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Che cosa ci faceva a quell’ ora in un semideserto parcheggio sotterraneo?
Era quello che Jane si stava chiedendo in quel preciso momento.
Era forse un gioco che si stava spingendo un po’ troppo in la?Quello che stava per fare lo desiderava anche lei oppure lo faceva solo per compiacere Pierre?
Mentre aspettava molti pensieri affollavano la sua mente.
Jane era una formosa ed attraente ragazza di 30 anni , nella vita aveva avuto molte esperienze, ma nessuna di esse l’ aveva mai cosi’ magnetizzata ed attratta,prima di diventare quello che è adesso : una slave.
Pierre era un uomo d’ affari, e spesso si spostava in aereo per motivi di lavoro. Conoque Jane sulla linea Parigi-Belgrado , dove ella lavorava come hostess. Cominciarono a frequentarsi sempre più assiduamente, man mano che la complicità aumentava il loro legame diventava sempre più compatto, fin che si sposarono.
Vivevano insieme ormai da otto anni . Pierre che era fortemente attratto dal mondo sado-maso, trovò terreno fertile in Jane, e anno dopo anno la trasformò in quello che lui desiderava : una slave completamente sottomessa, pronta a soddisfare tutte le sue fantasie, anche le più perverse per procurargli piacere.
Jane, più che con il corpo , godeva con la mente. Le continue prove e sessioni a cui la sottoponeva Pierre, le creavano una certa dipendenza, era felice che egli provasse un interesse cosi’ grande per lei, anche quando la frustava a sangue solo per il gusto di vedere quanto le era sottomessa .
Quella sera si trovava li per volere di Pierre. L’ aveva lasciata ad attendere qualcuno che l’ avrebbe prelevata e condotta chissà dove.
Dalla rampa di discesa che portava al secondo livello dell’ autosilo udi’ un’ auto avvicinarsi e parcheggiare. L’ uomo che era alla guida scese dall’ auto, chiuse lo sportello e le si avvicinò.
La trovò come convenuto con Pierre : ammanettata ad un palo d’ acciaio, seminuda e bendata. Il suo petto era scoperto e un seno stupendo sfoggiava due altrettanti stupendi anelli metallici che le trapassavano i capezzoli.
Pierre glieli aveva imposti quattro anni prima. Egli aveva tanto insistito per traforarle le grandi labbra, aveva una vagina cosi’ carnosa che osservarla senza anelli era come guardare una torta senza la classica ciliegina.
Aveva un sesso che era fatto per essere inanellato, difficile immaginarla diversamente. Invece Jane non era ancora pronta ad affrontare quel passo. Raccogliendo tutto il suo coraggio, permise a Pierre di ornarle i capezzoli .Jane ricorda ancora quel giorno che Pierre la condusse dal tatuatore per ferrarla.
Era un tardo pomeriggio d’ inverno, lo studio si trovava in centro a Parigi. Forse per il freddo o la paura tremava. Quando Pierre la introdusse nello studio piercing-tattoo , il suo coraggio vacillò, ma non voleva deludere l’ uomo che amava, cercò di raccogliere tutta la sua calma e si sdraiò sul lettino.
Dopo circa mezz’ ora usci’ con un dolore costante che attanagliava i capezzoli, e due anelli in acciaio che la incatenavano a Pierre. Entrarono in un locale, egli le offri’ un alcolico da bere per distrarla dal dolore che l’ attanagliava in un punto tanto sensibile, e mentre sorseggiavano il loro drink, Pierre fantasticava sul futuro uso che avrebbe fatto del corpo della donna bloccandola per gli anelli che essa portava.
Capitolo2

