Sono quasi due anni ormai che mi sono trasferito in un’altra città per motivi di studio, e uno degli aspetti negativi che più non sopporto è il fare la spesa, soprattutto il weekend e nei grandi supermercati. Questa storia inizia circa un mese fa, era sabato e mi ricordo che dal mattino fino alle 3 di pomeriggio mi ero già sparato 5 episodi della mia serie preferita che avevo deciso di riguardare. Il frigorifero era vuoto completamente e non avevo neanche pranzato. Quando la fame iniziò a farsi insopportabile a malincuore chiusi il pc, jeans, maglietta e giubbotto, e mi fiondai nel supermercato più vicino. Ci sono persone che girano con due articoli due ore per il supermercato e sono quelli che mi fanno incazzare di più. Per queste persone il sabato è riservato per fare la spesa. Girano tutti i supermercati della città e stanno attenti ai prezzi fino all’ultimo centesimo come se fosse una questione di vita o di morte. Poi ci sono quelli invece che riempiono il carello fino all’orlo facendo fatica a muoversi tra i scafali. Questi dall’altra parte di solito sono spavaldi, arroganti come se il supermercato fosse proprietà loro. Quel sabato mentre stavo decidendomi sul cosa prendere di frutta e verdura, qualcosa mi colpì da dietro facendomi quasi cadere. Per fortuna mi aggrappai al il mio carello e sono riuscito a stare in piedi. Mi girai di scatto e vidi una signora, o meglio una cagna, con il carello pieno che non si voltò nemmeno, figuriamoci chiedere scusa. Si era messa in tiro per fare la spesa, quale messaggio più chiaro per dire “ho bisogno di essere scopata a dovere”? Mi arrabbiai con la cagnetta ma una curiosità si impossessò di me. Iniziai ad andarle dietro. Io che mai avevo fatto una cosa del genere e che fino a pochi momenti fa non avrei manco pensato di fare. Urtò una vecchietta e ci litigò, almeno la vecchietta l’aveva notata. Poi si fermò davanti alle zucchine, svuotando quasi l’intera casetta. Ecco un’altra prova che la signora era una porca. Ammenoché tu non debba sfamare un plotone di soldati 4 chili di zucchine ti servono solo per un unico motivo. Ero sicuro che le zucchine se le infilava da qualche parte la maiala. Mentre si allungava a prendere qualcosa da un scaffare le passai dietro. Era profumatissima, ma il profumo era mescolato con l’odore dei suoi umori. Le passai per una seconda volta dietro. Di nuovo quel odore che si distingueva così chiaramente. Co avrei scommesso che la cagna non portava neanche le mutandine. Mi venne il desiderio di alzarle la gonna lì sul posto e scoparlà davanti a tutti. Le donne più grandi mi attraggono da sempre, specialmente le cagne come questa. E questa semplicemente facendo la spesa me l’aveva fatto diventare così duro da farmi male. Litigò anche con la cassiera e una volta pagata la spesa si diresse fuori dal supermercato. Non avevo neanche iniziato a fare la spesa, avevo solo due articoli nel carello ma decisi di lasciare per ora la spesa e di seguirla. Era nervosa, si era messa in tiro per fare la spesa, le tante zucchine, e quel profumo di figa bagnata, ero certo che era lì a cercare qualcuno da scopare, e se usciva dal supermercato da sola era evidente che non aveva trovato niente. Cosi pensai di seguirla magari di offrirle un aiuto a caricare la spesa e dirle che mi aveva eccitato. Era una mossa azzardata, non aveva fatto mai una cosa del genere, ma mi ero talmente eccitato che non ragionavo più. Il tempo di pagare e vidi la cagnetta parlare con il negro che chiedeva l’elemosina. Cazzo, ho perso la mia opportunità pensai. Poi vidi il negro salire sulla macchina di lei e partirono. Allora doveva essere proprio disperata pensai.
