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Fedora era entrata nel mio bagno per farsi quella doccia che tanto desiderava. Si era lamentata che si era sentita sporca e anche un po’ puzzolente. Colpa mia, aveva aggiunto, avendola io ricoperta in quel modo con il mio liquido seminale.

La sentì canticchiare a bassa voce nella sua lingua sotto la doccia. Ne ero felice perché evidentemente si stava finalmente rilassando. Fu una doccia eterna ed io ebbi il tempo di apparecchiare la tavola, preparare il tipico piatto italiano che mi ero ripromesso di offrirle e soprattutto preparare il reparto vini. Avremmo pasteggiato con un Sauvignon e un Chardonnay di annata. Ma non poteva naturalmente mancare l’aperitivo che amavo preparare in certe occasioni per tutte le mie donne ospiti. E quella che stava per crearsi era proprio una di quelle! Dolcissimo, l’intruglio da me solo conosciuto e con cura preparato, nascondeva il suo notevole grado alcolico.

Tutte le mie belle ospiti l’avevano apprezzato e si erano poi sempre molto rilassate dopo solo un po’ averlo sorseggiato. Anche le più agitate, inizialmente le più insofferenti, alla fine si erano mostrate le più docili ed obbedienti. Fino ad accettare alla fine persino di farsi anche sborrare in faccia. Ma soprattutto a farsi così pure riprendere dal fotografo. L’istinto mi diceva che ciò si sarebbe molto probabilmente meravigliosamente verificato anche con la bella Fedora che, dall’inizio e fino ad allora si era mostrata così dubbiosa e ritrosetta! Sì, aveva proprio fatto un po’ i capricci…

Tutti questi pensieri si affollavano nella mia mente. Ma oramai…. Era tutto pronto.

Per la cenetta bisognava solamente buttare la pasta. Sarebbe stata pronta quando anch’io sarei uscito dalla doccia che sentivo di dovermi fare.

Fedora finalmente uscì dal bagno. “Non sono molto presentabile, così! – disse subito lei tutta rossa in volto e visibilmente imbarazzata – Ma come ti vizi, uomo! I tuoi asciugamani sono tutti profumatissimi e in pura seta ma piuttosto piccoli… Solo uno per fortuna è un po’ più grandicello ma… Uffa! E’ sempre molto, molto piccolo… Insomma! Sono proprio quasi mezza nuda, così!”

Fedora apparve sulla soglia del bagno ed effettivamente così era bellissima. Anzi, così poco vestita, era semplicemente favolosa! Un altro asciugamano più piccolo si era trasformato in un turbante che le raccoglieva i suoi lunghi capelli neri e l’altro, appena un po’ più grande, le copriva il corpo. Ma era stato annodato un po’ frettolosamente con due piccoli nodi. Uno sotto l’ascella e l’altro all’altezza dell’anca. Lateralmente permetteva la visione di uno spacco vertiginoso, totale. Non lasciava dubbi, sotto, sulla completa nudità della giovane donna. Ben visibile ed eccitantissima notai la strisciolina strettissima bianca e candida che il laccetto del bikini le avevo lasciato sulla pelle abbronzata. Ma soprattutto con le sue dimensioni ridottissime l’asciugamano copriva a stento quello che lei non voleva mostrare dei suoi piccoli seni. E, sotto, ancor più a fatica nascondeva solo quello che lo slippino che non c’era più aveva prima sempre nascosto. Con le sue lunghissime gambe tenute strettissime, oltre che maliziosamente un po’ sovrapposte ed incrociate, lei rivelava tutto il suo timore di esibire qualcosa che non voleva proprio mostrare.

“Eccomi… – quasi sospirò a bassa voce – Posso accomodarmi così al suo tavolo, mio signore? Ho una fame… Mi scuso per l’abbigliamento… Non è proprio adatto alla situazione ed al posto…” “Sei meravigliosa, Fedora! – risposi subito – E sono sicuro che nuda lo saresti ancora di più! “Ma Fabio! – brontolò subito lei – Ma cosa mi dici…” “Scusami, Fedora… È la mia deformazione professionale…”

Lei mi guardò torva. “Deformazione professionale? – chiese subito lei indubbiamente incuriosita da quelle parole – Non capisco…”

Dopo qualche secondo di silenzio le risposi a voce bassa. “Ho anch’io bisogno di una doccia rinfrescante. Ti invito intanto ad esplorare un po’ il mio studio fotografico. Spero che tu apprezzerai le cose che sono esposte sulle pareti. Sono un po’ particolari ma indubbiamente frutto della mia professionalità! Non entrare però nella stanza in fondo…” “Va bene… – la sentii replicare dopo avermi elargito un sorrisetto molto preoccupato ma pure incuriosito mentre varcavo la soglia del bagno – Ho intravisto già qualche tua creazione di un certo tipo all’ingresso. Sono indubbiamente molto particolari…” Ne dedussi che le piacevano le foto di un certo tipo.

Entrai nel bagno lasciando spalancata la porta. La vidi uscire dal salottino e dirigersi verso il corridoio dove avrebbe apprezzato la collezione di foto. Nudi, indubbiamente tanti nudi di donna. Donne belle che evidentemente avevano in passato apprezzato di posare così per me. Per molte di loro erano state le prime di una lunga serie di scatti che le aveva viste come splendide protagoniste. Quelle che Fedora si apprestava a vedere erano le immagini più artistiche, ma forse anche le meno audaci. Insomma, non quelle della collezione a luci rosse! Mi eccitai egualmente però all’idea che Fedora vedesse per il momento quelle belle donne di tutte le età che avevano voluto posare per me così. Senza dubbio anche nude. Completamente nude!

A fatica controllai l’erezione che mi colse sotto la doccia. Non mi aiutò il vedere Fedora poco dopo fermarsi per un attimo dietro la porta del bagno, certa di non essere vista e sbirciare sotto la doccia il fotografo nudo che era stato l’autore di quelle creazioni artistiche che aveva appena visto ed evidentemente apprezzato!

Pochi secondi dopo la vidi passare velocemente davanti alla porta spalancata del bagno e scappare verso il tavolo già imbandito.

Mi coprì con un asciugamano che a malapena mi ricopriva l’erezione che perdurava e la raggiunsi. La trovai seduta con gli occhi ancora spalancati con le gambe completamente scoperte e accavallate. Le braccia erano invece tenute conserte sul ventre.

Le versai in un enorme flut l’aperitivo. Sarebbe stato il primo di una lunga serie. “Grazie! Com’è buono! – esclamò subito lei dopo un sorso – E com’è dolce!” Senza esitazione le riversai nel bicchiere un’altra dose dell’aperitivo che aveva tanto gradito.

“Grazie! – mi ringraziò subito lei – E’ buonissimo ed io ho proprio una gran sete… Ma devo stare attenta a non esagerare!”

La vidi svuotare quasi per intero il bicchiere. Io non persi tempo e nuovamente glielo riempì. Lei mi guardò preoccupata piegando di lato il volto. “Ora basta, Fabio! – gemette per un istante – Io sono russa ma non reggo tantissimo l’alcol… Non sono abituata… Non vorrai mica ubriacarmi!” “Ma no, Fedora! – volli tranquillizzarla ed a mia volta vuotai il mio bicchiere – Vorrei solo che tu fossi serena, spensierata e magari anche un po’ allegra…”

Lei mi sorrise più tranquilla e si gettò sul piatto di spaghetti conditi abbondantemente di crostacei di ogni tipo. La giovane donna russa non sapeva probabilmente quanto fossero afrodisiache in particolare quelle piccole aragoste. E non avevo fatto naturalmente mancare il peperoncino.

“Tipica cucina italiana, mi sembra… – commentò lei – Saporita e tanto piccante, vero?”

La osservai e dopo averle chiesto se preferiva lo Chardonnay o il Sauvignon sollevai il suo calice del vino. “Sauvignon… – mi rispose – Ma versamene solo un po’, per favore…” “Quanto ti sarà sufficiente per il brindisi iniziale della nostra cenetta… – le risposi subito – Non è possibile che io brindi da solo in compagnia di una bella donna come te!”

“Ma Fabio! Cosa mi dici… Mi stai corteggiando?” “Certo, Fedora… Sei bellissima! Così, adesso, qui…” “Ehi, uomo, mi stai mettendo in imbarazzo, così! Ti comporti in questo modo con tutte?” “Adesso ci sei tu, Fedora, ed ho tanta voglia di te… Donna, femmina e spero, perché no, soprattutto mia meravigliosa prossima modella”.

A quella parola la vidi trasalire mentre stava assaporando lo spaghetto. Mi fissò per qualche istante evidentemente parecchio agitata ma pure incuriosita. “Modella? – mi chiese appena ripresasi dalla sorpresa – Cosa intendi? Non capisco…”

Io ero sicuro che la giovane donna avesse già capito benissimo le mie parole. Sapeva benissimo quali fossero le mie intenzioni. Era indubbiamente un po’ agitata e pure un po’ preoccupata per questo ma nello stesso tempo si sentiva già un po’ euforica e pure incuriosita per come era entrata in un mondo che non aveva mai conosciuto prima.

Le concedetti una piccola pausa durante la quale disquisimmo sulla bellezza dell’Italia e della bontà della sua cucina. E dei suoi uomini, aggiunsi subito dopo. La vidi di nuovo un po’ irrigidirsi ed abbassare un po’ lo sguardo. Io continuai allora nell’elencare le sue innumerevoli doti di giovane donna. “Ruffiano ed adulatore! – sospirò allora lei miagolando – Sai bene come trattare una donna, tu! Metterla a suo agio e farla star bene. Per ottenere poi magari quello che desideri da lei! Sbaglio?”

Io mi mostrai un po’ infastidito e mi rabbuiai. “Scusami! – si scusò allora subito lei – Non meritavi le cattiverie che ti ho detto. Tutto quello che ho fatto con te lo desideravo anch’io… Non tutto… Ma abbastanza…” Io allora sorrisi e riempì di nuovo i nostri bicchieri. Il suo piatto era vuoto e lei mi parve assetata.