Indossava solo una minigonna nera, calze autoreggenti e un paio di scarpe con il tacco molto alto.
Al collo portava un collare di cuoio nero con un anello nel centro, nient’ altro. Le manette che la incatenavano al palo erano d’ acciaio, tipo quelle in uso dalla polizia,molto robuste, ma che possono essere aperte tutte con la stessa chiave.
Il palo che la teneva bloccata le passava dietro la schiena e le sue mani erano ammanettate dietro di esso.
Jane si trovava immobile davanti a uno sconosciuto bendata. Una strana paura si impossessò di lei, fu un misto di impotenza, rassegnazione ed eccitazione al tempo stesso.
Pierre aveva conosciuto virtualmente il tizio che si trovava davanti a lei, attraverso un forum sul quale si trovavano i cultori del BDSM, e dopo uno scambio di mail e foto, organizzò l’ incontro.
Era molto attratto dall’ idea di condividere la sua slave con un altro master e sfoggiare il potere che esercitava su di lei. Jane sarebbe stata ubbidiente e non avrebbe rifiutato nulla, non avrebbe mai fatto fare brutta figura a Pierre. Egli glielo ordinò espressamente prima di lasciarla al parcheggio :’ Farai qualunque cosa ti verrà chiesta ‘.
Dalla bocca di Jane usci’ solo un filo di fiato :’ Sarò frustata?’ Pierre non rispose subito, le prese il viso tra le mani , la baciò teneramente e le sussurrò all’ orecchio destro :’ Duramente’.
Il cuore di Jane fece un tonfo, non si era mai abituata alla frusta, e l’ idea che quella sera il suo corpo sarebbe stato segnato dai suoi colpi la fece sussultare. Una vampata di calore pervase il suo ventre quando Pierre appoggiò la mano nel suo incavo e le disse :’I segni che potrò contemplare sulla tua pelle mi daranno un grande piacere. ‘ Un rivolo di umori stava bagnando il suo sesso.
Secondo gli accordi, tutta la sessione sarebbe stata filmata ed il movie consegnato a Pierre il quale se lo sarebbe gustato con tutta calma nel salotto di casa loro.
Jane sapeva anche che tra gli accordi che i due avevano stipulato, uno la preoccupava : sarebbe stata riconsegnata a Pierre all’ alba completamente sfondata e slabbrata in ambo gli orifizi.
Cosa le sarebbe accaduto quella notte? Una sorta di terrore si impossessò di lei e un brivido le percorse la schiena.
Lo sconosciuto intanto le si avvicinò, non poteva vederlo, ma sentiva i suoi occhi che la scrutavano, la pesavano, la valutavano. Pareva non avesse fretta quando con molta calma si accese una sigaretta, aspirò una profonda boccata, e stette ad osservarla.
A Jane parvero minuti interminabili. E se improvvisamente un auto fosse sopraggiunta per parcheggiare? Cosa avrebbe fatto lo sconosciuto? Sarebbe riuscito a liberarla per tempo e farla salire sulla sua auto? Oppure sarebbe fuggito lasciandola ammanettata al palo?
Proprio mentre le sue inquietudini le bloccavano quasi il respiro, lui le si avvicinò un altro poco e le imparti’ un ordine secco : ‘ Allarga bene le gambe!’ Jane tentò di farlo, ma la minigonna a tubino le impedi0 di portare a termine l’ operazione.
Lo sconosciuto le sollevò la gonna fin sopra le anche e Jane cercò di allargare il più possibile le gambe tanto quanto la posizione le permetteva e vennero alla luce quattro grossi piercing ad anello.
Erano frutto di una lunga pazienza di Pierre durata oltre otto anni. Alla fine ce l’ aveva fatta a convincere Jane a farsi trapassare le carnose labbra del suo sesso da quattro anelli d’ acciaio. Adesso quella valle del piacere gli apparteneva veramente, nel senso anche fisico della cosa.
Ora poteva con le catene immobilizzarla,trainarla, aprirla ed esporla attraverso il metallo che egli le aveva imposto. Era consapevole del dolore che i grossi aghi cavi le avevano procurato nel trafiggerle il sesso. Avrebbe secondo i suoi capricci, potuto condurla al guinzaglio agganciato al piacere di Jane, oppure darle un dolore costante , appendendo dei pesi agli anelli.
Una sera per punirla, poiché portava le mutandine senza aver chiesto il permesso, Pierre la fece piegare in avanti, e fissò gli anelli superiori della vagina con quelli dei capezzoli , tramite due elastici. Quando Jane si rimise in posizione eretta le grandi labbra si allungarono verso l’ alto ed i capezzoli venivano tratti nella direzione opposta. Poi agganciò altri due elastici agli anelli inferiori, li fece passare tra i glutei, fin sopra le spalle agganciando anch’ essi ai capezzoli. La fece piegare prona sul bordo del letto, ora le labbra del suo sesso andarono in trazione dischiudendolo perfettamente.
Jane urlava, ma dopo qualche minuto il dolore si fece più sopportabile. Pierre intanto dietro di lei si masturbava,guardandole il sesso oscenamente aperto, procurarle dolore attraverso i punti più sensibili del suo corpo gli dava un grande piacere mentale. A vederla cosi’ sottomessa e aperta gli ribolliva il sangue nelle vene.
Avrebbe voluto frustarla con vigore sul sesso aperto, ma non lo fece. La scopò per oltre un ora con gli elastici cosi’ fissati, e ogni gemito o urlo di Jane non facevano altro che aumentare la propria eccitazione e le dimensioni del suo pene.
Jane nel corso degli anni aveva imparato ad usare la bocca in maniera superlativa, centimetro dopo centimetro riusciva ora ad ingoiare il pene di Pierre completamente. E non era tutto, con il fallo conficcato in gola per tutta la sua lunghezza era in grado di accarezzargli i testicoli con la lingua, procurandogli delle sensazioni sublimi.
Talvolta mentre la scopava, la faceva scivolare con la testa più in basso, sostituendo il sesso di Jane madido di umori, con la sua bocca esperta. Pierre le affondava in gola e quando sentiva i muscoli rilassarsi, la pompava al pari di una vagina accogliente. Pensava che sotto il suo pene quella gola si era trasformata in una vagina, e come tale la trattava. La scopava nella cavità orale , godendosi le sensazioni che la lingua esperta poteva dargli , oppure affondava ancora in gola e la stantuffava.
Per dare più carica erotica alla situazione, Pierre voleva che mentre la scopava in gola, Jane stesse con le gambe divaricate. Egli immaginava che in quella posizione Jane dovesse sentirsi una puttana pronta a tutto, che con il sesso cosi’ offerto e spalancato facesse altrettanto con la sua gola profonda. Cosi’ conficcato tra le labbra di Jane, appoggiava la parte superiore dei piedi sul suo interno cosce morbido e vellutato e un desiderio di frustare quella parte morbida ed esposta lo assali’. Con i piedi molto vicini al sesso, la spalancò più che poteva; quello era il momento, Jane rilassò i muscoli della gola e lui la pompò godendosi delle sensazioni sublimi. Se quella gola in quel momento era una vagina accogliente, e come tale la trattava,allora avrebbe potuto eiaculare in essa una gran quantità di sperma.
Ma Jane non era capace, non aveva ancora imparato a deglutire velocemente,e il più delle volte lo sperma le andava di traverso, uscendole in parte dal naso procurandole tosse. Pierre cominciò cosi’ col farle ingoiare il proprio sperma ad ogni occasione, per farla familiarizzare con il sapore e la consistenza. Ella obbediva e col tempo ingoiò litri di piacere. Quando Pierre stava per venire, ella si inginocchiava, apriva la bocca e accoglieva il seme del suo uomo ingoiandolo.
Pierre sentiva di avere al suo fianco una puttana che eseguiva i suoi ordini per farlo felice, e lei era felice di esserlo.
Dopo molto addestramento era ormai pronta per farsi schizzare direttamente nella cavità orale, Jane non vedeva l’ ora di mettersi alla prova,voleva per amor proprio riuscire a fare ciò che aveva già visto in un film porno, voleva deglutire tutto senza perdere nemmeno una goccia,ma molto in profondità. Si sdraiò su un fianco al centro del letto un po’ raggomitolata. Pierre si spalmò dell’ olio di vaselina sulla lunghezza del pene e sprofondò tra le sue labbra. Jane con una mano gli massaggiava i testicoli e l’ altra la faceva scorrere tra le natiche accarezzando ano e prostata, ed egli poteva sentire il tepore delle guance di sua moglie sotto il proprio ventre, poteva tenerla se avesse voluto, immobilizzata con il fallo in gola fino a soffocarla.
Lei si sentiva una bambola in balia di quel grosso fallo che affondava oltre le tonsille con tanta facilità, era felice di dargli tutto questo piacere, e nella sua sottomissione si eccitava a dismisura.
