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Da molto non scrivo in merito alle mie avventure, a dire il vero sono stato molto impegnato e non ho avuto il tempo materiale di pensarci.
Ma ora sono qui, e voglio farmi perdonare.
Di chi voglio raccontare questa volta? Potrei certo raccontarvi di Amelia, o di Zaira, o… ne ho molte ancora, ma voglio tornare su Lucia per questo racconto.
Ricorderete di certo la mia amica: ragazza non molto alta, prosperosa, un po’ in carne, dotata di due fianchi generosi e una lussuria sconfinata.
Erano molti anni che non ci vedevamo, ma pochi mesi fa &egrave cambiato tutto.
Da un annetto ormai la mia amica ha una vita piuttosto stabile, fidanzata ad un bravo ragazzo di nome Andrea, un tipo simpatico che ha sempre saputo dei trascorsi tra me e Lucia, ma non se ne &egrave mai fatto un problema.
Tempo fa, la telefonata.
“Ciao Lorenzo, sono Andrea, ti disturbo?”, passò qualche secondo prima che mi resi conto di chi fosse,
“Ah, no, no, dimmi pure Andr&egrave, come stai?”
“Tutto bene grazie, senti, vorrei chiederti un favore”
“Dimmi, ah, e come sta Lucia?”
“Appunto di lei volevo parlarti.”
“E’ successo qualcosa tra voi?”
“No, tutto bene, ma sai, tra qualche mese lei partirà per l’erasmus e…”
“E? Non scoperete più per un annetto?” gli dissi scherzando, ma la sua risposta mi sconcertò.
“Esatto, volevo regalare a Lucia qualcosa di speciale, prima della sua partenza”.
Restai esterrefatto, con una frase del genere poteva chiedermi ben poche cose, e sapevo bene di come tra di loro non avevano problemi a far aggiungere altre persone ai giochi.
Deglutii, ansioso di sentirmi dire quello che volevo.
“Insomma, ci verresti a trovare? E’ un segreto tra me e te eh, ho casa libera il prossimo weekend e so che sei la persona adatta per questo genere di cose”.
Ero ancora interdetto, tant’&egrave che Andrea mi chiese se fossi ancora li con lui.
“Ci sono, ci sono! Il prossimo weekend dici? Mh, dovrei essere libero ma… sei sicuro? Davvero?” dissi
“Beh, lei con una sua amica me l’ha fatto provare, &egrave giusto ricambiare il favore” rispose.
La mente partì come non mai, erano anni che non mi godevo il corpo di Lucia, ed immaginarla condivisa mi piaceva moltissimo, dopotutto non c’era sentimento d’amore tra di noi, quello era affar loro, io volevo solo avere la mia cara amica di un tempo, quella che come poche sapeva farmi godere, e sapevo bene come la doppia penetrazione fosse una delle sue fantasie più proibite.
“Ci sarò senz’altro, acquisto subito i biglietti” dissi mettendomi già al computer alla ricerca di ciò che mi serviva. Fu un salasso, ma un salasso che ne valeva la pena.
Per tutta la settimana mi masturbai in modo furioso pensando a tutte le cose che avremmo fatto insieme, non avevo mai provato una cosa a tre con un altro ragazzo, ma se c’era una coppia con cui provare la cosa quelli erano loro.
Arrivò il giorno fatidico della partenza, e presto mi diressi a prendere il treno.
Ero già andato a trovarli un paio di volte, ma mai più avevo toccato Lucia, per rispetto.
Andrea mi scrisse di andare tranquillamente a casa sua e di fare con comodo, aveva lasciato le chiavi nascoste in giardino e sarebbe rientrato più tardi con Lucia.
Seguii il piano alla perfezione, arrivando senza difficoltà a quel piccolo appartamento che i due condividevano, misi le mie cose nel ripostiglio ed iniziai ad aspettare facendo un giro qua e la, aprendo i cassetti ed odorando le mutandine di lei, che presto sarebbe stata mia, anzi, nostra.
Nel tardo pomeriggio Andrea mi scrisse di nascondermi nello sgabuzzino della camera, avrei capito da un suo segnale quando entrare in scena.
Tempo di leggere il messaggio e sentii il rumore delle chiavi nella porta, cazzo, ero in ritardo, mi lanciai di fretta nello sgabuzzino giusto in tempo prima di sentirli entrare.