Buttata la borsa nel sedile posteriore, accesi la macchina e iniziai a seguirli. Dopo pochi minuti l’auto di lei si fermò davanti ad un palazzo. Scese prima lei e poi il negro. Parcheggiai una decina di metri dietro a loro. Con le borse in mano entrarono in un palazzo. Mi illusi che il negro era li solo per portare le borse. Ero quasi per partire quando vidi il negro ritornare. Decisi di seguirlo. Quando aprì di nuovo il portone del palazzo finsi di abitare li, e gli chiesi se potesse lasciarmi la porta aperta. Lo aspettai sulle scale e gli tenni aperto il secondo portone mentre saliva con le 3 borse in mano pieni di spesa. Mi ringraziò e iniziò a salire faticante. Attesi che salisse un piano e poi iniziai a salire anch’io. Il negro si fermò al terzo piano e chiuse la porta dietro di lui. Ma non avevo sentito il girare dei chiavi, non aveva chiuso la porta a chiave ero sicuro. Piano mi avvicinai alla porta, appoggiai l’orecchio sulla porta ma non si udiva niente. Afferrai la maniglia della porta e con massima lentezza la girai e provai a spingere un po’. Bingo, la porta era aperta. Sentì che parlavano di qualcosa ma non riuscivo a capire di che cosa. Entrai del tutto dentro e chiusi la porta dietro di me. Sentivo il cuore che mi batteva all’impazzata.
‘ti manca fare l’amore’ sentii la voce di lei
Il negro iniziò a ridere. ‘tu bella donna ma tu mettere guai me’
‘ma che dici?’ ribatté lei
‘ e si’..si io toccare te, tu gridare e Omar tornare casa sua’ il negro pensava che fosse una trappola, ma credo che facesse solo finta, ero ovvio quello che cercava la cagna
‘ma ti piaccio?’ chiese lei
‘oh si”tu grande bella donna’ disse il negro con tono placato.
Dopo pochi minuti sento che iniziano a strusciarsi, mi tolgo le scarpe per non fare rumore prima di avvicinarmi verso la porta della cucina. Quando mi affaccio un po’ la troia è in ginocchio e glielo sta succhiando. Il negro è davvero dotato. Cazzo lo sapevo che quella voleva il cazzo dal primo momento che l’avevo vista. Il negro inizia a muoversi più velocemente e le blocca la testa, le sta scopando la faccia con furore, capisco che sta per venire e cerco di nascondermi ma dove potrei andare? Dovrei uscire? Si è la cosa migliore. Ma invece di uscire passo dall’altra parte sulla punta dei piedi, ed entro in una camera da letto.. “Se adesso vengono qui son cazzi” penso tra me e me. Dalle foto che vedo sul comodino capisco che la troia è sposata. Non lo farà venire qui. Infatti lo fa stendere sul divano e gli monta su. Inizia a muoversi sul quel palo nero. Ritorno nel piccolo corridoio e adesso la vedo bene.
Stava saltando su e giù come impazzita.. In quel momento invidiavo tantissimo il negro, quasi lo odiavo. Decisi che sarei rimasto e l’avrei scopata pure io. Dovevo solo nascondermi bene.
Il bagno no, la camera da letto . Ero sicuro che non l’avrebbe portato li, quello sicuramente non si lavava a dovere, e a giudicare dall’appartamento, la troia era abbastanza pulita oltreché elegante.
Sentì un grido e ritornai a spiarli. Il negro era dietro di lei e glielo metteva in culo. Che vacca pensai. Il negro iniziò a sbatterla senza pietà e la vidi lasciarsi andare. Affondò la testa nei cuscini del divano mentre quello la stava letteralmente spaccando. Lei immobile, prendeva il cazzo nero nel culo e lanciava di tanto in tanto qualche gridolino. Era diventata un oggetto e credo che tale si sentisse e le piacesse quella sensazione, le piaceva essere usata così da un estraneo, da un negro. “Le zucchine non ti serviranno” pensai, “dopo lui sarà il mio turno puttana” mi dissi tra me e me mentre mi segavo con foga. Il negro andava sempre più veloce, ed io come lui ero sul punto di venire, ma lasciai la presa. Cinque secondi dopo il negro iniziò a mugolare assestando colpi violenti schiacciandola completamente mentre emetteva piccoli gridolini anche lei. In punta di piedi ritornai nella camera da letto e mi sdraiai accanto al letto dalla parte opposta della porta nascondendomi.
‘i soldi sono sul mobiletto all’uscita”passo a fare la spesa sabato prossimo’..fatti trovare’ sentii la troia gridare mentre la porta dell’uscita dell’appartamento veniva sbattuta. Il negro se n’era andato. Bene.
Pensai che a quel punto si sarebbe alzata e si sarebbe fatta una doccia. Passarono 5 10 minuti e non sentivo niente. Passarono 15 minuti ancora niente. Quando decisi di alzarmi per controllare la sentì che camminava per il corridoio.
