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L’uomo in questione, che per suo preciso volere chiamerò Bob, mi spiegò fin dall’inizio quali fossero le sue inclinazioni sessuali. ‘Mi piace il sadomaso e sono un Master’, diceva lui. Non capisco esattamente di cosa si tratta ma sembra interessante, pensavo io. Detto fatto, l’appuntamento venne fissato nel giro di pochi scambi di messaggi telematici. Alto, sulla trentina, non bello ma nemmeno brutto, prestante sicuramente. Sapeva le mie intenzioni: un passaggio nel suo mondo di perversioni di modo che potessi trarre qualche conoscenza in più sul bdsm. Nulla di più. Bob era gentile, avevamo parlato on line qualche volta e lui non si era mostrato volgare o aggressivo come tanti altri. Infondo, sapevo bene che, comunque, la sua era una visione personale dell’argomento ed io non cercavo di meglio. Mi interessava il suo modo di vivere il sadomaso anche perché, a suo dire, poteva permettersi di agire da singolo outsider, agevolato da una location abbastanza singolare.
Ad ogni modo ci incontrammo in centro, giusto per fare la prima conoscenza e prendere qualcosa insieme. Bob sembrava contento. Me lo aspettavo diverso, forse più serio, invece era estremamente cordiale e divertente, insomma proprio un tipo curioso. ‘Saresti proprio perfetta per giocare con me’ ‘ mi ripeteva qua e là. Ma non gli davo retta, il clima era piuttosto scherzoso quindi non gli badavo più di tanto.
Dopo aver fatto un primo giro e qualche chiacchiera mi chiede di accompagnarlo a comprare qualcosa per una delle sue schiave. ‘Quante ne hai?’, gli chiedo. ‘Al momento cinque, ma non mi interessa il numero, preferisco la qualità e ancora sto guardandomi attorno’, risponde lui.
‘Dove compri ciò che ti serve per le tue schiave?’
‘Sexy shop ma anche presso amici se capita di trovare ciò che mi serve’
‘Quindi ora andiamo in un sexy shop?’
‘No, andiamo da una mia amica, una Mistress’
Così ci ritroviamo davanti alla porta dell’appartamento di questa Mistress la quale ci viene ad aprire in vestaglia di raso e scarpe con un tacco che sarà stato, non esagero, 15 centimetri. Ci accoglie invitandoci ad entrare. ‘Ecco quello che ti serve per la tua schiava. Te lo regalo.’, dice la Mistress a Bob mostrandogli un enorme fallo di plastica. Bob lo guarda e lo soppesa con aria scettica poi sembra convincersi della stazza dell’oggetto e sentenzia: ‘Beh, come inizio può andare bene’ Ti farò sapere, grazie comunque ma ora dobbiamo proprio andare’. Dalla stanza accanto si odono dei gemiti sommessi, quasi un timido lamento. ‘Stai zitto tu!’, urla la Mistress rivolta verso una porta chiusa. ‘Facci un po’ vedere chi c’&egrave di là’, la esorta Bob sorridendo. ‘Certo, venite pure, &egrave una coppia di schiavi, marito e moglie per la precisione’, spiega la Dominatrice. La camera &egrave priva di arredamento. Troneggia al centro un’enorme gabbia di ferro. Dentro la stessa, in posizione a quattro zampe, uniti da un doppio collare con catena e bendati, ci sono un uomo e una donna nudi. Lui mostra un risibile pene eretto mentre la moglie ha le tette talmente grosse che i capezzoli le sfiorano il suolo. Sul corpo, i segni di qualche frustata. ‘Senti perché non mi presti la moglie di questo sfigato? Ti mando in cambio una mia schiava tra circa una mezz’ora se sei d’accordo’, dice Bob. La Mistress ci pensa su per qualche istante poi accetta a patto che la tettona torni entro sera. Aggiudicato. Ovviamente la tettona non può rivestirsi né togliersi la benda. Decidiamo di farle fare nuda e incatenata a un guinzaglio qualche metro a piedi fino a raggiungere la macchina con cui eravamo arrivati lì. La trovo un’idea divertente e anche eccitante. Quando il marito tentò di ribellarsi allo scambio, la Mistress lo zittì schiacciandogli un testicolo con il tacco della sua scarpa.
