Leggi qui tutti i racconti erotici di: auricom

Arriviamo al parcheggio e usciamo. Lei &egrave vestita con una gonnellina rossa con un motivo scozzese a quadri e una camicetta nera abbastanza stretta. I primi due o tre bottoni sono staccati lasciando intravedere le curve dei seni. Ha i capelli tirati e legati dietro la nuca. Gambe coperte da calze scure e scarpe col tacco. &egrave davvero attraente e più la guardo, più ho voglia di scoparla.
Lei gira intorno alla macchina e viene verso di me. La luna non &egrave piena, ma c’&egrave abbastanza luce per vederla. Non dice niente, cammina silenziosa, con una aria indecifrabile. Io rimango fermo, chiudo la portiera e mi appoggio alla macchina. Sono un po’ teso per quello che sta per succedere, il pisello che già preme contro i pantaloni.
Lei mi &egrave vicinissima adesso, &egrave ferma davanti a me e mi guarda. Non dice niente. Con una mano le accarezzo una guancia e le tocco i capelli, mentre con l’altra scivolo lungo il suo fianco e le tocco la curva della schiena sopra il sedere. Sento il suo respiro che accelera, la sua pelle &egrave bollente. La tiro verso di me incollo le labbra alle sue. Finalmente posso baciarla senza preoccuparmi di niente e di nessuno. Subito la mia lingua va a cercare la sua. Lei sospira e si lascia completamente andare quando le mie mani possono stringerla palpandole il sedere e premendo il suo bacino contro il mio per farle sentire tutta la voglia che ho di possederla. Poi mentre la passione del bacio aumenta sempre più esploro la sua schiena, la stringo più forte così da sentire la morbidezza dei suoi grossi seni premuti contro il mio petto.
Stacco le labbra dalle sue, abbandono il sapore dolce della sua lingua e scivolo verso il calore del suo collo. Lei mi capisce e alza il viso al cielo coperto dagli alberi che ci sovrastano. Intorno a noi c’&egrave solo silenzio e i suoi sospiri che mi sembrano assordanti. Le bacio il collo pian piano salendo fino ad uno orecchio. Non resisto e le succhio un lobo. Le sue mani si agganciano quasi con rabbia alla mia schiena, sento le sue unghie artigliarmi e poi solo una parola: scopami.
Poi &egrave silenzio. Io mi stacco per un breve attimo dal suo orecchio e lei ripete con insistenza: ti prego scopami.
Torno a baciarla, ma questa volta con molta più rabbia. Le mie mani scivolano veloci verso i bottoni che chiudono la sua gonnellina. Li faccio saltare e con un gesto brusco spingo la gonna verso il basso. Faccio fatica, ma lei si dimena un po’ e mi aiuta. Quando la gonna arriva a metà coscia il cazzo non mi sta più nei pantaloni. Mi stacco da lei e forse con un po’ di violenza la sbatto contro la fiancata della macchina. Non le lascio il tempo di voltarsi e la tengo premuta contro il metallo freddo della portiera. Lei continua ad implorarmi di scoparla e più lo ripete, più perdo il controllo.
Mi slaccio la cintura, mi calo i pantaloni e poi le mutande liberando finalmente il cazzo. &egrave durissimo e ha solo voglia di lei e della sua calda fica. Con rabbia le abbasso i collant e quasi le strappo il perizoma nero. Ha un culo fantastico, due natiche che chiedono solo di essere baciate o di essere spaccate in due. Mi prendo il cazzo in mano e vado subito a cercare il calore liquido tra le sue gambe. Lei sospira sempre più forte. Con l’altra mano le massaggio la fica che sento essere completamente depilata: &egrave proprio troia come la sognavo e mentalmente la ringrazio per questo. Struscio la cappella sulle grandi labbra e poi in un colpo secco la penetro. &egrave il paradiso. Sospiro di sollievo mentre il cazzo scivola nella sua carne bollente, mentre le mani scorrono lungo il suo corpo e la afferrano saldamente per i fianchi. Finalmente prendo a sbatterla come erano anni che desideravo fare. Lei ha le gambe strette, non so se per la gonna ancora a meta coscia o per la voglia di sentire bene il cazzo, di racchiuderne tutte le sue pulsazioni e suoi spasmi. Dopo poco, decido che voglio prenderla completamente, ogni centimetro del suo corpo. Sposto le mani dai fianchi ai seni. Li palpo, sono grossi e duri. Sento i capezzoli turgidi sotto il tessuto. Ormai non capisco più niente e con uno scatto animalesco e una forza che normalmente non avrei le strappo la camicetta facendo saltare tutti i bottoni. Lei non se ne cura tanto &egrave presa dalle mie pugnalate. Una mano come presa da volontà propria le afferra il reggiseno in mezzo alle tette e lo tira giù liberando finalmente i suoi grossi seni. Li afferro con le mani mentre continuo a pomparla come un forsennato. I capezzoli sono duri come due bottoni, li faccio scorrere tra le dita facendola ansimare come una cagna in calore.