“Fabio, ti prego, non farmi bere troppo! – sospirò allora lei – Non mi sono mai trovata in una situazione come questa e non voglio rovinare tutto bevendo un po’ troppo. Ogni cosa è molto piacevole, qui… Mi piace il posto, la situazione che hai creato e soprattutto, come hai certamente intuito, mi piaci tu! Maturo uomo italiano. Per questo sono un po’ agitata, non so quale sia il mio limite nel bere e non vorrei perdere il controllo di me stessa… Insomma, qualsiasi cosa io possa fare, preferirei perdermi nell’atmosfera che hai creato, tra le tue braccia e non inebriarmi tra i fumi dell’alcol! Sì, mi piacerebbe di più come prima, quando ci siamo baciati. Mi è piaciuto tanto, sai… Anche se non ho ancora dimenticato il mio moroso…”

La guardai e le sorrisi. Lei si sentì ancora una volta sollevata dal mio sorriso. Mi alzai e dal frigo estrassi due enormi babà. Li annaffiai con un abbondanti spruzzi di panna. Lei evidentemente golosa strabuzza gli occhi ma voracemente si buttò sul dolcetto napoletano e sulla panna che lo affogava. Si comportò come una bambina golosa e fu bellissimo vederla riempirsi di cioccolato e sporcarsi la bocca e le labbra con tanta panna. Mi guardò chiedendomi scusa per quel comportamento fanciullesco.

Io sorridendo le ordinai allora di stare ferma così. Presi la macchina fotografica e le scattai la prima foto. Fedora feci finta di nulla e sorrise. “Deformazione professionale! – aggiunsi io quasi per giustificarmi – Eri così carina…”

“Lo immagino! – replicò subito lei ripulendosi frettolosamente le labbra di panna – Solo deformazione professionale, vero?” “Sì, Fedora! Eri bellissima con la tua bocca strapiena di panna! Mi hai ispirato! Lo confesso…” “Ma Fabio… – gemette subito lei – Ma cosa dici… Sei proprio uno sporcaccione, tu… Non sono mica sciocca”

Notai un violento rossore sulle sue guance e la vidi imbarazzata abbassare lo sguardo. Pensai che fosse giunto il momento di partire con quella che sarebbe stata l’iniziazione di Fedora. Presi la bottiglia di Grand Marnier e versai il dolcissimo liquorino in due bicchierini. “Ma Fabio! – sospirò lei miagolando – Anche questo devo bere? Dopo quell’aperitivo e tutto quel vino!” “Ti piace Fedora il Grand Marnier? – le chiesi conoscendo già la risposta – E’ dolce e piace alle donne…” “Oh Fabio, lo adoro! – aggiunse infatti subito lei – E’ dolce, un po’ cremoso… Sì, sì, mi piace proprio berlo.”

Si rese subito conto di quello che aveva detto e di come l’uomo che le stava davanti avrebbe potuto interpretare quelle parole.

Ancora una volta lei abbassò il capo probabilmente per nascondere il violento rossore che le aveva di nuovo aggredito il volto. Non volli infierire ma mi piacque l’atmosfera creatasi e cominciai a farle delle domande.

Prima però la feci alzare dalla sedia dov’era fino ad allora stata seduta. La presi per mano e la feci accomodare sul divano li vicino. Lei si fece portare senza chiedere il perché di quello spostamento e si adagiò in maniera particolarmente lasciva sul piccolo divanetto in pelle nera. Quasi sdraiandosi Fedora aveva così ancor più ridotto la funzione protettiva del piccolo asciugamanino bianco. Per qualche istante parte delle sue areole rosa si misero in mostra e in basso solo un centimetro di candido tessuto bianco si adagiò sopra il suo sesso nascondendolo così ancora alla mia vista. Ma sapevo benissimo che era solo questione di tempo. Qualche minuto…

Lei se ne accorse ed anche se sdraiata tentò di proteggersi appoggiando un braccio sul seno. La mano dell’altro braccio la infilò sotto l’asciugamanino tra le cosce. Temeva che in quella posizione lei esibisse già parte del suo sesso e magari anche un po’ del suo pelo. Fedora non voleva proprio mostrarmi il suo tesoro. Non era pronta! Imbarazzo e pudore la bloccavano ancora troppo. Anche se l’atmosfera che la circondava e la avvolgeva la turbava indubbiamente tantissimo. E le abbondanti libagioni iniziavano pure certamente a fare un po’ il loro effetto. Era evidentemente accaldata e tutta rossa in volto. Mi sedetti vicino a lei. Al mio contatto la giovane donna emise un lungo sospiro. Sarebbe stato il primo di una lunga serie!

“Hai visto le foto, tesoro? – esordii io con voce bassa e molto suadente – Ti sono piaciute?” “Sì, Fabio, le ho viste proprio tutte… Alcune sono molto belle e mi sono piaciute. Altre un po’ meno…” “Quali non ti sono piaciute o almeno le hai gradite di meno?” “Quelle nelle quali la modella non si sente evidentemente completamente a suo agio in quelle pose mentre tu la fotografi proprio nuda… E non solo… La capisco, sai…” “Io non ho mai forzato una mia modella! – volli allora subito precisare – E’ sempre stato un desiderio suo o del suo moroso. Sì, quello di farsi riprendere nuda è stato sempre un particolare capriccio di lei o un gran desiderio di lui! O di entrambi…”

“A molte donne, soprattutto se belle, piace! – aggiunsi subito dopo io – L’esibizionismo è proprio di certe donne e dei loro partner. E talvolta a certe coppie è piaciuto farsi riprendere anche insieme… In altre pose… Ma tu quelle non le hai viste… Ancora…”.

La vidi di nuovo trasalire e per la prima volta la sentii respirare un po’ affannosamente. Le accarezzai un fianco sotto l’asciugamano. Le mie dita le accarezzarono la pelle che sentii caldissima. Con l’altra mano lentamente e con estrema dolcezza girai il suo volto verso il mio. Appoggiai la mia bocca alla sua e lei senza alcuna resistenza si fece baciare. Fu un bacio lunghissimo ed evidentemente da lei molto desiderato e pure assai gradito. Socchiuse gli occhi e si abbandonò completamente tra le mie braccia. La sentii sussultare e il suo respiro sempre più affannoso mi mostrava tutto il piacere che stava provando.

Fu allora che lasciandola allora ancora con lo sguardo diventato trasognate mi alzai e le scattai alcune foto. Ancora un po’ imbarazzata si proteggeva il seno e il sesso che evidentemente temeva sbucassero da sotto l’asciugamano.

“Non ti sei mai fatta fotografare? – le chiesi con estrema naturalezza – Così…” “No, Fabio, mai…” “E quindi neanche nuda, immagino…” “Ma scherzi! Potrei morire dalla vergogna!”

Sorrisi. “Oh no… Fedora! Ma dài, non farlo! Non qui e soprattutto non con me!” Mi riaccoccolai vicino a lei, incollando ancor più il mio corpo al suo che sentii fremere sempre di più.

La baciai di nuovo con passione. Ogni volta la sentivo sempre di più abbandonarsi tra le mie braccia. Le piaceva troppo essere così presa un po’ alla volta. Non oppose resistenza quando le sciolsi il nodo che stringeva sopra l’asciugamano e le copriva il seno. Apparvero così subito le due piccole tettine, rotondissime e sode. Erano belle ed abbronzate e mi eccitarono le sottilissime striscioline di pelle candida che il reggiseno al mare le aveva procurato difendendola dai raggi del sole ed evidentemente anche dagli sguardi indiscreti degli altri uomini. Un centimetro dei suoi seni, le grandi areole di un tenue color rosa ed i capezzolini non erano stati mai visti da nessuno al mare. Solo io potevo in quel momento godermi quella meravigliosa visione che a nessuno lei aveva voluto offrire.

Lei non apprezzò quel mio movimento. La imbarazzò mostrarmi le sue tettine. “Uffff! – brontolò subito lei – Sei soddisfatto ora di avermele viste? Ti piacciono?” “Sono bellissime! – risposi subito – Tutte da baciare!”

Non le diedi il tempo di replicare ed immediatamente mi gettai con le mie labbra sui suoi capezzoli rosa che subito reagirono vistosamente ai piacevoli tormenti ai quali la costrinsi a subire. Li baciai, li leccai e li mordicchiai. Ma sempre di più la sentii sospirare e gemere soprattutto quando glieli succhiai avidamente. “Oh, Fabio! – iniziò questa volta a mugolare ad alta voce – Cosa mi combini! Mi piace tanto così! Come lo fai, tu… E’ troppo bello… Sei proprio un mascalzone, tu! Mi fai perdere la testa, così… E non voglio… Mi fai paura… Mi fai perdere la testa, così…”

Succhiavo e leccavo le sue tettine mentre con una mano le accarezzavo il ventre. I suoi gemiti aumentarono e senti muoversi lentamente il suo bacino alla ricerca di quelle mie carezze che la sconvolgevano sempre di più e la mandavano in confusione. Proprio come io desideravo…

Fedora era indubbiamente una grande femmina e molto calda. La vidi eccitata come mai lo era stato prima e pensai di sollevarmi e di prendere di nuovo in mano la fotocamera. Puntai il suo volto trasognante e il suo seno scoperto. Ma lei non volle.

“No, Fabio! Ti prego! – gemette – Non voglio così!” Si coprì allora i due seni con le due mani. Ma Fedora era bella anche così e la ripresi anche in quella posa particolarmente sexy. Mi abbassai e la baciai. Quando la sentii ansimare di nuovo le ordinai di spostare le mani e mostrare a me ed alla mia fotcamera le sue bellissime areole rosa ed i suoi bellissimi seni con i capezzolini così ben appuntiti. Li volevo proprio così. Mi sollevai e lei in segno di resa spostò lentamente le mani ed allargò le braccia offrendosi così rassegnata al teleobiettivo. Una raffica di clic immortalò le bellissime tettine di Fedora che per la prima volta venivano offerte all’indiscreto obiettivo di una fotocamera. Abbondai nei primi piani delle sue areole rosa e dei suoi capezzolini appuntiti. Come era eccitata, Fedora!

