Storia di S. – Capitolo 1/a Ritorno a casa
Anche quest’anno, la Puglia, sta vivendo un’estate calda, troppo calda. Da qui a qualche settimana le spiagge del Salento, del Gargano, di tutta la regione, sarebbero state prese d’assalto da turisti da tutta Italia, da tutta Europa.
S. se ne va in giro con la sua canotta leggera, un po’ slabbrata, al cui interno il seno ballonzola libero. Ha una gonna lunga fin sotto il ginocchio, comprata in uno di quei mercatini rionali presi d’assalto dai giovani studenti universitari fuorisede nei sabati mattina invernali.
S. è rientrata al paese da qualche giorno, terminato l’ultimo esame programmato. Il primo anno fuori di casa era andato bene, aveva seguito i corsi che aveva in mente e sostenuti gli esami conseguendo dei buoni voti, non eccezionali, ma insomma per tutti i cambiamenti che la sua vita aveva dovuto sostenere in quei dieci mesi erano più che sufficienti.
Sono le cinque del pomeriggio, Mesagne è calda, ogni passo di S. è accompagnato da una vampata di calore su dalle caviglie fin sotto la gonna ampia, come se l’asfalto a ogni sollecitazione sbuffasse fuori un po’ di energia accumulata durante la mattina. S. cammina verso il bar centrale, dove la aspetta Agostino, un ex compagno di liceo, o un ex qualcosa di più. Questo S. non lo aveva mai capito. Con Agostino condivideva tante cose, dalle passioni musicali a quelle artistiche, per non parlare delle passioni politiche. Agostino era così sicuro di sé, convinto delle sue idee. E poi era anche bello, beh forse bello no, ma insomma ad S. piaceva. E’ un amico speciale, come solo a diciannove anni si può avere. Tra di loro però solo tanti gesti affettuosi – carezze, abbracci, tante confidenze – e poi solo una pomiciata scappata durante l’ultimo capodanno, quando S. era tornata al paese per passare il Natale, e insieme alla sua comitiva aveva organizzato un cenone per l’ultimo dell’anno a base di bombette e vino di campagna. All’una e trenta, S. e Agostino, entrambi ubriachi, si erano scambiati gli auguri con un lungo bacio, lingue attorcigliate e primi palpeggiamenti da parte di Agostino. Erano stati interrotti dagli altri amici che volevano andare in spiaggia a sparare i fuochi d’artificio.
Non vedeva Agostino da sette mesi, si erano sentiti poco e soprattutto non avevano più riparlato dell’accaduto.
Si baciano sulle guance, poi lei gli getta al collo le braccia e lo stringe, sorridendo e scherzando, con profondo affetto, come un’amica speciale.
“andiamo al mare?” chiese Agostino
“ma veramente non ho nemmeno messo il costume…potevi dirmelo prima” risponde lei “e poi sai quanta gente ci sarà..beviamoci qualcosa qui”
“allora sai che facciamo, andiamo alla vecchia masseria ma prima passiamo da Ciccino e ci prendiamo delle birre” propone allora lui. “andiamo” esultò lei.
Il silenzio della campagna salentina è rotto solo dal cantare ordinato delle cicale e di tanto in tanto dalle risate sconnesse dei due ragazzi che in macchina con i finestrini chiacchierano.
S. e Agostino si sono seduti nei posti dietro dell’utilitaria del padre del ragazzo, autoradio accesa e Moretti grande in mano. I due si raccontano l’anno appena trascorso. S. parla delle sue coinquiline, degli esami, delle serate passate sotto i portici nel centro della città dove studia.
“chissà che strage di cuori che hai fatto allora” ammicca Agostino, tra il malizioso e il geloso.
“mica tanto” si schernisce lei “non è che ci penso molto..”
“beh dai poco è meglio di niente” insiste lui.
” ma che dici guarda che proprio non mi si fila nessuno..” si difende S.
Agostino inizia a premere con il dito sul fianco di S. “dai guarda che si capisce che nascondi qualcosa..” e punzecchia ancora il fianco. S. scoppia in una risata: “Fermo..mi fai il solletico”. I riccioli neri li ballano lungo la fronte e le guance, gli occhi scuri e profondi si velano di lacrime date dalle risate.
E insomma tra una risata e u n affondo di Agostino salta fuori che S. a una festa aveva fatto un pompino a ragazzo di Roma che studiava anche lui nella stessa città di S..
“..un pompino?..hai capito la porcellina S….” la prende in giro Agostino
“si ma guarda che era una festa, ero ubriaca, lui era già qualche settimana che mi faceva il filo..” spiegava lei
“va beh ma ce l’aveva grosso?” chiese lui via via più eccitato..
“ma smettila ma che te ne frega…” rimprovera lei.
” e dai e dai e dai”..e con il dito il ragazzo tortura il fianco per farla ridere. >S. scivola sul sedile, ride, le si alza la gonna “smettila smettila smettila,,ahaha..si si ce l’aveva abbastanza grosso, boh normale…ahahah..dai smettila”
“hai capito la giovane S. che porcellina..”
“dai smettila ti ho detto che ero ubriaca..l’ho fatto quasi per farlo stare buono e perché non mi rompesse più le scatole..infatti dopo non l’ho più visto..” si difende lei
“ma come non te la sei fatta nemmeno leccare?? Nemmeno un ditalino?” chiede lui
“Nooooo..che dici..è successo tutto in fretta..figurati se..”
“ah in fretta…o lui è uno sfigato che dura poco oppure tu sei brava..” rise lui
“smettila agosti’..” e gli da uno schiaffetto sul braccio..
“va beh va beh va beh” sospira lui
“va beh cosa?” fa S.. “no niente pensavo che hai fatto un pompino a uno sconosciuto”
“ma non è uno sconosciuto..” dice lei ma è interrotta “si va beh non è che lo conosci bene come me…eppure con me ci hai solo limonato” si lamentò lui. Era la prima volta affrontavano l’argomento.
“ma che dici Agosti’..che centri tu..e poi quando abbiamo limonato eravamo ubriachi”
“perché con ‘sto tipo non hai detto che eri ubriaca..bella porcellona!!” con la mano aperta gli molla un sonoro schiaffo sulla coscia lasciata nuda dalla gonna risalita. “ahi..ma se scemo?!!”
Agostino lascia la mano sulla coscia e inizia a muoverla, accarezzandola.
S. fa finta di niente e cerca di spiegare ” si lo so che ero ubriaca.. ma alla fine noi siamo amici”
“e che c’entra?? Un pompino non è mica un anello di fidanzamento” risponde lui pronto e facendo risalire la mano
“e va beh guarda che non è stata mica colpa mia se ci hanno interrotto..e tu sei voluta andare a sparare i botti in spiaggia con Giggi..” dice lei facendo una smorfia..il piercing sotto il labbro le si arriccia..gli occhi vispi ridono..Agostino la fissa, stupito dalla stoccata. Ha un paio di secondi di silenzio, ma poi si riprende” perché volevi fare un pompino anche a me?” la fissa negli occhi, cerca di far passare le sue frasi come uno scherzo, ma il suo cazzo si sta letteralmente gonfiando.
