sarei felice amore mio. – e mi passò una mano sopra la coscia nuda salendo fino quasi all’inguine.
– Che porcelline che siamo ma’ – dissi allungandomi sul sedile per agevolare il suo tocco. Iniziò un lento ditalino insinuando il medio sotto le mie mutandine, percorrendo la mia fessura resa glabra dalla recente rasatura pre-estiva. Abbandonai la testa sul poggiatesta e mi godetti quel ditalino che durò parecchi minuti e che mi portò regolarmente ad un caldo orgasmo. Con eiaculazione ovviamente. Finito il ditalino mi ricomposi e mamma assaggiò i miei umori rimasti sul suo dito, leccandolo avidamente.
– Mmmmm, sai di buono, sembra il mio. A proposito, come l’hai trovato? Era la prima volta che assaggiavi la fica? –
– Ehm… per la verità no mamma. –
– Come come? La mia bambina è verginella ma lecca la fica alle amichette? Racconta –
– Ehi mica sono finocchia… ah ah ah – e giù risate. Era bellissimo quel rapporto che si era creato e io ne ero felice anche perchè la giovanissima età di mamma mi portava a pensare a lei più come ad una compagna che come ad una madre. Pensate che le mamme delle mie amiche avevano l’età di mia nonna, anche lei stupenda donna di 50 anni portati con estrema eleganza.
– E’ successo, e succede, solo con una ragazza. Non siamo innamorate, lei ha pure il ragazzo e anch’io sono uscita spesso con dei ragazzi, ma alla fine la godutina finale la facciamo sempre tra noi. Ti sto sconvolgendo? –
– No amore, continua, mi stai… eccitando per la verità. Quando è successo, e con chi? Se vuoi dirmelo… –
– Si mamma, ma promettimi che non ti arrabbi. La prima volta è successo qualche mese fa. Ricordi il periodo dello sciopero e delle assemblee permanenti? –
– Sì certo, e tra un’assemblea e un’altra… –
– Sì, ho conosciuto questa meravigliosa creatura che mi fa godere come una pazza, l’unica, almeno fino a qualche settimana fa. – Sorrisi facendole capire che mi riferivo a lei. Poi continuando:
– Non immaginavo lontanamente che da lì a qualche mese sarebbe diventata… – stando attenta a non farle commettere qualche imprudenza visto che stava guidando aspettai che mi chiedesse di continuare.
– Allora? Cosa sarebbe diventata? –
– Mamma, ti giuro non lo immaginavo, è successo molto tempo prima…-
– Senti, se vuoi dirmelo dillo altrimenti tienitelo per te, mi stai facendo stare sulle spine. – disse con un tono quasi arrabbiato
– Che sarebbe diventata mia sorella! – Ecco l’avevo detto, avevo combinato la frittata? Un senso di paura mi colse allorchè mi a mamma si voltò a guardarmi seria. Per un attimo pensai di aver rotto tutto quanto si era creato tra noi. Poi improvvisamente, dopo attimi di irreale silenzio le guance di mamma si gonfiarono fino ad esplore in una sonora quanto liberatoria risata.
– Brutta porcona di mamma tua. Cazzo la santarellina si porta l’amante in casa? Chissà quante scopate vi fate la notte senza destare il minimo sospetto – e mentre lo dice ride come una pazza. Io un po’ mi vergogno e la rimpronvero:
– Dai mamma, che ridi? Anzi promettimi che non le dirai nulla e farai finta di non sapere.
– Certo amore fidati di me. Se e quando vorrai dovrai essere tu a dirle che me lo hai confessato. E dimmi com’è Vale a letto? Dai ormai puoi parlarmene liberamente. –
– Beh ma’, all’inizio è stata lei a condurre i giochi ma adesso sono io a fare la parte della padrona. Io decido quando è il momento di godere e quando no. –
– Brava amore mio, hai un bel carattere. –
– Dai mamma, adesso tocca a te… – la sorpresi, vista l’espressione che assunse il suo viso
– A me cosa? –
– Tocca a te confessare qualcosa. Non volendo ho sentito di qualcosa che raccontavi a Silvia, non parlavate certo di ricette per la pasta al forno… o mi sbaglio – ridemmo di nuovo come due sceme.