“E’ stata una giornata fantastica!” disse Lucia, la sua voce era un po’ più matura rispetto a quello che ricordavo, chissà se era anche cambiata nel resto.
“Ti va di concluderla al meglio?” disse Andrea, qui ovviamente non vidi la scena, ma sentii chiudersi la porta e posso immaginare per esperienza che Lucia gli prese il pacco fra le mani “Vuoi fare le cose zozze?” chiese in modo innocente; “con te? Sempre” rispose lui.
Udii un tonfo, forse si erano buttati addosso alla porta, sicuramente stavano gettando cose in giro e ad una certa sentii il chiaro schiocco di una manata sul melodico sedere di Lucia.
“Vai in camera, arrivo subito” disse lui.
Sentii dei passi avvicinarsi, volevo davvero vedere la scena ma chiuso li dentro non potevo far altro che ascoltare; un rumore di molle risuonò nella stanza, lei doveva essersi buttata su letto.
“Già ti masturbi?” disse Andrea entrando in camera
“Dai, lo voglio ora, subito!”
Sicuramente Andrea a questo punto sorrise, tutti avrebbero sorriso.
“Volevo giocare un po’ prima”
“Oh, quel gioco? Mi leghi?”
“Certo Lucia, e ti bendo, come piace a te”
Lei ridacchiò e mugolò un po’, sicuramente si stava facendo legare e mettere la maschera addosso.
Sapevo che facevano soft bondage, e pensai che Andrea era un genio.
“Ora me la lecchi o non te la do più!” disse perentoria; sentii ancora qualche rumore, poi mugolii, sicuramente lui aveva iniziato un bel servizio orale ed io non ne potevo più, mi slacciai i pantaloni e tirai fuori il mio membro, che ormai stava per esplodere.
Passò qualche minuto che sembrava essere un’eternità, dovevo averla!
“Uh, già finito?” chiese ad un certo punto lei
“Voglio il resto, vado a prendere il lubrificante” rispose Andrea.
Sentii qualche passo, era il momento.
La porta si aprì ed io vidi la maestosa scena: Lucia, stesa sul letto, bendata ed ammanettata, grondava umori e mugolava come non mai.
Era un po’ diversa da come la ricordavo, capelli più lunghi, curve più morbide, il pesante seno stava li al vento con dei capezzoli turgidi, ed il suo uomo intanto mi guardò con complicità, facendomi cenno di seguirlo.
Andrea si mise ai piedi del letto, ed io mi finii di spogliare, poi mi fece il classico segno della penetrazione con le dita, ormai non si tornava più indietro.
Sorrisi e mi mordicchiai le labbra, poi mi feci coraggio e salii sul letto, lei era davanti a me e mi aspettava, solo che non lo sapeva.
Mi feci spazio tra le sue gambe e puntai il mio membro sulla fessura di lei.
“Forza dai! Montami!” mi incitò senza saperlo.
Detto fatto.
Un singolo colpo secco mi fece entrare nella vagina fradicia della mia amica, di nuovo.
Lucia ebbe un sussulto, poi incominciò a gemere di piacere.
Afferrai il suo seno stringendolo come ai vecchi tempi, un po’ deluso del fatto che non l’avrei potuta baciare, avrebbe riconosciuto l’intruso dalla barba.
Pompai Lucia con foga, sfogando anni di voglie e fantasie, nel mentre Andrea si era spostato al lato del letto e la incitava.
“Ti piace eh?!”
“S-SI! SEMBRA CHE NON MI SCOPI DA ANNI!”
“Non capisci quanto sia vero” rispose lui confondendola, e poi, lentamente, avvicinò le mani alla benda di lei.
“Questa &egrave una serata speciale, lo sai amore?”
“Perché André?”
“Per questo!” disse levandole di colpo il tessuto dagli occhi.
Ci fu un momento di silenzio, Lucia mi guardò, mi aveva dentro di lei da un po’ e non se ne era resa conto, sorrisi, lei guardò Andrea.
“MA IO TI AMO!” disse ficcandogli la lingua in gola, poi continuò a guardarmi e sorrise.
Alzai le sue gambe e ripresi a pomparla con forza.
“Mi sei mancata anche tu eh!” le dissi ridacchiando
“Oh, scusami!” disse avvicinandosi e e baciandomi, le sue labbra erano calde, morbide, la sua lingua più veloce e sapiente, era diventata una vera signora delle lenzuola.
