Leggi qui tutti i racconti erotici di: paolinss80

Questo racconto &egrave inventato ed &egrave stato scritto su esplicita richiesta del mio amico Micky.

Roma.
Ero iscritto al terzo anno di università; la mia famiglia non era abbastanza ricca da permettersi di pagarmi l’affitto di un appartamento, così ero andato in un collegio universitario. Un paio di sere in settimana andavo a lavorare in una pizzeria vicino al Colosseo e così riuscivo a pagarmi le tasse universitarie e le mie spese extra.
Mi chiamo Marco, ho 26 anni e vivo a Rieti; sono alto 1.82, ho occhi azzurri e capelli castano chiaro, corti; mi piace molto fare sport (anche se non sempre ho il tempo per farlo) e devo dire che anche per questo ho un fisico abbastanza muscoloso e definito.
Come vi stavo dicendo vivevo in collegio; la vita li mi piaceva molto perché ogni giorno si conosceva qualcuno di nuovo, si scambiavano idee e pareri con amici, compagni, assistenti e segretari; alla sera cenavamo tutti assieme nella mensa e poi avevamo la libera uscita.
Dividevo la mia camera con Michele, un ragazzo invalido della mia età con il quale condividevo molti interessi; Michele studiava informatica, era piuttosto bravo con il computer e amava l’arte.
Era un tipo molto simpatico, con uno sguardo intelligente; aveva capelli neri e profondi occhi marroni. Una sera rientrando in camera dopo lezione lo vidi davanti al pc; lui non si era accorto che ero entrato in camera, così mi avvicinai di soppiatto e quando gli fui vicino vidi che accarezzava con una mano il suo cazzone che usciva dai pantaloni sbottonati; la cosa che mi sconcertò &egrave che stava guardando immagini pornografiche di ragazzi nudi e in atteggiamenti omosessuali. Era proprio ben dotato e mi corse su per la schiena un brivido di eccitazione; sentii il mio uccello indurirsi, ma cercai di uscire dalla camera senza farmi scoprire, in modo da non farlo sentire in imbarazzo; tuttavia, mentre stavo attraversando la stanza, sbattei contro un mobiletto, tradendo la mia presenza.
Lui si girò con uno scatto agile, pur essendo seduto su una sedia a rotelle, mi fissò con occhi sgranati e con la bocca aperta e iniziò a diventare rosso. Poi mi fissò i pantaloni e vide il mio gonfiore; accennò un sorriso e dopo aver tirato un sospiro mi disse ‘anche tu sei come me, vero?’. Io ero davvero in imbarazzo, avevo avuto delle storie con dei ragazzi, ma non in collegio’se avessero scoperto che ero omosessuale mi avrebbero emarginato tutti e probabilmente sarebbero venuti a saperlo anche i miei genitori; come avrei potuto guardarli ancora in faccia? Michele, quasi mi avesse letto nel pensiero, mi disse ‘non ti preoccupare, non lo dirò a nessuno’; spense il computer e poi iniziò a mettersi a posto i pantaloni. Io ero ancora eccitato e non volevo che tutto finisse così, perciò gli dissi ‘senti Michele, non &egrave che ti va di continuare con me quello che stavi facendo?’ Lui mi guardò imbarazzato e diventò ancora rosso. Io mi chinai su di lui, lo baciai e mentre lo facevo gli sbottonai nuovamente i pantaloni. Volevo ancora vedere quell’arnese che aveva in mezzo alle gambe. Quando il bottone uscì dall’asola Michele sussultò; ci discostammo, ci fissammo negli occhi e lui mi disse ‘fammi quello che vuoi’. Io mi chinai più in basso e sfilai il suo cazzone dai boxer; era veramente giga! Posai le mie labbra sulla cappella umida e iniziai a succhiare mentre iniziavo a masturarmi. Michele sospirava per l’eccitazione e sentivo il suo uccello diventare sempre più duro e caldo nella mia bocca; mi piaceva e continuai ad andare su e giù per alcuni minuti. Michele mi mise le mani tra i capelli e spinse la mia testa avanti e indietro con foga crescente; d’un tratto si irrigidì e sentii un caldo fiotto di sperma inondarmi la bocca. Avevo il suo cazzo completamente dentro la mia bocca e le mie labbra toccavano i suoi ispidi peli pubici. Venni anch’io con un gemito profondo. Poi sentii il suo pene ritrarsi lentamente; lo tolsi dalla mia bocca e mi asciugai le labbra con un braccio. Lui mi disse ‘scusa, non volevo venirti in bocca’ io lo guardai, mi avvicinai e lo baciai, poi gli sorrisi. Mi girai e improvvisai uno spogliarello: prima mi tolsi la t-schirt e rimasi a petto nudo; i miei pettorali erano lisci e leggermente sudati per l’eccitazione. Mi muovevo in modo sensuale e vedevo Michele eccitarsi; il suo cazzone era di nuovo in tiro e lui non mi staccava gli occhi di dosso. Poi mi tolsi i jeans e restai con i miei boxer attillati, che mettevano in mostra il mio pene eccitato. Mi avvicinai alla carrozzina e mi accostai a Michele. Lui mi abbasso i boxer e prese in bocca il mio uccello; iniziò a spompinarmi per bene’era davvero bravo!! Con la lingua straziava il frenulo facendomi sussultare di continuo. Non ce la facevo più, così ad un tratto gli sfilai il cazzone di bocca e gli sborrai in faccia. Mentre lo facevo lui apriva la bocca e cercava di ingoiare gli schizzi di sperma. Era molto eccitato e gli lessi in viso che voleva di più; sinceramente anch’io volevo andare oltre. Così lo aiutai a sfilarsi la maglietta; ero di fronte a lui e il mio cazzo gli sbatteva sul viso. Poi mi chinai e iniziai a succhiargli i capezzoli; lo sentivo godere. Poi continuai a leccarlo, sempre più giù, fino al ventre.
