Quando ero un giovanotto, andai per una settimana, ospite dei genitori di un mio amico, a Tuoro sul Trasimeno, per trascorrere alcuni giorni di vacanza.
La casa dove stavamo era piccolina, due camere da letto, un cucinotto piccolo, ed un terrazzo molto grande coperto. In questo terrazzo si pranzava e si cenava, si giocava ecc. ecc.
La vista dal terrazzo era spettacolare, sul lago Trasimeno che al mattino, ma soprattutto al tramonto aveva dei colori così belli e variabili, che era un incanto vederli.
Una sera era in arrivo un temporale dal Tirreno e da lontano si vedevano i primi lampi, e si vedeva il lago che cambiava colore ogni pochi minuti.
Finchè il temporale arriva sopra di noi con tuoni e lampi ed il lago che cambiava, cambiava colore.
La sensazione che ho provato mi è rimasta sempre forte, così bella che mi sono sempre detto di averla voluta rivivere in un momento speciale.
Così che oggi ho voluto ritrovare quella casa e sapere di chi è e se possibile affittarla. La fortuna è con me l’affittano anche per i fine settimana.
Passano le settimane e sento che per il prossimo fine settimana cambia il tempo in brutto, è in arrivo una perturbazione, riesco ad essere libero da tutti gli impegni, telefono per sentire se è libera la casa, e telefono a lei.
Lei sta preparando la tesi, è ancora indietro e non sa se può permettersi due giorni per me. La convinco promettendole un aiuto per la tesi, ci pensa u po’ e decide che può andare bene perché per alcune cose le posso dare una mano.
Arriviamo il venerdì in tarda serata, parcheggio l’auto e vado a prendere le chiavi, il tempo è già cambiato, la pioggia ha allontanato l’afa che da lacune settimane ci teneva tutti sotto sudore.
Per lei che odia il caldo è una manna, saliamo per il borgo sotto l’ombrello stretti, saliamo in casa, e appoggiamo le valige.
E’ tanto che non ci vediamo è tanto che avremmo voluto stare insieme un po’. Ed ora finalmente è arrivato il momento; per prima cosa dobbiamo pensare alla cena, per la prima sera andiamo fuori al ristorante, poi decidiamo di preparare da noi, è più intimo e carino, lei a in camera a cambiarsi, vuole farsi bella per me e per se perché le piace molto che gli altri notino la sua bellezza. Dopo alcuni minuti lei esce dalla camera e si fa vedere se va bene come si è messa”’. Uno schianto di donna, maglietta nera molto attillata e con una scollatura abbondante, una gonna nera corta e con delle calze rosse.
– non ti fa caldo con le calze? ‘ le chiedo
– stasera con la pioggia fa fresco, e poi caldo o non caldo, stasera è una serata che devo essere al massimo per te. ‘ mi risponde lei
Andiamo in locale tranquillo dove ci danno un tavolo appartato, fuori piove, e noi parliamo delle nostre cose, lei mi dice dei suoi problemi, ma non riesco a seguirla.
– sai non ti seguo molto perché mi hai fatto ubriacare il cervello per come ti sei vestita per me-
– ti piaccio proprio?-
Mi avvicino ancora di più , e le mie mani vanno a cercare le sue gambe, con quelle calze sembrano ancora più morbide. La mia mano sale ed ad un certo punto sento la carne’ non porta le calze a mutanda, ma le calze con il reggicalze. Lei vede che il mio sguardo è colpito, la mia eccitazione aumenta per la dolce sorpesa, allora salgo ancora con la mano e le accarezzo la pupetta, con un dito entro dentro le mutande, ma non voglio farla venire nel locale, voglio solo farle provare piacere, e allora con il dito le accarezzo tutta intorno alla pupetta, ogni tanto entro tra la fessura, ma solo un passaggio veloce, la cosa le piace perché ogni volta che sfioro la pupetta lei chiude gli occhi e si vorrebbe lasciare andare.