Lucia si staccò da me e notai un piccolissimo filo di bava che univa ancora le nostre labbra, se lo leccò via e poi guardò il fidanzato.
“Me le togli ora?” disse mostrando le manette, Andrea ovviamente acconsentì.
Uscii dal meraviglioso pertugio e ci sistemammo meglio sul letto, a questo punto la passione avrebbe dovuto prenderci, ma avemmo un momento di vuoto, di smarrimento.
“Beh, come vogliamo fare?” chiesi io rompendo il silenzio.
“Regalo suo, decide lei!” disse Andrea.
“L’ospite sei tu, fai come se fossi a casa tua!” disse Lucia a me.
Mi mordicchiai le labbra, ci pensai un po’, con fare innocente guardai al cielo e poi mi venne l’idea, presi Lucia per mano e la misi in piedi in mezzo alla stanza, per poi mettermi in ginocchio dietro di lei, davanti a quel tondeggiante e giunonico sedere.
“André, mi aiuti?” gli chiesi facendogli cenno di mettersi davanti, lui arrivò subito.
“Ed io?” chiese la creatura davanti a noi “Tu apri le gambe e godi!” dissi io dandole una manata sul sedere e fiondandomici dentro con la lingua.
Mentre il suo fidanzato la lubrificava per bene davanti io mi ero preso il felice compito di prepararla nell’entrata posteriore, mordicchiando e leccando le sue rotondità e quel buchino che non avevo avuto modo di usare.
Le nostre lingue si muovevano velocemente, e mentre gemeva Lucia teneva ben salde a sé i nostri volti con una presa ferrea, imperiosa, un ordine perentorio che non ammetteva altro se non il suo godimento.
Ogni tanto, mentre mi dedicavo al lustrarla per bene, aprivo le sue soffici natiche con le mani in modo da affondare la mia lingua nei suoi pertugi più oscuri, tanto sapevo che era sempre ben pulita ed avvezza a queste cose.
Ad un tratto mi alzai, non perché fossi stufo del mio lavoro, ma perché volevo passare ad altro.
Appoggiai il mio sesso sul suo sedere, nel mentre l’abbracciai stringendole i seni, ancor più grossi e morbidi di quello che ricordassi.
Strizzai un poco i suoi capezzoli mentre mi divertivo a morderle con ferocia il collo, per poi subito lenire il suo dolore con una bella passata di saliva, poi, via via, mi avvicinai alla bocca, riprendendo quel bacio interrotto prima.
Mi sentivo davvero appagato, se qualcuno mi riproponesse di fare quell’esperienza accetterei subito.
Anche Andrea decise di alzarsi, e questa volta fu lui ad avere richieste.
“Ora me la posso scopare un po’ io?” chiese; ovviamente ebbe il mio consenso.
Lucia venne stesa sul letto, a pancia all’aria, tipica posizione del missionario ma tenendosi al bordo, mentre il fidanzato, ancora in piedi, lentamente la dischiudeva.
Mi posi a lato di Lucia, intento ad ammirare la sua scena, il suo corpo leggermente sudato che si scuoteva tutto ad ogni colpo, il suo seno che ribalzava, la bocca che si contorceva dal godimento e quegli occhi grandi e profondi che mi fissavano, implorando di concedermi.
Mi avvicinai alla dolce signorina e lei dischiuse la sua bocca, ed ecco subito l’arte in cui &egrave maestra accogliermi in tutto il suo splendore.
Non me la facevo con lei da anni, ma aveva decisamente studiato, studiato abbastanza che senza ombra di dubbio &egrave stata la ragazza migliore che ho mai posseduto, in quel campo.
I rapidi colpi di lingua sulla mia asta presto lasciarono posto alla pienezza della bocca e alla gloria della gola, non so come facesse ma riusciva a prendermi praticamente tutto senza sforzo alcuno, e per di più mentre veniva agitata! Ogni tanto Lucia cercava di parlare, spesso per chiedermi di uscire di colpo, per continuare a leccare, per ammirare il mio sesso mentre lo masturbava, mentre con l’altra mano si faceva una lavoro da sola.
Mentre Lucia ed Andrea continuavano nei loro intenti io iniziai a guardare quelle dolci colline che lei aveva sul suo petto, a desiderarle, a volerle distruggere come se fosse stato il buco di una vergine.