Usciamo dall’appartamento con la tettona al guinzaglio. ‘Perché non le facciamo scendere le scale a quattrozampe?’, chiedo a Bob. ‘Brava così mi piaci!’, dice sorridendo e aggiunge rivolto alla donna: ‘Hai sentito schiava? Mettiti giù e andiamo!’. La tizia era titubante: ‘Ma’se arrivasse qualcuno’ho paura che”. Bob le spinge giù la testa dicendole ‘A cuccia da brava!’ e così facendo la schiava si mette a scendere i primi scalini come una cagna. ‘Guardale la fica’ ‘ dico a Bob ‘ ‘&egrave completamente bagnata’. Era vero, la donna grondava umori tanto che ne lasciava traccia per le scale man mano che scendevamo. ‘Ho qualcosa che fa per lei’, mi risponde Bob alludendo al cazzone che ci aveva prestato la sua amica Mistress. Bob lo prende dalla borsa in cui l’aveva riposto. La tettona intanto aveva aperto bene le gambe e teneva il culo proteso, muovendosi eccitata e strofinando i capezzoli sul pavimento. ‘Guarda come ne vuole”, dico infilandole il tacco dei miei sandali nella passera. ‘Grazie’grazie’, mi ripeteva la stupida. ‘Vediamo se ringrazi anche me!’, dice Bob ficcandole senza tanti complimenti quella mazza da baseball fatta cazzo nella figona. La troia grugniva e ringraziava Bob rumoreggiando per tutto l’androne del palazzo. ‘Taci!’, le dico sbattendole in bocca la mia scarpa ancora sporca dei liquidi della sua stessa passera. Si mise a leccare, grata del trattamento inflitto. Solo il rumore di qualcuno appostato dietro una porta e che, probabilmente, si stava a sua volta godendo lo spettacolo, ci diede l’input per andarcene.
‘Facciamola camminare per strada col cazzone dentro’, propongo. ‘Ottima idea!’, dice Bob. Facciamo alzare la schiava. Aspettiamo che si liberi la strada e, non appena il momento ci sembra opportuno, tentiamo l’uscita. E’ tardo pomeriggio, c’&egrave parecchia gente nelle vie vicine, ma il tragitto dal palazzo alla macchina &egrave per strade poco trafficate. Teniamo la tettona sottobraccio. Lei geme di eccitazione e piacere per tutto quello che le sta capitando. A volte ci chiede di lasciarla ma Bob la tiene stretta. ‘Non farti uscire quel bastone dalla fica mentre camminiamo, chiaro?’, le dice. ‘Siiii siii’, risponde lei obbediente e in preda a un orgasmo impossibile da tenere a bada.
Usciamo. Dopo qualche metro notiamo in lontananza una coppia. ‘Nasconditi qui’, dice Bob alla schiava facendola accucciare dietro un camioncino in sosta. Passata la gente, facciamo alzare la tettona e tenendola sempre al guinzaglio e bendata col suo uccello finto piantato nella fica, riusciamo a raggiungere l’automobile. Proprio mentre stiamo per salire a bordo, passa una moto che ci suona il clacson. Non ci ha visti ‘ quasi ‘ nessuno.
Mi metto davanti. Tiro bene il sedile indietro e tengo in ginocchio, ai miei piedi, la tettona che chiede dove stiamo andando. ‘In un posto che ti piacerà’, dice Bob. Prendiamo l’autostrada. Mentre guida, Bob si tira giù la cerniera dei jeans e tira fuori dai pantaloni un uccello grosso come mai avevo visto ed eretto. Glielo massaggio piano mentre lui mi tira su la gonna lasciando scoperte le mie mutandine. ‘Perché non approfitti dei servigi di questa porca?’, mi chiede invitante spostandomi di lato il perizoma e lasciandomi la fica nuda.
