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E’ la festa di compleanno di Michele che come al solito, ha deciso di festeggiare in un locale vicino a piazza Campo de’ Fiori al centro di Roma.
Il locale non è un granchè: piccolo, pieno di gente e nemmeno troppo gradevole al colpo d’occhio, di contro però da la possibilità di bere quanto si vuole con 10′ ed è per questo che in queste situazioni finiamo sempre lì.
Siamo arrivati da un’oretta, forse anche qualcosa di più quando ad un certo punto mi si avvicina Giacomo che mi dice:
– Visto chi è appena arrivato?
Io con tono leggermente incuriosito:
– No, mi pare che del nostro gruppo in realtà siamo tutti, chi manca?
– In effetti non parlo di qualcuno del gruppo, guarda bene là, stanno salutando ora Michele.
Guardo nella direzione che mi ha indicato Giacomo e vedo una coppia, guardo ancora meglio per cercare di capire chi fossero i due e dopo qualche secondo capisco
– Non ci credo! Ci stanno pure Giulia e Alessio! Sono anni che non li vedo!

[A dire il vero non ho mai frequentato Alessio, abbiamo esattamente la stessa età e abbiamo frequentato lo stesso liceo scientifico, abbiamo anche numerosi amici in comune fra cui Michele ma, nonostante ciò non ci siamo mai frequentati più di tanto.
E’ un tipo strano sotto molti punti di vista e da quanto mi hanno detto, da quando sta con Giulia, ha perso anche quel minimo di vitalità che prima aveva, portandosi dietro la ragazza che, sebbene non fosse nemmeno lei iperattiva, qualche interesse lo coltivava con piacere.
In linea di massima non c’è un perchè ma non mi ha mai fatto una gran simpatia.

Con Giulia ci conosciamo almeno da una decina di anni, ancora mi ricordo la prima sera che la vidi, eravamo al Gianicolo e Filippo voleva presentarci la sua nuova ragazza Simona, la sua migliore amica. Quella sera la notai subito: visino carino, magra, alta 1.70m, atletica, un bel corpo tenuto tonico da anni ed anni di taekwondo, l’unico problema era il trucco, veramente troppo pesante.
Con il passare degli anni abbiamo iniziato a vederci spesso, Filippo e Simona organizzavano sempre uscite di gruppo e le serate trascorrevano tranquillamente.
Caratterialmente non è proprio il mio tipo, troppo taciturna e moscia, ho bisogno di una ragazza che mi dia continui stimoli e lei non era quella adatta. E’ questo il motivo per cui, circa 5 anni fa, quando Simona venne a dirmi che Giulia era cotta di me da un sacco di tempo, cercai di evitare il più possibile situazioni imbarazzanti.
Ricordo che una sera mi chiese di uscire, fortunatamente io riuscii ad organizzare una serata al bowling con un sacco di gente. Quella serata fu per me una liberazione: lei conobbe Alessandro e tempo 3 giorni si misero insieme.
La storia con Alessandro durò pochissimo, lui la lasciò il giorno dopo aver consumato per la prima volta.
Io comunque non l’avevo più vista dalla sera al bowling.
Non so da quanto tempo stia con Alessio, so però che è diventata ancora più moscia di prima, che ha smesso di fare taekwondo e che con il tempo ha messo su qualche chilo, inoltre non ha perso l’abitudine di truccarsi in maniera eccessiva.]

– Sai che faccio Giacomo? Finisco questo bicchiere e vado a salutare Giulia!
Una volta finito il bicchiere mi incammino facendomi largo in mezzo alla folla.
Sono dietro di lei, la guardo per bene, in effetti è vero ha messo su qualche chilo ma non mi interessa, sono curioso di vedere che reazione avrà vedendomi, del resto l’ultima volta che siamo usciti insieme si aspettava un’uscita a due e invece è finita con un altro, non so cosa aspettarmi.
Dopo aver preso un bel respiro le picchietto sulla spalla e mentre si gira le esclamo:
– Giulia!
e lei:
– Simone?!?! Che ci fai qui?
Non sembra dispiaciuta di vedermi e questo mi fa molto piacere, le rispondo sorridendo:
– Sai, Michele è un mio grande amico e quindi ha invitato anche me! Come stai? E’ veramente tanto che non ci vediamo! Da quella sera al bowling, poi ti sei messa con quell’imbecille di Alessandro e sei scomparsa…
– Hai ragione, è stato proprio un errore quello, scusami…
Non mi aspettavo che mi chiedesse scusa, alla fine glielo avevo presentato io il tizio, ad ogni modo decido di calcare un pò la mano e con tono scherzoso le dico:
– Pensa tu che io volevo provarci con te quella sera!
A quel punto inizia ad arrossire
– Ma dai, non fare lo scemo, non è vero!
– Invece si! Infatti nei giorni seguenti mi sono tenuto informato e ho saputo che il giorno dopo la sera del bowling già eravate usciti e già era successo qualcosa fra voi due. E’ per questo che poi non ti ho richiamata.
