Questa è la storia di un universitario.
Trasferitomi dalla piccola provincia alla grande città cercai subito un posto comodo ,moderno e vicino alla facoltà dove vivere e studiare durante le mie grigie giornate da studente. Trovai fortunatamente un piccolo residence di cui L’anziana proprietaria affittava i mini-appartamenti agli studenti e meno nello specifico a chiunque non avesse troppi soldi da spendere o troppe pretese.
Il monolocale per quanto piccolo era grazioso e ben arredato , la cucinetta e il bagno indipendente offrivano una notevole indipendenza e comfort, anche nel caso di un vicino non propriamente ideale.
Il fattore vicino purtroppo era una variabile molto rischiosa, in quanto le porte blindate che davano sul corridoio fungevano da entrata per due appartamenti ,indipendenti,che condividevano una piccola anticamera.
Per quanto mi riguarda mi ero sempre ritenuto fortunato ,in quanto Renato il vicino che avevo trovato al mio arrivo era una persona veramente disponibile e simpatica con il suo tipico modo di fare del sud ,ma mai avevo avuto qualcosa di cui lamentarmi in quasi tre anni di buon vicinato. Fui perciò molto dispiaciuto quando mi avvisò che a fine del mese successivo avrebbe interrotto gli studi per ritornare al paese natio,per seguire le orme del padre nell’azienda familiare.
A quei tempi oltre allo studio avevo trovato un piccolo lavoro part-time che comunque mi dava un bel da fare ,fu così che il tempo volò e la testa ,occupata e impegnata ,non tornò alla questione Renato fino a che non venne a bussare alla mia porta ,valigia in mano , salutandomi calorosamente e invitandomi a stare da lui nel caso mi fossi trovato vicino al suo paesello. Lo ringraziai e lo abbracciai ,augurandogli tutto il bene possibile prima di salutarlo e guardarlo dalla finestra prendere un taxi per la stazione.
La sera stessa mentre preparavo un classico piatto economico da fuorisede pensai molto a questi anni di amicizia e bevute ma anche a chi avrebbe occupato la camera vicina alla mia ,a che tipo di persona mi sarei ritrovato praticamente come convivente . E se fosse stato uno scalmanato? Di quelli per cui svegliare la povera padrona di casa alle 2 di notte? Sarebbe stato un gran bel problema . E se invece fosse stato uno spacciatore ? Troppi ne avevo visti intorno , anche se non sono contrario all’utilizzo non avrei sopportato un viavai di ragazzini incappucciati con le mani nelle tasche delle felpe. Mi trovai a fantasticare anche su una possibile vicina disinibita,perché no in fondo? La residenza era mista e di questi tempi non era così difficile trovare ragazze con poca voglia di tirarsela più del necessario.
Mi addormentai così ,pensieroso ,salvo dimenticarmi di tutto la mattina seguente ,preso dal solito tram-tram università-lavoro. Passavano le settimane e qualcosa cambiò, la sfortuna sembrava abbattersi su di me ,piano piano tutti i mattoncini della mia nuova vita costruita faticosamente in questi tre anni si sbriciolarono : il lavoro ,che sembrava promettere bene anche per un futuro percorso professionale mi fu tolto quando il responsabile mi comunicò che rientravo in una serie di tagli aziendali . La mia media sopra il 28 crollò fragorosamente a causa di una serie di litigi e incomprensioni con alcuni professori .
Mi ritrovai quindi sdraiato sul divanoletto a chiedermi cosa facessi ancora li , senza soldi e senza stimoli ,domandandomi se non fosse il caso di abbandonare la barca prima di gravare troppo pesantemente sulle finanze dei miei genitori . Fu proprio nel mezzo di questi pensieri che sentii il portone blindato aprirsi e tre colpi rapidi e decisi sulla mia porta.
Mi alzai e curioso andai ad aprire . Con mia grandissima sorpresa la vidi per la prima volta , era alta qualche centimetro meno di me (io sono 1 e 80 circa) ,molto appariscente ,era nell’età in cui si passa da ragazza a signora ma avrebbe potuto difendersi bene da qualunque mia compagna di corso.
i capelli biondi le cadevano mossi fino alle spalle e una frangetta incorniciava un volto vispo ma con lineamenti che qualcuno avrebbe definito volgari, guance piene ,occhi azzurri e labbra carnose dipinte di rosa completavano un viso molto attraente. Lo sguardo si abbassò ad ammirare un fisico da donna matura ma allenato. Le tette , una quarta ad occhio e croce, erano mostrate dalla generosa scollatura del vestito rosa che arrivava a metà coscia ,una coscia giunonica a dire la verità. Le gambe ,lunghissime, finivano in due piedi curatissimi e smaltati di verde ,custoditi dentro un paio di zoccoletti molto alti e aperti in punta.Il culo era imponente ma muscoloso,frutto di molte sessioni di palestra.
