LA DONNA CON IL CAPPOTTO ROSSO
La signora con il cappotto rosso salì sul tram affollato facendosi strada tra la gente, per guadagnarsi un posto vicino al finestrino. Si aggrappò a una maniglia e restò immobile, sballottata dagli scossoni del mezzo pubblico.
Il cappotto era corto e le copriva appena le natiche, le calze scure erano lavorate a nido d’ape e finivano negli stivaletti lucidi con le cerniere laterali. Un uomo che si trovava in fondo al tram, l’aveva notata da un pezzo e stava aspettando il momento giusto per avvicinarsi.
Alla fermata successiva scesero quattro persone e tanto bastò perché si aprisse un piccolo varco dove lui si infilò a testa bassa tenendosi con una mano la tesa del cappello. Si fermò dietro alla signora con il cappotto rosso e si attaccò alla stessa maniglia sfiorando con la mano quella di lei.
Notò che la signora aveva una grossa fede e un tatuaggio sul dorso della mano. Sembrava una chiocciola o un labirinto. Il tram ripartì e lui si lasciò dondolare fino a toccare con il proprio corpo la schiena della sconosciuta. Lei lo lasciò fare, dondolavano entrambi e sembrava stessero danzando.
A un certo punto il tram inchiodò bruscamente e l’uomo le finì addosso, lei sentì chiaramente il cazzo duro dell’uomo contro il sedere. Allora fece qualcosa che lui non avrebbe mai immaginato: alzò il cappotto quel tanto che bastava per far sparire il sesso di lui tra le sue gambe.
Restarono così, stretti l’uno all’altra in cerca di un orgasmo impossibile.