” beh che ne so cosa sarebbe successo..magari sei gay e quindi preferisci sparare i botti con Giggi?” scoppia a ridere lei..
“ahaha…” dice lui “Intanto tu non sei frigida..è mezz’ora che ho la mano sulla tua figa, è bagnata e tu non te ne sei nemmeno accorta..”
” si che me ne sono accorta..scemo” lo fissa negli occhi, i suoi occhi ridenti e profondi sono due magneti potenti ” non ti ho detto niente perché se non smettevi” sorride.
La gonna bianca è arrotolata ormai tutta sulla pancia, le mutandine striminzite, coprono il sesso bagnato. Agostino non ci crede ma in maniera meccanica gliele sfila, lei non dice niente, sorride con gli occhi, con la bella bocca, con il piercing, con i riccioli tutti. Le tette ballonzolano nella canotta colorata. Un ciondolo s’insinua maliziosa tra i seni generosi.
Agostino non ci crede. Ha la figa completamente depilata “hai capito la porcellina S…tutta depilata”
“dai scemo mi sono rapata ieri..faceva troppo caldo..così sta più fresca” ride.
” si si certo..intanto a me sembra caldissima..” lui ha iniziato pastrugnarle le grandi labbra con le dita. “scemo..” dice lei “beh cosa dici è carina?”
” si “risponde Agostino” è una ragazza simpatica…Aspetta fammi vedere anche le sue amiche “e tira su la canotta a scoprire le tette. Agostino non ci crede, S. ha delle tette splendide, grosse, di una consistenza ideale, cadono lascive mentre lei sta lì sdraiata sulla schiena nel retro della macchina di suo padre. Agostino non ci crede. Aveva sempre pensato che fosse una ragazza carina, ma invece sotto il suo vestiario da freak universitaria, si celava una bomba sexy, una fighetta liscia e disponibile, due tette belle grandi, immacolate. E quel viso, non bello, ma così vivo.
“Aspetta…”disse lui tiro fuori la telecamera ” facciamo un filmato per il tuo amico di Roma così capisce cosa deve fare la prossima volta”
“dai scemo…” e ride
“perché ridi.. per la telecamera?”
“no..no..per quello che stavi facendo con le dita” ride S..
“toccati tu allora..” propone Agostino, impegnato ora nelle riprese “oddio..” fa lei ridendo.
Intanto l’autoradio passa il CD che Agostino aveva selezionato ed Elisa canta con la potenza della sua voce.
Agostino si spoglia, continuando a riprendere S. che si tocca e ride, tira fuori un cazzo già turgido, le si avvicina alla faccia, alla bocca, a quel piercing “che fai?” chiede
” me lo ciucci? In telecamera” dice lui serio..lei apre la bocca e lui è dentro.
Si concentra sulla cappella gonfia e violacea, S. chiude gli occhi, si perde in quel sapore, muove la testa, frulla la lingua, succhia, lo sega e risucchia.
Guarda la telecamera, fa finta di fermarsi, di mordere il cazzo “dai non mi va di essere ripresa” dice con la bocca e con gli occhi dice- guarda guarda quanta voglia del tuo cazzo ho- e ricomincia pompare. Agostino ansima. Lei fa dei giochi incredibili con la lingua, gli occhi sorridenti hanno lasciato lo spazio a occhi vogliosi. Agostino non vuole sborrare, non ora. Si deve staccare da quella bocca.
Si stende su di lei, lei lo guida nella sua figa profumata senza dire niente. Agostino spinge. E’ frastornato, sovraeccitato. Sta scopando la sua amica, ed ha anche una telecamera in mano. Si riprende il cazzo che entra in lei, le riprende le tette che ballano sospinte dai suoi colpi, la inquadra in viso e lei ricambia con i sorrisi e i suoi occhi ridenti, i suoi occhi ridenti – dai spingi di più –
Si accarezza il seno, cercando soddisfazione alle sue voglie. Lui non sa più dove metter la telecamera, ma vuole riprenderla tutta, è sudato, fa caldo a Mesagne, fa caldo anche in campagna. Lei vorrebbe la buttasse via e la scopasse forte. Si fa dare la telecamera, pensa di liberare la sua energia. Lui s’impegna, a lei piace. Si riprende la figa bagnata sfondata dal cazzo di Agostino, riprende il viso di lui che gronda sudore.
“fagli vedere questo al tuo amico di Roma” e si tuffa con la bocca sulla sua figa depilata, calda vogliosa. Lei geme, Agostino con la bocca ci sa fare. Lecca la vagina, sgrilletta con le dita, lei gode, e ride eccitata. Sta per venire. “ancora” chiede. S. esplode in un orgasmo intenso, lungo e caldo come la giornata di luglio. Agostino la guarda compiaciuto, sorride anche lui, la faccia paonazza perlata di sudore. Le strofina il cazzo sulla figa strappandole un nuovo mugugno, le fa intuire la voglia ancora inevasa.
“girati” le ordina e lei ubbidisce, mostrando il culo al suo amico, o forse qualcosa di più. Lui posa la telecamera, non ha più tempo per riprendere, ha bisogno di azione. L’afferra forte per i fianchi, punta la cappella turgida, la spinta è minima perche la figa è lubrificata dall’orgasmo appena trascorso, il cazzo affonda tutto.
Antonio si coordina, spinge forte, mentre Elisa, la cantante, continua a gorgheggiare, e S., la freak, continua a mugulare. Quattro, cinque, sei affondi decisi, con gli occhi a puntare il tettuccio della macchina, cercando di eliminare il sudore salato che cola dalla fronte negli occhi senza staccare le mani dai fianchi bianchi di S. Otto, nove, dieci colpi veementi, iniziando a rantolare di fatica, per il caldo, per lo spazio angusto. Tredici, quattordici, quindici affondi di cazzo fino alle palle per sentirle gonfiarsi, dolere, caricare l’orgasmo. Ed eccolo che arriva alla ventesima spinta Antonio tira fuori il cazzo bagnato degli umori copiosi di lei, lo sega due volte e schizza imbrattando la schiena armoniosa di S.
Ogni grugnito una fuoriuscita violenta. Dopo cinque grugniti la schiena e il culo di S. sono ornati da uno scarabocchio diafano su un fondo ancora più pallido.
Lei ridacchia, non può vedere ma al primo contatto lo sperma è rovente e le brucia la pelle ” Come mi hai conciato..?” gira i suoi riccioli per guardarlo con quegli occhi sorridenti. Lui si lascia andare sul sedile, stravolto, fradicio, svuotato felice.
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Storia di S. – Capitolo 1/b Ritorno in città
L’inizio di ottobre si lascio alle spalle il caldo settembre e si fece pervadere da un vento frescolino da cambio stagione. S. camminava sotto i portici stringendosi nel suo maglione peruviano comprato nel solito mercatino per universitari. Si stringe nel bavero grezzo, respira odore d’incenso.
