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‘Sarò a casa per le otto. Fai una doccia e preparati, stasera sarai solo mia.’

Tocco lo schermo per inviare il messaggio e il gioco comincia. So che queste poche parole basteranno per accendere la sua curiosità e io voglio proprio questo: voglio che lei cominci a pensare sin da ora a quello che succederà stasera.
Mi agito sulla sedia; non riesco a smettere di pensare a lei, al suo profumo, alla sua pelle, al suo bellissimo culo. Le ore a lavoro non passano mai e io non riesco a concentrarmi.
‘Non vedo l’ora di averti tutta per me’.
Continuo a provocarla mentre chiudo gli occhi e ripasso pian piano ogni dettaglio.. non voglio che capisca cos’ho in mente, ma sono sicuro che questi messaggi faranno il loro effetto e quando sarò a casa la troverò abbastanza su di giri. Sorrido all’idea e cerco di terminare questa infinita serata in ufficio.

Alle otto e dieci sono davanti al portone dopo aver lasciato l’auto sotto casa. La trovo in cucina, intenta a sistemare per la cena.
-Ciao piccola. Sono puntuale, visto?-
La abbraccio e respiro il profumo dei suoi capelli; ha fatto la doccia, brava bambina.. la sua pelle è così morbida.. la accarezzo, sollevandole piano la maglietta.
-La cena è quasi pronta.. – dice, con la fronte contro la mia spalla. Le faccio sollevare il viso e la bacio sulla bocca, premendo le mie labbra sulle sue con forza.
-La cena può aspettare- rispondo con voce roca. La stringo più forte e la bacio ancora.. ho aspettato questo momento per tutto il giorno e ora voglio solo portarla nella nostra camera da letto.
Risponde al mio bacio muovendosi contro di me e le sue mani mi accarezzano lungo la schiena, risvegliando nella mente le immagini che mi hanno accompagnato durante la giornata: la sua schiena nuda, le sue gambe, la sua bocca che si schiude per gridare il mio nome… cazzo, la voglio.

-Andiamo- mi stacco da lei e le afferro una mano, tirandola per farle capire che non scherzo.
Entrati in camera, chiudo la porta e metto entrambe le mani sui suoi fianchi per farla avvicinare a me. La bacio con passione sul collo, scendo verso la spalla e scopro che sotto la maglietta verde indossa della biancheria nera, in pizzo. Mi sfugge un gemito di apprezzamento mentre continuo a morderla, leccarla e baciarla. Nella luce soffusa della stanza vedo sulla sua pelle lucida le tracce della mia bocca. Respira forte mentre comincia a scostare la maglietta per toccarmi.
-Ora ti voglio nuda- le dico improvvisamente, e afferro il bordo della sua T-shirt sollevandolo per scoprirla. Ci guardiamo un istante negli occhi, poi la mia bocca è sul suo seno, mentre comincio a sbottonarle i jeans. La mordo piano e lei sussulta, gettando indietro la testa. Sento che avrò bisogno di tutto il mio autocontrollo stasera.
Sta in piedi davanti a me con solo la biancheria intima addosso. La guardo ed è così provocante. Arrossisce. Sa che la desidero, me lo legge negli occhi, ma finge di non capire. Mi tolgo la maglietta e sono di nuovo contro di lei, la spingo verso il letto. Devo lottare contro la voglia di strapparle le mutandine e scoparla così, subito. Mi trattengo.. non sono questi i miei piani per stasera.
-Spogliati.. piano. Voglio guardarti-
Lei sussulta e capisco che questa richiesta la mette in difficoltà. Ma io voglio veramente vederla sfilarsi quella bellissima biancheria, qui davanti a me, perciò insisto: -Adesso, spogliati-
-Sì..- la sua voce è solo un sussurro.
Fa scendere piano le spalline fino alle braccia, poi sgancia il reggiseno e lo lascia cadere a terra. Non mi guarda, non ha il coraggio. Si copre per un attimo il seno con un braccio, poi le sue mani scendono fino alle mutandine in pizzo e le tirano giù. Guardo il suo corpo nudo e di colpo i pantaloni sono davvero troppo stretti. Un piede dopo l’altro, esce dalla biancheria che rimane sul pavimento e fa un passo verso di me, ancora senza guardarmi. Le accarezzo il viso, sollevandolo fino ad incontrare i suoi occhi, poi la bacio, cercando la sua lingua con la mia.
-Brava, sei bellissima- mormoro con la fronte contro la sua, carico di desiderio, e la spingo sul letto, restando in piedi davanti a lei.
Allunga le mani verso i miei fianchi, afferrandomi e tirandomi a sé. Le sue dita abili in un attimo mi slacciano la cintura, mentre guardo le sue labbra gonfie e umide schiudersi.. Chiudo gli occhi e so cosa vuole fare: ha voglia di prenderlo in bocca e lo vorrei anch’io, mio dio, ora lo vorrei da morire. Una mano mi sfiora tra le gambe, sento il suo tocco attraverso i pantaloni e improvvisamente mi stringe forte. Un’ondata di piacere mi attraversa imperiosa e lo sento duro, che pulsa nella sua stretta. Apro gli occhi e la guardo appoggiando le mani sulle sue spalle.
-Stenditi, poggia la testa sul cuscino-
Lei obbedisce e sul suo viso compare un’espressione divertita.
-Cosa hai in mente di fare?- chiede.
‘No, non credo proprio che tu voglia saperlo, amore’ penso, e rispondo alla sua domanda con un sorriso. Lei non insiste ed è meglio così: non mi lascerebbe continuare questo gioco se sapesse cos’ho deciso di farle.
Mentre lei aspetta distesa sul letto, prendo dall’armadio una leggera sciarpa di raso blu. Quando mi volto, lei la vede e capisce in un attimo cosa sto per fare. E’ tranquilla, le piace essere legata, sorride.