– Ok, ok! Mi hai scoperta. Ebbene amore, Silvia è la mia… Vale! –
– Senti senti… continua –
– Beh amore, mi è stata vicina nel periodo brutto che sappiamo e tra una carezza e l’altra siamo finite a letto insieme, ricordi quel periodo che dormiva a casa nostra? Tu eri piccolina e la chiamavi ancora zia Silvia. Solo che lei è davvero omosessuale visto che non riesce ad andare con uomini però non cerca altre donne perchè si vergogna. Vuole solo farlo con me, dice che le basto e non pretende che io stia solo con lei. Infatti è felice della mia nuova storia con Mario. – si ferma in attesa di eventuali mie reazioni che non arrivano, poi continua – ogni tanto ci incontriamo e facciamo l’amore ma non mi sembra di tradire Mario. E’ un amore diverso. Allora? Sconvolta? –
– Beh, un po’ sì. La cara zia Silvia finocchia. Chi poteva dirlo? E com’è? –
– E’ un uragano e un fiume in piena, ma nemmeno io scherzo come avrai notato l’altra mattina. Ogni volta che lo facciamo siamo costrette a cambiare le lenzuola. – Ridiamo ancora, mentre iniziamo ad intravedere nitidamente l’Etna e le prime case. Siamo quasi arrivate. Mi dispiace un poco, al ritorno non potremo parlare così liberamente.
– Ascolta amore, io ho bisogno di darmi una sciacqautina, ci fermiamo o aspettiamo di arrivare in aeroporto? –
– Siamo abbondantemente in anticipo mamma se ti va ci fermiamo alla prossima area di servizio. –
– Ok tesoro, eccola – mise la freccia ed entrò nella corsia d’accesso all’area di servizio.
Scendemmo dalla macchina e ci sgranchimmo le gambe. Sembravamo due ragazzine, io con una mini stratosferica e una canottiera che lasciava la pancia scoperta, lei con una gonna più lunga solo di un paio di cm rispetto alla mia e una giacchetta leggera sopra la maglietta attillata. Entrammo nel locale sevizi e occupammo un bagno. Mamma si abbassò gli slip e fece pipì, io le tenni la giacca. Mi guardò e sorridendo mi disse:
– Cavolo quante volte mi avrai vista così, ma adesso è diverso, mi eccita la tua presenza, o forse sono state le confessioni. Le allungai un Klinex imbevuto che ci eravamo portate dalla macchina, lei si pulì e si alzò cedendomi il posto. Feci pipì a mia volta ripetendo gli stessi gesti fatti prima da mamma. Solo che mamma prese il Klinex e invece di porgermelo infilò la sua mano tra le mie gambe per pulirmi. Lo fece con estrema delicatezza. Una volta asciugata per bene lasciò cadere il Klinex e continuò a carezzarmi la fica con la mano. Mi fece alzare lasciando le mutandine abbassate. La lasciai fare come in preda ad un’ipnosi. Mi sollevò una gamba che posai sul water lasciando la mia fica leggermente aperta all’altezza della sua faccia.
– Voglio assaggiarla io adesso. Posso? – non le risposi neanche che la sua bocca s’incollò alla mia fessura calda. Iniziò a leccarmi con dolcezza infilando di tanto in tanto la lingua e muovendola in su e in giù. Poi con le labbra mi morse il clitoride facendo uscire dalla sua sede naturale e succhiandolo. Stavo toccando il paradiso. Vale era brava ma mia madre era super.