Subito dopo lei mi fissò a lungo negli occhi. “Uffaaaaa! Ma Fabio, cosa mi fai fare… Non mi va… Mi vergogno a fare certe cose! Tanto… Ti approfitti della situazione e che io sono un po’… euforica… Colpa tua!”

Io ripresi ad accarezzarla lentamente e sempre con estrema dolcezza. Anche sui seni che da allora lasciò scoperti ed in visione integrale della loro bellezza. E mi piaceva scendere giù con la mano fino quasi al ventre. Era piatto e duro e tentai di infilare una mano un po’ sotto quello che rimaneva dell’asciugamano e che era diventato il suo estremo baluardo di difesa. Molto fragile… Con le punte delle dita sentii distintamente un poco di quella che era la sua meravigliosa e per me ancora segreta peluria che adornava il suo sesso.

Pensai di avvicinarmi alle sue labbra fino a sentire il suo respiro ancor più affannato. Dopo il mio ennesimo bacio appoggiai inclinato sulla sua bocca il bicchierino di nuovo riempito del liquorino che a lei tanto piaceva. Le sporcai le labbra semichiuse prima dei suoi piccoli sorsetti. Alcune goggie del liquore le colarono giù, fino al collo…

Lei allora mi sorrise e dopo aver sorseggiato ancora un po’ il dolcissimo Grand Marnier sottovoce mi rimproverò. “Ma Fabio! Non è necessario che tu mi ubriachi per farmi fare certe cose… Non l’hai ancora capito? Sì, faccio un po’ fatica, ma mi piace fare quello che tu vuoi e che tanto desideri”. Emise un lunghissimo sospiro e si sdraiò ancor più sul divano assumendo una posizione ancor più lasciva e molto, molto provocante

Non persi tempo. Incoraggiato da quelle parole ritenni giunto il momento di continuare nella opera di iniziazione della mia nuova modella. Sciolsi velocemente ma anche con estrema delicatezza anche il secondo nodo dell’asciugamano. Fedora capì che allora era giunto il gran momento e che volevo vederla proprio nuda. Completamente nuda! Con studiate movenze lei sollevò leggermente il suo corpo per permettermi di sfilarle più facilmente l’asciugamano. Così feci e finalmente apparve la sua bellissima fica. Sì, alla fine lei me la mostrava non riuscendo però a nascondere un’espressione di enorme imbarazzo. Mi apparve in primo piano un bellissimo e curatissimo triangolino di peluzzi nerissimi, lucidissimi ed un po’ ricci. Sotto, strettissime ma gonfie le sue grandi labbra nascondevano la sua intimità ed il suo segreto. Fedora era ancora vergine. Me l’aveva già confessato con un po’ di vergogna. La stessa che provava in quel momento mentre mi mostrava per la prima volta il suo sesso.

“Non approfittare di me… – mi sussurrò lei evidentemente turbata e disorientata – Io mi sono fidata di te… Lo so, volevi vedermi nuda…”

“Come sei bella, Fedora! – cercai di tranquillizzarla – Anche nella tua femminilità. Quella tua femminilità che me la stai mostrando tutta, qui, adesso e così, accompagnata al tuo pudore ed imbarazzo. Come me l’hai fatta notare ed apprezzare per la prima volta all’aeroporto mentre litigavi con quell’antipatica inserviente del controllo bagaglio a mano. Oppure in macchina quando mi hai aiutato… Sì, avevo tanta voglia di venire e tu mi hai accontentato! Oh sì, me l’hai preso in mano e come mi hai fatto spruzzare! Dappertutto, me l’hai lasciata fare. Poi, però, dopo avermi guardato mentre spruzzavo il mio seme, mi hai anche obbligato a girarmi quando ti sei levata la canottierina piena del mio sperma. No, non volevi proprio che io ti vedessi le tue piccole ma bellissime tettine. Quelle che vedo ora, come tutto il resto…”

Fedora socchiuse gli occhi. Poi a voce bassa mi confessò di sapere benissimo quello che volevo ancora da lei. L’aveva capito da tutte le foto che aveva visto bene in evidenza in tutto lo studiolo. “Ma sono foto artistiche, vero? – aggiunse lei con un po’ d’ironia – Anche quelle dove hai fotografato le tue modelle proprio nude. Completamente nude… E va bene, uomo, oramai… E lo sai che ti sono sempre riconoscente per tutto quello che hai fatto oggi per me. Ora sono qui, non sono più tanto agitata come prima! E sono pure consenziente anche se tanto, tanto in difficoltà! Ma non sono ubriaca, sai… Ti va bene qui, uomo? Adesso il fotografo mi vuole fotografare? Sono nuda anch’io come le altre…”

Avevo allora capito che Fedora era ormai totalmente disponibile nell’accettare tutti i miei desideri. Ma sapevo pure che la bella giovane donna non sapeva proprio tutti i miei sogni e desideri erotici. Soprattutto quelli più difficili da soddisfare per una giovane donna quale lei era. Quelli che esauditi dalle altre modelle le avevano fatte entrare di diritto nella mia collezione privata a luci rosse.

Non mi bastava più fotografare Fedora nuda. Anche se mi eccitava a dismisura il fatto di sapere che lei era fidanzata, che l’avrebbe fatto per la prima volta e che soprattutto l’avrebbe fatto solo per me all’insaputa del suo uomo.

Allora volevo di più. La volevo vedere mentre faceva il suo primo pompino ad un uomo! Mi aveva confessato che non l’aveva mai fatto! Ed immaginavo che a lei quindi non sarebbe proprio piaciuto spompinarmi! Soprattutto all’inizio! Non ero poi neppure il suo uomo! Ed alla fine schizzarle in bocca e sul visetto. E farle bere tutto ed assaggiare così per la prima volta la sborra di un uomo. Ma poi volevo soprattutto il gran finale! Ed immortalata da telecamera e fotocamera. Solo così sarebbe entrata anche lei nella mia collezione privata a luci rosse. La vergine Fedora riempitata in faccia dal mio sperma. Devastata dalle mie sborrate! E ripresa e fotografata magari con tutti i suoi gesti di disappunto e di disgusto! Ma soprattutto le sue smorfie di imbarazzo e fastidio per tutto quello che aveva appena pure ingoiato. Per la prima volta! Sì così sarebbe diventata senza dubbio una delle mie preferite in quella mia collezione privatissima!

Questi pensieri si mescolarono nella mia mente mentre osservavo Fedora nuda vicino a me sul divano. Mi guardava in silenzio sorridente con uno sguardo interrogativo. Lei mi aveva dato il permesso di fotografarla anche nuda ed era lì in attesa. Sapeva bene che sarebbe stato però per lei un vero supplizio. Ma era serena perché voleva anche lei fare quella esperienza così particolare! Era indubbiamente eccitata, un po’ su di giri e proprio pure un po’ curiosa di fare una cosa che non aveva mai fatto prima!

Mi avvicinai a lei che lentamente si era ancor più sdraiata sul divanetto. Nuda aveva assunto una posa particolarmente invitante. Tremendamente sexy era rassegnata a sentire i clic della mia fotocamera che l’avrebbero immortalata. Proprio così, come il fotografo l’aveva desiderata. Mentre mi avvicinavo per un attimo non poté istintivamente non trattenersi ancora per una volta dal coprirsi con una mano la sua fica. Un gesto inutile ormai e pure lei lo sapeva! Io la guardai e le sorrisi.

“Vuoi proprio fotografare anche la mia passerina? – miagolò lei – Non è bello per me, sai… Hai proprio molte pretese…” Io non le risposi e lei continuò con le sue lamentele. Sempre più flebili denotavano tutta la sua rassegnazione.

“Se il mio moroso lo sapesse cosa sto per fare… – scappò di dire a lei – La sua morosa che si fa vedere così per la prima volta… E posa pure nuda… Sì, proprio nuda! Per un altro!”

Continuai a rimanere in silenzio e mi avvicinai ulteriormente. Lentamente e sempre di più. La vidi allora socchiudere gli occhi ed ansimare. “Levala, quella mano… – le ordinai questa volta con tono fermo e deciso – Quella mano non ti servirà più… Non fare ora i capricci, Fedora!”

Lei chiuse gli occhi, abbassò la testa ed emise un altro lunghissimo sospiro. “La mano? Devo spostare la mano? Devo mostrarti proprio tutto? Ma uffa! Te lo ripeto! Mi vergogno tantissimo…” “Sì, Fedora! Ora devi farlo… Ed apriti tutta! Spalanca quelle bellissime e lunghissime gambe che hai. Sarà fantastico fotografarti proprio così!”

“Oh Fabio! – miagolò ancora una volta lei – Cosa mi fai fare…” Ma poi, ubbidendo al mio ordine, spostò con una esasperante lentezza ed un po’ alla volta la mano che le copriva la fica. E poi, insieme ad un altro lunghissimo gemito, rassegnata aprì le gambe. Finalmente! Fedora era nuda davanti a me con le sue belle gambe spalancate. “Va bene così? – mi chiese ansimando con un filo di voce ma evidentemente molto eccitata – Dimmelo, Fabio, ti prego… Aiutami, sono in difficoltà! Sono confusa, sono in confusione e mi gira anche un po’ tutto… Ma mi piace… ”

“Oh sì, Fedora. Sei proprio perfetta per la mia fotocamera. Sei stata bravissima e sei bellissima, così.” Impietoso feci partire una raffica di scatti con tanto di flash. Spudoratamente mi avvicinai ulteriormente e quasi appoggiai l’obiettivo della macchina fotografica al suo sesso che lei mi offriva spalancato. Le sue grandi labbra erano ben serrate ma il luccichio che notai sulla fessurina mostrò al teleobiettivo quanto lei forse anche involontariamente si fosse eccitata mostrandosi in quel modo al fotografo.

