Le dita premono i tasti
come quando il sole preme
l’orizzonte
e cala la sera
E l’attesa è minima
e interminabile
(attimi che non passano
e lasciano che l’ansia
salga
come sale il buio
dentro i nostri occhi assonnati)
E poi la tua voce
che tradisce l’attesa
di me
dei miei racconti
La tua voce che tradisce
i tuoi gesti
E ti sento (ti punzecchio)
ti ascolto che parli
e ti incito
a dire di te…
Ma continui sconnessa
(come lo sono le tue frasi)
ed è palese
il movimento della tua mano
nascosta sotto le stoffe
e il tuo sospiro rotto
Aspetti che io racconti
ma del racconto sei già
l’artefice
ed il protagonista
Aspetti che io ti parli
ma delle mie parole
ne hai già fatto amore