Leggi qui tutti i racconti erotici di: satyrikon75

Erano pochi mesi che stavo ad abitare da mia zia.
Mi trasferii al nord per cercare lavoro. Ero come un figlio per loro. La loro famiglia era costituita da quattro elementi: gli zii e poi due cugini: Andrea il più grande ed Eleonora, la figlia ventenne, carina e colta che andava all’università.
Ormai Andrea era alcuni mesi che mi aveva ceduto la stanza in quanto era andato a vivere per conto suo.
Con mia cugina prima di andare a dormire avevamo preso l’abitudine di fumare una sigaretta sul balcone che collegava la sua stanza alla mia tramite delle porte finestra.
Una sera però capitò quanto sto per raccontare.
Dopo la sigaretta solitamente ci davamo la buonanotte ma quella sera mi lanciai in una provocazione ardita che non sapevo avrebbe ottenuto quel risultato.
-Beh, se vuoi stare qui intanto che mi spoglio, poi ti passa il freddo che hai preso mentre fumavamo!-.
-Beh non sarebbe la prima volta che vedo un pisello al vento.- ribadì la cuginetta.
Mentre continuavo con il mio spogliamento, replicai:- Beh, allora guarda qui- mentre mi toglievo le mutande, incuriosendo lei oltre modo, benché facesse la sostenuta.
Improvvisamente il suo sguardo si abbassò volgendo l’attenzione sul mio basso ventre. Una luce particolare accese il suo sguardo e mentre si avvicinava emise un sorriso malizioso.
-Non immmaginavo tu fossi così audace cuginone-, disse, mentre il mio pene sentendosi al centro dell’attenzione, si lanciò in una rapida erezione.
Era ad un soffio da me e senza dire nulla mi afferrò il membro cominciando a massaggiarlo e stringerlo con una forza non sospetta.
-Che fai?Vuoi stritolarlo?- le chiesi.
Di tutta risposta lei disse:- Se anche fosse?Ora &egrave mio!-
A questa affermazione il mio pisello sembrò diventare di caldo marmo tra le sue mani giovani ma esperte.
Mentre lei scendeva fino a mettersi in ginocchio dinanzi a me, prendendo a baciare il pene e portandolo progressivamente in bocca fino a farlo sparire tra le sue labbra.
Ele ha delle unghie piuttosto lunghe, quasi 4 cm oltre il polpastrello e devo dire che mi piacciono molto.
Questo lei lo sapeva perché le avevo sempre fatto presente il mio interesse a questo aspetto.
Di sua iniziativa cominciò a spingere il pene verso la sua bocca tenendomi per le natiche, premendo con le unghie.
Sembravano entrarmi nelle carni ma il piacere che mi dava la sua bocca intorno al mio uccello mi anestetizzava qualsiasi dolore. A voler favorire il suo profondo movimento mi preoccupavo di spingerla a me tenendole una mano sulla testa e carezzandole i lunghi capelli lisci.
Era un po’ che mi masturbava con la bocca ed ero troppo eccitato per pensare di trattenere quanto avevo nei testicoli.
Un’esplosione di sperma le riempì la bocca fino a traboccare dall’angolo della sua bocca per colarle sulla maglia. Ingoiò tutto quanto aveva in bocca così come si beve di getto un bicchierino di tequila bum bum.
-La mia maglia, accidenti!- disse, una volta sfilata la mia asta dalla sua bocca.
-Alzati- le feci. Con la lingua pulii la sua maglia e subito le porsi la mia bocca perché attingesse quelle ultime gocce del mio orgasmo.
Sottovoce disse, guardandomi:-Vieni!-
Mi prese la mano e mi portò in camera sua dove prendemmo a baciarci mentre sentivamo che gli zii si recavano a letto. Incuranti continuammo a incrociare le nostre lingue. Nello stesso tempo cominciai a spogliarla.
Mi lasciò fare, visto che sapevamo entrambi cosa volessimo.
Le tolsi i jeans e il perizoma e mi si presentò davanti una passerina depilata, molto fine, piuttosto stretta.