L’estate di Mesagne è alle spalle, è quasi un mese che non sente Agostino. La sera precedente la partenza, sono stati insieme, hanno fatto l’amore in spiaggia, l’ha fatta venire con le mani, le ha sborrato sul seno generoso mentre lei rideva al chiaro di luna. Poi silenzio, d’altronde gli amici fanno così.
Duecento metri prima del locale sente già gli schiamazzi degli altri studenti che bevono spritz e birra fuori dalla porta. Cerca le sue coinquiline nella folla ma non le trova, va al banco e ordina una Moretti grande. Mentre paga si sente tirare per una spalla.
“ciao freakkettona!”. Si gira, all’inizio non riesce a mettere a fuoco, poi lo riconosce. E’ David un ragazzo che S. conosce solo di vista. Un bellissimo ragazzo, alto un metro e ottanta, dreadlocks biondi che cadono sulle spalle larghe, occhi blu intenso, barbetta incolta. Veste con una camicia di lino bianca con i bottoni di cocco e le maniche lunghe arrotolate fino al gomito. Pantaloni blu al ginocchio e sandali di cuoio ai piedi. Ha un viso ancora abbronzato. DA tutte le ragazze dell’Università è considerato un figo da paura. E S. che a lui le ragazze non sono mai mancate. Ha la fama dello sciupa femmine
S. con la faccia da fessa e pensa -wow…e mo’ questo perché parla con me che non si è mai filato…e poi perché mi chiama freakkettona? –
“ciao” risponde più per cortesia “come stai? hai passato bene l’estate?”
” si dai non c’è male..sono stato a fare del volontariato in Brasile..”
– si come no – pensa S.
” beh ti trovo abbronzata anche a te..molto bella!”
S. arrossisce “gr..grazie..ho fatto volontariato anche io…in Puglia a casa dei miei..ahhaha” si schermisce con una battuta per evitare l’imbarazzo..
I due escono. David sta attaccato ad S. chiacchierando con lei, bevono birra sotto i portici, chiacchierano. David racconta un sacco di cose del suo viaggio estivo. Le racconta del suo volontariato nelle favelas di Rio, ma sa alternare discorsi tristi a battute divertenti e non disdegna di prenderla in giro. Anna si guarda in giro, cerca con gli occhi ridenti le sue coinquiline ma non le trova. Intanto David continua a parlare, lei è spaesata pensa – ma con tutta la tipe che ci sono stasera, perché questo si è messo a raccontarla su a me?.. è proprio figo però.. –
” abbiamo finito la birra..vado dentro a prenderne un’altra, aspettami eh?” fa lui “certo!” fa lei sempre perplessa. Intanto si sbottona un po’ il maglione e legge il messaggio arrivato sul cellulare. E’ della sua coinquilina Cecilia “Ciao S., Monica ed io siamo finite a casa di Martino, mi sa che Monica finalmente se lo scopa..Troia :-). Se ti va passa che c’è qui un po’ di gente.Cecy”
Non fa in tempo a rispondere che David rispunta fuori dalla folla con due moretti grandi ghiacciate in mano “Ecco signorina, per lei dalla mia cantina personale” e ride.
“grazie David, aspetta che ti do le tre euro..”
“ma scherzi lascia stare. Ti ho detto che è della mia cantina personale” e fa schioccare le due bottiglie per brindare con lei.
Mentre continuano a chiacchierare, David tira fuori dalla tasca dei pantaloni un pezzo di fumo giallognolo e con l’accendino inizia a scaldarlo.
Quando finisce di rollare invita S. a spostarsi un po’ ” vieni sediamoci lì così fumiamo in pace..”. Si spostano di una decina di metri e si siedono sui gradoni. David accende la canna e subito la passa ad S. “tieni a te l’onore..” Il fumo satura i polmoni di S. donandole una sensazione di calore che risali rapido lungo la colonna vertebrale solleticandole la zona del cervelletto. Si abbandona ad un sospiro e subito dopo sorride. David è un ragazzo divertente, ed è bello, molto bello. La testa di S. diventa leggera, gli occhi ormai sorridono raggianti, non riesce a parlare molto, le parole faticano ad arrivare e i dreadlocks biondi di David sembrano emanare luce.
Dopo dieci minuti la lingua di David sta esplorando la bocca di S. Lei ha teso una mano aggrappandola alla nuca rasta di David per non farlo andare via. Sta ansimando, ansima di più quando una mano ruvida s’insinua sotto il maglione arancione peruviano e le tocca il seno pieno. Il suo tocco è deciso e soffice allo stesso tempo. La mano libera di S. si poggia sulla sua patta con un impulso che non passa nemmeno dalla testa. Trova la durezza che desiderava, anche lui a quel tocco ansima. Si staccano e si guardano. Gli occhi di S. sorridono. ” Vieni con me..”le sospira David nell’orecchio..
Il percorso verso casa è costellato da pause ad ogni angolo, ad ogni colonna di portico, i due si baciano aggrovigliando le lingue, lei sospinge il bacino contro le gambe di lui cercando un piacere fugace.
Ancora prima che la porta di casa sbatta, loro stanno già cadendo avvinghiati sul letto, il maglione di S. è volato ai piedi del letto, la camicetta farà la stessa fine qualche secondo dopo. Lei è cavalcioni su di lui, passa la lingua su collo affonda il naso nei rasta ispidi, ne percepisce l’odore pungente e ha una scossa al basso ventre. Con le mani cerca la cintura di cuoio, la apre, strattona i pantaloni. Lui rimane con i boxer attillati che a fatica contengono il suo cazzo. Lei ha un attimo di esitazione, lo guarda con gli occhi che sorridono. Poi afferra l’elastico e glieli sfila e quegli occhi si riempiono di lussuria.. Il cazzo svetta, lei si china, lo cinge con una mano, la fa scorrere lenta, sembra quasi annusarlo, fa scendere un filo di saliva sul glande e lo guarda, lui sorride e lascia fare. La bocca diventa avida, avvolge la punta e rimane sospirando a gustarsela qualche attimo. Inizia un lavoro lento, mugolando, la sua figa brucia ancora costretta negli slip. Ci mette una mano sopra, accarezzandosi e dandosi un po’ di sollievo. S. aumenta il ritmo, lo masturba sbattendosi il cazzo sulla lingua. Si rituffa cercando ogni volta di arrivare un po’ più in fondo. Prende fiato e lo guarda e scende di nuovo, scende, scende, scende, la cappella tocca la gola, ha un conato di vomito e risale lasciando un’abbondante quantità di bava su tutta l’asta. “wow..freakkettona..vacci piano o di me rimarrà poco..” lei ride – freakkettona – pensa – ma perché mi deve chiamare così – gioca con la lingua sul frenulo “se non ti piace il servizio posso sempre smettere…però lui sembra contento” sorride.
” è molto contento..però ora tocca a me” lui si rialza e la ribalta sul letto. In un unico movimento tira via la gonna e gli slip. Con la bocca trova subito il sesso depilato e fremente, le lecca il clitoride.
