Buongiorno a tutte e tutti, ecco la terza parte della mia storia. Ancora non so di quante parti sarà composta, ma leggetene le varie parti in sequenza, altrimenti perderete dei dettagli importanti.
Come dicevo nell’introduzione alla prima parte, tutto quel che scrivo mi è realmente accaduto. Gli unici elementi di fantasia sono i nomi (il mio e quello delle persone di cui parlo) e non vi dirò dove vivo, ma non in Italia. Se volete, potete contattarmi su akagera365@protonmail.com – siate cortesi, altrimenti vi bloccherò.
Arrivo sotto il suo portone, neanche il tempo di prendere il telefono e lei esce.
Cappottino nero, ha messo la gonna, vedo de bei polpacci slanciati.
Apro la portiera, esco, le sorrido, mi sorride, si avvicina.
I suoi lunghi capelli rossi ora raccolti in una treccia e avvolti intorno al capo, sta che è una meraviglia.
Si e’ allungata le ciglia, i suoi occhi verdi sono ancora più luminosi, anche lei giusto un po’ di lucidalabbra.
“Ciao Roisin, sei uno splendore”
“Nyam, grazie…”
Entriamo in macchina, ci guardiamo, sostiene lo sguardo.
“Nyam, sono emozionata”
“Lo so, Roisin, lo so, cara”
….silenzio….
“Roisin, adesso lo voglio”
“….c-cosa?”
“Il bacio che mi hai mandato su WhatsApp”
Mi avvicino, fa per darmi un bacino sulla guancia, le metto un dito sotto il mento, la volto verso di me.
“No tesoro, sulle labbra”
E le nostre labbra si sfiorano, un attimo. Quando mi allontano da lei e’ paonazza in volto.
Questa ragazzina mi fa impazzire…
“Mhhh, sai di buono, Roisin”
“A…anche tu, Nyam”
“Andiamo”
Metto in moto, mi avvio.
“Dove mi porti, Nyam?”, mi dice cinguettando.
“Conosci il lago di Xxxx? È a soli 15 mnuti”
“Ho fatto delle passeggiate lì intorno, bello”
“Sei mai stata a cena al Ristorante Xxxxx?”
“Noooo, magari, ho sempre voluto andarci ma non è per le mie tasche, dev’essere un sogno…”
“Stasera giudicherai te stessa”
“O mamma mia….grazie”
“E non chiamarmi mamma, mi fai sentire vecchia”
Ridiamo della battuta scema, mi piace come ride; risata bella e argentina, squillante.
Mentre andiamo porto la conversazione su argomenti più leggeri, voglio alleggerire la tensione.
Scopro cosa ha studiato (scienze sociali), che da circa 6 mesi ha lasciato il suo ragazzo, che condivide l’appartamento con altre due ragazze, che i suoi genitori e le sue tre sorelle abitano vicino a Cork, in Irlanda, che lei è la più grande delle tre.
“Cosa significa il tuo nome, Roisin?”
“Piccola rosa”
“Un nome che ti sta d’incanto”
“Lo sai Nyam che il tuo nome esiste anche in gaelico? Significa “luminoso”, e penso che ti stia bene. Ma in realtà da dove viene?”
“Viene dal Tibetano, significava sole, poi è passato al mongolo, e significa domenica. Mamma aveva antenati mongoli.”
“Quanti anni hai, Roisin?”
“23; tu, Nyam?”
“41, ma spero non vorrai vedermi come una vecchia zia”
“Oh, no….no di certo”
Sorride maliziosa, la guardo e lo sguardo mi cade sulle sue gambe accavallate, che lasciano intravvedere una parte della coscia sinistra.
“Mi piace come accavalli le gambe e pieghi la caviglia della gamba di sopra, Roisin, lo trovo elegante e sexy. E quelle scarpe a tacco basso ti stanno bene, ma la prossima volta porterai un tacco più alto”
“V…va bene, Nyam”
Siamo arrivate, parcheggio.
“Nyam, ma c’è scritto parcheggio riservato”
“Sì tesoro, riservato a noi”
“Ohh”
Ci avviamo, Giovanni ci accoglie.
“Buonasera Signora, buonasera Signorina; vi faccio subito accompagnare al tavolo e vengo ad occuparmi di voi.”
“Grazie Giovanni”
Ci togliamo i soprabiti, li consegnamo a Giovanni.
La guardo, ha un bel vestito al ginocchio verde, lo stesso colore dei suoi occhi. Il vestito, stretto in vita si allarga sul busto e mette in risalto un seno giunonico che mai avrei osato sperare sotto i suoi vestiti d’ufficio. Penso che la imbarazzi un po’, tiene la sciarpa -gialla- e se la drappeggia a coprirsi il seno.
Le sorrido, anche lei mi guarda, mi sorride.
Andiamo al tavolo, già apparecchiato con la candela appena accesa.
