C’era una sala dove ogni donna veniva messa a 90′ ed a gambe aperte, su un carrello particolare, nel quale le gambe venivano fissate con dei lacci, in corrispondenza delle caviglie, e delle ginocchia, una cinghia o comunque un laccio poteva esser messo sulla vita della ragazza, i polsi erano bloccati da due manette e la testa era fissata con un sistema che si ispirava al principio del blocco per le ghigliottine.
Tutto questo sistema era fissato su un carrello mobile.
In questo modo le tette penzolavano ed erano facili da mungere, leccare, usare.
Le gambe erano facili da tenere distese e aperte a proprio piacimento.
In questo modo ogni singola ragazza veniva parcheggiata in quella posizione , in una vetrina, pronte per esser scelte da altri maschi .
Il carrello era facilissimo da muovere, leggero, estremamente facile da far girare, così che uno la poteva guardare alla fine anche davanti, il viso, ma spesso venivano posizionate da dietro, in modo da poterla ammirare analmente,
Ogni uomo, passava, le guardava, si sceglieva quella che più gli piaceva e poi impugnando il carrello, come fosse quello del supermercato, se lo spingeva nella poltrona a lui più congegnale.
I carrelli erano fatti in modo che le ragazze fossero in posizioni comode per i degustatori, si i porci potevano così sdraiarsi sulle poltrone reclinabili e tirare a sé la fighetta scelta, e fare in modo ad esempio di trovarsi la nuca comoda sul poggiatesta e le labbra delle figa all’altezza giusta, di fronte alla propria bocca.
I carrelli erano molto sofisticati, erano pensati per viziare i diversi porci, perché girando delle rotelline si poteva regolare senza fatica l’altezza della figa, delle tette, della bocca, la pendenza del corpo della ragazza.
Inoltre c’era una ruota con la maniglietta che permetteva di dare un moto armonico al corpo della prescelta, ad esempio avanti ed indietro, su è giù per il bacino oppure su e giù della bocca.
Era inoltre possibile far dondolare la bambola avanti ed indietro, che era diverso che spostarla avanti ed indietro.
Inoltre tutto questo si poteva fare con movimenti più o meno ampi, e più o meno intensi e veloci.
In pratica i viziosi, i guardoni, insomma i porci che fino ad allora dovevano sempre trovarsi in posizioni scomode, in quel caso, potevano sentirsi viziati e coccolati.
Poi dopo che uno si stufava della stessa, la riportava in vetrina, e se voleva ne provava un’altra, e poi cosa importante compilava un giudizio sulla ragazza; l’aspetto fisico di ogni parte del corpo, il grado di morbidezza, quanto fosse liscia e vellutata la pelle, quanto fossero sode le tette, il culo, quanto sentiva stretta la passera, come succhiava, quanto succhiava, la larghezza della bocca, la sua bravura, quanto usava la lingua, il suo sguardo, se mai lo si avesse visto.
Il suo grado di timore, paura, quanto fosse troia, se la passera si bagnava, quanto e dopo quanto tempo, oppure rimaneva asciutta.
In questo modo, il cliente passava per la vetrina, si trovava le ragazze posizionate sul carrello che giravano su se stesse, in modo da potersele guardale, palparle un po’ e poi magari fermarle con la bocca verso la vetrina e mentre facevano tutto questo potevano leggere le valutazioni, le sue caratteristiche e quindi poter scegliere con un minor rischio di rimanerne deluso.
Nella vetrina in corrispondenza della bocca c’era un buco, come quello per far passare il tubo del condizionatore, ma qui invece passava solamente un’unica cosa: il cazzo del potenziale cliente.
C’era lo spazio nel vetro per far passare la mano e regolare l’altezza della testa della vittima prescelta.
In questo modo il cliente assaporava il sistema comodo per posizionare la ragazza e poteva assaggiare per qualche secondo cosa voleva dire muovere la testa e quindi la bocca della donna, con il ritmo, l’apertura, la profondità desiderata, che logicamente con quel sistema, era incondizionato al volere o meno della donna, e lo si vedeva proprio da lei che cercava di opporsi inutilmente’.e questo dava forza , coraggio ai più timidi ed eccitazione a tutti gli interessati.
I più porci si divertivano quando vedevano le ragazze piangere, a togliergli le lacrime dal viso, dalle guance col proprio cazzo e poi in modo molto dolce e delicato inserire la cappella dentro la boccuccia, usando così le lacrime come lubrificante per scappellarlo.
Quindi si atteggiavano come persone che volevano molto bene alle vittime, fingevano che erano dispiaciuti al destino delle ragazze e che quindi per il bene che le volevano, cercavano di coccolarle, di accarezzarle, quindi di non trattarle male, ma logicamente questo secondo il loro punto di vista.
Quindi si, loro accarezzavano le guance delle povere ragazze’ma col loro cazzo, erano si delicati, ma comunque inserivano anche se con delicatezza, le loro cappelle dentro la boccuccia, e molto lentamente, parlandogli cercando di confortarle, le inserivano il cazzo completamente fino in fondo.