-Wow!- Le feci, guardandola negli occhi.
-Amore, non sai quanto &egrave vissuta questa topolina- mi disse lei.
-Non mi importa. Ora &egrave solo mia!- risposi mentre lei a queste parole mi fece un sorriso di assenso.
Cominciai a baciarla dolcemente assaporando gli umori presenti all’ingresso della vagina, mentre lei cominciava ad ansimare un po’ troppo forte. Le tappai la bocca mentre la leccavo, ma le mie mani si incontrarono con i suoi seni.
Una terza ben fatta con due capezzoli che parevano due proiettili pronti ad esplodere.
Mentre le sue mani andavano a cercare le mie braccia, arandole con i suoi artigli rosso porpora.
Le mie palle riprendevano a caricarsi mentre la leccavo e visto che ormai aveva avuto diversi orgasmi (sottolineati dai graffi che mi faceva sulle braccia), mi alzai e la penetrai.
Le tenni le gambe sollevate mentre lei era seduta sul letto ed io stavo in piedi.
Mi permetteva di affondare di più i miei colpi.
Le baciavo le gambe intanto e lei gradiva.
Mentre il mio pene andava avanti e indietro vedevo i suoi umori inondare la mia asta e già pregustavo un ormai prossimo orgasmo. Ma rallentai un attimo per capire il momento in cui lei ne avrebbe avuto un altro. Pur andando piu piano tuttavia mi veniva più semplice controllare la profondità della penetrazione e avevo cura in questo.
Sentii lei che con le sue mani si strinse con particolare energia ai miei polsi ed il suo respiro divenne più intenso ed estasiato.
Fu a quel punto che accelerai di nuovo fino a sentire esplodere dentro di lei tutto il mio seme.
In quel momento mi sentivo svuotare completamente come se oltre allo sperma entrava tutto di me in lei. Come se dovesse restare solo un costume vuoto di me, destinato a cadere in terra.
Fu un orgasmo che durò a lungo e dovetti baciarla per non farla urlare.
Uscii da lei e mi sdraiai al suo fianco prima di tornare nella mia stanza. All’improvviso si infilò due dita nella vagina e se le portò alla bocca. Mentre lo faceva chiuse gli occhi e, cosa che mi sorprese ancora di più, le porse a me. Mi infilò le sue dita fradicie di saliva, seme e umori che si unirono al sapore che avevo in bocca. Un gusto all’apparenza acido, ma che divenne soavemente dolce al pensiero di quanto avevamo appena fatto.
-Peccato che sei mia cugina-, le dissi un po’ triste e contrariato.
-Nessuno dice che non possiamo anche essere amanti-, rispose lei, certa e convinta di ciò che voleva.
Le sorrisi e le schioccai un bacio.
Misi qualcosa addosso e tornai nella mia stanza. Presi una sigaretta e andai a fumarla da solo sul balcone. Pensai che senza quella sigaretta serale tutto questo non sarebbe successo. O forse si’
Per consigli e pareri scrivetemi a satyrikon75@alice.it
Sarò lieto di rispondervi!Se lo fate, per piacere evitiate le volgarità: non sono gradite! Il giorno dopo tornai da lavoro per pranzo in quanto lavoravo su turni e cominciavo a lavorare piuttosto presto.
Parcheggiai la mia Uno usata sullo scivolo a fianco alla casa.
Ele sapeva l’ora a cui arrivavo e quel giorno la trovai là, in piedi, con una mano in tasca e l’altra sollevata a mantenere la sigaretta tra l’indice e il medio, mentre attraverso le sue unghie distese traspariva la luce del sole, quel giorno particolarmente tiepido.
Appena tirai il freno a mano si lanciò dentro la mano e mi schioccò un bacio sulle labbra, che prolungai insinuandomi con la lingua nella sua bocca di rosa.
Durò certamente più di trenta secondi quel bacio, poi si distaccò.
-Ciao cuginone. Sono ancora eccitata da ieri. Stasera?-
-Stasera?- replicai io.
-Questo pomeriggio vorrai dire..dopo usciamo..Vuoi?-
-Dove mi porti?- domandò lei continuando la progressione di domande.