Sò di mentire ma non mi interessa, più parlo con lei, più sale in me la voglia di averla, solitamente non sono un tipo che guarda le ragazze fidanzate, ma nel momento in cui l’ho rivista ho deciso che, se lei ci fosse stata, l’avrei voluta avere.
– Non ci credo!
– Vabbè, non ha più importanza ormai, vedo che stai ancora con Alessio, so che non uscite molto, ti sei fatta prendere anche tu dalla sua pigrizia?
Noto un certo imbarazzo in lei e quindi decido di cambiare discorso
– Ma dimmi, l’università invece? Hai finito vero? Ora che fai? E Simona? La senti ancora?
– Oh si, ho finito l’università l’anno scorso, ora sto facendo il praticantato per avvocato in uno studio vicino casa, mi trovo molto bene! Simona invece da quanto sto con Ale non la sento più.
– Beh, mi fa molto piacere che ti trovi bene a lavoro, per Simona un pò mi spiace, alla fine eravate così amiche…
Continuavamo a parlare e io continuavo a desiderarla sempre di più, dovevo invitarla ad uscire con me
– Senti, visto che qua non si riesce a parlare e che mi chiamano per fare da interprete con un gruppo di spagnole che ne dici di vederci uno di questi pomeriggi? Facciamo un giro al centro o se preferisci ci prendiamo qualcosa! Dai, ti lascio il mio numero così che se vuoi mi chiami tu, non voglio passare per quello pesante!
– Ok, mi prendo il tuo numero, però te lo dico già da ora: in questa settimana sono libera solo domani dalle 19, gli altri giorni sono impegnata con il lavoro!
Non mi aspettavo una risposta del genere ma la accolgo di buon grado e quindi propongo immediatamente:
– Domani alle 19.15 per me è perfetto! Vengo a prenderti sotto casa se per te va bene.
– Perfetto!
A quel punto la saluto con un bacio a stampo sulla guancia
– A domani Giulietta, mi ha fatto veramente piacere rivederti!
Tutto il resto della serata non ho fatto altro che pensare al tempo che mi separava dall’appuntamento, sembrava eterno, ho pensato e ripensato a dove potessi portarla, non mi va per niente di chiuderci dentro un locale per fare un aperitivo, voglio un posto all’aperto, decido che Villa Borghese è perfetta, possiamo fare un giro là e se poi proprio ci tiene, basta scendere a piazza del Popolo ed è pieno di localetti.
Finalmente sono sotto casa, scendo dalla macchina, suono il citofono e sento che mi risponde trafelata:
– Dammi 5 minuti, mi sto finendo di preparare!
– Va bene, sono qua sotto, ti aspetto
Diamine! Avevo dimenticato che fosse la persona più ritardataria di questo mondo! Era un’altro dei motivi che all’epoca mi aveva fatto decidere di non raccogliere il suo corteggiamento, oggi però non mi interessa.
Ovviamente i 5 minuti sono passati e ancora non è scesa, ad un certo punto però sento la porta aprirsi, eccola!
Ha un bel vestitino azzurro, abbastanza scollato che mette in risalto il suo seno, sarà una bella terza abbondante, con una gonnellina che arriva poco sopra la metà coscia, ai piedi porta delle zeppe estive molto carine.
I capelli sono ben curati, lunghi, mossi e mori, la sua carnagione è abbastanza chiara e gli occhi verdi, peccato per il trucco.
Scendo dalla macchina e le vado incontro:
– Buonasera Giulietta!
le dico prendendola per i fianchi mentre le stampo un bacio sulla guancia
– Ciao Simo! Come va? Scusa il ritardo ma non sapevo che mettermi, non mi hai detto dove saremmo andati! Vado bene vestita così?
– Ma figurati, l’unico problema del tuo ritardo è che ho dovuto aspettare altri minuti prima di vederti! Per il resto… vai benissimo, sei perfetta!
Mi incammino verso la macchina e le apro la portiera per farla salire, una volta salita richiudo la portiera e ci incamminiamo verso la nostra destinazione.
– Ho deciso di andare a fare una passeggiata a Villa Borghese, penso sia un buon compromesso, visto che è una bella giornata stiamo un pò all’aria e se poi ci stanchiamo scendiamo a piazza del Popolo e prendiamo qualcosa là, che ne pensi?
– Si, mi pare un’ottima idea!
Nel tragitto parliamo del più e del meno fino a quando finalmente arriviamo.
Iniziamo a camminare e notiamo che è pieno di coppiette che camminano mano nella mano o che si coccolano sulle panchine e decido di farlo notare
– Hai visto quante coppie? Chissà che pensano di noi, di certo come coppia saremmo più belli di tutti!
lei sorridendo risponde:
– Ahah! Quello sicuramente!
– E non è un problema per te che sei fidanzata che la gente possa pensare a noi come una coppia?
– Beh no, la gente può pensare quel che vuole, alla fine non stiamo facendo niente di male!
– Visto che la gente può pensare quel che vuole non è un problema se ti tengo la mano, giusto?
– No dai, la mano no!
– Ma su, che problema è! Ti tengo solo la mano!
