Veniamo al secondo appuntamento di questo piccolo ciclo di storie.
Benché parte di me volesse puntare subito a racconti più succosi ho deciso che seguirò un ordine cronologico, ovviamente dovrò tralasciare molte esperienze per concentrarmi sugli avvenimenti più importanti e divertenti (ma tornerò ben volentieri su ragazze precise se mi verrà fatta richiesta, ne ho a pacchi su ognuna).
Ci spostiamo a Venezia, sul finire dell’estate, mi ero lasciato da qualche mese con Annamaria e avevo conosciuto tramite internet una ragazza nuova, Sabrina.
Mia madre era tornata a Bologna ed io, stufo di stare a Firenze dove ogni cosa mi ricordava Mary, l’avevo seguita, ciò mi permise una frequentazione più assidua con la veneziana.
Lei era una ragazza profondamente diversa da Mary, mentre la mia prima partner era stata per me immagine di purezza Sabrina fin da subito si mostrava come una ragazza più navigata, nonostante avesse solo 19 anni.
La diavoletta portava dei lunghissimi capelli biondo Marylin (naturali) fin quasi al sedere, due occhi di un acceso marrone chiaro risplendevano su un volto sempre perfettamente truccato; il seno, assolutamente il più bello che abbia mai visto, era generoso e sodo quasi quanto quel suo sederino estremamente tosto (davvero, tutte le veneziane che ho conosciuto a suon di ponti e camminare hanno un fondoschiena che è un gioiello!), il tutto coronato da una silhouette curva ed armoniosa che calzava in provocanti vestitini.
Insomma, Sabrina sembrava la versione migliorata e forse più zoccola di Annamaria, ed io non vedevo l’ora di tenerla per i fianchi e divertirmi con lei (da qui in poi lo lascerò sottointeso ragazzi: amo i fianchi larghi!).
Erano i primi di Settembre, faceva ancora caldo ed io stavo soggiornando presso un albergo di alcuni amici della famiglia di Sabrina, facevo la bella vita tutto spesato, la mattina il mare e la sera mi scopavo una bella figliola, cosa avrei mai potuto chiedere di più?
L’ultima settimana del mio soggiorno iniziai a vedere che le persone in spiaggia erano sempre più rade, il Lido su quella spiaggia si stava svuotando e questo ci permise di iniziare a fare qualche zozzeria, d’apprima eravamo un po’ timidi, qualche toccatina sott’acqua, qualche strusciamento, poi prendemmo sempre più coraggio fino alla penetrazione.
Una mattina come tante eravamo in spiaggia con alcuni amici, io e Sabrina però decidemmo di prendere una cabina a parte per poterci cambiare, e qui inizio la nostra storia.
Erano le nove di mattina, o poco più in la, quel giorno io, Sabrina, Aldo e Stefania eravamo andati in spiaggia insieme, mentre Stefania era la tipica ragazza mediterranea dai capelli scuri che ben si contrapponeva a Sabrina (e non vi nego che un gioco a tre lo avrei fatto volentieri) Aldo sembrava l’opposto di me, alto 1.90, abbronzatissimo ed arrogante in ogni sua azione, sapevo che da anni ci provava con Sabrina ma lei lo aveva sempre snobbato, così aveva iniziato a frequentare Stefania.
Chiusa la cabina ed iniziando a cambiarci mi avvicinai a Sabrina.
– Ehi, ho visto come ti guarda Aldo sai –
– Come? –
– Non fare l’ingenua, ti mangia con gli occhi e ti scopa con la mente –
Sabrina alzò le spalle – forse, ma a me non interessa –
mi avvicinai a lei con voce mefistofelica ed approfittai della momentanea nudità per passarle le mani sul corpo – Ma come? Una porcellina come te che si lascia scappare una scopata? – le dissi iniziando ad aprirle il sesso con un paio di dita – non me lo sarei mai aspettato! –
– Te l’ho detto – rispose lei iniziando a segarmi lentamente – non mi interessa, a me piace questo cazzo qui!-.
La biondona si voltò ed iniziammo a masturbarci reciprocamente.