-Nel posto più buio e abbandonato che ci sia.-
-Quel giorno nel rientrare da lavoro cambiai strada e mi addentrai tra le campagne, scovando una galleria ferroviaria abbandonata. Gli occhi mi si illuminarono appena la vidi e pensai immeditatamente di portarci Eleonora per continuare la nostra avventura incestuosa.
-Sono curiosa!- Escamò un po’ seccata.
-Vale la pena aspettare perché cosi ti entusiasmerai di più, dopo!-
Un sorrso le riempì il viso: -Mi fido di te, tesoro!-
A queste parole andammo a pranzo.
La zia mi sorrise non appena mi vide. Sembrava una cosa normale ai miei occhi, ma ancora non sapevo i retroscena.
Mangiammo come se nulla fosse e, dopo il caff&egrave i miei zii si appisolarono sul divano mentre noi, avendoli già avvisati della successiva uscita, prendemmo per la nostra strada.
Era inverno e il buio soggiungeva abbastanza presto così già in macchina c’era già una sufficiente intimità.
-Amore, sto impazzendo dalla voglia di te! &egrave tutta la mattina che ti penso!-
Mentre parlava poggiò la sua mano felina sui miei calzoni, scivolando dalla gamba fino all’inguine.
Sbottonò i jeans fino a trovare il giusto ingresso sopra l’elastico dei boxer. Involantariamente mi graffiò un po’, e notò il mio sospiro sofferente.
-Amore!Scusa!-
Senza che potessi ribadire alcunché tirò fuori il mio pene e si inchinò per prenderlo in bocca.
Dovetti rallentare parecchio in quel momento perché avrei rischiato di sbandare. Sembrava la guida di un uomo anziano dal passo che aveva l’auto e qualcuno mi strombazzò alle spalle, gettandomi sguardi di insulto mentre mi sorpassavano.
Fortuna che non vedevano il mio sguardo perso in quel meraviglioso pompino!
Intato il mio tesoro era lì, tutta presa dal desiderio di farmi godere, assetata del mio seme, vogliosa del mio cazzo.
Ci mettemmo parecchio ad arrivare dove volevo benché non fosse lontano. Ma era un bene, perché più ci mettevo e più lei me lo teneva in bocca. Mentre si prodigava in quel rapporto orale lo mordicchiava dolcemente e con cura e questo mi faceva tirare dei lunghi sospiri che mi portavano a rallentare ancora di più. Quella strada sembrava lunghissima. Ma la sua bocca intorno al mio cazzo non mi bastava mai.
Ancora cinque minuti di frenate e ripartenze ed arrivammo. Mi fermai mi guardò, e disse ancora con la bocca piena:- Godi, amore!-
Cominciò a pompare più veloce che mai ed in pochi secondi le venni copiosamente in bocca. Ancora una volta cercò di ingoiare tutto in una volta ma stavolta furono i miei pantaloni ad essere inumiditi da quella inondazione e, non appena finì di pulirmi il cazzo con la lingua fu lei stavolta ad asciugare i miei indumenti e passare la sua lingua viscida sulle mie labbra.
-Assaggiati-, mi disse.
Lo feci, senza proferire parola.
-Ma dove siamo?-
– Ti piace?- domandai a mia volta.
-E’ una galleria abbandonata?? Che bello!- disse, mentre spegnevo luci e motore.
-Sarà il nostro nido d’amore? ‘ chiese lei con un viso entusiasta e sognante.
-Beh, almeno finché non trovo casa per conto mio- risposi, con voce ottimista.
-Ti meriti un premio oggi!-
-Sì? Non sei già tu il mio premio?- chiesi, con un tono un po’ da corteggiatore.
Uscì ed aprì lo sportello posteriore. Ci si infilò come una cagnetta, si slacciò i pantaloni e scostò la stretta striscia di stoffa che copriva la sua spaccatura anale.
-E’ tuo!-
Non riuscivo a capire se dicesse sul serio e rimasi basito.