Sebbene io inizi a notare in lei un pò di imbarazzo le prendo la mano con la consapevolezza che avrei dovuto forzare un pò i tempi se volevo raggiungere il mio scopo.
Continuavamo a parlare degli anni in cui non ci eravamo visti e io continuavo a mangiarla con gli occhi, decido di espormi di più, le lascio la mano e le cingo il fianco con il braccio sinistro continuando a camminare.
Lei:
– Ehy ma che fai!
– Niente, ma visto che ormai la gente pensa che siamo una coppia lasciamoglielo credere no?
– No dai, lasciami!
– Davvero devo? A me piace stare così! Facciamo così, la vedi quella panchina?
Le indico una panchina realmente nascosta, dietro un angolo e per di più nascosta da un albero dal tronco gigantesto, come se non bastasse è anche in una zona in cui non passa mai nessuno.
– Quale? Quella là dietro l’angolo che quasi non si vede?
– Esatto! Quella là! Arriviamo fino a là e poi ci sediamo, così ti libero!
– Ok
Una volta arrivati alla panchina la faccio sedere e io mi stendo con la testa sopra le sue gambe e il resto del corpo sulla pachina, noto un pò di perplessità in lei e quindi le dico:
– Non ti da fastidio vero?
Senza aspettare la sua risposta continuo:
– Sai, sto pensando a quanto è successo 5 anni fa: se non si fosse messo di mezzo Alessandro… Bah, chissà… Tu che ne pensi?
– Beh non lo so, come faccio a dirlo, non ne ho idea…
Sta facendo la vaga, si capisce, mi fissa, io le sorrido e nel silenzio più totale, favorito dalla posizione, inizio ad accarezzarle le gambe stando attento alla sua reazione.
Dopo un attimo di disorientamento noto in lei un sorriso, bene, è quello che voglio!
Inizio a salire sempre di più, lei è come paralizzata, non si aspettava nulla ma sembra piacerle, a questo punto mi siedo normale accanto a lei continuando la mia opera; le mani sono appena arrivate all’altezza del vestito, dentro di me penso:
“Se non mi riesce a fermare ora, non mi ferma più”
Non dice una parola, non si muove, decido di andare oltre: la fisso negli occhi e mi alzo mettendomi seduto normale al suo fianco, la mia mano è arrivata ben oltre il vestito, la sua gamba è completamente scoperta, mi avvicino e le do un bacio sulle labbra.
Tempo un secondo spalanca la bocca ed inizia a baciarmi con una foga che non immaginavo potesse avere, inizia ad abbracciarmi, a toccarmi, mi infila la mano in tasca nel tentativo di avvicinarsi il più possibile alle mie parti intime.
Nel frattempo sono arrivato in mezzo alle sue gambe, sono deciso, voglio andare fino in fondo, inizio a massaggiarle all’altezza del clitoride da sopra le mutandine, sento che inizia a bagnarsi, sento che fra poco potrò scansarle e masturbarla senza ostacoli.
Così accade, in un minuto le sue mutandine sono completamente umide, le scanso e infilo nella sua fighetta bollente prima un dito, poi un secondo, infine un terzo masturbandola con tutta la cura del caso.
Il fatto di essere all’aperto, sebbene in un posto abbastanza nascosto, non fa altro che aumentare il carico erotico della situazione.
Lei nel frattempo inizia a lasciarsi dietro tutte le inibizioni e inizia a mugolare e godere:
– Ah, ah, Ah! Si, così! Un altro pò! Dai che vengo! Mi piace! Siiiiiiiiiiiiiiiiii!
Dopo qualche minuto di completa dedizione alla sua fighetta ecco che raggiunge il tanto famigerato orgasmo! Non vedevo l’ora che ciò accadesse, era il mio scopo e l’ho raggiunto!
Continuo a baciarla con foga e passione, la tocco dovunque, vorrei vederla completamente nuda ma purtroppo non è possibile, lei ha ripreso la ricerca delle mie parti intime ma decido di fermarla.
Per oggi va bene così, non voglio che oggi succeda altro, voglio fare le cose un pò per volta, così da far salire in lei il desiderio, voglio portarla al limite.
– Perchè mi fermi?
Chiede lei
Le rispondo:
– Non possiamo andare oltre per oggi, ci sono vari motivi
– Cioè?
– Beh, intanto siamo qua all’aperto, potrebbero vederci, prima eravamo più discreti, ora se ne accorgerebbero tutti, poi… tu sei fidanzata e questo un pò mi blocca, sapere che ora sei con me e che magari questa sera ti vedi con quel moscio di Alessio mi da fastidio, vorrei averti mia!
– Ma io ora sono tua, non pensare a lui, ora stiamo insieme, andiamo da te, dai!
A questo punto capisco che la ho in pugno e più passa il tempo più mi vengono idee su cosa fare con lei
– Per me è impossibile, sapere che poi farai sesso anche con lui non posso accettarlo! Mi devi promettere che non lo toccherai più! Almeno fino a quando ci vedremo, se vengo a sapere che avete ancora rapporti, finisce immediatamente!