Pierre aveva portato uno specchio ai piedi del letto e lo aveva orientato con un’ angolazione tale che gli permetteva di vederle il culo. Mentre ella gli praticava un meraviglioso e profondo massaggio con la bocca, Pierre osservava nello specchio i segni delle frustate che solcavano i glutei e le cosce di Jane. L’ eccitazione Sali’ alle stelle, stava per perdere il controllo, ma si riebbe per un pelo. Non fu più cosi’ quando con la mano le apri’ i glutei.
Lo specchio restitui’ un’ immagine spettacolare . Tra le chiappe di Jane apparve un butt-plug dalle dimensioni notevoli, e il vetro di cui era fatto permetteva di ammirare una spettacolare dilatazione, le sue cosce e il culo mostravano i segni di una recente fustigazione , e i segni bluastri ne evidenziavano una meno recente.
Per Pierre fu l’ apoteosi del piacere, proruppe in un urlo disumano. Il pene si conficcò in fondo alla gola di Jane e un fiotto di sperma caldo schizzò nelle profondità della sua bocca.
Jane senti’ il fiotto percorrere tutta la lunghezza dell’ asta, senti’ la lingua vibrare e comprimersi ogni volta che il fallo scaricava un nuovo getto. Per non soffocare ingoiava man mano che gli schizzi raggiungevano la sua cavità, e nel fare questa operazione, la gola si richiudeva intorno al glande, dando a Pierre la sensazione che glielo stesse ingoiando. Pierre non aveva mai sperimentato un piacere cosi’ intenso e tante lucine danzavano davanti ai suoi occhi, per un istante temette di perdere i sensi.
Prese Jane tra le braccia e la baciò , quasi a ringraziarla pel le emozioni che gli aveva dato. La coccolò qualche minuto fin quando riprese fiato. Jane lo guardò negli occhi e chiese :’Divertito?’Poi con uno sguardo malizioso gli sfiorò il petto, scivolò verso il basso e lo ripuli’ con la lingua e la bocca degli umori che ancora luccicavano sulla sua asta semirigida. Egli chiuse gli occhi e si godette quell’ ultimo atto di sottomissione, pensando che Jane gli apparteneva sempre di più e stava imparando a pensare da slave.
Lo sconosciuto potè ammirare un sesso carnoso e aperto , pensò che quella notte si sarebbe certamente divertito. I quattro anelli pesanti tirando le labbra, contribuivano ad allargare il sesso di Jane e rivelarlo in tutta la sua bellezza. L’ uomo spense la sigaretta dopo aver aspirato un’ ultima boccata, si inginocchiò e prese a frugarle la vagina.
Con sua sorpresa, la trovò madida di umori, e l’ eccitazione non tardò ad impadronirsi di lui e delle sue fantasie. Cominciò infilandole due dita, poi quattro, finchè con un sapiente movimento della mano , l’ affondò completamente nel sesso aperto di Jane. Ella non se lo aspettava, e un urlo usci’ dalla sua bocca, ne sarebbero seguiti molti altri nel corso della notte. Lo sconosciuto che teneva la propria mano chiusa a pugno nell’ intimità di Jane , fermò il movimento roteatorio e disse .’ Mi chiamo Master Dan, da ora in avanti mi chiamerai sir Dan per rivolgerti a me.’
Jane non rispose, era troppo impegnata a controllare il dolore che la sconquassava. Sir Dan ritrasse la mano lentamente ma senza decontrarre il pugno chiuso, a Jane parve un maglio che la trapanava,e ogni volta che usciva dalle sue carni tornava a penetrarla con maggior vigore.
Dopo qualche minuto di quel trattamento i muscoli della vagina si rilassarono e il pugno chiuso stantuffava più agevolmente. Quando finalmente Sir Dan estrasse la mano , un buco ben aperto gli sorrideva tra gli anelli.
‘ Se ti illudi che una mano sarà il calibro più grosso che prenderai questa notte, ti sbagli! Il tuo master mi ha chiesto di ricondurti da lui domattina, aperta oltre ogni misura, e io sono uno che mantiene le promesse ‘.
La slegò dal palo e le legò le mani dietro la schiena con le stesse manette, poi la prese per un braccio e la condusse in auto.
Appena Jane si accomodò sul sedile posteriore, riconobbe il tipico odore di un auto nuova, uscita da poco dal concessionario.
Sempre con la benda agli occhi, cercava di orientarsi come poteva in quel marasma di sensazioni.
Master Dan quando la fece salire in auto le ordinò di tenere divaricate le gambe durante il viaggio e con le mani di tenere spalancato il sesso tirandolo per gli anelli.
Dallo specchietto retrovisore si godeva il buco tra le sue gambe oscenamente dilatato ed arrossato. Sie Dan si compiacque e cominciò a pregustare il resto della notte.
Dopo circa quindici minuti di viaggio , l’ auto si arrestò davanti ad un cancello automatico. L’ uomo cercò il telecomando nel portaoggetti e si lasciò alle spalle il cancello che si richiudeva lentamente.
Erano arrivati.
Percorsero ancora il viale del parco che li separava dalla splendida villa situata in un prestigioso quartiere appena fuori Parigi.Master Dan la ereditò dai suoi nonni periti durante una rapina finita male, nella gioielleria di loro proprietà.
Quando l’ uomo apri’ lo sportello della vettura, Jane stava ancora esponendo il sesso dilatato, la sua obbedienza era ammirevole.
Scese dalla macchina e fu investita da una folata di aria fresca lievemente profumata. Il giardino circostante probabilmente era stato annaffiato di recente, perché un odore acre di terra bagnata la raggiunse.
Capi’ di essere in un parco. Durante la sessione ci sarebbero stati altri uomini? Oppure Sir Dan era solito divertirsi da solo?
L’uomo che la precedeva si frugò in tasca, estrasse un mazzo di chiavi ed apri’ la porta. Entrando in casa un piacere tepore accolse Jane.
Nell’ aria c’ era profumo di tabacco da pipa, cuoio, legno,ma il luogo dove avrebbe trascorso la notte non era quello.
Sir Dan rimosse le manette dai polsi e la fece sdraiare su un tappeto morbido, poi si sedette su una poltrona e si accese un sigaro, poteva ora alla luce osservare un corpo perfetto , quasi scolpito e abbastanza in carne per sopportare una dura sessione.
All’ improvviso un rumore di passi preannunciava l’ arrivo di qualcuno. Non erano soli.
L’ uomo che arrivò era sulla quarantina, leggermente stempiato e con una robusta muscolatura ottenuta con qualche anno di palestra.
Depositò ai piedi di Jane due polsiere e un paio di cavigliere in cuoio con relativi anelli , poi il nuovo arrivato si sedette accanto a Sir Dan, e l’ ordine fu perentorio :’ Indossale’!
Questo significava che l’ avrebbero immobilizzata in tutte le posizioni che avrebbero voluto e lei sarebbe stata alla completa mercè dei suoi aguzzini, pronta a soddisfare qualunque loro capriccio, volente o nolente.
Nel frattempo i due confabularono qualcosa sottovoce,poi quando ebbe indossato le cavigliere e i bracciali,la sollevarono tirandola per le braccia, la portarono sul divano antistante il tappeto e le fecero prendere la posizione prona.
Uno splendido fondoschiena dischiudeva due orifizi molto promettenti.
L’ uomo palestrato si avvicinò e senza troppi complimenti la frugò.
Sembrava stesse testando quanto fosse morbida ed accogliente,quasi ad assicurarsi quanto raccontatogli da Sir Dan. Ne ebbe la certezza quando affondò una mano tra le carni di Jane e rivolto a Sir Dan disse :’ Hai ragione, questa puttana è proprio sfondata, ci divertiremo parecchio.’.
A quelle parole un turbinio di pensieri pervase la mente di Jane. Aveva paura,ma il ruscello di umori che sgorgava dal suo sesso la contraddiva.
L’ uomo palestrato super eccitato, estrasse dai pantaloni un membro enorme , nodoso e duro come il marmo. Se lo impugnò alla base lasciandone esposto oltre la metà, era gigantesco .Puntò il glande gonfio sull’ anello di carne dischiuso tra i glutei di Jane e spinse un po’.
Quando il glande entrò, diede una poderosa spinta e si conficcò in tutta la sua lunghezza nello sfintere della donna. Jane non era stata preparata ad accogliere un membro di quelle dimensioni, un dolore lancinante le bruciava le viscere, ma l’ uomo cessò di introdursi solo quando i testicoli si appoggiarono al sesso inanellato.
Un urlo squarciò il silenzio della notte,i giochi stavano per cominciare.
Kelvin usci’ dall’ orifizio che aveva penetrato con tanta brutalità e commento :’ Troppo stretta, portiamola di sotto ‘.
Capitolo5
Jane era ancora in quella posizione, col culo all’ aria, la schiena inarcata, i palmi delle mani appoggiati al tappeto.