– Dai mamma, dai così… voglio venire, fammi venire sulla tua faccia ti prego. – ansimava e leccava mugolando, mentre si masturbava, vidi due dita sparire in lei. Poi mi allargò la fica con due dita, tese la lingua e iniziò un dentro/fuori veloce. La mia fichina non era abituata a tanto ma non sentivo dolore. Dopo poco lo sentii arrivare.
– Sìììì, daiiii, vengoooooo… mamma vengoooo – come al solito mi irrigidii per poi sborrarle in faccia. Lei non si perse una goccia e notai con mia meraviglia che il suo andare più a fondo degli altri mi aveva fatto venire in modo più copioso e denso. bianco quasi come il suo. Restò a baciarmi per altri secondi. Dando tanti piccoli e amorevoli bacetti alle labbra della mia fichina. Poi si alzò e ci abbracciamo. Non avevamo pensato che avrebbero potuto sentirci tanto eravamo prese dall’eccitazione. Aprimmo la porta e per fortuna non c’era nessuno. Passammo dal bar dove consumammo un caffè veloce. Poi come due ragazzine complici corremmo mano nella mano verso la macchina. Salimmo in macchina soddisfatte e con lo sguardo sornione. Il tempo purtroppo passava velocemente e si avvicinava l’arrivo all’aeroporto di Catania. Buttai l’ultima boccata di fumo, (la sigaretta è d’obbligo dopo certe prestazioni) e rivolgendomi a mamma esclamai, fintamente seccata:
– Ehi, furbona, ma prima hai deviato il discorso sulla confessione. Mi hai distratta, brava! Che scema che sono, mica era quella di Silvia la confessione che mi aspettavo. Allora? Che è successo con Francy? – Mamma fece una smorfia col viso come di chi non capisce di cosa stessi parlando, poi esclamò:
– Cosa dici? A cosa ti riferisci? Francesco…?? Che c’entra Francesco? – tentò di negare ma non vi riuscì. La guardai seria e dissi:
– Mammina monellina, abbiamo detto niente segreti no? Allora? Ti premetto che ho sentito tutto l’altro giorno al telefono. Ma voglio che sia tu a raccontarmelo. Cos’è succeso? –
– E va bene – si arrese mamma – Devi sapere che l’altra notte il tuo fratellastro è venuto (e mai termine fu più appropriato) in camera nostra mentre dormivamo. Tu sai che amo dormire nuda, quindi pensando che io dormissi si affiancò a me e iniziò a carezzarmi il culo e le labbra della fica da dietro. Io ero su un fianco e gli davo le spalle. Felice di quel tocco ad un certo punto sentii che mi appoggiava la punta del suo cazzo nell’incavo del culo poi lo agitò per un po’ finchè mi venne addosso copiosamente. Io ero sveglia ma non volevo far succedere un casino così feci finta di dormire e mi beccai quella sborrata sulle natiche. Non riuscii a non toccarmi e appena lui scappò via presi il suo seme con la mano e me lo portai alla bocca prima e dentro la fica dopo smanettandomi e venendo come una ninfomane. –
– Uhhmmm! – mugugnai io, per cui mamma chiese: – Che c’e’? Non mi credi? –
– No mamma, ti credo, certo che ti credo e che devo confessarti un’altra cosa. –
– Che altro c’è? –
– C’è che per la verità non l’ho saputo dalla telefonata con Silvia, io c’ero e ho assistito alla scena… – mi fermai per vedere la reazione di mamma che visibilmente stupita mi invitò con un cenno a continuare_ – quella notte non riuscivo a prendere sonno, e stavo andando in bagno quando sentii dei rumori provenire dalla tua stanza, così mi avvicinai e vidi tutto. Il fatto che non sai è un altro… –
– Mi tieni sulle spine mignottella… continua. –
– Eccitata da quella scena ero intenta a masturbarmi in piedi lì sulla porta e proprio mentre venivo Francesco uscendo di corsa dalla stanza, al buio, mi travolse e cademmo a terra uno sull’altra… NUDI! –
– OH CAZZO… e poi? Continua –
– Poi siamo scesi in cucina e lui tentò di farmi credere di essere sonnambulo ma il suo manico parlava per tutti. Eravamo eccitati, così, quasi automaticamente glielo presi in bocca e mi sono beccata una sborrata in un occhio. E’ stato il mio primo pompino. –
– Il primo? Povera bimba mia. Comunque ti sei fatta pure Francy? Riassumiamo… Vale, Me, Francy… Manca solo Mario – e rise sguaiatamente. Già Mario, pensai, in effetti un pensierino ce l’avevo già fatto, anche perchè dovevo ancora scoprire chi fosse stato a farmi godere quella volta a tavola con l’alluce (Vedi racconto “UNA NUOVA FAMIGLIA”).
