intervista a Heidi Klum (top model):
I: “Qual è la cosa più imbarazzante che hai fatto da ragazza?”
H: “Mi sono fatta un sacco di volte la pipì addosso. Era davvero molto imbarazzante. Sai, non mi piaceva andare in bagno a scuola, così la tenevo tutto il giorno – che è la peggiore cosa da fare.
Durante la camminata per tornare a casa mi scappava così tanto che, nel tempo di raggiungere la porta di ingresso, me la facevo addosso. Succedeva anche che mia mamma non mi aprisse la porta in tempo, e io facevo pipì lì davanti. Ho smesso che ero abbastanza grande!
The Show Must Go On, qualunque cosa accada. Lo sa bene Allison Brie, la segretaria Trudy della serie tv “Mad Men”, che ospite del Late Night with Seth Myers ha candidamente confessato un imbarazzante incidente capitato sul set. “Dovevo andare in bagno, ma stavamo girando e non potevo perdere tempo – ha dichiarato – Così una volta nella toilette ho abbassato le mutandine, ma non sentivo il rumore. Ho guardato in basso ed era finita tutta sugli slip”.”Non mi sono nemmeno fermata a metà, è stato un getto unico. Ma non c’era tempo per cambiarsi così mi sono asciugata un po’ con i fazzoletti e sono andata sul set a girare la scena come se nulla fosse. Se n’era accorta solo la costumista che mi chiese: ‘Non ti piace il costume? Sembri a disagio’. Le raccontai quello che era successo, ma mi rassicurò dicendo che agli attori capita molto più spesso di quanto non si pensi”.
La prossima volta che pensate “non può essere accaduto per davvero”, ricordatevi di Cordelle.
Questa simpatica ragazza ha ammesso in TV (programma Tattoo Fixers, UK, E4) una storia tra l’imbarazzante e il ritardato.
Dopo una nottata di bagordi con il ragazzo si è trovata, la mattina, seduta in cucina con lui e la madre di lui. Come a volte capita quando l’alcool ci mette lo zampino, a Cordelle sopraggiunge uno stimolo mattutino. Credendo fosse solamente aria, si lascia andare dissimulando la cosa. Purtroppo per lei, fa i conti sbagliati, e si caga completamente nei boxer prestatigli dal ragazzo.
Dice che “era impossibile uscire dalla stanza senza che entrambi si accorgessero dell’enorme macchia marrone sui boxer e lungo la gamba”. Alla faccia del peto!
“Ho fatto finta che non fosse successo nulla, ma sono stata subito sgamata. Poi ho mandato un messaggio ad un’amica per spiegarle cos’era successo, e lei ha detto che poteva essere una frase divertente per un tatuaggio, così l’ho fatto.”
Ricapitolo: questa ragazza, dopo essersi cagata abbondantemente addosso di fronte al suo (ormai ex) ragazzo ed alla possibile suocera, indossando i boxer di lui, ha pensato bene di farsi un tatuaggio con scritto “pensavo fosse una scoreggia, invece era cacca”.
Ilana Glazer, 28enne comica statunitense, racconta ad un programma radiofonico un’esperienza appartentemente terribile.
Invitata ad uno “champagne party”, decide di farsi un abito ricavato da vari indumenti, partendo da un body di American Apparel. Non trovandosi a proprio agio a chiacchierare con l’alta società lì presente, però, si abbandona allo champagne gratuito, fino a berne troppo.
A tarda sera, accovacciata su una sedia in posizione fetale, sente l’urgenza di andare in bagno, e non per la pipì. Il relax da troppo alcool ed il rischio di non riuscire a camminare però la spingono a non alzarsi, finché, dice lei testualmente: “era come se avessi consapevolmente deciso di fare la cacca lì dov’ero, nel body, e l’ho fatta.”
Resasi conto dell’accaduto è andata in bagno, dove ha incrociato un’amica a cui ha confessato “mi sono appena cagata addosso”, ripetenendolo due volte perché scambiato per uno scherzo.
Sembrerebbe una situazione imbarazzante, ma Ilana ci scherza su, dicendo “alla fine non è stato così male”.
Bethenny Frankel è una soubrette ed ospite televisiva americana, sposatasi nel 2010 mentre era incinta al sesto mese. Come molti sapranno, il nascituro durante la gravidanza trova molto divertente giocare con la vescica della mamma, costringendola a corse folli o a figuracce pubbliche.