Durante la mia ‘ispezione’ mi doveva essere caduta la mandibola dato che la donna rise ,mi porse una mano ingioiellata e si presentò:
‘ Sciao piacere Jovana, entro stasera avrò finito di portare su i miei scatoloni e sarò ufficialmente la tua nuova vicina ,sperò che non mi troverai fastidiosa o molesta ,non faccio quasi mai baccano e il massimo che mi concedo è qualche canzone brasiliana ,ma se ti da fastidio per favore fammelo sapere’
disse con accento sudamericano
Ancora stordito da quella visione balbettai
‘ P-piacere Filippo ma tutti mi chiamano Fil , no figurati non ti pianto di certo una scenata per un po’ di samba ,ma vuoi che ti dia una mano con le tue cose? Non ho molto da fare ultimamente’
Lei sorrise e mi diede un bacio sulla guancia che mi fece arrossire
‘ Grazie ,sei molto gentile ,le mie cose sono giù nel furgoncino vieni!’
detto questo mi prese per mano e mi si avviò giù per le scale con me dietro che cercavo di tenere il passo. Gli scatoloni erano molti ed effettivamente mi spaccai la schiena ma curiosare di tanto in tanto il contenuto mi ripagava della fatica, in una scatola era contenuta tutta la biancheria ,erano in particolare tanga ed erano per lo più rosa. In un’altra scatola vidi dei vestiti in quello che sembrava latex ,il che mi fece eccitare subito e fece galoppare la mia fantasia.
Alla fine del pomeriggio avevamo portato tutto su e Jovana mi ringraziò per l’aiuto abbracciandomi molto stretto , le sue tette esplosive che mi premevano contro il petto mi causarono subito un erezione per cui la salutai in fretta e furia me ne tornai in camera per metabolizzare gli ultimi eventi , e per far scendere nel più antico dei modi quella poderosa erezione.
I giorni passavano ed io mi ritrovavo spesso a passare le giornate a letto o al computer cercando infruttuosamente un altro lavoro e a masturbarmi ,fino a che facendo i conti mi resi conto di non poter pagare più l’affitto .
La padrona di casa ,da dolce anziana qual’era ,fu molto comprensiva e mi disse che sarei potuto rimanere un altro paio di mesi ma che al termine della proroga se le mie condizioni economiche non fossero cambiate sarebbe stata costretta a trovare un altro inquilino. Tornato in camera, sconfortato e frustrato ,fui vittima di un raptus molto violento e cominciai a prendere a pugni il muro urlando improperi e bestemmie. Dopo qualche minuto sentii in sequenza : la porta di jovana a aprirsi ,il rumore dei suoi zoccoli nel piccolo atrio e il suo bussare rapido e deciso.
‘Perfetto ‘ pensai.
Aprii e davanti a me vidi jovana in uno dei suoi vestitini estivi ,ma questa volta non mi diede il tempo di ammirarla
‘Come cazzo ti permetti di urlare e sbattere la parete a quest’ora? Eppure mi pare di essere sempre stata rispettosa stronzetto!’
disse con occhi di fuoco che mi fecero sentire più basso di 20 cm
‘S-scusami Jovana ,hai ragione, è stato solo uno sfogo ,qui sta andando tutto in vacca e io non solo non posso più pagare l’affitto ,ma non ho quasi più i soldi per mangiare,non volevo infastidirti nè disturbarti con i miei problemi ‘
spiegai contrito , cercando di non sciogliermi in una reazione troppo plateale.
Lei parve interdetta dalla mia risposta e dopo un primo smarrimento un grande sorriso si allargo sul suo viso . Portò una mano al mio viso ,accarezzandolo
‘scusami tu Fil, sono stata precipitosa e non immaginavo assolutamente le cose andassero così male per te ,hai l’aria di essere un ragazzo dalle mille risorse. Momenti così possono capitare a tutti ,è normale!
Per farmi perdonare ti invito a cena da me,su vieni!’
Detto questo mi prese per mano e mi trascinò fino al suo appartamento mentre io la ringraziavo
‘Grazie mille jovana ,sei veramente gentile .Mi sento molto in imbarazzo a farmi offrire la cena ma il mio frigo è veramente vuoto e il mio stomaco protesta da giorni, ti giuro mi sdebiterò’
Con il suo tipico accento mi rispose
‘Ma figurati , è un piacere per me offrirti qualcosa da mettere sotto i denti e sono sicuro che con la pancia piena la situazione ti sembrerà meno nera,siediti la e mettiti comodo’
Sprofondai su una specie di poltrona mentre lei dietro di me armeggiava con le ante della credenza ,la osservai per un momento mentre preparava un sandwich e poi ritornai alla televisione
‘sai” esordì
‘se hai bisogno di una mano con i soldi penso di poterti dare una mano,ho bisogno di una segretaria che mi tenga in ordine i miei appuntamenti e che beh ‘ soddisfi le mie necessità,sempre che non ti dia noia avere un principale donna’
quasi mi strozzai dalla felicità
‘Ma dici davvero? Certo che accetto ,ritirare qualche vestito e riordinarti l’agenda non è certo un problema per me ‘capo?’
