– ”’Io con questa qui adesso mi diverto”.’.
Questo è il mio pensiero mentre rincaso, a passo di lumaca, percorrendo la tangenziale est. Sono piuttosto scosso. Intendiamoci, detta così sembra che ho fatto la prima chiavata della mia vita. Ma la gravidanza ha reso mia moglie sessualmente una ameba, ed io nel contempo sento di avere sempre più bisogno di nuove emozioni, probabilmente la vicinanza dei quarant’anni inizia a farsi sentire !!!
Insomma, per tutta la serata ho fatto finta di guardare la televisione, ma in realtà la testa andava indietro al rapporto di poche ore prima. Per sfogare, o meglio dire per placare, la mia eccitazione ho dovuto menarmelo prima di andare a dormire.
Il giorno dopo, arrivando in ufficio, cerco in tutti i modi di incrociare la mia collega. Che però sembra scomparsa.
Provare a chiedere ai colleghi ? Per l’amor di Dio, significa poi essere sulla bocca di tutti nel giro di due ore. Far finta di chiedere informazioni ‘vitali ed urgenti’ al suo settore ? Ma non c’è nesso tra il mio ed il loro lavoro.
Insomma, la giornata sembra destinata a non portare alcunchè, quando quasi per caso sento un’impiegata dell’amministrazione dire ad una mia segretaria:
– ‘Pensa che questa influenza continua a falcidiare tutti, pure la ”. oggi è rimasta a casa ‘.’.
Il mistero è svelato, la collega ha marcato visita (penso non casualmente), e lo stesso farà nei giorni successivi fino alla fine della settimana.
Al lunedi, come faccio tutti i giorni, mi presento alla macchinetta del caffè (operazione necessaria !) subito alle 8.30. Me la vedo sbucare davanti, all’improvviso, a due ‘ tre metri da dove abbiamo scopato la settimana precedente.
– ‘Ciao’, le dico subito.
– ‘Ciao’ è la sua risposta a testa bassa. Non posso fare a meno di notare che ha il viso rossissimo, piena di vergogna.
– ‘Ho pensato molto a quello che è successo. E’ stato molto bello. Mi piacerebbe rivederti ancora’.
– ‘Perché ? Tua moglie ed i tuoi figli non ti bastano più ?’
Il tono è un misto di sarcasmo e nervosismo abbastanza fuori luogo, non c’è nulla che ricordi la ragazza sorridente che incrociavo nei corridoi fino a qualche giorno prima. Ma la cosa, anziché infastidirmi, non mi dispiace affatto.
– ‘ A parte che di figli ne ho solo uno (informata però’.), guarda che se ho fatto quello che ho fatto ed è successo quello che è successo, qualche ragione ci sarà, non credi ?’
– ‘Si, ma’..’
– ‘Mi sei piaciuta fin dal primo momento che ti ho vista. Ti trovo una gran bella ragazza (si, lo so, ho esagerato ‘..), ho apprezzato di te la dolcezza e la cordialità prima, ma anche dopo le tue doti’.beh’..ci siamo capiti cosa intendo, no ?’
Oramai sono un fiume in piena, le parole escono dalla bocca più veloci del pensiero, la sto stordendo a furia di complimenti; ma non i complimenti che si possono fare ad una ragazzina o ad una fidanzata. Sono i complimenti fatti ad una cavalla da letto, con tanti sotto intesi (che poi non erano mica tanto ‘sotto”’).
– ‘Perché non ci prendiamo qualche ora di permesso tra qualche giorno, potremmo andare in quel motel che c’è proprio di fronte alla nostra filiale di B”’.
– ‘No, prendiamoci pure qualche ora di permesso, ma andiamo a casa mia, preferisco stare nel mio ” territorio’, è la sua risposta, questa volta finalmente netta e decisa.
Era quasi riuscita a cogliermi impreparato. Dico quasi, perché riesco a dirle:
– ‘Perfetto, ancora meglio. Va bene se vengo per le 15.30 ?’.