Anche lei allunga la mano sul mio bello, sente da fuori che è ben presente, che lo ha eccitato per bene, chiude ancora gli occhi per fare capire che è contenta di questo. Arriva la pietanza e iniziamo a mangiare, ma i nostri pensieri hanno abbandonato quello che abbiamo fatto nei giorni che non ci siamo visti, sono andati a quello che ci siamo detti con le nostre mani.
Le nostre mani in fondo anno sempre fatto parte della nostra conversazione, a partire dalla ultima sera a Marrakec, e anche stasera hanno dato alla conversazione una priorità. Ti alzi e te ne vai al bagno, torni e continui a mangiare, in attesa del dolce, ti riavvicini a me, per contiuare il nostro discorsino di mani.
Riaccarezzo la tua gamba, salgo ancora e noto che non hai più le mutande, sorridi a questa mia scoperta, vuoi che le mie siano parole di mani complete, e non limitate, me lo fai capire abbassando la mia lampo ed entrando dentro i miei pantaloni. Le mie dita ti cercano bene dentro la pupetta, ti cercano perché sanno che in quel momento mi aspetti dentro la tua pupetta, ti piace quando ti vengo a cercare, quando voglio che tu mi fai entrare dentro di te, quando vengo e ti rubo un orgasmo come quello che ti sto rubando ora. Ti piace moltissimo, appoggi la tua bocca nella mia spalla per soffocare l’urlo di piacere che provi. Vorresti darmi anche tu piacere, ma ti dico che preferisco finire al più presto la cena e tornare a casa per finire il discorso. Prima di uscire, mi faccio mettere della panna in un contenitore.
Usciamo, la pioggia ha cessato, ma sembra per poco, infatti da lontano si sento dei tuoni; che forse il cielo voglia accontentarmi anche lui?
Torniamo velocemente in casa e con un golf sopra ci mettiamo su davanzale a vedere il lago i suoi colori con i bagliori dei lampi che lo illuminano in modo spettacolare, siamo entusiasti dalla vista, tutto come ho sempre sognato, allora la mia mano continua il discorso interrotto per trasformare l’ambiente in magia pura.
Le accarezzo le sue splendide curve posteriori e le vado a cercare il buchetto, lei allarga un po’ le gambe per permettere la mia escursione, lo trovo pronto ed accogliente, le mie carezze gli fanno fare dei sussulti di piacere sia la buchetto che a lei, con la mia saliva mi bagno due dita e provo ad entrare, lui mi aspetta e mi accoglie, è così predisposto che entrerebbe anche il mio bello, ma ancora voglio accarezzarla, voglio che lei gridi tutto il suo piacere al lago, ai suoi coloro al suo spettacolo, tutto questo avviene in un attimo, è tutto così eccitante, la sua gonna corta, il suo reggicalze, lei, anche io non ne posso più, mi sbottono i pantaloni e voglio entrare; faccio per prendere il preservativo, ma lei mi dice di no, di non usarlo. Forse vuole che entri dietro, mi dico, allora devo prendere l’olio, ma lei mi dice che devo entrare davanti senza niente, che non devo venire subito e che non devo venire dentro di lei.
Non capisco bene, ma entro dentro la sua pupetta, è tutta bagnata e tutta eccitata, dopo qualche colpo sento che me lo stringe, sempre più, finche un ultima stretta e me lo rilascia con un urlo di piacere ancora più forte.
Sono belle le mie carezze dentro la pupetta, sono belle le mie carezze nell’ano, ma come viene con lui dentro non c’è paragone.
Io a fatica non sono venuto, ma ora proprio non ce la faccio più, lei lo capisce, me lo fa uscire, si volta e si piega e me lo bacia, e con una mano me lo accarezza e con l’altra mi accarezza sui testicoli’ ora proprio non ce la faccio più a reggere, è un estasi che vorrei che durasse per delle ore, vorrei che non finisse mai, vorrei che’ ma non faccio tempo a pensare ad altro che un orgasmo mi avvolge tutto e mi fa provare tutte le sensazioni più belle, più fantastiche.
Lei è contenta, perché sa che come io provo l’orgasmo con i suoi baci, non esiste altra emozione per me, e poi sa che se io vengo subito , per il dopo reggo quanto voglio.