Gli sfilai i pantaloni e i boxer, mi rialzai, completamente nudo; lui mi fissava avidamente.
Mi girai e feci per sedermi su di lui; mi muovevo su e giù e sentivo il suo uccello scivolare sulla fessura tra le mie natiche; lo stavo facendo impazzire. Poi mi misi meglio e guidai il suo cazzo proprio sotto di me; la sua cappella baciava il mio ano e la sentivo pulsare. Calai lentamente, ma il cazzone di Michele era grosso e faceva fatica ad entrare; comunque dopo un paio di tentativi lo sentii scivolare dentro me. Quando mi penetrò sentii un bruciore all’ano e Michele disse ‘Aaaah, si!’. Iniziai a scorrere su e giù; avevo una mano sull’ano e sentivo il suo cazzo che scivolava dentro e fuori, mentre con l’altra mi stavo toccando. Intanto dietro sentivo Michele che godeva e mugolava. Sentivo il suo cazzone che mi sfondava, caldo come un fuoco e ogni volta che entrava stimolava la mia prostata’era fantastico! ‘Aaah, si, continua così Marco, dai ancoraah’ gemeva Michele; anch’io godevo e ansimavo sopra di lui ‘Mmmh, si, sfondami stallone!’. Mi stava stantuffando davvero bene. Michele era avvinghiato a me e le sue mani scivolavano sui miei addominali che si contraevano ritmicamente.
Ad un tratto sentii il suo uccello indurirsi e dilatarsi, poi Michele mi strinse più forte, emise un gemito di godimento ‘Aaaah, siih, vengoooh’ e poi venne, spruzzando il suo sperma dentro di me; poco dopo venni anch’io, soddisfatto da quella scopata. Poi mi sollevai lentamente e sfilai il suo cazzo dal mio culo.
Ci baciammo in bocca e poi lo aiutai a sdraiarsi nel letto. Quella notte dormimmo nello stesso letto, abbracciati come due innamorati.
I mesi che seguirono furono testimoni di molte altre notti di sesso; imparammo a conoscerci meglio e a scoprire le posizioni che ci davano più piacere.
Eravamo diventati inseparabili, studiavamo assieme, mangiavamo assieme, lo accompagnavo spesso a passeggio nei parchi, mentre facevamo lunghe chiacchierate e a volte andavamo anche nei locali assieme la sera.
Una calda serata di giugno decidemmo di andare in discoteca per cercare un altro ragazzo da sbatterci. Io mi misi una maglietta bianca attillata, in modo da mettere in evidenza i muscoli.
Quella settimana ero venuto a Roma in macchina, in modo da raggiungere più agevolmente la discoteca, che era un po’ fuori mano. Una volta sul posto entrammo; Michele andò al bancone a prendere un coktail, mentre io andai in pista a ballare. Vedevo Michele che mi fissava languidamente dal bancone e mi divertivo a stuzzicarlo con i miei movimenti sensuali. Tra la folla vidi un bel ragazzo moro, alto e snello che ballava da solo e mi fissava con i suoi occhi dolci; mi avvicinai e gli sorrisi; lui contraccambiò timidamente il sorriso. Ballammo srusciandoci l’uno sull’altro; sentivo il mio cazzone in tiro e mi appoggiai alla sua coscia per fargli sentire la mia eccitazione. Lui mi fissò e sorrise, indicando i suoi pantaloni; vidi con soddisfazione che anche lui aveva un’erezione. Gli sussurrai nell’orecchio se voleva qualcosa da bere e lui annuì. Giunti al bancone ordinammo e mi presentai; poi lui mi disse che si chiamava Stefano, aveva 24 anni; notai che era veramente carino e aveva due splendidi occhi verdi. Quando arrivò da bere mi girai e gli presentai Michele. Stefano era sorpreso e un po’ irritato nel vedere che ero in compagnia e per un attimo temetti che stesse per andare; tuttavia gli spiegai che io e Michele volevamo un po’ divertirci e che avevamo la macchina fuori dalla discoteca. Stefano era perplesso, ma alla fine riuscimmo a convincerlo ad uscire dalla discoteca e a seguirci fino alla macchina; entrammo tutti e tre in macchina e la accesi. Mi diressi verso un luogo appartato nei campi vicino a Roma, poi mi fermai. Stefano era seduto a fianco a me e sembrava molto nervoso, così lo accarezzai nell’interno coscia e lo baciai, rivolgendo un’occhiata desiderosa verso Michele che contraccambiò subito.
