Capitolo primo
Un ritrovamento inaspettato
Ormai era da troppo tempo che procrastinavo la cosa, una mattina mi decisi ed andai in cantina a mettere ordine nel gran caos che vi regnava.
Trovai molte cose che mi fecero ritornare a quando ero bambina: dei giochi, dei fumetti ed anche il grembiule che usavo per andare a scuola. Mi tornò in mente il primo giorno di scuola, fu un trauma, i pianti che feci, avevo paura che mamma e papà mi lascassero li per sempre.
Continuai a sistemare e buttare le cose quando con mia grande sorpresa trovai qualcosa che pensavo di aver perso definitivamente: il mio diario.
Mi sedetti e iniziai a leggerlo: i primi pensieri li scrissi a 15 anni quando presi la mia prima vera cotta per un ragazzo molto più grande di me. Ricordo che quando ero a scuola e la prof spiegava io ero nel mio mondo immaginandomi con lui e nel diario riportavo i miei pensieri, desideri, fantasie.
Un anno dopo vidi per la prima volta un membro sessuale maschile dal vivo e venni iniziata al sesso dal mio fidanzato di allora, dal diario: ‘Quando Luca mi disse: ‘ Ora te lo faccio vedere e voglio che tu lo accarezzi’ pensavo stesse scherzando, invece si slacciò i pantaloni tirandoseli giù, si abbassò le mutande rimanendo nudo nella parte di sotto.
Io ero intimidita e avevo vergogna tanto che distolsi lo sguardo.
Lui mi disse: ‘Hai paura? Guarda che mica morde.’
Rivolsi di nuovo lo sguardo verso il suo pene, ma io preferisco chiamarlo cazzo, che lì davanti mi guardava.
‘Dai accarezzalo’ mi disse lui.
Io sempre timidamente allungai la mano e iniziai a toccarlo, fu una sensazione strana, più lo accarezzavo e più diventava duro e grosso; vederlo gonfiarsi era per me una grossa soddisfazione per la prima volta per merito mio un ragazzo si stava eccitando.
Continuai ad accarezzarlo fin quando non fu duro, probabilmente saremmo andati avanti se non fosse arrivata sua sorella ad interrompere il tutto, velocemente si rivestì e facemmo finta di studiare.’
Tre giorni dopo fummo di nuovo soli ed io cominciai ad accarezzarlo come la volta precedente solo che aggiunsi dei bacini e alla fine lo presi in bocca per la prima volta, sul diario conclusi quella giornata con la frase: ‘Ho fatto il mio primo bocchino!’
Lo ricordo ancora oggi come fosse successo ieri, ero felice anch’io stavo diventando grande come mia cugina che mi raccontava spesso delle sue performance sessuali con il suo ragazzo facendomi venire voglia e invidia.
Cinque giorni dopo fu una gran giornata segnata in rosso sul diario, primo perché era il io 17.o compleanno e poi perché oltre al normale regalo di compleanno il mio ragazzo mi regalò la prima scopata della mia vita!
Dal diario: ‘Non appena mi disse che voleva scoparmi fui presa dall’eccitazione, era da tanto che aspettavo quel momento, molte mie amiche lo avevano già fatto e ora toccava a me. Nel tragitto dalla pizzeria al posto scelto per appartarci pensai mille cose, cosa avrei dovuto fare io? Avrebbe fatto tutto lui? Più ci pensavo più mi eccitavo. Una volta arrivati e spogliati si accorse che ero già bagnata e ne fu molto felice, fece dei preliminari non molto lunghi ed iniziò a scoparmi.
Sinceramente non provai quel grandissimo piacere di cui le mie amiche mi parlavano ma fu importante che lo feci per la prima volta, ora ero proprio una vera donna!’
Il giorno dopo lo raccontai a mia cugina che fu molto felice.
Da quel giorno scopammo non appena ne avevamo l’opportunità’, ora che ero tranquilla e non avevo il nervosismo della prima volta provai molto più piacere e apprezzai molto di più il gusto del sesso dando ragione alle mie amiche e a mia cugina.
Capitolo secondo
La vacanza
Ora arriviamo ad uno dei punti della mia vita in cui mi sono divertita maggiormente; avevo 19 anni mi ero lasciata con Luca (il ragazzo del primo bocchino e della prima scopata) cosi decidemmo con mia cugina, anche lei single all’epoca, di passare una vacanza insieme sole io e lei in una nota località di villeggiatura.
Dal diario: ‘Eravamo entrambe entusiaste dell’idea, nessuna delle due lo disse esplicitamente ma eravamo pronte a 1.000 scopate. Arrivammo il primo pomeriggio tempo di sistemarci in camera, di riposarci e subito uscimmo per vedere il posto e per dare un’occhiata in giro”.prometteva molto bene.
La prima sera facemmo la conoscenza di due ragazzi liguri, mia cugina sparì con uno dei due mentre io parlavo con l’altro ma non facemmo niente perché nessuno dei due era attratto dall’altro.
Quando verso le 3 di mattina rientrammo in albergo e chiesi a mia cugina com’era andata, mi disse che gli aveva fatto un bocchino e che aveva bevuto, io non avevo mai provato il sapore dello sperma.
Il giorno successivo in spiaggia parecchi ragazzi tentarono di rimorchiarci noi accettammo le avance di una coppia di ragazzi toscani, passammo il pomeriggio in spiaggia insieme e la sera dopo cena andammo a ballare.
Mia cugina sparì con quello più giovane dei due mentre io rimasi con l’altro.
Mentre ballavamo più volte si strusciava contro di me, sul mio sedere, mi toccava le tette e mi faceva sentire il suo cazzo, io mi stavo al gioco e mi eccitavo sempre di più fino a quando mi propose di andare nella sua camera d’albergo, senza pensarci accettai.
Una volta nella sua camera mi scopò per quasi tre ore finché esausti non ci addormentammo.’
Mi svegliai alle nove di mattina, mi vestii, salutai il ragazzo e feci ritorno nel nostro albergo; alla reception vidi che la chiave della camera non c’era quindi mia cugina era rientrata salii e bussai più volte prima che venisse ad aprirmi, era assonnatissima.
Mi disse che aveva scopato tutta la notte con il ragazzo toscano e che non sapeva da quanto fosse andato via, io gli raccontai di me e dell’altro ragazzo.
Ci scambiammo molti particolari piccanti, lei ancora una volta aveva bevuto ed era stata sodomizzata cosa che io ancora non avevo provato ma l’idea mi intrigava parecchio solo che aspettavo la persona o l’atmosfera giusta.