Lo capii appena mi disse:-Ma leccalo prima. Per bene. Usa anche le dita.-
Non me lo feci ripetere e appoggiai la lingua sul suo buchino e mentre con una mano le allargavo il sedere con l’altra rovistavo la sua passerina già ben lubrificata.
Una volta che le dita erano belle fradicie cominciavo a spingere nel suo di dietro con movimenti di pressione e rotazione contemporanei. La mia bella cugina lì poteva urlare quanto voleva. Nessuno la sentiva. Continuavo ad alternare lingua e dita nella passera e nel culo ed a volte usavo entrambe le mani, penetrandole tutti e due i buchi, più selvaggiamente ‘davanti’ e con maggiore cura ‘dietro’.
Anche dal sedere cominciava a venir fuori del liquido trasparente e leggermente viscido. Non avevo mai avuto questo tipo di rapporti per cui era una cosa per me nuova.
-Inculami ora!- disse lei con tono anche troppo autoritario.
-Dammelo tutto!-
Non me lo feci ripetere ancora e glielo puntai tra le natiche.
Spinsi davvero forte perché lei ebbe un mugolio che sinceramente non capii se fosse di dolore o di piacere.
-Siiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!!!!!!-, urlò lei.
Questo suo assenso mi gratificò e rassicurò e continuai con la penetrazione.
Ma prima di andare a fondo due o tre volte lo portai fuori e ricomincia a penetrarla. Le piaceva questo ‘entra ed esci’.
La volta successiva portai a termine l’atto penetrativo.
-Sfondamiiii!!!- urlò con una voce che non le conoscevo, un po’ stridula e un po’ estasiata.
Cominciai a spingere sempre più forte e finalmente fui completamente dentro. Presi a fare avanti ed indietro mentre con le dita in una posizione un po’ scomoda le stimolavo pure il clitoride. Con la mano lei si massaggiava le tette e di tanto in tanto portava una mano alla natica quasi a voler aprire ancor più il suo sedere.
– Ancora ancora!- mi incitava e invitava.
Intendevo accontentarla.
Spingevo ancora più forte mentre lei ebbe un orgasmo dalla mia masturbazione clitoridea.
Era in estasi ed io sentivo il mio uccello esplodere tra quelle pareti strette ma accoglienti e calde.
Speravo mi desse qualche segno per permettermi di scoppiarle dentro.
-Godiamo insiemeeeeeeee!!!!- urlò, liberandomi da quel nodo che sentivo alle palle le quali, come una catapulta sputarono dentro il suo ano parecchio sperma che le traboccava fino alla figa, per poi gocciolare sulla soglia dello sportello. Mentre da parte sua ebbe un orgasmo fortissimo tanto da dare un morso al sedile stesso, lasciandovi i segni dei suoi denti leggermente accavallati. Aspettò qualche decina di secondi per riprendersi e servirono anche a me che intanto ero lì in piedi appoggiato alla capotte dell’auto. Dopodiché si mise pancia in su.
– Ora asciugami la figa!-
Era autoritaria quel pomeriggio, ma mi piaceva. Tirai su i calzoni prima di tutto, con l’uccello ancora umido e gocciolante.
Dopodich&egrave mi inginocchiai e presi a leccarle la figa fradicia. Il clitoride era una perla bagnata e lo presi tra le labbra succhiandolo fino a sentire i suoi mugolii. Lasciai scivolare la lingua dentro la fessura, attingendo come un cagnolino il suo liquido vaginale che, come una pioggerellina tiepida, tiravo con la lingua nella mia bocca. Si mise seduta e mentre godeva si strinse ai miei capelli mentre le unghie raschiavano il mio cuoio capelluto. Ma chi se ne frega. Posso dire di essere pronto a tutto con e per lei.
Ci sedemmo un po’ in auto e accesi l’autoradio. Stemmo alcuni minuti in silenzio e poi proposi:
– Andiamo al cinema?-
– A vedere cosa?-, replicò.
– Vediamo quello che hanno in programmazione. L’importante &egrave stare soli.-
– Va bene, amore!-
Il tragitto fu lungo anche per andare al cinema.