Stretta nel suo abito da sposa, Bethenny ha chiesto quanto mancasse al termine della cerimonia, poiché doveva assolutamente fare la pipì, che le scappava urgentemente da più di mezz’ora. L”assistente le risponde che mancano 35 minuti e lei: “Impossibile, non riesco a resistere così a lungo, la testa del bambino è proprio sulla mia vescica!” Andare in bagno avrebbe voluto dire far alzare tutti gli ospiti, quindi ha provato a tenerla, fino a quando evidentemente qualcosa è andato storto.
In tutta fretta ha chiesto all’assistente una mano e ha fatto pipì di fronte a tutti!
Nascosta dall’ampia gonna, ha riempito il cestino per lo champagne.
D’altronde quante donne incinta hanno affrontato l’onta della pipì addosso? E quante sposine hanno dovuto barcamenarsi tra i mille impedimenti di abito e situazione? Ilary Blasi, per esempio, è dovuta tornare indietro, prima della cerimonia, perché già le scappava una pipì incontenibile.
(fonte: glamour.com e hollywoodlife.com)
Chuck Bass è molto sicuro di sé, forse troppo, e questo comporta delle conseguenze non sempre piacevoli.
Un esempio di questo eccesso di sicurezza è il fatto che ritiene di avere una vescica d’acciaio e di poter trattenere la pipì all’infinito, cosa che per lui è un segno di forza e di virilità.
Per questo gli sembra una cosa da figo il fatto di non fare pipì prima di uscire di casa, dal lavoro o da un locale, o di non farla nell’intervallo dei film o nelle soste agli autogrill e in generale di trattenerla il più a lungo possibile e godere il piacere orgasmico della pisciata liberatoria quando torna a casa.
In una giornata media, Chuck fa pipì al risveglio (7.00), prima di pranzo (13.00), al ritorno a casa dal lavoro (19.00) e prima di andare a letto (1.00)
Una sera, però, le cose non sono andate come al solito.
Doveva uscire a cena con la sua fidanzata, Blair, e poi andare con lei al cinema e trascorrere insieme una serata romantica. Ma c’è stato un imprevisto, che racconteremo qui sotto.
Alle 19.00 Chuck torna dal lavoro (è presidente di una ricchissima società di telecomunicazioni, di cui ha ereditato il controllo azionario), va in bagno e ‘dà sfogo all’idrante’, come al solito, con una pisciata di oltre un litro, come al solito. Seguono nell’ordine: doccia, vestizione elegantissima e cura estetica generale.
Alle 20.00 beve un drink energetico.
Alle 20.30 esce di casa e si mette alla guida della sua Porche e va a prendere Blair.
Alle 21.00 lui e lei arrivano al ristorante. Cenano. Lui beve una bottiglia d’acqua, due calici di vino e un caffè.
Alle 23.00 finisce la cena. Lei va in bagno, lui intanto va a pagare il conto. Incomincia ad essere vagamente consapevole della sua vescica, come sempre succede dopo quattro ore dall’ultima pisciata, ma ormai è talmente abituato a questa sensazione di leggero e graduale riempimento da trovarla persino piacevole ed eccitante. Quando lei esce dal bagno, lui sta ancora pagando il conto. Prima di uscire lei, che è segretamente a sua volta eccitata dal fatto che lui abbia un autocontrollo ferreo su qualsiasi cosa, compresa la sua vescica, gli chiede, come al solito: ‘Tu sei già andato in bagno?’ e lui risponde: ‘No, non ne ho bisogno’, anche se invece un po’ di bisogno ce l’ha, ma si sente così figo a mostrare la propria resistenza.
Alle 23.30 arrivano al cinema, comprano una mega coca-cola e prendono posto in platea.
Alle 0.00 incomincia il film e Chuck, che ha già finito la sua mega coca, realizza che la pipì gli scappa più forte del solito.
Alle 1.00 c’è l’intervallo. E’ l’ora in cui Chuck, di solito, ‘cambia l’acqua al pesce’, quando è a casa, mentre quando è fuori trattiene la pisciata fino al ritorno. Quella sera, forse per il fatto di avere bevuto più del solito, Chuck deve pisciare urgentemente e pensa di farlo mentre Blair va in bagno a sua volta, ma al contrario del solito lei non si alza. Lui le chiede: ‘Non vai in bagno?’. E lei risponde, con un tono di sfida: ‘No, non è ho bisogno. Come vedi non sei l’unico ad avere una vescica d’acciaio’. Lui, punto nell’orgoglio, per mantenersi all’altezza del suo ferreo autocontrollo, si fa forza e decide di trattenere la pisciata colossale che gli fa premere la vescica sulla cintura dei pantaloni.