“Basta! – quasi urlò la bellissima Fedora dopo aver sentito scaricarsi l’ennesima serie di scatti che avevano avuto come soggetto esclusivo la sua bellissima fica – Ti prego! Mi hai fotografata abbastanza… E la mia passerina, poi… Ma sono stata brava, vero? Oh, Fabio! Proprio come tu mi volevi… Sei soddisfatto, ora?”

No, non ero soddisfatto. Avvicinai una mano e le sfiorai lentamente il curatissimo triangolino di peli che ornavano sul suo monte di Venere la sua vulva. Quella carezza le piacque in modo particolare e la sentii gemere. Ancor di più quando con il pollice e l’indice le allargai pianissimo e con estrema dolcezza le sue grandi labbra già ben umide.

“Oh Fabio! – la sentii sussurrare gemendo e dimenandosi un po’ – Ma cosa mi vuoi fare, adesso?” Non le risposi ma avvicinai l’obiettivo al suo sesso da me ancor più spalancato ed ormai fradicio. Colsi così con un’altra raffica di clic la sua verginità.

“Oh no, Fabio! Questo non lo volevo! – frignottò mentre lei stessa contemporaneamente si accarezzava lentamente il suo pube – Mi vergogno così! Sono tutta bagnata! E non voglio che tu veda anche questo! E che catturassi anche questa mia cosina così intima!”

Fedora era arrivata in paradiso. Aveva raggiunto da sola per la prima volta con me il piacere. Colsi l’attimo e ritenni fosse giunto il momento di continuare quello che mi ero ripromesso di ottenere da lei.

Cercai di calmarla baciandola con estrema dolcezza e facendola respirare il mio respiro. La sentii così ansimare e lasciarsi andare completamente. La mia mano si era sostituito alla sua ed accarezzavo il suo cespuglietto. La sentii bagnarsi ancora di più e gemere lungamente.

“Andiamo di là… – le dissi allora con decisione – Ti piacerà, Fedora”.

La presi in braccio e lei si aggrappò a me stringendomi forte. “Dove mi porti adesso, Fabio? – mi sussurrò nell’orecchio – Ti prego… Mi sono fidata di te… Lo sai che sono anche ancora vergine, io! Te l’ho anche detto… Ti prego…”

“Stai tranquilla, dolce Fedora! – volli ancora una volta calmarla – Non ti sverginerò io! Se non me lo chiederà tu…”

Come risposta lei mi baciò con una passione che non aveva mai avuto prima. Varcammo la soglia della mia stanza che lei prima non aveva potuto vedere.

“Questa è la mia stanza a luci rosse… – la informai con calma tentando di non agitarla troppo – Qui il fotografo porta a termine i servizi fotografici delle modelle più belle e più desiderose di provare emozioni forti. Da sole, con i rispettivi partner o, talvolta, anche con me!”

Fedora si guardò attorno e notò subito le due telecamere mobili e scorrevoli su un cavo d’acciaio teso sopra il lettone ed i due enormi schermi appesi rispettivamente sulla parete ai piedi del letto e su quella di fronte dove erano appoggiati anche due enormi cuscini. Appena entrati accesi tutte le attrezzature e lei così ebbe modo di vedere come da in quel momento lei era ripresa dalle due telecamere e come appariva contemporaneamente nei due schermi divisi a meta. Ogni metà dei dei due schermi giganti era dedicata ad una telecamera. La adagiai inginocchiata in mezzo al letto e fu così che lei vide come fosse in quel momento ripresa contemporaneamente da entrambe le telecamere. Davanti e dietro.

“Ma Fabio! – quasi urlò subito lei – Dove mi hai portata!” “Nella mia stanza delle collezioni delle foto a luci rosse! – le risposi calmissimo – Qui hanno accettato di essere ospitate solo alcune delle mie modelle. Giovani ragazze, fidanzate e sposate. Da sole, ma alcune anche con il proprio partner.”

“Ma quelle telecamere che anche adesso si muovono su quei cavi e che mi riprendono? Ma uffa! Io sono nuda, sai! A che servono? – mi chiese allora lei ansimante – Mi stanno scrutando, esplorando… Davanti e dietro! Ma uffa! Non mi va, così!”

“Fanno delle splendide riprese mentre le modelle fanno quelle cose che i partner chiedono a loro di fare… – le spiegai io – Proprio da quelle riprese io estrapolo le immagini più belle ricavate dalle riprese con il sistema del fermo immagine… Si aggiungono alle foto che pure io scatto con la fotocamera. Ma ti assicuro che le più belle sono quelle ricavate dalle riprese. Sono indubbiamente le più crude ma per la loro spontaneità sono le migliori. Naturalmente gli originali sono quelli che vanno a far parte della mia collezione privata che io conservo gelosamente nella memoria del mio computer. Ma una copia va nelle chiavette di memoria che morosi e mariti mi forniscono. Spesso all’insaputa delle loro donne!”

“Porci! – urlò stizzita Fedora – E cosa se ne fanno quegli uomini di quelle copie?” “Non sono affari miei! – replicai subito io – Il cliente è sacro e le mogli o fidanzate sono state sempre consenzienti a farsi qui fotografare ed riprendere. Anche in quei momenti molto particolari! Puoi ben vedere le gigantografie che sono appese qui sulle pareti. Ora puoi guardartele con calma, se vuoi. Ho la loro autorizzazione di mostrarle. Ma solo qui in questa stanza. Anche se sono a volto scoperto e senza alcuna protezione. L’avrebbero potuto avere se l’avessero voluta!”

“Ora dovrei proprio guardarle anch’io? – mi chiese imbarazzatissima Fedora – Sono foto molto particolari, mi pare…” “Sono bellissime, Fedora! E scopriresti quale è la mia foto preferita con la quale concludo sempre tutte le mie riprese ed i miei servizi fotografici… Per me è un rito ed il giusto epilogo!”

Fedora allora non replicò. Si sollevò e dopo avermi lanciato uno sguardo parecchio malizioso si diresse verso la prima parete vicino alla porta d’ingresso. Con le mani congiunte dietro sul suo bellissimo e spettacolare culetto. La vidi osservare con attenzione le mie foto, autentiche gigantografie. Notai un po’ alla volta il suo vacillare dovuto all’imbarazzo che provava vedendo quelle scene così piccanti, estremamente realistiche e particolarmente crude per una giovane donna come lo era lei. Quelle foto evidentemente la turbarono. Tanto!

Improvvisamente, davanti ad una immagine da me catturata di una giovane donna vittima di un turpe desiderio del vecchio amante, sentii Fedora prima brontolare e poi girarsi di scatto visibilmente disgustata. La foto da me fatta era stata pretesa effettivamente con malvagia cattiveria dall’uomo che voleva umiliare la sua femmina. La bella e giovane donna ne usciva devastata e quasi irriconoscibile!

Vidi Fedora abbassare il capo e scappare verso il lettone dove io nel frattempo mi ero comodamente adagiato.

“Vuoi ancora un po’ di quel buon liquorino – le chiesi sottovoce – Mi sembra che tu ti sia turbata… Un po’ troppo, forse… ” “Sì, grazie… Ne ho proprio bisogno, Fabio…”

Andai nel salotto a prendere bottiglia e bicchieri. Quando tornai nella camera la trovai tutta rossa in volto. Sapeva di essere già al centro delle riprese e che lo sarebbe stata pure di quelle che molto probabilmente sarebbero seguite molto presto. Con un braccio si copriva il seno e con una mano la fica. Era evidentemente di nuovo agitata e molto preoccupata per quelle foto che aveva appena visto. Lo immaginavo che avrebbe avuto quella reazione. In tutte le foto le modelle alla fine si erano fatte sborrare in faccia. Dopo aver fatto godere il loro uomo che si era spesso mostrato impietoso. Quanti sborroni! La maggior parte delle donne usciva con il loro visetto devastato e ricoperto di sborra. Ma tutte con uno sguardo estasiato. Ma in quella ultima foto lui aveva esagerato e lei era stata umiliata e distrutta!

Fedora sorseggiò lentamente tutto il liquore che avevo versato generosamente nel suo bicchiere.

“Fabio… – sussurrò allora lei – Scusami, ma non sono abituata a vedere certe cose.” “Non è un problema, Fedora! – le risposi dolcemente – Lo so, tu sei bellissima ma anche giovanissima… Mai fatte certe cose, vero?”

“Ma Fabio! Tu, oltre a quello sciocco di mio moroso, sei il primo uomo che mi ha visto nuda! – sbuffò ancora lei – E non ho mai posato così nuda per un uomo! Non so se saprei fare certe cose! Non le ho mai fatte. Non so neppure se sarei brava a farle. E come mi vergognerei a farle davanti ad una fotocamera o una telecamera…”

“Non è un problema… – continuavo a ripeterle – Sei bellissima così…” “Ma tu, con le tue modelle… – mi chiese titubante – Lo fai?” “Spesso, se me lo chiedono anche loro… – cercai di tranquillizzarla – Se a loro piace…”

“Ma io, ma io… – continuò a ripetere quasi con ossessione – Lo sai. Sono vergine e certe cose non le ho mai fatte. Sarebbe difficilissimo per me farmi fotografare e riprendere mentre le faccio.”

“Ma tu… – aggiunsi allora io – Ora sei qui… Ci sono io…” “Oh sì, lo so e tu, Fabio, sai benissimo che mi piaci. Te l’ho già dimostrato, un po’…” “Certo, Fedora, sei stata meravigliosa e mi hai fatto godere tantissimo. Sei stata bravissima ed una femmina fantastica…” “Sì, ho visto che sei venuto tantissimo e mi è piaciuto vederti fare il tuo seme. Uffa, anche se mi hai sporcata tutta! Ma io ti ho solo masturbato con la mano. Solo quello sapevo fare…”

La accarezzai di nuovo e la baciai a lungo finché la sentii di nuovo abbandonarsi tra le mie braccia. Aveva apprezzato la mia dolcezza.