Le calze autoreggenti decoravano alla perfezione le sue meraviglie esposte e, le cavigliere invitavano ad incatenarla al più presto.

La sollevarono, la donna dovette riacquistare l’ equilibrio su quei tacchi da 12 cm, i glutei si richiusero celando la sua intimità, sentiva l’ anello appena profanato palpitare al ritmo del suo cuore, e all’ interno un bruciore che si stava calmando.

Gli uomini la condussero dinanzi ad una porta la quale tramite una scala conduceva nei sotterranei della villa.
Le tolsero la benda e le chiesero di anticiparli, afferrò con la mano destra il corrimano in legno e si sorresse scendendo i primi gradini irregolari.

Con quei tacchi non era semplice mantenere l’ equilibrio,soprattutto perché sentiva le gambe tremare.
Man mano che scendeva, si apriva davanti a se uno scenario surreale.

L’ aria un po’ umidiccia era intrisa di un leggero odore di muffa, lungo le scale non vi erano lampade ad incandescenza, ma il percorso era illuminato da alcune fiaccole distanziate tra di loro.

Un sistema di diffusione trasmetteva una musica gregoriana tipica dei monasteri, i colori prevalenti erano il rosso e il nero, Jane non sapeva se il cuore le battesse di più in gola o nell’ orifizio dolente.

La scala, terminava in una sala che pareva il luogo di tortura del periodo dell’ inquisizione.
Il primo attrezzo che notò, fu la croce di s. Andrea, nella sua classica configurazione ad X , accanto ad un lettino rivestito di cuoio rosso borchiato.

A circa un terzo della lunghezza del lettino era montato un ponte costituito da due sbarre di metallo ai lati e congiunte nella parte superiore da un terza sbarra.
Tutta la sala era illuminata da candele che contribuivano a conferire teatralità.

Un intera parete era utilizzata per sostenere una grande varietà di fruste, staffili e scudisci di ogni tipo, mentre la parete con la quale si formava l’ angolo , ospitava sui ripiani una grande quantità di falli in lattice o silicone di ogni forma e dimensione.
Alcuni erano enormi, e Jane si chiese ingenuamente quale donna avrebbe potuto ospitare nel suo corpo misure simili.

Un uomo le sopraggiunse alle spalle, le poggiò le mani sugli occhi e le ordinò di non voltarsi, poi la bendò nuovamente.
La voce non apparteneva agli uomini precedenti , ora sapeva che erano in tre.

Gli uomini si sedettero sul divano in pelle nera posto al centro della sala, Jane si trovava in ginocchio davanti ad essi con le ginocchia divaricate seduta sui talloni.
Le mani dietro la schiena l’ aiutavano a tenere dritto il capo bendato e l’ anello del collare poggiava sul suo petto.

Gli anelli che le ornavano i capezzoli e il sesso rendevano l’ immagine di una slave ben addestrata, l’ eccitazione del gruppetto era alle stelle.
-‘Questa sera sarai un oggetto di piacere nelle nostre mani, sei qui esclusivamente per il nostro divertimento, e dovrai impegnarti per darci il massimo godimento possibile.
Sarai frustata non punirti, ma perché la cosa ci da piacere al pari dello scoparti, e nessuna parte del tuo corpo sarà risparmiata.
Adesso estrai i nostri membri e succhiali con la stessa passione con cui berresti l’ acqua nel deserto. Questa sera vivrai come se per te esistessero solo i nostri cazzi, con passione e devozione.’

Jane sciolse la posizione e sempre in ginocchio avanzò verso il divano, poi slacciò la cintura all’ uomo che sedeva davanti a se, gli sbottonò i pantaloni e cercò il palo turgido sotto i boxer.

Lo estrasse, e con la mano senti’ il calore che esso sviluppava, lentamente spinse la pelle verso il basso,mise allo scoperto la sommità e vi appoggiò le labbra dischiuse dopo averle inumidite con la lingua.
Una grossa goccia di liquido salmastro si affacciò sul rosso glande a testimoniare l’ eccitazione dell’ uomo.

Jane fece scorrere il pollice lungo l’ asta, dal basso verso l’ alto, estraendo gli umori ancora intrappolati e e gustò quel nettare.
Le tornò in mente la prima volta che Pierre la condivise con un altro uomo”.

CONTINUA.
Erano in vacanza su un’ isola tropicale in Thailandia, una mattina un turista si avvicinò a Pierre e Jane mentre erano in veranda a fare colazione, aveva bisogno di alcune informazioni relative al costo per l’ affitto del bungalow e la qualità dei servizi, infine quando fu ragguagliato si allontanò.

L’ uomo era sui trent’ anni, alto belloccio e con una buona muscolatura.

Quando si allontanò Jane commentò candidamente :’ E’ proprio il tipo di uomo dal quale mi farei scopare’.
Pierre non rispose, era abituato a sentirla talvolta esprimersi tanto spudoratamente, poi il discorso decadde quasi subito.

La sera quando tornarono dal ristorante si rilassarono in veranda, sorseggiando del the fresco in lattina e fumando una canna di ottima marijuana trovata sul posto.
Jane non portava mai gli slip, perché a Pierre piaceva poterla frugare in ogni momento senza impedimenti, di tanto in tanto la piegava sul letto , le sollevava il vestito in morbida seta e ammirava i segni che con la frusta le aveva lasciato sui glutei e le cosce.

La frustava praticamente tutte le sere durante i loro rapporti.
Oppure l’ apriva e ammirava gli orifizi dilatati.

Verso le 23 nel bungalow accanto rientrò un uomo, era il francese al quale avevano dato informazioni la mattina.
Il caso volle che gli fosse assegnato il locale adiacente il loro.

Il turista tornava da un bar della spiaggia ,dove aveva trascorso la serata bevendo tequila e baccagliato ragazze.
Nonostante non avesse rimorchiato, complice l’ alcool , era allegro.

Si scambiarono alcune battute dalle relative postazioni, poi iniziarono a dialogare.

A Pierre venne in mente un’ idea che carezzava da tempo.
Chiese a Jane di spostare la sedia sulla quale sedeva accanto a lui, di 90 gradi, in modo che potesse sedere rivolta verso il loro vicino, poi la guardò negli occhi con un sorriso malizioso e le sussurrò : ‘ dischiudi le gambe’.

Da sotto il sottile vestito di seta si vedeva il pube perfettamente depilato che biancheggiava tra l’ abbronzatura del corpo.

Pierre intui’ che l’ uomo vide quello spettacolo quando d’ improvviso si interruppe per poi ripartire balbettando.
Poi con la scusa di non disturbare il vicinato che si apprestava ad andare a letto , Pierre lo invitò a bere una birra gelata sulla loro terrazza.

L’ uomo accettò e si accomodò sulla terza sedia che era disposta alla sinistra di Pierre e di fronte a Jane, la quale nel frattempo si era ricomposta.

Aprirono le loro lattine e continuarono a conversare, di tanto in tanto Jane che aveva capito il gioco, scopriva involontariamente il proprio sesso, cancellando ogni dubbio al turista che ella fosse realmente senza slip.

L’ ospite sembrava piacevolmente turbato,ma una lunga pausa lasciava muto il discorso che stavano facendo, quando ad un cenno di Pierre , Jane apri’ le gambe e il roseo sesso si dischiuse evidenziando i grossi anelli d’ acciaio lucido.

Con noncuranza il marito porse a Jane un contenitore in plastica, ella lo apri’ e fece colare sulle proprie dita alcune gocce , poi prese a massaggiarsi tra le gambe.

Dopo qualche secondo, tra lo sbigottimento del francese, Pierre estrasse da un sacchetto di nailon un grosso cetriolo verde, lo porse alla donna ed ella se lo infilò nel sesso lubrificato.

Fece una certa fatica,perché era notevolmente grosso, e quando lo ritraeva, la vagina lo seguiva, quasi a volersi rivoltare come un calzino.
L’ ospite stavolta strabuzzava gli occhi increduli, poi degliti’ cercando di ricomporsi.

Pierre , come se nulla fosse successo, gli passò la birra e gli chiese se voleva giocare con loro.
Il rigonfiamento sotto i pantaloni, rispose al posto suo, poi i tre si spostarono all’ interno portando con loro alcune candele accese.

Pierre tranciò un pezzo di nastro e chiuse la bocca di Jane, dopo di che la fece sdraiare sul grande letto con le gambe divaricate, prese le candele e le fece sgocciolare sul sesso dischiuso fino a nasconderlo sotto la cera.