Alle 2.00 finisce il film. Lui sta letteralmente esplodendo. E’ certo, però, che anche lei sia nelle stesse condizioni e aspetta che prenda l’iniziativa. Invece Blair lo sorprende di nuovo dicendo: ‘C’è una fila troppo lunga ai bagni, posso tenerla fino a casa da te’. Lui è nel panico, si guarda intorno nervosamente e vede che c’è la fila anche nel bagno dei maschi. E’ disperato, ma fa finta di mantenere il totale controllo della situazione, dicendo semplicemente: ‘Ok’.
Alle 2.15, mentre Chuck è alla guida della sua Porche, con Blair a fianco, il traffico rallenta, fino a fermarsi, forse a causa di un incidente. La disperazione di Chuck diventa evidente: fa fatica a concentrarsi, parla poco, scuote le gambe e si allenta il suo imponente nodo alla cravatta. Lei capisce tutto e dice: ‘Forse avremmo fatto meglio ad andare in bagno al cinema. Per fortuna che almeno io ci sono andata al ristorante, ma tu devi avere un bisogno terribile’. Lui non può negare l’evidenza e cerca di mettere le cose in maniera eroica: ‘In effetti persino la mia vescica d’acciaio incomincia a protestare’.
Alle 2.30 sono ancora fermi e lui sente una pressione insopportabile. Lei gli chiede: ‘Sei sicuro di riuscire a resistere fino a casa?’. Lui risponde: ‘Ma sì, sono solo un po’ a disagio, ma la tengo benissimo’. In realtà sentiva di essere arrivato al limite delle proprie capacità.
Alle 2.45 finalmente il traffico riparte.
Alle 3.00 arrivano davanti a casa di Chuck e lui si illude di avercela fatta, ma proprio in quel momento succede una cosa che mai gli era accaduta da che aveva memoria. Nel momento in cui è totalmente concentrato nel parcheggio, la vescica perde il controllo per alcuni secondi e la pipì gli bagna le mutande. Lui è nel panico totale e lei aggrava la situazione dicendo: ‘Dai, sbrigati, che mi scappa forte anche a me!’. Il parcheggio viene male, ma non importa. Chuck ha in mente una sola cosa: pisciare’ pisciare o morire!
Alle 3.05 Chuck esce dalla macchina e appena è in piedi sul vialetto del cortile, la vescica cede di nuovo e questa volta il getto di pipì è più forte e più lungo. In quel momento, per la prima volta in vita sua, l’invincibile Chuck Bass sente che si sta letteralmente pisciando addosso. Si affretta verso la porta e mentre usa le chiavi, ha un’altra perdita, ancora più consistente, ed è sempre più difficile riguadagnare il controllo. Per fortuna che ha indosso il cappotto, che nasconde l’evidenza della pipì che incomincia a bagnargli il cavallo dei suoi lussuosissimi pantaloni. Appena apre, Blair corre in bagno e si chiude a chiave e dà inizio a una pisciata degna delle cascate del Niagara. Chuck è lì fuori. L’altro bagno è in un altro appartamento, al piano di sopra, e lui non ce la farebbe mai a raggiungerlo. Ormai si tratta solo di aspettare che Blair abbia finito. Chuck se ne sta lì fuori con le mani premute sul suo pacco, con dolori tipo parto. Blair incomincia a lavarsi le mani e ci mette più del solito. Lui a quel punto non ce la fa più: ‘Cara, ti prego, aprimi’ non ci sto più dentro’. Lei allora apre all’improvviso e poi, a sorpresa, gli fa il solletico sotto le ascelle. A quel punto lui perde totalmente il controllo e all’età di 30 anni si piscia completamente addosso e poi crolla a terra stremato dall’estasi, seduto sull’enorme pozza del suo stesso piscio.
La giornata degli shooting fotografici a Tokyo era iniziata alle 9 di mattina, all’Hotel Cerulean, dove le varie fashion blogger erano state divise in piccoli gruppi.
All’epoca, parlo di alcuni anni fa, Chiara non era ancora famosa come adesso e non le erano riservati i trattamenti speciali o di favore che giustamente ha adesso.
Era stata messa in un gruppo insieme a una ragazza russa e a due giapponesi.
La loro prima tappa era stata il supermoderno store di Costume National, dove incontrarono lo stilista che si intratteneva con gli ospiti.
Secondo il programma prestabilito, la permanenza in ognuno degli store che dovevano visitare, compreso il servizio fotografico con i prodotti in merchandising, era di al massimo mezz’ora, per cui il tempo era poco e si doveva procedere con sveltezza.