“Tesoro, non preoccuparti! Ci sono io qui. Devi ascoltarmi e fidarti di me. Anche se ti dirò cose che nessuno ti ha mai detto. E non aver paura per quell’aggeggio infernale che ti guarderà e neppure non arrabbiarti con i clic e i flash della mia fotocamera. Tutto quelle cose che loro vedranno saranno cose tue, mie e nostre!”

Fedora mi sorrise un po’ più rilassata. Io le versai ancora un po’ del Grande Marnier e con un dito le ripulii le labbra. Poi lentamente e senza forzare le infila in bocca il mio dito. Lei spalancò gli occhi e mi scrutò con sguardo interrogativo. Cercai la sua lingua che lei subito mi fece trovare. Io imitai una penetrazione e lentamente entrai ed uscii dalla sua bocca piuttosto piccola. Con la lingua lei giocò a lungo con il mio dito e poi la sentii pure per un po’ succhiarlo.

“Vedi? – le dissi subito – La tua spontaneità ti aiuterà…” “Ma Fabio! Cosa dici!- sbuffò lei – Quel dito è ben diverso… Insomma… Dal tuo coso! Per non dire della cosa che vorresti fare alla fine. L’ho vista prima, sai. Ne fai tantissima, tu! E non odora neppure di ciclamino! E bleah! Come puzza! Mi fa venire la nausea…”

Sorrisi e dopo averle fatto ingurgitare tre sorsi del liquore le catturai la mano. Cliccai sul telecomando il tastino dello zoom della telecamera. Lei capi dalla lucetta rossa lampeggiante che le riprese erano iniziate proprio come lo le volevo. Tutto quello che vedeva sparato nei due video sarebbe stato registrato. Sbuffò evidentemente imbarazzata ed insofferente all’idea che tutte le sue espressioni di chiaro impaccio e tutte le sue smorfie di evidente fastidio sarebbero state impietosamente catturate e fedelmente registrate da quegli aggeggi infernali subito da me già messi in azione. E certamente da me tutte riviste a volontà… E con tutto il resto che ben sapeva stava per capitarle! Sì, proprio come tutte le altre modelle…

“Aiutami! – mi sussurrò allora sottovoce lei – Ne ho tanto bisogno, ora! Non le ho mai fatte, queste cose e mi vergogno troppo… E sono anche già nuda, io… Mi imbarazza tanto essere così davanti ad un uomo!”

Come risposta la feci distendere sul pancino e le sollevai il volto affinché il suo primo piano irrompesse sullo schermo. Le raccolsi pazientemente con una mano i capelli dietro la nuca mentre con le dita dell’altra le catturai la bocca che spalancai con forza.

“C’è anche l’audio, Fedora! Ed è molto sensibile nel percepire anche i sospiri… – la informai – Sì, voglio proprio sentire tutti i tuoi gemiti, i tuoi sospiri e soprattutto tutto quello che non riuscirai a trattenere e nascondere!”

Non ebbe il tempo di replicare. Con un bacio le riempì la bocca e lei emise solo una lunga serie di gemiti. Di piacere, questa volta. Le piaceva essere baciata, proprio così ed in quella posizione di evidente sottomissione!

Questi aumentarono quando mi staccai dalle sue labbra e le diedi il primo ordine. “Fedora, datti da fare, ora! – la esortai dopo essermi seduto davanti al suo visino con le mie cosce ben spalancate – Levami tutto! Sì toglimi l’asciugamano e prendi in mano il mio uccello. Mostra alle telecamere come sei brava prima anche a segare un uomo! Il mio uccello sta già urlando perché è pieno di voglia. Di te ma anche della tua piccola bocca. Sì, proprio della tua bella bocca. Ma mi raccomando… Non farmi però sborrare prima con la tua manina… Me l’hai già fatta fare prima, in macchina… Ma adesso non lo voglio così! Lo sai…”

Lei non rispose ma emise un lunghissimo gemito. L’asciugamano volò via ed apparve il mio uccello in una ragguardevole erezione. Lei prima lo contemplò per qualche istante. “Wow! – commentò sorridendo maliziosa – Sei proprio in piena forma! Di nuovo… Come sei forte, maschiaccio!”

Lentamente lo prese nella sua mano. Con il pollice e l’indice con dolcezza me lo scappellò completamente. Piano, piano iniziò una dolcissima sega. Era bravissima Fedora a masturbare un uomo! Mi fissò per un po’ negli occhi e poi, socchiudendo i suoi, si voltò verso la telecamera. Voleva evidentemente vedersi mentre mi segava. “Vado bene così, vero? – chiese rivolta alla telecamera all’immaginario regista di quella scena – Sono brava a fare una sega ad un uomo? Ma cosa mi fa fare quest’uomo…” “Sei bravissima a farmi questa sega! – le risposi io subito – Ma non sarai fantastica solamente nel farmi una sega!”

Immediatamente, a sorpresa feci uno scatto con la fotocamera. Fu bello immortalare Fedora mentre impegnatissima mi segava lentamente e con estrema dolcezza. Come fossi il suo uomo e fosse tutto per lei come la prima volta!

Come fu bellissimo riprendere il volto di Fedora e registrare i suoi successivi gemiti e sospiri che a lei sfuggirono negli istanti che precedettero l’inizio di quello che sarebbe stato il sublime pompino. Il suo primo pompino!

“Stai tranquilla, Fedora! – la rassicurai di nuovo vedendola agitarsi e preoccuparsi di nuovo per quello che stava per iniziare a fare – Vedrai, Fedora, ti piacerà succhiare l’uccello di un uomo! Anche se sarà per te la prima volta… E non lo farai al tuo uomo!”

Lei borbottò alcune parole che non compresi ed io le raccolsi con pazienza i suoi bellissimi capelli neri dietro la nuca. Volevo che il suo volto e la sua bocca fossero ben visibili nel primo piano che offriva alla telecamera.

Lei capì quella mia operazione effettuata con estrema cura. Si girò lentamente guardando infatti la telecamera che la stava riprendendo. Le sue labbra erano a pochi centimetri dal mio cazzo ed in particolare dal mio glande già viola.

“Fabio… – sussurrò con un filo di voce – Aiutami! Questo… non l’ho proprio mai fatto, io! E non so proprio farlo… Come tu vorresti! Ti prego… E mi vergogno anche tanto, tanto… E quella telecamera… Mi scruta, mi spia…”

Non le risposi ma con la mano che raccoglieva dietro la nuca e i suoi capelli feci una leggera pressione. Lei si ritrovò incollata con la sua bocca al mio uccello.

“E adesso, tesoro, apri la tua piccola bocca. Oh sì, spalancala! E com’è bella la tua bocca così! Ma fammi prima sentire la tua lingua. Sì, lecca tutto come se ti offrissi un buon gelato alla crema! O alla panna se preferisci… Inizia dalle mie palle. Le sentirai gonfie e pesanti. Baciale e poi risalì lentamente fin sù con la bocca ben aperta. Voglio sentire il tuo caldo respiro! Non fermarti mai… È troppo bello così!”

Gemendo e sospirando la giovane donna ubbidì. “Ti piace così, Fabio? – la sentii sussurrare a fatica a bocca larga – Va bene così? Come sono grandi e pesanti le tue palle. Mmm…. E sono anche tanto, tanto piene di quella robina tua, vero? Ma sono anche un po’ pelose….” “Devi un po’ pazientare, Fedora! – la rincuorai – Noi uomini siamo fatti così! Oh sì! Sei fantastica! Mi stai facendo una sega meravigliosa con la tua piccola bocca! Ma come l’hai spalancata! Sì proprio così ti voglio vedere anche nello schermo gigante! Continua, continua…. Così, prima con gli occhi socchiusi… Poi spalancali… E mostrami che ti piace farmelo così!”

La vidi allora ubbidiente fissare di nuovo la telecamera. Contemporaneamente scattai una serie di foto. Era bellissima Fedora mentre mi leccava e baciava estasiata le mie palle gonfie e pelose e tutta l’asta del mio cazzo. Ma era evidentemente in difficoltà ed era soprattutto in totale confusione! Era tutta rossa in volto e respirava a fatica. Sfigurata e con la bocca deformata nello sforzo che stava facendo. Il mio cazzo era troppo grande per la sua piccola bocca e lei quella cosa non l’aveva mai fatta… A nessuno!

Scese e salì per innumerevoli volte con la lingua fuori il mio bastone di carne caldo pulsante ed ogni volta accompagnava il lento movimento delle sue labbra con un lungo sospiro.

Oltre alle sue labbra sentii per alcuni istanti anche la sua lingua. Ben presto tutto il mio uccello era diventato lucido ed un po’ della sua saliva iniziò a scorrere lungo il mio cazzo.

A fatica allungai il mio braccio e lo infilai tra il lenzuolo del materassone del letto ed il suo pancino. Piano con la mano raggiunsi il suo sesso e volli appoggiarlo al palmo della mia mano che le apparsale molto indiscreta. Lei mi fissò per qualche secondo con sguardo interrogativo che si trasformò in un lungo gemito quando sentì le mie dita indagare nel suo sesso e tra le sue grandi labbra. Brontolò un po’ allora imbarazzatissima. Anche perché così non riuscì più a nascondere quanto fosse eccitata e quanto le piacesse quella mia intrusione nella sua intimità. Era infatti fradicia ed io percepii per la prima volta i suoi umori che lei, donna calda ed eccitata, faceva sgorgare abbondantemente dalla sua vagina ancora tenuta ben stretta ed al riparo dalle mie dita sempre più curiose ed invadenti.

Fu allora che decisi di forzare quando lei arrivò con le labbra in cima al mio uccello non ancora scappellato completamente. “Apri! – le intimai con decisione – Adesso, Fedora! È il momento! Con la tua bocca spalancata scappellami ora solo con le tue labbra tutto il mio glande e fammi entrare. Tutto! Lo voglio tutto dentro di te, nella tua bocca! Ora!”