Stando in ginocchio sopra di lei, lego i suoi polsi alla testiera del letto. Mi assicuro che i nodi tengano, ho bisogno di sapere che lei non potrà slegarsi da sola. Avvicino le labbra alle sue braccia e la bacio scendendo giù fino alle spalle, poi le sussurro in un orecchio -Se vuoi davvero che mi fermi è sufficiente che tu mi dica ‘Stop’, e io mi fermerò. Ricordatelo. Solo questa parola. Non è sufficiente dire ‘Basta, ti prego’ o implorarmi di smettere.. probabilmente lo farai.. ma non vorrai veramente che io mi fermi. Se invece diventa troppo, allora basterà una parola. Hai capito?-
Smette per un attimo di respirare. La guardo e nel suo volto leggo stupore, smarrimento, timore.. non capisce perché le stia dicendo queste cose, ma ho bisogno di una risposta.
-Hai capito? Rispondimi-
-Sì, sì, ho capito, d’accordo- dice velocemente.

Mi alzo da letto, guardandola. E’ nuda, legata, stringe le cosce l’una contro l’altra per placare l’eccitazione.
Mi libero velocemente dei pantaloni e dei boxer, poi torno su di lei. Riprendo il contatto baciandola con forza, spingendo la lingua dentro la sua bocca e lei risponde inarcando il corpo contro il mio. Le faccio scorrere le mani lungo i fianchi, fino al bacino, poi la sollevo contro di me stringendole forte il sedere. Scendo con le labbra lungo il collo, tra i seni, sulla pancia, tra le cosce. Lei si tende, cercando di respingermi.
-No..- grida, ma non le do’ ascolto e continuo immergendomi nel suo profumo, leccandola, baciandola. Cristo santo, è così bagnata, pronta ad accogliermi. Si agita e trattiene il fiato. Ha le mani legate al letto e non può opporsi al mio assalto.
Sento che comincia a scaldarsi e di colpo mi sollevo, inginocchiandomi tra la sue gambe. Lei mi guarda con gli occhi spalancati e apre la bocca per protestare, ma le afferro con forza le cosce e la faccio girare, così ora ho davanti agli occhi il suo stupendo sedere. Non riesco a trattenere un gemito di apprezzamento per quella visione e subito mi stendo su di lei per baciarla sul collo, scostandole i capelli. Un brivido di piacere mi invade mentre appoggio la mia erezione sulla sua schiena nuda.
Lei accoglie i miei baci piegando leggermente la testa di lato, dandomi spazio. Scendo lungo le spalle e sulla schiena, lasciando piccole scie di saliva, leccando e mordendo la sua pelle profumata.
Arrivo fino alla base della schiena e lei si tende improvvisamente: forse inizia a capire le mie intenzioni. La accarezzo delicatamente sul sedere e lungo il solco tra le natiche e cerca di sottrarsi alle mie mani. Ancora non dice niente, ma so che comincia ad avere paura. E’ legata, e io non le do’ tregua.