Jane mugolava il suo dolore soffocato dal nastro adesivo, poi egli la tirò per le braccia e la mise prona con i piedi a terra e il bacino che poggiava sulla parte verticale del materasso, mentre il resto del corpo poggiava sulla superficie del letto.

Pierre le si sedette accanto e le apri’ i glutei, dischiudendo l’ ingresso anale naturalmente dilatato, dalle continue intrusioni del Butt-plug quindi rivolgendosi al francese gli disse :’Ti dovrai accontentare di questo.’

L’ uomo non se lo fece ripetere due volte, si impugnò l’ asta ed affondò nell’ orifizio offerto. Jane ebbe un sussulto e un gemito le si soffocò in gola.

Pierre pensò :’ Volevi scopartelo? Eccoti accontentata!’.

Aspetto qualche minuto che lo sfintere si rilassasse completamente, poi quando l’ asta che la stantuffava prese un ritmo costante, le tolse il nastro dalla bocca, si sistemò sotto di lei in modo che la bocca potesse soddisfarlo mentre l’ altro la sodomizzava.

Si rilassò, si concesse tutto il tempo che voleva per godersi la sottomissione e l’ umiliazione di Jane, la sua verga le esplorava la gola al ritmo di quella che affondava nel suo culo burroso.

Dopo circa dieci minuti si scambiarono di posto e Pierre si godette quel culo dilatato ed accogliente, non fece altro che appoggiarsi all’ anello dischiuso per affondare come un coltello caldo nel burro.

Quando decise che si era goduto abbastanza quell’ antro, dispose una sedia con i braccioli e vi fece accomodare il nuovo vicino, e sul fallo eretto, vi fece impalare Jane , quindi le divaricò le gambe facendole poggiare sui braccioli .

L’ immagine che vedeva era davvero eccitante , la sua Jane impalata mostrava il sesso inaccessibile coperto di cera fusa.

Fece qualche foto,poi asportò la cera, quando la vagina arrossata venne alla luce, la penetrò.

Jane era trapanata contemporaneamente da due magli che le davano più un piacere psicologico che fisico.
I due uomini erano al limite,non sarebbero potuti resistere altri due minuti.

Pierre fece sedere Jane ai piedi del letto con la testa appoggiata al materasso ed usò la sua bocca a mò di vagina, eiaculò una gran quantità di sperma che ella ingoiò in parte e un rivolo le colò lungo la guancia, ma prontamente recuperò con le dita per riportarselo alle labbra e bevve anche quello, nulla andò sprecato.

Il francese appassionato dalle grosse tette che portavano il segno del costume sotto il sole, proruppe in una serie di schizzi e le annaffiò.

Questa era la prima volta che Pierre la condivideva.

CONTINUA…..
A questo stava pensando Jane quando gli uomini che si stavano godendo le carezze della sua bocca la sollevarono.

Le appesero i polsi tramite due moschettoni alle catene che penzolavano dal soffitto, le sue braccia e le catene erano oblique e convergevano al centro della schiena che era rivolta verso gli uomini.

Le divaricarono le gambe e fissarono gli anelli delle cavigliere agli anelli avvitati nel pavimento di legno, quindi appesero dei pesi tramite ganci ai piercing che penzolavano dal suo sesso.

Una sbarra le passava sulla pancia e venne fissata ad alti anelli sul pavimento tramite corde, in modo che si piegasse un po’ in avanti e il bel culo fosse esposto.

L’ ammirarono immobilizzata, poi Sir Dan le sopraggiunse alle spalle e le sciolse la benda, davanti a lei era montato un monitor lcd a schermo piatto che la ritraeva tramite la videocamera installata su un treppiede dietro di lei.

L’ uomo zummò sul fondoschiena di Jane e il monitor si riempi’ , la cosparse di un lubrificante denso e vi infilò un divaricatore ginecologico in acciaio, quindi la dilatò.

Avvitò i galletti dell’ attrezzo fin quando Jane cominciò ad urlare ,poi con le dita testò quanta elasticità avesse ancora il suo ano in trazione.

Nulla, era teso come una corda di violino, se l’ avesse divaricata ancora, l’ avrebbe lacerata.

Si avvicinò alla videocamera ed aumentò ancora lo zoom, Jane vedeva nel monitor il suo anello teso allo spasmo e nella parte più profonda avvertiva l’ aria fresca.

La lasciarono in trazione per qualche minuto ,tempo che alla donna parve un eternità, si fumarono una sigaretta mentre ammiravano lo spettacolo che avevano davanti.

Fu Kalvin, il palestrato a finire per primo di fumare , evidentemente era molto impaziente.
Si diresse verso una zona della sala e tornò con in mano un oggetto che depose ai piedi di Jane, con due dita spalmò l’ interno dello sfintere spalancato di vasellina densa, quindi allentò il divaricatore.

Jane senti’ il sangue ricircolare in quella zona, ma sarebbe durato poco, quando quattro dita della mano dell’ uomo la penetrarono agilmente. Kelvin raccolse l’ oggetto precedentemente appoggiato, e dopo averlo ben lubrificato lo introdusse progressivamente nel culo dilatato di Jane.

Si trattava di un butt-plug cilindrico nero dalle dimensioni superiori ad una lattina di coca cola vecchio tipo, sembrava quasi impossibile che quell’ oggetto potesse entrare, ma l’ uomo era ben deciso a portare a termine l’ operazione.

Jane urlava , ma egli proseguiva imperterrito a spingere il cilindro che un centimetro dopo l’ altro la stava invadendo sconquassandola.

Con un braccio le cinse il bacino all’ altezza del pube e con la mano libera spingeva con forza.

A nulla valsero le suppliche di Jane, se non ad eccitare maggiormente l’ uomo che la dilaniava.

Inesorabilmente il cilindro giunse a fondo e l’ anello di carne si richiuse per quello che poteva sulla zona terminale del butt-plug, imprigionandolo.
Non aveva mai sperimentato una dilatazione cosi’ estrema, anche se Pierre l’ aveva più volte aperta, non era mai arrivato a quelle misure.

Si sentiva squartata, e il suo interno pulsava al ritmo del suo cuore, quasi per il dolore si stava scordando dei pesi appesi alla vagina.

Lo spettacolo che dava inebriò gli uomini che presero a masturbarsi.

Sir Dan scelse una frusta dalla parete e si collocò alle spalle della donna, si passò tra le dita la cinghia in cuoio lunga un metro fissata al manico.

Era spessa quasi un centimetro e tonda , molto pesante.
Sir Dan la fece ciondolare sui glutei, ella la vide sul monitor e per un attimo si irrigidi’, quindi Dan caricò il braccio e il primo colpo parti’ fendendo l’ aria, il cuoio si abbattè sui glutei di Jane con violenza e un istante dopo una spessa striscia rossa la solcava.

Per Jane fu come una scarica elettrica che la colpi’ direttamente al cervello, le parve di impazzire in quel momento, ma non ebbe il tempo di pensare quando altre cinque frustate si abbatterono sul suo corpo in rapida sequenza.

Anche Kelvin voleva la sua parte, si fece passare la frusta da sir Dan e sferrò il primo colpo il quale si abbattè con una tale violenza che il butt-plug parti’ come un proiettile.
Nell’ istante esatto che venne espulso, l’ orifizio anale di Jane aveva il diametro di una lattina, poi l’ anello si richiuse un po’ e nonostante non ci fosse più l’ intruso,rimase dischiuso.

Il colpo infertole provocò un profondo segno viola che si stava tumefacendo, e qualche stilla di sangue si affacciò sulla lunghezza, Jane credette di svenire.