‘Mmmh” ‘ geme la tettona bendata ‘ ‘che buon profumo’ adoro il profumo della fica bagnata’. Posso leccarla, mia Signora?’
‘Sì!’ ‘ le rispondo ‘ ‘ma dovrai farmi un bel bidet fresco con la tua lingua”. Mi tolgo le mutandine e le strofino sulla faccia della schiava.
Chiedo a Bob di fermarsi un attimo al primo autogrill e lui così fa. Scendo e vado a prendere una bottiglia d’acqua ed una ciotolina da cibo per cani. Quando torno in macchina la porcona sta spompinando Bob. Si &egrave seduta sul cazzone finto e ci si muove sopra ritmicamente, scopandoselo.
‘Tocca a me’, dico.
‘Divertitevi pure bimbe’ ‘ mi risponde serafico Bob riprendendo la via della nostra destinazione ‘ ‘tanto io devo guidare e poi’siamo quasi arrivati’.
Metto l’acqua nella ciotola e la poggio ai miei piedi, accanto alle ginocchia della schiava. Tiro su la gonna e apro le gambe scivolando un po’ sul sedile, di modo da sbatterle bene la passera sotto al naso. Lo spazio &egrave poco, ma sufficiente. La tettona si abbassa cercando la ciotola per cani. Quando la trova si abbevera leggermente, poi tira fuori la lingua e la bagna ripetutamente. ‘Brava, così! ‘ le dico ‘ ‘ora fammi un bel bidet!’ . Si avvicina con la lingua di fuori alla mia fica. Le avvicino le labbra della passera alla faccia e appoggio tutta la mia fighetta depilata e calda su quella lingua avida di scopare. Il contatto con la sua lingua fresca e bagnata &egrave inebriante. ‘Ahhh ahhh lavami bene, troia!’. Non se lo fa ripetere. Immerge di nuovo la bocca e torna su per limonare ancora freneticamente con la mia fica che la ricambia sbrodando umori. Bob ordina alla schiava di fare bene il suo lavoro mentre io, impugnando il suo uccello, gli faccio una sega.
Copro la tettona con un plaid quando ci troviamo al casello per pagare mentre Bob nasconde il suo uccellone sotto la camicia. Anche questa volta, nessuno nota niente.
Bob ci avverte che siamo quasi arrivati. Passiamo per impervie stradine di campagna fino a ritrovarci davanti al cancello di un antico castello. Nulla di stratosferico. Piuttosto un antico castello, dall’aria fatiscente e quasi abbandonato. Questa &egrave la dimora di Bob.
Un’antica palazzina medioevale persa nel nulla. Solo natura attorno a noi.
‘Bene ragazze, siamo arrivati!’, dice lui.
‘Bob, lascia che la zozzona finisca di soddisfarmi, prima di entrare’
‘Volentieri, ho anche voglia di metterlo nel culo a questa troia”
Usciamo e ci adagiamo sul ciottolato, davanti all’entrata del castello. La mia passera &egrave così bagnata dall’acqua e dai miei umori, che quando mi alzo, la mistura vischiosa mi cola copiosamente in mezzo alle gambe. Togliamo la benda alla schiava, la quale sembra affascinata dall’aspetto scenografico che la circonda. Sta calando l’oscurità ma pur essendo tardi, c’&egrave ancora la giusta luce. Dico alla schiava di mettersi a pecorina. Bob nel frattempo si &egrave spogliato completamente ed io mi sono tolta gonna e camicetta e sono rimasta con addosso solo un reggiseno dal quale fuoriescono, impazziti per l’eccitazione, i capezzoli. Ancora una volta, le enormi tette della schiava strusciano abbondantemente contro il selciato. Approfitto di questa inedita abbondanza per sdraiarmi a terra e con le gambe completamente divaricate sotto di lei. Mentre Bob la incula violentemente, facendole sobbalzare i seni, prendo con le mani quelle tettone gonfie e le massaggio violentemente contro la mia fica, masturbandomici sopra ed adoperando i suoi capezzoli induriti per il mio piacere. Le nostre urla di godimento e la cavalcata anale di Bob avrebbero fatto la felicità di qualsiasi guardone. Vengo furiosamente e lo stesso fa la schiava. Bob schizza dentro e fuori dal culo della troia.