Sempre in modo delicato, dopo che tutto il cazzo era dentro la boccuccia, dicendole che lo facevano perché altrimenti stavano male nel sentirle piangere e che quindi quasi le soffocavano, per non soffrire, per non sentire’i loro pianti, godevano come dei porci perché la cappella toccava contro la trachea, la gola, la lingua. A quel punto con entrambe le mani accarezzavano la testa, i capelli, le orecchie, la gola, e facendo finta di accarezzarle con amore e quindi con piacere, invece dirigevano la testa , magari la coda da cavallo’che qualcuna aveva.
Quindi questi porci cercavano di nascondere a se stessi la loro perversione, che era peggiore di quella di un classico porco che le prendeva , abusava di loro e poi basta.
Loro prendevano in giro le ragazze e soprattutto se stessi, e questo gioco era più perverso.
Tutti i dati ricavati dal questionario di soddisfazione del cliente, venivano messi sul carrello della sfortunata, così i futuri clienti potevano valutare, i giudizi e scegliere, oltre che guardandole, quella a loro più consona.
Inoltre i giudizi venivano consegnati ai singoli mariti i quali almeno si facevano un idea, delle considerazioni degli altri, sulla propria moglie.
Per i mariti era importantissimo, ci tenevano nel sapere cosa pensavano gli altri mariti e gli altri uomini, o i clienti esterni ed inoltre, per le persone di fuori che dovevano pagare, logicamente, all’aumentare dei voti, del punteggio, aumentava il valore.
Questo incitava i mariti a sentirsi padroni di un oggetto di scambio, ne aumentava l’orgoglio.
Di conseguenza se i giudizi non erano soddisfacenti, spesso i mariti usavano questa scusa come pretesto per castigarle, e dare spazio alle loro fantasie più immani.
Certe femmine , magari appena usate, e riportate in vetrina, in esposizione, pronte per esser usate nuovamente, venivano tenute ferme, perché magari avevano raggiunto l’orgasmo e quindi venivano mantenute con la passera rivolta verso il vetro, così da mostrare a tutti i passanti il liquido colare. Tutti i maschi dovevano sapere e parlarne di fronte alla sventurata, che lei aveva goduto, che a lei era piaciuto ricevere le attenzioni di un maschio.
Quindi veniva mostrato nel questionario anche il numero di volte che godevano, perché i più porci impazzivano, pagavano oro per leccarne il liquido, il piacere ed inoltre desideravano farle godere nuovamente, per renderle come degli stracci.
Più una femmina godeva, e più i bastardi la volevano far godere, sia perché magari alla femmina dava fastidio, sia perché la portavano di volta in volta a degli stadi di sfinimento, a tal punto da svenire.
Si proprio così il loro corpo risultava a penzoloni, peso morto, senza reazioni, come fosse una bambola di carne viva ma inerte, solo da palpare, leccare, riempire, innaffiare, insomma uno straccio su cui pulirsi, per non sporcare in giro il pavimento.
Io allora portai mia moglie, venne presa, spogliata e sistemata sul carrello, io non potevo farmi vedere da lei, perché mi dicevano, che il fatto di sentirsi sole, le rendeva ancor più suddite, e questo non faceva che aumentare il piacere dei maschi.
Venne portata, tirata verso il carrello, il tutto davanti al pubblico, per farli eccitare un po’, messa in vetrina e fatta girare, indossava ancora le mutandine aperte sotto, in corrispondenza delle labbra in modo che tutti capissero i suoi gusti’, da zoccola, ed il reggiseno a balconcino trasparente, mentre sotto portava delle autoreggenti trasparenti con la riga .
A questo punto una volta legata ben bene, venne fatta girare e dopo che il pubblico era aumentato e ben incuriosito, con un coltello, quando le tette erano di fronte al pubblico, lei messa a 90′ venne tagliato il reggiseno, come quando si taglia la cordicella del salamino. Di colpo i suoi bellissimi seni, quarta di taglia, caddero giù di botto, penzolando come caciotte, con un wow generale degli intenditori.
Lei col viso vide tutto, vide l’attenzione loro nel volerle vedere. Dopo un minuto di esposizione diretta, venne fatta girare nuovamente e di nuovo dopo qualche giro venne fermata con la figa posizionata di fronte a tutti.
Qui, mia moglie, fu lasciata almeno un minuto, vedevo le sue gambe che si agitavano, sentiva le attenzioni del pubblico, tremavano ma non per il freddo, bensì per l’eccitazione, lei sentiva il calore dello sguardo.
Le cosce aperte, divaricate a 30 ‘, il culo rivolto verso il pubblico e le labbra della figa verso il basso, ma anche un po’ rialzate. Lasciata lì i commenti dei porci andavano avanti, la commentavano e lei provò piacere a tal punto da inzuppare gli slip.
Dopo prese le forbici, venne ampliata l’apertura preesistente , eccitando ulteriormente il pubblico e pian piano vennero trasformate in brandelli per poi esser tolte e lanciate tra il pubblico, quello straccio si era già imbevuto di succo’.succo di figa!!
Dopo un paio di minuti il carrello iniziò a girare ma con le gambe belle aperte, le labbra della figa ben esposte, e le tette ben penzolanti, ed il viso rivolto in avanti, con i capelli raccolti a cipolla.