Il temporale è al suo massimo allora noi decidiamo di continuare a godercelo sotto le lenzuola, velocemente ci prepariamo, e subito nel lettone, dove continuiamo a far parlare le nostre mani, ad accarezzarci.
Parlano proprio bene, e dicono cose stupende, e per rendere le parole più dolci, afferro il contenitore, e vuoto un po’ di panna montata sul suo corpo, soprattutto sulle sue tette e inizio a mangiare la panna con la lingua a partire dalle cosce, salgo sulla sua pupetta e gliela lecco ben ben, ma non proprio nel mezzo, ai lati e sopra nei peli, lei con le mani spinge la mia testa affinchè la lingua centri l’obbiettivo, ma io mi allontano, voglio farla venire in un altro modo, infatti salgo a cavalcioni, e le prendo le tette, gliele stringo e le unisco fino a che posso sia accarezzarle che succhiarle insieme, questi due movimenti la ricompensano dei mancati baci sulla pupetta, in quanto sento che stà per venire di nuovo e da come si muove, anche con tanto ardore, per ricompensarmi di tanto piacere, lei mi fa alzare, sempre a cavalcioni, e me lo prende, lo avvicina e me lo porta fra le sue tette, io le stringo affinchè lui stia bene, poi se lo avvicina e lo bacia per farlo tornare bello ardito, io allora mi volto e mi piego sulla sua pupetta e gliela bacio, mentre lei me lo prende e me lo accarezza e me lo bacia, la sua lingua lo accarezza e lo coccola tutto, io rischio di rivenire subito, in quanto dopo tanti giorni di digiuno, è facile che ritrovi subito la voglia di rimangiare, voglio ripenetarla, mi metto disteso e voglio che lei stia a cavalcioni come le piace di più, e come io controllo meglio i miei impulsi.
Fuori continua a tuonare e a piovere, dentro lei continua a farmi entrare dentro di lei a stringere lui e
rilasciarlo per godere il mio furto di orgasmi. Lei sa bene che io ho una cassaforte da riempire, e vuole che io faccia il bottino pieno.
Dopo sei/sette orgasmi lei vuole riprendere fiato, si stringe al mio petto e vuole che la tenga stretta.
Queste sensazioni la ricaricano molto per continuare il suo lavoro, le sue giornate e mi parla delle sue difficoltà, io le parlo delle mie giornate, e piano piano, stanchi stanchi ci addormentiamo.
Il temporale è passato, il mio sogno di riprovare l’emozione di quando ero giovanotto, accompagnata dalla cosa più bella che si può provare, l’orgasmo, era come se una fatina mi aveva soddisfatto un desiderio, una fatina che nel sogno mi ritoccava, il mio bello e me lo baciava, ma lui non era come sempre, era un po’ scivoloso, come se bagnato, ma non era nessuna fatina che me lo lavorava, era lei che me lo aveva immerso di panna.
Mi sveglio per bene e vedo che sono le quattro e mezza, lei mi guarda bene e mi dice:
– ieri sera volevo farti rivenire, ma poi ci siamo addormentati, e non potevo continuare a dormire con questo debito morale.-
– hai fatto bene- le rispondo e mi distendo ad accogliere la sua bocca e le sue mani che leccano e riuniscono la panna.
Mi viene un idea, chissa se la panna è anche lubrificante, allora prendo l’ultima rimasta e gliela metto nell’ano, un po’ gliela lecco, e un po’ gliela spingo dentro, la faccio mettere supina, e con lui provo ad entrare’ eccolo dentro, ma ho sbagliato, devo averglielo messo davanti e glielo dico, ma lei mi dice, come già successo un’altra volta, che lui è entrato dietro, ma con la facilità con cui è entrato io pensavo di aver sbagliato buchetto.