Noto avvicinarsi due persone che passeggiano e quindi indicandotele mi alzo e le faccio cenno di andare.
Nel tragitto verso la macchina non ci stacchiamo un attimo, non appena c’è la possibilità la tocco dovunque, ormai è mia, ormai ho in mente un piano che la porterà ad essere solo mia.
In macchina mentre guido continuo a toccarle la fighetta e lei non fa altro che godersi il trattamento, questa volta però non ho alcuna intenzione di farla venire, devo lasciarla con l’acquolina in bocca, in questo modo la volta prossima sarà ancora meglio.
Arriviamo sotto casa sua, la guardo e la ringrazio per il tempo passato insieme, ricordo che non ho ancora il suo numero, non glielo chiedo, dovrà essere lei a chiamarmi, tanto anche se non dovesse più farsi viva ho il suo contatto sui social network, non me la lascio scappare.
– Beh, allora grazie Giulietta, sono stato veramente molto bene, spero riusciremo a vederci molto presto!
– Sono stata molto bene anche io, questa settimana lavoro, però ti chiamo!
– Ottimo! Chiama quando vuoi, magari ci vediamo il fine settimana!
– Di solito il fine settimana lo passo con…
La interrompo
– Non voglio saperlo e poi questo fine settimana vorrei che lo passassi con me, chiamami comunque!
La bacio prima di accompagnarla alla porta, una volta scomparsa dentro il palazzo mi fermo un attimo a pensare a quando deciderà di richiamarmi.
Quando succederà so già cosa fare. Sono passati due giorni dal nostro appuntamento, non ho fatto altro che pensare a quanto fosse successo e a come comportarmi una volta ricevuta la tua chiamata, eppure è strano: l’altra sera, dopo averti lasciata, ero pieno di certezze ora invece più passava il tempo, più queste certezze venivano meno, fra l’altro è già venerdì e l’idea che questo fine settimana lo passerai con quel fesso di Alessio mi rende ancora più nervoso.
Trascorro la mia giornata in maniera frenetica: studio, lavoro, vado a correre e faccio tutto ciò tenendo sempre sotto stretta osservazione il cellulare ma niente, nessuna chiamata o meglio, una chiamata arriva: è Franco che mi chiede di andare al cinema per vedere un “filmone” con lui, la sua ragazza e le amiche di lei. Non ho minimamente voglia, declino l’invito e mi metto a letto.
E’ sabato mattina, il telefono non porta buone notizie; l’ho anche lasciato acceso tutta la notte, mi son detto:
“Non si sa mai!”
Anche il sabato trascorre lentissimo al contrario delle mie certezze che crollano sempre più rapidamente:
“Cosa starà facendo?”, “Sarà con Alessio?”, “Avrà parlato con qualcuno di quello che è successo?”, “Si sarà sentita in colpa?”, “Richiamerà?” non so più cosa pensare, si è fatta sera e decido di coricarmi.
Domenica mattina il risveglio è come quello degli ultimi giorni, ancora prima di realizzare che sono sveglio afferro con la mano il cellulare per trovare una tua chiamata o un tuo messaggino ma, chiaramente, non trovo nulla.
Decido di mettermi l’anima in pace, se avesse voluto avrebbe potuto chiamare in ogni momento, non l’ha più fatto, a quanto pare è stata una sbandata momentanea.
Devo distrarmi, organizzerò una partita di calcio a 5, prendo il cellulare e inizio il giro di chiamate, come al solito arriviamo a 9, ne manca 1. Dopo una serie infinita di tentativi mi chiama Francesco:
– Simone, forse viene mio cugino, io ora però sono di fretta quindi gli ho lasciato il tuo numero, ti chiamerà per chiederti l’ora e il luogo! A dopo!
Perfetto, ho trovato come passare il pomeriggio senza pensare più a te.
Dopo una mezz’ora squilla il cellulare, è un numero che non conosco, sicuramente quello del cugino di Francesco che vuole le informazioni.
Rispondo:
– Pronto
– Ciao! Scusami! Scusami! Scusami!
Non ci credo! Altro che cugino di Francesco! Sei tu! Sei tu e con meno di un secondo di telefonata hai fatto tornare in me tutte le certezze che avevo perso in questi giorni.
– Ma ciao! Pensavo che non mi avresti più chiamato! Che fine hai fatto? Sei stata con Alessio?
– Scusami ancora! Ho lavorato tutta la settimana, sabato incluso, non ho fatto in tempo a chiamarti!
– Beh, ieri sera potevi farlo…
La tua voce si fa un pò più imbarazzata ed infatti rispondi:
– A dire il vero ieri sera sono stata con Alessio…
Non mi va di fare il geloso, in questo momento preferisco fare l’indifferente e punzecchiarti un pò
– Ah, mi spiace, dopo una settimana di duro lavoro almeno il sabato sera avresti potuto passarlo divertendoti, scommetto che siete stati a casa senza fare nulla.
– In effetti è vero, abbiamo preso una pizza e poi mi sono fatta riaccompagnare a casa, ero troppo stanca.