Tralascio altre avventure occasionali ma vi riporto di quando conoscemmo una coppia di ragazzi olandesi molto belli.
Dal diario: ‘Mancavano tre giorni alla fine della vacanza e quella sera non avevamo molta voglia ne’ di uscire ne’ di scopare, eravamo veramente stanche ma piuttosto che rimanere in camera decidemmo di fare una passeggiata.
Ci fermammo in un pub per mangiare qualcosa, prendemmo posto ordinammo e mentre attendevamo il cibo la nostra attenzione fu attratta da due ragazzi seduti ad un tavolo vicino che parlavano tra loro, erano molto belli ed attraenti.
Ci guardammo in faccia ” era ritornata la voglia di scopare!
Con una scusa mia cugina attaccò bottone finché non andammo in un altro pub a bere qualcosa, passeggiata sul lungomare e quando pensavamo di dividerci ci colsero in contropiede proponendoci di andare tutti e quattro in una camera. Io rimasi molto sorpresa e non sapevo cosa rispondere, mia cugina molto più esperta di me capì al volo la situazione, mi prese da parte e mi disse che quei due miravano a fare un’orgia nella quale oltre a farci scopare noi due avremmo dovuto fare sesso tra di noi. Io rifiutai non volevo assolutamente scopare con mia cugina ed anche lei la pensava come me; mi chiese se avevo problemi a scopare davanti a lei oppure a vederla mentre scopava, su questo dissi di non avere problemi anzi’..
Dopo il conciliabolo lei si rivolse ai due ragazzi proponendo loro le condizioni che vennero accettate.
Si decise di salire in camera loro, avevano due stanze separate ma comunicanti.
Una volta chiusa la porta iniziammo a spogliarci a vicenda, mentre lo facevamo il suo amico aprì la porta di comunicazione e vidi mia cugina che stava togliendosi il vestito, dopo di che io e il ‘mio ragazzo’ ci sdraiammo sul letto iniziandoci a toccare e baciarci.
Glielo presi in bocca e iniziai a fare un bocchino, continuai fin quando non stava per venire ma non volle venirmi in bocca me lo tolse ed iniziò a penetrarmi.
Mi scopò in maniera delicata quasi avesse paura di rompermi, venne nel giro di pochi minuti e poi continuò a masturbarmi con una mano fin quando non venni anch’io.
Eravamo sdraiati sul letto ad accarezzarci quando entrarono mia cugina e l’altro ragazzo entrambi nudi dirigendosi verso il letto, gli facemmo posto e il ragazzo che aveva scopato mia cugina iniziò a giocare con me.
Nel giro di poco mi ritrovai appoggiata con le mani al muro e lui da dietro che mi penetrava in maniera molto decisa, come piace a me.
Intanto l’altro stava scopando mia cugina sul letto, lei girata pancia sotto e lui sopra che la pompava.
Dopo che tutti venimmo ci mettemmo sul letto per riposarci un po’.
Guardai l’orologio erano le tre e mezza di mattina pensai che fosse ora di rientrare in albergo, quando vidi i due ragazzi che insieme stavano toccando mia cugina, uno le accarezzava il culo e la fica mentre l’altro giocava con le tette.
Dopo poco la misero a pecora uno la scopava da dietro mentre l’altro gli aveva messo il cazzo in bocca, che scena fantastica, io li guardavo ed ero eccitata da morire infatti mi stavo masturbando.
Il ragazzo che la scopava da dietro vedendomi mi disse: ‘Ti piace questa cosa vero?’
Io risposi ‘Si’ mentre continuavo a masturbarmi.
‘Non preoccuparti che poi questo servizietto lo faremo anche a te.’
Nel sentire quelle parole mi eccitai ancora di più, sinceramente non so quante volte venni.
Quando ebbero finito con mia cugina, gli vennero tutti e due sul viso, e dopo essersi riposati passarono a me, fu una bellissima sensazione essere presa da due uomini contemporaneamente, dietro per fortuna andò quello che mi aveva scopata la seconda volta, mi piaceva la sua veemenza mentre all’altro feci un pompino con la differenza che questa volta mi venne in bocca e bevvi per la prima volta, mentre l’altro mi venne sulla schiena e sul culo.
Ritornammo in hotel che ormai erano le 7 di mattina e letteralmente svenimmo sul letto, ci risvegliammo che erano le 4 del pomeriggio!.
Capitolo terzo
La svolta
Continuando a leggere il diario arrivai al punto che definii la svolta della mia vita, il momento in cui capii quello che cercavo e quello che desideravo.
Dopo le vacanze sopradescritte ebbi molti rapporti ma nessun fidanzato, sentivo che mi mancava sempre un qualcosa ma non riuscivo a capire cosa fosse.
La svolta avvenne una sera, all’epoca avevo 22 anni, frequentavo un ragazzo che lavorava come guardia giurata e quella settimana doveva fare il turno di notte presso un cantiere edile, iniziava alle 22 e terminava alle 7 di mattina.
Quella sera decisi di fargli compagnia, arrivai al cantiere intorno alle 22:15 e rimasi con lui fino a verso mezzanotte, guardammo la tv chiacchierammo, niente sesso sul posto di lavoro.
Ormai stavo quasi andando a casa quando venimmo colti di sorpresa da degli uomini incappucciati che ci immobilizzarono legandoci le mani con del nastro adesivo, lo stesso che usarono anche per chiuderci la bocca, dopo di che ci condussero in una stanza e li ci legarono anche i piedi per poi chiuderci dentro.
Il mio ragazzo cercava di liberarsi ma non era facile eravamo legati ben stretti.
Passata la paura iniziale cominciai a pensare una cosa che mi sarebbe sembrata assurda fino a 5 minuti prima: mi piaceva questa cosa di essere presa e legata, mi eccitava.
Immaginai la stessa situazione con al posto di quei balordi ci fosse stato il mio ragazzo che oltre a legarmi avrebbe anche ‘abusato’ di me, più ci pensavo più mi eccitavo.
Dopo oltre un’ora lui riuscì a liberarsi subito dopo tagliò i nastri che mi tenevano braccia e gambe, un po’ mi dispiacque.
Mi disse di tornarmene subito a casa e di cercare di dimenticare l’accaduto lui avrebbe fatto denuncia alla polizia omettendo ovviamente la mia presenza.
Tornata a casa mi rigiravo nel letto senza riuscire a prendere sonno, nel diario avevo scritto: ‘Perché quella situazione mi aveva eccitata tanto?’
Nei giorni seguenti tentai più volte di parlare dell’accaduto con il mio ragazzo ma lui cambiava sempre discorso, e quando una volta mentre eravamo in atteggiamenti intimi gli chiesi di legarmi lui si rifiutò in maniera categorica, capii che non era la persona giusta per darmi le risposte che cercavo.
