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Sono Pamela, uscita da poco dalla scuola superiore.
Fortunatamente, conclusi gli studi ho trovato da subito un lavoro che mi occupa gran parte della settimana. Si tratta di fare nella mia regione la rappresentante per una ditta di condizionatori, devo spiegare i benefici, il funzionamento e trovare la promozione ideale per ogni mio cliente.
Probabilmente, attribuisco la mia fortuna nell’aver trovato subito lavoro, grazie sopratutto al mio aspetto fisico.
Il foglio che mi diedero da compilare al colloquio era molto semplice :
Nome e cognome : Pamela Daddai – Età : 20 anni – Altezza : 1.70 – Peso : 55kg – Titolo di studio : Scuola superiore – Altre esperienze lavorative : Nessuna.
Assomigliava di più a un casting per fare la velina questo questionario, bastava mi chiedessero anche le misure e sarei passata certamente in quel caso!
Per quel giorno ero vestita come oggi, con una camicetta rossa molto leggera visto il caldo intenso, un reggiseno di pizzo nero 4a misura, perizoma anch’esso nero ma molto semplice e gonna a pieghe non piu lunga di metà coscia così che esalti maggiormente il mio fondoschiena sporgente che produce molti apprezzamenti. A completare il tutto, capelli neri lisci fino alle spalle, un paio di sandali e la mia borsetta nera di d&g. Personalmente lo definisco un look provocante ma non eccessivo.
Oggi, ovviamente porto con me anche la borsa con tutto il materiale illustrativo e le varie copie dei contratti oltre alla tabella di marcia inviata giornalmente dalla ditta. Quest’ultima, mi indica tutti i posti che devo visitare, per esempio, adesso mi sto dirigendo in campagna con la mia Opel Corsa, verso una grossa tenuta di un certo Carlo Alberti di 50 anni.
Il caldo è troppo, anche con il condizionatore acceso, siamo in pieno agosto, immagino i miei amici al mare a divertirsi mentre io sono qui a lavorare. Nel mentre che sto facendo questi pensieri, arrivo a destinazione. Non ci sono cancelli, ma solamente due pilastri posti ai lati della strada dai quali parte una siepe che si stende a perdita d’occhio, presumo per andare a recintare la tenuta. Il mio viaggio dura ancora due minuti prima di arrivare al cortile posto davanti l’entrata di una cascina maestosa in tutti i sensi.
Suono due o tre volte il clacson per attirare l’attenzione di due figure che vedo indaffarate vicino a un trattore. Una volta individuata l’origine del suono, le due figure si muovono verso di me e allora esco dall’auto e mi incammino verso di loro.
Dopo una rapida presentazione, scopro che sono i figli del signor Alberti, al chè chiedo loro di accompagnarmi dal padre. Mi conducono dunque all’interno della cascina, passando per varie stanze , non troppo grandi ma tanto fresche, quindi giungiamo in quella che credo sia la sala da pranzo, molto piu grande e curata delle altre stanze. Qui i duei figli si congedano dicendo che andranno a chiamare loro padre non prima di squadrarmi l’ennesima volta da testa a piedi. Avevo già notato questi sguardi da quando si avvicinavano a me dopo che avevo attirato la loro attenzione con il clacson, poi quando avevo chiesto del padre avevano distolto gli occhi dal mio corpo. Ancora mentre mi accompagnavano, uno era rimasto dietro di me perchè diceva di voler richiudere lui le porte.
Dopo qualche minuto finalmente sento rumore di porte in lontananza, poi una porta laterale aprirsi ed ecco entrare una persona dall’aspetto molto più adulta dei due figli. Si presenta a me come Carlo Alberti, un’uomo molto grosso di corporatura e molto muscoloso che dopo avermi squadrato anchegli da capo a piedi si è seduto ascoltando la mia presentazione e la motivazione della visita.
Alberti si è dimostrato da subito un’uomo tosto e molto esigente, voleva sapere tutti i pacchetti da noi offerti fin nei minimi dettagli, soprattutto per l’ingente somma che avrebbe dovuto sborsare vista la mole di lavori da fare. Non si trattava di un piccolo appartamento, ma di una cascina con moltissime stanze e quindi per ogni “ala” della cascina voleva pacchetti diversi che soddisfassero maggiormente le sue richieste.
Il sole stava calando, ormai erano quasi le 7 e io avevo ancora 150km da fare per tornare a casa ma qui il lavoro era solo a metà. Durante tutto il tempo che io ho parlato, Alberti ha staccato lo sguardo dal mio viso o dal mio corpo solo quando era intento a scrivere appunti. Come prima anche adesso mi sta fissando in mezzo alla scollatura, prodotta dalla camicia con qualche bottone aperto per il caldo eccessivo.
– Abita distante signorina?
Finalmente, così potrò dirgli che tornerò domani per concludere l’affare.
– Si signore, ho ancora 150km da fare prima di essere a casa.
Strabuzzando gli occhi mi domanda :
– Ma abita da sola ?
Che domande, certo che abito da sola, esattamente da quando ho trovato questo lavoro.
– Si signore, ma perchè me lo chiede?
Fa un piccolo sospiro
– Niente di particolare, per evitarle tutta questa strada, visto che come può vedere di stanze qui ce ne sono, se gradisce potrebbe fermarsi con noi per la notte.
Attimi di silenzio, non mi aspettavo questa gentilezza da un’uomo come lui. Il problema è che ha uno sguardo strano, riesco a notare un certo nervosismo. Sarà dovuto all’eccessivo lavoro dato da quest’enorme cascina! In ogni caso valuto meglio la proposta e sono tentata di accettare, tanto non ho nessuno che mi attende a casa, sono single da quando ho concluso le superiori perchè il mio ragazzo di allora si è trasferito al sud per frequentare una certa università di non so piu cosa.
– Signorina! si è imbambolata?
Mi risveglio dai miei pensieri.
– No scusi, mi scusi ma stavo ragionando e comunque mi stupisce molto la sua richiesta, lei è molto gentile e se non è di disturbo accetterei volentieri la proposta.
Stai facendo una cazzata Pamela! Non so per quale motivo ma LO SO! Sto tipo mi fa paura anche se sembra bravo e gentile!
– Benissimo, se vuole lasci tutti i documenti e la borsetta sul tavolino qui di fianco e poi venga con me che le mostro la sua camera.
Mi affretto a riordinare e fare come mi è stato detto.
– La ringrazio, gentilissimo. Solitamente non approfitto dei clienti ma in questo caso è proprio necessario.
Con la solita calma apparente e un sorriso quasi faticato mentre si incammina davanti a me, mi risponde :
– Si figuri, un favore a lei e lei un favore a me!
Rimango stupita dalla frase e quando sto per rispondere qualcosa continua lui dicendo :
– Intendo dire, spero che troveremo un’accordo contrattuale un po più aggevolato.
Mi rilasso per questa spiegazione e con un sorriso rispondo:
– Cercherò di essere il piu disponibile possibile e faro quanto più potrò per aggevolarla! non si preoccupi, è in buone mani!
Parte una risatina subito smorzata.
– Mi scusi, sisi certo, spero sarà molto disponibile a riguardo.
Uff che fatica quest’uomo, ma sembra bravo alla fine.

