Leggi qui tutti i racconti erotici di: Syuzee

Nuda. Nuda come un verme, le polsiere e le cavigliere che mi hai fato indossare mi tengono legata al letto su cui mi hai ordinato di giacere, gambe e braccia aperte. Mi sento inerme e indifesa, completamente in tuo potere, scruto con gli occhi i tuoi movimenti attraverso la stanza. Tu indossi un guanto di gomma sulla mano destra, un guanto trasparente da ispezione medica, e io penso: ‘oddio, ci siamo!’. Avrei dovuto capirlo dalle unghie della tua mano, tagliate corte per l’occasione’

Con la sinistra afferri un flacone e ti avvicini sinuosa, i tacchi che risuonano sul pavimento, e ti siedi accanto a me con una luce ad un tempo divertita e seria negli occhi. Sollevi il flacone sopra la mano inguantata, sento distintamente il risucchio dell’aria che entra a prendere il posto del liquido gelatinoso che hai spremuto sul tuo palmo, in un angolo remoto la mia mente prende nota che si tratta sicuramente di un lubrificante’ la mia schiena si irrigidisce, proprio come quando sono dal dentista, da un momento all’altro mi aspetto l’incredibile intrusione nella parte più intima di me’

Inaspettatamente tu mi afferri delicatamente i testicoli, li sollevi e cominci a massaggiarli delicatamente, con un movimento circolare, fluido. Avverto il freddo della crema, che piano piano si stempera fino a divenire tiepida. Il mio membro reagisce immediatamente al tuo stimolo, e inizia a sollevarsi, mentre io lascio uscire involontariamente un mugolio di piacere’ la tua mano passa allora alla base dell’asta attraverso, la circonda, la massaggia, la mia carne si fa sempre più dura, vogliosa.

Risali pian piano, massaggiando, scivolando, aiutata dal lubrificante ora caldo, e quando arrivi al glande quello è ormai gonfio e paonazzo. Piccole gocce, trasparenti e vischiose, si affacciano dal buchino e tu le raccogli con la punta di due dita dell’altra mano, quella senza guanto, che poi avvicini alle mie labbra’ io le lecco riconoscente, le succhio con avidità, chiudo gli occhi e godo di te, che mi massaggi dolcemente il pene con una mano mentre con le due dita dell’altra mi frughi in bocca, giochi con la mia lingua, accarezzi il profilo dei miei denti che sai bene essere innocui per te’

Il mio uccello è ormai duro come una roccia, lentamente ne percorri coi polpastrelli le vene rigonfie, poi la tua mano si stacca da me ‘ oh, no! ti imploro mentalmente ‘ sento che spremi altro lubrificante, ne avverto l’odore dolciastro’ poi appoggi i polpastrelli alla base dei miei testicoli, e inizi a giocherellare con la pelle liscia e morbida al di sotto di essi, avvicinandoti sempre di più al mio buchetto. Muovi le dita in cerchio, in su e in giù, a destra e a sinistra, seguendo il profilo di un alfabeto immaginario ed erotico, avvicinandoti alla mia apertura come per caso ma poi allontanandoti, in un crudele gioco del gatto col topo che mi strappa altri mugolii, mentre il mio pene sussulta per le ondate di desiderio che lo assalgono’

Io fremo, temo il momento in cui mi violerai, ma allo stesso tempo lo desidero con tutta me stessa, e per questo mi inarco, allargo le gambe quanto più possibile, ma lentamente, cercando di non far troppo vedere quanto lo desidero’ tutto inutile, perché tu te lo aspetti e te ne accorgi benissimo, e un sorriso ironico e divertito ti illumina il viso! E’ allora che decidi che il gioco è durato abbastanza, così avvicini l’indice sul mio buchetto, e inizi a premere lentamente ma con decisione. Il mio anello si contrae involontariamente, come in un estremo, inutile tentativo di difesa, espiro lentamente ‘ ma da quanto stavo trattenendo il fiato? ‘ e impongo al mio corpo di arrendersi a te, di rilassarsi e di lasciare che tu affondi all’interno di me come una lama calda nel burro’
Il tuo dito avanza, arrogante, dentro di me, si insinua con prepotenza, avvolto dalla mia carne, il mio cervello esplode in mille sensazioni indescrivibili, mi viene in mente l’espressione inglese a shot in the head, una vera fucilata nella testa, ma mi impongo ‘ a fatica ‘ di non pensare e di assaporare invece il momento’ il tuo dito, tutto dentro di me adesso, inizia a contorcersi e dimenarsi come un serpente in agonia, desidera più spazio, si muove avanti e indietro’ in un flash mi viene da pensare: ‘oddio! Sarò abbastanza pulita lì dentro?’ ripenso con sollievo al piccolo clistere preparatorio che ho fatto, ma non posso fare a meno di sentirmi inquieta’

Non voglio che tu ti sporchi di me, che provi ripugnanza, potrei morire’ come se tu mi stessi leggendo nel pensiero, mi fissi negli occhi e lentamente togli l’indice dalla morbida e calda guaina che sono diventato, e me lo porti alle labbra’ io lo afferro con voracità perché voglio impedirti di guardarlo anche solo per un istante, non voglio che tu ti accorga di essere stata oltraggiata, contaminata dal mio corpo, voglio far sparire immediatamente le prove del mio peccato con l’unico modo che ‘ totalmente immobilizzata ‘ mi è rimasto’ con sollievo la mia lingua si rende conto che la gomma che avvolge il tuo dito è coperta solo da uno strato di lubrificante e dal mio odore, non c’è stata nessuna profanazione’