Insinua le dita, prima una poi due , più in fondo a trovare il collo dell’utero, è talmente bagnata che non trova difficoltà. Lei gira la testa affonda la faccia in un cuscino, sta godendo. Arriva dentro anche il terzo dito e la velocità aumenta..S. è in estasi. Lui si ferma, lei fa un faccino triste ma dura poco. David ha puntato la cappella che scivola dentro rapida. Non se ne era resa conto ma la circonferenza del cazzo è consistente e la riempie bene. Le lingue s’intrecciano ancora, David con un gioco di prestigio le mette le gambe in spalla e affonda i colpi. E lì non capisce più niente, le manca l’aria, pensa solo al cazzo che entra ed esce, si contorce sul letto, con una mano sul petto del ragazzo riesce a fermarlo. “fammi stare sopra” gli dice.
S. guida il cazzo dentro di lei e inizia a cavalcare, la clitoride si strofina beata contro il basso ventre di David
‘Lo senti eh?..lo senti vero freakkettona?’
‘Si si si..lo sento hai un bel cazzo’ sorride S. cercando di non deconcentrasi. Si abbassa offrendogli il seno come ciucci, lui si fionda con bocca e mani. Lei si Aggrappa alle lenzuola e prende un ritmo sostenuto. Lui a quel punto afferra il culo della ragazza e inizia pompare da sotto, S. si sente sfondata ‘ Cazzo mi sfondi’si si si’.
David le porge un indice da succhiare..lei fa un pompino lussurioso anche al dito. Poi il ragazzo inizia a infilare la prima falange nel buchino. ‘Mmm..’ mugola lei.
Ripete l’operazione dandole ora due dita da succhiare e poi cerca di insinuarle nel culo di S.
Lei continua a ballare sul cazzo..’fai piano che è stretto..aaah’ Lui fa per togliere lei dita ma lei con una mano le trattiene dentro, accelera ancora il ritmo, è vicina all’orgasmo, si butta su di lui in preda a forti convulsioni, lui spinge il bacino più su che può facendo il movimento opposto con le dita affondate nel culo. S. urla tutto il suo orgasmo. ‘ aahh..uhh” e si accascia esausta. Lui da ancora dei colpetti con il cazzo strappandole un sorriso. Poi la fissa, non è ancora venuto. Fa uscire il cazzo dalla figa bagnata e cerca di approfittare dell’altro buchino, lei gli sorride ‘no no’adesso no..’ e con un movimento lento si sdraia affianco a lui sulla schiena. ‘però ti posso offrire altre cose di me..’ e dicendolo lo guarda maliziosa e si stringe con le braccia lo splendido seno.
Lui capisce al volo e si siede su di lei. Il cazzo robusto freme al contatto con quelle meraviglia. David strofina la cappella sui capezzoli, poi sulla lingua di lei, infine lo pone in mezzo al solco delle tette e lei cerca di cingerlo aiutandosi con le mani. David inizia a muoversi. S. guarda il cazzo con gli occhi che le sorridono, ogni movimento la punta è sempre più vicina alla sua faccia, tira fuori la lingua oscenamente fino a toccarlo. Lui si muove con foga, si gode le tette si gode la lingua, si gode tutto di quella ragazza. ‘ vengo’ dice David ‘Vieni..dai!’ risponde lei. ‘ahh’sborro!’ ‘si dai sborra..sborrami sulla lingua’
A quelle parole il cazzo del ragazzo ha un sussulto violento, un primo schizzo lascia un segno verticale sulla guancia di S., un secondo colpisce il naso, un terzo più debole si scarica sulla lingua. ‘wow..’ dice lui. ‘mmm..’risponde lei ‘tanta roba..mi sa che in Brasile ti hanno lasciato a stecchetto” e mentre dice la frase con nonchalance inghiotte la sborra..sorridendo ancora e fissandolo negli occhi.
Mezz’ora dopo sono ancora sdraiati sul letto, l’abatjour accesa. S. si è ripulita il viso in bagno e ora nuda si copre con un lenzuolo. David sta rollando una canna.
L a porta della camera si apre all’improvviso, entra un ragazzo. S. ha un sobbalzo ‘ehi..’
David rimane calmo ‘tranquilla è solo il mio coinquilino’.
‘ si ma’io sono una nuda’ si agita S. cercando per terra i vestiti e coprendosi alla meno peggio con il lenzuolo
‘Ehi ciao..vedo che vi siete dati da fare..eheheh..brava freakkettona’
S. ha un brivido ‘ e perché mi chiama anche lui freakkettona – , poi nella sua testa qualcosa si muove, lei quella voce la conosce. Alza gli occhi e nella penombra della stanza riconosce Marco, il tipo di Roma a cui a Marzo, da ubriaca, aveva fatto un pompino. Il ragazzo ha un ghigno stampato sulla faccia.
‘Scusate l’interruzione..mi serve accendere il PC per vedere una cosa..e visto che vi state accendendo una canna, allora vi faccio compagna. Vi ho anche portato mezza bottiglia di tequila’ e facendo così l’allunga verso S. che rifiuta mantenendo con le mai il lenzuolo per coprire il seno.
Marco si siede su una poltroncina ai bordi del letto non troppo lontano dalle gambe della ragazza, David invece accende la canna e subito la stanza viene invasa dall’odore acre del fumo.
‘beh fate tranquilli tanto per me è tardi, mi vesto e vado..’ dice S. cercando di alzarsi. David nel modo meno brusco possibile l’afferra per una spalla e la fa risedere: ‘tranquilla fumiamoci questa canna e ci facciamo quattro chiacchiere..poi vai via..tanto ormai è l’una e mi hai detto che domani mattina vuoi dormire fino a tardi..tieni’ e gli passa la canna.
S. pensa che è meglio prendere un po’ di tempo, fa quattro tiri di canna molto brevi, per non perdere il controllo, inizia però a tossire e allora marco le porge la bottiglia di tequila. S. è costretta a farsi una sorsata per placare la tosse. Rabbrividisce quando la gola entra in contatto con il liquore. Marco armeggia con il PC, poi si rigira verso i ragazzi sempre con il ghigno stampato sulla faccia ‘Allora freakkettona, ti trovo bene, come sono andate le vacanze?’
‘abbastanza bene, ma mi chiamo S.’ risponde un po’ piccata. ‘beh dai anche freakkettona ti dona’ immagino ti sia divertita in vacanza allora?’ incalza Marco. ‘Ti ho già detto che sono andate abbastanza bene..’ rimandò lei.
‘beh dai hai anche una bella abbronzatura..’ disse Marco accarezzandole il ginocchio e sorridendole. S. si ritrasse. David con fare disinteressato le cinse le spalle e ad alta voce ma sporgendosi verso l’orecchio destro di S. ‘posso confermare che ha proprio una bella abbronzatura..’ e le lecco fugacemente . S . rabbrividì ancora.
Marco guarda David e chiede ‘Ti sei fatto fare un pompin?’te l’avevo detto che è brava o no?’ e sghignazza.
