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Tutto iniziò nel 2007, in una calda serata di primavera, sulle strade della periferia di Bologna. Era un periodo tutto sommato buono per me per quanto riguardava gli studi ed il lavoro, ma non mi sentivo affatto appagato sotto il profilo sessuale; avevo la ragazza ma dovevo compensare le sue mancanze sotto il profilo sessuale con altre partner. Sentivo che ero alla ricerca di qualcosa di nuovo e la cosa se da una parte mi eccitava, dall’altra mi spaventava; sentivo di avere un lato perverso ma non ero sicuro di volerlo conoscere: non capivo fino a che punto mi sarei potuto spingere.

Quella sera avevo le palle abbastanza girate. Ero uscito con la mia ragazza, Rita, ed avevamo avuto il solito rapporto sessuale di 10 minuti scarsi. Lei mi dice di tornare a casa (doveva alzarsi presto il mattino seguente) ed io la accompagno volentieri. Non ero nemmeno riuscito a venire e avevo addosso una fotta da paura. Decido quindi di contattare Mary, la mia “amante”, la classica ragazza mediterranea e formosa in grado di farlo alzare anche ad un morto. Mi dice che però &egrave a Milano da un’amica e rimaniamo d’accordo di vederci nel weekend, quando sarebbe tornata a Reggio.

Accendo la macchina; sono poco fuori Modena e devo fare relativamente poca strada per tornare a casa. Ma quella notte non deve finire così, non con una sega. Sto correndo come un pazzo in tangenziale e, non so bene come mai, decido di montare in autostrada e avviarmi verso Bologna. Voglio riflettere, rilassarmi, pensare; come detto prima, non &egrave ancora tempo di andare a letto. D’altronde, come diciamo noi emiliani, “certe notti la macchina &egrave calda e dove ti porta lo decide lei”.

Prendo la A1, il traffico &egrave pressoché inesistente a quell’ora (sono grossomodo le 2 di notte di mercoledì). Esco a Borgo Panigale e inizio a notare un numero notevole di prostitute a bordo strada; molte di loro sono transessuali ma mettono in mostra dei fisici veramente notevoli. Ovviamente mi viene da osservarle e valutarle: &egrave diverso tempo che non vado a prostitute ma dopotutto il sesso &egrave l’unico vero vizio che mi ritrovo, quindi, “perché no?”. Ad un tratto, noto una prostituta veramente “top”: mulatta, mora, magra ma con un seno esagerato. E’ una trans, ma… mi attizza; eccome se mi attizza.

Decido di passarle davanti un altra volta, osservo i lineamenti del viso e sono molto femminili. Inizio però a farmi mille paranoie e problemi, sento che andare con una trans non sia come andare con una prostituta donna, con una prostituta “normale”, sento che sto per fare qualcosa “contro natura”. In passato avevo provato a farmi fare una pompa da un mio amico omosessuale, ma non avevo provato nessun tipo di eccitazione; come sarà andare con una donna col cazzo? Dopo un’altro giretto decido di fermarmi e di farla salire.

Si presenta e dice di chiamarsi Gisele, mi dice di voler 40 euro e glieli dò subito. “Gira qua, andiamo in un posto tranquillo a scopare”, mi dice. Sono decisamente teso e lei se ne accorge; decido di raccontarle tutti i miei pensieri e le mie paure. Mi rendo conto di avere di fianco a me una persona estremamente sensibile, molto più di quanto avrei mai pensato. Nel frattempo siamo arrivati in un parcheggio residenziale semi-deserto ed io mi sento decisamente a mio agio. Abbasso gli schienali e iniziamo le danze.

GIsele mi tira fuori il cazzo dai pantaloni; &egrave duro come il marmo. Lei lo copre col preservativo e inizia a spompinarmi: nonostante il condom, sento che &egrave veramente brava. Riesce a prendermelo tutto in bocca e nel frattempo inizia a spogliarsi, anche io decido di togliermi maglietta, pantaloni e scarpe. Le guardo il cazzo e rimango sinceramente deluso: speravo che lei avesse una minchia di lunghezza simile alla mia (20cm) ed invece vedo un pene veramente piccolo e sottile. Decido di coprirlo e di prenderlo comunque in bocca per fare un 69, ma non ne rimango particolarmente soddisfatto.

Stacco la bocca dal suo cazzo, mi alzo e infilo il mio uccello in mezzo alle sue tettone enormi. Lei inizia a farmi una spagnola da manuale, ma io non ne posso più: “ti voglio inculare, voglio romperti il culo”, le dico. Lei accetta di buon grado, si mette a 90 e si lubrifica l’ano con un gel. Senza troppi complimenti, le infilo il cazzo dentro fino alla radice; entra bene ma le strappa un grido di dolore. Sento la mia minchia dura come il marmo, un’eccitazione mai provata. Avevo già fatto sesso anale con delle donne (Mary era un vero portento nel prenderlo in culo) ma con una trans &egrave un’altra cosa: se dovessi descrivere la sensazione, direi che &egrave come sodomizzare una “super donna”, più muscolosa e mascolina. Paradossalmente, inculare una trans mi fa quasi sentire più uomo.

L’inculata bestiale dura circa un quarto d’ora, inizio a grondare come una bestia ma insisto, poi esco, mi sfilo il preservativo e le vengo sulle tette. Lei rimane impressionata dal quantitativo di sperma, ne prende un po’ in mano e se lo mette in bocca. La situazione &egrave ancora eccitante, ma non ho voglia di fare una doppia. Mi prendo il suo numero di telefono e la riporto dove l’avevo caricata: La saluto, poi, a tutto gas, riparto verso casa. Rincaso verso le 4.15 del mattino e mi fiondo a letto. Il mattino dopo mi sveglio decisamente rilassato e appagato.

Non ho più rivisto Gisele e non sono diventato un frequentare seriale di trans. Quella sera ho però capito diverse cose su di me; la prima &egrave che non potevo continuare a stare con una fidanzata frigida e poco propensa alle scopate selvagge, la seconda &egrave che le trans mi piacevano, così come mi piaceva l’idea di succhiare un cazzo. Ora mi serviva riordinare le idee e capire chi ero. Solo dopo diversi anni avrei capito che le etichette sono riduttive e che la sessualità va vissuta (ovviamente con la testa) come meglio si crede, senza farsi troppi problemi. Gisele aveva semplicemente scoperchiato il vaso di pandora. E per questo posso solo ringraziarla.

Autore Pubblicato il: 10 Gennaio 2016Categorie: Orgia0 Commenti

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