Dopo poco il flusso d’acqua della doccia interruppe il silenzio. Mi avvicinai alla porta e la sentii entrare nella doccia. Mi svestii in un battibaleno con il cazzo ancora duro e pulsante e mi avvicinai al bagno. Il vetro era già offuscato dal calore dell’acqua ma la intravedevo bene era girata con la faccia verso di me ma probabilmente con gli occhi chiusi. Ritornai indietro sulla soglia della porta e aspettai che si girasse con la schiena. Dopo 2 minuti che mi parvero interminabili la troia si girò. Alla vista non potetti crederci. La puttana aveva 3 dita dentro nel culo, e si inculava da sola. Probabilmente dapprima aveva cercato di pulirsi ma le era piaciuto e si masturbava. A quella vista non potetti resistere più.
Con un movimento veloce aprii la portiera della doccia la afferrai per i capelli e la schiacciai contro la parete piastrellata. Cercò di protestare, di gridare, ma prevedendolo, con l’altra mano le tappai la bocca.
“Neanche per sogno puttana” le dissi ” non ti farò del male, voglio solo godere nel tuo culo da cagna che hai, proprio come ha fatto il negro prima” le dissi mentre strusciavo il mio cazzo tra le sue chiappe schiacciandola contro la parete.
Lasciai per un attimo i capelli e impugnai la mia asta durissima e le scivolai nel culo ben aperto. Le entrai dentro con un colpo solo, e la cagna mugolò con un tono pieno di soddisfazione. L’afferrai di nuovo per i capelli e le scossi la testa:
“se ti lascio la bocca urlerai?” chiesi. Fece di no con la testa per quando poteva. Appena tolsi la mano dalla sua bocca guaì:
“chi sei? Come sei ‘ ohh’ e-eentrato?” balbettò sulla seconda domanda quando spinsi il mio cazzo dentro il suo culo fino alle palle.
“taci cagna, e prendilo in culo. Parliamo dopo” dissi mentre iniziavo a sbatterla
“ohh, ma’ aspetta’. Ohh siii, così’. chi sei..mmm?”
“sta zitta puttana” la tirai forte per i capelli facendole inarcare la schiena. Adesso era appoggiata con la guancia, le mani e le tette contro la parete mentre da dietro con il cazzo fino alle palle la sbattevo con colpi veloci facendolo quasi uscire e sbattendolo subito dentro. “ti piace prenderlo dai negri eh? Ti piace farti inculare dagli estranei eh?”
“oh si’ sbattimi’ inculami, porco” era già in trance, cazzo anche se avevo visto con quale facilità l’aveva preso dal negro non mi aspettavo un’accoglienza così, senza la minima protesta. Ero pur sempre un estraneo che la inculava nella propria doccia. Ma forse non immaginavo che fosse una tal cagna che se glielo mettono in culo non capisce più niente.
Tutta quella eccitazione nel supermercato, la scena con il negro e il fatto di averla presa lì mentre faceva la doccia mi aveva caricato ad un livello mai provato prima. La vista del suo culo che rimbalzava ad ogni mia spinta e l’acqua che scivolava su quella schiena, su quelle meravigliose natiche che rimbalzavano ad ogni mia spinta, la presa del culo della troia sul mio cazzo fecero traboccare il vaso, e dopo soli 2 minuti di monta la schiacciai contro la parete di nuovo e mi svuotai dentro l’ondeggiante culo della cagna dal supermercato che mi aveva ipnotizzato.
Stetti cosi per mezzo minuto circa, senza muovermi con la troia schiacciata tra me e il muro mentre sentivo il cazzo pulsarmi ancora dentro di lei ma non accennava nemmeno ad ammosciarsi.
La girai e la presi per il collo iniziando a soffocarla. La troia apri la bocca, e le sputai sul viso. Sorrideva, probabilmente adorava essere trattata così. Alzò una gamba e prese il mio cazzo per guidarlo dentro la sua figa. Ma la fermai. Lo presi in mano io e iniziai a sfregargli il clitoride con la punta del mio cazzo. Chiuse di nuovo gli occhi e iniziò a godere. Scivolai dentro come un cucchiaio dentro una vaschetta di yogurt. Feci più volte così. Lo tiravo fuori, le massaggiavo il clitoride con la cappella per poi affondare dentro con un colpo deciso. Mi abbracciò e mi sussurrò “ti prego scopami forte” a quelle parole mi lasciai andare e iniziai a sbatterla, sentivo il suo clitoride sul mio pube ad ogni spinta, il suono del suo culo contro le piastrelle, il suo respiro sulle mie orecchie’ mi staccai e uscimmo dalla doccia.