La seconda tappa era stata allo store dell’FNO presso Omotesando Hills, che, a causa della cerimonia di apertura, era affollato di fan e fashioniste, tanto che non si poteva vedere quasi niente.
Il servizio fotografico era stato ancora più rapido e si era concluso alle 10 in punto.
Fu in quel quel momento che Chiara incominciò a sentire il bisogno di fare la pipì’: l’ultima volta che l’aveva fatta era stato all’Hotel Cerulean alle 8.30, quindi un’ora e mezzo prima, e dopo, come era solita fare per mantenersi sempre perfettamente idratata e depurata, aveva bevuto due bottigliette da mezzo litro d’acqua Sant’Anna, la più pura e la più diuretica.
Era naturale, dunque, che sentisse il bisogno di liberare la vescica.
Il servizio fotografico era appena terminato e l’organizzatrice della mattinata aveva detto alle quattro ragazze che, siccome il tempo era pochissimo, dovevano partire subito per l’Emporio Armani.
Chiara disse: “Prima dovrei andare un attimo in bagno”.
L’organizzatrice, una giapponese di una quarantina d’anni dall’aria severa e inflessibile, rispose:
“Non c’è tempo, siamo indietro sulla tabella di marcia”.
Chiara sgranò gli occhi: “Cosa? Non c’è tempo neanche per una pausa pipì di 5 minuti?”
L’organizzatrice annuì: “Esatto, non c’è tempo! Non abbiamo neanche un minuto da perdere!”.
Chiara non si arrese: “Be’ io ho bisogno urgente di fare pipì e la vado a fare lo stesso!”
L’organizzatrice scrollò le spalle e con una punta di sadismo feticistico che i giapponesi chiamerebbero “omorashi”, rispose: “Vai pure, però noi non ti aspettiamo e la giornata per te finisce qui, e forse anche la carriera, perché questa è la tua grande occasione, se non te sei accorta!”
Chiara era arrabbiatissima, ma essendo una ragazza molto sveglia e ambiziosa sapeva che la minaccia dell’organizzatrice era fondata .
Non posso permettermi di perdere un’occasione come questa per pubblicizzare il mio blog! E soprattutto non la posso perdere per un problema banale come quello di una pausa pipì.
Alla fine, dunque, decise di rinunciare al pit stop o pee break che dir si voglia, e di continuare la lunga maratona degli stores e dei servizi fotografici.
La tappa successiva fu presso lo store di Louis Vuitton.
Normalmente Chiara sarebbe impazzita dalla gioia, trovandosi lì ed essendo protagonista, ma più passava il tempo più il suo bisogno di urinare diventava urgente e impellente.
Ma lei era una professionista, oltre che una ragazza forte dalla vescica forte, per cui decise di far buon viso a cattivo gioco e di non lasciar trasparire dal proprio viso il senso di crescente disagio e nervosismo provocatole dal riempimento sempre più consistente della sua vescica.
Riuscì così a terminare alla perfezione anche lo shooting presso Vuitton.
Erano le 11 di mattina ed erano passate due ore e mezza dalla sua ultima pipì e ormai la vescica le premeva fortemente sulla cintura dei pantaloni.
Le altre ragazze avevano chiesto almeno una pausa caffè, ma l’organizzatrice aveva risposto che non si poteva arrivare in ritardo agli appuntamenti successivi, altrimenti avrebbero chiamato altre blogger in lista.
“Da noi in Giappone funziona così!”
Non deve essere un caso se l’omorashi, cioè il feticismo basato sul provare piacere nel trattenere la pipì o nel vedere altri che la trattengono, è maggiormente diffuso proprio in Giappone, tanto che ci si riferisce a tale feticismo con un termine giapponese,
Mentre erano in taxi dirette alla tappa successiva, Chiara teneva le gambe strettamente accavallate e incrociate e teneva la borsetta sopra il cavallo, in modo tale da poter nascondere l’altra mano che premeva tra le gambe per aiutare a trattenere la pisciata colossale che le stava facendo scoppiare la vescica.
Finalmente arrivarono allo store di Michael Kors.
Durante il servizio fotografico, Chiara incominciò ad avere serie difficoltà nel concentrarsi e nel mantenere le pose che il fotografo le richiedeva.
Quando finalmente anche quello shooting terminò, alle 12.00, la situazione divenne critica.
Chiara era disperata: le scoppiava la vescica e tutte le sue energie erano concentrate nel trattenere quel fiume di pipì che supplicava di essere rilasciato.