Durante la proiezione mi poggiò il cappotto sulle gambe e infilò la mano sotto. Non vidi granché del film, ma sinceramente mi andò più che bene. A casa fu la cuginetta a lavare le mie mutande. Insieme alla zia!
Il giorno successivo non avevo da lavorare. Finalmente arrivò domenica e finalmente si poteva dormire un po’ di più.
Alle nove circa del mattino dei rumori interruppero i miei sogni, ma mi resi conto che ciò che avevo davanti non valeva meno del sogno più bello: zia e Ele mi stavano li davanti, seno al vento, che con sguardo malizioso mi guardavano mentre pian piano si avvicinavano in maniera suadente. Ero confuso. Non mi rendevo conto se era uno scherzo della sveglia improvvisa a farmi vedere quelle immagini o se fosse una cosa reale. Capii un attimo dopo, quando Ele mi venne a baciare sulle labbra ancora impastate che ero sveglio.
-Ciao amore! Ben risvegliato!-, mi disse con la sua solita dolcezza mista a malizia.
-Ma’ ma’ zia!-
-Oggi voglio divertirmi un po’ anche io- replicò la zia con voce convinta e sicura.
-Non mi sembra vero!- dissi, cominciando a capire.
-Guarda quanto &egrave vero!- disse Ele spogliandomi delle coperte.
Si sedettero entrambe sul letto e cominciarono a baciarmi.
La zia le gambe e Ele il petto e le spalle.
Entrambe tendevano a salire con i loro baci per cui preso Ele fu ospite delle mie labbra e la zia cominciava a studiarmi le parte basse.
Inutile dire che fui preso da un’immediata erezione. La zia se ne accorse e chiamò a sé Eleonora.
-Fammi compagnia, amore!-
-Sì mamma, molto volentieri!-, disse con una risatina provocante. Ele si sdraiò sopra di me, porgendomi alla bocca una passerina appena depilata. La zia si alzò e tolse l’accappatoio, presentandomi alla vista un corpo un po’ sformato dall’età ma ancora piacente e piacevole. Anche lei aveva il pube depilato di fresco. Dedussi dal profumo che Ele emanava dalle sue parti intime che fosse una cosa di poco tempo prima. Immaginavo addirittura l’avessero fatto con una certa complicità. Presi a leccarla dolcemente mentre mi masturbavano dolcemente, alternandosi e alternando mani e bocca sul mio membro. Ero preso dal cunnilinguis mentre sentii solo le mani sul pene ed una lunga ed umida frizione di labbra e lingue. Mi pareva davvero si stessero baciando!
Il pensiero mi eccitò ancora di più ed accelerai il ritmo delle leccate. Quella passerina sul mio muso mi stava inebriando e le loro effusioni più che mai incestuose e saffiche rendevano il tutto ancora più eccitante!
Feci godere la cuginetta e la zia cominciò a reclamare con gli occhi il bisogno della mia lingua tra le gambe.
Si mise cavalcioni sulla mia faccia, sostituendosi a Ele. Avevo ragione:la sua passera aveva lo stesso profumo di quella della figlia. Mentre la leccavo Ele mi baciava i testicoli e li carezzava con le sue unghie. Intanto mi masturbava. Mentre io leccavo la zia, sua figlia accelerò i movimenti della mano sul mio pene. Stavo per avere il mio primo orgasmo della giornata. Non la vedevo ma capivo. Sentii i suoi seni sfiorarmi le cosce mentre lei continuava a segarmi ormai freneticamente tanto che non riuscii a contenere l’eiaculazione. Venni intensamente fino all’ultima goccia. Durante l’orgasmo presi tra le labbra il clitoride della zia e li strizzai con le labbra tanto da farla urlare di piacere. Un immediato schizzo mi bagnò oltremodo il viso: I mugolii e sospiri della zia mi portarono a dedurre che era venuta anche lei.
Si alzarono. La zia si mise accanto a me in ginocchio e Ele di fronte a lei nella medesima posizione. C’era la luce accesa per cui vidi chiaramente che tutto il mio sperma era finito, come pensavo, sul seno della cuginetta ed ora la zia si inchinò sui suoi seni per pulirli. Proprio con cure materne, direi.