S. si inalbera ‘ ecco ora mi hai rotto il cazzo.. dammi i miei vestiti che me ne vado’ si alza di scatto..
‘e dai stai calma..’marco la spinge di nuovo a sedere e le mette le mani sulle cosce, tenendola ferma, risalendo con le mani. La ragazza sta volta non può far altro che lasciare il bordo del lenzuolo che copriva il seno e schiaffeggiare il ragazzo : ‘solo perché sono qui nuda col tuo coinquilino non vuol dire che sono una troia..hai capito sfigato?’
Marco incassa il colpo serafico alza lo sguardo verso il seno ora nudo e gli occhi che non sorridono più di quella ragazza ‘belle tette’ mormora sereno. ‘ e va beh..se non ci stai..pazienza..almeno dammi il tempo di guardare il mio Pc..’ si gira verso la scrivania, quattro clic con il mouse e sullo schermo compare il volto di una ragazza con i riccioli neri, il piercing sotto il labbro, gli occhi ridenti e soprattutto un cazzo in bocca. S. non capisce subito, non è immediato riconoscersi subito nelle immagini sullo schermo, un po’ come si fa fatica a riconoscere la propria voce registrata, tenendo presente che passiamo il 99.9% della nostra vita a guardare gli altri e solo sporadicamente ad osservare noi stessi allo specchio .
S. fisso lo schermo spaventata. Sopra il player campeggiava il titolo ‘GIOVANE FREAKKETTONA CIUCCIA E SI FA SCOPARE’. Non poteva credere che era il video che aveva girato con Agostino, il suo miglior amico, e forse qualcosa di più. Si lasciò cadere con il sedere sul letto, gli occhi fissi sbigottiti. David alle sue spalle le passo la canna di cui era rimasto solo l’ultimo quarto, S. la prese meccanicamente e fece due tiri profondi, il fumo le velo’ gli occhi di lacrime, o forse erano le immagini che la ferirono dentro.
‘beh freakkettona..mi sa che ti sei prorpio divertita quest’estate..non puoi negarlo..’ sghignazza Marco di gusto. ‘proprio un bel lavoretto..no?..l’unica cosa che mi chiedo è: pensa se inavvertitamente qualcuno dovesse inviare questo link alla mailing list dell’università..quella con dentro tutti gli studenti, i professori, gli associati e gli assistenti’beh mi sa che non saremmo gli unici due a chiamarla freakkettona..dico bene David?’
Il giovane rasta accarezza la testa riccia della ragazza, le si avvicina e le bacia il collo ‘sono sicuro che non succederà niente del genere..’
‘ehi david guarda questa parte’è la mia preferita senti cosa dice lui nel video’, le piccole casse del portatile rimandano le parole di Ago incise sul video – fagli vedere questo al tuo amico di Roma- mentre il ragazzo inizia a leccarle la figa.
‘bella questa parte vero?..’ dice sempre Marco rivolto alla ragazza sempre più muta e con una lacrima che le riga il viso.
‘Beh vediamo se ho capito come si fa..’ Marco si butta in ginocchio con la faccia tra le cosce di S. che cerca di resistere, ma la sua mente è sconvolta, il fumo la tequila e quelle immagini le hanno resettato la mente, non ha più alcuna volontà. David continua a slinguarla avido sul collo e a palparle le tette da dietro, Marco cerca di farsi strada con la lingua tra le cosce, che con il passare dei secondi vanno via via allargandosi.
La lingua arriva al clitoride, S. ha l’ultimo mugugno di resistenza ma presto si trasforma in un sospiro mentre le sua cosce cedono alla divaricazione completa.
David raggiunge la bocca della ragazza e la limona con vigore, poi la fa stendere sulla schiena mentre marco continua il suo proficuo lavoro sulla figa liscia e bagnata della fanciulla. ‘mmm freakkettona’sei molto buona’slurp slurp’e mi sembra di capire da quanto sei bagnata che non sto facendo un brutto lavoro..’
David intanto prende a leccare le tette generose, le strizza i capezzoli tirandoli verso l’alta strappandole lamenti di dolore e godimento. Il ragazzo in ginocchio sul letto prende il cazzo e lo infila prepotente nella bocca iniziando a scoparsela. Lei lo accoglie gemendo, la sua figa è un lago a cui Marco si sta abbeverando, la situazione la eccita oltre misura e così il pompino che sta regalando a David è superbo, salivato e profondo con il ragazzo che non le risparmia affondi decisi per arrivarle in gola.
‘te l’avevo detta che questa troietta freakkettona ci sarebbe stata’ma non immaginavo ci avresti messo così poco a portartela a casa’slurp slurp..’ dice Marco sarcastico. S. accenna una protesta ma è vinta dalla sua eccitazione e non si stacca dalla mazza del rasta biondo.
‘dai facciamo cambio che voglio riprovare un po’ quella bocca..è passato troppo tempo dall’ultima volta che me l’ha succhiato.’ I ragazzi si danno il cambio. Marco si fa spompinare, David invece in piedi punta il suo uccello dall’ottima circonferenza alla figa allagata della giovane e la penetra in colpo solo . ‘ohhh” fa S. con la bocca invasa di cazzo.
‘ti piace farti scopare..’ marco la schiaffeggia col cazzo ‘dai tira fuori la lingua fammi vedere quanto vuoi anche questo di cazzo..’ le parole del romano la fanno sentire sporca ma i pensieri ormai sono disconnessi nella sua testa e pervasa dalle sensazioni che arrivano dal suo basso ventre.
Passano dei buoni dieci minuti, uno stantuffandole la figa, l’altro scopandole la bocca, facendole uscire dei versi osceni.
David la fa girare a pecora, l’afferra per i fianchi tirandola e spingendola, facendo arriva il cazzo fino alle palle dentro di lei che lecca e pompa con sempre maggior foca. Poi il rasta esce e le infila due dita in figa per inumidirle e subito dopo penetrandola nel culo..’fai piano” ‘si certo freakkettona’..David alterna le dita nel culo a delle slappate con tutta la lingua all’ano di S.. Le dita diventano tre e lei mugola di dolore senza però staccarsi dal cazzo di Marco.
David punta la cappella ingrossata e cerca di forzare il buco del culo..’No lì no’per favore..’ dice lei quasi con una punta di tenerezza.. David insiste a spingere ‘ eh si invece..prima mi hai detto che non era il momento..ora invece mi sembra che il momento sia arrivato” e dicendo così da un colpo di reni più deciso, la cappella si infila quasi tutta.
S. si stacca dal cazzo stava spompinando”ahhhh’male!!’ e inizia a respirare velocemente quasi come dovesse partorire”ahi ahi’ti prego’. Marco le risolleva la testa riccia affondata in un cuscino e le rioffre il cazzo ‘prendi questo..ti aiuterà..’ . Le ricomincia obbediente a ciucciare mentre David dietro di lei affonda nel culo sempre di più.