Mi allontano un attimo da lei per prendere dal comodino un flacone di olio profumato. Ne verso una dose generosa sulle mani e le strofino per scaldarle, sprigionando un sentore sensuale e invitante. Le massaggio la schiena. Devo convincerla ad abbandonarsi a me.
Lei si rilassa sotto il mio tocco, le mani scivolano piacevolmente sulla sua pelle calda. Scendo ancora sul suo sedere e stavolta accoglie le mie carezze con piacere.
-Fidati di me, ti prego- le dico con la voce rotta dall’eccitazione.
Lei lascia che le mie mani scendano ancora, allargando le gambe per offrirsi al piacere.
Il suo respiro accelera mentre comincio a toccarla, facendo pressione sul clitoride. Cazzo, ora è davvero bagnata. Dal modo in cui si muove contro le mie mani capisco che le piace quello che le sto facendo. A dire la verità piace molto anche a me, e la tensione che avverto tra le gambe comincia a diventare necessità.
Mentre con una mano continuo il mio gioco di carezze e tocchi leggeri, con l’altra mi sposto ancora sul suo sedere. Con facilità, spingo dentro di lei un dito, reso scivoloso dall’olio che ho usato per massaggiarla. La sento contrarsi e sussultare. So che le piace, ma sta combattendo contro l’istinto di sottrarsi alle mie mani.
-Smetti…- sussurra con poca convinzione.
Faccio scivolare il dito dentro e fuori, molto lentamente, assecondando i suoi movimenti, mentre mi godo lo spettacolo del suo culo lucido di olio che si solleva per incontrare le mie mani. Dio mio, non resisterò ancora per molto..
Quando la sento ormai rilassata e abbandonata alle mie carezze, torno con le mani sui suoi fianchi e la faccio voltare ancora. Adesso mi guarda, stupita e vogliosa. Ansima ed è rossa in volto per l’eccitazione.
Stando in ginocchio tra le sue gambe, mi avvicino al suo viso.
-Non ho cambiato idea, sto per fare esattamente quello che pensi. Credo che lo voglia anche tu. Però ho bisogno di vederti, mentre lo faccio; voglio guardarti negli occhi, perché non ho intenzione di slegarti, quindi tu non potrai fermarmi e devo capire dal tuo sguardo quello che provi-
-No, per favore, non farlo.. ho paura, mi farai male..-
I suoi occhi sono spalancati, so che è vero, ha paura. Ma voglio continuare quello che sto facendo, mi piace troppo, e lei deve imparare a fidarsi di me. Non le farò male.. non troppo, almeno.
-Devi fidarti e stare calma, devi guardarmi. Farò piano.. te lo prometto- e nel momento in cui lo dico non sono più tanto sicuro di riuscire a mantenere la promessa; vorrei soltanto metterglielo dentro con forza e scoparla senza pietà.
Non risponde e il suo respiro accelera. La sua voglia è evidente, ha deciso di lasciarmi fare.