Dopo qualche mese lo lasciai non solo per quel motivo ma per un insieme di cose ed iniziai a cercare quello che veramente volevo.
Non fu facile, conobbi alcuni ragazzi, con alcuni toccai questo argomento ma non ottenni le risposte che cercavo, a volte chiedevo loro di legarmi, alcuni lo facevamo per compiacermi mentre altri si eccitavano al gioco ma poi finiva lì, non era quello che cercavo e volevo.
Dal diario: ‘Stasera mentre ero al solito pub con i miei amici di università, uno di loro vide in un tavolo vicino un suo amico in compagnia di altre tre persone, ce le presentò e facemmo un unico tavolo.
Il pub non era molto grande, c’era tanta gente, i tavoli erano molto vicini e noi stavamo stretti, alla mia destra avevo una mia amica ed alla sinistra un ragazzo di quelli aggiunti.
Si chiacchierava del più e del meno quando al ragazzo che mi era accanto arrivò un sms, non lo feci apposta, distrattamente l’occhio mi cadde sul messaggio leggendo la parola nuda e senza farlo a vedere cercai di sbirciare tutto quello che vi era scritto.
Quello che riuscii a leggere fu: ””nuda, il vicino sta sbirciando da dietro la finestra come al solito, che devo fare?’
Lui le rispose scrivendo: ‘Sicuramente sarà eccitato, fallo eccitare ancora di piu’, affacciati alla finestra con le tette di fuori, rimani così per un po’ poi rientra. Dimenticavo prima di fare tutto questo infilati nel culetto il vibro che ti ho comprato. Senza discutere, chiaro? Io arrivo tra un po’.’
Dopo poco arrivo la risposta di lei, un semplice: ‘ Va bene, come vuoi tu.’
Mi stavo eccitando solo a leggere quei messaggi, mi immedesimai nella ragazza a cui era diretto e la invidiai.
Il ragazzo rimase un altro quarto d’ora dopo salutò tutti e andò via, io sapevo a fare cosa.’
Nei giorni seguenti cercai di ritrovare questo ragazzo ma non ebbi molta fortuna, sapevo che facoltà frequentasse ci andai più volte ma niente, mi ero rassegnata a chiedere al mio amico di lui quando un giorno’..
Dal diario: ‘Finalmente questa mattina l’ho incontrato, stava leggendo gli annunci in bacheca. L’ho salutato ma lui non si ricordò subito di me, quando ebbe messo a fuoco iniziammo a parlare. E’ un ragazzo molto simpatico, semplice, non e’ quello che si definisce un bel ragazzo, ma emana un fascino ed un magnetismo particolare, soprattutto quando ti guarda e nel tono di voce. Poi è dovuto scappare a lezione, con la promessa di prenderci qualcosa insieme nei prossimi giorni’.
Passarono i giorni, ci incrociammo altre volte ma sempre di corsa, soprattutto lui, finché un pomeriggio m’invitò al bar per un caffè e mi propose una pizza la sera, io ovviamente accettai con entusiasmo.
Appena tornata a casa pensai subito a cosa mettermi per la sera, ero molto indecisa, più si avvicinava l’ora dell’appuntamento più ero nervosa ed emozionata.
Fummo entrambi puntuali all’appuntamento, mi portò in una pizzeria non molto grande ma carica, l’ambiente era molto familiare.
Mi trovai molto a mio agio con lui, il tempo passava senza che me ne accorgessi, finita la pizza facemmo due passi al centro.
Dal diario: ‘Volevo portare l’argomento sul sesso, ho fatto tante allusioni ma lui sembrava non raccoglierle fino a quando gli ho detto chiaramente, non senza imbarazzo, che avevo letto i suoi sms e che invidiavo molto la sua ragazza perché anche a me sarebbe piaciuto avere un ragazzo come lui. Mi ha chiesto di spiegargli meglio ed io gli ho risposto che da qualche tempo avevo capito cosa cercavo nel sesso, volevo essere dominata, mi piaceva l’uomo forte, che mi sottomettesse sia mentalmente sia fisicamente. Gli ho raccontato dell’episodio della rapina. Continuammo a parlare di queste cose fino alle due di notte, prima di salutarci mi disse due cose: uno che quella non era la sua fidanzata ma una ragazza con la quale scopa e secondo che aveva colto le mie allusioni ma voleva che fossi molto diretta, che mi imbarazzassi insomma e ci e’ riuscito alla grande. Mi piace molto questo ragazzo speriamo bene’.
Due giorni dopo lo incontrai all’università’ e tra una chiacchiera e l’altra buttai là che la coinquilina sarebbe stata via per tre giorni quindi se volevamo”, ma lui mi disse che non poteva doveva studiare, ci rimasi malissimo.
Invece di rientrare a casa feci una passeggiata, ero molto delusa, triste, e verso le 22:00 feci ritorno a casa, il tempo di aprire la porta che qualcuno mi aggredì alle spalle.
Dal diario: ”’.Avevo appena aperto la porta di casa quando qualcuno mi aggredì alle spalle, mi mise una mano sulla bocca spingendomi dentro casa e richiuse la porta. Mi spinse a terra imbavagliandomi e subito dopo mi portò le mani dietro la schiena legandole con una corda, nel fare queste cose non disse una parola.
Io ero divisa tra la paura e l’eccitazione, ma sinceramente vinceva la paura!
Poi mi bendò e mi fece alzare mettendomi seduta su una poltrona del salottino legandomi anche i piedi con una corda.
Passarono dei secondi o minuti durante i quali non sentii nulla e poi improvvisamente una voce mi disse: ‘Non avere paura, rilassati e goditi tutto questo.’
Era la sua voce! Era lui! Fantastico!
Iniziai a rilassarmi e l’eccitazione prese decisamente il sopravvento.
FINE PRIMA PARTE
Capitolo quattro
Dal diario: ‘Cercai di immaginarmi di vedermi dall’esterno, legata mani e piedi, con un bavaglio sulla bocca e bendata, mi stavo eccitando da morire senza che nessuno mi avesse toccata, fantastico cosa può fare la mente. Rimasi cosi per un bel po’ mentre sentivo i suoi passi, forse stava studiando la casa. Mi si avvicinò mi fece alzare e saltellando mi fece piegare a 90 appoggiandomi al bordo del divano; mi alzò la gonnellina che avevo, ed iniziò a sculacciarmi. Era la prima volta che qualcuno mi sculacciava, è stato bellissimo, ad ogni colpo sussultavo ‘ di piacere. Sentire la sua mano che si abbatteva sulla mia carne, sentire la sua forza, avrei voluto urlare ma non potevo e questa cosa non faceva altro che accrescere la mia eccitazione, ero tutta bagnata!