In realtà sono curioso di sapere che cosa sia successo ma devo trattenere la curiosità, almeno ancora per un pò.
– Capisco e ripeto: mi spiace per te ma veniamo a noi! Ti va di vederci questa sera? Vieni a casa mia, ti cucino qualcosa di buono.
– Questa sera? In realtà avrei un impegno…
– Su dai, tutta la prossima settimana sono impegnato fra studio e lavoro, poi dal lunedì al giovedì non posso invitarti, non puoi liberarti?
– Devo fare una chiamata, posso farti sapere fra mezz’ora?
– Preferirei saperlo ora a dire il vero sai, anche io avevo preso un impegno, devo chiamare e disdirlo quanto prima.
– Dammi 5 minuti, chiamo, disdico e ti do la conferma.
– Ok Giulietta, aspetto la tua chiamata.
Nel frattempo disdico la partita dicendo agli altri giocatori che ho avuto un impegno improvviso a cui non potevo rinunciare. ma che gli spiegherò tutto appena possibile.
Finito il giro di chiamate eccoti di nuovo al telefono:
– Fatto?
– Si, a che ora vengo?
– Va bene per le 20?
– Si, perfetto, a dopo Simo.
– A dopo Giulietta.
Dentro di me iniziano a circolare una serie di emozioni, sembro un ragazzino alle prime armi eppure in 27 anni ho avuto modo di fare le mie esperienze, ad ogni modo cerco di mantenere la lucidità, questa sera deve essere tutto perfetto, non posso commettere errori, non devo cadere in tentazione.
Preparo una cena con i fiocchi, almeno per i miei standard:
Antipastino con stuzzichini, formaggio e miele
Tagliatelle al limone
Pollo al pepe rosa
Verdure ripiene
Tortino al cioccolato
Vino
A dire il vero avrei preferito preparare una cena a base di pesce, ma trovarne di fresco la domenica dopo pranzo è troppo difficile.
Si sono fatte le 20, sei come al solito in ritardo, ma io sono tranquillo; è tutto pronto.
Alle 20.50 suona il citofono
– Si?
– Sono Giulia
– Ehy sali, terzo piano
Sento l’ascensore salire, ti aspetto appena dentro casa, eccoti qua, ti guardo per bene: hai i capelli sciolti oggi sono liscissimi, il solito trucco eccessivo, un vestitino marrone un pò più lungo di quello dell’altro giorno, difficile descriverlo, è totalmente scollato non ha le spalline ma ha una leggera imbottitura all’altezza del seno che lo avvolge sorreggendolo, in vita una cinta, le scarpe con il tacco e aperte davanti.
Ti stai avvicinando a me, sento il tuo profumo, mi sei a meno di un metro, ti lascio entrare, chiudo la porta e ti abbraccio forte
– Ciao Giulietta!
– Ciao Simo
– Hai cambiato qualcosa ai capelli! L’altro giorno erano molto più mossi!
– Si, si, mi sono fatta la piastra, te ne sei accorto quindi! Di solito i ragazzi a queste cose non fanno mai caso.
Le sorrido
– Beh, in effetti nemmeno io me ne accorgo sempre, nel tuo caso però non potevo non accorgermene, ma sediamoci dai, non è il massimo stare qua.
– Si, ti seguo.
– Mi sa che tu non eri mai venuta qui vero?
– Eh no, è la prima volta.
– Speriamo allora di farti passare una buona serata così da farti tornare presto! Eccoci, vuoi sederti un attimo sul divano oppure vuoi andare direttamente a tavola?
– Non so, per me è uguale, fai tu dai, sei tu il padrone di casa!
– Ok, ti porto qualcosa da bere qua sul divano e quando finiamo andiamo a tavola!
Riempio con cura i due calici con del buon prosecco, te ne porgo uno e propongo un brindisi:
– A noi due!
Tu mi sorridi e fissandomi negli occhi ricambi il brindisi
– A noi due! Cin cin!
Mentre bevo noto che mi fissi, lo fai di nascosto quando hai idea che io non me ne accorga, sembri mangiarmi con gli occhi, fino a quel momento ho fatto finta di niente ora però decido di sollevare lo sguardo e coglierti in flagrante e così faccio. Noto che arrossisci un pò, io mi avvicino a te e ti chiedo:
– Ti piace il vino? Non avevo molta scelta, non sembra male però. Ho notato che guardavi qualcosa, cos’è non ti piace la camicia? E’ la mia preferita!
– Non sono una grande intenditrice ma il vino è molto buono…
Stai facendo la vaga, voglio fartelo notare
– E la camicia? Non mi hai risposto, vorrà dire che non ti piace e dovrò andare a cambiarla, o forse non guardavi la camicia?
Diventi ancora più rossa, mi rispondi quasi tartagliando
– No-no! La camicia va benissimo, non guardavo niente dai!
– Per fortuna! Sono contento che ti piaccia però dai, finiamo questo vino e andiamo a tavola che sennò finiamo di cenare a mezzanotte e non vorrei trattenerti qua fino a tardi visto che immagino che domani tu debba andare a lavoro presto.