Mentre cambiamo stanza una porta vicino alla nostra si spalanca ed entra un ragazzo piu giovane degli altri due, credo abbia la mia età. Si avvicina al padre e mi saluta velocemente.
– Papà chi è ?
Rivolgendosi a me.
– È così che ci si rivolge alle persone? Salutala come si deve!
Abbassando lo sguardo si gira verso di me e allunga la mano.
– Piacere , Federico, scus.. mi scusi.
Sorrido e rispondo stringendogli la mano.
– Figurati. Pamela, sono qui per i condizionatori che vorrebbe comprare tuo papà.
Alza lo sguardo e strabuzza gli occhi quando arriva al mio seno e poi torna alle mie gambe nude coperte solo dalla mini.
– Ah capisco. Ma dove andate?
Sorrido e il padre intanto interviene.
– La sto portando a vedere camera degli ospiti, sta sera si fermerà con noi perchè non abbiamo ancora finito di discutere per il contratto.
Si ferma, mi guarda ancora una volta da testa a piedi e poi sempre rivolgendosi al figlio:
– Portala tu, mostrale la camera e poi venite giu in cucina che sta sera mamma non c’è…. Così mi aiuti a preparare cena.
Quella pausa quando ha detto che la mamma non c’era… Pamela tu fai una cazzata!
– Ok Pà!
Poi rivolgendosi a me :
– Posso darti del tu?
Faccio solo si con il capo oltre a un leggero sorriso.
– Vieni con me, seguimi.
Il padre mi saluta dicendo che ci vedremo tra poco.
Federico è molto piu veloce per le stanze e dopo tre rampe di scale eccoci, al fondo di un corridoio una stanza enorme, letto matrimoniale al centro e qualche specchio ai lati e tanti tappeti per terra. In un angolo un piccolo armadio a due ante completa l’arredamento. Tutte le tapparelle sono chiuse probabilmente perchè la stanza non è usata da qualche tempo.
Giro qualche secondo per la stanza mentre continuo a sentire lo sguardo puntato sul mio fondoschiena, poi dopo aver preso fiato, Federico chiede se qualcosa non va.
– No no, tutto bene! ero curiosa di vedere bene dove avrei dormito sta notte, sai se poi non trovo la luce non vorrei sbattere contro qualcosa.
Un sorriso spontaneo  parte da entrambi. Si rilassano finalmente un po gli animi.
– Bene spero di ricordarmi anche tutto il tragitto per arrivare fino qui.
– Certo è facile, ora che torniamo te lo ricorderai. Andiamo.
Ovviamente mi fa passare davanti per chiudere la porta e ovviamente lo fa solo per guardarmi ancora il culo.
– Posso chiederti quanti anni hai?
Sorrido.
– Ne ho 20 e tu anche vero?
– No io ne ho compiuti 18 un mese fa.
Mi stupisco perchè credevo fosse piu grande. Beh cosa cambia, tanto domani me lo sarò già dimenticato.
– Ah cavolo ti davo due anni in più. Come mai tua mamma non c’è questa sera?
Sorride
– È andata via con delle amiche, tornerà credo tra una settimana. Sai una vacanza almeno lei riesce a farsela, noi dobbiamo finire troppi lavori.
– Sisi capisco. Lei alla fine lavora per voi tutto l’anno!
– Già proprio così. Deve curarne 5!
– Io ho conosciuto due tuoi fratelli e tuo padre. Il quinto chi è?
– Mio nonno!
– Ora mi è tutto chiaro!
 Sorrido e lo vedo diventare tutto rosso.
– Sei molto carina.
Ora sono io a diventare rossa! Riesco a rispondere a fatica.
– EeeHeheh grazie..
Fortunatamente siamo arrivati in cucina e il discorso è potuto morire lì, anche se credo che tornerà all’attacco il furbetto!
C’è molto movimento qui, tutti si aiutano, chi fa il primo, chi il secondo, chi il contorno, mentre un signore anziano sta seduto al tavolino vicino la finestra con davanti il giornale. Deve essere il nonno, ne ho subito la conferma data dal signor Alberti che ci presenta.
– Piacere Alfio.
– Salve, piacere mio, Pamela Daddai.
– Pamela Dai chè?
Alzo maggiormente il tono della voce e ripeto.
– Pamela DADDAI
– Ah ora ho capito! Scusi.
– Niente si figuri.
Mentre mi segna la sedia davanti a lui mi dice :
– Prego si segga. Prepara mio figlio e i miei nipoti.
– Ok, ma se posso, sono disponibile, faccio quello che volete.
I due ragazzi piu grandi sentono da lontano mentre stanno preparando qualcosa e li sento ridere a bassa voce, mentre il padre pare non si sia accorto di niente. Mi sento un po tesa ma faccio finta di niente, all’apparenza è una normalissima famiglia ma sembra ci sia qualche intesa tra queste persone, non so di chè genere però.
In poco tempo la cena è pronta e ci spostiamo in sala, ogniuno porta qualcosa e in un lampo la tavola è imbandita. Sono organizzatissimi e rapidissimi, la madre deve averli istruiti a dovere. Mi fanno sedere vicino al padre che è capotavola, al capo opposto invece sta il nonno, davanti a me ho Federico e i due posti affianco a noi c’è Angelo e Davide ( ho scoperto i loro nomi mentre si chiamavano in cucina per passarsi le cose ).
Tutto è molto buono e anche abbondante, in più, da bere hanno messo in tavola un buon rosè leggero che si beve volentieri. Angelo e Davide ne hanno bevuta piu di due bottiglie assieme al loro nonno Alfio, il padre invece ha bevuto con me una sola bottiglia e il figlio piu giovane, Federico pare non gli piacciano alcolici.
I discorsi a tavola sono svariati Angelo e Davide parlano per conto loro mentre Alfio parla con Alberti mentre Federico sembra invece interessato al mio lavoro.
Finita la cena, chiedo di poter uscire a fumare e dopo aver ricevuto il consenso mi avvio assieme a Federico per continuare il discorso iniziato a tavola.
Tra me penso : Continua imperterrito a starmi alle spalle, deve avere proprio voglia questo, eppure non sembra che abbia rigonfiamenti visibili.
Durante la sigaretta ora che mi è davanti, mentre sono intenta nella spiegazione, vaga con lo sguardo lungo tutto il mio corpo. Per vedere se è attento provo a fargli qualche domanda, eppure senza staccare lo sguardo dalle mie curve risponde a tema! Sembra quasi abituato a guardare così le persone, è proprio strano sto ragazzo.
– Ti piaccio proprio eh?
Come se si risvegliasse di colpo dal sonno.
– C..co..cosa scusa?
– Mi stai spogliando con lo sguardo e manco fai attenzione a non farti notare.
– Ah scusami è che sei davvero bella.
Non so cosa dire, in fondo non è brutto ma, è il figlio del mio cliente, se me lo portassi a letto, domattina sicuramente il contratto lo vedrò volare fuori dalla finestra assieme a me!
Per evitare ulteriori problemi rientriamo e noto che sono ancora seduti a discutere, ora l’argomento è cambiato però, non riesco a capire di cosa si tratti ma deve essere qualcosa di importante. Ci sono di mezzo soldi, tanti… Sarà per il mio contratto credo, in fondo si parla di un minimo di 100mila euro se tutto va in porto, perchè la cascina è davvero immensa e forse volevano rendere le stanze affittabili come hotel, quindi è ancora piu complesso di quanto credessi.
Una volta che mi notano però, i discorsi si fermano, tutti si azzittiscono e Alberti si alza e viene verso di me.

Mi cinge le spalle e con voce calma mi invita ad avvicinarmi al tavolo.
Alberti si gira verso di me appoggiandosi al tavolo con il sedere.
– Senti Pamela. Qui noi tutti abbiamo pensato a una cosa.
– Mi dica signor Alberti, cosa posso fare per lei?
– Senti Pamela. Hai presente quanto potrebbe costare tutto quest’impianto che mi vuoi far comprare?
– Si circa un centinaio di migliaia di euro. Perchè?
Alberti si ferma un secondo, come a prendere fiato.
– Brava, perchè vorrei fare un’accordo con te. Ora mi lascerai parlare e quando avrò concluso ti dirò io di dare la tua risposta ok?
– Va bene signor Alberti.
– Brava. Bene, voglio che tu sia completamente mia per 2 giorni. Portrò fare di te ciò che vorrò e come potrò io, faranno altrettanto tutti i miei figli e mio padre. La nostra schiava.
Un colpo al cuore, quasi non sento le gambe e devo appoggiarmi al tavolo per non cadere. Respiro piu corto e cuore che batte all’impazzata.
– Tu avrai il solo diritto di respirare, tutto il resto sarà a nostra discrezione. Se accetterai, una volta che finiranno questi due giorni, firmerò il contratto e la stessa somma che verserò alla tua ditta, verrà versata nel tuo conto.
-No..non..non so co….cosa ris…
-Zitta! Ora,se non accetti, l’alternativa è questa. Domattina prenderai le tue cose e andrai a casa e sempre domattina invierò alla tua ditta una lettera con su scritto che non vorrò mai più fare affari con loro e di non mandare mai più un’incompetente a fare vendite simili. Ora parla pure.
Ho le lacrime…. mi ha fregato… mi hanno fregato…
– Ma.. ma mi sta ricattando!
Albertelli mi accarezza una guancia quasi con fare paterno.
– No cara mia… Questo è fare affari. Scegli, nessuno ti sta obbligando ad accettare, ma sappi che se accetterai non avrai più diritti. Sarai comunque libera di andartene in qualunque momento, ma se sarà prima dei due giorni stabiliti, il contratto farà la fine che ti ho detto.
Sono sempre piu shockata….
– Ma….. di preciso… c.. cosa dovrei fare io?… c.. cosa mi fareste?
Angelo e Davide ridono mentre il nonno fa cenno di stare zitti e mi guarda minaccioso.
– Cara mia, non posso fare esempi! non ce ne sarebbero… perchè potrò farti tutto ciò che vorrò! ovviamente non ti taglierò a pezzetti, non farò il chirurgo su di te… ma potrò farti molto male anche solo con le parole!
– Ho capito..e … tutti quanti ?
– Tutti quanti cosa? ti scoperanno? penso di si… sarai mia per un po e poi ti passerò a qualcun’altro che farà di te cosa vorrà. Accetti allora?
Ho paura ora… in fondo se accetto, probabilmente verrò stuprata e chissà cos’altro… so che non verrò uccisa, ma cosa mi faranno non so se sarà doloroso o meno… credo molto doloroso…temo…
– Posso pensarci?
Mentre lo dico estraggo le sigarette dalla borsa.
– Certo che puoi, vai a fumare ma non scappare, non servirebbe. Basterebbe dire di no e avresti anche un posto da dormire la notte.
– Va bene. si. sarei una stupida in quel caso.
Esco per la seconda sigaretta e Federico continua a seguirmi.
– Tu sapevi tutto e non mi hai detto niente. È per quello che eri così sicuro nel guardarmi?
Federico colto sul fatto abbassa solo per un secondo lo sguaro e poi puntandomi negli occhi mi risponde :
– Papà ogni tanto fa questi giochi quando mamma non c’è. È raro che succeda, tu sei la terza. Però è bello, per noi soprattutto, credo.
– Le altre tre hanno accettato?
– Si, ma una è scappata dopo il primo giorno.In quel caso avevamo esagerato un po e forse le avevamo fatto troppo male. Le altre invece sono rimaste fino alla fine. Sai i soldi fanno comodo.
– Capito….. tu cosa mi vorresti fare?
– Lo scoprirai…. dai entriamo.
Butto la sigaretta e Federico aspetta per entrare dopo di me. Il mio culo lo attrae proprio…
Alfio dal fondo del tavolo parte all’attacco.
– Bene ragazzina. Cos’abbiamo deciso di fare?
Il suo tono mi incute timore, ma viene subito fermato da Alberti che riprende la parola :
– Papà per cortesia. Ci penso io a contrattare, poi la comandi quando sarà tua chiaro?
L’anziano abbassa la testa e sta in silenzio.
– Bene quindi puoi dare il tuo verdetto?
– Beh ecco… Si…
Alberti dopo un momento di silenzio inclina la testa verso destra e risponde :
– Si cosa? dimmi se accetti, per quanto tempo rimarrai in nostra compagnia e cosa farai E SARAI per noi.
– Ah Sss…Scusi.
Prendi fiato Pamela! Lo sapevo che finiva male! e ora siamo in ballo ! maledizione !
– Si Accetto! Accetto di stare qui per tre giorni, Accetto di fare tutto ciò che vorrete…
Con tono fermo e a bassa voce Alberti mi incita :
– E cosa sarai per … noi?
– Sarò la vostra schiava.
Si alza Angelo dal tavolo e guardando il padre mi indica.
– Si Angelo, ha detto 3 giorni ! beh se vuole stare piu tempo con noi, non c’è problema!
Ripenso e in un baleno mi ricordo di aver sbagliato, e al posto di dire 2 giorni ho risposto 3!!!!!!
– Nnn…No!! Intendevo dire dueeee!!!
– Mia cara, tutti abbiamo sentito cos’hai detto………e ormai l’hai detto.
Abbasso lo sguardo maledicendomi….
Diego si alza, mi viene vicino e appoggia una mano sul mio sedere coperto dalla minigonna.
– Ciao io sono Diego e con me gioca sempre anche Angelo. Ora sali sul tavolo e presentati a noi. Vogliamo vedere come sei fatta e cosa potrai offrirci.
Federico e Angelo intanto hanno fatto spazio sul tavolo e dopo che Diego mi ha issato su di esso, alzandomi con una mano in mezzo alle gambe a contatto con la figa e il culo coperti solo dal perizoma e l’altra mano sotto una tetta, sono tornati tutti a sedere.