La vidi socchiudere gli occhi, emettere un lunghissimo gemito e mentre io riprendevo la mia leggera pressione sulla sua nuca lei dopo un lungo sospiro aprii più possibile la sua bocca ed accolse dentro di sè il mio uccellone che già pulsava. Era la prima volta che prendeva un cazzo in bocca. Mi guardò con gli occhi sbarrati ed emise un lunghissimo gemito accompagnato da un rumoroso sospiro.

“Sì, Fedora! Proprio così! – le urlai – E adesso voglio sentire anche la tua lingua attorno al mio glande dentro la tua bocca. Oh sì! Succhiamelo per bene e fammi impazzire con la punta della tua lingua proprio lì, sul forellino che hai visto sul mio glande. Da li spruzzerò la mia sborra, Fedora! Ma tu lo sai perché mi hai già visto sborrare una volta! Ricordi?”

Sì, Fedora mi aveva già visto sborrare! Una volta… Ma non aveva mai anche messo nella sua bocca l’uccello di un uomo. Notai ancora una volta tutto il suo imbarazzo, la sua paura di sbagliare e il timore di mostrarsi troppo inesperta. Non immaginava che ciò mi eccitava ancor più!

La sentii borbottare facendomi sentire tutta la sua preoccupazione per la mia enorme sborrata che proprio lei stava però per farmi produrre. Immaginava anche che non le sarebbero proprio piaciuti l’odore e il sapore del mio sperma.

Incurante dei suoi gemiti continuai nel conficcare il mio cazzo nella piccola bocca della bella Fedora. Quando sfiorò l’ingresso della gola lei ebbe un primo conato di vomito. La sua smorfia di fastidio venne ben catturata dalla telecamera ma io pure mi impegnai in uno scatto fotografico che immortalò la difficoltà del momento da lei vissuto. Sì, Fedora stava passando proprio un momento difficile… E non riusciva proprio a nasconderlo!

Ma io, incurante delle sue difficoltà, non fui mai sazio di sentire la linguetta di lei che giocherellando con il mio glande continuò a farmi impazzire sempre di più dal piacere. Come l’avevo in precedenza invitata a fare lei alternava lunghi baci e succhiotti del mio glande a profonde penetrazioni di tutto il mio uccello dentro di sé, dentro la sua bocca sempre più allargata e visibilmente sofferente e deformata. Fin giù, fino in gola. Soprattutto questo la infastidì molto. In particolare quando, tappandole con un po’ di cattiveria con due mie dita il suo nasino, le provocai delle difficoltà nel respirare. Ed allora mi gurdò con gran dispetto e mi lanciò sguardi che denotavano tutto il suo fastidio.

Ma contemporaneamente sempre si guardava nell’enorme video che fedelmente riprendeva e registrava tutto.

Ad un tratto, sempre continuando ad accarezzarmi le palle con tutte e due le mani, improvvisamente sputò fuori dalla sua bocca il mio cazzo lucidissimo e pieno della sua saliva. “Ma Fabio! – mi disse supplichevole con un filo di voce – Almeno ora dimmelo, ti prego! Sono brava nel fartelo? Ti piace? Sono almeno come le altre? Ho bisogno che tu me lo dica! Adesso, uffa…”

“Sei fantastica, Fedora! – la gratificai molto volentieri – Oltre che brava sei fantastica nella tua spontaneità con cui lo fai! Si vede che a te piace farlo e soprattutto per l’impegno che mostri nel farlo E tu non le avevi mai fatte certe cose, prima! Ciò mi eccita ancora di più e mi fa impazzire di piacere…” “Ma Fabio! – replicò subito visibilmente contrariata lei – Certe cose non si dicono ad una donna mentre lei ti sta facendo proprio certe cose…”

“Potresti essere la modella ideale! – aggiunsi allora io provocandola ancor di più – Bella, brava e, spero, disponibile a tutto! Alla fine…”

La vidi per un attimo rabbuiarsi. “Ma Fabio! – sospirò di nuovo lei rumorosamente – Tu mi devi capire! Non è facile, sai, tutto questo per me! Un uomo maturo come te e che mi chiede certe cose. Prima mi convince a mettermi nuda e mi fa quelle fotografie! Poi mi riprende in certi momenti e pure mi fotografa cogliendo certe situazioni nelle quali non riesco a nascondere tutto il mio grande imbarazzo…”

“E non è finita, Fedora! – la incalzai io senza pietà – Adoro il gran finale e sono certo che tu sarai fantastica anche in quei momenti. Lo so che saranno per te momenti molto difficili… Per questo sarà tutto meraviglioso e tu ancora più bella! Sì, proprio in quel momento!”

Lei non replicò e mi mostrò la lingua. Io come risposta le raccolsi nuovamente i capelli dietro la nuca e posi la sua bocca di nuovo spalancata sul mio uccello. Lei non oppose alcuna resistenza ed ancora una volta mi soddisfò nei miei desideri. Erano gli ultimi e proprio quelli che, se esauditi, mi avrebbero fatto esplodere.

“Accarezzami con una mano il mio pube! Si lo so, sono un po’ peloso… Con l’altra mano fai pure tue entrambe le mie palle. Mi devi preparare all’orgasmo, Fedora. Le senti? Sono sempre più gonfie e piene! Con la bocca e la lingua fammi una indimenticabile sega. E non fermarti mai! Nemmeno quando sentirai anche quelle due goccioline liquidissime del mio liquido seminale. Ti avviseranno che sta per arrivare il mio primo schizzo di sborra. Sarà il momento più bello per me, Fedora. Un po’ meno forse per te! Quel magico istante che la telecamera riprenderà fedelmente. Ma pure la fotocamera lo catturerà. Come tutto il resto… Sì, proprio tutto quello che succederà subito dopo!”

La sentii di nuovo borbottare parole che non riuscii a capire. Ma la frenesia con la quale continuò a spompinarmi mi fece intendere che aveva ben inteso tutto e che non si sarebbe rifiutata di vivere quegli attimi così belli ma pure tanto difficili da sopportare per lei. No, non sarebbe scappata… Anche se l’avrebbe potuto fare… Ma lei non era più una bambina! Era una donna, ormai… E modella… a luci rosse! Come lui voleva

Io accompagnai la sua sega con il movimento del mio bacino. Mi piacque catturare con tutte e due le mie mani la sua nuca. Anche se forse non era più necessario. Lei mi aveva fatto capire infatti che aveva intuito che non le avrei dato più scampo e che avrei gestito io il gran finale. Tutto ciò evidentemente non le dispiaceva però troppo. Come quella sottomissione alla qual era stata costretta non troppo malvolentieri. Aveva accettato di mettersi nelle mie mani. Completamente e fino in fondo…

Lei solo per un po’ soffiò, sbuffò e brontolò con la bocca strapiena del mio uccello. In certi momenti ancora socchiudeva estasiata i suoi occhi. Poi mi lanciava sguardi che mi penetravano. Ma contemporaneamente mi accarezzava, mi leccava, mi succhiava e mi baciava con sempre maggior passione.

Molto presto la sentii emettere un lungo sospiro. Per il piacere violento che mi stava dando con la punta della sua piccola lingua non ero riuscito a controllare il mio primo fremito provocatomi dall’estasi. La smorfia che sfuggì a Fedora svelò che lei stava assaporando per la prima volta un po’ del mio seme. E il lunghissimo e disperato gemito che la accompagnò in quel suo spiacevole primo assaggio dello sperma di un uomo ne fu un’ulteriore prova di quanto la giovane donna non gradisse proprio il seme maschile. Anzi!

Mi fissò con gli occhi sgranati. Quello era solo l’inizio e sapeva ciò che stava per accadere. Allentai la presa dietro la nuca ormai inutile. Con una mano le raccolsi i capelli e con l’altra mi abbandonai ad una serie di carezze che evidentemente l’aiutarono nell’attesa della mia esplosione. Ripresi in mano la mia camera e leggermente avvicinai il volto di Fedora. La sua ripresa in un primo piano favoloso che lei stessa vide sullo schermo completò la preparazione dell’ultima scena. Si accorse infatti naturalmente di tutti i miei preparativi ma docilmente non mostrò alcun segno di insofferenza e si dimostrò rassegnata e pronta al gran finale.

“Sto per venire, Fedora! – le urlai ansimante – Due sborroni in gola! Bevili e buttali giù. Non vomitare! Anche se sono caldi e densi. Il resto te lo spruzzerò in faccia! Come piace a me! E non scappare, non girarti e prendila tutta la mia sborra! Riempirà il tuo bel visino. Oh sìììììì! Il filmato e la foto finale che ti farò saranno preziosi!”

Ancora una volta Fedora si lasciò andare ad un lungo sospiro che si trasformò subito dopo in un eterno gemito. Sì, avevo sborrato e le avevo schizzato in gola il mio primo sborrone.

“Oh, Fedora! – urlai – Eccola! La prima sborrata e adesso… Sììììììì! Ecco la seconda! Bevi, tesoro! Bevi anche questa! Ingoiala! Buttala giù! Non vomitare!” La vidi prima strabuzzare gli occhi e poi ben spalancati innalzarli al cielo. Seguìirono un lunghissimo sospiro ed un prolungato borbottio di proteste molto contenute quando lei sentì il clic a raffica della mia fotocamera che catturavano tutte quelle sue espressioni di disgusto e sofferenza.

Ma quello che sarebbe stato per Fedora un supplizio era appena iniziato. Estrassi con gran velocità il mio uccello dalla sua bocca mentre ancora spruzzava e grondava sborra che si adagiò sulle sue labbra. Altri tanti schizzi di sperma la colpirono subito dopo negli occhi, poi sul naso, sulle guance e sul mento. “Oh noooo! – riuscì solo a dire lei a voce bassa – Anche questo vuoi…”

La colata finale si appoggiò prima sulla fronte e poi scese lungo tutto il suo visetto già martoriato dagli altri sborroni. Dal mento strapieno di seme liquidissimo bianco un filamentoso e lungo rivolo di sborra precipitò su un seno sommergendo una sua areola che da rosa divenne bianchissima!