La mia collega annuisce, mi dà l’indirizzo per poi uscire rapidissimamente dal bagno.
Finalmente arriva il giorno fatidico. Non ho potuto fare a meno di pensare a come potrà andare questo secondo incontro, perché un conto è l’effetto sorpresa, un altro è una prestazione pianificata.
Suono il citofono e salgo le scale con provocata e voluta calma.
Mi apre la porta e mi fa accomodare. Ha la testa bassa come qualche giorno prima ed è vestita come di solito non si veste mai: dolcevita nero e jeans neri, scarpe da ginnastica, e si noti che al mattino in ufficio era vestita in tutt’altro modo !
Non esito. Le dico subito perentoriamente:
– ‘Perché ti sei cambiata ? Avrei preferito vederti vestita come questa mattina’.
– ‘E’ che’..volevo stare più comoda’.però speravo mi dessi un bacio anziché rimproverarmi’..’
Si sarà mica innamorata ? Cerco di capire:
– ‘Io il bacio te lo do, anzi, se continueremo a vederci ti subisserò di baci, in qualunque parte del tuo corpo. Però non dimenticarti che la nostra finora è stata un’attrazione fisica. Poi se frequentandoci scopriremo altro, chissà’..’.
Mentivo spudoratamente, ma non me ne vergognavo affatto. Mi accorgo che una lacrima inizia a solcare il suo viso. Mi rendo conto così di avere di fronte una ragazza fragile, probabilmente con una o più delusioni alle spalle, ma con sicuramente una carica erotica non indifferente.
L’abbraccio, la bacio dolcemente, con una mano le asciugo le lacrime, ma infilo l’altra sotto la maglia. Le slaccio velocemente il reggiseno. Ho voglia di vederla nuda, cosa che la settimana prima praticamente non ero riuscito a fare. Nuda dalla vita in su non è per niente male, il seno è non tanto grande, sarà una seconda, ma accarezzandolo è bello sodo. Già solo accarezzandole il seno la mia collega inizia a sospirare chiudendo gli occhi. Senza alcuna fatica la spingo sul divano, inizio a limonarla come un ragazzino. Non me ne frega niente, sono lì per altro, però ho capito che con questa bisogna dare qualcosa (e tanto non costa niente) per poi ricevere molto dopo.
Lei risponde ai miei baci, mi accarezza i capelli, inizia a slacciarmi la cravatta e la camicia. Sento che sta già partendo in quarta, mentre pronuncia queste poche parole:
– ‘Dio, come mi piaci’..è stato così’.bello’.intenso la settimana scorsa !’.
– ‘Anche per me. Non vedevo l’ora di rivederti.’
E nel dire queste parole le slaccio il bottone ed abbasso la cerniera dei jeans. Lei mi aiuta togliendosi quelle terribili scarpe da ginnastica, rimanendo con solo un microscopico tanga. La coscia è nervosa ed il culo non tanto magro come piace a me (ma di questo me n’ero già accorto !). Finisco di togliermi camicia e pantaloni, rimango in boxer. Le sposto il tanga e mi butto subito a leccarle la figa.
Mi è sempre piaciuta leccare la passera, e so di farlo bene. Ho conquistato (e ho fatto godere) tante donne con la mia lingua. La sua non mi dispiace, anche se credo se la sia pulita per mezz’ora di seguito (sapeva in anticipo che andava così il pomeriggio, la porcellona”). Non mi piacciono le fighe pulite all’eccesso, non sono un igienista. Mi piacciono i sapori forti ed intensi. Quando lei prenderà il mio uccello in bocca non troverà un cazzo da extracomunitario che dorme alla stazione centrale, ma neanche un reduce da un bidè appena fatto. Ad ogni modo la mia lingua colpisce anche questa volta.
– ‘Lecchi da Dio’.. si leccami il clitoride’si’..così”così’..affonda la lingua, dai’.’.
Ormai è andata, mi schiaccia la testa sulla sua passera e’.poco dopo viene. Questa volta urla all’inverosimile:
– ‘Godo’..godo’si amore mio”.godo’.godo’..godo’.