Effettivamente ciucciare il cazzo l’aiuta ad affrontare il dolore pensa S. e dicendosi ‘ sono una troia..freakkettona di merda. Ora ricomincia a ciucciare come se nulla fosse, come se il cazzo di David non le stesse aprendo il culo, anzi i il suo respiro diventa sempre più regolare e il suo mugolare è diventato di puro godimento’
‘ mi sa che ora tocca un po’ anche a me..’dice marco. David gli risponde di sdraiarsi sotto di lei, lei all’inizio non capisce ma poi, quando capisce, non fa una piega. Marco le ha già penetrato la vagina strappandole un altro grido di dolore ma allo stesso tempo una scarica di eccitazione per la doppia penetrazione che sta ricevendo, si accascia a cercare la bocca del ragazzo romano, che tanto fino a quel momento aveva disprezzato, e lo limona vorticosamente.
Poi si gira verso David:’prendi il telefonino, voglio essere filmata..’ Il ragazzo rimane sbigottito, poi senza uscirle dal culo si gira verso il PC e ci armeggia qualche secondo ‘ecco c’è la webcam accesa, sta filmando’
Sulla schermo compare l’immagine dei tre ragazzi avvinghiati. ‘Bravo continua a scoparmi il culo..dai che sto godendo..ahah..’
Il ritmo diventa selvaggio. Lei rigira la testa verso il PC guardano le immagini che la webcam sta catturando, guardando la sua figura penetrata da due semisconosciuti, guardano il suo volto contratto dal piacere, guardano i suo occhi tornati ridenti ‘Ciao Ago..’ esordisce con voce stentorea per far si che il microfono riesca a registrare chiaramente ‘hai visto che giovane freakkettona’ti piace eh?…beh il trattamento sta piacendo molto anche a lei ‘i suoi occhi ridenti, belli, profondi per un attimo lasciano trasparire rancore, si trasformano in occhi vendicativi ‘ e devo ringraziare te.. per avermi” una lunga pausa per cercare la parola giusta ‘spinta a questo’peccato che tu non potrai mai avere il piacere di partecipare’ Fatti tutte le seghe che vuoi! ‘.Addio bastardo! Addio sfigato!!’
S. si rigira cercando ancora la lingua del giovane romano sotto di lei ‘ dai scopatemi forte’dai dai dai’vengo vengo vengo’ esplode letteralmente, Marco sente le contrazioni della figa e gli umori già abbondanti si fanno straripanti. S. è sconvolta dal piacere. David dietro di lei grugnisce ‘ti sborro nel culo..’ e la farcisce con una bella dose di sborra.
Marco che si era dovuto fermare per agevolare la spinta e l’orgasmo dell’amico si sfila da sotto e inizia a menarselo ‘ dai che sborro anche io..’ la strattona per un braccio e la fa inginocchiare sul pavimento di fronte a lui, David si deve quindi spostare e il suo cazzo esce dal culo, seguito da un fiume di borra che le cola tra le cosce.
‘Tieni freakkettona..bevi la sborra..ah aah..’ e violenti fiotti le inondano la faccia, le labbra, colando sul seno. Lei tira fuori la lingua e cerca di raccoglierne il più possibile. Ha goduto come non mai.
Si alza prende un pezzo di carta e scrive qualcosa. Poi raccoglie da terra la camicia di David. Si pulisce il viso e si sdraia sul letto.
‘mandate il video a quell’indirizzo mail! E non svegliatemi, voglio dormire fino a tardi, domani mattima!’
Chiude gli occhi ed entra in un sonno profondo.
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Soria di D. Cap 2/a ‘ Dalle acque spumose della riviera romagnola
62 messaggi. 62.
La casella personale del sito cricetocurioso straboccava già di nuovi contatti.
Gli occhi della ragazza fissavano lo schermo e brillavano di soddisfazione. 63, ne era appena arrivato un altro.
Iniziò ad aprire il primo ‘ D. sei troppo fica, aggiungimi ai tuoi amici. Toro82 –
D. accetto l’amicizia e passò al successivo ‘ il tuo ultimo video è bellissimo, si vede che ti piace bere la sborra. Se hai sete incontriamoci. Rispondimi in privato. Longandwide –
D. sorrise ma passò oltre ‘ sei bbbona. Geronimo – – Più ti vedo e più ti voglio scopare. Andrew77 ‘ Mi sono fatto tre seghe con l’ultimo video. Marcazzo23cm. –
E via così…i messaggi si susseguivano sconci. Erano passati 45 minuti da quando aveva caricato sul sito il video del pompino fatto al suo ragazzo. Il video terminava con l’immancabile sborrata sulle labbra, con lei che si passava la cappella come fosse un burro cacao, fissando la telecamera con quegli occhi neri e la frangetta scombinata. Un lungo filo di sperma le pendeva dal mento, la recupererò con le mani e se la portò alla bocca, risucchiandola, e inghiottendo tutto, con quell’aria da bimba appena beccata a mangiare nutella.
– che pompinara che sei! E come godi! KurtD – -anche con quel felpone sei figa uguale e quando spuntano le tue tette…sborro! Faccele vedere di più. Nereo_W-
– forse lo farò nei prossimi. Un bacio a te Nereo_W. Tua D. – rispose ammiccante e passò oltre per continuare a leggere i messaggi.
– Ehi D. sei bravissima ma vogliamo vedere il tuo culo sfondato. BarbarianXX –
– Ciao siamo una coppia giocherellona e ci piacete un sacco. Siete molto erotici. Vogliamo fare amicizia. Noi possiamo ospitare e anche spostarci nei weekend. Un besito. SexLovers –
Donatella rispose ancora -Abbiamo visto i vostri video SexLovers e siete molto belli. Rick ed io però giochiamo da soli. A preso D. –
– Che troia pompinara! AlexAri – – Ce l’ho ancora duro. Must67 –
D. scorreva i messaggi, che eccitazione le stava montando, aveva l’interno coscia già umido e Rick sarebbe tornato a casa solo nel tardo pomeriggio, ancora troppe ore la separavano dal cazzo adorato del suo adorato ragazzo.
– Un omaggio per te e ne ho ancora tanta da regalarti! Sperminator ‘ D. aprì la foto allegata e vide un grosso cazzo, con la cappella gonfia e lucida, in primo piano. In secondo piano, appoggiata su un tavolo di legno scuro, una sua foto, evidentemente estratta da uno dei video postati, mentre fissava in camera e il lungo cazzo di Rick le scopava la bocca. La foto era disseminata da gocce biancastre. D. la fissò a lungo quasi studiandola, guardava prima il cazzo, bello turgido, poi la sua immagine, i suoi occhi, e quelle tracce di sperma. Ebbe la sensazione di sentire sul suo viso l’omaggio che l’utente Sperminator le aveva fatto, era una delle cose più eccitanti che avesse mai visto: lei, seppur in foto, sborrata da uno sconosciuto, senza volto, senza nome, senza età, rintanato nella sua stanza chissà in quale parte d’Italia. Non poté fare a meno di spostare il perizomino di raso nero che la copriva, di divaricare le grandi labbra e con le dita raggiungere la clitoride. Con la mano sinistra utilizzava, un po’ impacciata, il mouse per scorrere gli altri messaggi.
