Lady Lilith
“Il tuo respiro mi appartiene” sussurrò Lilith.
Le sue parole mi giunsero come una dolce condanna a cui non potevo, né volevo sottrarmi, un destino che io stesso avevo a lungo agognato.
“Il tuo respiro mi appartiene” sussurrò Lilith.
Le sue parole mi giunsero come una dolce condanna a cui non potevo, né volevo sottrarmi, un destino che io stesso avevo a lungo agognato.
Il desiderio devoto di adorare la propria Dea
Il piacere di essere vinti
Ode all'abbandono
Calcherai il mio capo,
soggiogato dalla malia
del tuo canto sublime.
Dolce è il passo
cui si piega il mio sguardo,
nudo il mio cuore
che si offre alla tua danza.
Il suo piede tornò a calcare il mio capo, col tacco seguì il contorno del mio volto. Lo baciai, lo succhiai, leccai la suola, vinto e annientato, in balia del suo volere.
Lei sapeva, conosceva la follia del mio desiderio.
Le sue labbra mi sfiorarono dapprima con dolcezza corteggiando la mia eccitazione, poi, con baci devoti, appassionati, suggendo a piccoli sorsi il mio piacere, assecondò abilmente i sussulti del mio corpo, invocando il mio orgasmo che bagnò copiosament...
Lasciò scorrere il vestito che poco dopo scavalcò, restando nuda nella penombra della stanza, con solo le scarpe nere e lucide che brillavano accompagnando la melodia squillante dei suoi passi.
Prese il soffice plaid bianco che ricordava quasi una...
Era puerile il suo imbarazzo, il modo in cui attendeva e seguiva i miei movimenti. Mi faceva tenerezza e mi eccitava sentirlo così, inerme e in balia del mio volere