Una volta pulita per bene, la zia si alzò e, rivolta a me disse:
-Aveva ragione Ele: la tua lingua &egrave un’ala d’angelo e il tuo uccello una freccia di Cupido: spero che questo pomeriggio possa conoscerlo più a fondo!-
-Questo pomeriggio?- feci, io.
-Se vuoi, naturalmente!-replicò la zia.
-Ma lo zio?-
-Oggi doveva andare ad una scampagnata con gli amici.Tornerà tardi stasera.-
-Va bene, zia! Che bel risveglio mi avete dato stamattina!-
-Credo che non sarà solo oggi così, anche per noi lo &egrave stato!- disse Ele, gratificata dal consenso della mamma e del mio sorriso.
La zia andò e rimasi solo con la cuginetta.
-Ma lei sapeva?-
-Si, mi rispose Ele. Ci ha visti l’altra sera dopo la cicca, ma me lo ha detto solo il giorno dopo.-
-E che ha detto?- le domandai ancora.
-Che ha scopato quella notte pensando a noi!-
-Con lo zio?-
-E certo! Ma ha detto che prima possibile si sarebbe gustata anche il tuo cazzo.-
-Ma tu e lei? Era la prima volta che lo facevate insieme?- domandai incuriosito.
-Seeeeeee!- rispose lei:- E’ dal mio diciottesimo compleanno che facciamo sesso tre o quattro volte la settimana.-
-E lo zio?-
-Lui non sa niente: &egrave troppo impegnato con i suoi affari. Ora abbiamo il nostro uomo! Vogliamo condividerti. Ci divertiremo’Abbiamo dei piani per te che neppure ti immagini.
Ma ti piaceranno!-
-Ora aprimi il culetto amore!-, disse porgendomi il suo sedere ed allargandolo con le sue bellissime mani.
Cominciai con un lungo lavoro di dita e lingua, come al solito.
E poi cominciammo un lungo amplesso che ci portò quasi fino prima di pranzo. E dopo pranzo si sarebbe ripreso con la zia.
A pranzo c’erano delle uova sode. Non penso fosse casuale la cosa. C’era bisogno di forze nuove. Comunque bevemmo parecchio a pranzo e dopo mi fecero una bellissima lap dance saffica intorno alla lampada del soggiorno.
Ele si assentò poi per due minuti e tornò con uno zainetto. Dentro c’era di tutto. Ma questo &egrave già un altro capitolo’
Ero preso dal guardare ciò che Ele tirava fuori dallo zaino:vibratori, slip con tanto di pene annesso, palline (grosse) anali. Tutto ciò destava il mio interesse e la mia curiosità e mi portava a immaginare l’uso che le due donne ne potessero fare, prese nella loro complicità.
Ele era intenta a svuotare lo zaino ed ogni tanto mi dava un’occhiata con tanto di sorriso malizioso, finch&egrave fu distratta dalla zia che dietro di me, seduta sulla poltrona si trastullava la vagina in maniera molto veemente e infoiata.
– Mamma! Calmati un pochino! Ora ci divertiamo!-
– Amore, non riesco! Sto prendendo fuoco! Tesoro,- disse rivolta a me:-asciuga un po’ la zia!-
– Subito!-, Feci io con un sorriso compiaciuto.
Mi inginocchiai tra le sue gambe e presi a baciarle il clitoridere e la passera spingendo la mia lingua dentro di lei per assaporare tutti quegli umori che finora non ero riuscito a fare miei.
-Mettiti bene amore. Così ti faranno male le ginocchia!-
Le diedi retta considerando l fatto che non avevo intenzione di stare solo pochi minuti accovacciato là in mezzo.
Mi accomodai senza smettere di leccarle la figa depilata.
Presto tuttavia fui distratto da qualcosa di forte e doloroso.