– Ma mica ho detto che ho finito… – dissi seria, e mamma subito:
– Non dirmi che ti sei fatta anche Mario… –
– Non ancora – aggiunsi con aria di sfida, poi risi anch’io sguaiatamente – a te dispiacerebbe la cosa? –
– Non lo so amore, forse no, ma vorrei saperlo se accadesse. –
– Mamma se accadrà te lo dirò prima che accada e se vuoi assisterai, ti va? –
– Ma lo sai che sei più porca di quanto immaginassi? Mi chiedi di assistere mentre il mio compagno si fa mia figlia? – ci pensò su solo qualche secondo e poi disse: – Ci sto! –
– Sai cos’è che mi frena un po’, mamma? Il fatto che sono ancora vergine. Non voglio che sia lui a sverginarmi. –
– Ti capisco amore. E se fosse Francy a fare quel lavoretto? Lo faresti? –
– Sicuramente sì mamma. Era proprio a lui che pensavo. Cosa mi consigli? Lo faccio con Francy? – mi sembrava impossibile, stavo chiedendo a mamma chi dovesse sverginarmi, con la massima tranquillità.
– E ricordati la promessa… – aggiunse mamma
– Quale promessa? – chiesi
– Che io devo esserci quando qualcuno ti sverginerà –
– Ci sarai mamma. Promesso –
Arrivammo a Catania, lasciammo la macchina sul parcheggio superiore e ci avviammo allo sbarco. Il tabellone segnava però che il volo da Milano era stato cancellato per sciopero e il primo aereo utile non sarebbe partito prima delle 20 di quella sera. Contemporaneamente squillò il cell, era Francy che ci avvisava del fatto. Ho detto che l’avevamo appena saputo e che avevamo deciso di attendere a Catania il prossimo volo. Ci ringraziò e chiuse sakutandomi con un: – Grazie porcellina, saprò contraccambiare. -.
Con mamma avevamo deciso di non rifare il viaggio di ritorno, troppa fatica. Così decidemmo di prendere una pensioncina, anche perchè Francesco non ha patente, o meglio non più da quando gliel’hanno ritirata, e nè io nè mamma ci saremmo sentite di guidare al ritorno di sera. Ci siamo sistemate nella stanza, abbiamo optato per una doppia con 2 letti ad una piazza e mezza ciascuna. Uno sarebbe stato più che sufficiente ad accogliere me e mamma e l’altro sarebbe servito per Francy. Ci siamo messe in libertà e abbiamo provato a riposare un po’, dopo saremmo uscite per pranzare. Invece non andò così, stanche per il viaggio e per le prestazioni extra in macchina e nella stazione di servizio, ci appisolammo una tra le braccia dell’altra. Mille sogni erotici si alternarono in quelle poche ore di sonno ristoratore. Il profumo inebriante del corpo di mamma vicino a me mi rassicurava facendomi sentire protetta e amata come non mai. L’ultimo di quei sogni, però, mi parve reale più degli altri e le sensazioni che stavo provando sembravano reali. Sentivo una lingua calda che percorreva per tutta la lunghezza la mia fica, era come quel sogno ricorrente che facevo qualche tempo prima, ma molto più reale. Pian piano tornai alla realtà e mi ritrovai nuda, con le gambe aperte e vidi la testa di mamma affondata tra le mie cosce. Le poggiai le mani sulla testa massaggiondola e assecondando il movimento che mi stava facendo toccare il paradiso.
