Marco si fece risentire dopo quasi una settimana.
Deliberatamente non lo chiamai dopo l’ultima volta che ci eravamo visti assieme al suo collega. Ero veramente delusa! Mi aveva usato solo per il suo piacere personale, forse per farsi bello col suo collega, magari era un suo superiore e gli sono servita per un avanzamento, che ne so….
Fatto sta che mi aveva fatto veramente incazzare! Mi aveva fatto soprattutto arrabbiare il fatto che da dopo che ci eravamo salutati non si era fatto più sentire. Un comportamento veramente inaccettabile. Feci uno sforzo per rispondere alla sua telefonata e mi trattenni per non mandarlo a fare in culo al telefono. Alla quarta telefonata che mi fece quel giorno, risposi: “ciao Mary, come stai?”
“bene grazie” gelida
“tutto bene?”
“Sì, tutto bene perché?” la rabbia saliva
“perché non ti ho più sentita e cominciavo a preoccuparmi”
Mi venne il sangue agli occhi! Gli vomitai addosso di tutto! Gli dissi che doveva preoccuparsi un po’ prima, magari il giorno stesso avrei potuto essere finita sotto un camion. Che il suo amico mi faceva schifo e che non si permettesse mai più di presentarmi altre persone a mia insaputa.
Lui tagliò corto e disse che forse era meglio che ci vedessimo che non voleva litigare al telefono e che mi avrebbe chiamato di lì a qualche giorno per accordarsi su quando ci saremmo potuti vedere.
Nel frattempo Giorgio, il barista, aveva cominciato a mandarmi qualche sms tra lo spiritoso, l’allusivo ed il piccante. Io stavo al gioco, flirtavo al telefono senza mai eccedere, gliela facevo annusare, anche se quel giorno avevo fatto la mignotta con lui! Ora me la tiravo un po’. Fino a che un giorno si decise a chiamarmi: “sai che da quando ti ho salutata, non faccio altro che pensare a te?”
“bum! Esagerato” gli risposi
“davvero, non scherzo! Vorrei tanto poterti offrire davvero un flut di champagne stavolta”
“tenti di corrompermi con lo champagne? Non faccio sconti tesoro” da puttana navigata. Non so perché, ma ci sguazzavo in quella condizione, mi ci sentivo proprio e il gioco mi piaceva.
“non voglio sconti. Ho rimesso da parte i soldi del tariffario. Lo champagne lo offro io di mia iniziativa. Quando ci vediamo?”
“ho una settimana impegnativa. Facciamo un pomeriggio della settimana prossima. Non sconto niente, però ci vediamo un po’ prima rispetto all’altra volta e ti assicuro che non avrò l’orologio in mano. Ce la prendiamo più calma in cambio dello champagne. Contento?” mi stavo calando perfettamente nella parte e mi ci sentivo a mio agio.
Chissà cosa pensava, probabilmente che fossi una puttana professionista da chissà quanto tempo ed invece lui era stato il mio primo “cliente”.
Ci accordammo per un giorno infrasettimanale in cui io potevo prendermi un permesso dal lavoro e lui aveva la possibilità di mollare il bar alla sua collega.
Marco il giorno dopo mi chiamò e avrebbe voluto vedermi il giorno in cui ero già d’accordo con Giorgio. Decisi di fargliela pagare un po’. Gli dissi che poteva andare, preparandomi la scusa dell’ultimo minuto da dirgli la mattina stessa; ecchecaspita!!! Va bene tutto, ma ero decisa a tenerlo un bel po’ sulla graticola!
Mio marito era in un periodo di particolare attenzione nei miei confronti. Scopavamo quasi tutte le sere e aveva cominciato ad abbandonarsi a fantasie particolari nel mentre.
Qualche settimana prima era stato il mio compleanno ed in quell’occasione mi aveva regalato della lingerie. In particolare aveva comperato una guepiere col reggicalze molto aderente in vita, coi laccetti che oltre a stringere la vita, facevano salire il seno facendolo quasi strabordare stringendo le tette in maniera tale che sembrava portassi una taglia in più e un paio di slippini microscopici dello stesso colore che quando li mettevo si insinuavano fra le labbra della figa.
Mi disse che adorava vedermi così sexy e che gli sarebbe piaciuto vedermi fra le braccia di un altro uomo, per vedere come avrei potuto essere porca anche con altri. Mi finsi scandalizzata. Lui continuò dicendo che era solo una fantasia e che si sarebbe limitata ad essere tale, che se mi avesse dato fastidio non me ne avrebbe più parlato. Gli diedi corda, vedendo che la cosa lo eccitava e mentre scopavamo gli raccontavo spezzoni di mie esperienze vere confessandogli che se avesse voluto poteva farmele fare, io non mi sarei opposta.
Questo diede una piccola scossa al solito piattume. A freddo gli dicevo che la mia disponibilità dimostrata mentre facevamo sesso, non si sarebbe mai concretizzata in quanto ne sarebbe andato di mezzo il nostro rapporto, lui concordava confermando che erano solo fantasie per renderlo un po’ più piccante. Questo era sufficiente! Mi sarei sentita imbarazzatissima a fare certe cose con lui, non so, ero una mignotta quasi patentata e facevo la bigotta con mio marito. Andava bene così! In ogni caso quelle che erano fantasie per lui, erano vicende vissute per me. Se solo avesse saputo….
La sera prima della prestazione a pagamento con Giorgio, feci anche una discreta cavalcata in casa. Ero calda, ero in calore, dopo l’ultima esperienza negativa con Marco che mi aveva lasciato l’amaro in bocca, ero ritornata nella mia consueta dimensione di porca.