Kelvin le rimosse i pesi che stavano ancora ciondolando dal sesso e li depose a terra, quindi fissò i piercing tramite delle corde ai ganci del pavimento, avendo cura di imporre una certa trazione alle grandi labbra.

Ora quando l’ avrebbe ancora frustata, non avrebbe potuto sussultare o muoversi.
L’ uomo impugnò nuovamente la frusta ed abbattè sul corpo di Jane altri tre violenti colpi.

La colpi’ sulle cosce poco sotto i glutei.Ad ogni colpo che le veniva inferto , Jane dovette ricorrere a tutto il suo autocontrollo per non schizzare in piedi e lacerarsela.

Quando il supplizio fini’ venne sciolta, tranne le caviglie che rimasero agganciate.

L’ uomo pose un cuscino sul pavimento in legno , vi fece appoggiare la pancia di Jane, quindi quando il suo corpo fu sdraiato, le bloccò i polsi a terra tramite corde passanti gli anelli delle polsiere.

Sembrava l’ immagine dell’ uomo vitruviano.Lo spettacolo fu davvero forte, quel culo offerto ricamato dalle frustate provocò un erezione poderosa all’ uomo, questa volta puntò il glande, e senza fermarsi affondo l’ enorme fallo in quel culo sfondato senza il minimo sforzo.

CONTINUA
Percepi’ una carezza calda ed avvolgente che gli diede una stilettata al cervello,quando si riebbe parti’ con una cavalcata furiosa.

Talvolta usciva dal corpo di Jane per poi riaffondare violentemente, lei inizialmente urlava,ma quando il culo si abituò al maglio caldo, le urla si trasformarono in gemiti lamentosi.

Kelvin si diverti’ per qualche minuto, quindi la sciolse e la condusse qualche metro più in la.

Fissato su uno sgabello l’ attendeva il butt-plug nero grande come una lattina che già aveva sperimentato.
L’ estremità superiore riluccicava di una sostanza gelatinosa e lubrificante, quello era il destino di Jane.

La fecero impalare su di esso , concedendole due minuti per portare a termine l’ operazione.

Jane si senti’ nuovamente piena, ma questa volta non provava solo dolore, una sensazione di calore la pervase, le sembrò quasi naturale provare quel senso di pienezza.
Il terzo uomo, quello che le rimosse la benda la prima volta si chiamava Peter, aveva 42 anni , brizzolato e indubbiamente superdotato.

Fece divaricare le gambe a Jane, la quale poggiava in parte con i glutei sullo sgabello , ed in parte sulla superficie terminale del cilindro che la squartava.

Peter le si parò davanti e impugnandolo , introdusse il grosso pene che la natura gli aveva generosamente regalato, nella bocca della ragazza.

Non era pronta a quella intrusione improvvisa, ed inoltre era impegnata a controllare gli spasmi che le procurava il butt-plug nero.
La dilatazione era tale che il cilindro comprimendo l’ orifizio, non permetteva la circolazione sanguigna in quell’ area, dandole la sensazione di avere del ghiaccio nell’ ano, mentre allo stesso tempo nella parte più profonda delle viscere una sensazione di calore si contrapponeva, era quasi piacevole.

Apri’ la bocca, aumentò la salivazione e ingoiò la sbarra che spingeva.

Non era eccessivamente lungo il pene di Peter, ma maledettamente tozzo, cosi’ che quando glielo spingeva in gola comprimeva la lingua stimolando un conato di vomito che fortunatamente trattenne.

L’ uomo non venne, ma la fece sdraiare sul tappeto gambe all’ aria, ora Sir Dan voleva penetrare la voluttuosa vagina offerta, ma si rese subito conto che il cilindro conficcato tra le chiappe di Jane occupava tutto lo spazio, tanto che anche un singolo dito faticava ad entrare.

Si lubrificò il glande, lo puntò e spinse senza pietà.
Jane credette di essere sul punto di lacerarsi, Sir Dan pensò che nemmeno quando era giovanissima poteva essere cosi’ stretta.
Le diede alcune poderose spinte e l’ asta imprigionata tra le carni della donna ebbe alcuni sussulti che anticipavano un imminente orgasmo, ma riusci’ a fermarsi per tempo.

Riprese a pomparla pensando ad altro , concentrandosi sulle sensazione fisiche, cercando di dominare l’ eccitazione derivante dalla situazione di dominazione della slave.

Nel frattempo Peter si posizionò sulla sua bocca e contemporaneamente la scopava in gola, lasciando Kelvin seduto a masturbarsi furiosamente mentre si godeva lo spettacolo.

Gli uomini erano sul punto di venire, fecero inginocchiare Jane la quale apri’ la bocca per accogliere il frutto del piacere dei tre.

Le venne ordinato di ingoiare tutto senza disperdere nemmeno una goccia, il primo a venire fu Kelvin, che eiaculò con un paio di fiotti, Jane degluti’ rapidamente ,e nemmeno una goccia di seme viscoso andò persa.

Fu quindi la volta di Peter e poi di Sir Dan.
Quest’ ultimo si godette la gola vellutata per qualche minuto , estrasse il pene e diede il tempo a Jane di riprendere fiato per poi affondare nuovamente fino alle tonsille.
La afferrò per la nuca e testicoli di quest’ ultimo sbatterono sul mento della donna , infine con un urlo animale quasi di dolore, scarico nel profondo della gola una grande quantità di sperma.

Jane senti’ uno schizzo bollente affogarla, e tentò di ingoiarlo, ma con quel palo affondato in gola non era semplice, seguirono altri quattro abbondanti fiotti, due dei quali degluti’ rapidamente, ma non fu cosi’ per gli ultimi due.

Jane colta da una conato di vomito, dovette sfilarsi dal fallo che la stava godendo e una parte di sperma fini’ sul pavimento.

Cadde il silenzio , poi la voce di Sir Dan lo ruppe : ‘Bene’ disse in tono quasi ironico, ‘Pensi che sia una bella cosa interrompere il piacere del tuo master e far cadere il suo prezioso nettare?’ Segui’ una pausa che sembrava eterna e gelò il sangue a Jane, poi Dan aggiunse rivolgendosi agli altri uomini ‘Punitela’.

Naturalmente era un pretesto , ma si percepiva nell’ aria che la punizione sarebbe stata tremenda’

CONTINUA

Le sfilarono il butt-plug e rimase oscenamente aperta, le si poteva infilare tranquillamente una mano senza sforzo..

L’ appesero a quattro catene collegate alla carrucola, tramite gli anelli delle polsiere e delle cavigliere, le gambe le furono sollevate molto di più delle braccia e il sesso spalancato di Jane era splendidamente offerto.

Un uomo le tolse i piercing per evitare impigliamenti, poi impugnò la frusta costituita da tante correggie in cuoio, corte e morbide, e serrò il primo colpo.

Jane emise un urlo acuto, ma altre nove frustate colpirono la vagina aperta, la quale assunse un colore rosso molto intenso.

Jane credette di impazzire, e non era più in grado di controllare il dolore che si era diffuso nel suo intimo, per qualche istante credette persino di svenire.

Infine Il padrone di casa esclamò :’ Credo che in futuro sarai molto più attenta quando dovrai ingoiare ‘

Sir Dan era tra le altre cose, il presidente di una società dedita al bdsm , con alcune sedi dislocate in Europa, soprattutto in Germania e Olanda. E molti membri ne facevano parte, spesso organizzava delle serate a tema, invitando più soci, per lo più coppie master-slave.