– Ben svegliata amore mio – disse mamma lasciando per un attimo la sua dolce preda.
– Ahhhh, molto “ben svegliata” mamma, continua ti prego – dissi affannosamente
Mamma continuò il suo lavoro con la lingua portandomi in breve ad un meraviglioso orgasmo. Schizzai il mio nettare copiosamente, ormai avevo imparato a comandarlo trattenendo fino all’ultimo i muscoli della mia vagina per poi liberarmi al culmine della goduria.
– Cazzo amore, che sborrata… sembri un uomo. Sei proprio mia figlia. – e rise quasi sguaiatamente, con il viso intriso di quella materia bincastra che le sgocciolava dalle palpebre alle labbra. Ad un tratto mamma balzò dal letto – Amore dobbiamo sbrigarci, hai visto che ore sono? Francy arriverà a momenti, dobbiamo andare. –
Detto questo siamo corse sotto la doccia e qui ci lavammo a vicenda, ma l’attrazione era troppo forte e dopo pochi minuti dimenticammo di dover fare in fretta allorchè presi a sditalinare mamma dolcemente prima e con più foga poi facendola godere ed arrivando ad infilarle dentro quasi tutta la mia mano. Glielo dovevo, poco prima avevo goduto solo io e adesso ero felice di darle piacere. Mamma gridava come una forsennata, incitandomi oscenamente e per un attimo ebbi la paura che qualcuno potesse sentirci. Ci rivestimmo velocemente e stavolta siamo uscite correndo per raggiungere il vicino aeroporto.
In macchina ci guardavamo e sorridevamo. Mamma ogni tanto si girava verso di me e scuotendo la testa mi diceva: – Che bimba troietta che ho creato –
Finalmente arrivammo in aeroporto, appena in tempo per sentire l’altoparlante avvisare che il volo di Francy era appena atterrato. Ci avviammo alle uscite e dopo qualche attimo incrociammo il sorriso di Francy che gesticolava salutandoci. Ci raggiunse e ci abbracciò.
– Ciao Claudia, ciao Vany… come state? –
– Benissimo – rispondemmo all’unisono, e sapevamo solo noi a cosa ci riferissimo.
– Dai, andiamo? Non vedo l’ora di tornare a casa – disse Francy
– No, tesoro – disse mamma – c’è un piccolo cambio di programma, nè io nè Vany sappiamo guidare di sera, così abbiamo preso una pensioncina qui vicino, partiremo con calma domattina, ti dispiace? –
– No Claudia, va benissimo, sono stanco e mi fa piacere poter riposare prima di ripartire. –
Salimmo in macchina e Francy si mise dietro.
– Allora, cosa mi raccontate? E’ successo qualcosa mentre ero via? – chiese Francy
– Niente di particolare – mentii spudoratamente – tutto vecchio. –
Proseguimmo il nostro breve tragitto finchè siamo giunti alla pensione. Il facchino ci accolse prendendo in consegna le 2 valige di Francy e noi ci avviammo al piano di sopra. Francy fu entusiasta della bella camera e soprattutto del bel lettone che lo aspettava. Mamma si attardò a parlare con il receptionist e io presi la palla al balzo. Iniziai a spogliarmi con estrema noncuranza della presenza di Francy. Questi non si fece certo pregare, venne da dietro e mi afferrò dolcemente le tette appena spogliate, mi baciò il collo sussurrandomi – mmmmm… se non ci fosse mamma… –
– che faresti se non ci fosse mamma? – mi girai in modo sensuale mettendo decisamente la mia mano sul rigonfiamento dei suoi boxer. Lui mi infilò la lingua in bocca e io velocemente gli tirai fuori l’uccello, scesi tra le sue gambe accovacciandomi e glielo presi in bocca. Cominciai un pompino lento e caldo e lui in piedi davanti a me, con la paura sul viso e spiazzato dalla mia intraprendenza.