Dai Gian , ti prego sbattimi più forte, scopami di più ti prego. Sono parole che tirano fuori da me tutta la parte più animale. Non ho nessuna voglia di trattenermi per allungare il momento, voglio solo spingere queste sensazioni così primarie al loro parossismo, voglio arrivare a quel punto in cui nella testa non esiste più niente.
Non so se lei sia vicina a venire, so solo che i suoi liquidi mi imbrattano le palle, il pisello, il bacino. Ad ogni colpo &egrave come uno schiaffo. Non ho preservativo, ma non me ne frega niente. Venirle dentro sarebbe un problema in qualsiasi altra occasione, ma non adesso.
Ad esser sinceri &egrave proprio di questa ragazza che non me n’&egrave mai fregato niente, &egrave solo una crocetta da aggiungere ad una lista, solo un nuovo trofeo. &egrave carina, ma &egrave stupida e io le stupide non le tollero. Non potrei farci niente di serio con una così. Ma per una scopata come si deve &egrave il massimo. Mentre me la sto scopando l’idea che mi stia facendo una puttanella mi eccita ancora di più. L’idea di fotterla con il solo scopo di appagare le mie voglie mi acceca la ragione. Dovrei smettere, ma non riesco. Continuo a pomparla, una mano che le stringeva un seno adesso &egrave intorno al suo collo e stringe con vigore. Non la sto strozzando, ma le sto facendo capire che &egrave roba mia, un oggetto che serve al mio cazzo.
Ti prego Gian, spaccami il culo, ti prego.
Sono sorpreso. Non avrei immaginato che questa cagnetta arrivasse a tanto, ma evidentemente &egrave proprio troia fino al midollo. A casa ha il ragazzo che l’aspetta e lei invece &egrave qui a farsi impalare dal mio cazzo. Con questo pensiero estraggo il pisello dalla fica e senza ragionare un secondo glielo butto nel culo. Per me &egrave la prima volta, ma l’idea di farle male non mi sfiora neanche per un momento. Il cazzo &egrave lucido dei suoi liquidi, si appoggia al suo sfintere, si gonfia per la pressione e con un colpo secco le entra dentro fino alle palle. Lei lancia un urlo, ma io la sbatto con più forza contro la macchina.
Stai zitta stronza. Devi solo prenderlo e stare zitta, hai capito?
Il culo &egrave strettissimo, ma non me ne frega niente. Inizialmente spingo lentamente, poi sempre più forte e sempre più veloce. Sulle prime lei &egrave rigida, le devo aver fatto male, ma poi inizia a sciogliersi e subito riprende ad assecondare i mie movimenti. Non le ci vuole molto prima di riprendere a sospirare e gridare come prima, come quella troia in calore che si nasconde sotto il suo viso innocente, dietro il suo sguardo angelico.
Non saranno passati più di cinque minuti da quando &egrave iniziato questo furioso accoppiamento, ma io ormai ho solo voglia venirle fino nello stomaco. Sento il cazzo che &egrave vicino allo spasimo e per raggiungere quell’apice che tanto desidero la sbatto se possibile con sempre maggiore violenza. Ti piace zoccola? Vero che ti piace? Vero che ti eccita da matti farti sbattere come una puttana mentre il tuo amichetto ti aspetta tranquillo a casa? Ti piace essere puttana vero?
Lei ansima come una maiala, il suo corpo ondeggia spinto dal mio cazzo ed &egrave la cosa più eccitante che i miei occhi abbiano mai visto.
Poi sento parole sconnesse: Gian, ti prego, Gian, riempimi il culo, voglio il tuo sperma, lo voglio, lo voglio, lo voglio’
E io non sento più nulla perché il mio cazzo &egrave un torrente in piena che le riversa nel culo un litro di sperma. Sento le contrazioni che sembrano non arrestarsi mai, mentre il pisello eiacula.
O mio dio, fottere questa puttanella, &egrave stata allo stesso tempo la cosa più detestabile e più appagante che abbia fatto. Non c’&egrave niente come fare la cosa sbagliata, soprattutto se la cosa sbagliata &egrave scoparsi una ragazza che non conta un cazzo, ma con un corpo che chiede solo di essere utilizzato.

Autore Pubblicato il: 24 Febbraio 2016Categorie: Racconti Erotici Etero0 Commenti

Lascia un commento