Terminato di sculacciarmi mi disse: ‘Vedo che siamo già molto eccitate. Ti ecciti per cosi poco?’
Avrei voluto dirgli, anzi urlargli SIII.
Passò un dito sulla fica raccogliendo i miei umori passando poi il dito sul mio viso.
Mi mise in piedi e lo sentii mettersi dietro di me ed improvvisamente qualcosa di duro si infilò tra le mie mani legate dietro la schiena, era il suo cazzo!
Cercai di prenderlo, di stringerlo, di segarlo, ma non era facile e lui che mi diceva: ‘Brava impegnati dai vediamo se riesci a farmi venire cosi’.
Non ci riuscii, ora che l’avevo sentito avevo una gran voglia di prenderlo, di sentirlo dentro di me, volevo essere scopata non ce la facevo più!
Mi sciolse le caviglie e le mani lasciandomi la benda ed il bavaglio e mi disse: ‘Per oggi abbiamo finito, io vado via, ti toglierai la benda e bavaglio solo quando avrai sentito la porta chiudersi. Sul tavolino ti ho lasciato un regalo fanne buon uso. Ciao’
Detto questo sentii la porta chiudersi, rimasi interdetta, non potevo crederci non mi aveva scopata!
Dopo qualche secondo mi tolsi la benda ed il bavaglio, ci volle un po’ prima che gli occhi si adattassero alla luce, guardai subito sul tavolino e c’era un pacchetto.
Curiosissima lo aprii e dentro c’erano due palle tenute insieme da un filo, ne avevo sentito parlare ma non le avevo mai viste dal vero, erano le palle della Geisha.
Le provai subito ripensando alla serata e venni non so quante volte’.
La mattina dopo lo incontrai all’università’, io ero con alcuni compagni di corso e lui in compagnia di amici, ci conoscevamo tutti e cosi iniziammo a parlare.
Avrei voluto fissarlo e dirgli che avevo fatto buon uso del suo regalo ma non potevo, quando improvvisamente mi chiese, davanti a tutti: ‘Ti è piaciuto il mio regalo?’
Diventai rossa in mezzo secondo, non me l’aspettavo, non sapevo cosa rispondere, ero imbarazzatissima.
I miei amici lo capirono e tra il serio e lo scherzoso mi dissero che sarà questo regalo, un vibratore e tutti scoppiarono a ridere.
‘Ma che vibratore!’ risposi io. ‘Mi ha regalato una statuetta, un po’ ambigua, ma una statuetta.’
Dopo essermi ripresa un po’ gli risposi: ‘Si mi e’ piaciuto il regalo, molto particolare, grazie.’
‘Prego’.
Il pomeriggio lo incontrai da solo, lo fermai e gli dissi di non farmi fare più quelle figure davanti agli amici.
‘Che figure scusa? Io ti ho semplicemente chiesto se ti era piaciuto il regalo sei tu che sei diventata un peperone’.
‘Si è vero ma mi vergogno’.
‘Questo è niente mia cara’ mi rispose lui guardandomi negli occhi, ‘Adesso vai nel bagno, ti masturbi e mentre lo fai ti riprendi con il cellulare e quando hai finito mi fai vedere’.
‘Dici sul serio?’
‘Ti pare che sto scherzando?’
Senza dire una parola andai verso i bagni delle donne e feci come mi aveva detto.
La cosa più difficile fu non urlare dal piacere!
Capitolo cinque
Un pomeriggio mentre ero in casa mi arrivò un messaggio: ‘Appuntamento alle 21:00 sotto casa tua passo a prenderti andiamo a bere qualcosa con amici, indossa il mio regalo’.
Dal diario: ‘Puntualissima alle 21 ero davanti il portone di casa e lui arrivò, mi fece salire sulla sua auto e ci dirigemmo verso il pub. Durante il tragitto mi chiese solo se avevo fatto come mi aveva detto. Gli risposi di si, non volle controllare.
Arrivati al pub occupammo un tavolo da dieci posti.
La serata stava trascorrendo tranquillamente ‘ per gli altri! Io continuavo a muovermi in continuazione sulla sedia ed avevo tutte le mutandine bagnate, quando si avvicinò al nostro tavolo una ragazza, vidi lui alzarsi e presentarla a tutti facendola accomodare al suo fianco, capii subito che era la ragazza del messaggio!
Non sapevo se lei sapesse o meno di me. Mi stavo chiedendo come mai avesse fatto questa cosa, voleva fare sesso a tre? Voleva vedere come reagivo io? O lei?
I miei pensieri furono interrotti dalla sua voce che mi disse: ‘Vai a toglierle’.
Usò un tono abbastanza alto, ma per mia fortuna lo sentii solo io perché c’era un gran trambusto.
Feci come mi aveva detto, andai in bagno e le tolsi con sollievo e dispiacere insieme, mi cambiai anche le mutandine, previdentemente ne avevo portato un paio di scorta.
Tornata al mio posto mi ignorò per tutto il resto della serata.
Al termine della serata mentre ci stavamo salutando mi si avvicina e mi dice: ‘Trovati un passaggio io accompagno a casa lei’ e gira il viso verso la sua amichetta.
Io penso che stia scherzando gli chiedo se dica sul serio e lui mi risponde: ‘Certo che dico sul serio’ dirigendosi verso di lei uscendo poco dopo cingendole la vita.
Io sono rimasta di sasso e di merda, avevo una tale rabbia che avrei voluto spaccare tutto’.
Rimediato un passaggio da un mio amico, arrivata a casa mi infilai nel letto ma faticai molto ad addormentarmi, più ci ripensavo più mi incazzavo.
Capitolo sei
Nei giorni seguenti mi proposi di ignorarlo completamente, ci incrociammo in alcune circostanze ciao ciao e basta.
Ebbi la sensazione che a lui non interessasse nulla di me, se lo salutavo mi rispondeva altrimenti faceva finta di niente e questa cosa mi faceva infuriare.
Dal diario: ‘Oggi l’ho rivisto due volte, la prima in mattinata mentre andavo a lezione, ci siamo incrociati guardati negli occhi l’ho salutato mi ha risposto ed ognuno ha proseguito per la sua strada. La seconda volta dopo pranzo, stavo passando quando mi sono sentita chiamare, era una mia amica che doveva darmi degli appunti, mi sono avvicinata e lui era lì insieme a lei e ad altri ragazzi. Ci siamo scambiati delle occhiate, lei mi ha invitato a rimanere per fare quattro chiacchiere ma con la scusa che dovevo studiare ho preferito andarmene. Non so cosa fare, la sua indifferenza mi fa imbestialire, sapendo poi che si scopa l’altra divento furiosa; vorrei fare finta di niente quando lo vedo ma non ci riesco, ha un’attrattiva che non riesco a spiegarmi.’