chiesi ridendo
‘Non formalizziamoci caro ‘ rispose allegra tornando al sandwich
dopo qualche minuto la sentii avvicinarsi dietro di me
‘Grazie mille jovana un panino era quello che mi ci voleva stasera’
rise
‘Questo panino ? Questo è il mio ,ecco,questo invece è il tuo ,la cena è pronta tesoro’
mentre diceva questo sentii qualcosa ti pesante appoggiarsi sulla mia spalla ed entrare nel mio campo visivo . Mi voltai e osservai un cilindro di carne appoggiato sulla mia spalla
‘dove hai trovato un wurstel tanto gra’.’
mentre parlavo la cosa mi colpi in pieno volto facendomi cadere dalla poltrona
‘Sorpresa!’cantilenò
il ‘wurstel’ non era altro che un magnifico esemplare di cazzo ,ed era attaccato alla donna che avevo di fronte ,era veramente enorme ed anche se a riposo molto più lungo e largo del mio ,ma non ne farei uno smacco personale dato avevo davanti una lattina di carne sudamericana lunga già 15 centimetri.
Persi letteralmente le parole e credo che se avesse potuto la mia mascella avrebbe toccato il pavimento .
jovana mi spinse con la suola dello zoccolo e si sedette sulla poltrona aspettando con sguardo di sfida
‘Senti jo ,io ti giuro che non lo avevo capito altrimenti non mi sarei mai messo in quest’.’
con il piede mi schiaffeggiò il viso.
Adesso ero con il culo a terra,immobile per lo shock e la testa Fra le sue ginocchia,lei troneggiava sopra di me e davanti a me penzolava a riposo il cazzo più grande che avessi mai visto
‘continua pure, dicevi che non avevi capito’prego’
titubante ricominciai
‘si ‘ecco’dicevo’non mi piace quel genere di cose anche se tu sei bellissima ma”
fece roteare la nerchia e mi colpì sulla guancia,mi ammutolii
‘beh? Che succede? Perché ti sei ammutito? Amo i complimenti continua ‘
cercai di spiegare le mie ragioni ma ogni volta mi interrompeva con qualcosa,un piede ,il cazzo ,uno schiaffo ‘ e ogni colpo mi portava a scendere un gradino nella scala della mia dignità
e presto mi ritrovai imbarazzato a capo chino ,in silenzio,ad osservare di sottecchi il mostro davanti a me con una piccola tenda nei pantaloni della tuta
‘hai finito quindi?Beh non mi hai convinto molto ,diciamo che ti tradisci facilmente’
con un sorrisetto sardonico sfilò il piede dallo zoccolo e lo appoggiò sopra la mia erezione fino a sovrastarla ,l’altra estremità era sospesa a mezz’aria davanti a me
‘Che aspetti? Bacialo e sarai assunto ,non dovrai preoccuparti più dei soldi e la tua padrona penserà a tutto per te’
il piede rimase a pochi centimetri dalla mia bocca per quello che sembrò un eternità finchè lei cominciò a ritrarlo
‘forse ho sbagliato ,forse non hai la stoffa ,pazienza troverò qualcun al”
afferrai il piede e cominciai a baciarlo furiosamente ,baci veloci ,impetuosi e devoti ,leccai la suola e il dorso ,succhiai ogni dito due volte con una sottomissione che dubitavo di poter mostrare.
Nel frattempo il mio cazzo era in balia degli spasmi e veniva copiosamente sotto il piede di jovana
‘vedo che ti sei deciso ,chi è la mia troia della porta accanto?’
borbottai imbarazzato che ero io
‘non ho sentito ‘ disse ritraendo il piede
‘sono la tua troia jovana!’ dissi ad alta voce riafferrando il piede e continuando nell’opera di lucidatura
‘bene sei assunto ,o meglio,assunta . Ti chiamerò Pippa da adesso e sarai la mia domestica oltre che la mia segretaria,imparerai il mestiere giorno per giorno e centimetro per centimetro ,ora mostrami la tua sottomissione, bacia il mio cazzo ‘
memore di pochi minuti prima non tentennai e andai sul suo cannolo senza perdere tempo ,lo presi con due mani e dopo aver scoperto la cappella ,decisamente più scura le diedi un gran bacio con schiocco , filamenti di liquido seminale e saliva si estendevano dalle mie labbra alla cappella . Jovana mi guardò con aria severa come a voler dire ‘sai quello che devi fare’
raccolsi tutto con le dita e me le portai alla bocca
Jovana mi guardò con sorriso crudele ‘ hai imparato subito ahaha ora vattene e prendi pure il sandwich ,se lo vuoi ‘detto questo aprii il panino e bagnò l’affettato con il suo abbondante precum.
mi alzai a capo chino e senza affrontare il suo sguardo presi il panino e me ne andai con una grossa chiazza sui pantaloni. Appena chiusa la porta divorai quello che mi sembrò il pasto più soddisfacente e al contempo umiliante della mia vita
continua