Angelo con tono fermo ma deciso.
– Bene iniziamo così, presentami la tua figa, vieni qui e inginocchiati.
Ormai sono in ballo, e devo ballare! Camminando in mezzo ai piatti arrivo da lui e mi inginocchio sul tavolo.
– Tieni la gonna alzata.
Eseguo e sento subito una mano palparmi la figa senza una direzione o meta precisa. Il perizoma mi viene scostato e la mano inizia a pizzicarmi prima le labbra esterne e dopo averle allargate con l’altra mano passa a quelle interne. poi prende le labbra tra indice e pollice, stringe forte e le tira verso il basso. Ora usa entrambe le mani, mi cerca di allargare le labbra interne, prima le tira verso il basso e poi verso l’esterno, sempre piu forte, finchè non tiro un’urletto per la sensazione di bruciore, sembrava me le volesse strappare.
– Molto bella sta figa. Mi piace.
E così dicendo mi pianta 2 dita dentro fino alle nocche. Non ero preparata, ne lubrificata. Sono rimasta per un’attimo senza fiato.
Intanto gira e rigira le dita come se niente fosse fino a quando da due diventano tre… Entra e esce quattro o cinque volte e poi mi spinge via.

È il turno di Diego.
– In ginocchio e avvicinati con le tette.
Mi sbottona con calma la camicetta, come se non volesse rovinarla. Una sorte peggiore la subisce il reggiseno, viene preso da entrambe le coppe e dopo due forti strattoni, mi viene strappato di dosso.
Le mani di Diego vanno subito ai capezzoli, subito stretti tra pollice e indice, me li torce, me li tira, me li stringe finchè non iniziano a uscirmi le lacrime dagli occhi. Al chè passa ad affondare la mano su tutta la tetta, le schiaccia tra loro le allontana le alza, le fa saltellare e poi le strizza molto forte. Infine si avvicina con la bocca e dopo un po di volte che mi lecca i capezzoli riuscendo a stimolarli, questi si irrigidiscono.
– Sapessi cos’altro ho di duro io. Vedi cosa ti farò.
Così dicendo mi pianta un morso per ogni capezzolo e poi mi spinge via.

Sono usata.. sono un’oggetto.. come se non avessi un’anima.. come se stessero provando il gioco prima di comprarlo.

Tocca ad Alfio.
– Scendi dal tavolo e inginocchiati vicino a me.
Faccio come dice e mi trovo subito le sue mani in faccia. Mi accarezza le guance, le labbra e due dita mi forzano ad aprire la bocca. Subito dopo si intrufolano dentro, fino in gola. Ho un conato di vomito, non sono abituata a prenderlo fino in gola, anche se qualche volta ho provato.
– Non lo prendi in gola vero cagna?
– No signore.
– Bene allora quando sarai mia ti insegnerò come si fa.
E così dicendo mi mette 3 dita in gola e spinge. Con l’altra mano mi trattiene la testa, in modo che non possa scappare. Quando mi sta per finire il respiro, come se lo sapesse anche lui mi lascia e posso tornare a respirare.
– Lecca via le tue bave dalla mia mano.
Come un’automa lecco la mano di Alfio fino a quando è pulita.
– Brava me lo leccherai a lungo. Sembri brava. Ora vai da Federico.

Raggiungo quindi Federico che non mi da il tempo di avvicinarmi e già mi comanda:
– Svelta a 90 gradi con i gomiti appoggiati sul tavolo.
Nel mentre che parlava si è già alzato.
– Anzi, metti le braccia dietro la schiena e appoggia faccia e spalle sul tavolo.
Cosa vuole fare? legarmi così e scoparmi davanti a tutti?
– Brava ora stai ferma.
Mi sento alzare la gonna e spostare nuovamente il perizoma. Sta volta però viene scostato dall’ano. Temevo che qualcuno volesse usarlo, sopratutto lui che continuava a fissarmi il culo. Con la mano libera mi cinge i polsi e con l’altra, dopo aver vagato per un po nel solco delle natiche, pianta deciso un dito nel culo senza alcuna lubrificazione.
– HAIAAAA!!!!!
– E tu saresti vergine di culo? Gnocca come sei non te l’hanno ancora sfondato?
– No, ho sempre avuto paura del male.
– Dopo che te lo aprirò io ci passerà un braccio. Non ti preoccupare.
E mentre dice questo, stringe maggiormente i miei polsi e cerca di infilare a forza due dita, io mi ribello, mi fa male,e lui fatica nel suo intento.
– Guarda che piu ti ribelli e piu ti farò male, perchè quello che vorrò, lo farò ugualmente… Se mi ascolti, spingi invece di stringere e vedi che non sentirai quasi niente.
Continuavo a ribellarmi e non accennavo a mollare, allora sfila anche l’indice e dopo aver mollato i miei polsi, si aiuta con l’altra mano e spinge con forza le due dita dentro il mio culo. Questa volta entrano e fanno un male atroce. Io urlo e mi dimeno, ma lui niente, si ferma solo quando le nocche sono a contatto con l’anello dell’ano..
– Altrimenti vedi cosa succede?
Così dicendo le sfila violentemente e me le porge da pulire. Fortunatamente oggi non dovevo andare di corpo e sono pulite.Le ripulisco con la lingua fino a quando mi toglie le dita da davanti, sento riabbassarsi la gonna e vengo fatta alzare.

Alberti fa cenno di avvicinarmi a lui.
Alberti – Ora tocca a me. La mia famiglia l’hai conosciuta, ora per conoscenza comune risponderai ad alcune domande.
IO – Va bene Signore.
Alberti – Brava. Quindi non l’hai mai preso in culo? Davvero?
No per finta.. ma che domande sono??
IO – No, non l’ho mai preso.
Alberti – Federico! ti regalo il suo culo.
Fede – Grazie Pà!
Alberti – Ora. Con quanti ragazzi hai fatto sesso?
IO – Con 3 ragazzi.
Alberti – E quando la prima volta?
IO – A 15 anni.
Alberti – Che tu sia maggiorenne è scontato, ma quanti anni hai ?
IO – Ne ho 20.
Alberti – Ti piace succhiare il cazzo?
IO – Non troppo.
Alfio – Pero lecchi bene. Quindi ne hai succhiati abbastanza.
Alberti – Ti piace prendere piu cazzi assieme?
IO – Non ho mai provato.
Alberti – Ti piace ingoiare la sborra?
IO – No
Alberti – Avete il permesso di venirgli in bocca o nel culo. NO altrove.
IO – Ma io..
Alberti – Ma io niente. E anzi dopo ti frusterò la figa per avermi interrotto.
IO sto in silenzio.
Alberti – Bene quindi penso basti, ora sappiamo di avere una che ha molto da imparare. Ricorda che in qualunque momento potrai andartene.
IO – Si.
Alberti – Io ho visto tutto dagli altri e penso che essendo io a dover pagare, abbia il diritto di iniziare. Poi ti passerò a Federico così aprirà il tuo culo per chi dopo di lui vorrà usarlo. Ora, mani dietro la schiena e stai ferma.

Alberti si alza e toglie la cintura dai pantaloni. Mi vuole già cinghiare qui ??
– Allarga le gambe.
Oltre le parole, mi forza con i suoi piedi ad allargare le gambe. Poi passa dietro di me…. silenzio….
Sento un movimento d’aria impovviso e dopo il “Ciack” che risuona in tutta la stanza, un intenso bruciore proprio sulla figa ancora coperta dal perizoma. Mi piego in avanti cercando di non scompormi e cerco di prendere fiato. Mi sento tirare per i capelli fino a tornare alla posizione originale. In quel momento Alberti è talmente vicino che sento appoggiarsi qualcosa di duro e enorme proprio sul solco delle natiche, poi a voce bassa, vicino all’orecchio mi dice :
– Quando ti darò le altre, sarai completamente nuda e poi te lo pianterò dentro fino alle palle.
E così dicendo aumenta la pressione del suo cazzo sulle mie natiche, poi si stacca e mi lega i polsi con la cintura.
Torna davanti a me. Dopo aver alzato la gonna, mi prende per il perizoma e dopo averlo tirato verso l’alto di modo da farlo conficcare in mezzo le labbra della figa, tira verso di lui e dice :
– ANDIAMO!

La riunione di famiglia si scioglie e ogniuno va nella propria stanza.

Io in quella del signor Alberti.