Fedora era devastata e strapiena di sborra. Dappertutto! Sollevò il volto cercando il mio sguardo compassionevole. Trovò invece il clic della mia macchina fotografica che così catturò l’ultima immagine tanto voluta dal fotografo. La bella Fedora con il suo visetto un po’ imbronciato completamente ricoperto della mia bianchissima sborra.

“Ma Fabio… – riuscì solo a mormorare la bella Fedora – Cosa hai combinato! Come mi hai ridotta! Sono piena del tuo sperma. Ma uffa! Dappertutto! Me lo sento colare sul viso, sul corpo, sul seno… Ma quanto me ne ha fatto addosso? Ed è tanto cattivo, sai! E’ acido e puzza. Mi ha fatto quasi vomitare, prima. È stato terribile!”

“Ma tu sei stata meravigliosa, Fedora! – cercai di rincuorarla mentre a capo chino osservava la sborra continuare a scendere dal suo viso sul suo seno – Mi hai fatto esplodere con un ragazzino!”

“Sono stata brava, allora? – mi chiese lei allora sommessamente – Ho superato l’esame di fotomodella a luci rosse? Visto cosa hai combinato e come mi hai ridotta… Ne hai fatta tantissima, mi hai ricoperta! E così mi hai ripresa e fotografata! E uffa! Ed anche in quei primi piani… Terribili per me, sai! Ma uffa! Ma tu volevi proprio quegli scatti, vero? Se lo sapesse il mio moroso! E li vedrai solo tu, vero?”

“Certo, Fedora! Era da quando ti ho vista furiosa all’aeroporto di Catania che sognavo di vederti in certi momenti! E l’same di modella a luci rosse è superato! Perché lo ha fatto non nascondendo il piacere che pure provavi nel farlo per la prima volta…”

“Allora, uomo, mi ospiti stanotte nel tuo letto?” “Certo! Ma ad una condizione. Che tu dorma incollata a me. Così come sei ora. Nuda e piena della mia sborra.”

“Ma uffa! Mi vuoi vicina anche se puzzo di seme maschile? – si lamentò un po lei e mi chiese allora lei sorridendo – Il signorino padrone di casa ha altre volontà che la sua ospite deve soddisfare?”

“Non lo immagini, Fedora?” “Fabio, ti prego…” “Sono sicuro che tu lo vorresti! – la incalzai – Avevi anche tu tanta voglia. Ma non solo di quelle emozioni forti che hai appena provato. Eri troppo eccitata e il tuo corpo ti ha tradita!” “Fabio, ti prego… – ripetè ancora lei – Lo so bene! Tu sei un uomo maturo ed io non sono una bambina. E te l’ho dimostrato, mi pare! Però, io…”

Fedora si sollevò ed andò a rifugiarsi in un angolino del letto. Girata mi mostrò il suo fantastico lato B.

“A domani, Fedora… Lo sai che hai un culetto fantastico? Che la notte ti porti un buon consiglio…”

Io volevo assolutamente penetrarla. Spingere il mio uccello dentro di lei. Dove lei avrebbe preferito. E lei ben lo aveva inteso. Ma la sua verginità l’aveva bloccata. Io non insistetti. Non mi andava di forzarla per ottenere quello che certamente lei stessa mi avrebbe offerto molto presto.

Fu una notte indimenticabile.

La sentii girarsi e rigirarsi per tutta la notte nel mio letto. Non era proprio abituata a stare così vicina ad un uomo. Nuda, piena del suo sperma e sentendo forte il suo odore di maschio. Agitatissima la sentii avvicinarsi sempre di più. Alla fine si aggrappò a me ed appoggiò il suo capo al mio petto. Con una mano si riavvicinò al mio cazzo già durissimo. Lo impugnò per apprezzare quanto ancora la desiderassi. Tanto.

Quando io riaprii gli occhi lei si era un po’ assopita con una espressione del volto che mostrava quanto proprio le piacesse stare così, libera, nuda e strettamente avvinta al corpo di un uomo.

La svegliai con un lungo bacio al quale lei partecipò con un trasporto ancor più sorprendente. Con una mano le accarrezzai il sesso e la scoprii tutta bagnata. Emise un lieve gemito per quella mia scoperta della sua evidente eccitazione.

Hai voglia, Fedora? – le chiesi a bassa voce – Il tuo corpo sta urlando….” “Sì, Fabio… – sussurrò lei – Ho tanta voglia e ti desidero…”

Ritenni che era giunto il momento fatidico e mi adoperai per prepararla al suo primo rapporto sessuale completo. Ritenni inoltre giusto che anche la sua deflorazione fosse immortalata e cliccai sul telecomando delle telecamere. Quando Fedora sentì il ronzio brontolò un pochino. “Ma Fabio! – gemette lei – Vuoi riprendere anche questo? Ma dai, ti prego… Non voglio… Mi vergogno…” “E voglio anche sentire tutti i tuoi gemiti e le parole che griderai quando sarò dentro di te! – replicai subito – Sì, io sarò il primo!” “Oh Fabio! – sussurrò solo lei con un filo di voce – Sì, sì, sarai il primo…”

Allora senza una parola mi sollevai. Appoggiai il mio sesso alle sue labbra e contemporaneamente andai a baciare con la mia bocca la sua fica già fradicia.

Oh Fabio! Cosa mi fai fare… – miagolò lei – Mi fai impazzire così! Mai fatte queste cose!” Ma nello stesso istante che catturai tra le mie labbra il suo clitoride spinsi con forza la mia cappella nella sua bocca spalancata. Bellissimo! Come vedere in un magico primo piano nel video che mi stava davanti la bella Fedora ripresa con gli occhi trasognanti e la bocca piena del mio cazzo.

Pochi secondi e la fica di lei era un lago strapieno dei suoi umori e della mia saliva. Come il mio cazzo iera nvece ricoperto della sua.

Mi sollevai e mi inginocchiai davanti a lei con le lunghe gambe spalancate. Come spalancato e bagnato era il suo sesso. Lei mi guardò preoccupata il grande uccello che le proposi. Per l’eccitazione che provavo era al massimo delle sue dimensioni. Lei ne fu un po’ impaurita, soprattutto quando me lo scappellai lentamente mostrandole un glande quasi viola ed enorme. Lei pensò che non sarebbe stato facile accoglierlo tutto dentro di sé. Dal suo sguardo trasparì infatti tutta la sua preoccupazione.

Io mi sentii orgoglioso per quella esibizione. Lei invece come una giovane vittima sacrificale davanti al carnefice che le mostrava l’enorme bastone di carne pulsante che stava per sverginarla.

Oh Fabio, ti prego… – sussurrò gemendo e contorcendosi un po’ – Fai piano…. Mi raccomando…”

Le sorrisi e con una mano le feci una carezza. Poi appoggiai il mio glande sopra la sua entrata lucidissima e bagnata ma ancora ben chiusa. Quando sentii le sue grandi labbra vibrare ed avvolgere un po’ la punta del mio cazzo con le mie mani prima le feci allargare ancor di più le gambe e poi le catturai le mani per spalancare anche le braccia. Come era bella così, Fedora. Sotto di me, nuda, spalancata e ormai pronta a ricevere dentro di sé tutto il mio cazzo!

Lei cominciò ad ansimare e gemere. Io mi abbassai ed iniziai a baciarla. Prima piano e con dolcezza, poi con energia e violenza. Proprio mentre cominciai a spingere il mio cazzo dentro di lei.

Scivolai lentamente dentro il suo tesoro e sentii un gran calore avvolgere tutto il mio uccello. Avvertii nella mia bocca il suo respiro caldo e sempre più affannato. Poi, più entravo dentro di lei e più lei lo rallentava. Fino quasi a bloccarsi. La penetrazione le fece trattenere il fiato.

Non incontrai alcuna resistenza e lei non provò alcun dolore. Solo un lunghissimo gemito di piacere accompagnò la mia intrusione nel suo corpo.

Liberai le sue mani e lei subito ne approfittò per accarezzarmi e poi per manifestarmi il piacere che stava già provando. Prima mi graffiò con le sue unghie sulla schiena e poi me le conficcò sulle spalle.

La stantuffai a lungo, con sempre maggior violenza. E lei sempre più mi faceva sentire il suo abbraccio e le sue unghie sulla mia pelle.

Poi, ecco il suo primo sussulto. Trattenne a fatica l’urlo che svelò il suo primo orgasmo. Godeva, Fedora, godeva. E per cercare ancor più il piacere si muoveva sollevando il suo ventre per meglio farmi penetrare nella sua fica. Fu fantastica, lei! Ad ogni mia pressione fece coincidere il suo lento sollevarsi. Si inarcava in una meravigliosa offerta del suo sesso al mio!

Cessato un orgasmo lei ne preparò un altro. Non si arrestò nella ricerca del piacere infinito e dell’orgasmo successivo. Il più bello. Godeva tanto e più volte!

Lei era ormai completamente aperta ed io continuavo in una penetrazione che diventava frenetica e sempre più profonda.

Lei accompagnava la mia introduzione dentro di lei con gemiti, sospiri e parole dolcissime. Mi confessava tutti i suoi orgasmi. “Oh sì, così…. Vengo, vengo… – mi ripeteva ogni volta che raggiungeva il paradiso – Com’è bello! Grazie, Fabio!”

E schizzava! La sentii pulsare ed inondare il mio uccello che affogava tra i suoi umori caldi.

Ma lei non era soddisfatta. Con un sorrisetto malizioso mi fece capire che avrebbe voluto allora comandare anche lei per un po’. Si divincolò, mi fece sdraiare e volle salire lei sopra di me. Meraviglioso!