Subito dopo cena, andai in camera misi la guepiere, le calze velate, le decolletè alte, mi truccai: rossetto dello stesso colore delle unghie, rosso fuoco, mascara orecchini ad anelle. Mi guardai allo specchio, mammamia! Ero uno schianto! Mi diressi verso il salotto dove lui sonnecchiava sul divano “amore, ne voglio delle altre di guepiere come queste. Quand’è che me le comperi?” sobbalzò dal divano, si mise seduto e io, avvicinandomi come una gattona, ancheggiando lentamente sui tacchi, mi misi a cavalcioni su di lui e cominciai a baciarlo. Dimostrò un’inaspettata passione e dopo qualche strusciamento della mia passerina sul suo pacco, cominciai a sentirlo indurirsi.
“mi porti vestita così a farmi scopare da un altro?”
“mmmh sì amore……” mugolava e sentivo la sua eccitazione salire
“chi dovrebbe essere, uno sconosciuto o qualcuno che conosciamo?”
“uno sconosciuto. Uno giovane palestrato con un cazzo molto grosso!” mi rispose
“e cosa ti piacerebbe che facessi?”
“vorrei vederti mentre te lo mette didietro”
Lui rarissimamente l’aveva fatto. Mi ci ero sempre opposta, lo lasciavo giocare con le dita, con la lingua, ma dentro me l’ha messo solo un paio di volte.
Che troia! Mi piaceva un casino, con Marco lo facevamo spesso ed io in previsione di farlo, mi preparavo adeguatamente prima di vederci: mi facevo un clistere per pulire per bene l’intestino ed evitare momenti imbarazzanti. Pertanto avevo una certa dimestichezza col sesso anale, ma ritenendolo una cosa trasgressiva lo riservavo solo al mio amante. Ora, vista la situazione passionale, l’inconsueto fantasticare, il fatto che lui mi reputasse in quel momento la puttana che ero, mi leccai le dita spalmai sul buchetto l’abbondante saliva, sputai sul cazzo di mio marito e spalmai tutta la saliva mi girai e con lo sguardo più da troia che potessi fare, gli dissi: “amore , mettimelo dentro!”
Lo afferrai, appoggiai la punta sul buchetto, con l’altra mano allargai le chiappe e spinsi all’indietro. Feci un lungo sospiro rilassandomi e la cappella si insinuò abbastanza facilmente. Mi venne subito un pensiero, vuoi vedere che la facilità con la quale è entrato lo fa sospettare che lo prendo abitualmente lì? Ma lui era molto eccitato, cominciò a pompare forte spingendomelo tutto dentro. Io mi muovevo in sincronia per agevolare la penetrazione godendomi quella bella inculata casalinga! Dopo un po’ di colpi venne abbondantemente dentro al mio intestino, rallentò la corsa e lo tirò fuori. Io non ero ancora soddisfatta mi girai, mi sdraiai sul divano a gambe larghe e continuai da sola. Mi toccavo con frenesia la figa che era diventata fradicia. Ero davvero eccitata! Dopo un po’ di che mi masturbavo furiosamente ad occhi chiusi pensando alle fantasie di mio marito, venni anch’io.
Lui allo spettacolo di me che mi toccavo si era ripreso, se lo menava lentamente mezzo eretto. Mi inginocchiai ai suoi piedi e con la mia maestria, che ritengo abbia pochi eguali, glielo feci tornare duro in poco tempo, mi accomodai sulla schiena a gambe aperte e lo accolsi nella mia figa bagnatissima. Mi scopò a lungo, inaspettatamente per tanto tempo mentre mi diceva quanto ero eccitante, sexy e come gli sarebbe piaciuto vedermi con un altro. Ogni volta che scendevo nei particolari, mi eccitavo e venivo. Sarò venuta 3 volte, è stata veramente una serata notevole!
La mattina dopo Massimo uscì presto di casa e salutandomi dolcemente mentre ancora sonnecchiavo nel lettone caldo. Appena uscito, pregustando la giornata da “professionista”, metto la mano fra le gambe e sentendomela già bagnata, cominciai la giornata con un primo orgasmo solitario, molto languido e rilassante. Mi preparai per solo una mattinata di lavoro per quel giorno, il lavoro vero, quello ufficiale. Vestiti ordinari, pantaloni, camicetta e giacca, unica concessione un paio di stivali neri col tacco a spillo, che sotto il pantalone non si notavano nemmeno troppo. Sul lavoro, come quando sono con mio marito o in situazioni ufficiali, di famiglia, di amici di famiglia o di conoscenti, sono irreprensibilmente insospettabile, femminile, elegante, ma mai troppo evidente per non destare sospetti o pensieri strani nei confronti di chi frequento abitualmente in situazioni normali. Feci partire un sms a quello stronzo di Marco, scrivendo che quel giorno per un imprevisto di famiglia non avrei potuto vederlo e nemmeno sentirlo e che mi sarei fatta viva io appena ne sarei stata in grado. Tentò di chiamarmi diverse volte quel giorno, ma io non gli risposi mai, finchè mi mandò un sms in cui mi pregava di fargli avere mie notizie al più presto. Chi la fa l’aspetti!
Pertanto, durante l’intervallo, quando tutti erano usciti dall’ufficio, mi diressi in bagno e procedetti con la mia trasformazione in troia. Tolsi quello che avevo messo la mattina, lo piegai accuratamente e lo riposi nella mia capiente borsa e indossai le stesse cose che avevo messo la sera precedente con mio marito: guepiere, calze velate, reggicalze e stivali. Sopra indossai il lungo cappotto che avevo messo il mattino, tutto accuratamente chiuso, ripassai il trucco ed uscii. Il rossetto ed il mascara li ripassai in macchina poco prima di arrivare dal mio cliente.
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