La camera di Alberti è al secondo piano e mentre vengo “tirata” per la figa, continua a parlarmi.
– Sei proprio bella. Non hai mai pensato di fare la ballerina o di andare in tv?
– No signore, non ci ho mai pensato.
– Peccato. Mio figlio minore, Federico. Oltre ad essersi innamorato del tuo culo, penso si sia innamorato di te. Hai fatto colpo sai?
– Si penso anche io.
– Se ti pagassi 20 mila euro in più staresti un giorno in più per passarlo solo con lui?
– Non credo signore.
– Ok. Sempre difficili siete, ma vedi che ti raddrizzeremo noi.
Intanto siamo arrivati nella sua camera, presumibilmente anche quella della moglie.
– Siamo arrivati. Ora vai in centro alla stanza, allarga le gambe e stai ferma.
La cinghia c’è l’ho io ai polsi, quindi non credo che mi frusterà. Forse dovrò solo attendere così, intanto sento che armeggia, credo in una stanza adiacente.
Lo sento rientrare e chiudere la porta, poi silenzio. Per terra c’è la moquette e non sento se si sta muovendo oppure se è fermo.
Movimento daria e una fitta dolorosissima sulla figa. Questa volta è molto piu dolorosa e non si è nemmeno sentito rumore.
Mi inginocchio a terra e appoggio la testa sul pavimento. Ma sto in silenzio, solo qualche sospiro e lacrima.
– Sentito che male? questo è il mio segreto e non ti dirò cos’è. Sappi che se non farai quello che vorrò, ci saranno 10 colpi di questi per ogni punizione che dovrai fare. Ora rialzati.
E così dicendo mi tira dei piccoli calcetti proprio in mezzo le gambe ancora aperte, beccando proprio il punto colpito in precedenza da quella bacchetta o quale altra diavoleria era!
Mi rialzo e mi rimetto in posizione, intanto sento lui che armeggia ancora e poi torna a mani vuote.
Si siede sul letto e dice di avvicinarmi, mi fa ruotare e mi toglie la cinghia dai polsi, poi mi fa girare nuovamente verso di lui.
– Spogliami. Prima la camicia, poi scarpe e calze, poi i pantaloni.
E poi è nudo?
Faccio come mi dice mentre noto che continua a fissarmi i seni arrossati che ora vagano liberi nella camicetta ancora sbottonata.
Noto con piacere che è pulito e non puzza di sudore, probabilmente mentre sono andata in camera con il figlio, lui  si è lavato.
– I calzini toglili con i denti, tanto mi sono lavato, non puzzano tranquilla.
Mi accuccio e inizio con il primo calzino, faccio molta fatica e lui non collabora, anzi mi alza la gonna scoprendomi il culo e inizia a sculacciarmi. Man mano che proseguo il culo mi diventa sempre piu rosso e dolente, la cosa è strano da dire ma mi eccita perchè non sono date così forte come pensavo e a lungo andare oltre il dolore produce un certo piacere. Quando sto però per concludere di sfilare l’ultimo calzino, inizia a battere proprio sul mio ano con molta violenza. Li fa male, molto male.
– Se ti sposti sai la tua punizione. Lasciati colpire il buco del culo e continua il tuo lavoro.
Mi scende qualche lacrima perchè li effettivamente fa tanto male, ma cerco di resistere.
Finalmente riesco a sfilare il calzino e il supplizio finisce. Per ora..
– Ora togli i pantaloni.
Dopo averli sbottonati, mi aggevola solamente alzando il culo, il resto farò da sola. Concluso anche questo passaggio, appena alzo gli occhi, noto i boxer deformati in maniera assurda. Deve essere enorme, credo non meno di 28 cm!
– Vedo che ti impressiona. Faccio a tutte quest’effetto. Leccalo da sopra i boxer.
Mentre lo dice allarga le gambe e sporge il bacino verso di me. Io mi inginocchio  tra le sue gambe e inizio a leccarlo.
– Mordicchialo anche un po, da brava.
Per riuscire a mordicchiarlo devo spalancare completamente la bocca altrimenti non riuscirei ad avvolgerlo.
– Brava, ora però il cazzo mi fa male, fai troppo bene la puttana, togli i boxer…. Con… la lingua…..
Cosa??? e come faccio? tanto sono pensieri inutili, in qualche modo, dovrò riuscirci.
Si è messo in piedi, in mezzo la stanza per aggevolarmi il lavoro. Mi avvicino a lui e per riuscire nell’intento dovrò contorcermi in tutti i modi.
Inizio con abbassarli dietro, man mano che li sposto però, mi accorgo che sto praticamente leccando ogni cm quadrato del suo culo. Quando sono passata davanti invece, l’unico modo per riuscire ad abbassarli è stato prima togliendo l’elastico da sopra la cappella, altrimenti non sarebbero scesi e per farlo ho praticamente dovuto ingoiare volontariamente mezza cappella mentre con la lingua, piano piano ho dovuto spostare l’elastico continuando a leccargli il cazzo. Ho continuato così per una decina di minuti buoni, leccandogli tutta l’asta, l’intero culo, gran parte delle cosce e delle palle. Poi si è stufato e ha finito di toglierseli da solo dicendomi che quello che voleva, l’aveva ottenuto.
Ancora in piedi, mi mette le mani sulle spalle e spinge verso il basso. Chiaro invito so già per cosa. Le sue parole hanno dato solo la conferma, anche se non credevo fino a quel punto.
– Ora mi lecchi per bene il cazzo e puoi succhiarlo solo quando non hai piu saliva sulla lingua. Succhiami bene anche le palle perchè dovrai svuotarmele completamete, così dopo che sarò venuto e tu avrai bevuto tutto, potro durare di più e scoparti per piu tempo la figa. ok?
– Va bene signore.
Inizio subito leccando l’asta fino alla cappella ancora coperta dalla pelle e torno giu fino alle palle. Temo sarà lunga prima che venga,comunque è stato chiaro, non devo succhiare finchè non ho la lingua asciutta. Continuo così per un po alternando lunghe leccate a leccatine veloci fino a quando mi ferma.
– Ora me lo devi scappellare. Ruota la testa e prendi il cazzo per lungo tra le labbra, così mentre lo tieni un po stretto e ti abbassi, farai scendere la pelle fino al fondo.
Faccio come mi dice ed è vero, è capitato proprio così e la pelle è scesa tutta.
– Ora leccami solo la Cappella.
Faccio come mi dice e qui mi devo impegnare, sembra che non debba venire mai, non da cenni di cedimento. Ad un certo punto, è lui a dirmi di succhiare, faccio come mi dice e inizio a pompare. Proseguo a lungo, mi fa male la mascella a dover rimanere così spalancata ma non posso fare altrimenti, fino a quando sento che si stufa, mi trattiene per la testa e inizia a dare lui il ritmo.
– Sarai anche brava, ma non abbastanza. Ora detto io le regole e anzi, visto che mio papà sarà un tantino violento ti inizio ad addestrare un po.
Così dicendo mi pianta il cazzo in gola e lo estrae completamente.
– Non va giù. Riproviamo. Trattieni il respiro.
Mi rificca il cazzo in gola e spinge, sta volta sento che cede, mi viene da vomitare e non riesco a respirare, eppure sento che scende in gola sempre piu giù fino a quando mi accorgo di avere i peli pubici a contatto con il naso.
– Brava vedi che entra. Pensa però che mio papà ti scoperà la gola e non la userà con questa dolcezza.
Ritira fuori il cazzo e io cerco di respirare, quasi non mi da il tempo e torna all’attacco. Questa volta lo pianta dentro con decisione fino in fondo  e poi dinuovo fuori. Fa così una decina di volte e finalmente viene. Quasi vomito e soffoco, ma riesco a ingoiare tutto, è un fiume di sborra senza fine.
Mi da ancora il cazzo da pulire con la lingua e una volta lucido mi fa segno di alzarmi. Mi colpisce sulla figa due volte e mi dice :
– Ora pensiamo alla figa. Prima però la voglio calda. Sfila il perizoma e togliti la gonna.
Eseguo e butto sul letto. Ma lui mi riprende indicandomi il perizoma.
– Quello ficcatelo in bocca.
Eseguo e mi domando se sia per non urlare. Mentre penso a questo mi sfila lui la camicetta e  lega nuovamente le braccia dietro la schiena, però sta volta piu in alto, in modo che il culo non possa essere coperto dalle mani. Mi strizza le chiappe con le mani e le sculaccia due volte. Poi passa una mano in mezzo le gambe e dopo aver affondato tre dita nella figa mi sussurra all’orecchio :
– Te lo vorrei sfondare io il culo. Però sarei troppo violento perchè una come te mi fa salire troppa voglia e poi, non riusciresti piu a sederti almeno per due settimane.
Sfila le dita di colpo e le punta sul mio ano. Spinge forte, ma ecco che smette subito. Ho avuto paura che volesse infilarle sul serio.
Mi passa davanti e noto che ha in mano una cinghia, mi indica il suo cazzo mezzo moscio e dice :
– Vedi lui? Voglio che sia completamente duro per potertelo piantare nella figa. Però non voglio nemmeno che sia la tua linguetta a farmelo tornare duro.
Con la mano mi palpa la figa e poi sempre tentendo la mano ferma in quel posto, continua :
– E sai come la scaldiamo?  Non lo sai? Io si! Con la cinura! come prima in sala! però sta volta sarai nuda e sopratutto non dovrai spostarti, ne urlare e ne tantomeno cadere, sennò ricomincio da capo la conta….. Si arriva a 30!
Mi da una strizzata vigorosa alla figa e prendendo le labbra le tira verso il basso finchè gli scappa la presa. Ora si sposta dietro di me e inizia il supplizio.
– Tieni le gambe così larghe. eee….. 1
CIACK! dolore, bruciore.
– eeee 2 !!!
CIACK! dolore, bruciore.
Siamo andati avanti così fino a 30 , poi si è fermato e ha osservato l’arrossamento avanzato della figa. Mi ha poi tastato bene sia le labbra esterne, sia quelle interne. Anche il clitoride non ha risparmiato, perchè è stato beccato quasi sempre anche lui.
Quest’ultimo ha subito un’ulteriore trattamento. Prima preso tra indice e pollice, stretto, girato, rigirato, poi tirato e per ultimo pizzicato con le unghie e tirato ancora.
– Brava mi hai fatto diventare il cazzo duro.
Si è avvicinato e me l’ha strusciato sulla figa, l’ha passato piu volte sulle labbra esterne e spingendo un po ha toccato anche quelle interne più e più volte.
Intanto con una mano mi teneva fermo il viso a pochi cm dal suo. Voleva lo guardassi negli occhi.
Infine il decreto :
– Va bene, può bastare. Ora ti voglio scopare. Sul letto, però sul bordo a 4 zampe e allarga le gambe. Veloce.
Faccio come mi dice, però una volta posizionata me lo trovo di lato che mi guarda con il cazzo a un cm dal viso.
– Se vuoi ti sfondo a secco, altrimenti potresti insalivarlo. Se vuoi.
Mentre lo guardo, dopo aver tolto il perizoma dalla bocca, lo succhio per un po, riempiendolo di saliva. Si stacca d’improvviso e mi rificca il perizoma a forza, poi se ne va alle mie spalle.
– Non pretendo che tu goda, ma non credo nemmeno ti sfonderò.
Cosi dicendo dopo aver appoggiato la cappella all’entrata, con una spinta decisa entra per piu di metà.
Il perizoma funziona bene come bavaglio, il mio urlo viene attutito. Le pareti della figa sono tutte tirate, come a contenere un oggetto fuori dalla loro portata , poi spinge ancora e sento che è arrivato al fondo dell’utero. Si ferma e dopo essersi avvicinato all’orecchio, mi sussurra :
– Ti avevo promesso che te l’avrei piantato dentro, fino alle palle. Qui fuori ci sono ancora 5 cm di cazzo.
Così dicendo torna a spingere, si aggrappa ai miei fianchi e spinge ancora, sento dolore, mi lamento e piango, ma sento anche che continua a entrare poi lo sento uscire un po e poi….. “CIACK” è rientrato di colpo andando a sbattere con la pancia contro il mio culo.
Mi manca il respiro, è tutto dentro e lo sento come non mai. Sembra me lo voglia far arrivare in gola.
– Ora giochiamo.
Inizia ad andare dentro e fuori, esce completamente per rientrare fino alle palle. Va avanti così a lungo fino a quando, stufo mi gira a pancia in su e riaffonda nella figa.
– Adesso ti monto come si deve.
Così dicendo mette le mie gambe su una sua spalla, si aggrappa con le mani alle tette e inizia a sfondarmi con un ritmo velocissimo. I miei urli sono soffocati dal perizoma, mentre i suoi di godimento si sentono nitidamente. Quando arriva al fondo della figa fa sempre un po male, anche se a breve non so cosa non farà male del mio corpo. Le tette iniziano nuovamente a dolermi e la figa è tutta in fiamme, non so cosa provare, non so se piangere, non so nemmeno se sto godendo o meno, è tutto in subbuglio e c’è troppa agitazione. Sono confusa.
Di colpo si ferma ed esce, il suo cazzo viene rimpiazzato immediatamente da 4 dita che entrano fino alle nocche e ravanano all’interno. Escono che sono tutte rosse e bagnate.
Sono bagnata anche se mi ha sfondata?
– Un po ti ho sfondata, ma se vedi ti stai anche bagnando. Brutta troia di una masochista. Lecca tutto puttana.
Mi da la mano da leccare e intanto torna a sfondarmi. Continua così per un tempo infinito, ogni tanto mi rimette a pecora, sul lato, a pancia in giù o con le gambe sulle sue spalle, finchè il suo ritmo aumenta paurosamente, mi sento tutta smuovermi fino a che si stacca, si sposta vicino alla mia bocca e dopo avermi tolto il perizoma, si pianta nella mia gola. Lo sento ansimare e poi l’inevitabile,  si svuota, e si svuota a lungo, dopodichè esce dalla bocca mi fa ripulire il tutto.
Sorride, ma si vede che è provato dalla fatica.
– Ora ci laviamo.
Mi porta nella sua doccia e mi fa lavare mentre mi guarda.
– Lavati bene la figa e la bocca.
Finita la doccia mi fa rivestire, compreso il perizoma e mi riporta in sala da pranzo come all’andata, tirata per il perizoma in mezzo la figa. Sta volta però fa decisamente piu male,  è in fiamme e io sono distrutta.
– Coricati sul tavolo e dormi finchè Federico non vorrà venire a svegliarti.
Una volta che sono salita sul tavolo però Alberti mi ferma.
– Aspetta voglio vedere ancora una cosa.
Mi fa mettere a 4 zampe con il culo rivolto verso di lui e dopo avermi allargato le gambe e spostato il perizoma, pianta 4 dita nella figa. Mi sento morire, il bruciore è troppo e fa anche un po male ora.
– Volevo vedere se entravano le nocche.
Spalanco gli occhi.
Così dicendo inizia a spingere ancora, cercando di tenermi ferma con un braccio davanti le gambe, così che non possa cadere in avanti.
Il dolore è insopportabile e sta volta urlo senza bavagli, fino a che sento un movimento improvviso e subito dopo una fitta pazzesca.
La figa si richiude impercettibilmente ma sento un’intruso gigantesco.
– Vedi che entravano?
Ora le sfila di colpo e mi lascia collassare sul tavolo.
– Buona continuazione troietta!
Quasi non ho la forza di riassestarmi il perizoma e la gonna, visto che tanto toglierà anche Federico quei due indumenti.
Temo avrò ancora piu male di adesso!