Senza pensarci e senza chiedere mi fiondai sul suo seno, lo strinsi, lo leccai, lo morsi, lasciai ampi succhiotti sulla sua superficie e poi mi misi a cavalcioni su di questo, dando le spalle ad Andrea.
“Ti spiace se ti fotto qui?” dissi senza manco ascoltare risposta
“V-vai!” disse lei ansiamente.
Strinsi con le mie mani le sue tette sul mio membro, sia il mio sesso che il suo seno erano lubrificati, e grazie ai forti colpi di bacino di Andrea quasi non dovevo muovermi.
La mia asta strusciava velocemente sulla sua pelle, in modo così veloce da generare un calore piacevole e fastidioso insieme, che ogni tanto facevo diminuire portandomi un po’ più in la con il bacino e facendomi dare numerosi baci sul membro.
Andrea uscì da Lucia in fretta, io e la nostra compagna di giochi lo fissammo come per capire cosa volesse fare ora, lui gesticolò con fare curioso.
“Beh, ora la mettiamo a pecora e ricominciamo!” disse, e l’idea dovette piacere molto a Lucia, che senza neanche chiedermi fece per alzarsi e voltarsi, così di corsa la assecondai.
Andrea tornò a posizionarsi dietro di lei ed io mi stesi sul letto, così, mentre lui continuava a pomparla, io mi godevo ancora quel bel trattamento speciale che solo lei sa fare.
Auguro a tutti voi di vivere una scena come questa, una bellissima ragazza nel fiore dei suoi anni completamente rapita dal sesso, che con fare ritmico ti tocca, ti lecca, ti guarda con occhi dolci e lussuriosi insieme, e tu, dall’alto, la guardi felice, felice di vedere i picchi del godimento umano.
Lucia si lanciò nuovamente sul mio membro, felice di goderselo dopo anni, la sua lingua andava sempre più giù, fino non solo a succhiarmi i testicoli ma anche leccarmi il perineo, cosa che non mi dispiacque affatto.
Mentre veniva fottuta con maestria, mentre il fidanzato la sculacciava e la chiamava con nomignoli degni di una donna molto più vissuta lei prese in mano i miei gioielli e si ficcò la mia intera asta in bocca, per poi uscire e dirmi con sguardo fermo “Vuoi fottermi?”.
Che domanda era cara Lucia? OVVIO che volevo fotterti con tutto me stesso, ma giustamente al tempo non ebbi la prontezza di fare un’annotazione simile, mi limitai a dire “Montami”.
Lucia si staccò di colpo da Andrea, che effettivamente sembrava un po’ stanchino, e venne sopra di me.
La sua figura era tutto ciò che volevo e desideravo, prese il mio pene eretto e senza indugio se lo mise dentro con foga e voracità, per poi scendere di colpo con il bacino mentre le sue mani erano appoggiate al mio petto.
Dentro era calda, bollente, aperta ed accogliente; iniziò a saltellare su di me più veloce di una coniglietta, ad ogni colpo il suo morbido corpo mi faceva provare sensazioni fantastiche, e maggior desiderio, desiderio che aveva contagiato tutti nella stanza e che portò Andrea a porsi davanti a lei per farsi fare uno di quei pompini che lui, gran fortunato, conosceva bene.
La nuova situazione mi piaceva molto, godevo come un maialino e le mie mani esploravano il suo caldo corpo come non mai: una veloce palpata al seno, una manata sul sedere, anche solo afferrarle le maniglie dell’amore e pomparla con più forza; proprio in uno di questi momenti Lucia implorò il fidanzato di mettersi dietro di lei, sarebbe stata la sua prima doppia penetrazione.
Dopo un paio di irresistibili bottarelle io e Lucia ci fermammo, il momento era praticamente solenne; Andrea era già bello lubrificato e puntò il suo membro sul buchino posteriore di lei.
Certo, il sesso anale era qualcosa che praticavano abitualmente, ma avrebbe resistito a due peni dentro di lei? Sicuro delle capacità della sua partner, dopo aver indirizzato l’asta, raccolse i suoi capelli in una coda di cavallo che tenne fermamente, iniziando a farsi strada dentro di lei.
Lucia aprì la bocca di colpo, non emise un fiato, io, da sotto, mi godevo la scena con un sorriso a bocca aperta, e nel mentre sentivo ogni centimetro che stava facendo lui.