– sei una sucacazzi fantastica. Bigio- – D. Ti amo! Antho89 – – hai una troia veramente ben ammaestrata. Master71 –
D. godeva a leggere e le sue dita sul clito scivolavano sempre più veloci.
– sei proprio insaziabile. Lo vuoi il mio? KGB_76 – – Bella!Bella Bella! Continuate così . TesTest-
– Sei la più troia di tutte. GPSXX – – Sto sborrando ancora per te. Cimice78. – D, ti vogliamo tutta sborrata…sei il nostro mito! TheRealThing –
D. venne bagnando la sedia imbottita, e lasciandosi andare indietro allo schienale. Si lecco un po’ le dita. Poi si alzò e andò in bagno, senza però dimenticare di dare un’ultima sbirciata alla foto del cazzo che le era arrivata. ‘Ma sarò veramente porca?’ pensò.
Per capire chi è veramente D. dobbiamo fare un salto all’indietro di un anno e mezzo, metterci dietro uno scaffale pieno di maglioncini colorati di un negozio di abbigliamento giovanile di un centro commerciale della Romagna e osservare quella ragazzina. Si quella con i pantaloni attillati neri e la polo verde smeraldo con il logo del negozio sul seno sinistro. Ha i capelli neri legati con una coda di cavallo alta, ha gli occhi un po’ tristi mentre piega la sedicesima tshirt bianca con stampata la faccia di Marilyn Monroe. Una signora sulla cinquantina si avvicina e le chiede un’informazione, D. si gira arrossisce e risponde con una vocina flebile flebile. La Signora si avvicina ‘come scusi?’. D. risponde ancora indicando una corsia con la mano. La signora si gira e si dirige verso la direzione indicata, scuotendo la testa e borbottando tra sé e sé.
Dietro D. si vede l’egresso a un piccolo officio. Un omone calvo, con camicia azzurra e cravatta fantasia si staglia sull’uscio e vista la scena arriva alle spalle della ragazza. Lei se ne accorge, abbassa gli occhi e arrossisce ancora. Il direttore la sta sgridando con la voce bassa ma ferma e il tono severo. Lei risponde chinando ancora di più il capo e mormorando un flebile scusi.
Il direttore si volta sbuffando, poi vede entrare dall’ingresso il responsabile di zona della catena di negozi e lo saluta andandogli incontro.
‘Buongiorno Riccardo, è un po’ in anticipo, prego andiamo in ufficio si accomodi’
Riccardo è un bel giovane sulla trentina, alto, magro ma non scheletrico, i capelli castani chiari portati molto corti, ama raparsi la testa da solo una volta alla settimana con l’accorciacapelli elettrico alla lunghezza di 1,5 mm.
‘Buongiorno direttore come andiamo?’, i due si stringono la mano e si dirigono verso l’ufficio, mentre D. piega la ventiquattresima maglietta di Marilyn.
‘Problemi con le commesse, direttore?..non ho potuto non notare la piccola discussione’
‘Ma no Riccardo, è solo che queste ragazzine mi sembrano un po’ viziate, pare che non abbiano mai voglia di lavorare’ sbuffa il direttore. ‘Questa poi è tutta particolare. Sembra quasi che i clienti le diano fastidio. E parla con questa vocina che sembra un topino.’
Riccardo si gira ad osservare la ragazza. Dall’ufficio può vederla di spalle mentre continua a piegare le magliette. E’ alta intorno al metro e sessanta, piccolina, con le spalle e la schiena armoniche, il culetto fasciato nei pantaloni neri è tondo, non da fotomodella ma molto piacevole alla vista. La ragazza ha anche delle ambre che cadono regolari. Nel complesso una bella figurina valorizzata dalla coda di cavallo formata da capelli lisci, neri e lucidi, e che ricade sensuale tra le scapole.
Riccardo si perde un attimo a seguire il movimento ipnotico del sedere.
‘..è un mese, da quando è arrivata che cerco di farglielo capire, non essere così timida, e parla più forte’ continua il direttore
‘ah si..’ riflette Riccardo che si è perso buona parte del discorso ‘beh forse sarà stanca..a che ora finisce il turno?’
‘Si stanca…lo so io di cosa sarà stanca quella..comunque finisce tra una mezz’ora..’ annuisce il direttore, e poi aggiunge con fare complice e in dialetto romagnolo per aumentare la confidenza ‘ tra mezz’ora inzia il turno Giulia, anche lei sarà arrivata un mese fa…Oh Riccardo e cià un paio di tette e delle labbra da pompinara che non ti dico..’
Riccardo sorride ‘..e allora faccia il bravo direttore che abbiamo bisogno di vendere mica di esporre la mercanzia delle commesse..’ ‘ma certo..’ fa il direttore imbarazzato’ci mancherebbe..’
I due stanno in ufficio per altri venti minuti a parlare di forniture poi Riccardo saluta di corsa e se ne va. Con la coda dell’occhio, vede D. che recupera la sua borsetta da un camerino privato per il personale e si appresta ad andarsene.
‘Signorina, salve, ha bisogno di un passaggio?’ Riccardo chiama sporgendosi dal finestrino.
D. arrossisce, abbassa gli occhi senza neanche degnarlo di uno sguardo ‘no grazie..’
Riccardo capisce di non essere stato riconosciuto ‘Signorina, lavoro anche io per la DesignJeans, sono il responsabile di zona..non si spaventi.’
D. si ferma e lo guarda, arrossisce ancora di più, Riccardo è un bell’uomo e le sta sorridendo. Con la voce sottile sottile ‘ah buongiorno, mi scusi, non l’avevo riconosciuta..grazie comunque non si disturbi..faccio due passi a piedi.’
‘Ma quale disturbo venga salga, sa noi ci teniamo ai nostri dipendenti…venga l’accompagno’
E così D. sale sulla macchina di Riccardo in evidente imbarazzo e si fa accompagnare fin sotto casa.
‘Abita qui? E’ un quartiere tranquillo..no?’ ‘Si sto qui, è un quartiere normale’
‘Ah e abita qui da sola o……’ ‘ Vivo ancora con mio papà’
‘Ah ok…’ ‘Si la mamma non c’è più da un undici anni..’ risponde ancora lei con la vocina sottile sottile e questa volta anche triste.
Riccardo la saluta facendosi promettere che la prossima volta non avrebbe fatto tante storie per avere un passaggio. Lei gli regala un sorriso e annuisce.
I passaggi non tardarono ad arrivare, Riccardo faceva in modo di fasri trovare al posto giusto al momento giusto almeno una volta alla settimana. I due entrarono in confidenza e ovviamente passarono a darsi del ‘tu’ e i passaggi diventavano più che altro passeggiate in macchine. Si scambiarono i numeri di telefono, si mandavano messaggini. Insomma fecero tutto secondo la prassi, la più pudica, italiana, fin quando finalmente dopo un mese e mezzo dal primo incontro si baciarono dopo essere stati a cena assieme. Anche quella sera non andarono oltre quel bacio, seppur dato con passione. Riccardo era paziente e lei seppur ormai si fidava di lui era timida e riservata.
Il giorno dopo lei gli scrisse un SMS :’mi vergogno ma ti voglio. Ti voglio tanto dentro di me. Tua D.’ ‘Ci vediamo sabato’ rispose lui ‘mi vergogno anche io ma mi piace che tu sia mia. Ricky.’