Ele, incoraggiata dalla mia posizione indossò gli slip ‘dotati’ e senza lubrificante spinse tra le mie natiche, penetrando leggermente e facendomi un male boia. Mi liberai dell’ingombro rettale e mi opposi a quella pratica non certo consona per me, adirandomi parecchio con la cugina.
-Amore-, intervenne la zia. Siamo qui per divertirci e provare cose nuove. Siamo molto eccitate dal fatto di avere te a casa per farci divertire.Se ti presterai alle nostre perversioni, non dovrai mai più chiedere nulla. Sarai sempre libero di fare ciò che vuoi e avrai non una ma due donne sempre pronte a soddisfarti.-
Il suo discorso era parecchio interessante e dopo un’occhiata ad entrambe, che mi contraccambiarono con uno sguardo convincente, mi prestai al loro gioco.
Ele dunque tenne il suo attrezzo legato alla vita mentre la zia si prestò ad un lavoro di lingua prima sul pene sintetico e poi tra le mie natiche. Devo riconoscere che il piacere che mi dava era immenso e mi incoraggiò a quella nuova esperienza..
Dopo la pratica di lubrificazione la zia si mise sotto di me mentre la cuginetta si portò dietro di me e pian piano penetrò con il suo pene di gomma. Stavolta fu più delicata ma più incisiva. Sovvenne un’immediata erezione che la zia colse in tutta la sua maturità e mi fece un pompino leggendario, al punto da dimenticare il fatto che il mio sedere era stato appena rotto.
Venni. In bocca, in gola alla zia. Ingoiò tutto senza fare una piega. Dopo di che la zia mi chiese di mettermi a 4 zampe e si mise nella medesima posizione dietro di me..Appena venni Ele si spostò da me e con la zia si coordinarono negli spostamenti con un’intesa apparentemente già accordata. La zia prese a leccarmi il culo con una dolcezza ed una meticolosità perversa che presto mi regalò un’altra erezione. La cuginetta dietro di lei, diede nuovamente vita a quel rituale che poco prima usò con me. La zia fremette quando Ele la penetrò analmente ed io sentii questo sussulto della zia dalle sue leccate. Per un attimo la sua linga esitò per riprendere più vogliosa di prima non appena assorbì col piacere la penetrazione. Ele fu molto volgare con la mamma, sembrava un maschiaccio da rinchiudere in riformatorio e la zia dal canto suo proseguiva eccitata nel suo lavoro di lingua. Sentivo il culo caldo, inteporito dalle sue leccate umide mentre la mano che non la sosteneva si portò sulle mie palle per far loro un massaggio dolce e delicato che apprezzai molto.
La zia smise di leccarmi e mi fece mettere sotto di lei.
Mi chiedeva la penetrazione vaginale. Ormai ero preso da una successiva erezione per cui ero pronto per soddisfarla.
Ele era eccitata a vedere tutto quel movimento tra me e la zia.
Venni dentro la vagina della zia. Copiosamente.
E lei venne con me. Appena sentì le contrazioni prenderla nel suo grembo, si sfilò prima dal pene di gomma dopodiché dal mio pisello e si mise in piedi. Il mio sperma le grondava da mezzo alle gambe ed Ele si inginocchoò per assaporarne le ultime gocce. Dopodich&egrave si mise lei a 4 zampe e richiese alla zia una penetrazione con lo stesso attrezzo. Io in quel momento avevo bisogno di riacquistare energie e liquido seminale, nonché un’erezione presentabile. Mi feci da parte, ammirando quel rapporto particolarmente intenso. Ele per eccitarmi ancora mi guardò con il suo sguardo provocante e con la mano si graffiò i seni con le sue meravigliose unghie. Non ero ancora pronto ad una nuova erezione, ma mi misi sotto di lei, per un cunnilinguis all’altezza della situazione. La sua vagina fradicia mi riempì la bocca dei suoi umori. Ma quelle due fighe non mi bastavano davvero mai. Ancora dieci minuti al massimo e il mio pene si sarebbe tirato su per offrire loro ancora il mio apporto virile.

Autore Pubblicato il: 25 Febbraio 2007Categorie: Racconti erotici sull'Incesto0 Commenti

Lascia un commento