Sono reputata da tutti una ragazza molto bella e dolce. Non capisco come possa capitare a me una cosa simile, eppure, oltre al dolore intenso, ho provato uno strano piacere, confermato pure dalla figa bagnata. Mi sto domandando se dopo questa esperienza, riusciro ancora a godere di un rapporto normale tra fidanzati o dovrò cercare emozioni piu forti. Per ora credo sia il caso di pensare al presente e a cosa mi aspetta da chi userà ancora il mio corpo. Mi sento proprio stanca.

– Pamela! dormi?
La voce di Federico mi risveglia dal sonno profondo. Mi accorgo di avere ancora la gonna alzata e il perizoma spostato. Faccio per sedermi sul tavolo ma vengo fermata.
– Stai ferma. Sta notte ti ho sentita gridare. Papà deve averti montato per bene. Sono le 7 del mattino, ti ho lasciata riposare qualche ora.
Così dicendo passa una mano tra le mie gambe, sento due dita insinuarsi nella figa e giocare con le labbra.
– Hai le labbra della figa rosse e caldissime. Ti ha frustato vero?
Alzo la testa per guardarlo mentre rispondo :
– Si 30 cinghiate, piu un colpo di qualcosa di dolorosissimo. Non so cosa sia, ma diceva che se disobbedivo me ne avrebbe dati altri 10 di quei colpi. Al solo pensiero ho già male.
– Brava hai saggiato la bacchetta di papà. Beh ti dirò che varrà anche per me. Se disobbedirai andrò a prenderla. Ora togliti il perizoma e scendi dal tavolo.
Mi contorco un po mentre sfilo il perizoma e poi scendo dal tavolo. Federico è rimasto a fissarmi mentre mi toglievo l’indumento e ora attende con la mano aperta. Non ha bisogno di parlare, ho già consegnato il perizoma a lui.
– Brava, capisci al volo. Ora ficcati questo nella figa.
Mi porge un fallo enorme, ha un diametro simile all’arnese di Alberti ma è leggermente piu corto. Allargo le gambe e mentre con una mano tengo la gonna, con l’altra, a fatica infilo questo aggeggio nella figa. È molto grosso, mi sento piena, ma dopo l’allenamento subito questa notte ho ancora un’elasticità maggiore del normale.
Federico non sembra soddisfatto, va ad impugnare la parte di fallo rimasta fuori dalla figa e dopo una spinta energica, riesce a ficcarmelo tutto dentro.
Spalanco gli occhi e mi scappa un urletto.
– Ahhhh!
Federico sorride.
– Ora va meglio. Andiamo a fare colazione e poi andremo in camera mia.
Federico mi precede questa volta. Dopo essersi messo il mio perizoma in tasca, spalanca la porta della cucina e mi attende ridacchiando per la mia goffa camminata. Ad ogni passo sento il fallo puntare al fondo dell’utero e sento anche le pareti tirare per la dimensione eccessiva.
Una volta passata la porta, mi arriva una pacca fortissima sul culo e poi la sua voce mi mette ulteriormente in difficoltà:
– Siediti composta al tavolo. Ti va latte e biscotti?
– Vanno bene grazie.
A fatica riesco a sedermi, ma appena appoggio il culo sulla sedia, il fallo sprofonda ancora dentro di me.
Ancora intenta a capire come riuscirò a stare composta, Federico mi porge la tazza di latte caldo e i biscotti.
– Grazie.
Ho tanta fame e mangio volentieri anche se “l’intruso” si fa sentire.
Anche Federico si siede al tavolo e mangia qualcosa. Poi inizia :
– Prima ti farò un clistere, così non farò spiacevoli incontri nel tuo culo. Dopodichè lo allargheremo come si deve. Hai paura del male?
– Si parecchio. Già ieri mi hai fatto troppo male.
Sbuffa.
– Perchè sei una stupida. Hai accettato la proposta di papà e quindi devi farlo comunque, a meno chè vuoi perdere il contratto. Quindi, quando ti dicevo di rilassarti, dovevi farlo e avresti patito meno. Invece visto che ti ribellavi, ti ho punita forzando l’entrata delle dita.
– Capito ma avevo paura.
– Devi superare le paure. Sopratutto quando sei in difficoltà. Farà sicuramente male all’inizio, ma se mi asseconderai, ne sentirai di meno.
Lo guardo rattristata e a voce bassa gli chiedo:
– E tu mi vuoi fare male?
Mi guarda e sorride.
– Un po si perchè è eccitante, ma non ti rovinerò il culo, stai tranquilla. Non lascerò segni permanenti, ne tantomeno un cratere al posto del buco, semplicemente faticherai un po a sederti per qualche giorno. Ci sarà anche qualcosa di positivo, se poi ti piacerà usarlo, dopo di me potrai usarlo senza problemi.
Spalanco gli occhi e sospiro rumorosamente.
– Ho capito. E lo fai perchè credi che non potresti avermi? Perchè dici che sono troppo bella e non potresti mai avere una come me?
Mi guarda innervosito.
– Che discorsi fai? Ma sei impazzita? Lo faccio perchè ne ho la possibilità. Quando mai capita di poter sfondare a proprio piacimento il culo vergine di una gnocca come te.
– Beh si forse non troveresti nessuna disposta a lasciarsi sfondare.
Sorride.
– Vedi che ragioni quando vuoi?
– Ma so anche che ti piaccio molto.
Mi guarda e sbuffa.
– Dove vuoi arrivare? Cos’è, io ti piaccio oppure stai cercando di salvare il tuo culo?
Non riesco ad addolcirlo anche se so di piacergli. È inutile, questo ottiene ciò che vuole.
– Niente pensavo che potremmo fare qualcosa di piu soft e potevi avere tutto da me, senza però farmi proprio quello.
Ride.
– Ma io prenderò tutto da te! E visto che parli così, ti terrò piu tempo con me. Tanto hai ancora due giorni e mezzo da passare con noi!
Mi sono rovinata da sola. Si alza dal tavolo e mentre si sbottona i pantaloni si avvicina al mio viso. In poco tempo mi trovo con il suo cazzo a pochi cm dalla bocca. È decisamente piu piccolo di quello del padre, sia di circonferenza che di lunghezza. Forse mi salverò il culo.
– Iniziamo con il fare un po di conoscenza. Baciami la cappella.
Così dicendo, abbassa la pelle dell’asta. Mi avvicino con le labbra e gli do un bacio sulla punta.
– Brava ora fammi una pompa.
Mi giro con la sedia verso di lui e inizio dopo averlo preso in bocca a pompare mentre con la lingua lecco la cappella.
– Aveva ragione il nonno a dire che con la lingua ci sai fare!
Lo sento ansimare, è giovane e probabilmente poco preparato. Temo verrà tra poco.
– Ahhhh Ahhh siii zoccola. Ora ingoia tutto.
Come previsto mi inonda la bocca e io ingoio tutto. Ormai mi sto abituando alla sborra e non mi vengono quasi piu conati di vomito quando la sento schizzare nel palato.
– Leccalo tutto e puliscimelo bene.
Eseguo alla lettera fino a quando me lo toglie di bocca.
– Ma guarda. Se non te lo toglievo mi avresti fatto venire di nuovo.
Questo mi conferma che di pompe ne ha ricevute poche.
Si riveste e si mette a cercare in uno scaffale, dopo qualche minuto estrae un tappo di sugero e poi una peretta.
– Questi li usiamo per pulirti l’intestino. Ora vieni con me.
Così dicendo mi precede fino alla porta della sala.
– Stammi davanti, ti indicherò io dove andare. Voglio vedere come cammini e voglio assicurarmi che per le scale non perda il regalino che ti ho fatto.
Regalino… che parola per un fallo enorme piantato nella figa, che ad ogni passo sembra voglia arrivarmi in gola.
Dopo qualche stanza arriviamo alle scale e passato il secondo gradino, il fallo schizza fuori dalla figa per piu di metà. Mi sento svuotata di colpo, quando ecco la mano di Federico schizzare in mezzo alle gambe e in un colpo solo mi ripianta dentro il fallo. Non riesco a trattenere un’altro grido.