Guidò con le sue dita il mio glande sull’apertura della sua fica completamente spalancata. Poi lentamente si impalò e mi cavalcò. Prima lentamente e poi sempre più velocemente.

Sorrideva, poi gemeva e borbottava impaziente sempre alla ricerca dell’ennesimo orgasmo. Puntuale alla fine il piacere arrivò, violento ed inarrestabile. L’urlo lo precedette. No, il ronzio delle telecamere non la infastidivano più e le piaceva mostrare come lei sapeva godere.

Passando da un orgasmo all’altro Fedora aveva perso completamente la testa e il tempo era volato via…

Dopo l’ennesimo orgasmo sfinita si sfilò dalla sua passerina bagnata fradicia il mio uccello. Era ancora durissimo e pulsava. Lei si appoggiò sul mio petto e guardandomi con gli occhi socchiusi volle chiedermi ciò che mi aspettavo.

Tesoro, io sono venuta un’infinità di volte e tu mi hai voluto riprendere in tutte le pose. Il mio compito di modella si è concluso. Ma tu? – volle sapere – Non sei ancora venuto… Non hai ancora spruzzato… Grazie però per non avermela fatta dentro…”

Non sono protetta e mi avresti ingravidata! – continuò lei con un’espressione molto seria – Ti immagini se tornassi in Russia dal mio moroso con il pancione e il seno gonfio con i capezzoloni pronti ad allattare il bebé…”

Non le risposi ma la richiesta che le feci svelò subito quale fosse la mia intenzione. “Ora girati, Fedora e solleva il tuo splendido culetto…”

Fedora sbuffò e mostrò subito tutta la sua preoccupazione. “Ma Fabio! – miagolò lei a bassissima voce – Vuoi prendermi anche dietro? Vuoi anche il mio culetto?” “Sì, Fedora! Voglio sodomizzarti! Hai un lato B che ho apprezzato dal primo momento che ti ho vista all’aeroporto correre sculettando ed affannosamente verso il deposito bagagli.”

Ma Fabio! – protestò subito lei agitatissima – Sono vergine anche lì! Io… io non l’ho mai fatto!”

Io non le risposi ma l’aiutai a prendere quella meravigliosa posizione che doveva assumere per prendere il mio uccello dentro il suo piccolo e strettissimo forellino in mezzo al suo rotondissimo culetto.

Fedora un po’ brontolando assunse una splendida posizione che valorizzava al massimo il suo bel culetto ben sollevato e pronto al sacrificio. “Va bene così? – mi chiese lei con voce affannata – Mi hai messa alla pecorina, vero? Si dice così?” “Sì, tesoro! Proprio così! Alla pecorina… “

La vidi fissare lo schermo per vedere lei stessa per la prima volta in primo piano ciò che offriva alla telecamera. E pure a me! Da dietro vide la sua passerina ancora allargata dalle precedenti penetrazioni e il piccolo buchino del suo culetto! Si irrigidì quando sentì le mie dita allargare entrambi i suoi forellini e sbuffò rumorosamente quando vide e sentì i flash della mia fotocamera.

Ma daiii! – gemette allora lei quasi urlando – Anche questo vuoi immortalare?” “Sì Fedora! E’ tutto troppo bello! Quella tua peluria nerissima che anche dietro incornicia i tuoi buchini…”

Lei quasi si accasciò ed appoggiò la bocca sul cuscino. “Fai presto, Fabio! – la sentii sospirare con un filo di voce – E ti prego… Fai piano! Non farmi male…” Fedora era nervosa ed un po’ impaurita.

Rilassati, Fedora – la esortai per facilitare la sopportazione del dolore che avrebbe sicuramente provato soprattutto all’inizio della penetrazione – Ti farà un po’ male all’inizio. Ma poi ti piacerà! Tanto…”

Lei si girò un attimo a vedere la mia asta che stava per profanarla anche là dove nessuno era mai entrato. “Ma è troppo grande, ora! – piagnucolò rigirandosi e guardando lo schermo – Mi spaccherai tutta e mi farai male! Tanto male!”

Fai finta che io sia il dottore e che ti debba fare un bel clisterino! – tentai di calmarla – Ne hai fatto qualcuno, vero?”

Ma sì. Uffa! Ne ho fatto uno in Sicilia poche settimane fa. Colpa di una indigestione di pesce. Ma non mi era piaciuto proprio per nulla farlo! Anche perché al dottore non era dispiaciuto per nulla per necessità proprio a lui abbassarmi lo slip e….” “E… – insistetti io per farla parlare e non farla pensare a quello che stava per succederle – Cosa ha combinato che ti ha tanto infastidito?” “Lo spingere dentro di me quel coso appuntito. Mi ha fatto male perché io sono stretta lì! E poi lo spruzzarmi nell’intestino tutto quel liquido caldo ed oleoso. Ha vuotato una intera peretta di quel medicinale tanto necessario al mio pancino!”.

Lui ha fatto presto però e tu non hai fatto le bizze” “”Non potevo farle! Non ero una bambina. Ma mi ha ancor più infastido e fatto arrabbiare notare che a lui tutto quello che aveva fatto gli era proprio piaciuto! E le sue dita, oltre a cercare il mio buchino aveva indagato con noncuranza anche un po’ davanti sfiorandomi la vulva e tutto il resto!”

Non la feci continuare. Rimasi ancora per qualche secondo in contemplazione del suo sederino dove ben visibili notai un bianchissimo e piccolissimo triangolino e le candidissime striscioline di pelle che erano statie protetteidal sole al mare dal microscopico slippino che lei aveva evidentemente indossato.

Ma subito dopo puntai il glande sulla piccola apertura del suo culetto che prima avevo tentato con estrema delicatezza di allargare più possibile. Spinsi lentamente, la penetrai piano e così la aprii. “Ohhh… – la sentii subito lamentarsi prima di trattenere il fiato – Piano! Fai piano, Fabio!”

La accontentai e così facendo spinsi tutto il mio uccello dentro di lei! Subito lei cominciò a dimenarsi, ad ondeggiare ee a muoversi per evitare più possibile il dolore della penetrazione.

La telecamera riprese tutto e quei movimenti del suo culetto appena deflorato resero la ripresa particolarmente provocante e, con quei gridolini, gemiti e sussurri, tanto, tanto sexy. Fedora era stata proprio brava anche nel prendere un uccello nel suo bel culetto. Era la prima volta che un uomo la inculava. Ero stato io il privilegiato.

Aumentai il ritmo e vidi sullo schermo il suo volto che iniziava a mostrare un certo apprezzamento di quello che aveva prima invece tanto temuto. Infersi dei violentissimi colpi e vidi i suoi seni ballonzolare. Tutto molto eccitante e accompagnato dai suoi gemiti sempre più rumorosi.

A Fedora piacque evidentemente essere inculata così. E me lo fece capire con i suoi movimenti che facilitarono la penetrazione e con le parole che mi fecero molto presto perdere la testa e raggiungere il piacere e l’orgasmo.

Oh Fabio! Sìììì! – quasi urlò lei – Così, così mi piace. Sono tua. Tutta tua. Mi hai sfondata anche qui… E adesso mi hai aperta dappertutto… E vengo, sai, vengo ancora!”

In silenzio si godette l’ennesimo orgasmo. Poi fui io a dirle quello che lei attendeva. “Oh, Fedora! – urlai io – Adesso sborro anch’io! Ti vengo dentro! Nel tuo culo!”

Sìììì, Fabio! Vieni, vieni anche tu! – strepitò lei in preda all’ennesimo orgasmo ed incapace di controllarsi avendo perso completamente la testa ed avendo eliminati tutti i suoi freni inibitori – Sììììì! Proprio così! Voglio adesso essere la tua puttana. Sborra, sì sborrami tutto dentro! Voglio sentirla calda e densa nel mio intestino. Mentre sale…. Oh sì, così, proprio così!”

Quelle parole mi fecero infatti esplodere. Sborrai violentemente e la sperma entrò dentro di lei. La sentii fremere e mugolare mentre si faceva riempire dal mio seme. Non aveva mai sentito dentro di sé gli schizzi di sborra di un uomo!

Non finii mai di spruzare la mia sborra nel suo culetto. Fino a farla uscire a cascata dal suo forellino ormai allargato e ben dilatato. Il click riprese anche quell’attimo. Fedora sborrata nel culo!

Lei sorrise e mostrò la lingua alla telecamera! “Anche questo volevi, uomo? – disse lei rassegnata – E anche questo nella raccolta a luci rosse, vero?”

Non feci in tempo a risponderle. Squillò il mio cellulare. Era l’impiegato della compagnia aerea che mi informava che il bagaglio della signora era stato rintracciato. Entro la serata sarebbe stato consegnato all’indirizzo che avevo loro fornito.

Informai Fedora. Lei ne fu felice. Si alzò dal letto e tutta dolorante si diresse al bagno. Aveva bisogno di un’altra doccia. Era strapiena di sperma. Colava dappertutto e tutti i suoi buchini erano doloranti e fradici. Pieni dei suoi e dei miei umori.

Ma Fabio! – sbuffò per un attimo lei – Cosa hai combinato. Mi avevi convinta! Volevi farmi solo delle foto di un certo tipo. Sì, sì, mi volevi riprendere anche nuda! Per inserirmi in quella tua collezione privata a luci rosse! Ma tu… Ma tu mi hai anche sverginata ed aperta dappertutto. E riempita tutta con il tuo seme. Quanto ne hai fatto! Ma adesso mi fa male tutto! Tanto male!” Ma poi sorrise e scappò sotto la doccia! Ancora una volta mi mostrò il suo bellissimo culetto ancora sporco della mia sborra. Come lo era stato il suo visetto in quello scatto che naturalmente entrò di diritto nella mia collezione privata a luci rosse.

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Autore Pubblicato il: 22 Settembre 2020Categorie: Erotici Racconti, Racconti di Dominazione, Racconti Erotici, Voyeur0 Commenti

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