– Vany… alzati, può entrare mamma da un momento all’altro… sei scema? – mugolando continuai a spompinarlo incurante delle sue parole. Il suo cazzo contrastava con le sue paure, viste le dimensioni che aveva preso e sentii che si ingrossava nella mia bocca. Alzai lo sguardo e lo vidi con la testa indietro ormai arreso e prossimo all’orgasmo. Cominciai a muovermi più veloce, accarezzandogli le palle e arrivando a sfiorargli l’ano finchè lo sentii irrigidirsi, piegare leggermente le gambe e sentii il primo fiotto di sperma arrivarmi direttamente in gola. Dosai i miei movimenti riuscendo così a bere tutta la sua sborra senza perderne una goccia. Era la prima volta che lo assaggiavo ma stranamente non ci feci quasi caso, anzi il suo sapore non mi dispiaceva, assomigliava un po’ a quello di mamma anche se un po’ più acre. Aspettai che si vuotasse completamente in me poi mi rialzai dicendo: – Bentornato “fratellino”. –
Ebbe a stento il tempo di infilare il cazzo nei boxer e io di alzarmi che fece capolino, dalla porta d’ingresso, mamma. Francy trasalì e diventò paonazzo per la paura, pochi secondi prima ci avrebbe trovati in una posizione molto più che equivoca. Mammà si avvicinò, mi guardò e sicuramente sentì l’odore di cazzo che pervadeva la camera. Ci passò vicino e disse – Ragazzi che ne pensate di andare a mangiare una pizza, il receptionist mi ha indicato una pizzeria molto carina propio qui all’angolo, non dobbiamo nemmeno prendere la macchina. –
– Per me va bene – dissi – tu Francy che dici? –
– Sarei un pò stanco ma mica posso lasciare andare da sole di sera due belle donne come voi… il tempo di una doccia e andiamo. –
Francy entrò in bagno e mamma e io ci cambiammo. Mamma mi venne vicino e mi disse sottovoce – Porcona, non hai perso tempo eh? Ho visto come lo spompinavi, ero lì da 10 minuti buoni e mi sono dovuta sditalinare in silenzio da quanto mi hai eccitata. Però c’è un problema, mi è venuta una gran voglia di cazzo! –
– Mamma! – esclamai fintamente scandalizzata – tocca prima a me… ricordi? – e scoppiammo a ridere. Mentre mi cambiavo mamma mi intimò di non mettere mutandine e nemmeno lei le mise. Ci vestimmo in modo simile, sembravamo sorelle mica madre e figlia. Un vestitino unico a minigonna che lasciava le gambe, ancora abbronzate, quasi totalmente scoperte e la parte superiore che ci fasciava le tette anch’esse nude. Francy fece in fretta e uscì dal bagno già vestito. Ci guardò con ammirazione esclamando – Wow! stasera susciterò delle invidie mi sa. Dovrei uscire armato – e ridemmo tutti di gusto.