Invece è dentro il suo buchetto e piano piano glielo spingo tutto , lei si agita come non mai. Continuo i miei movimenti sempre con più intensità, lui è tutto dentro e lei capisce che sto dando il massimo del mio ardore, lei si volta a guardarmi un attimo, mi sorride e viene, viene così forte che sento il suo buchetto palpitare, le dico due parole delle mie sull’orecchio, e lei riparte immediatamente per un secondo orgasmo ancora più bello, mentre lei si stà rilassando, io le preparo il terzo, con una leggera ritirati di lui, che poi è una rincorsa per spingerlo ancora con più impeto, questo le piace ancora di più, le piace sentire lui che si spinge dentro, lo vuole sentire ancora più forte, io riprendo una piccola rincorsa e mentre le dico che voglio proprio entrare dentro di lei, lo spingo ancora più forte, due, tre volte, io non resisto più, lei urla sempre più forte, finchè non viene con urlo fortissimo che mi riempie di gioia, anche io vengo, e lei lo sente salterellare dentro il suo buchetto, il mio sperma è uscito abbondante, in quanto un’ orgasmo così non lo avevo mai provato.
Ci ridistendiamo nel letto continuando ad accarezzarci i capezzoli, le spalle, il seno, finchè il sonno non ci riprende.
L’orgasmo anale, se fatto con la giusta dose sia di dolcezza, che di violenza, le piace moltissimo, tanto che la mattina dopo si è svegliata con un umore ricco di carica ed energia.
La giornata è migliore della precedente, mentre io continuo a dormire, lei continua la sua tesi, fino a mezzogiorno. Nessuno dei due ha fame, o meglio non abbiamo voglia di preparare, scendo in paese, e vedo che alle 13,30 c’è un traghetto per l’isola. Prendo un qualche cosa da mangiare, torno a casa e propongo l’escursione all’isola, e prima di partire mi informo di una cosa, quando le vengono le mestruazioni.
Arriviamo all’isola maggiore e iniziamo a fare un bellissimo giro, come voglio io, perché alla fine del giro quando siamo stanchi la porto in un posto meraviglioso, dobbiamo scendere su un sentiero bruttino, viscido per la pioggia del giorno prima, che però porta ad un grande scoglio sul lago, uno scoglio piano e nascosto, ma la caratteristica più bella è che è in pieno vento. Il vento le parla moltissimo a lei, le piace e se lo vuole godere. La lascio da sola per quasi un ora, io sono seduto lontano da lei. Poi lei si avvicina, se lo è goduto abbastanza, mi ringrazia del bel posto e mi bacia, si siede e mi bacia, io l’accarezzo, e la stringo a me. Le piacciono le mie carezze con quel vento, poi io voglio dirle molto con le mie mani, lei mi capisce e mi risponde con carezze forti, le sfilo le mutandine e gli lecco la pupetta, quel vento, la lingua, non resiste.. esplode velocemente, soprattutto quando un dito entra dentro e l’ accarezza. Ha tanta voglia di far l’amore, io anche.
Mi sbottona i pantaloni, me lo prende e me lo bacia. Io la fermo, non voglio venire ora, ma dentro di lei.
La distendo l’accarezzo ancora, quando lei mi dice che lo vuole, prendo ed entro. Lei nota che non ho messo il preservativo, io lo so bene, ma so bene che fra tre giorni le vengono le mestruazioni, voglio venire dentro di lei senza niente.. lei non vuole, ma senza niente è più bello, io le stringo le mani, lei è distesa sotto di me, io la guardo e le dico la parola magica:
– fidati. ‘
lei si fida, chiude gli occhi e prendendo le mie natiche mi avvicina a lei, ora lo vuole così senza niente, io l’accarezzo la pupetta, e lei parte subito, una due volte, alla terza non resisto e vengo anche io dentro senza niente, è più bello è più intimo, è più completo è più forte, lei capisce tutto questo e si abbandona ancora per cogliere quell’attimo per venire assieme a me, le piace molto, lo sento da come con le unghie mi stringe per portarmi ancora più dentro a se, quest’orgasmo non finisce mai ne per lei, ne per me, poi a lei viene in mente una cosa che l’avvicina ancor più a me, me lo tira fuori e me lo lecca, me lo lecca tutto bagnato del mio amore che ho avuto per lei, me lo lecca e poi mi bacia, il nostro amore e nelle nostre bocche.