Quando Andrea si fermò Lucia emise un gemito come avesse tenuto il fiato per ore, e lentamente lui iniziò a muoversi, dapprima con garbo, attenzione, ma quando si rese conto che l’elasticità di lei era abbastanza nessuno di noi due si ricordò di fare attenzione, iniziammo a distruggere quei pertugi con botte sempre più forti.
Lucia era in preda a noi, non riusciva far altro che alternare gemiti e momenti in cui non riusciva a parlare, ed io ne approfittai per giocare ancora con il suo seno, baciarlo, leccarlo, colpirlo, a turno poi io ed Andrea ci spartivamo i baci di lei, che in totale balia degli eventi accoglieva ora questa, ora l’altra lingua nella sua gola.
La situazione era straordinaria, così bella e piacevole che mi resi conto che le stavo per venire dentro, ma non volevo, avanzai così una richiesta “Posso avere io il culo ora? Non me l’ha mai dato!”.
Andrea ridacchiò e le diede una manata “Come no?! Lui &egrave tanto gentile e tu non glielo hai mai dato?”
Lucia si voltò lentamente verso il fidanzato, sudata, stanca, ma non appagata “Beh, posso rimediare ora” disse ansimando.
Lucia si alzò e si risedette subito su di me, dandomi le spalle, proprio come volevo.
Sentii il mio pene preso dalle sue piccole e sagge mani, ed ecco l’entrata di quel pertugio a me sconosciuto in lei,ed il mio lento entrarci , in modo inesorabile, caldo, soddisfacente.
Quando fui completamente dentro trovai il paradiso.
La base della mia asta era stritolata da uno sfintere amorevole, mentre il resto di me era avvolto in una calda sensazione di promisquità e bellezza.
Lei si buttò indietro, in equilibrio su un braccio, con l’altra mano aprì la sua fessura ed invitò il fidanzato ad entrarvi, presto fatto.
Schiacciato dal loro peso tenevo tra le mie mani le tette di lei, sentendo chiaramente che Andrea ogni tanto si avvicinava per succhiarle, era tutto perfetto, troppo perfetto, e ben presto il mio partner mostrò segni di cedimento.
“Ohi…” disse bloccandosi ansimando “Io sto per venire!” “E fallo amore! Vienimi dentro!” Lucia si allungò verso Andrea, prese il suo volto tra le mani e lo baciò con dolcezza, poi appassionatamente; sentivo chiaramente il membro di lui agitarsi, pulsare, e di colpo si fermò, mentre numerose contrazioni si percepivano in tutto il corpo di lei; il suo sperma iniziò a colare da tanto che era venuto.
Andrea si allontanò a si sedette su una sedia, soddisfatto.
“Ora però non mi far fare brutta figura eh?” mi disse sorridendo.
“Tranquillo, ora la riempio io!” lo riassicurai mentre Lucia si buttò di nuovo avanti con il peso.
“Eddai Lor&egrave, fottimi! Fottimi più forte!” mi incitava quella ragazzina che avevo aperto anni prima.
Con furore mi aggrappai ai suoi fianchi tirandola sempre più giù, più giù, ed ogni millimetro guadagnato era un godimento infinito in più per entrambi.
E poi venne il momento.
Sentii le dita di Lucia entrare nella sua vagina, strusciavano sulla parete e stimolavano il mio pene come non mai, non avrei retto un secondo di più.
Alzai lo sguardo al cielo e mi preparai per qualcosa di epocale.
“VENGO!” dissi ad alta voce mentre le diedi un’ultima spinta che le tolse il fiato.
Ebbi un momento di felicissimo buio, come se avessi esagerato con lo sforzo, ma mi ripresi subito.
Lucia si alzò e un po’ del mio sperma mi ricadde addosso.
Mi poggiai sui gomiti e guardai lei stendersi ai piedi del letto, con un sorriso indescrivibile.
“Allora…” disse “quanto rimani?” mi chiese “Un weekend”, risposi “bene” disse alzandosi.
“Io ora vado a darmi una ripulita, vi aspetto in doccia, poi ve lo fate venire duro e mi farcite di nuovo, CHIARO?” disse con una fermezza che non le apparteneva.
“Ricevuto!” dicemmo praticamente in coro noi maschietti.
Lucia si guardò allo specchio, compiacendosi di sé e dicendosi
“Sì, sarà un weekend fantastico”.

Autore Pubblicato il: 30 Giugno 2016Categorie: Racconti Erotici Etero, Trio0 Commenti

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