Spremi un’altra dose di gel, e stavolta avverto due dita affacciarsi alla mia porta, ormai spalancata. Emetto un lamento di piacere mentre mi invadi nuovamente, cerco di spingere il mio corpo verso il basso per aiutarti ad essere dentro di me il più in fretta possibile, per impedirti di andare via! Tu pieghi le dita ad uncino, e inizi a frugarmi dentro, alla ricerca di un punto preciso. Sento il tuo respiro farsi profondo, avverto l’aria che esce dalle tue narici solleticare la mia pelle, sento mille brividi provenire da quello ormai è diventato il nuovo centro del mio essere, il mio punto di giunzione, di fusione con te, mia Padrona, mio essere divino, buono e terribile nello stesso tempo. Poi un brivido più forte degli altri, un grido sommesso di delizia, ti fanno capire di aver raggiunto il punto esatto, la piccola noce soda e carnosa che stavi cercando’

La palpi delicatamente per conoscerla, inizi a massaggiarla lentamente, con movimenti circolari, io sento un improvviso, illusorio stimolo ad urinare, e poi ondate su ondate di puro piacere, che si irradiano dal mio interno fino al glande e di li alla testa, mentre i tuoi massaggi continuano, mano a mano più insistenti, più decisi, le tue dita mi frugano dentro, con sicurezza adesso, sai di avermi letteralmente in mano, giochi con me e con la mia carne indifesa e vogliosa’ con l’altra mano inizi lentamente a torturarmi i capezzoli, che sono già stati resi duri dal desiderio, li pizzichi, li afferri, li stringi e li torci, il piacere del mio ventre si mischia a questo nuovo dolore creando una miscela esplosiva, sento il fuoco partire dalla base del mio pene, chiudo gli occhi e ti imploro mentalmente, grido dentro di me ‘Padrona! Padrona ti prego, fammi godere, fammi venire, fammi esplodere, non resisto più, tipregotipregotiprego”

Ti fermi, improvvisamente, e mi guardi gelida. Un brivido di paura mi corre lungo la schiena mentre togli la tua mano da me, e improvvisamente con orrore mi rendo conto di aver gridato, di essermi lasciata andare così tanto da aver pronunciato queste parole innominabili, vere e proprie bestemmie ai tuoi occhi, ad alta voce e senza nemmeno accorgermene! Sento le lacrime riempirmi gli occhi, mi sento una miserabile’ cerco di farti capire con il mio sguardo disperato che so benissimo di non avere nessun diritto di godere, che mai e poi mai avrei osato liberare volontariamente quell’osceno pensiero dalla remota prigione in cui era stato confinato, nel profondo della mia mente, se non fosse stato per le tue diaboliche dita e il loro perverso massaggio’

Ma tu ti allontani, e allora io ti seguo con gli occhi, inutilmente, per implorarti silenziosamente ‘ non oserei fare altro ‘ di non smettere, di non lasciarmi qui, da sola, di non sentirti delusa da me’ ti sento armeggiare per alcuni istanti, poi ritorni da me ‘ mi sento sollevata, ma ancora colpevole ‘ e mi spingi a forza una gag tra i denti, l’anello di acciaio ricoperto di gomma, e la assicuri allacciando le cinghie strettamente dietro la mia nuca. Ti sono riconoscente con tutta me stessa per non avermi abbandonata, per avermi messo in condizione di non poter più parlare’ finalmente posso tornare a respirare, quando sento che avvicini qualcosa alla punta del mio pene, che stava iniziando ad afflosciarsi. Il solo contatto con le tue mani è sufficiente a risvegliarlo, e sento che stai srotolando qualcosa lungo l’asta’ un preservativo!

‘No, mio dio, non può essere’ non è mai successo, non merito che lei mi permetta di penetrarla, non dopo quello che ho appena fatto’ ripeto fra me e me incredula, ma ho lo stesso la segreta speranza che tu ti metta a cavalcioni su di me, e goda di me’ povera stupida che sono! Un’altra dose di lubrificante, e le tue dita sono di nuovo in me, e riprendono il loro movimento crudele! La mia bocca, tenuta inesorabilmente spalancata dalla gag, emette suoni gorgoglianti di godimento, mentre l’aria entra ed esce sempre più velocemente’ le tue spinte dentro di me aumentano, si fanno sempre più veloci man mano che il mio respiro si fa più rapido, ti sincronizzi col mio corpo, che si inarca in preda ad una sensazione tremenda’

‘Aaaaahhh!’ gemo, la base del mio pene ingolfata di seme che non ce la fa ad uscire, i muscoli che si contraggono ritmicamente e spasmodicamente nel tentativo di eiaculare, causandomi un’intensa agonia di dolore e piacere’ ‘Padrona, aiuto! Aiutami ti prego, da sola non ce la faccio, aaaah!’ penso, mentre ci fissiamo intensamente negli occhi, la mia faccia una smorfia di libidinosa sofferenza, la tua impassibile ma con un accenno di ironica crudeltà’ poi con la mano libera afferri con decisione il mio pene ‘ ma stando bene attenta a non toccare la base del glande, per negarmi l’orgasmo ‘ e con un movimento ritmico, su è giù, in sincronia con la tua mano dentro di me, spremi da entrambe le parti ogni goccia del mio seme vischioso e caldo, permettendomi finalmente di rilassarmi e respirare’

Poi con deliberata, studiata lentezza, srotoli il preservativo dal mio pene ancora duro e voglioso, e versi il suo caldo contenuto attraverso l’anello della mia gag, mentre io ti guardo intensamente, con occhi adoranti e riconoscenti’

Autore Pubblicato il: 16 Aprile 2012Categorie: Erotici Racconti, Racconti di Dominazione, Racconti Trans0 Commenti

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