– Ora ti sto vicino. Tranquilla, così non ti potrà uscire.
Così dicendo, ho dovuto fare due piani di scale con la sua mano tra le gambe. Finite le scale entriamo nella seconda porta del corridoio. Siamo dentro un bagno che come il resto della casa, è enorme pure questo.
– Spogliati completamente e lascia tutto sullo sgabello.
Mi tolgo tutto mentre lui, dopo aver tappato il lavandino, ha aperto l’acqua dosandola che venga tiepida.
Mentre il lavandino si riempie,lui si avvicina a me e deciso, dopo avermi piazzato la mano sulla figa, ficca dentro le dita per predere il fallo.
– Questo ora lo togliamo. Poi vai a metterti a 90 appoggiata con i gomiti alla scatola del water.
Mi sento improvvisamente e violentemente vuota. Mi manca quasi il respiro, dopodichè, ricevute due pacche sulla figa mi spinge verso il water.
– Riceverai 10 perette, ti metterò il tappo, ti scoperò la figa e poi ti potrai svuotare.
E dovrei tenermi tutta quell’acqua nell’intestino mentre mi scopi???
– Ti manterrò io il tappo piantato in culo, ma se mai ti dovesse venire in mente di spingere e di sporcarmi……. ti ricordi la bacchetta che fa tanto male? 40 colpi possono bastare?
-Ss….si… farò la brava. Prometto.
Federico sorride mentre io sono terrorizzata.
– Brava puttanella.
Iniziano ad arrivare le prime perette.
Le conto, per ora sono 5 e sembro già piena.
Ora siamo a 8 e sto per esplodere.
10 e ho i crampi.
Dolore, il tappo entra e io mi lamento rumorosamente.
– E abbiamo ficcato anche il tappo.
Sento le sue mani avvolgermi la pancia e schiacciare.
– Siamo piene? cosa dici? mettiamo ancora 5 perette in sto culo?
-No no, ti prego, non ce la faccio piu. Lasciami liberarmi nel cesso.
Federico ride ma non smette di schiacciarmi la pancia.
– Vorresti liberarti quindi?
– Si si ti prego, non ce la faccio piu….ti giuro che faccio tutto ciò che vuoi…
Non sento piu risposte, ma solo qualcosa conficcarsi prepotentemente nella mia figa.
È piu piccolo di quello del padre, ma si sente, sopratutto si stente la violenza dei colpi. Rapidi, violenti e dati con costanza.
– Speravi ti liberassi il culo. Invece prima ti scopo la figa, poi ti vengo in bocca e poi ti svuoti.
La mole d’acqua mi crea grossi problemi, grossi dolori ma anche un perverso piacere.
Federico continua con violenza a scoparmi, mentre con una mano tiene ben piantato il tappo nel mio culo, con l’altra mi strizza e tira violentemente una tetta.
– Troia, mi piaci troppo. Ti terrei qui tutta la vita e ti scoperei tutti i giorni.
Ansima, e rallenta. Credo che tra poco verrà.
– Troia. La mia Troia.
Quello che segue, capita in una frazione di secondo.
Si stacca da dietro e mi fa girare. Alza rapido la tavoletta, mi fa allargare le gambe e dopo avermi fatto sedere mi strappa violentemente il tappo dal culo. Immediatamente dopo,mentre inizio a liberarmi, mi piazza il cazzo in gola e si svuota come un fiume in piena.
Io sto impazzendo, mentre mi svuoto dai clisteri, piena di sensazioni, dolori e piaceri, sto ingoiando un fiume di sperma.
– Bevi tutto troia. Fino all’ultima goccia e poi puliscimelo bene.
Concluse le ” due fontane”, mi da il permesso di tirare l’acqua e farmi un bidet.
– Lavati molto bene e per due volte, così se dopo vorrò, potro anche metterci la faccia tra le tue chiappe.
Sono intenta a lavarmi quando lo sento avvicinarsi.
– A proposito di chiappe. Ne hai mai viste da vicino e assaporate?
Mi volto con la testa verso di lui e faccio cenno di no.
– Allora proviamo subito.
Detto fatto, mi trovo il suo culo a pochi cm e subito dopo una mano mi forza ad affondare la faccia tra le sue chiappe.
Leccami tutto il solco e sopratutto il buco del culo.
Faccio come mi dice, ha un gusto leggermente salato e acidulo. Deve essere il sudore, ma non è sporco. In questa famiglia fortunatamente sono puliti a quanto pare.
Mi fa leccare il suo culo per qualche minuto, fino a chè stufo mi lascia continuare il mio bidet.
– Certo che puzza proprio la tua merda.
Così dicendo spalanca la finestra. In effetti è salita la puzza di prima, quando mi sono liberata dai clisteri. Hanno sicuramente fatto il loro effetto, ora mi sento libera.
– Ho fatto.
Dico asciugandomi la figa e il culo con un panno.
– Brava troietta, fammi sentire.
Così dicendo Federico si abbassa e mi annusa a fondo figa e culo.
– Perfetto così va benissimo. Prendi le tue cose dallo sgabello, non vestirti e seguimi.
Lo seguo in corridoio, lui si è rivestito completamente e a passo veloce va alla penultima porta, la spalanca e mi attende.
– Vederti camminare nuda è stupendo. Ma secondo me, lo è ancora di piu con un fallo in culo e un nella figa.
Una volta entrati, si nota che siamo sicuramente nella sua stanza. Giochi, fumetti, consolle e tante altre cose, riempiono ogni scaffale. Al centro, sicuramente spostato recentemente, si trova il suo letto ad una piazza.
– Mentre ti attendevo, ti ho preparato una sorpresa.
Faccio maggiore attenzione ai dettagli e noto delle corde pendere dal soffitto e delle altre legate al letto.
– Voglio avere il pieno controllo di te. Voglio renderti un oggetto che serve esclusivamente a darmi piacere. Voglio sfondarti il culo in modo che sia il primo ricordo vivo che ti venga in mente quando penserai a noi. Alla nostra cascina e a me.
Io sono un po shockata ma ormai non mi stupisco piu di niente in questo luogo.
– Ma te lo lascerò sfondare finchè vorrai. Ma perchè legarmi? Prometto che non scappo.
Mi spinge verso il letto.
– Zitta posa la tua roba sulla scrivania e mettiti supina nel letto.
Mi stavo coricando quando mi ferma e mi avverte.
– No, non in quel verso. Mettiti di traverso, così da brava.
Ogniuno di noi, quando vuole dormire, in teoria, si dovrebbe stendere nel verso in cui è posizionato il letto e mettere poi la testa sul cuscino. A me invece è stato comandato di mettermi di traverso, ossia, con il cuscino parallelo al mio braccio sinistro. Posizione molto scomoda visto chè le gambe sarano fuori dal letto. ma a questo ha già pensato Federico. In due minuti le mie gambe sono state alzate e legate alle due corde appese al soffitto. Le braccia invece sono state legate aperte, lungo il bordo del letto. La testa invece….. è a penzoloni, fuori dal letto e mi tocca tenerla su a forza altrimenti finirei con la testa all’ingiù.
– Non sforzarti a tenerla su perchè tanto è li per un motivo specifico….. Farmi eccitare.
Non ho il tempo di parlare che dopo essersi inginocchiato di fronte la mia faccia, ha già ficcato il suo cazzo nella mia bocca.
– Dai succhia e impegnati. Voglio che diventi di marmo.
Mentre succhio, tutto il sangue mi va al cervello e quindi cerco di impegnarmi il piu possibile. Con le mani si è impadronito intanto dei miei seni, li manipola, li strizza, li tira. Tira i capezzoli, li torce, li pizzica, fino a che lo sento duro. Esce dalla mia bocca e si sposta dietro di me.
– Brava, l’hai insalivato come si deve.
Sapevo già che mi avrebbe sfondato, quindi come dice lui, meglio aggevolare se non si può evitare.
In una frazione di secondo lo sento tutto dentro, nella figa però, da una serie di colpi molto violenti poi esce e sostituisce il suo cazzo con due dita.