E venne quel sabato e andarono acena, poi in un locale della riviera dove si ballava e si beveva e mentre ballavano e bevevano, si abbracciarono e si baciarono. Lui le sussurrò all’orecchio ‘vuoi venire da me?’ Lei abbassò gli occhi e fece si con la testa. Dentro di lei era un’esplosione di gioia.
In salotto si baciarono ancora, lui sempre delicato iniziò ada ccarezzarle il sedere e lei lo faceva fare. Poteva iniziare a sentire schiacciata ventre a ventre, la rigiditò di lui che inizia a prendere forma. Si stupì per un attimo dell’effetto che poteva avere sugli altri.
La spogliò lentamente del vestito leggero leggero che indossava. La pelle candida prendeva forma nella stanza in penombra, le baciò il collo. Il cazzo di lui ora premeva nei jeans, lei non sapeva bene dove mettere le mani. Sia chiaro non era vergine, aveva avuto già qualche esperienza con ragazzi della sua età e un paio anche con uomini più anziani, ma mai aveva capito bene cosa si aspettavano da lei.
Lui inizio a massaggiarle l’interno coscia, lei sobbalzò. Lui all’orecchio le fece ‘sshhh..’per tranquillizzarla. Era scossa dai brividi. Finì con la schiena sul divano di pelle, mentre lui abbassava gli slip bianchi con un fiocchettino rosa sull’elastico. Lecco la fighetta curata e profumata ‘ aveva passato un ora in bagno per essere perfetta per quella sera speciale ‘ andò avanti per un buon quarto d’ora godendosi quella fighetta umida. La sentiva fremera ai suoi colpi. Ogni tanto qualche sospiro subito sopito. Quando alzava gli occhi per guardarla la vedeva con la bocca semiaperta, quasi in estasi, un braccio poggiato sul viso quasi a schermirsi e a proteggersi.
Nonostante si capisse che le piaceva non era venuta. Ricky le spostò l’avambraccio dal volto ‘fatti vedere quanto sei bella…’ Dopo averla baciata ancora sulle labbra, inizò a puntare il cazzo. La strada era resa agevole dagli umori della ragazza, e ogni affondo entarva di un pezzettino. Lei ansimava, ma girava il volto, chiudeva gli occhi, quando il cazzo entrò tutto, ed era un bel cazzo lungo, ansimò più forte e si portò di istinto le mani al volto per nascondersi.
Lui incominciò a pompare con buon ritmo. Le prese le mai e le inchiodò con tutto il suo peso sul divano, in modo da poter vedere la faccia di D. travolta dal piacere ‘guardami…guardami..mentre facciamo l’amore’ le diceva quando la vedeva chiudere gli occhi. Lei allora gli apriva e aveva i brividi che partivano dall’interno coscia e risalivano lunga la spina dorsale, il suo corpo fremeva tutto, mentre il cazzo di lui le rovistava l’interno, ogni colpo come un pugno nello stomaco, solo che infinitamente più piacevole.
Dopo qualche minuto iniziò a sussurrare, piano piano, con quel suo filo di voce mischiato a vergogna ‘vengo..vengo..’
‘cosa?’ chiese lui ‘cosa hai detto?’..’vengo vengo’ disse lei impercettibilmente più forte
‘Dai allora..vieni..vieni forte per me..fammi sentire come vieni..guardami guardami mentre vieni’
lei aprì gli occhi , lo vide mentre la montava sudato, che spingeva per donarle quelle splendide sensazioni. Lo vide che la guardava con passione e desiderio, un animale in calore che non si ferma una volta trovata la tana calda dentro cui spingere. Si immaginò osservata dai suoi occhi bramosi, immaginò la propria faccia riflessa negli occhi, di lui, la propria faccia stravolta dalle scariche elettriche che venivano dalla sua figa…e non trattene più quell’urlo vergognoso di puro godimento che le arriva da dentro…
‘brava piccola vieni…dai vieni…si dai grida..’ esclamò Ricky soddisfatto. Per darle tregua, la fece mettere a pecorina, lei si fece girare, tanto ormai era una bambolina senza alcuna volontà.
Pompò ancora forte, baciandole la schiena. Poi anche lui si avvicinò all’orgasmo, e la sculaccio sonoramente, mentre il cazzo diventava sempre più gonfio. Lei resasene conto gli disse ‘ non prendo la pillola…’ ‘cosa?’ disse lui sempre infoiato. ‘non prendo la pillola’ disse questa volta a un volume almeno udibile
‘cazzo!’ disse lui e si sfilò cercando di stringersi il cazzo con le mani. Lei in una straordinaria presa d’iniziativa si inginocchiò fulminea ai piedi del divano, cingendogli il cazzo con una mano. La cappella eruttò lava bianca e rovente che le si disseminò sulle guance, sulla bocca, persino sui capelli legati con la coda di cavallo. Ogni spruzzo di sborra in faccia le donò una scarica elettrica come un piccolo orgasmo, tanto che ansimò.
Ripulitasi in bagnò, tornò accoccolandosi tra le braccia di Rick, era nudo e accogliente. In quelle braccia aveva trovato affetto e sicurezza. Si scambiarono effusioni e coccole, come due piccioncini che aveva appena fatto l’amore, e in effetti era così.
‘sai mi hai stupito prima’ disse Rick
‘quando?’ rispose lei che in realtà aveva già capito la domanda.
‘beh prima..quando..insomma..stavo per..’ fece lui un po’ in imbarazzo.
Lei si strinse nelle spalle ‘ ti è piaciuto?’ chiese.
‘beh si..è stato…bello..come ti è venuto..non te l’ho chiesto io’
‘quando ero in quarta ragioneria stavo insieme a un ragazzo di nome Walter, siamo stati fidanzati per qualche mese. Ogni tanto voleva che…insomma che lo masturbassi, ed io ogni tanto finita la scuola dietro la palestra l’ho accontentato. Non aveva il pisello tanto grosso’ si mise a ridere teneramente ‘certo non grosso come il tuo ‘ però insomma quando ero lì e glielo toccavo, mentre lui mi palpava le tette, mi diceva sempre dai prendilo in bocca, dai che ti vengo in faccia, dai di qui e dai di là…Io non ho mai fatto niente del genere, lo facevo venire dentro un fazzolettino e lui era soddisfatto, anche se mentre se lo rimetteva nei pantaloni, mi diceva che la volta successiva avrei dovuto berla.
Poi oggi quando ti ho visto lì in piedi che stavi per…insomma ho pensato che forse ti avrebbe fatto piacere..e che eri stato tanto bravo con me e quindi te lo meritavi…’ fini la frase con la voce sempre più fioca, rosa dalla vergogna e dall’imbarazzo. ‘mi dispiace non averti chiesto prima il permesso…’ aggiunse.
Rick deglutì :’ mah..no, che dici… non..non devi chiedermi il permesso..mi è piaciuto’ si schermì. Poi si fece più serio le alzò il mento per fissarla negli occhi: ‘E’ stato eccitantissimo! Dovrai farlo ogni volta’
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