Quella sera invitò per l’ occasione solo Kelvin e Peter, per la prima fase della serata,e quattro prestanti uomini di colore che da oltre due ore seduti sul divano, accarezzavano i propri falli aspettando di entrare in scena.

Era il loro turno, il primo si avvicinò a Jane col membro eretto e il desiderio alle stelle, e dopo aver osservato la figa infiammata di Jane, la fece dondolare sulle catene come su un altalena. Tenendosi impugnato il membro, quando l’ altalena tornava , si conficcava nell’ ano per poi sfilarsi con un ‘plop’ quando l’ oscillazione invertiva la marcia.

Nonostante le notevoli dimensioni dell’ attrezzo del nero, ogni volta che si conficcava in Jane, data l’ estrema dilatazione dell’ orifizio, percepiva soltanto una carezza calda e vellutata.

Anche Jane, se non fosse stato per il bruciore infertole dalla frusta, avrebbe provato piacere.

Andò avanti per qualche minuto , alternandosi tra i due buchi slabbrati, infine cedette il posto agli altri che si presero il proprio piacere ognuno secondo il proprio gusto.

Jane percepiva il proprio sesso dolente e gonfio a causa delle sonore frustate ricevute, ma nonostante tutto emergeva la sua indole masochistica e riusciva talvolta a provare piacere ad essere usata in quel modo.

La slegarono , ella si massaggiò i polsi e la vagina dolorante, ma non ebbe il tempo necessario perché due mani l’ afferrarono per le braccia e la diressero verso il tappeto.

Qui un altro uomo di colore sdraiato con la verga eretta, attendeva che ella si sedesse sopra cavalcandolo ,e quando ciò avvenne, un secondo stallone la montò da dietro stantuffandola all’ unisono.

I due sembravano invasati e la montarono come una giumenta, poi la penetrarono contemporaneamente in vagina o tra le terga profondamente segnate dalla frusta.
Jane si sentiva sconquassare, provando un senso di pienezza devastante, dolore e piacere si mescolavano facendola bagnare all’ inverosimile.

La cosa che più la eccitava e intrigava,era che Pierre avrebbe visionato il clip della sessione, commentandolo poi insieme a lei , e tra l’ altro non voleva deluderlo.

Gli uomini la godettero in tutti i modi e posizioni fin quando Sir Dan ordinò :’ Adesso’ !

Jane fu posizionata prona, di modo che ambo gli orifizi fossero ben offerti visibili e fruibili .

Il suo splendido culo oscenamente dilatato era in posizione, poi Sir Dan aggiunse :’ Se perdi la posizione sarai nuovamente frustata sul sesso ma questa volta le frustate saranno cinquanta’.

Indossò un guanto in lattice bianco, lo cosparse di vaselina e si insinuò nell’ ano della donna.

Dapprima vi infilò quattro dita senza incontrare il minimo ostacolo , poi fece scivolare anche il pollice e metà della mano , incontrando appena un po’ di resistenza che vinse quasi subito spingendo con più forza.

La mano spari’ tra le viscere di jane accompagnata da un urlo .

Kelvin le spalmò altro unguento sul sesso e sulla mano rimasta libera di Sir Dan la quale carezzò la vagina prima di entrarvi.

L’ operazione fu abbastanza impegnativa, ma dopo qualche minuto tra le urla di Jane affondò nelle sue carni.

L’ uomo prese a rotearle e a spingerle talvolta stantuffando alternatamente, talvolta contemporaneamente.

Jane si sentiva aprire, lacerare , dirompere, ma riusci’ a mantenere la posizione.

Adesso era davvero aperta, quando l’ uomo vi si ritirò gli orifizi erano splendidamente dilatati.

Gli uomini di colore ripresero a possederla, ma pur penetrandola contemporaneamente, la sensazione che ricevevano era di lieve carezza, era cosi’ sfondata che non era più fruibile.

Jane fu rimessa gambe all’ aria e i quattro uomini di colore riempirono il suo ventre di sperma bollente.

Sir Dan Kelvin e Peter che si stavano masturbando, diressero i loro schizzi sul viso della slave.

In ultimo Sir Dan inseri’ una pallina vibrante nel sesso allagato della donna del tipo che si aziona con il telecomando all’ occorrenza, fece poi portare tre candele accese e sigillò l’ entrata slabbrata con la cera fusa.

Jane questa volta non riusci’ a trattenere le lacrime, e quando la chiusura dell’ antro fu completata, l’ uomo le disse :’Alzati, la sessione è quasi conclusa’.

Jane tra le lacrime tirò un sospiro di sollievo, ma c’ era ancora quel ‘quasi’ che la preoccupava.

Chiese qualcosa per asciugarsi il viso, ma le venne negato perché era eccitante vedere quel bel viso grondante di sperma.

CONTINUA
Gli uomini un po’ alla volta si vestirono e se ne andarono, rimase solo Sir Dan che le disse di rivestirsi mentre egli rimase ad osservarla in penombra.
Fece in fretta, in fondo doveva solo indossare una minigonna ed abbassare una mascherina che le era stato permesso di sollevare temporaneamente.
Dan e Jane fecero la strada a ritroso e fu ricondotta nell’ auto silos dove all’ all’ alba alle sei in punto Pierre l’ avrebbe recuperata, ammanettata al palo dove l’ aveva lasciata a mezzanotte.
L’ uomo parcheggiò, poi la fece scendere e la condusse al palo, ove ai piedi vi era collocato un cono in plastica per la segnaletica stradale, ben lubrificato.
Le ammanettò i polsi dietro il palo poi la fece scivolare verso il basso affinchè sedesse sul cono, i lquale sprofondò nel culo della donna per una buona misura. La posizione di Jane era come se fosse accovacciata sulla turca, con le mani dietro la schiena, sostenuta solo dal cono che la squartava e dai tacchi delle scarpe.
Sir Dan fece passare delle corde attraverso gli anelli dei capezzoli, quindi dopo averle tese tendendo i medesimi oltre il limite ,fissò le estremità alla base del cono ,infine divaricò le ginocchia di Jane e vi interpose una barra di legno che fissò tramite funi.
Jane sentiva da una parte il cono che la apriva senza pietà, e dall’ altra una tensione ai capezzoli che le parvero doversi lacerare.
Sir Dan azionò il telecomando e la pallina vibrante parti’, insieme al motore della sua auto che si allontanava, erano le 5,40. Jane non avrebbe potuto sopportare altri venti minuti la tensione ai capezzoli
Ma con sua sorpresa dopo alcuni minuti la tensione diminui’ sensibilmente.
Era incredula, il cono le era scivolato dentro un altro po’ , unica strategia che avrebbe potuto adottare per
alleviare il dolore che provava ai capezzoli era proprio impalarsi il più possibile.
Inoltre non aveva molta scelta, il cono sosteneva quasi tutto il peso del corpo e i polpacci le dolevano.
Senti’ dei passi echeggiare nel locale deserto, sperò fosse Pierre, invece era il custode del silos socio della confraternita di Sir Dan.
Si fermò davanti a Jane, e senza proferire parola si abbassò la lampo, estrasse il membro eretto e lo spinse nella sua bocca, godendosi le calde carezze della lingua , affondando talvolta in gola , infine le venne in faccia rinnovando il precedente lavoro.
Si fece ripulire per bene, quindi ripose il proprio pene nei pantaloni e scomparve con la stessa rapidità con cui arrivò.
Nel frattempo la morsa ai capezzoli le si era allentata e il cono era scivolato ancora qualche centimetro nel culo di Jane, la parte più larga che stava vincendo l’ orifizio aveva il diametro di una bottiglia di coca cola da 1,5 litri, ma Pierre non arrivava ancora e la pallina vibrante dentro lei le dava degli spasmi che si alternavano tra dolore e piacere.

