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Vivo in una città universitaria. Anche se ho terminato i miei studi continuo a incontrare spesso gli studenti, sono più vivi e felici dei miei colleghi 30enni. In particolare ho una cara amica che vive in uno studentato, e spesso mi introfulo alle feste che danno, dove si ritrovano tutti. Oramai mi conoscono e non trovano più stravagante che io sia lì, sono di casa, e quasi nessuno sa la mia età, pensano che sia uno studente come loro. Durante una delle ultime feste ho conosciuto Maria.

Maria è magra e bassina, molto timida, sempre vestita molto semplice. E’ una ragazza alla mano e non vuole mai attirare l’attenzione. E’ così timida che le prime volte che ci ho parlato sembrava quasi scontrosa, poi ho capito che è il suo modo di reagire quando conosce una persona nuova, la sua timidezza la fa irrigidire. Studia per lavorare nelle ONG, nella sua vita tutto è molto serio, molto importante. A volte è lei a intimorire me.
Ma quando è lontana e la osservo, le sue gambe sottili, un accenno di maniglie dell’amore, un culo perfettamente tondo, braccia e mani affusolate, occhi profondi, guance delicate e rotonde, seni piccoli e armonici, mi sale l’elettricità dentro, e sento una scarica di eccitazione che mi pervade, chissà se Maria sa di fare questo effetto, chissà se dentro di lei prova questa stessa elettricità.

Alla festa di inizio anno nuovo mi introfulo come al solito. Maria mi vede e mi sorride, mi abbraccia amichevolmente senza alcun sospetto:

– Ciao! Come stai? Non ti vedevo da un po’!
– Sono venuto un paio di volte, ma tu non c’eri, forse studiavi.

Un paio di pantaloni larghi rendono le sue gambe ancora più eccitanti, vorrei risalire lungo quelle caviglie…
A un certo punto della serata Maria si siede sulle ginocchia di un tizio che non conosco. Non ho mai fatto mosse finora, ma capisco che questa è la sera. Se quel tizio è interessato a lei come sembra, e lei interessata a lui, devo farle provare un brivido per convincerla a cambiare ginocchia su cui sedersi.

Mettono della musica raggaeton, non amo ballare ma è quello che mi serve stasera. Maria sta come sempre in un angolo a fingere di ballare. Mi avvicino e inizio a ballare piano con lei, assecondando la sua timidezza:

– Buttiamoci in mezzo a ballare!
– Sono imbranata con questa musica.
– Prova a seguire il mio ritmo.
– Ma sei sicuro…?

Prendo la sua mano e scendo con la mia fino ai suoi fianchi, muovo il bacino in cerchio, e metto una gambe in mezzo alle sue. L’alcool che abbiamo bevuto intrambi finora la fa un po’ sciogliere e mi segue, appoggia anche lei le mani sui miei fianchi e ondeggia leggermente il bacino. Sento che mi sto bagnando e stringo più forte i fianchi di Maria, lei ha un leggero brivido. Quando la musica finisce, mi dà un bacio sulla guancia e torna a bere, ma dopo poco sparisce. Immagino che sia salita in camera per rinfrescarsi o calmare l’emozione, e so dov’è camera sua.
Salgo fino al suo piano e busso. Sento l’acqua del lavandino scorrere dentro, poi il rumore si ferma.

– Chi è?
– Io Maria. Stai bene? Posso entrare?

Non risponde ma apre la porta. E’ un po’ tesa, non sembra spaventata, né eccitata, solo nervosa.

– Ti ho vista salire. E’ tutto ok?
– Sì, è che..avevo bisogno di rinfrescarmi, forse ho bevuto troppo, ma scendo subito.

Entro in camera e chiudo la porta dietro me.

– Che fai?

Arretra leggermente. Tendo la mano verso i suoi fianchi, dove l’avevo posata fino a poco fa, quando ballavamo. Non si allontana e non mi scaccia. Prendo di nuovo i suoi fianchi con forza, e sento ancora il brivido che ha avuto prima. Senza darle il tempo di parlare appoggio le mie labbra sulle sue, e appoggio una mano sulla sua nuca accarezzandola un po’, la sua bocca si schiude e le nostre lingue si mescolano con foga, con l’eccitazione che cresce. Mentre limoniamo forte le accarezzo la testa, poi scendo con la mano a sollevarle la maglia e la infilo sotto, tocco la sua pelle morbida, la accarezzo dalla base del collo, lungo tutto la schiena fino all’elastico delle sue mutandine. Sento che ha un altro brivido.
Le bacio il collo, le do dei piccoli morsetti, lei ansima. Mi metto in ginocchio e le bacio la pancia, l’ombelico, i fianchi, e risalgo facendo salire la maglia che ha addosso, le bacio lo sterno, e il suo piccolo seno da sopra il reggiseno. Con un gesto rapido slaccio il reggiseno che cade a terra e le sue tettine bianche e profumate  con i capezzoli rosa duri mi appaiono e mi ci tuffo, le bacio le tette, gliele lecco, e lecco i capezzoli, prendendo in bocca l’areola e stuzzicandola con la punta della lingua.

– Oh…oddio..che cosa…

Le sue mani cercano il bottone dei miei pantaloni, io torno alla sua bocca, le mordicchio le labbra, ansimiamo insieme, lei infila la mano dentro i miei pantaloni e sente attraverso le mutande il mio cazzo durissimo e bagnato, e le mie palle piene. Io infilo una mano dentro le sue mutande e riesco a sfiorare la sua fessura, bagnata, una leggera peluria intorno che accarezzo, mentre con un dito attraverso tutta la lunghezza della fessura senza penetrarla. Ci togliamo rapidamente i vestiti e ci troviamo sdraiati sul suo letto, entrambi in mutande, le mi sfila le mutande e si avventa sulla mia cappella, la lecca con desiderio e passa la lingua su tutta la lunghezza del cazzo ormai fradicio. Si toglie le mutande e  ci mettiamo sdraiati di lato a 69, la mia lingua può finalmente bere tutti gli umori della sua fica, lei ha un sussulto di piacere quando comincio a leccarla. Mi soffermo sul clitoride, e lo succhio, lo divoro, mentre lei mi sta facendo quasi venire succhiandomi il cazzo.

– Asp..etta..Ma..ria…

Lei aumenta ancora di più la velocità della mano che mi masturba mentre mi lecca la cappella e vengo a fiotti nella sua bocca, ma il mio cazzo non vuole saperne di abbassarsi. Con la bocca ancora piena di sperma viene da me e mi bacia, ci scambiamo la mia sborra limonando e ingoiamo insieme, poi lei si sdraia di schiena e io la penetro col cazzo che ancora non ha finito di sborrare ma sembra marmo. La sua fica è stretta e calda, bagnata, mi avvolge.

– Oddio sì, sì, fino in fondo, ti voglio sentire fino in fondo..

La penetro in profondità.  poi tolgo il cazzo quasi del tutto e la ripenetro fino in fondo. Piano piano aumento il ritmo e mentre io la penetro lei con un dito si masturba il clitoride.

– Sì, cazzo, sto per venire è fortissimo….

Aumento il ritmo ancora e sento i suoi muscoli contrarsi, mi sfilo da dentro e lei schizza leggermente lanciando un grido. Mi chino a bere tutto il suo liquido mentre ancora le gambe le tremano. E’ solo l’inizio della notte.

Autore Pubblicato il: 3 Febbraio 2021Categorie: Racconti Erotici0 Commenti

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