Non c’&egrave bisogno di rivestirsi, ci spiega Bob, possiamo rimanere tranquillamente nudi tanto nessuno ci disturberà. In quel mentre si apre la porta d’ingresso del castello. E’ una delle schiave di Bob che subito si prostra ai suoi piedi, leccandoglieli. Bob non le bada ma le ordina di leccare lo sperma dal culo della tettona. Prima però le lega entrambe a due guinzagli posti fuori dalla porta e dice: ‘Voi due passerete la notte qui fuori, c’&egrave la cuccia più in là”.
‘Si Padrone’ ‘ rispondono entrambe all’unisono anche se una ha già la lingua impegnata a ripulire gli anfratti anali della tettona.
Bob ed io entriamo. La casa-castello &egrave decadente ma ha il suo fascino. Il pene di Bob &egrave già di nuovo in erezione. ‘Vieni’, mi dice avvicinandosi alla finestra. Guardiamo fuori. Le due schiave sono già impegnate in un sessantanove. Bob si insinua col suo cazzone dietro di me e, allargandomi un po’ le gambe, fa entrare lentamente la cappella nella mia patatina già di nuovo eccitata. ‘Mmmmh mmmh’, gemo mentre, tolto il reggiseno, mi stuzzica i capezzoli senza smettere di fare entrare e uscire la punta del suo cazzo dal mio buchino. Fuori, le due vogliose, si contorcono di piacere mugolando ed eccitando noi spettatori. ‘Ho di meglio da farti vedere’, dice Bob.
Mi prende per mano e, accompagnandomi in una stanza-studio mi mostra una parete con appeso un enorme quadro. ‘Ti piace?’, chiede.
‘Beh si’, rispondo ancora confusa.
Ride.
Si avvicina alla parete e, nel bel mezzo del quadro, indica una piccola serratura. Apre un cassetto della scrivania e tira fuori una chiave. La inserisce nella serratura presente nel quadro e, quasi magicamente si apre una porticina. ‘Entra con me..’, dice sorridendo.
Gli vado dietro e varchiamo la soglia. L’ambiente che mi si presenta davanti &egrave abbastanza spazioso ed illuminato da antichi lucernai. Il soffitto alto, la stanza &egrave completamente vuota se non fosse che, davanti a noi, si trovano, a loro volta due porte di legno chiuse, ciascuna delle quali ha, come unico collegamento con l’esterno, una griglia a metà altezza. Bob parla a bassa voce ora e dice: ‘Qui ci sono due mie schiave. Loro amano stare nelle segrete e così ogni tanto le porto qui. Puoi spiarle se vuoi, da quella griglia sulla porta”.
Nel silenzio, riecheggiano ora i sospiri di piacere di una delle due schiave ‘ah ah mh ah mmm’. Mi avvicino ad una delle due stanze. La ‘prigione’ &egrave di medie dimensioni, arricchita da qualche attrezzatura in stile sadomaso: anelli e catene alle pareti, una grossa panca di legno come ‘letto’ e, ai lati del soffitto, un sistema di sorveglianza interna pronto a riprendere le schiave in ogni loro mossa. La schiava in questione si sta soddisfando usando un fallo finto attaccato saldamente alla parete. La donna &egrave nuda, con una catena al piede e piegata leggermente per rendersi all’altezza giusta dell’attrezzo masturbatorio. Avrà una quarantina d’anni, un aspetto insospettabile. Gode la maiala. Dall’altra stanza l’amica la sente e le chiede di smettere, dicendole che Bob si arrabbierà molto quando lo verrà a sapere. Ma in poco tempo anche le sue lagne si fanno sempre meno accorate e pian piano si lascia andare anche lei, usando però un vigoroso vibratore. ‘A quelle che si comportano meglio lascio qualche giocattolo in più’, mi dice Bob nell’orecchio riprendendo a penetrarmi.