– O vorresti vedermi montata da un altro? – disse lei mentre mi segava e guardava negli occhi
– Mh, ci possiamo pensare, ma come pretendi di avere due ragazzi se non mi hai mai dato il culo? –
-Beh, potremmo rimediar…- il momento magico venne interrotto dagli due che bussavano alla porta, Sabrina suffò leggermente e siccome eravamo ancora nudi gli disse di aspettarci in spiaggia; dopo un commentino sul non sporcare troppo li dentro i due si allontanarono.
Sabrina mi guardò e sorrise maliziosa per poi voltarsi di spalle e mettersi il mio membro in mezzo alle cosce, una volta fatto passò un braccio dietro il mio collo e mi guardò con sguardo da vera infoiata mentre iniziava a strusciarsi.
– Lo vuoi proprio il mio culetto, eh? –
– Certo che lo voglio, è spettacolare –
– Cosa ti piace del mio sederino? – iniziò a chiedermi mentre con l’altra mano iniziava a toccarmi la punta del pene, bagnata dai suoi umori.
– Tutto Sabrì, è sodo, bello, secondo me è anche caldo e stretto! –
Lei si mise a guardare in avanti ed aumentò il ritmo
– Come la mia fighetta? –
– Anche più della tua fighetta! –
A quel punto lei si fermò e mi fece sedere sulla piccola panca della cabina
– Chi lo sa, magari lo scoprirai! Intanto goditi questa! – disse sedendosi su di me, ed io non me lo feci ripetere due volte, la spinsi giù dalle spalle per farla scendere tutta d’un fiato.
Finalmente il mio cazzo era dove doveva stare, dentro quella ragazza che ben più di Mary meritava l’appellativo di cagna.
Sabrina iniziò a muoversi come per cavalcarmi, e vi giuro che se c’era qualcosa che sapeva far bene era proprio guidare lei.
Mentre teneva un ritmo bello serrato mi prese le mani e se le schiaffò sulle tette.
– Che poi non so – disse – il dietro l’ho usato poco! –
– Ah, quindi non sei vergine neanche li? –
– Perché, tu non l’hai mai usato con la tua ex? – effettivamente una delle ultime cose che avevo provato con Mary era proprio il sesso anale.
– Cosa c’entra? Qui parlo del tuo! –
Sabrina iniziò a muoversi come se mi stesse saltellando sopra.
– Beh, se lo vuoi prima di tutto devi farmi venire! – mi disse lei facendomi la linguaccia, ed io capii subito cosa voleva, lo voleva sempre.
Feci scendere Sabrina dal mio cazzo e la feci sedere a gambe aperte su quella piccola panca, era davvero bellissima, se ci ripenso mi fa male l’idea di essermela sbattuta solo per pochi mesi.
Mi sedetti a terra ed iniziai a masturbarmi mentre con la lingua mi avvicinavo al suo sesso.
Già solo a contatto con il mio respiro Sabrina ebbe un sussulto di piacere, se c’era qualcosa che le piaceva di più di montare i ragazzi era farsi leccare.
Siccome qualcuno mi vuole bene in cielo gli dei mi hanno donato una lingua particolarmente lunga e larga, la cosa ovviamente faceva impazzire la bionda che ad ogni occasione me la faceva usare fino allo sfinimento.
Iniziai con dei piccoli tocchi di punta sul clitoride, poi lentamente scesi e dischiusi le sue labbra, il tutto guardandola; Sabrina si mordicchiava le labbra e felice come una bambina ogni tanto si lasciava sfuggire qualche sorriso.
– Oddio, che bello, ma perché non ci siamo conosciuti prima! –
Mi alzai un attimo dal mio lavoro – Perché dovevo fare esperienza! –
– Non ti ho detto di smettere! – mi disse ricacciandomi a forza la lingua dentro.
Mentre seguivo gli ordini iniziai ad esplorare il suo corpo con la mano sinistra (visto che con la destra mi occupavo di me), i suoi fianchi, il suo seno, ad una certa presa la mia mano e se la portò al petto, poi la sentii scivolare un po’ sulla parete della cabina per inclinarsi leggermente.
– Dai, ti faccio fare una prova! – disse mettendo in risalto il suo buchino posteriore.
Ora, normalmente mi sarei sentito un po’ in imbarazzo ad una richiesta del genere, ma Sabrina era una ragazza estremamente pulita, al limite del maniacale, e priva di qualsiasi pelo in ogni angolo del corpo.