Ora invece sento il cazzo puntare dritto al mio ano.
– Troietta. Non sarò affatto gentile con il tuo culo. Piu mi aggevoli e meno sentirai dolore.
La spinta inizia sin da subito, ho paura, il cuore batte forte e il panico mi attanaglia.
Spinge, spinge, spinge, io sono nel panico, fitta di dolore e la cappella è entrata!
Rilassati Pamela e vedi che farà meno male.
– Haiaaaa!!!!
È uscito di colpo dal mio culo e adesso torna all’attacco.
– Zitta su.
Assieme alla parola “SU” da una spinta di anche e lo pianta nel mio culo per più di metà.
-Ahhhhhhhhh! che maleee…
– Su dai metà è andato.
Ma ecco che dinuovo esce completamente. E sta volta rientra con piu forza ancora.
– Porca troia che male!!! Cazzo!!!
Federico ride…
– Hahahaha! Si il cazzo, proprio quello. L’hai tutto nel culo! Ora facciamolo entrare e uscire qualche volta, cosi ti adatti e poi posso scoparti.
I minuti che seguono sono di puro dolore, nient’altro. Lui come una macchina, esce dal mio culo per riaffondare fino a sbattere le palle contro il mio culo, nel mentre, dalla parte opposta del letto, ad ogni colpo, per la forza con cui vengono dati, la mia testa si alza per tornare a penzoloni fuori dal letto. Prosegue imperterrito per circa 3 minuti, sino a chè stufo commenta :
– Bene hai patito a sufficienza. Ora se riesci godi anche te. Altrimenti mi divertirò solo io.
Così iniziano le danze. Sempre con la sua solita irruenza mi scopa il culo. Sembra un’animale in calore, senza alcun ritmo, solo violento e rapido. Le mie tette saltano come pazze, vedo le corde scendere dal soffitto muoversi all’impazzata, il letto scricchiolare in continuazione per le forti botte ricevute e il mio culo………….
Il mio culo….. bruciore, dolore, calore intenso, fitte di dolore, non so, non distinguo più cosa provo. Sento però una mano di Federico che continua ad alternarsi con il mio clitoride che continua a martoriare, oppure con un ditalino selvaggio.  Durante il ditalino, sono gli unici momenti in cui il mio culo può respirare, perchè rallenta notevolmente la sua opera di trapanamento per dar spazio alla mano che viaggia all’impazzata nella mia figa. 4 dita che comunque sia la situazione, riescono piano piano a darmi un sottile piacere, riescono quasi ad eccitarmi.
La monta selvaggia si conclude con un raptus finale, da parte di Federico, in cui mi sbatte come un pazzo e dopo essersi fermato di colpo viene a svuotarsi nella mia gola.
Il tempo di pulirgli il cazzo e sento qualcosa che mi viene ficcato nel culo. Subito dopo la sua voce mi da la conferma:
– È il tappo di prima, almeno il tuo culo rimarrà leggermente allargato visto che voglio fottertelo ancora. Ora ti slego.
Due minuti  e sono libera, in piedi, subito con una mano vado a toccare il mio culo, pieno del tappo di sughero. Fa decisamente male ed è molto caldo, segno che sarà rosso come un peperone. Qualche goccia di sangue bagna la mia mano, ma non mi spavento affatto.
– Sei stata brava troia. Ora è quasi ora di pranzo. Rivestiti che tra poco andiamo sotto a pranzare con gli altri.
Nel dirlo si avvicina a me e dopo avermi accarezzato dolcemente la figa, mi da un bacio sulle labbra.
Subito dopo il gesto, si gira di scatto, mentre io sorrido. Ecco l’innamorato che esce allo scoperto.
– Mi hai fatto un male bestiale, lo sai?
Si gira e guardandomi in direzione della figa risponde.
– Si lo so. Mi odierai per questo.
– Doveva succedere, come succederanno tante altre cose. Alla fine ho accettato io di stare qui e di farmi violentare a piu non posso.
Federico ora mi guarda negli occhi :
– Già ed è per quello che ti ho trattata così, perchè posso.
– Sai, io per ora non ti odio. A meno chè mi accoltelli o mi strozzi, sai….
Non mi lascia finire la frase.
– NO! quello no , assolutamente. Dopo questi tre giorni potrai tornare a casa tua.
– Potro tornare a casa con tanti ricordi… Indelebili.
– Si proprio così.
Non so per quale motivo, ma lo faccio. Mi inginocchio di fronte a lui e gli bacio la punta del cazzo.
– Che cazzo fai? Alzati.
Mi rialzo e a testa bassa inizio a vestirmi, nel mentre dico a bassa voce.
– Forse ho trovato il mio vero istinto…..

I posti a tavola sono rimasti invariati e tutto procede come la sera precedente.
Ad un certo punto Davide si gira verso Federico e gli chiede :
– Oh Fede, hai finito con Pamela? possiamo sfondarla noi adesso?
Risponde facendo no con la testa dopodichè, Alberti, voltatosi verso di me, mi chiede:
– Cosa dovete ancora fare troietta?
Non mi piace sta sottospecie di tono paterno mischiato a questo torpiloquio, comunque sia rispondo :
– Federico vuole allargarmi ulteriormente l’ano e vuole sfondarmi ancora la figa.
In quel momento Federico strabuzza gli occhi e mi fissa facendo cadere la forchetta dalla mano. Manda giù a fatica il boccone.
È tutto improvvisato e non è assolutamente vero quello che ho detto, ma volevo vedere come reagiva Federico all’offerta di lasciargli sfondare il mio culo a suo piacimento.
Alberti si gira verso il figlio e chiede conferma :
– Quindi è vero quello che dice la troietta? devi allargare di piu il suo culetto?
Federico continuando a fissarmi, questa volta serio, risponde :
– Si Pà, volevo che si entrasse piu facilmente.
Il papà sospira e poi fissandomi negli occhi domanda al figlio :
– Quindi non ti dispiace se ti aiuto? ….e spacco per qualche minuto il culo a questa troietta?
Mi coglie impreparata. Non me l’aspettavo questa, ora sono nella merda.
– Ma pà, me l’hai regalato.
Ora il padre si gira innervosito verso il figlio.
– Si Fede però adesso l’hai sverginato. Finchè è ancora un po stretto fai felice anche il tuo papà no?
Abbassa la testa e da il consenso al padre.
– Ok Pà, fai pure.
Alberti non finisce nemmeno il pranzo, sposta il piatto da davanti a lui, mi prende per i capelli, mi trascina a capotavola e mi sbatte sul tavolo a 90 gradi.
Alza la gonna e si ferma.
– Cos’è sto tappo?
Mentre aspetta la risposta, toglie il tappo con uno strappone deciso. Spalanco gli occhi per il male.
– Era per tenerlo un po aperto. Per adattarlo.
Intanto Alberti si è tolto la cintura e calato i pantaloni.
– Beh credo che ora l’adatterò io in un batti baleno.
Dopo aver calato i boxer, è una frazione di secondo.
La cappella punta con forza e passato l’anello del mio ano, faccio un urlo pazzesco.
– Si Fede, hai ragione è proprio da allargare.
Detto questo, esce dal mio culo e di colpo, rientra violentemente in me, sta volta fino a quando le palle sbattono contro la mia figa.
Urlo disperata.Alberti si avvicina al mio orecchio e mi domanda sottovoce :
– Ti piace troietta? Fede è un debole, vedi come si spacca il culo a una bambina piagnucolona? Li vuoi ancora i soldi? Dimmi, cosa vuoi che ti faccia troia?
A fatica con il cazzo piantato nel culo fino alle palle cerco di rispondere :
– Signore…. Faccia di me ciò che desidera.
Alberti ridacchia e ancora sottovoce :
– Quindi ti posso sfondare il culo? Rispondi puttana.
Cosi dicendo esce dal mio culo quasi tutto per poi riaffondare completamente. La tavola viene scossa per la botta e qualche bicchiere cade.
– Aaaaaaahhhhhhh! Sss…si signore. Mi… Mi faccia cio che… piu desidera.
Un’altro colpo violento.
– Parla bene troia. Cosa vuoi che faccia di preciso?
Cavolo che male, sono piena, non oso immaginare quando inizierà a scoparmi sul serio.
– Signore. Può sfondarmi il culo come meglio desidera.
È inutile dire di no, tanto mi farebbe solo piu male, anche se questa è la mia condanna a morte.
Alberti ora a voce alta :
– Come vuoi tu troia .
CIACK CIACK CIACK CIACK CIACK CIACK CIACK
Esce completamente da me per poi riaffondare con violenza fino a quando le palle sbattono contro la mia figa. Prosegue con una trentina di questi colpi, sino a che mi prende per i fianchi e inizia a fottermi senza sosta.
Cerco di stare zitta ma non riesco, sono un’urlo continuo, non riesco a tacere.. troppo dolore… troppo…
Federico a testa bassa, segue il rapporto animalesco fino a quando Alberti aumenta il ritmo, mi sbatte con una violenza inaudita poi si ferma, esce da me e si ripianta nella figa. Un’altro urlo. Altro dolore. Continua a fottermi a piu non posso mentre con i pollici di entrambe le mani forza il buco del culo, lo tiene in tensione, cerca di allargarlo. Poi ecco un’altro cambio e dinuovo il cazzo piantato in profondità nel mio culo e si torna a ballare.
Al mio fianco, intanto che vengo sfondata, si presenta Angelo che dopo un rapido pompino, si svuota nella mia gola. Poi è il turno di Davide che fa altrettanto e si svuota anche lui nella mia gola.
Infine Alberti aumenta dinuovo il ritmo e poi, dopo avermi fatto inginocchiare, mi fotte per qualche secondo la gola, poi viene come un fiume in piena.
È inutile dire che ingoio tutta la sborra.
– Pulisci bene il cazzo e poi puoi andare puttana.
Concludo il bidet e poi mi sento prendere per i capelli. È Federico, mi prende e mi porta via di peso, verso camera sua.