Prendo ancora un po’ dell’olio profumato dal flacone e accarezzo la sua pancia con una mano.
-Piega le gambe e sollevale.. brava, così..-
Fa come le chiedo e scendo a sfiorarla tra le cosce. Respira rumorosamente.
Con l’altra mano tengo stretta l’asta dura e pulsante tra le mie gambe. Lei geme e piega indietro la testa, chiudendo gli occhi.
-Guardami- ringhio.
Lei apre gli occhi e guarda avidamente la mia mano che scorre veloce sul mio pene, rendendolo scivoloso, duro, caldo, pronto per farsi strada dentro di lei.
Avanzo per avvicinarmi a lei e smetto di toccarla per afferrarle una coscia, tirandola a me. Poggio la punta tra le sue natiche e devo combattere l’impulso di affondare con violenza dentro il suo culo, facendola urlare. Lei vede lo sguardo feroce nei miei occhi e sussulta.
Resto fermo e riprendo ad accarezzarla. Se tradissi ora la sua fiducia non mi lascerebbe avvicinare mai più. Sotto il mio tocco si distende pian piano, la sento abbandonarsi ancora alle mie mani, abituandosi alla pressione leggera e costante del mio pene.
Quando è pronta, spingo con forza per superare la resistenza del suo corpo. Inarca la schiena mentre cede, ed entro. Grida, chiudendo gli occhi e tirando la sciarpa che le tiene prigionieri i polsi.
-Apri gli occhi! Guardami!- sto quasi urlando. Sono dentro, solo la punta, e mi trattengo a stento.
Spalanca gli occhi e fissa il suo sguardo nel mio, sconvolta.
-Basta, basta.. mi fai male- implora. So che le faccio male, lo sento. Ma so anche che deve lasciare che io continui, perché le piacerà. Non esco da lei.
Riprendo a toccarla tra le gambe, senza spostarmi. Aspetto che si abitui ad avermi dentro. Quando la sento rilassarsi di nuovo, esco lentamente e mi spingo ancora dentro di lei, affondando un po’ di più. Grida ancora, grida il mio nome, mi chiede di smettere. Continuando a toccarla, esco ancora e spingo un’altra volta. Ora sono completamente dentro di lei; è così stretta e calda.. non resisterò a lungo.
Prendo il ritmo. Lei ha smesso di urlare e accompagna le mie spinte inarcandosi contro di me.
– Oh, sì.. sì, amore mio..- la voce esce a stento tra le sue labbra, sento il piacere montare dentro.
Mi allungo verso la testiera del letto e le slego i polsi. Accompagno le mani tra le sue gambe, invitandola a toccarsi. Voglio che goda con me.
La afferro alla base della schiena e la sollevo dal letto, poggiandola sulle mie cosce, la stringo forte. Le sue dita si muovono tra le sue gambe, si accarezza velocemente e quella visione mi affascina.
-Sì, dai, sto per venirti nel culo.. –
Tutte le mie sensazioni si concentrano lì, mentre spingo con forza dentro di lei, stretto nella sua morsa che è quasi dolorosa.. non ho più braccia, né gambe, né corpo.. sono solo un’asta durissima e pulsante che sta per esplodere.
La guardo mentre geme forte ad ogni mio colpo.
-Vengo, sì, dai, mettilo dentro, fammelo sentire tutto! Vieni dentro di me!- grida, e la sento contrarsi attorno a me in un orgasmo che le strappa un urlo forte e disarticolato. Il suo piacere mi investe e vengo immediatamente, insieme e lei, urlando il suo nome e spingendomi dentro con tutta la forza.
-Basta!- grida ancora, perché con gli ultimi colpi sono affondato completamente dentro di lei, aprendola più di quanto sia in grado di tollerare. Mi ritraggo leggermente, dandole un po’ di sollievo, mentre mi abbandono sul suo seno, baciandolo e mordendolo, scosso dagli ultimi spasmi di un orgasmo violento. Sto stringendo le lenzuola con forza nei pugni chiusi accanto ai suoi fianchi.
Rimaniamo così, abbracciati, mentre pian piano il nostro respiro si calma.

-Bastardo!- sibila tra i denti, irrigidendosi all’improvviso.
‘Merda, stavolta ho esagerato. Lo sapevo. Merda!’
Mi sollevo dal suo petto per mostrarle un’espressione contrita, pronto a chiederle scusa, ma lei mi sta guardando con un sorriso malizioso e lascivo negli occhi. Le è piaciuto.
‘Sì, sono proprio un gran bastardo’ sogghigno.

Autore Pubblicato il: 23 Agosto 2012Categorie: Senza categoria0 Commenti

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