Preso dalla situazione abbassai la lingua ed andai sulla zona del perineo, suscitando in lei parecchi brividi di piacere (e la cosa di riflesso eccitava anche me), e poi via via, mi ritrovai a leccare quel buchino che in tempi successivi mi fece divertire non poco.
Il sapore di sabbia e salsedine si era infilato ovunque nel corpo di lei, e persino li sapeva di salmastro, la cosa in realtà mi mandò in visibilio, oltretutto in quella posizione il mio naso era a stretto contatto con tutti i suoi umori e ad ogni mio respiro la piccola meretrice sussultava felice.
Non sapevo proprio quanto tempo era passato, ma considerando che ci bussarono nuovamente alla porta evidentemente non poco.
Io stavo per esplodere e mi alzai in piedi per far bere tutto alla mia compagna.
– UN MOMENTO! – dissi ad alta voce cercando di non far capire che stavo per venire.
Fortunatamente per me quella ragazza capiva ogni mio segnale, si cacciò il mio membro in bocca senza fiatare e cercò di mandare giù tutto quanto.
Una volta finito ci vestimmo velocemente ed uscimmo.
– Allora, tutto sto tempo? Poi vi cacciano Sabrì! – disse Stefania
– Eh, scusa, in realtà non trovavo la crema solare! – rispose prontamente lei.
La faccia di Stefania si tramutò nella classica espressione “ma che cazzo stai dicendo?” e disse solo un commento prima di andare via – Ti è rimasta della “crema” (con tanto di gesto) qui – disse indicandole un angolo delle labbra, Sabrina senza pensarci ci passò la lingua, si rese conto della gaffe e per fortuna nessuno disse niente, andammo in spiaggia come nulla fosse.
La giornata passò in tranquillità, ed ora voglio spostarmi direttamente al più bel momento della giornata, la sera.
Sabrina era solita ad andare in discoteca la sera, ed era qui che normalmente cacciava i suoi ragazzi, sapendo che io non ero interessato a quel genere di luogo da un po’ di tempo frequentavamo spesso le piazze per bere, in compagnia, unico dettaglio: Sabrina era praticamente astemia.
Non parliamo di quanto bevve, o di quanto bevvi io, a fine serata eravamo tutti e due piuttosto ciucchi e tornammo insieme alla camera d’albergo.
Non ricordo molto bene il tragitto, a parte molte risate, ma quello che non dimenticherò mai è che tempo di aprire la porta e Sabrina si buttò a novanta sul letto abbassandosi le mutandine (e considerando che aveva uno dei suoi soliti vestitini corti il più del lavoro era praticamente fatto).
– Sabrì! Che fai? La porta è ancora aperta! – dissi io ridendo e chiudendola.
– Lo hai detto tu che vuoi il mio culetto, no? – disse con la faccia immersa nel materasso
– Leccalo come oggi! – aggiunse alzando la voce anche fin troppo.
Non ve lo dirò neppure, tempo record ed ero già nudo dietro di lei a lustrarle l’intera zona (cosa fatta più per una seria mancanza di mira dato il mio stato che per scelta personale).
Mentre insalivavo per bene ogni buco di quella ragazzina iniziai a sentire le sue dita interferire con la mia lingua, maldestramente stava cercando di masturbarsi il clitoride, la trovai una cosa quasi carina e l’aiutai a prendere la direzione giusta.
Dopo un qualche minuto di pulizia le feci appoggiare le ginocchia a terra ed iniziai ad esplorarla meglio.
Mi misi al suo fianco e mi bagnai gli indici, mentre quello destro giochicchiava con la sua lingua il sinistro esplorava quella cavità mai ceduta.
Quando entrai dentro Sabrina mugulò leggermente, era esattamente come me lo aspettavo, caldo e strettissimo, qualcosa di inedito in quella ragazza che era piuttosto elastica ovunque.
– Ti piace, eh? – le dissi maliziosamente
– Mhhh, sì… masturbami il sederino dai! – mi chiese con voce supplicante e quasi dolce.
Non potendo resistere a quella vocina iniziai lentamente a fare avanti e indietro con il dito, a lei piaceva, e si capiva bene dal rumore che facevano le sue dita che intanto si occupavano della zona davanti.