Passarono altre due giorni sempre molto tormentati interiormente, finché una sera presi la situazione di petto e decisi di andare a casa sua per chiarire la situazione.
Dal diario: ‘Sono appena tornata da casa sua, se possibile più incazzata. Ho fatto questo d’impulso perché se avessi ragionato non l’avrei mai fatto. Sono arrivata sotto casa sua verso le 21 e sono rimasta lì sotto per una buona mezzora pensando e ripensando se fosse la cosa giusta da fare, alla fine mi sono decisa ed approfittando di una persona che usciva sono entrata nel portone del palazzo. Sapevo dove abitava perché era stato lui stesso a dirmelo, salii la prima rampa di scale ed incrocio una ragazza che sta scendendo, non volevo crederci, era lei! Non mi riconobbe vidi sulle sue caviglie i segni lasciate dalle corde con cui era stata legata, aveva i capelli abbastanza scompigliati, come se avesse finito di scopare e fosse uscita subito. Continuai a salire sempre più incazzata, due tre volte pensai di tornare indietro ma alla fine mi ritrovai davanti la sua porta, suonai, venne ad aprirmi in accappatoio. Fu sorpreso nel vedermi e quando mi chiese cosa ci facessi qui non ci ho visto più e senza pensare gli ho mollato uno schiaffo sul viso. Lui è rimasto impassibile e senza dire una parola mi ha sbattuto la porta in faccia, avrei voluto sfondarla a calci ma ho preferito tornarmene a casa.’
Due giorni dopo ci incrociamo all’università’ mi ferma e mi dice che dobbiamo parlare e mi da appuntamento il pomeriggio davanti alla mia auto.
Penso finalmente era ora! Cosi gli dirò tutto quello che ho dentro e vediamo come va a finire.
Arriva puntuale e sale in auto dicendomi di andare verso la collina che sta alle spalle della città, gli chiedo che intenzioni abbia e lui mi dice di non preoccuparmi, io mi preoccupo invece e lui senza guardarmi negli occhi mi dice: ‘Ok, allora fermati che scendo qui’.
Volevo chiarire la situazione ed accettai di andare dove voleva lui.
Dal diario: ‘Durante il tragitto stava in silenzio a parte quando doveva darmi indicazioni su dove andare, avrei voluto introdurre il discorso ma non avevo il coraggio, quando sono con lui riesce a dominarmi anche senza guardarmi o parlarmi.
Improvvisamente iniziò a parlarmi: ‘So come ti senti, ti ho chiesto questo incontro per chiarire la situazione. Al termine di questa giornata avrai deciso se continuare a frequentarmi o no.’
‘E’ quello che voglio’ gli risposi io.
‘Perfetto’ disse lui, ‘Vedi quello spiazzo fermati lì’.
Feci come mi disse, scendemmo e mi disse di seguirlo. Ci inoltrammo nel bosco per qualche metro fin quando non fummo sotto un albero, si fermò e mi disse: ‘Spogliati.’
Credetti di non aver capito lui me lo ripeté con voce calma e decisa.
Protestai dicendo tu sei matto, vuoi scoparmi qui con la possibilità che passi gente e ci veda, minacciai di tornarmene indietro e di lasciarlo lì.
La sua risposta fu: ‘Fai come meglio credi, hai due minuti esatti per spogliarti, altrimenti te ne puoi andare.’
Ero veramente spiazzata, la ragione mi diceva di andarmene e l’irrazionalità’ mi diceva di spogliarmi, intanto lui guardava l’orologio e mi disse che mancava un minuto.
Iniziai a spogliarmi, rimasi in reggiseno e mutandine ma disse di togliermi tutto, ero completamente nuda, alche’ lui prese delle corde che aveva nascosto vicino all’albero ed iniziò a legarmi le mani ma invece che dietro questa volta davanti.
Con mia grande sorpresa me le alzò legandole ad un ramo, fece in modo che toccassi terra con i piedi ma non era una posizione comoda.
Gli chiesi che intenzioni avesse e lui per tutta risposta mi imbavagliò, dopo di che prese i miei vestiti allontanandosi sparendo dalla mia visuale.
Iniziavo ad avere paura e a maledire il fatto di aver accettato il suo invito, avevo paura che volesse farmi del male.
Non so quanto tempo’ passò io intanto cercavo di liberarmi senza successo, quando sentii la sua voce ma non riuscivo a vederlo.
‘Ti piace questo posto cara?’
‘Si molto. Mi piace e mi eccita, non l’avevo mai fatto in mezzo ad un bosco.’
‘Ottimo, qui potrai urlare a tuo piacimento, anzi devi urlare, in modo che tutti gli animali sentano che stai godendo.’
‘Si’
Ci furono dei secondi di silenzio improvvisamente rotti da degli schiocchi e da urletti, capii che la stava frustando!
Aveva veramente superato il limite, non potevo crederci, si stava divertendo con la sua amichetta ed io dovevo sentire tutto, ero furiosa.
Cercai con maggiore vigore di liberarmi ma il bastardo mi aveva legata per bene.
Dopo un po’ sentii le urla della troia, la stavo scopando.
Andarono avanti per un bel pezzo fino a quando tornò il silenzio.
Ad un certo momento fui presa dal terrore, ed ora se va via e mi lascia qui che faccio mi chiesi.
Passarono pochi minuti che lo vidi dirigersi verso di me.
Lo guardavo con occhi di fuoco ma lui tranquillo mi sciolse e mi tolse il bavaglio; furiosa iniziai ad insultarlo a dirgli di tutto ma lui tranquillissimo mi disse ci vediamo tra mezz’ora da me.
‘Cosaaaaaaa????’ gli chiesi furiosa.
‘Ho detto tra mezz’ora da me, puntuale mi raccomando’.
Tralascio tutto quello che gli disse chiedendogli di ridarmi i vestiti.
‘Sono vicino alla tua auto’ mi rispose, allontanandosi ripetendo ‘Tra mezz’ora da me’.
Ero incazzata, delusa, amareggiata.
Corsi alla macchina dove trovai i miei vestiti, li indossai ed entrai in auto rimanendo ferma a sbollire la rabbia.
Quando mi fui calmata mi accorsi di essermi bagnata.