I più viziati e viziosi si sedevano sulla poltrona, e con un pulsante con un sistema completamente automatizzato si facevano scorazzare sotto ai propri occhi tutte le fighette in modo da scegliere quella a loro più congegnale.
Il sistema era fatto in modo tale che grazie ad una rotaia le fighette venivano fatte passare una dietro l’altra in corrispondenza della comodissima poltrona dove il maschio le aspettava per gustarsele e sceglierle.
C’era chi chiudeva gli occhi e la sceglieva in base al profumo che la femmina emanava, chi sempre ad occhi chiusi, voleva sentire la morbidezza del loro corpo.
Le poltrone erano morbidissime ed avevano ogni tipo di confort, molti stringevano il poggiatesta in modo da non dover neanche sprecare energia nel sostenere la testa e neppure pensare a farlo , verso destra o verso sinistra, erano ancor più viziati dei bambini.
In sotto fondo c’era la possibilità di ascoltare musiche di rilassamento, in modo che non ogni muscolo fosse rilassato. I maschietti in questo modo usavano tutte le loro forze solo per tenere la bocca aperta a metà’.ma per ore.
Altri volevano sentire le femmine direttamente , le volevano sentire ansimare, piangere, godere.
Erano stati creati anche delle play list , cioè come degli album dove si sentivano o una in seguito all’altra o una alla volta , le voci delle femmine’.c’era l’album con loro che ansimavano, un altro con loro che godevano, un altro con loro che piangevano, un altro con loro che imprecavano , insomma c’era spazio per tutte le perversioni.
Stando comodi sulla poltrona, potevano reclinare lo schienale, sdraiarsi o quasi e portarsi la fregna in corrispondenza della propria lingua.
Così con la lingua si gustavano il nettare, con tranquillità, si regolavano le labbra della coniglietta in una posizione a loro estremamente comoda, e poi se non volevano neanche sprecare energie per muovere il loro dolce avanti ed indietro, ci pensava un motorino elettrico che loro regolavano di volta in volta attraverso un jostick , una levetta.
Non era importante se la ragazza doveva stare per tutto il tempo con le gambe forzatamente aperte e in balia sua, era importante coccolare i maschi e schiavizzare le femmine’
Quindi volendo lui poteva sonnecchiare e di tanto in tanto quando si svegliava, aprire quel poco la bocca, senza neanche riaprire gli occhi, come se avesse la cannuccia di una bibita affianco alla bocca, ma al posto di dare una succhiatine di aranciata, davano una leccata di figa. Bastava abbassare di 3 millimetri o il clitoride o le labbra rosa e dare una leccata come fosse un gelato e gustarne il nettare come fosse un vino e poi magari riprendere a sonnecchiare.
Si, con una o due leccate, si metteva in bocca la quantità di umore della femmina che più gli andava e se la teneva in bocca, se la faceva passare dalla lingua al palato e ne apprezzava il gusto fresco, appena fatto, il nettare caldo, appena sfornato.
Se voleva le metteva delle pinzette che le avrebbe tenuto le labbra sempre aperte, in modo che di volta in volta che si creava sarebbe colato in continuo sulle sue labbra’
Succedeva che magari per qualche ora il maschio riposava e quando si svegliava di colpo senza preavviso si accaniva sulla sventurata, magari perché gli era venuta voglia di farsi una scorpacciata di nettare, un’ abbuffata. Lei era come una torta alla crema, come dei popcorn come qualsiasi cosa che potesse mai dare gusto.
Allo stesso modo poteva muovere la testa della sventurata sul suo fallo, con i movimenti più impensati.
Poteva lasciarle il suo pene dentro la boccuccia della ragazza per ore, e chiederle quando voleva magari di leccarglielo e basta, oppure di succhiarlo con le labbra o mordicchiarlo con i dentini.
Poteva ordinare a lei, pena per lei dolori sulle tette o altri punti, di succhiarglielo continuamente, oppure solo di tenerglielo in bocca e farsi fare ogni tanto qualche leccata’
Era stata creata inoltre la poltrona dei sogni, in pratica la testa si appoggiava sui seni, cioè c’erano due possibilità, o il maschio appoggiava la propria testa in mezzo alle tette di una sola schiavetta e quindi i seni venivano usati come poggia testa laterali e lui stava bel comodo e poteva leccarle e magari attaccarsi ai capezzoli, oppure si utilizzavano due ragazze una di fronte all’altra e i loro seni venivano fatti combaciare in modo che si alternassero e quindi si avevano n.4 tette e l’uomo avrebbe appoggiato la propria testa su questo cuscino di seni.
Il resto della poltrona era costituito sotto il suo corpo dai glutei delle schiave e come braccioli altri seni.
Qualcuno invece preferiva avere anche come cuscino dei glutei, ma insomma c’era spazio per tutti.
Questo era un posto dove settimanalmente si provavano e studiavano nuove soluzioni per la soddisfazione del maschio’
‘.la ricerca va avanti’, appena verranno inventate nuove macchine’verrete aggiornati’