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La conosco da due giorni e ha accettato che la vada a trovare a casa sua. E’ una sera d’estate, abbastanza calda. Raggiungo casa sua all’imbrunire, sotto braccio una bottiglia di chardonnay dell’Alto Adige ed in mano un mazzettino di lavanda appena colto dal mio giardino: quando vado a trovare un’amica non mi presento mai a mani vuote. Suono il suo campanello, mi spiega quel è la porta e la scala ed io mi avvio verso la palazzina e noto che nel giardino condominiale vi è un grande cespuglio di lavanda fiorita. ‘Non ho avuto una grande fortuna a scegliere i fiori” mi dico e salgo le scale. Lei apri la porta presentandosi di fronte a me, con quei maliziosi occhioni verdi sorridenti. ‘Prego, accomodati” mi dice’ Indossa dei jeans fiorati sopra delle zeppe non troppo alte, camicia bianca molto scollata con sotto un reggiseno bianco. Tra i jeans e il top si vede la sua pelle abbronzata e liscia, i suoi capelli lunghi le cadono sulle spalle. Io sono vestito molto sportivo, pantaloni corti, sandali ed un polo. Vede la bottiglia e mi dice ‘grazie del vino, adoro il bianco” e io ribatto sorridendo ‘almeno quello è giusto, visto che di lavanda ne vedi già troppa tutti i giorni’ e lei ‘non preoccuparti, basta il pensiero’ e mentre esclama questo colgo nei suoi occhi un sorriso malizioso. ‘Prendo il cavatappi ‘ mi dice ‘ andando verso la cucina ed io la osservo che si china per prenderlo in cucina facendo balenare un perizoma bianco sotto i jeans fiorati. La sua casa non è grande ma è confortevole. Parquet di ciliegio (lo stesso che ho posato nel mio appartamento, casi della vita), un colore caldo alle pareti, un divano bianco di pelle, un tavolino in soggiorno, un tappeto persiano tra tavolino e divano. La porta della camera e quella del bagno sono chiuse, quindi non riesco a capire dove sia l’uno e l’altro’ Mi fa vedere la casa ma non mi apre le porte della camera e del bagno ‘Queste non te le faccio vedere, c’è in giro troppo casino”
Mi fa accomodare sulla terrazza, abbastanza riparata dalla vista degli altri condomini. Guarda su un campo verso Nord, la vista spazia verso i monti all’imbrunire. Accende un moccolo di citronella e porta qualche salatino in una ciotola. Io stappo la bottiglia che nel frattempo si è appannata e verso delicatamente il vino bianco nel suo calice e nel mio. Appoggio la bottiglia, le porgo il suo calice, afferro il mio ed esclamo ‘alla salute’ facendo cin cin con il suo calice. Avvicino il calice alla bocca, mi arresto, voluttuosamente ne osservo il colore annusandone l’effluvio floreale, mentre lei beve un sorso ed esclama ‘è proprio buono” ‘Lo so mia cara ‘ esclamo malizioso ‘ il vino è la mia passione come lo sono le donne” Si innesta un discorso molto serrato fatto di battute e controbattute. Mi dice che si sente controllata dai vicini, mi parla delle sue passioni e parlandomi di passioni arriva a presentarmi i suoi tattoo, spiegandomi a cosa sono legati. Ne ha uno sul polso visibile e mi dice che ne ha altri due un po’ nascosti, invitandomi ad indovinare dove. La mia fantasia di scorpione corre lontano e dopo discorsi maliziosi lei esclama ‘uno te lo posso fare vedere, ma il terzo, che è una rosa, non lo vedrai, perché per vederlo dovresti portarmi a letto’. Si alza, mi si avvicina con fare malizioso e mi dice, sbottonandosi ancora due bottoni dalla camicia bianca già fin troppo scollata ‘questo è il delfino’ e con la mano di scosta la camicetta mostrandomi il delfino che spunta dal reggiseno sopra il seno destro. Poi si siede sulle mie gambe, mi fissa negli occhi, e mi bacia sulla bocca. Prima si incontrano solo le nostre labbra, un attimo dopo anche le nostre lingue per un battito di ciglio.
