Un anno dopo. Non mi dimentico il tuo compleanno. E per festeggiare pubblico quello che scrissi allora e quello che mi scrivesti tu.
Buon compleanno.
Io scrissi:
Tu vuoi essere narrata.
Non ti basta fare l’amore, vuoi leggere dell’amore che fai.
Non ti basta sentire il cazzo dentro, vuoi da me la storia di quel cazzo nella fica. Vuoi sapere che cosa è successo, da me.
Te lo devo, mi sembra il minimo dopo quello che hai fatto per me.
Tu sei stata mia. Totalmente mia, come poche volte è capitato.
Stavi male, ma ti sei data.
Ti sei data a me.
Il tuo corpo. Mi piace.
E’un dolce di mandorle
Quando ti vedo mi vengono mille parole alla mente.
Ma alla fine mi esce ‘sei bella’
Cerco ancora , ma tutti i sentieri mi riportano lì, alla stessa parola.
Bella.
Il mio vocabolario perde le pagine, ne rimane una.
C’è una sola riga , una sola parola.
Bella.
E’ poco per descriverti.
Per descrivere il tuo corpo.
Che voglio succhiare in bocca come uno zuccherino.
Apri la porta. Stai male, si vede.
Il tuo viso è segnato.
Quel senso di rispetto. Non lo perderò mai.
Ti rispetterò sempre.
Le donne sono esseri delicati. Non toccherò mai il fiore che sono senza delicatezza.
Stiamo insieme. Guardo le tue foto, ascolto i tuoi racconti.
Non penso al sesso che verrà, e se verrà.
Mi basta essere lì, con te.
Ci pensi più di me.
Dentro di te decidi di fare l’amore.
Potevi non farlo. Non sarebbe capitato nulla. Sarei stato felice.
Ma lo facciamo.
I programmi. Prevedevano sesso duro, violento.
Dentro di me , quella violenza non c’è.
Da dove mi viene allora quell’istinto?.
Quella voglia di prenderti.
Ecco, lo so, mi viene da te.
Sei tu che mi chiami, con la tua voce piccola.
‘prendimi’mi dici’prendimi come vuoi, fammi sentire quanto mi vuoi, fammi sentire unica’
Sei unica.
Mi ecciti.
Mi eccita la tua decisione , di darmi quello che va oltre.
La tua disponibilità assoluta.
Va bene.
Sono il tuo padrone.
Così sia, se lo vuoi.
Posso esserlo, e posso esserlo senza pietà, con durezza.
Mettiti sotto.
Offriti senza ritegno.
Lasciami il tuo corpo.
Ma non dimenticare che mi devi di più. Mi devi l’anima.
Per poco, per pochi minuti, ma la tua anima ora è mia.
Ti metto a pecora davanti allo specchio.
Devi vedere il cazzo che entra.
Lo devi vedere bene.
Devi eccitarti all’idea di quello che sto per farti.
Che cosa sto per farti?
Tutto e niente.
Ti prendo.
Ora il cazzo è duro, e ti fruga nella topa.
Ma questo è nulla.
Ti sistemo un cuscino sotto il petto.
Così sarai più comoda mentre te ne andrai via, mentre fluirai , dolcemente nel mio assoluto potere.
Che poi è il tuo potere, di trasformarmi in quello che non sono.
O forse sono anche questo che sto diventando?.
Parte il primo schiaffo sulla chiappa destra.
Uno schiocco secco.
Un attimo di dubbio.
Che penserà? Si ribellerà.? Dirà la parola segnale per smettere?
Non capisco se ti piace.
Mi scaldo di più.
Spingo il cazzo con lenta determinazione. Ti sto scopando bene, con un cazzo duro che corre sereno tra le tue pareti.
Un altro colpo. Più forte.
Non ti ribelli.
Né però esulti.
Mi piace questo.
Non provi piacere all’essere colpita.
E’ proprio il mio piacere che vuoi.
Vabbene.
Ecco la linea, davanti a me.
Quella linea del non fatto, di quello che spaventa, e che abbiamo insieme deciso di oltrepassare, stasera, di un piccolo passo.
E la oltrepasso, avventurandomi in un terreno sconosciuto.
‘sei una bimba cattiva, hai fatto delle cose che non dovevi’
‘Si’, mi dici con la tua vocina più piccola.
‘Sei pentita?’
Spingo il cazzo a fondo.
Non rispondi. Sai che se non rispondi arriva il colpo, e lo vuoi. Stai giocando anche tu.
Slap
‘RISPONDI’
slap
SLAP
Più forte.
La mia voce ora è più dura.
Resta sempre il dubbio. Le farò male?
Non voglio farle male.
Devo capire meglio se è tutto a posto, se sta bene. Le voglio bene, è la mia piccola.
Deve capire che non perderò mai il controllo, che resterà sempre un giochino tra amanti, e che non mi piace fare del male.
Ma se vogliamo giocare, stasera, anche io devo stare alle regole.
E le regole sono queste.
‘ancora colpiscimi ancora’
sento la sua voce, e colpisco.
Eccomi sono di nuovo nel gioco.
SLAP
Sulla chiappa.
Mi stacco e guardo la cappella che entra lentamente tra le labbra.
Ho il controllo assoluto di tutto quello che ho attorno.
Il mio essere si espande, nella stanza, dentro di lei, si avviluppa come un edera intorno al suo cuore.
E le parlo con voce dura.
Quella che mi esce quando sono oltre la linea.
E che so che la fa fluire via, in mio potere.
Ma non penso più.
Sono e basta.
Sono sempre io, ma sono pura azione.
Puro essere.
E mi eccito.
Sento il sangue affluire al cazzo, e farlo diventare enorme.
Lei se ne accorge.
E’ difficile non accorgersene.
E’ un bastone nodoso di marmo che si tende verso l’esplosione.
Altro colpo, più forte stavolta.
altra pulsione esplosiva.
E stavolta la sento eccitata.
‘devi pentirti, se vuoi essere perdonata, sei pentita?’
La mia voce è bassa, un rombo di tuono lontano.
‘mmmhhh’
Una sberla in mezzo alle scapole, a mano piena, mentre si divincola sotto di me.
La sento che anche lei mi accompagna in questa escursione oltre la linea.
Andiamocene mio tesoro, camminiamo insieme, oltre il segno per terra.
E’ un mondo inesplorato, con il nostro amore ad accompagnarci, non ci farà paura.
Piccolo amore.
Vieni con me.
Tu scrivesti:
lo vuoi sentir dire dalla mia bocca
-..ti prego colpisci ancora..-
e la tua mano forte e piena ricade con un suono secco sulle mie natiche.
il dolore è un impulso caldo che arriva direttamente al cervello, ad ogni colpo il mio corpo si inarca sempre di più ad offrirti le mie grazie.
duro il tono delle tue parole.. mai mi erano state dette.. si sono la tua dolce troia.. non conoscevo questo tuo modo di essere ma mi piace molto, gli esatti sentimenti opposti giocano tra noi.. sottomessa al tuo volere ma anche fiera di essere colei che ti fa bruciare il sangue in corpo, che ti fa eccitare fino a renderti duro come la roccia.. sono fiera di avere x me quei colpi xchè dopo ognuno sento di appartenerti sempre di più…….