L’orgasmo le provoca delle convulsioni, si butta prima a destra poi a sinistra. In venti e rotti anni di pratica sessuale non ho mai visto una donna godere in questo modo. Ci vogliono diversi minuti prima di farla tornare in sé, prima di farle dire:
– ‘E’ stato bellissimo, mi hai fatto impazzire’. E quasi a giustificarsi: ‘Scusami per le urla, e per averti chiamato Amore mio, ma è che quando raggiungo l’orgasmo, come puoi aver notato, io non capisco più niente. E tu poi, sei un maestro !’.
– ‘E il maestro non merita una ricompensa ?’.
– ‘Certo, vieni qua che voglio tornare a sentire il sapore del tuo cazzo in bocca’.
Mi abbassa i boxer, oramai unico indumento rimasto su entrambi, ed inizia un pompino magistrale. Io sono ovviamente eccitato. Ho l’uccello duro come neanche a venti anni lo possedevo. Se possibile lo succhia ancora meglio di come aveva fatto nel bagno dell’azienda. Ma questa volta voglio venire diversamente e punto deciso alla sua figa. Mi limito a chiederle:
– ‘Prendi la pillola ?’.
– ‘Si’.però non mi penetrare subito’..dopo un orgasmo faccio persino fatica a fare la pipì’.figurati a prendere la tua mazza’..’.
Non presto attenzione a queste ultime parole. Con un solo, deciso colpo, le ficco dentro l’uccello ed inizio a stantuffare violentemente. Lei urla, ma questa volta di dolore. Allora riesco a fare mente locale sulle sue parole, ma ormai è tardi e d’altro canto questa qui ha talmente voglia che passa presto dal dolore al piacere:
– ‘Ah’ah”si ancora, dai sbattimi ancora più forte’..fammi sentire il tuo cazzo dentro”.dai scopami così”.
– ‘Si, ti scopo maialona mia, ti piace se ti chiamo maialona ? Perché tu sei una maialona, lo sai di esserlo, vero ?’.
– ‘Si, sono una maialona, continua a scoparmi così, insultami, dai’..’.
Come a volerle far capire che non deve essere lei a dettare gli ordini, inizio ad andare più piano e a stare zitto. Poi voglio cercare di venire il più tardi possibile.
Affondo molto, molto lentamente. Lei ne approfitta per alzare la testa (la stavo prendo da davanti infatti) e per guardare la cappella che entra ed esce dalla sua figa. La cosa evidentemente la eccita, con la mano destra torna a stuzzicarsi il clitoride, e nel frattempo appoggia l’altra mano sulla mia spalla.
– ‘Hai un uccello bellissimo”.mi stai scopando divinamente”come vorrei che tu rimanessi con me anche dopo’..si’.si’..vengo di nuovo”vengo’.’.
Sentendo quelle parole i miei propositi di durata vanno a farsi benedire. Comincio a penetrarla con violenza, il massimo sarebbe riuscire a venire insieme.
– ‘Avanti mia bella cavallona, fattela riempire tutta quella figa vogliosa’.
– ‘Si’dai’.spingi’.si’.si, vengo !!!!!!!!!!’.
Vengo anch’io in simultanea, sento un fiume di sperma che la riempe. Mi accascio, in silenzio, su di lei. Voglio uscire da lei una volta che il cazzo mi è diventato moscio. Ovvero, rimango dentro di lei ancora per qualche minuto.
Poi mi alzo un attimo, il tempo di prendere le sigarette dalla giacca e accendermene una.
Torno a mettermi sul divano; lei mi si avvicina come fa una fidanzatina ai giardinetti, è stanca ma il suo viso è notevolmente rilassato. Mi sussurra all’orecchio:
– ‘Io con te voglio fare tutto”tutto’.
Non rispondo. Ma mi limito a pensare che la mia dolce collega con me farà sicuramente di tutto (continua’.continua).
FrankAn