Ben presto le due schiave ci notano. Implorano Bob di farle uscire dalle loro celle per partecipare alla scopata. Bob le accontenta e le due si uniscono a noi.

– continua –
Bob libera le due maiale, descrivendomi la loro situazione attuale: sono due donne i cui mariti le hanno lasciate in consegna perché a casa non fanno altro che attaccarsi al pisello di chiunque conoscano. Scoperte entrambe in flagrante più di una volta, i rispettivi coniugi, decisero di darle saltuariamente a Bob e ad altre persone dominanti nella speranza che un po’ di prigionia potesse giovare alle voglie delle loro mogli. Non so fino a che punto tutto questo funzionasse. Credo piuttosto che incrementasse la voglia di queste giovani signore, rispettivamente una professoressa ed una casalinga che non disdegnava, nel tempo libero, il sesso saffico con le amiche.
La bionda, che era quella che si stava soddisfando con il vibratore, mi prende per mano e mi porta nella sua stanzetta. Bob e l’altra schiava, rossa di capelli, ci seguono. Poi Bob mi dice: ‘Hai mai visto una rottainculo come ha il buco?’. Non l’avevo mai visto, d’altronde raramente avevo sentito ammettere qualcuna delle mie amiche che lo prendeva liberamente in quel posto, figuriamoci se mai avevo esplorato qualche ano’. Gli rispondo di no e lui mi dice: ‘Bene allora guarda. La donna si mette carponi sul lettino e apre bene le chiappe. Si aggiungono Bob e quell’altra tenendo letteralmente divaricato il culo della professoressa. Il buco della fica ce l’ha enorme, ma devo dire che quello del culo gli fa concorrenza. Sono sbalordita. L’amica le infila il vibratore gigante nel culo e la donna inizia a godere intensamente. Poi, d’un tratto Bob le sfila l’arnese e le sbatte dentro il suo uccellone scopando quel culo senza il minimo attrito, scivolandoci dentro fino alle palle e ritraendosi a ritmi veloci, segno che quel passaggio era largo a sufficienza per albergare anche più di un cazzo per volta. Non avevo mai visto così da vicino due persone scopare e tantopiù non lo avevo mai visto fare analmente. L’altra schiava, eccitata come me, mi accarezza il seno, poi il culo, infine mi infila le dita nella passera e inizia a darmi piacere con carezze lesbiche.
Bobsmette di inculare la bionda con le grandi lamentale della stessa che prende a urlare e a infilarsi tutta la mano nell’ano dicendo: ‘Non smettere adesso, ti prego, stavo per venire, ti prego continua mio Padrone”. Ma Bob pare aver usato quel buco solo per scaldarsi un po’ ed ora ha già voglia di altro.
‘Bob’ ‘ gli dico ‘ ‘voglio scopare in faccia a queste troie!’.