– Sei una ragazzaccia – le dissi scherzando
– Lo sooo! Ma tu metti un altro dito! – disse lei ancora mezza ciucca; approfittando della situazione, io che mi ero un po’ ripreso, non ci pensai due volte ed eseguii i suoi ordini.
Dopo qualche minuto di masturbazione anale mi spostai dietro di lei, le mie intenzioni erano chiare.
– Mettimelo un po’ davanti prima! – mi chiese lei, ed effettivamente davanti ci sarei entrato volentieri, così seguii la richiesta… mi sembrò di mettere il pene nel burro fuso da quanto calda e fradicia era.
– Wow, se le dita dietro ti fanno quest’effetto te lo farò sempre! – dissi in preda all’estasi di quel momento; Sabrina dapprima non rispose, impegnata a seguire il mio ritmo, poi mi incitò a metterlo velocemente dietro ora che era bello bagnato.
Puntai la mia punta sul posteriore di lei e spinsi leggermente, per chi non ha mai visto un ano contrarsi durante quel tipo di penetrazione è difficile da spiegare, è come se tutta la ragazza cercasse di inglobarti, la stretta iniziale è forte, ma appena superata la soglia è come fare sesso con gli angeli.
Entrai lentamente in Sabrina godendomi ogni singolo istante, e lei stessa scivolò verso di me; una volta dentro per bene commentò soddisfatta con un sospiro – Mi ero dimenticata di come fosse bello -.
Senza neanche pensarci tirai un manrovescio su quelle marmoree chiappe – Ed io non sapevo che fosse così bello con te! – lei voltò lo sguardo – e allora questo? – disse sorridendo ed iniziando a muoversi durante quella pecorina.
La mia asta era a metà dentro di lei, e sinceramente non credevo potesse andare oltre, ma ad ogni botta spariva mezzo centimetro fino a che non scomparve interamente dentro di lei.
– Sei fantastica –
– Lo so – disse orgogliosamente – ora dimostrami che te lo meriti – aggiunse.
Iniziai a pomparla con foga, cercando di inserire ancora più in dentro il mio pene come se dovessi farlo sparire; la ragazza dal canto suo ansimava e mugolava continuamente, le piaceva in modo eccezionale e non capivo perché non l’avessimo fatto prima.
Ad una certa iniziai a sedermi indietro.
– Cosa fai? – mi chiese preoccupata – Tu segui il mio corpo! – le risposi, mi abbassai fino a che non poggiai il sedere a terra e la schiena alla parete, Sabrina sopra di me ora si trovava in una posizione simile a quella della mattina, e quando le portai due dita davanti alla vagina capì tutto.
– Sei un porco –
– Detto da te è un complimento? –
Non le diedi il tempo di rispondere e le misi le dita dentro, lei di tutta risposta si tappò la bocca con una mano per poi tornare ad ansimare ed impazzire leggermente.
– Lo so che vorresti un altro cazzo – le dissi provocandola
– Sì! Un secondo Lorenzo che mi scopi davanti! -, risi, faceva tanto la maniaca ma poi voleva sempre me.
– Per ora solo uno ne ho, ma puoi aiutarmi con le altre dita! – neanche tempo a finire la frase che Sabrina si stava masturbando con entrambe le mani.
– Brava ragazza! Ed ora ti vengo dentro se non ti dispiace! – inutile dirlo, neanche mi sentiva.
Iniziai a spingere con foga, davvero tanta, il rumore di bagnato della figa di Sabrina e la sensazione di spingere in un vuoto caldo ed infinito del suo sedere mi fecero perdere completamente la testa, in più metteteci un paio di belle tette che ad ogni colpo più forte facevano un bellissimo suono.
Stremato dalla situazione le diedi un ultimo colpo abbastanza forte da sbilanciarla in avanti ed in quel momento le venni dentro.
Mentre Sabrina perdeva l’equilibrio il mio pene uscì da quel meraviglioso antro, giusto in tempo per schizzarle un po’ su quel sedere tanto amato.
Appoggiandosi stremata al letto voltò lo sguardo verso di me mi sussurrò una parola che non ci fece uscire da quella stanza per tutto il weekend – … ancora.-.