Ho voluto mettere le cose in chiaro, non voglio che si fermi a dormire da me, non questa notte, è ancora troppo presto. Non so se l’idea le fosse mai passata per la testa, di sicuro sa che dal venerdì al lunedì sera vivo da solo, quindi meglio non rischiare, almeno ora sa che io non le chiederò di rimanere.
Bevo con un unico sorso tutto il prosecco rimasto nel bicchiere e vedo che mi segui facendo lo stesso. Mi alzo e ti porgo la mano per aiutarti ad alzarti.
– Bene Giulietta, andiamo a tavola.
La tavola è perfettamente apparecchiata, ho anche tirato fuori le posate d’argento e i piatti del servizio buono, come centro tavola ho messo una composizione floreale che usa sempre mia madre, non c’è un motivo ma ho voluto evitare le candele.
– Vado a prendere gli antipasti, arrivo in un attimo!
– Ok!
Eccomi subito di ritorno, ho notato che hai ripreso a fissarmi e la cosa non può che farmi piacere, mi convinci sempre più di averti in pugno.
– Allora, c’è del formaggio che se vuoi puoi accompagnare con del miele e poi stuzzichini vari, prendi quel che desideri, io intanto ti riempio il bicchiere così facciamo un altro brindisi.
Mi annuisci e inizi a servirti, sembra che le cose ti piacciano, ottimo
– Allora a questa cena e a questa serata! Cin cin!
– Cin cin!
La cena prosegue bene, parliamo del più e del meno, porto il primo, poi il secondo, è finita la prima bottiglia di vino, ne vado a prendere un’altra.
– Vado a prendere altro vino che questo è finito, pensa te che ti ricordavo quasi astemia! Eheh!
– Io, beh, non bevo sempre così tanto ma questa sera farò uno strappo alla regola.
– Benissimo ma tieni conto che dopo c’è anche lo spumante! Dobbiamo brindare a questa serata!
– Vorrà dire che brinderemo anche con quello!
Sono tornato, ti ho riempito un altro bicchiere che è puntualmente finito in breve tempo, non voglio farti ubriacare però, è per questo che come antipasto ti ho servito i formaggi, voglio solo allentare le nostre eventuali inibizioni.
La cena sta finendo, hai appena finito il dolce, è arrivato il momento dello spumante.
– Eccoci qua, come lo preferisci? Ho visto che ne ho uno dolce e uno secco, in realtà da quanto so il secco dovrebbe essere migliore io però non sono un intenditore e preferisco il dolce.
– Si, anche io preferisco il dolce, va giù più facilmente.
Ti verso lo spumante nel calice e brindiamo
– A cosa brindiamo questa volta?
Ti chiedo.
Mi rispondi:
– A questa cena deliziosa e al resto della serata!
– Oh! Gran bel brindisi! Cin cin!
– Cin cin!
– Torniamo sul divano?
– Si ma lo spumante?
– Lo portiamo, c’è un tavolino vicino al divano, possiamo posarlo là
Ti prendo la mano e ti conduco sul divano dove ti faccio accomodare e mi stendo come l’altro giorno sulla panchina con la testa sopra le tue gambe.
– Allora ti piace proprio questa posizione!
Mi dici tu con aria divertita
Rispondo
– Si, mi piace molto, soprattutto quando mi fermo un attimo a pensare
– E a cosa pensi?
– Penso alla nostra serata, alla cena e al fatto che non so come si concludera…
Noto il tuo volto cambiare, prima sorridi, poi diventi seria, ti avvicini a me, mi fai capire che devo alzarmi, mi fissi e mi baci.
Non è un bacio qualsiasi, è un bacio pieno di passione, foga, impeto, non posso far altro che ricambiare e pensare che ora verrà il difficile…
Le tue mani iniziano a viaggiare, mi tiri fuori la camicia dai pantaloni, inizi a toccarmi il petto, poi passi alla schiena, non voglio che tu scenda più di tanto, almeno non ora. Io invece ti stringo, ti accarezzo, vorrei toglierti tutto ma non posso, devi essere tu a farlo, devi essere tu a desiderare me per primo, ti accarezzo le gambe, arrivo a metà coscia e poi ritorno giù.
A questo punto decidi di togliermi la camicia, ti aiuto, ecco ora sono a petto nudo, inizi a baciarmi il collo, poi scendi, mi baci tutto il petto, mi tocchi dovunque, hai una notevole carica erotica, a un certo punto mi fai stendere sul divano e ti sollevi levandoti la cinta e facendo scendere il vestitino.
Hai un magnifico reggiseno nero di pizzo riempito alla perfezione dal tuo seno, il vestitino scende del tutto, ora posso vedere che hai messo un bel completino, sotto hai una mutandina brasiliana anch’essa nera di pizzo, non resisto più, ti tocco ovunque, metto le mani sotto il reggiseno e inizio a stuzzicarti i capezzoli.