Sa come fare eccitare un uomo, non c’è dubbio. Infatti si arresta immediatamente, si alza, torna a sedersi al suo posto senza riallacciarsi la camicia, riafferra il calice dopo che ho versato del nuovo vino e maliziosamente mi dice, tenendo il calice in mano ‘la prossima mossa però tocca a te” Invito più esplicito non ci poteva essere, ed infatti nella mia mente si attiva il flusso di pensieri tipico del raziocinio ‘la conosco da 48 ore’ mi dico ‘che fare?’ dissimulando questi pensieri sorseggiando il vino in segno di distacco dalla proposta allettante. Poi nella mia mente scatta il semaforo verde, la fisso negli occhi, le porgo la mia mano e le dico ‘visto che dici che i tuoi vicini ti osservano forse è meglio che entriamo”
Lei mi segue, è evidente che siamo entrambi molto eccitati. Ci fermiamo in salotto, in piedi tra il divano ed il tavolino. Ci teniamo le mani incrociando le dita, ci guardiamo negli occhi, iniziamo a baciarci voluttuosamente incrociando le lingue oltre le labbra. Colgo che i suoi capezzoli si stanno svegliando da sotto il reggiseno, cingo con le mani i suoi fianchi, la bacio lungo il collo, le bacio i lobi delle orecchie mordicchiandoli. Poi le mie mani le afferrano le natiche sode stringendola a me, sempre in piedi, ancora baci sulla bocca. Le mie mani salgono e le afferrano i seni, lei eccitata abbandona la testa all’indietro esclamando ‘non fermarti, ti prego’. Se il semaforo era verde ora è verdissimo. Il dado è tratto, ora devo dare il meglio di me stesso. Con la difficoltà che non conosco il suo corpo e quindi so già che potrò non essere appagante fino in fondo. Dopo averle afferrato con le dita i capezzoli turgidi sotto la camicia ed il reggiseno, le mie dita scorrono sul bordo del reggiseno tra un seno e l’altro. Le slaccio la camicetta che cade sul divano, le si sfila rapidamente il reggiseno restando in jeans. Il mio bacio dalla bocca scende di nuovo dal collo scendendo sui seni, afferro i capezzoli con i denti mordicchiandoli dolcemente e succhiandole i seni. Poi, una volta turgidi, mi stacco e le passo le dita leggere sui seni girando in tondo attorno ai capezzoli, senza toccarli, per aumentare l’eccitazione. Poi di nuovo la mia lingua sui capezzoli, lei mi sfila la maglietta e mi bacia la peluria del mio petto, mordicchiandomi i capezzoli che si eccitano.
La faccio sedere sul divano, slacciandole i jeans e sfilandoglieli dopo averle tolto le zeppe. Resta lì seduta con addosso solo il perizoma bianco, io mi inginocchio davanti a lei sul tappeto e le inizio a massaggiare i piedi, prima con le mani, poi baciandole e succhiandole le dita dei piedi. Sento la sua eccitazione crescere mentre le mia dita risalgono la caviglia e quindi il polpaccio, seguite dalla mia lingua che man mano sale verso l’interno coscia. Le mie dita scorrono sui bordi del perizoma, infilandosi sotto di esso ma solo nella zona pubica, e sui glutei, fino a quando le mie dita scostano il perizoma dalla zona delle sue grandi labbra che con la punta della lingua assaggio. Le sfilo il perizoma, ed inizio a baciarle le grandi labbra mentre le mie dita le afferrano i capezzoli ed alternativamente si infilano della sua bocca per farsi succhiare. Continuo a baciarla e sento che si emoziona e si bagna, il clitoride diventa turgido, lo afferro delicatamente con i denti ed inizio a succhiarlo voluttuosamente. Lei accompagna le mie leccate con un movimento su è giù del bacino, sento che la sua eccitazione continua a crescere. Il mio membro intanto si fa duro e reclama la libertà dai pantaloni’ Ma resisto. Le lecco la vagina sempre più bagnata, continuando a massaggiare i capezzoli ed a infilarle le dita in bocca, poi ad un certo punto mi scosto con la lingua ed infilo prima un dito e poi due dita della mano destra nella vagina, continuandole a stimolare il clitoride con la lingua ed i capezzoli con la mano sinistra. Faccio cadere un po’ di saliva spalmandola sulla vagina e giù giù verso l’ano, che lecco voluttuosamente mentre lei spalanca le gambe. Le mie dita ora stanno contemporaneamente esplorando sia la vagina che l’ano, sento che la sua eccitazione aumenta ed esclama ‘ti piace leccarla, ma ora voglio provarti io”
Allora mi arresto, ed i ruoli si invertono, ora sono io seduto sul divano e lei è in ginocchio davanti a me completamente nuda. Mi sfila in un colpo solo pantaloni e slip, mi bacia l’interno coscia afferrandomi il membro duro che massaggia mentre con la bocca mi succhia le palle e mi lecca l’ano. Poi finalmente la sua bocca assaggia la mia asta sempre più dura. E’ bravissima, fa cadere la saliva sulla cappella e poi la spalma con la mano su e giù, poi mi mordicchia la cappella, si riempie la bocca del mio membro succhiandolo voluttuosamente. La mia eccitazione continua a crescere, l’accarezzo sulla nuca tenendole i capelli per fare in modo che non le diano fastidio, poi la freno, rischierei di venire troppo in fretta. Si alza, si massaggia la vagina con le dita e mi si siede a cavalcioni, per essere penetrata. Io mi stendo sul divano e mi lascio cavalcare, godendo della sua foga e stringendole i seni, baciandoli di tanto in tanto. Poi spostiamo il tavolino, ci stendiamo sul tappeto, la penetro ripetutamente questa volta io sopra dandole dei colpi dolci e decisi. Abbiamo una foga incredibile. Poi mi risiedo sul divano, questa volta lei si rimette a cavalcioni piegandosi in avanti ed offrendomi quindi la schiena. Ha due natiche splendide ed ecco che nella penombra noto la rosa tatuata proprio sulla schiena, al centro, tra le scapole. Percorro la sua schiena dal collo scendendo giù fino ad insinuarmi tra le natiche, solleticandole l’ano. Poi lei mi afferra il membro e lo accompagna proprio all’ano che nel frattempo si è ben dilatato. La penetro anche di dietro, ma è lei che comanda il gioco, salendo su e giù con le natiche. E’ fantastico! Sento che però la mia eccitazione cresce, la faccio spostare, lei torna di fronte a me e si avventa sul mio membro. Questa volta me lo succhia ancora più deciso, io mi sento venire ed esclamo ‘Sto venendo” Lei non si arresta e capisco che vuole assaporare il mio seme, chiudo gli occhi, tutte le mie forze si concentrano lì e la panna bianca invade la sua bocca, e lei non si ferma inghiottendo il seme. Sento quel misto di piacere e dolore che si sente dopo un orgasmo e lei continua, fino a farmi venire una seconda volta’ Poi si arresta e cerca il mio abbraccio’ Ci coccoliamo un po’, nudi, in silenzio, baciandoci leggermente. Poi ci rivestiamo e mi preparo a salutarla. Lei mi abbraccia e mi ribacia: ‘è stato bellissimo” mi dice. Io salutandola sulla porta di casa le faccio la battuta, dopo averle detto che anche a me era piaciuto tantissimo: ‘comunque non serviva portarti a letto per vedere la rosa” e lei sorride.
Ci sentiremo ancora per qualche giorno, circa una settimana, poi lei decide di sparire. Non vedrò mai il suo letto, ma ricorderò quella magnifica scopata per lungo tempo. Ne sono sicuro’

Autore Pubblicato il: 21 Novembre 2008Categorie: Racconti Erotici Etero0 Commenti

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