FINE SECONDA PARTE
Capitolo sette
Fui puntualissima dopo mezz’ora citofonai, mi aprì senza neanche chiedere chi fosse.
Salii le scale e trovai la porta aperta, mi disse di accomodarmi facendomi strada verso il salottino.
Iniziai a parlare ad alta voce dicendogli che era uno stronzo, che non poteva trattarmi cosi, che aveva superato il limite con quella cosa del bosco, che era un bastardo e tante altre cose che potete immaginare.
Lui mi ascoltava in silenzio, quando terminai di insultarlo, lui calmissimo mi disse:
‘Seguimi ti faccio vedere una cosa’.
‘Non ti seguo più me ne vado.’
‘La porta sai dov’e” fu la sua risposta.
Mentre mi stavo dirigendo verso la porta mi disse: ‘Se passi quella porta non entrerai mai più qui dentro’.
Mi girai e tornai indietro da lui dicendogli di farmi vedere quella cosa, mi portò in una stanza, la stanza delle torture.
Mentre guardavo quello che c’era lui iniziò a spogliarmi, non avevo la forza di resistere; rimasi completamente nuda e mi mise dei bracciali di cuoio che legò ad un gancio che pendeva dal soffitto, riassunsi la posizione in cui mi aveva legata nel bosco solo che ora mi aveva legata un po’ più in alto quindi dovevo stare quasi sulla punta dei piedi, ti tappò la bocca con un ball gag e mi legò le caviglie.
Senza una parola iniziò a frustarmi, non me l’aspettavo, al primo colpo sussultai tutta, mi contorsi, poi ne arrivò un secondo e rapidamente un terzo.
‘Spero che ora la finirai di fare la puttana gelosa’ mi disse e via un altro colpo di frusta.
‘Ho goduto da matti nel farti impazzire, nel farti ingelosire, nel vederti soffrire in silenzio’ altro colpo di frusta.
‘Quella sera al pub è stato divertentissimo vedere la tua espressione quando ti ho detto che non ti avrei riaccompagnata a casa’ altra frustata.
‘Quando facevi finta di non vedermi o m’ignoravi’ altro colpo.
‘Quando mi hai dato lo schiaffo’ immediatamente arrivarono due colpi in rapida sequenza e le lacrime iniziarono a scendere incontrollabili.
‘Te le faccio pagare tutte cara la mia troietta’ altri due colpi.
Ero eccitatissima, bagnata ad ogni colpo il dolore si mischiava al piacere formando un mix bellissimo ed indescrivibile.
Si fermò con la frusta, prese una sedia la mise sotto le gambe facendoci appoggiare le ginocchia, si posizionò dietro di me ed iniziò a picchiare le piante dei piedi con qualcosa che non sapevo distinguere, sembrava tipo un bastoncino.
Dopo poco iniziarono a farmi male, mi disse che questa era una tortura che praticavano nel medioevo.
Quando terminò mi rimise nella posizione di prima, si posizionò davanti a me sulle mani aveva due morsetti, tenuti da una catenella, che strinse sui miei capezzoli turgidi.
‘Guarda quant’e’ eccitata la puttanella’ mi disse mentre li metteva e un dolore lancinante si impadronì del mio corpo e i miei occhi si riempirono di nuovo di lacrime.
Dopo di che uscì dalla stanza, rimasi sola in quella scomoda posizione, ma la stanchezza si stava facendo sentire anche se continuavo a cercare di stare immobile per non far aumentare il dolore prodotto dai miei capezzoli infuocati stetti dai morsetti.
Sentii che aveva acceso la televisione e si stava guardando una partita.
Quando l’incontro finì ritornò nella stanza, rimise a posto la frusta, e rivolto a me mi disse: ‘Allora stronzetta, chiariamo una volta per tutte che tu non comandi un cazzo, io faccio quello che mi pare e scopo chi mi pare; se vuoi essere trattata da troia come oggi va bene, altrimenti una volta uscita da questa porta non farti più vedere. Pensaci. Ci vediamo domani pomeriggio alle cinque al bar dell’università’ e vieni con il mio regalo infilato, se non ti vedo per quell’ora amici come prima. Tutto chiaro?’
Feci cenno di si con la testa.
Mi liberò dicendo: ‘Per stasera è tutto, ciao.’
Tornata a casa presi sonno che erano quasi le tre di notte.
Capitolo otto
Nelle settimane seguenti ci incontrammo spesso per fare sesso, ogni volta diventata sempre più autoritario e mi faceva provare cose nuove, quando una sera’.. dal diario: ‘Stasera appuntamento alla solita ora, suono al citofono mi risponde e mi dice che una volta entrata mi sarei dovuta togliere maglietta e reggiseno e salire le scale con le tette scoperte, tentai di oppormi ma non ci fu nulla da fare.
Feci come mi aveva detto, penso che salii quelle scale alla velocita’ della luce, per fortuna non incontrai nessuno.
Appena entrata chiusa la porta si avvicinò a me e mi mise un collare dopo di che mi ordinò di mettermi a quattro zampe.
Ubbidii, allaccio un guinzaglio al collare ed iniziò a girare per la casa con me al seguito, il suo cagnolino. (O la sua cagna se preferite)
Era molto strano vedere il mondo su quattro zampe ma al tempo stesso eccitante, ogni tanto mi dava delle strattonate per farmi aumentare l’andatura, non e’ facile fare il cane quando non lo sei.
Dopo parecchi giri mi disse di alzarmi e di finire di spogliarmi, m’ispezionò e senza dire una parola mi diede una sculacciata sul culo. Saltai letteralmente sia per la forza della manata sia perché non me l’aspettavo, mi fece appoggiare con le mani al muro e continuò a sculacciarmi ma stavolta con uno sculacciatore.
Fu bellissimo, dovevo contare ogni colpo ma non dovevo assolutamente emettere alcun tipo di suono sia di piacere che di dolore, fu una cosa difficilissima.
Terminato questo mi legò le mani alle caviglie in modo che rimanessi con il mio culetto bella esposta ed iniziò a giocare con i due buchi.
Mentre faceva questo mi disse: ‘Ho visto che dietro sei stretta, presumo che non l’hai mai preso, vero?’
Io ero imbavagliata e feci cenno di si con la testa, lui mi disse che stasera mi avrebbe regalato questa cosa, la mia prima inculata!
Avevo un po’ di timore, non sapevo se avrei provato dolore, quanto, ma al tempo stesso ero eccitata all’idea, lui se ne accorse.