A quanto pare ti piace, vedo che ti mordi il labbro inferiore, dopo un attimo decidi di togliere anche il reggiseno, mi lasci basito, non immaginavo che fossero così belle! Una terza abbondante, tonde, sode, sono sicuramente il pezzo forte del tuo corpo.
Inizio a baciartele e tu inizi a gemere, non mi basta, voglio farti godere ancora di più, inizio a scendere con le mani e arrivo presto alla tua fighetta, questa volta scanso subito le mutandine e inizio a massaggiare il tuo clitoride, sento che ti bagni e sento che sei come paralizzata, riesci solo ad emettere gemiti e mugolii molto più forti di quelli dell’altra volta.
Continuo con il trattamento e tu continui a godere, ti piace, si nota. Dopo qualche minuto mi fermo un attimo per sfilarti del tutto le mutandine, tu ne approfitti, mi slacci la cintura e apri i pantaloni, che a questo punto sfilo del tutto anche io rimanendo così solo con i boxer.
Tu sei davanti a me, completamente nuda, ho sempre immaginato come fossi fatta, sebbene tu sia un pò ingrassata rispetto a 5 anni fa sei comunque una bella ragazza, le tue forme sono molto aggraziate e la tua patatina, sebbene non sia minimamente curata attirerebbe chiunque.
Ti guardo, mi vuoi, possiamo continuare, ancora per un pò, decido di andare con la testa fra le tue gambe, mi metto in posizione per un 69, voglio baciarti la figa, oggi voglio farti venire così.
Non appena inizio la mia opera ti irrigidisci, serve qualche secondo prima che ti lasci andare completamente, inizialmente non fai altro che continuare a gemere, dopo poco però sento che le tue mani si avvicinano ai miei boxer, ormai sono in piena erezione da un bel pò, mi liberi dai boxer e inizi a massaggiarmi per poi avvicinare le labbra alla mia cappella e iniziare un dolce ma convinto pompino.
A quel punto aumento il ritmo con la lingua, voglio farla venire quanto prima e infatti dopo poco ecco che si stacca dal mio membro e urla:
– VENGOOOOOOOOOOOOOO!!!!!!!!!!!!!!
Ti sorrido, mi rigiro, ora possiamo guardarci negli occhi, mi avvicino a te e ti bacio il collo mentre con una mano ti massaggio un seno e con l’altra la figa.
Tu nel frattempo continui ad armeggiare con il mio membro fra le mani, quando all’improvviso mi fai:
– Ti prego, scopami! Ho la figa che mi pulsa, dobbiamo fare sesso!
Ti guardo, non ho alcuna intenzione di fare sesso con te oggi, è troppo presto, ti voglio si, ma prima voglio essere sicuro che per avere me smetterai di concederti al tuo ragazzo.
In realtà non mi da fastidio che lei faccia qualcosa con un altro, è una strana sensazione, quel che mi piace in questa situazione è l’idea che una ragazza, pur di avermi, rinuncerebbe ad andare con il suo ragazzo, è un discorso egoistico me ne rendo conto, ma questa storia è partita così e non ho voglia di cambiarla.
Sospiro forte, quindi ti guardo negli occhi e ti rispondo:
– Quello non è possibile, non posso riuscirci.
Sei ancora presa dall’eccitazione, le mie parole non sembrano interessarti più di tanto
– Come non puoi riuscirci! Il tuo amico là sotto la pensa in maniera molto diversa! Sbattimi su!
In effetti non ha tutti i torti, la voglia in me è altissima e sto faticando non poco per mantenere la calma e non lasciarmi prendere dagli impulsi.
– Giulietta… Te l’ho detto… Non riesco, non riesco e non riuscirò fino a quando non avrò la certezza che tu hai smesso di avere rapporti con quel mosciume di ragazzo che ti accompagna.
Mi guardi, sembri incazzata, passano pochi secondi e me lo confermi
– Ancora con questa storia? Perchè siamo arrivati a questo punto allora? Non potevi fermarmi prima?
– Dai su, non fare così, semplicemente mi sento un pò a disagio, ieri hai passato la serata a casa con lui, mi fa strano, tutto qua…
– Ma chi ti ha detto che abbiamo fatto qualcosa!
– Beh dai, se io faccio venire la mia ragazza a cena da me un sabato sera, una volta finita la cena di certo qualcosa ci combino.
– Si ma a quanto pare lui non è così sveglio!
– In tal caso sono contento per me, ma mi spiace per te che hai passato anni con lui che a quanto pare non ti desidera nemmeno un centesimo di quanto ti desidero io! Ed è proprio perchè ti desidero così tanto che non riesco ad accettare l’idea che tu ti possa concedere anche a lui! Prova a invertire i ruoli, ti piacerebbe sapere che ieri sono stato con un’altra ragazza?
Il tuo sguardo si sta pian piano addolcendo, si vede che le mie parole sono state efficaci.
– Forse ti capisco sai, in effetti no, non mi piacerebbe, in compenso mi darebbe fastidio.