CONTINUA
Ormai mancavano pochi minuti all’ orario convenuto,mentre Jane pensava questo,il rumore di un motore ebbe il sopravvento sui suoi pensieri.

Pierre scese dall’ auto, e si trovò davanti una scena che gli fece schizzare il sangue al cervello e una poderosa erezione spingeva nei suoi pantaloni.

La sua Jane era li davanti a lui, usata come una puttana, portava sul corpo le striature della frusta come fossero decorazioni.

Era seduta su un cono a gambe larghe, ammanettata,in bilico sui tacchi e resa ancora più sexy dalle calze autoreggenti, un vasto sigillo di cera fusa sul sesso,lo nascondeva e una pozza di sperma ai suoi piedi si ingrandiva mano a mano che il rigagnolo, filtrando sotto la cera la alimentava.

Il viso era imbrattato dal piacere che aveva dato con la bocca, e parte di esso era colato sui seni costretti verso il basso dagli anelli imprigionati dalle corde.

Pierre era indolenzito dalla propria esagerata erezione, sollevò la mascherina dal volto della donna e le porse un fazzoletto col quale si asciugò il viso appiccicoso, la liberò dalle manette, quindi l’ aiutò a sollevarsi, non prima di avere slacciato le corde che tramite gli anelli dei capezzoli la tenevano impalata sul cono.

Pierre l’ abbracciò teneramente e la baciò sulla bocca che odorava di sesso e a Jane scese qualche lacrima di sollievo, ma egli non potè attendere oltre, voleva guardarla tra le chiappe, dove un momento prima il cono la dilatava.

La fece piegare sul cofano tiepido della sua auto, i glutei di Jane si separarono e un orifizio spanato e slabbrato boccheggiò rivelando una dilatazione oscena.

Vi infilò quattro dita che scomparvero nelle profondità senza incontrare la minima resistenza, capi’ che tutta la mano sarebbe sprofondata come un sasso nell’ acqua e ve l’ affondò con decisione.

Stava realizzando un desiderio che carezzava da tempo, e dopo averla penetrata con tanta agevolezza, si ritrasse e fece salire la propria compagna sull’ auto , quindi avviò il motore e si allontanò.

Durante il tragitto Pierre Chiese a Jane che le sedeva accanto :’ Raccontami tutto’.

Jane iniziò il racconto con dovizia di particolari che eccitarono maggiormente l’ uomo.

L’ auto arrivò a destinazione nel garage della loro casa e lasciandosi la vettura alle spalle entrarono nel seminterrato, e fatte le scale arrivarono nella camera da letto.

Pierre si spogliò, poi si sedette sulla poltrona e si accese uno spinello.
‘Continua il racconto e ruota su te stessa molto lentamente, tenendo le mano le mani dietro la nuca’.
L’ uomo si stava godendo le splendide striature che la frusta aveva lasciato sul bel corpo di Jane, testimoniando senza dubbio il racconto che ella stava narrando.

Poi d’ un tratto si interruppe e disse ‘ Ho avuto molta paura, avrei voluto che tu fossi stato accanto a me.’

Pierre si alzò, sbuffando l’ ultimo tiro della sua canna e costringendo il fumo a concentrarsi i una nuvoletta grigia si avvicinò a Jane e l’ abbracciò, poi rispose ‘ Pensi davvero che avrei consegnato una donna cosi’ preziosa nelle mani di uno sconosciuto? Ero seduto sulla poltrona accanto al camino e sono stato presente per tutta la sessione, per proteggerti e per godermi lo spettacolo. Naturalmente non ti ho informata prima altrimenti il gioco non mi avrebbe dato la stessa soddisfazione. Vederti soddisfare i desideri di tutti quegli uomini, semplicemente perché te l’ ho ordinato è stato molto gratificante. Non puoi immaginare che soddisfazione ho avuto nel vederti cosi’ ubbidiente e remissiva. Il sapere che ti credevi sola e hai fatto tutto questo per me, mi ha fatto capire che mi appartieni, che il tuo corpo mi appartiene, e che posso disporrei esso come desidero, per me e per chi voglio io.’

Jane ascoltò poi dopo qualche istante di riflessione rispose : ‘ Puoi prenderti tutto il piacere che desideri attraverso il mio corpo e i miei orifizi , puoi frustarmi quando lo desideri o condividermi con chi vuoi , ti ubbidirò sempre.’

Per Pierre queste parole giunsero come musica, era sovra eccitato e sebbene vide che Jane era stanca morta, non seppe resistere, la voleva subito.

CONTINUA Si rese subito conto che era estremamente dilatata, e il suo fallo si perdeva nel sesso di Jane.

La fece voltare e sprofondò in quel bellissimo culo striato, ma anche quella via era apertissima.

Si ritrasse come da un guanto vellutato poi si diresse verso il comodino, apri’ un cassetto e tra i vari oggetti scelse un dilatatore gonfiabile.

Si trattava di un grosso fallo nero morbido munito di pompetta e interruttore, quest’ ultimo atto ad azionare il vibratore situato all’ interno.

Lo affondò nella vagina di Jane e diede alcune pompate, quindi sprofondò la propria sbarra nello sfintere della donna, quando le fu dentro per intero, con la mano destra
Manovrò la pompetta fino a quando cominciò a sentire una leggera pressione, ma non si fermò, continuò a pompare fin quando il proprio fallo rimase imprigionato tra le chiappe di Jane, poi azionò il vibratore e la montò furiosamente.

Jane urlò e lo fece per tutto il tempo che Pierre impiegò per esploderle dentro.

D’ improvviso sgonfiò il fallo artificiale,senti’ la circolazione sanguigna irrorare nuovamente l’ asta costretta e contemporaneamente l’ ano di Jane aprirsi come un pozzo, un fiotto abbondante irrorò l’ intestino seguito da molti altri, mentre un urlo disumano liberava la mente e il corpo di Pierre.

Si trovò sdraiato ansimante sulla schiena di Jane, col fallo annegato in quel mare di piacere, accarezzò la donna e la baciò sul collo, mentre il vibratore ancora acceso regalava ad entrambi qualche stilla di piacere.

Stettero abbracciati sdraiati sul letto , finchè il respiro di Jane si fece più pesante.

Pierre la prese per le mani , aiutandola ad alzarsi e l’ accompagnò in bagno dove aveva preparato per lei un bagno caldo con i Sali.

Ela si rilassò, nonostante le frustate ricevute con l’ acqua avessero ripreso a bruciare, poi Pierre le porse l’ accappatoio e insieme tornarono in camera da letto.

Jane si sdraiò tra i cuscini e lui le fece un massaggio rilassante avendo cura di non esercitare troppa pressione sulla pelle segnata dalla frusta, anche se l’ impresa non fu facile, dato che quasi ovunque portava i segni, infine ella si addormentò.

Pierre si eccitò nuovamente nel contemplare i solchi della frusta,ma non la svegliò,si sdraiò accanto a lei e la osservò a lungo, ripensando alla sessione che presenziò ,intanto fantasticava sul successivo uso che avrebbe fatto del corpo di Jane.

Autore Pubblicato il: 11 Agosto 2012Categorie: Racconti Cuckold, Racconti Erotici Etero, Trio0 Commenti

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