Così detto Bob si sdraia sul lettino e mi invita a montargli sopra tenendo però il volto rivolto verso
le due schiave anziché verso di lui. Gli Salgo sopra mentre tiene tra le dita il suo grosso fallo duro e dritto, pronto a farmi piacevolmente male. Osservo però con disgusto che dopo il rapporto anale consumato con quella zoccola, il cazzone di Bob &egrave sporco indecentemente. Lo indico disgustata alla puttana mora e le dico: ‘Tu mi lasciavi scopare questa cosa? Cosa non faresti per masturbarti il più in fretta possibile, vero? Purtroppo ti tocca leccare via tutto questo schifo che stava nel culo puzzolente della tua amica’anzi visto che il culo &egrave il suo, leccate assieme e rendete questo cazzo bello pulito”. Bob approva e chiede alle due di obbedire. Entrambe sono riluttanti, specialmente quella che non c’entrava niente. Ma le lamentele vengono tutte, inesorabilmente, respinte. Un minuto dopo, eccole chine sull’uccello a spazzolare via con la lingua tutti i residui intestinali del culo di una vacca sfondata. E come se lo tolgono di bocca l’un l’altra, avide di pisello come sono. Basta poco a queste due per non capire più nulla. Assistere a questa scena, da una posizione privilegiata e a pochi centimetri dal calore dei fiati delle loro bocche, mi eccita. Così, nel contempo, succhio le dita di Bob e le reindirizzo verso il mio clitoride gonfio di voglia.
Quando il cazzone &egrave ben pulito, Bob me lo punta in direzione delle labbra della fica. In condizioni normali, mi avrebbe fatto molto ma molto male impalarmi su quella mazza ma ora, eccitata dalla situazione, mi ci infilzo sopra volentieri, sgroppando come una troia, suscitando l’invidia delle due schiave già una con le mani nella fica dell’altra. La mora ha la faccia in mezzo alle nostre gambe, osserva il pisello di Bob e le labbra della mia passera che lambiscono la mazza di carne. ‘Mmmm come scopate’. Che porci’mi fate venire solo a guardarvi” ‘ diceva vogliosa di leccare ciò che aveva davanti al naso. L’altra, altrettanto interessata allo spettacolo, leccava alternatamente i miei piedi e quelli di Bob per poi ogni tanto risalire verso l’alluce di quest’ultimo che sapientemente le stuzzicava la fica.
Poi le due si avvicinano a me. Mi iniziano a mordicchiare le tette e i capezzoli duri. Smetto per un interminabile attimo di fottere l’uccello di Bob e mi giro nel classico smorzacandela. Impalarmi di nuovo su quella bestia mi fa godere ancora di più. Le due schiave, a questo punto, notando che il cazzone non lo scopavo totalmente fino alle palle, mi prendono le chiappe a quattro mani e iniziano a spingermi con violenza su e giù. ‘Scopatelo! Dai!’ ‘ urlavano infoiate.
Quando vengo pervasa da un orgasmo che mi fa urlare come mai mi era accaduto prima, le due si avventano sul pisello di Bob e sulla mia fica ancora dilatata per ripulirci di tutti i succhi. Non lo avevo mai provato prima e, il calore del massaggio di quelle lingue avide, mi portarono in pochi secondi ad un altro orgasmo inaspettato.
Si &egrave fatto tardi. Bob deve anche portare una delle due schiave alla sua amica Mistress. Prende la rottainculo e le dice: ‘Resta pure arrapata come sei, ora ti porto da una mia amica che te ne darà in abbondanza’. ‘Grazie Padrone’ ‘ risponde lei.
Ancora nudi usciamo fuori e andiamo a recuperare i nostri vestiti in macchina. La tettona e la sua nuova amica sono nella cuccia per cani, una sopra l’altra, impegnate a baciarsi e sditalinarsi.
‘Non ne avete mai abbastanza, vero?’ ‘ urla Bob rivolto alle due. Qualche gemito per risposta.
La rottainculo rimane nuda.
Il viaggio di ritorno &egrave stato breve, forse perché, stanca, mi sono addormentata.
Bob ha portato la schiava rottainculo alla sua amica e poi mi ha riaccompagnata a casa.
Probabile che lo risentirò nei prossimi giorni.

Fine

Autore Pubblicato il: 2 Giugno 2006Categorie: Racconti di Dominazione0 Commenti

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