Mi avvicino, ti accarezzo il braccio, cerco di essere il più dolce possibile, ti riempio di baci sul collo prima di dirti:
– Allora vedi che non ho così torto? Io non vedo l’ora di averti ma questo dipende da te, quando smetterai di concederti a lui, potrai avermi quando vuoi. Non mi prendere in giro però, mi faresti stare male e mi costringeresti a iniziare a diffidare di te e ad indagare…
So benissimo che potrebbe mentirmi, ma mi interessa poco, fra l’altro credo che non lo farà, sa che con il suo ragazzo abbiamo troppi amici in comune, in un modo o nell’altro in maniera più o meno subdola riuscirei a venire sapere la verità.
Mi rispondi con tono dolce:
– Ho capito il tuo discorso, vedrò di regolarmi di conseguenza, non sarà facile ma cercherò di evitare determinate situazioni.
Ti guardo sorridendoti e mentre continuo a coccolarti ti dico:
– Grazie tesoro, sei meravigliosa, questa sera con te è stata fantastica, spero che tu abbia voglia di ripeterla quanto prima, sono stato benissimo.
– Anche io sono stata benissimo, la cena era buonissima, il trattamento eccezionale e l’avere un ragazzo che pur di avermi tutta per lui rinuncia a fare sesso mi riempie di orgoglio.
Che belle parole, proprio quello che volevo, ormai l’ho capito, sei mia!
Ti bacio, è un bel bacio alla francese, dura quasi un minuto, quindi mi alzo e mi ricompongo, tu fai lo stesso.
Prima che te ne vada voglio farti due domande, forse non è il caso ma non mi interessa:
– Giulietta, posso farti due domande? Una è un pò imbarazzante, se vuoi evito anche di fartela, l’altra è una cosa che mi sono sempre chiesto…
– Certo, dimmi tutto.
– Partiamo dalla domanda facile: ma come mai usi un trucco così pesante? Hai un così bel viso, perchè lo copri così tanto?
– Dici?
– Boh, non che me ne intenda, ma fossi in te userei meno cipria e lavorerei molto meno intorno agli occhi.
– Sai che non ci ho mai pensato? Farò delle prove!
Bene, non l’ha presa male, ora però la seconda domanda, è più difficile farla ma voglio testare il suo eventuale grado di disponibilità a compiacermi.
– Ripeto, è una domanda che può sembrare scortese e invasiva, se vuoi non te la faccio e se vuoi puoi non rispondermi!
– No no dimmi, sono pronta a tutto!
Rispondi con il sorrido, la domanda è difficile, devo prenderla alla larga.
– Ecco… Vedi… Come dire… Ti è piaciuto prima quando ti ho baciata là?
– Là dove? Là là? Che domande! Certo! Credo te ne sia accorto no?
Sorrido un pò imbarazzato ma del resto devo andare avanti
– Eh… Hai mai provato a farti baciare con la tua amica completamente liscia?
– Mmm… A dire il vero no, non è mai successo, perchè cambia qualcosa?
– Beh, io non lo so, alcune amiche mi hanno detto che si sente di più…
– Io non ho mai provato, anche perchè una volta per fare una sorpresa ad Alessio mi sono lasciata solo una strisciolina ma a lui non ha fatto molto piacere, dice che le sembravo una bambina!
– Che stronzo! Io avrei apprezzato comunque! Era un gesto carino da parte tua!
– Si, infatti! Inutile dire che poi mi sono innervosita e non è successo più nulla! E io che mi ero fatta bella per lui!
– Ecco vedi! Con me una cosa del genere non succederebbe mai!
– A questo punto però una domanda te la voglio fare io…
– Certo, quel che vuoi.
– A te come piace?
– Come piace cosa? La patatina?
– Si, certo, stiamo parlando di quello! Liscia liscia, nature oppure una via di mezzo?
Ti vedo abbastanza divertita, sono stato fortunato. Per quanto riguarda la tua domanda sinceramente non mi interessa molto della presenza o dell’assenza dei peli ma sapendo che al tuo lui piaceva con, non potevo che risponderti:
– Beh, a dire il vero a me liscia liscia piace molto, anche perchè così riesco a dare il meglio di me con il sesso orale!
– Quindi non ti è piaciuto prima!
Classica risposta, dovevo aspettarmela, ma non potevo rispondere in maniera diversa.
– Certo che si! E’ stato bellissimo, se non mi fosse piaciuto non avrei nemmeno accennato a farlo non trovi? Semplicemente tu ora mi hai chiesto una preferenza e io mi sono dovuto sbilanciare!
– Ok! Però ora si è fatto davvero tardi, domani lavoro, ti devo salutare!
– Si, ti lascio andare, metterò a posto e poi andrò a dormire anche io! Grazie della bella serata, quando vuoi ripetiamo!
– Ovvio ovvio, però questa volta il mio numero ce l’hai, chiamami tu, anche domani se vuoi!
– Perfetto tesoro buona notte!
Ti accompagno alla porta e quindi aspetto che arrivi l’ascensore, prima di lasciarti andare ti do un ultimo bacio pensando già al nostro prossimo incontro.

Autore Pubblicato il: 1 Settembre 2013Categorie: Racconti Erotici Etero0 Commenti

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