Scendemmo giù e ci avviammo al locale indicatoci. C’era poca gente e mamma indicò un tavolo leggermente nascosto da un pilastro. Ci sedemmo e il cameriere ci raggiunse immediatamente porgendoci i menù delle pizze. Ad un tratto mamma con un movimento maldestro fece cadere la forchetta e Francy si abbassò per raccoglierla. Notai che appena Francy fu all’altezza delle gambe di mamma, lei le divaricò come per fargli spazio per prendere la forcheta, ma così facendo le mostrò inequivocabilmente la sua fica nuda. Francy si rialzò tutto rosso in viso e mamma senza dire nulla si allontanò un pò con la sedia e divaricando un po’ le gambe disse a Francy – Che fai stupidino, arrossisci? Ti piace? O preferisci quella di Vany? – Come ubbidendo ad un comando mai ricevuto mi spostai indietro a mia volta divaricando allo stesso modo le gambe. Nessun altro proteva godere dello spettacolo che stava vedendo Francy. Questi dopo un attimo di smarrimento posò una mano sulla coscia nuda di mamma e l’altra sulla mia dicendo – Non saprei, dovrei guardarle meglio. Mi sa che stasera la pizza non ci farà dormire molto – aggiunse ironicamente. L’arrivo del cameriere ci costrinse a risistemarci ma ormai il dado era tratto e divorammo la pizza più per sbrigarci a tornare in camera che per la fame. Dopo meno di mezzora lasciammo il locale e ci avviammo alla pensione. Cap IV
Percorremmo i pochi metri che ci separavano dalla pensione scherzando e tenendoci per mano tutti e tre, barcollando vuoi per le birre trangugiate, vuoi per l’estasi e le risate che ci avevano soggiogati. Mamma iniziò prendendo in giro Francy:
– Ma cosa credi? Che quella notte non ti avessi sentito? Non so per quale motivo ti lasciai continuare, ma le tue carezze mi eccitavano e la situazione di pericolo pure. Mi spiace soltanto che tu non abbia avuto il coraggio di provarci da svegli. –
– Ma Claudia – si difese maldestramente Francy – io non pensavo, avevo paura che dicessi tutto a papà… –
– E infatti a tempo debito lo dirò a papà, ma i tempi non sono ancora maturi. –
Io ascoltavo questi discorsi che mi provocavano una certa “umidità” tra le gambe, e ancora non mi capacitavo del fatto che tutto questo stava accadendo. Arrivammo alla pensione e, data l’ora tarda, trovammo solo l’addetto alla reception che lesto ci porse la chiave. Appena in camera mamma iniziò a spogliarsi e in pochi secondi la seguii pure io. Francesco era estasiato, si abbandonò pesantemente sul divano e strabuzzò gli occhi per godersi lo spettacolo che io e mamma stavamo donandogli. Poi mamma esordì: – France’, ti va di fare un favore a Claudia tua? –
– Dimmi tutto Cla – rispose prontamente
– 1: Potresti chiamarmi mamma?… 2: Tua sorella non ha mai fatto l’amore, in senso completo, non parlo dei pompini che già conosci, parlo di rapporto completo, è vergine insomma. E lei vorrebbe farlo senza coinvolgimenti sentimentali la prima volta, vero amore? –
– Sì mamma, la mia prima volta dev’essere solo sesso, non voglio distrazioni e voglio godermela. –
Francy quasi ci sviene lì, seduta stante, non crede alle sue orecchie e una massa gonfia comincia ad intravedersi all’altezza della sua patta. Mamma dolcemente sbottona i jeans di Francy e in pochi istanti il grosso bastone di carne era ini bella vista. Mamma si chinò sulla sua cappella e con maestria la fece scomparire tra le sue labbra. Io inizia a titillarmi il clitoride offrendolo alla vista di Francy che non si perdeva un movimente delle mie dita. Dopo qualche secondo mamma si levò mi prese quasi un braccio e tenendomi da sotto le ascelle mi avvicinò al cazzo di Francy che intanto lo massaggiava lentamente per mantenerlo in tiro. Il suo glande ora era appoggiato all’imbocco della mia vagina. Mi strusciai per qualche secondo su quell’enorme cazzo caldo e