Lavorò abbastanza al mio buchetto prima di iniziare a penetrarmi, prima piano poi sempre con maggiore forza, era bellissimo sentirlo dentro, anche se mi stava scappando un urlo appena l’avevo sentito dentro di me, e più pensavo che era nel mio culo più mi eccitavo.
Avrei voluto urlargli più forte ma non ce ne fu bisogno, quando vide che entrava bene iniziò a sbattermi con violenza, fu una sensazione bellissima.
Venni come un fiume in piena, mentre lui mi venne sul viso.
Sono tornata a casa distrutta ma felice.
FINE TERZA PARTE
Capitolo Nove
Per festeggiare la fine dell’università’ venne organizzata una serata in un pub, una mezzoretta prima dell’appuntamento mi scrisse un messaggio nel quale mi chiedeva di indossare il suo regalino, lo feci con grande piacere.
Dal diario: ‘Arrivò puntuale, andammo con la sua auto nel pub vicino al centro, non molto grande ma accogliente. La serata trascorse tranquillamente, tra mangiare bere e sparare cazzate, lui non accennò mai al suo regalino.
Durante la serata non so quante volte venni, credo che in qualche occasione se ne sia accorto visto che qualche smorfia devo averla fatta.
Poco prima di andare via mi disse che potevo toglierlo.
‘Dai non mi va sto godendo come una porca mi piace tantissimo’.
‘Toglilo!’ lo disse alzando il tono di voce ed ebbi paura che qualcuno avesse sentito.
Riluttante feci come mi disse andai in bagno e lo tolsi.
Uscimmo dal pub ed andammo verso l’auto, entrò prima lui io dovetti aspettare perché aveva parcheggiato vicino ad un muro, quando aprii lo sportello rimasi di stucco’..c’era un grande fallo poggiato sul sedile.
‘Cos’hai non entri?’
Io feci per spostarlo ma lui mi disse: ‘No, non hai capito, ti ci devi sedere sopra non spostarlo.’
Rimasi molto sorpresa, senza parole, ma eccitata da matti, mi bagnai solo a guardarlo.
Feci come mi aveva detto mi sedetti infilandolo nella fica.
Partimmo, fu bellissimo, ad ogni buca, ad ogni minimo sussulto godevo, ogni tanto chiudevo gli occhi per rilassarmi e sentirlo di più ma lui mi diceva di guardare la strada.
Io non me ne accorsi ma lui accese il vibratore con il telecomando ed io ebbi un sussulto non mi aspettavo che vibrasse, fu ancora più bello.
Stava facendo un giro molto più largo della solita strada, quando dopo una curva un carabinieri ci intimò di fermarci, terrore!
Fui presa dal panico: ‘Ed ora che facciamo?’ gli chiesi.
‘Niente che vuoi fare, mica è reato andare in giro con un vibratore nella fica.’
Pensavo: ‘E se mi fanno scendere, sai che figura! Con questo cazzo nella fica, tutta bagnata, sai che vergogna.’
Si fermò ci chiesero i documenti, mentre uno si era allontanato per eseguire i controlli, l’altro con il mitra era vicino alla macchina dalla mia parte, lui aumentò l’intensità’ della vibrazione’..
Fu la prova più dura della mia vita, cercare e riuscire a non fare smorfie e a non emettere mugolii.
Non appena ci riconsegnarono i documenti e ci fummo allontanati emisi un urlo di piacere che penso si sia sentito a chilometri di distanza.
Una volta a casa sua mi disse che aveva fatto apposta a passare in quella strada perché sapeva che c’erano i carabinieri, aveva voluto essere fermato di proposito”
Quella sera mi tenne legata in vari modi per quasi tutta la notte durante la quale mi scopò in tutte le maniere possibili.
La mattina tornai a casa letteralmente distrutta ma infinitamente felice.
Capitolo dieci
Dal diario: ‘Finalmente è arrivata la laurea, sono felicissima! Ora ci vuole un periodo di meritato riposo e poi sotto a cercare lavoro.’
Continuai a frequentarlo ancora per un anno ma poi per lavoro dovetti trasferirmi e piano piano interrompemmo i nostri contatti.
Lavoravo per una multinazionale nel settore delle tecnologie, il lavoro mi piaceva molto mi assorbiva gran parte della giornata e la sera tornavo a casa stanchissima.
Frequentai alcuni uomini fino a quando conobbi colui che poi sarebbe diventato mio marito.
In quel periodo non venni sottomessa molte volte, solo ad uno di loro piaceva parecchio legarmi ma si limitava a quello.
Con mio marito facevo del sesso ‘normale’, mi legava ogni tanto perché glielo chiedevo io ma soprattutto gli piaceva da matti incularmi cosa che a me non dispiaceva affatto.
Per il mio 35.o compleanno mi portò fuori a cena e mi fece un regalo, lo aprii al ristorante e rimasi di stucco, era un completino supersexy.
Vedendo la mia sorpresa mi disse: ‘Non te l’aspettavi vero? Stasera ti voglio fare una sorpresa, ti scoperò in maniera diversa.’
Fui sorpresa da questa cosa, sorpresa ed intrigata, infatti non vedevo l’ora di tornare a casa per vedere cos’aveva in mente.
Saliti in auto mi disse: ‘Bene cara ora indossa il completino’
‘Ma stai scherzando? In macchina? E se mi vedono?’
‘Chi se ne importa, moriranno d’invidia nel vederti.’
Era una cosa che non avevo mai fatto ma l’idea mi piaceva da matti e cosi cominciai a cambiarmi.
Ricordo che eravamo fermi ad un semaforo venimmo accostati da una macchina con un uomo ed una donna, l’uomo distrattamente girò lo sguardo verso di noi io ero mezza nuda, girò la testa verso la donna che era in auto con lui, la quale evidentemente gli stava parlando ma immediatamente rigirò la testa verso di me, aveva focalizzato ciò che aveva visto.
Mi fissava a bocca aperta, la sua donna volle vedere anche lei e si sporse, rimase anche lei sorpresa e poi gli mollò uno schiaffo.
Il semaforo divenne verde e ripartimmo, entrambi stavamo ridendo come pazzi.
Arrivammo a casa che mi ero completamente cambiata, mio marito mi disse di salire cosi senza nulla sopra.
Feci come mi disse, ero già bagnata, mi stava facendo un bellissimo regalo di compleanno.
Entrati in casa mi prese le mani, le portò dietro la schiena e le bloccò con delle manette, mi fece sedere e mi disse: ‘Sono sicuro che questo regalo di compleanno ti piacerà moltissimo. Non avevo capito fin dall’inizio che ti piacesse questo genere di sesso, ma il fatto che mi chiedevi di legarti mi ha fatto riflettere e cosi ho pensato di farti questo regalo.’