Sempre tirandola per i capelli come l’ultima delle troie la portai sul divano dove il negro l’aveva scopata mi sedetti proprio come si era seduto il negro e la feci montare sopra. Iniziò a saltare sul mio cazzo con la stessa foga che aveva montato il negro. Ma volevo di più. La faci alzare un po’ e la troia capì al volo. Impugnò il mio cazzo e se lo fece scivolare nel culo. Iniziò così ad impalarsi da sola prima piano poi sempre più veloce, mentre la sculacciavo, schiaffeggiavo i capezzoli li torturavo. Quanto più forte la colpivo tanto più veloce andava. La girai, e la feci sedere su di me, sempre con il cazzo in culo. Girandola da gran maiala non se l’aveva sfilato, ma si girò con il cazzo nel culo. Adesso era in piedi davanti a me ma abbassatasi con la testa in giù e con le mani ad allargare le natiche sedeva sul mio cazzo.
Avevo una gran puttana sul cazzo né ero consapevole e questa cosa mi faceva impazzire. Vederla sedersi sul mio cazzo in quel modo aprendo le natiche con le mani…beh un panorama indescrivibile. I nostri corpi erano ancora bagnati dall’acqua.
Iniziò ad andare il più veloce che poteva. Una puttana di prim’ordine. Si inculava ed apriva il culo meglio di un’attrice pornografica. Quelle fingono invece questa lo faceva davvero. Lo faceva perché era troia, puttana, maiala. Non perché fossi io o avessi qualità speciali. Chiunque facesse quello che avevo fatto io se lo sarebbe presa. Più cagna di cosi’ tutti questi pensieri mi frullavano in testa mentre vedevo il mio cazzo sparire tra le natiche della maiala. Sentivo però il bisogno di prendere il controllo della situazione e di fotterla io. Così senza preavviso mi alzai facendola quasi cadere in avanti. Per fortuna l’afferrai prima che cadesse. La girai e la misi a pecorina come aveva fatto il negro. Le sputai sul buco del culo allargato all’inverosimile, presi le sue mani e gliele posai sulle natiche. Volevo vederla come prima, aprirsi il culo per me. Lo fece senza protestare. Anzi, la troia era contentissima di fare tutto ciò anche se si vedeva che era ormai sfinita. Ma volevo darle il colpo di grazia. Infilai il mio bastone duro di nuovo in quel culo. Volevo spaccarla come il negro, volevo distruggerla, romperla così da non potesse rialzarsi non dopo 15 minuti ma per una intera giornata. Dapprima iniziai a giocherellare con la troia, glielo infilavo fino alle palle ci davo dentro due tre colpi e poi lo tiravo fuori guardandole il culo aperto che pian piano si schiudeva. Poi ci sputava e lo affondavo di nuovo. La stavo usando come uno straccio, un oggetto per svuotarmi le palle. Era questo il vero sopra nome della troia, una svuota-palle. Iniziai a colpirla a sbatterla con tutte le forze che avevo. Iniziai a schiacciarla, contro i cuscini del divano, contro il divano stesso mentre mugolava, farfugliava qualcosa che non capivo e sinceramente non mi interessava. Era la mia svuota-palle in quel momento un mio oggetto, un oggetto da usare. Quel oggetto l’aveva usato il negro e adesso l’usavo anch’io. Avevo i fianchi e il pube rossi e dolenti provocati dalle spinte che le davo. Il culo della troia poi era diventato quasi viola.. Sentivo l’orgasmo montare e ormai saltavo su di lei per poi ricadere con tutto il mio peso schiacciandola completamente. Era scivolata ed ormai era distesa con la pancia in giù mentre assorbiva i miei colpi.
Quando non ce la feci più spinsi il mio cazzo a fondo e le scaricai per la seconda volta il mio caldo seme nell’intestino, tirandole la testa in su per i capelli per sentirla mugolare’ ma i suoi mugoli erano ridotti a dei respiri corti .. Era esausta.
Mi rivestì in fretta , e mi avvicinai al divano dove distesa respirava affannosamente, aveva gli occhi semichiusi:
“So dove abiti, passerò ancora qualche volta. Quando mi chiederai chi è ti dirò il ragazzino della spesa!” le sussurrai “ah, e stai attenta quando fai la spesa, quando urti una persona di solito si chiede scusa” le dissi e la lasciai li.
La troia non disse neanche una parola.