Tolsi la camicia a Stefano e iniziai a leccargli il petto glabro ed ansimante; aveva un buon profumo ed era arrapatissimo. Poi abbassai il mio sedile, mi girai e raggiunsi Michele con le braccia; sentii il suo cazzone durissimo e gli sfilai i pantaloni; il suo uccello sgusciò fuori come una molla tesa e Stefano ebbe un’esclamazione. Sentii la mano di Stefano che timida mi sfiorava l’interno coscia, dirigendosi verso il mio cazzo. Mi montò sopra e sentii il suo uccello, ancora nei pantaloni che premeva contro le mie natiche. Mi slacciò i pantaloni e me li sfilò; subito dopo iniziò a stuzzicarmi i capezzoli. Ero molto eccitato e al contempo stavo facendo un pompino a Michele, che, eccitato per la scena, guidava la mia testa su e giù. Intanto Stefano si tolse i jeans e i boxer e poi sfilò i miei. Si mise nuovamente sopra di me, a pecorina e appoggiò il suo cazzo sul mio ano. Spinse con vigore e mi penetrò; emisi un urlo, soffocato dal cazzo di Michele che mi riempiva la bocca. Iniziò a stantuffarmi con forza e lo sentivo vibrare dentro di me; ansimava e godeva come un toro e spingeva come se mi volesse fare entrare anche i coglioni. Poco dopo venne, seguito da Michele che mi riempì la bocca; io ingoiai tutto, poi mi rivolsi a Stefano e gli dissi ‘ora vieni tu al mio posto, fai conoscenza con Michele’. Lui mi guardò un po’ preoccupato, ma poi obbedì; chissà cosa aveva. Stavolta volevo scoparmelo io! Stefano si mise sopra Michele e iniziò a leccargli timidamente il cazzo, guardandolo al contempo con i suoi occhini da cerbiatto. Io intanto lo presi da dietro e gli appoggiai la cappella al suo ano; lui si girò di scatto e mi disse ‘non lo ho mai fatto, ho paura, fai piano’; io ero stupito che un così bel ragazzo fosse ancora vergine, ma gli risposi ‘Tranquillo, non ti preoccupare, farò piano; intanto allora ti lavoro un po’, tu cerca di rilassarti, ok?’ ‘ok, grazie’ mi rispose. Iniziai a penetrarlo con un dito; aveva un buchetto davvero piccolo, ci avrei impiegato più del previsto. Cercai di allargarlo un po’, poi inserii un secondo dito; Stefano, che intanto si stava spompinando Michele, ebbe un sussulto, ma non disse nulla, così io continuai, lubrificando l’operazione con la saliva. Quando vidi che l’orifizio si era abituato inserii un terzo dito; Stefano si irrigidì ed emise un lamento, ma io continuai imperterrito a penetrarlo con le dita. Quando ritenni di averlo allargato a dovere mi misi dietro di lui e provai a penetrarlo lentamente; sentivo la mia cappella che premeva contro il suo orifizio, ma non riusciva ad entrare. Spinsi più forte, ma sembrava davvero che quel buchetto non volesse lasciarmi entrare. Così gli misi le mani sulle spalle e lo tirai verso di me; al contempo spinsi con forza il mio uccello contro il suo ano e finalmente lo sentii sfondare! Stefano cacciò un urlo e io mi fermai; poi ripresi a scoparlo lentamente e dolcemente; era davvero incredibile il piacere che quel buchetto riusciva a regalarmi. Iniziai ad incalzare con il ritmo, il mio cazzo entrava e usciva e i miei addominali sudati sbattevano ritmicamente sui glutei sodi di Stefano; intanto con una mano lo segavo; io ero eccitatissimo e sentivo che stavo per venire, così gli diedi un’ultima botta violenta e lo penetrai completamente; lo innondai di sperma, godendo e come un animale; venne subito e copiosamente anche lui. Michele, assistendo alla scena gli sborrò in bocca. E’ stata un’esperienza incredibile.
Dopo uscimmo tutti e due dalla macchina e aiutammo Michele a fare lo stesso; ci sdraiammo per terra e abbracciandoci iniziammo a guardare il cielo, stracolmo di stelle splendenti.

Autore Pubblicato il: 25 Febbraio 2007Categorie: Racconti Gay0 Commenti

Lascia un commento