Leggi qui tutti i racconti erotici di: capitano_Achab

 

È iniziato tutto con una buona azione. Anche se tanto buona in realtà poi non è stata…

La barista del bar dove mi drogo quotidianamente di caffè, una fighetta rumena niente male che risponde al nome di Adelina (ricorda qualcosa? faceva la cameriera fino a pochi mesi fa e adesso è proprio qui di fronte a me con il suo bel sorriso mentre “premo veloce le lettere”, come dice lei), mi ha chiesto, dopo aver scoperto che lavoro faccio, se potevo provare ad aggiustare il portatile di una sua amica “disperata per aver perso tutto quello che c’era dentro”.

Ovviamente ho accettato, hai visto mai che un giorno ricambi, ho pensato.

L’hard disk era leggibile. Collegandolo ad un altro PC ho fatto il backup di tutto il contenuto prima di provare a reinstallare il sistema operativo.

Poi – poco professionalmente, lo ammetto, ma chi non lo farebbe? – ho curiosato un po’.

Non ho mai visto un computer di un uomo che non contenga da qualche parte foto o video porno, ma trovarle in quello di una ragazza mi ha piacevolmente sorpreso!

Le ho scorse in fretta, inebriandomi di pelle nuda, di belle tettine e belle chiappe, di fighe fotografata da ogni distanza…

Mi sono presto accorto che la tipa era la stessa in tutte le immagini.

Alcune erano molto simili, evidentemente scattate in sequenza, alcune “vergini” ed altre elaborate con Photoshop per valorizzarne i colori ed occultare il volto.

Un volto molto carino peraltro, una faccia da brava ragazza con nulla di volgare. Una di quelle un po’ troppo serie che nei sogni erotici schiaffeggeresti volentieri…

Mi sono fermato di colpo quando il soggetto è cambiato e ho riconosciuto la faccia di Adelina. Sorrideva all’obiettivo mentre cucinava, in mutande e canottiera.

Euforico ho ricominciato a scorrere le immagini, evidentemente più recenti, molte erano “normali”, ma altre erano invece davvero intime. Mi sono soffermato in una dove c’erano entrambe, abbracciate e nude. Adelina con la mano sul seno dell’altra e le labbra incollate. Anche la successiva era un autoscatto: l’amica le succhiava un capezzolo e le teneva una mano tra le gambe. Ne seguivano altre, molto simili. Nell’ultima della serie Adelina aveva un dito infilato nel culo dell’altra a carponi a testa bassa. Adelina aveva in quasi tutte le foto un’espressione un po’ contrita, come se si sentisse imbarazzata e fuori luogo. Si capiva chiaramente che era l’amica la vera star.

La patta dei pantaloni mi stava esplodendo. Mi sono fatto una sega davanti allo schermo, sognando di essere lì in mezzo e di farmelo ciucciare a turno mentre l’altra si occupava del mio scroto…

C’era anche uno splendido video fatto sempre con la stessa fotocamere con Adelina che dorme tra le lenzuola disfatte, a pancia in giù, con un ginocchio sollevato e il busto leggermente inclinato a sinistra. La ripresa le gira intorno, poi si avvicina al seno schiacciato contro il materasso si sposta verso il sedere e finisce per inquadrare lo spacco tra le natiche. Si avvicina finché il suo buco non riempie l’intero schermo e poi scende sulla fantastica figa, con le labbra socchiuse e un po’ di umori che la bagnano… Mi sono fatto un’altra sega.

Cercando altre cose interessanti mi sono imbattuto nella cartella Racconti, piena di documenti. I file confessioni.docx e segreto.docx hanno attirato la mia attenzione. Ho aperto il primo e l’ho letto.

Splendido (ma voi che leggete già lo sapete)!

Vi assicuro che io non sono certo un lettore facilmente accontentabile, ma quei racconti li ho divorati uno dopo l’altro. Tutti straordinari e incredibilmente eccitanti. Mi è tornato duro malgrado ne avessi già abusato poco prima…

Indubbiamente era un’ottima raccolta, ma chi li avrà scritti? Me lo sono chiesto credendo fossero stati scritti da qualche scrittrice famosa e scaricati da internet.

Per scoprirlo ho digitato qualche frase su google e la ricerca ha trovato svariati link a questo sito. Ho aperto il primo e non potete neanche immaginare la sorpresa che ho avuto vedendo una delle foto che già conoscevo in cima al racconto. Era lei. L’amica di Adelina era l’autrice di quelle magnifiche perversioni.

Come si può non rimanerne affascinati?

Spulciando i documenti e le mail memorizzate ho individuato parecchie informazioni su di lei, compresi il recapito, i dati anagrafici, il numero di cellulare a cui aveva fatto le ricariche online e il luogo di lavoro. Cazzo, ho pensato, potrei fare il detective!

Ho sistemato il sistema operativo del suo portatile e ho ricopiato nelle precedenti directory tutti i documenti del backup. Il giorno dopo, quando l’ho riconsegnato ad Adelina, mi sudavano le mani dall’emozione. Non riuscivo a guardarla senza ricordare il suo corpo nudo avvinghiato a quello di Marinella N., in arte Xilia82.

E poi ho cominciato a seguirla.

Da più di un mese ogni mattina, prima di andare al lavoro, la vado a vedere mentre esce di casa e va a prendere l’autobus. Di solito è vestita abbastanza ordinariamente, ma qualche volta non sembra neanche la stessa persona.

Un venerdì mattina, per esempio, è uscita con una minigonna che anche una puttana si vergognerebbe a portare! Lì non ho resistito: sono sceso dalla macchina e ho camminato dietro di lei, ipnotizzato da quel suo bellissimo culetto appena appena coperto. I tacchi alti gli davano un movimento davvero irresistibile. Attirava l’attenzione di tutti i passanti.

Stavo a una ventina di metri da lei e così ho sentito anche i vari commenti che quelli che la incrociavano le facevano alle spalle. Alcuni erano scandalizzati, altri a dir poco compiaciuti e divertiti. Quante volgarità le hanno rivolto…

Quando ha cominciato a correre per raggiungere in tempo l’autobus che stava per andarsene e poi gli è saltata sopra, ho chiaramente visto che non indossava le mutandine e sono rimasto letteralmente a bocca aperta.

La mattina dopo l’ho aspettata alla fermata e sono salito con lei, l’ho anche sfiorata nella calca, ma lei non se n’è nemmeno accorta.

Era diventata la mia ossessione. Pensavo a lei ogni minuto.

Alla fine mi sono deciso.

La settimana scorsa l’ho seguita in centro, fino al palazzo in cui lavora, e sono entrato con lei nell’ascensore… Ma questo l’ha già raccontato fin troppo dettagliatamente lei.

Baciarla e toccarla è stato un sogno. Il pompino che m’ha fatto è stato celestiale, qualcosa per cui val davvero la pena vivere!

In cambio io adesso sto mantenendo la mia promessa raccontando come sono arrivato a lei. Ho preferito però farlo a suo modo: pubblicamente. Spero non me ne abbia.

PS: non giudicatemi troppo male, suoi cari lettori, e chiedetevi, sinceramente, voi al posto mio cosa avreste fatto.

 

 

Autore Pubblicato il: 29 Dicembre 2011Categorie: Senza categoria0 Commenti

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