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A piedi camminavo lentamente da casa mia al centro della città fino al liceo in periferia, non era distante saranno stati uno forse due chilometri, e la facevo volentieri a piedi dato che era una strada bella larga e alberata, c’erano negozietti di vestiti e bijoux a destra e sinistra’
Stavo per compiere 18 anni e come tutte le altre mattine mi soffermavo a pensare come sarebbe stata la mia vita e a cosa avrei fatto dopo il liceo’di solito lo facevo mentre passando davanti alla villa con giardino, che avevano finito di costruire da pochi mesi, era un enorme villa di stile moderno, fantasticavo su che lavoro avrei dovuto fare per comprarla’e che n sarei potuta stare lì tutta sola, mi ci voleva un uomo accanto’
Nonostante i miei 17 anni ancora non avevo avuto un uomo e le mie esperienze eran state pressoch&egrave zero a parte qualche sfiorata che mi concedevo mentre, di notte, ero chiusa nella mia stanzetta o mentre facevo il bagno’
Le mie amiche avevano gia avuto esperienze con ragazzi, ed io nonostante avessi molti ragazzi che mi corteggiavano non ero mai stata con nessuno’o almeno nessuno mi ispirava fiducia..
Forse però &egrave stata anche colpa dei miei genitori , molto severi che da m&egrave pretendevano sempre il massimo dei voti, ed io un po per accontentarli un pò perch&egrave avevano promesso di regalarmi la macchina e la patente ero costretta a studiare ore ed ore, e non avevo il tempo di uscire’
Mentre camminavo pensavo a tutto questo mi ricordai anche il pomeriggio precedente passato a casa della mia migliore amica a far finta di studiare per 10 minuti e poi uscire, era l’unico modo per uscire che avevo’pensando a tutte queste cose, mi ritrovo davanti alla scuola e gettando un occhiata all’orologio vedo che &egrave trascorso da 5 minuti l’ora per entrare’..inizio a correre ed entro in classe’
Il prof di chimica gia stava in classe e stava ancora facendo l’appello’ero salva’
Finito l’appello inizia ad interrogare ,ero impreparata al massimo visto che il pomeriggio non avevo studiato e cercando di nascondermi al men peggio, sento lui che fa : ‘dato il suo ritardo venga alla lavagna’Russo Chiara”
Ma come aveva potuto quel vecchietto infame ‘.aveva osato interrogarmi’non poteva farlo’non ero pronta per sostenere l’interrogazione’cercando di non farglielo vedere mi alzo ed inventando una scusa gli dico che sono stata male e non ho potuto prepararmi a dovere e se era possibile rimandare’ma il prof non acconsente e mi mette un bel 3′ ammonendomi che alla fine dell’ora avrebbe chiamato mio padre, erano amici, per metterlo al corrente’ero distrutta, non poteva farlo m’avrebbe rovinato’niente più patente e macchina’
Volevo piangere ma non volevo dargli questa soddisfazione, quindi trattenni le lacrime’
Finita la scuola avevo quasi dimenticato del brutto voto preso la mattina’e me ne ritorani a casa tutta tranquilla’ma appena giunta a casa mi ritrovai i miei sulla porta che avevano un aria minacciosa’e con un tono arrabbiato mi raccontarono che il prof. Di chimica li aveva chiamati per metterli al corrente , e che fino a quando non recuperavo, non m’avrebbero pagato la macchina e che la patente dovevo guadagnarmela facendo la bambinaia in una villa lì accanto’
Non vi potete immaginare le lacrime che vennero giù fino alla sera’
Quel maledetto..ripensavo’quel maledetto ha mantenuto la sua parola e mi ha rovinato l’estate..odiavo il prof di chimica con tutto m&egrave stesso’ma nonostante questo volevo salvare la macchina la patente l’avrei comprata con il lavoretto alla villa, di nuova costruzione che mi piaceva, che mi era stato proposto, tanto era solo per due week-end’
Il giorno dopo la fatidica interrogazione
compio gli anni festeggio con le mie amiche
di liceo’.
Dopo una settimana..dalla fatidica interrogazione!!!
Avevo trascorso un’intera settimana aspettando quel momento, l’interrogazione di chimica..il professore venne in aula, mi offriii volontaria e recuperai quel tre con un bel 10 esortando il prof. A chiamare i miei e metterli al corrente ..
Il più era fatto i miei m’averbbero comperato la macchina’.c’era solo da dare un occhiata alla bambina.
Avevo sentito i miei dire che avrei dovuto dare un occhiata alla bambina fino a quando i genitori non sarebbero tornati dalla festa all’ambasciata’
Dovevo fare la bambinaia, ad una bambina di 3 anni in quella fantastica villa su cui avevo fantasticato molte volte’figlia di un noto ambasciatore trasferitosi lì con la moglie.
Al mio primo giorno di lavoro indossai un pantalone nero molto largo e una maglia a maniche lunghe viola. Con mia madre mi recai all’entrata di questa sontuosa villa e un maggiordomo ci apri il cancello venendo verso di noi ed indicandoci la strada..
Arrivati nella villa era molto più bella di ciò che immaginavo tutta in marmo e parquet raffinati un ampio salone con statue di divinità greche e chi più ne ha più ne metta’
Ci vengono in contro un uomo con una bambina tra le braccia e una splendida signora..
Si presentano lui un bell uomo dagli occhi ghiaccio e i capelli ondulati neri, subito mi colpì aveva un fisico asciutto e questo traspariva nonostante indossasse un vestito classico, la bambina indossava una tutina con gli animaletti raffigurati, e la signora aveva un vestito color pastello lungo’
Dopo aver scambiato qualche frase in inglese con mia madre iniziarono a parlare in italiano’dicendomi dove trovare il latte cosa farle mangiare e i loro numeri telefonici in caso di emergenza. Mia madre li rassicurò e lasciandomi tra le braccia la bambina addormentata uscirono, raccomandandosi di chiamarli in qualsiasi caso’anche mia madre dopo che loro avevano superato la soglia della porta si raccomanda e va via’mi ritrovavo sola, in una enorme casa che non conoscevo, con una bambina addormentata tra le braccia..dopo aver vagato un po per il salone enorme salgo le scale e mi reco nella camera che mi era stata indicata mentre mi dicevano metti a letto la bambina ‘
Apro la porta, cercando di non far svegliare la piccola, e colpo di fortuna trovai il lettino’.
La poggio nel suo box e si sa la curiosità &egrave donna, decido di ispezionare un pò la casa’apro tutte le stanze fino a quando non vedo la stanza da letto con la foto dei genitori della piccola in abito da sposi , e cosa più interessante accanto a questa una foto di lui che teneva lei in braccio al mare’davvero una bella coppia’avevo visto bene lui aveva un fisico niente male’
E con la foto in mano visto che in casa non c’era nessuno ed essendo eccitata , iiziai ad abassarmi la zip e ad infilare la mano nei miei pantaloni, muovendo da dentro gli slip la mano su &egrave giù da mio clitoide, pochi massaggi mi bastarono per farmi giungere ad un ormai già provato piacere’
Rimisi tutto in ordine e andai anche io ad appoggiarmi nella stanza della bambina che continuava a dormire’
continua…

Autore Pubblicato il: 2 Giugno 2007Categorie: Racconti Erotici Etero0 Commenti

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