Quando camminava, a volte doveva fermarsi a gambe incrociate, per mantenere il controllo.
Mentre si stavano dirigendo allo store successivo, Chiara si rivolse alla blogger americana, dicendole: “I’m desperate to pee! My bladder is bursting!” (Mi scappa disperatamente la pipì e la mia vescica sta scoppiando) e l’altra ragazza annuì con preoccupazione: “I’m desperate too! I gotta pee really bad and my bladder is about to burst!” (Sono disperata anch’io! Devo fare urgentemente la pipì e ho la vescica che mi scoppia). Le ragazze giapponesi risero, e una disse sottovoce, in inglese: “Anch’io ho la vescica che scoppia, ma a me piace trattenere la pipì”.
Chiara invece detestava dover trattenerla a lungo, specie quando la sua vescica stava scoppiando di pipì in maniera così forte che le sembrava di essere sul punto di farsela addosso.
Ah, se avesse potuto correre dietro un muro e accovacciarsi tranquillamente per liberare la vescica e dare sfogo alle cascate del Niagara (dorate) che aveva accumulato in una mattina intera di trattenimento della pipì.
Ma non si poteva: doveva trattenere la sua vescica con tutte le forze.
Arrivarono allo store di Hermes verso le 12.15.
Grazie al cielo era l’ultimo lavoro della giornata, poi finalmente Chiara avrebbe potuto fare la sua pausa pranzo, ma soprattutto fiondarsi in bagno e fare la pisciata del secolo.
Durante il servizio fotografico, però, la pressione dell’urina nella vescica divenne insopportabile.
Chiara avrebbe avuto bisogno di tenersi tutte e due le mani tra le gambe per riuscire a controllarsi, ma così era veramente impossibile.
Aveva il terrore che potessero verificarsi delle piccole perdite e in effetti si sentiva ormai sul punto di farsela letteralmente addosso.
Ma il solo pensiero di pisciarsi addosso durante un servizio fotografico era una cosa del tutto inconcepibile.Lei era Chiara Ferragni, la futura promessa della moda italiana! Era sempre stata sicura che sarebbe diventata famosa, che sarebbe diventata la prima, e non solo come fashion blogger, ma anche come stilista, indossatrice, giornalista, influencer. Avrebbe creato un brand col suo nome, capace di fatturare milioni di euro; avrebbe creato un team di primo livello; avrebbe dato vita a una linea di moda nei settori in cui era più dotata, come le calzature; avrebbe trasformato il proprio blog in una newsletter di lifestyle!
Ce l’avrebbe fatta, sicuramente!
Una donna in grado di costruire tutto questo, doveva sapersi dominare, avere il massimo autocontrollo, anche sulla sua vescica.
Si convinse che era tutta una questione di volontà.
Volere è potere. Se io voglio trattenere la mia vescica che scoppia, la posso trattenere quanto voglio. Il segreto è credere in se stessi, credere in quello che si fa e non arrendersi mai!
Quello era ciò che avrebbe fatto di Chiara Ferragni la più famosa e la più importante tra le fashion blogger italiane che aspiravano a diventare qualcuno di importante, a livello internazionale, nel mondo della moda.
E lei ce l’avrebbe fatta.
Ma riguardo alla questione della pipì la cosa era un po’ più complessa.
A un certo punto, la vescica ebbe un primo cedimento.
Riguadagnò il controllo a fatica, ma pochi secondi dopo ebbe un’altra perdita, più consistente.
A quel punto decise che non poteva più rimandare.
Disse che si sentiva male e corse nei camerini.
Mentre correva, anche la pipì le scorreva lungo le gambe.
Una traccia dorata, sul pavimento, indicava il suo percorso.
Quando arrivò ai camerini, corse direttamente verso la porta del bagno e, come spesso succede in questi casi, lo trovò occupato.
Incominciò a bussare disperatamente, ma dall’altra parte c’era una cinese che diceva cose incomprensibili e non pareva intenzionata a uscire nel breve termine.
A quel punto la diga cedette e il getto di pipì si rafforzò, divenne un torrente, uno scroscio, una cascata e Chiara, nel momento in cui quel caldo liquido le inondò le gambe e le bagnò i vestiti e le scarpe, provò un senso di sollievo e di assoluto benessere.
Alla fine, immersa nel lago da lei stessa generato, le parve per un attimo di trovarsi in barca su un mare molto caldo in una località esotica, d’estate, e per qualche minuto le sembrò di essere felice.