Io ero felicissima e gli risposi: ‘Mi hai fatto, anzi mi stai facendo il regalo più bello che potevi farmi.’
‘Questo è solo l’inizio, cara’ mi disse mentre si spostava dietro di me e mi metteva una benda sugli occhi.
Io mi rilassavo pregustando quello che sarebbe accaduto in seguito, sentivo lui che si muoveva nella stanza ma non riuscivo a capire cosa stesse facendo.
Lo sentii avvicinarsi e m’infilò un vibratore nella fica, era molto grande, non fece molta fatica a farlo entrare giacché ero già bagnata, iniziai a gemere di piacere.
Per un po’ lo fece entrare ed uscire poi lo lasciò dentro e si allontanò da me e dopo pochi secondi iniziò a vibrare, una scarica di piacere mi pervase tutto il corpo sia per la vibrazione e sia per il fatto che pensavo a lui che mi guardava.
Quando ebbe finito con il vibratore ero venuta già due volte, mi fece alzare, mi tolse le manette e mi fece piegare su uno sgabello che avevano in salone, mi legò le mani e le caviglie alle zampe dello stesso in modo che rimanessi piegata a 90.
Mi sentii infilare qualcosa nel culo ma non capivo cosa fosse, sentivo che faceva fatica ad entrare ma poi piano piano la spinse dentro.
‘Cos’e’ che mi hai infilato?’
‘Una candela, cara.’
‘Stai scherzando?’
‘No no, ora l’accendo, mi raccomando vedi di non farla cadere, altrimenti rimani cosi fino a domattina.’
Fu una sfida non facile da vincere anche perché lui intanto mi mise del ghiaccio sulla schiena e poi venne a mettersi davanti a me facendo sbattere il suo cazzo sul mio viso, cercai di prenderlo in bocca ma non ci riuscii.
Quando la candela fini di bruciare la tolse ed iniziò a frustarmi con la cintura, all’inizio colpi leggeri poi sempre più forti.
Con il culo in fiamme, mi slegò da quella posizione scomodissima, mi legò le mani di nuovo dietro la schiena mi fece inginocchiare e me lo mise in bocca.
Fu uno dei pompini più belli che feci in vita mia, piacque molto anche a lui perché mi inondò la bocca e la gola di sperma, non riuscii ad ingoiarlo tutto.
Mi legò al letto iniziandomi a leccare tutta dalla punta dei piedi alla testa, giocò molto con le mie tette ed alla fine mi scopò.
Fu una delle scopate più belle che abbia mai fatto.
FINE QUARTA PARTE
Capitolo undici
Un anno dopo mi fece un altro regalo inaspettato, una sera mi disse di accompagnarlo in cantina, non capii ma lo seguii.
Arrivati nella cantina, accese la luce e notai subito che c’era qualcosa di nuovo, un gancio pendeva dal soffitto, capii subito, mi girai lo guardai e senza dire una parola, iniziai a spogliarmi.
Quando fui nuda gli porsi le mani, le legò e mi appese al gancio, riuscivo a toccare a malapena il pavimento con i piedi, alle caviglie mi legò un divaricatore di gambe, era una posizione molto scomoda.
Iniziò a farmi girare piano piano mentre mi diceva: ‘E le sorprese non sono finite cara’.
Cosi dicendo prese una frusta la fece schioccare davanti a me e poi iniziò ad usarla prima sulla mia schiena, sul culo ed anche sulle gambe, ogni colpo era un grido di piacere.
Mi frustò per dieci minuti fino a quando non vide che ero bagnatissima, mi sciolse e mi sbatté contro il muro prendendomi con la forza facendomi sentire sua solo sua.
Venne due volte la prima volta dentro e la seconda sul viso.
Quando finimmo mi ordinò di risalire in casa in topless.
Una sera comprò un film erotico-porno in dvd e per vederlo mi legò ad una sedia infilandomi il vibratore nella fica ed azionandolo a diverse velocita’ in base alle scene del film, potete immaginare come ero combinata quando terminò il film.
Mi sciolse e m’inculò.
Diverse volte mi venne ordinato di non indossare l’intimo, una volta durante un’importante riunione di lavoro una mia collega se ne accorse ma fece finta di niente.
Terminata la riunione mi avvicino e mi chiese come mai non portassi le mutandine le risposi che era molto più eccitante cosi.
Due giorni dopo la rincontrai al bar, avvicinandosi mi disse in un orecchio: ‘Avevi ragione tu è molto più eccitante’ sorridendomi, io risposi al suo sorriso strizzando l’occhio.
Raccontai questo fatto a mio marito e lui il giorno dopo mi diede un pacco dicendomi che lo avrei dovuto consegnare alla mia collega doveva essere un mio regalo per lei.
Subito m’insospettii, gli chiese più volte cosa ci fosse ma lui non volle dirmelo, ovviamente mi aveva ordinato di non aprirlo.
Non vi nascondo che la tentazione fu fortissima, immaginavo che c’era qualcosa di sessuale e sinceramente mi vergognavo parecchio.
Passarono i giorni ed io non avevo il coraggio di consegnarlo fin quando mio marito mi mise davanti ad una scelta: ‘O glielo consegni tu o ci penso io.’
Lei non conosceva mio marito, sapevo che era divorziata e che al momento viveva sola, un pomeriggio mi feci coraggio e la invitai al bar per un caffè.
Chiacchierammo di lavoro, ad un certo punto presi fiato, contai fino a tre e le dissi: ‘Ho preso questo pensierino per te.’
Lei rimase sorpresa a dire poco: ‘Pensierino per quale motivo, scusa.’
Non sapevo che rispondere, le dissi: ‘Andiamo in quell’angolo, ci sediamo lo apri e capirai.’
Sempre più perplessa mi seguì al tavolino all’angolo, ci sedemmo, aprì il pacchetto, rimase a bocca aperta, sgranò gli occhi, non sapeva cosa dire.
Mi guardò chiedendomi cosa volesse dire quella cosa
Nel pacchetto c’erano delle palline molto simili a quelle da golf legate da un filo doppio di nylon ed entrambe sapevamo benissimo l’utilizzo.
La sera raccontai tutto a mio marito che si complimentò e per premio m’inculo’ con forza, come piaceva a me.
Siamo arrivati alla fine del racconto, ho 50 anni, per fortuna ben portati, continuo a scopare in maniera soddisfacente, mio marito ancora continua a legarmi e ci divertiamo molto insieme, spero tra altri 50 di raccontarvi altre mie avventure, intanto vi saluto e vi ringrazio per l’attenzione.