duro, in me c’era la paura di cosa potesse provocare tutto quell’arnese alla mica povera fichina ancora inesplorata, ma c’era pure la curiosità e l’eccitazione per il piacere ancora sconoscito che esso avrebbe potuto regalarmi. Mentre nella mia testa si susseguivano questi pensieri mamma di colpo non mi sostenne più da sotto le ascelle e la forza di gravità fece il resto. Mi impalai violentemente sul cazzo di Francy che in un sol colpo mi pnetrò fino alle ovaie, in tutta la sua lunghezza. Urlai di dolore e di paura ma durò un solo istante, restai per qualche secondo immobile con il bastone tutto dentro me anch’esso immobile, poi lentamente iniziai a muovermi in su e in giù, ma di pochi millimetri. Avevo paura che se lo lasciavo uscire avrei dovuto di nuovo patire il dolore sentito poco prima. Mamma inziò a massaggiarmi il ventre, roteando con il palmo della mano sul mio monte di venere, rigonfio per il contenuto inatteso, poi con un polpastrello iniziò a roteare sul clitoride in me molto pronunciato e come per incanto il dolore sparì per lasciare il posto ad una sensazione di piacere mai provata prima. Francy mugolava e mi carezzava le tette muovendo impercettibilmente il bacino. Presi coraggio e inizia a sollevarmi ogni colpo un pò di più fino a che mi resi conto che stav “cavalcando” decisa senza più avvertire dolore. Mamma intanto iniziò a leccarmi un capezzolo roteando la lingua e mordicchiandolo con le labbra. Mi sentivo in paradiso. Andai sempre più veloce e sentivo che il cazzo di Fra si ingrossava sempre più, sentii un calore immenso e l’orgasmo raggiungermi improvviso, gridai come una pazza, mi sentivo morire ma era una sensazione meravigliosa, nulla a che vedere con le leccatine che conoscevo o con i ditalini che mi ero fatta o mi avevano fatto finora. Fra si tolse appena in tempo per spruzzarmi addosso 4/5 fiotti di sperma caldissimo che mamma si sbrigò a leccare dalla mia pancia, io mi gettai indietro sul letto e istintivamente continuai a penetrarmi con 2 dita venendo schizzando in faccia a mia mamma. Lei rimase così, appoggiata sulla mia pancia, lasciando indifeso il suo culone alla vista di Fra che ripresosi in fretta non perse l’occasione e lo penetrò con irruenza. Francy era dentro il culone di mia mamma e lei scivolò più giù leccandomi la fica ancora bagnata. Come se l’avessimo sempre fatto eravamo in perfetta sincronia e godemmo tutti e tre all’unisono. Mamma beveva da me e il suo culo era riempito della sborra di Fra che si svuotò completamente in lei. Distrutti ci abbandonammo sul letto tutti e tre senza proferire parola per qualche minuto. Poi mamma si alzò per prima e disse:
– Bene ragazzi, siete fantastici, ma sono stanca, non ho più i vostri vent’anni. – poi rivolgendosi a me disse – allora amore mio, comìè stato? Ne valeva la pena? –
– Cazzo ma’, cosa mi sono persa fino ad oggi… è… è… il paradiso… stupendamente fantastico. – Francy ci guardava, era visibilmente provato e si limitava a coccolare il suo pene ormai moscio e appagato. Era perfettamente cosciente di essere stato solo un mezzo che da quel giorno sarebbe servito solo per fare godere queste due troione, madre e figlia. Mi alzai a fatica avvertendo un pò di fastidio al basso ventre, d’altronde, pensai, avevo imparato direttamente a correre non sapendo ancora camminare. Avevo conosciuto i piaceri del cazzo ma di un signor Cazzo, mica un pistolino qualunque. Mi guardi tra le gambe e notai un rivoletto di sangue scendere tra le mie grandi labbra. Subito mamma mi rassicurò: – E’ normale amore, è solo la lacerazione dell’imene, è già passato. Ora sei donna a tutti gli effetti… e che donna!. –
Diedi un bacio a mamma sulla guancia e mi sporsi per baciare, grata, Francesco. – E questo non è che l’inizio – pensai, avviandomi in bagno.