– Guardati, al posto del culo hai un cratere pieno di sangue! Sei contenta? cosa credevi di fare? chi credevi di essere? cretina!
Sono confusa, siamo arrivati in camera sua e mi ha spinta per terra. Federico vaga per la stanza mangiandosi le unghie nervosamente.
– Volevo farti grande in mezzo a loro e invece mi ha squartato il culo.
Si avvicina a me e in un impeto di nervosismo mi tira un ceffone.
– Cretina che non sei altro. Tu non conosci ne mio padre, ne tantomeno i miei fratelli. Mio nonno oltre a scoparti la gola non farà altro, ma quando passerai sotto a Davide e Angelo piangerai, eccome se piangerai. Sopratutto dopo quello che è capitato e sopratutto perchè non sei poi scappata come l’ultima ragazza che era venuta qui.
Ora ho parecchia paura. Il culo non smette di bruciare ma almeno ha smesso di sanguinare.
– Ascoltami, mettiamo il fallo nel culo, almeno sarà allenato per domani. Oggi starai con me e sta sera ti lascerò a mio nonno, così hai il tempo di rilassarti e riposare un po il culo e la figa.
Federico è eccessivamente agitato, mi alzo e vado a sedere sul letto, affianco a lui.
– Perchè tutta questa apprensione verso di me ?
Si volta e dopo avermi dato una carezza risponde:
– Perche mi piaci troppo, oltre ad’essere bella, sei tutto quello che vorrei.
– Guarda che nella vita di tutti i giorni non sono pronta a farmi violentare.
– Ti violento perchè non ti vedrò piu e quindi mi sfogo, altrimenti vorrei poterti amare se sapessi che staremo insieme a lungo. E poi a parte un po di dolore, anche tu mi hai dimostrato che ti piaccio.
Sorrido, devo dargli ragione.
– Hai ragione ma per ora sei il mio padrone, trattami come la tua serva. Quando tutto sarà finito, si vedrà. Sennò temo che potrebbe finile male il mio contratto, ma sopratutto la mia carriera.
Mi guarda e storge il naso.
– Cosa vorresti dire? quando tutto sarà finito dovrai sparire da qui. Non voglio che ti usino ancora. Hai una pelle così soffice, un viso così dolce e…. e un gusto così buono.
Mi bacia, mi bacia in bocca, con la lingua, ha il respiro affannato e mi abbraccia. Io rispondo al bacio e gli carezzo la testa, poi mi stacco.
– Ora basta. Pensiamo ora a farmi passare l’esame di nonno e fratelli. Insegnami tu. Cosa devo fare?
Federico ha le lacrime agli occhi. Si vede che si è innamorato di me, è palese.
– Ah si, ecco. Allora… devo fare…. no cioè, devi … e allora..
Metto una mano davanti la sua bocca e lo calmo..
– Silenzio. Ora prendi fiato e dimmi con calma cosa devo fare.
Gli do un bacio sulla fronte e tolgo la mano dalla sua bocca. Mi alzo in piedi e mi spoglio completamente, lasciando cadere tutti i vestiti a terra.
– Hai detto prima che devo mettermi il fallo di plastica nel culo giusto? Dai ficcalo tutto dentro.
Lui mi guarda sbalordito mentre salgo sul letto piazzandomi a 4 zampe.
– Ti lasci fare tutto questo per davvero?
Sbuffo spazientita.
– Federico! A meno chè desideri che mi sfondino ancora e mi rimandino da te sanguinante! Decidi un po tu!  Mi stanno violentando ripetutamente e io continuo a restare consenziente ad ogni singolo abuso, ma proprio farmi spaccare in due a gratis, non mi va! Capisci ora?
Si riprende come da una specie di sonno.
– Si si, ho capito, ho capito! allora prendo il fallo.
Dopo pochi secondi mi trovo il fallo puntato sull’ano.
– Dai cos’aspetti, infilalo tutto dentro. Ormai il male maggiore è passato quando tuo papà ha smesso di trivellarmi.
Con calma, mi infila il fallo nel culo fino a quando è tutto dentro.
– Mi sento piena. Ma adesso che è dentro,mi accorgo che fa meno male rispetto a quando era nella figa.
Federico continua a tenere lo sguardo basso. Poi si rivolge a me.
– Credo che da ora in avanti, ad ogni pasto, mio padre vorrà usarti, quindi preparati perchè ogni volta potrà decidere di farti qualcosa di diverso.
Annuisco.
– Ti stai abituando a farti scopare in gola? Perchè il nonno credo passerà almeno 3 ore ad usartela. Poi dopo che viene, quasi sicuramente ti butterà fuori dalla stanza e non avrai piu a che fare con lui.
Faccio cenno di no con la testa.
– Faccio molta fatica a non respirare e trattenere i conati di vomito, a lungo andare ho paura che mi vada di traverso la saliva o ancora peggio il vomito.
– Allora dobbiamo fare pratica. Ti va se te la scopo io?
Sorrido e faccio cenno di si con la testa.
– Prima di fare pratica però, metti questo nella figa.
Mi consegna una specie di palloncino collegato con un tubo ad una pompetta.
– Lo gonfi nella figa quello. Davide e Angelo ne useranno in tutti i buchi.. anche in bocca credo. si divertono a gonfiarli al massimo.
Lo inserisco nella figa e poi consegno a lui la pompetta.
– Gonfia tu.
Inizia a schiacciare questa pompetta e dentro di me, sento sta palla ingrandirsi, sempre di più, sempre piu grossa e sopratutto sempre piu dolorosa.
– Penso che basti. Ora tocca alla tua bocca. Metti la testa a penzoloni fuori dal letto.
Eseguo e mi torna nuovamente il sangue al cervello. Poco dopo vedo il suo cazzo avvicinarsi e successivamente poggiarsi alle mie labba. Gli do subito un bacio sulla punta e poi una leccata decisa. La reazione è immediata e si impenna all’inverosimile, dopodichè spalanco la bocca.
Lui ficca il cazzo dentro e affonda nella mia gola, fino a chè le palle toccano il mio naso. Ho una voglia pazzesca di vomitare, ma cerco di trattenermi.
– Ora faccio quello che farà nonno. Preparati. Quando non resisti piu spingimi via.
Inizia uscendo completamente per poi ripiantarsi nella gola, ripete quest’operazione 5 o 6 volte lasciandomi ogni volta respirare, poi mi prende per la gola e inizia a fottermela. Ho le lacrime agli occhi e respiro a fatica, cerco di trattenere la voglia di vomitare e il respiro fino a quando non ce la faccio piu e lo spingo via.

– Ma bravo il nostro Federico. Hai imparato a usare i nostri giochini? Però non hai ancora imparato che devi legarle le cagne. Altrimenti ti spingono via come ha appena fatto questa.
È Angelo che parla.
Federico si stacca subito da me, mentre io cerco di alzarmi, ma vengo subito fermata da una mano di Davide che si posiziona sulla mia gola.
Angelo prosegue a parlare :
– Che cagna stupenda. Guardala, piena nella figa e nel culo appena sverginato. È mille volte meglio di qualunque altra cagna che abbia mai provato. Papà dice che oltra a non fiatare, si lascia fare qualunque cosa senza scappare e per di più l’ha trovata piu volte bagnata.
Davide nel frattempo si è aperto i pantaloni e mi ha ficcato il cazzo in bocca, poi sottovoce ha aggiunto :
– Succhiamelo.
Federico innervosito si rivolge a Angelo :
– Si ok, ma siete venuti a disturbarmi, cosa volete?
Angelo tirandomi uno schiaffo alla mia tetta destra risponde :
– Vogliamo lei. Prima ci siamo svuotati i coglioni ma non la voglia.
Davide interviene mentre continuo a succhiare il suo cazzo.
– In fondo tu l’hai già scopata in tutti i modi e gli hai già potuto fare di tutto.
Federico innervosito ancora di più.
– Si ma i patti erano che me la tenevo dalla mattina presto fino alla sera tardi.
Angelo sbuffa.
– I patti, i patti, i patti. Facciamo così, visto che a noi resterà per minor tempo, daccela ora e noi te la restituiamo 7 ore prima del termine dei tre giorni. In fondo guadagni un’ora giusto? sennò sta sera alle 8 sarebbe nostra. In più, al nonno ci pensiamo noi. Va bene così ? O vuoi fare ancora capricci?
Mentre finisce il discorso gioca pigramente con un mio capezzolo, stringendolo tra pollice e indice.
Lo sento che vorrebbe guardarmi negli occhi, ma non posso con un cazzo in bocca e come visuale, due palle davanti agli occhi.
Il silenzio viene solo interrotto dal rumore delle mie labba che succhiano il cazzo di Davide.
– Va bene Angelo. Come vuoi tu. Prendetevela.
Davide si stacca da me, mentre Angelo passatomi tra le gambe sfila il fallo e il palloncino senza nemmeno sgonfiarlo. Urlo dal male.
– Bravo Fede. Così si che sei un fratello. E tu invece stai zitta.
Sempre Angelo mi prende per i capelli e mi fa alzare in piedi.
– Bene. I vestiti te li lasciamo, tanto a sta troia non serviranno. Come promesso 7 ore prima del termine te la riporteremo qui. Buona continuazione.
Non ho nemmeno il tempo di guardare in faccia Federico che vengo strattonata fuori dalla camera. In breve stiamo scendendo le scale, quando Davide ci ferma.
– Angelo ti giuro che non ce la faccio nemmeno ad arrivare in camera. Mi piace troppo.
Ridendo chiede a Davide :
– Ma vorrai mica fartela qui?
Davide calandosi i pantaloni risponde:
– Si cazzo, tu troia, mettiti a gattoni sulle scale.
– Vabbè se proprio vuoi, allora mi farò fare mezza pompa nel frattempo.
Mentre Davide si pianta nella mia figa con un cazzo notevolmente piu grosso di quello di Federico, Angelo dopo essersi seduto davanti a me e avermi preso per i capelli, mi ha indirizzato la testa sul suo cazzo.
Sempre Angelo, mentre continua a dettare il ritmo della pompa, continua a parlare :
– E poi si domandano perchè a 31 anni siamo ancora a casa con papà. Il lavoro è a casa e per di più, avere ogni tanto delle zoccole consenzienti come questa, non ci sono paragoni.
Davide provato dalla scopata risponde tra un colpo e l’altro :
– Quasi 30 grazie! non farmi piu vecchio di quanto sia realmente.
Angelo sbuffa.
– Si si, però sta troietta ha una lingua assurda. Me l’ha fatto diventare di marmo.
Con Davide che pompa come un forsennato e Angelo che non mi lascia tregua ho il respiro al massimo, se riuscissi a farlo venire con la lingua almeno, potrei poi riuscire a respirare meglio, ma non accenna a venire e anzi Angelo mi alza la testa e ferma Davide.
– Sta troia ha fatto venire voglia anche a me. Portala sul pianerottolo che la fottiamo in due.
Anche Davide si ferma, mi fa alzare e mi trascina sul pianerottolo delle scale.
In un attimo mi prende in braccio e dopo avermi ficcato il cazzo nella figa, mi prende per le gambe e attende. Io intanto per non cadere, mi sono aggrappata al suo collo.
Angelo è piu calmo, passa lentamente il cazzo sul solco delle natiche e quando trova l’ano si ferma su di esso. Sento la sua cappella pulsare conto il buco.
– Allora ce la fottiamo fino alla fine. Poi gli veniamo in bocca ok?
– Angelo, fai tu. Per me va bene, basta che me la fai scopare come si deve.
Il cazzo si è staccato dal mio ano, ma nemmeno il tempo di ragionare che una fitta di dolore mi invade.
Angelo si è piantato in un solo colpo nel mio culo e il mio urlo si sente ancora rimbombare per le scale.
Sento dentro di me i due cazzi, grossi, duri e che pulsano. Ho il culo a pezzi, e la figa quasi non ha piu sensibilità, eppure li sento, sono grossi.
I due intrusi iniziano a muoversi freneticamente, vengo scossa da continue fitte di dolore. I cazzi che entrano ed escono dai miei buchi mi fanno saltellare come una pazza. Le tette sono un continuo rimbalzo e i capelli non stanno fermi.
Continuo a mugolare e lamentarmi mentre di loro, oltre al classico CIACK CIACK CIACK che producono mentre mi scopano, sento solo il fiato alterato dallo sforzo. Non accennano a fermarsi , ne tantomeno rallentare. Davide ne approfitta per mordermi nervosamente le labbra, Angelo invece allunga le mani sulle mie tette e le strizza con molta forza. Sempre Davide intanto, annuncia che sta per venire e si stacca da me.
Angelo invece non esce dal mio culo, mi fa mettere a terra a 4 zampe e riprende a incularmi. L’altro intanto, dopo una breve sega, pianta il cazzo nella mia bocca e viene. Ingoio tutto e una volta pulito il suo cazzo, si riveste e dice al fratello che inizia a preparare.
– Raggiungimi direttamente nella sala.
L’altro non ne vuole sapere di venire, mi fa alzare nuovamente, sempre tenendo il cazzo nel mio culo. Con una mano stringe una tetta mentre con l’altra va a mettere 4 dita nella figa, mi sbatte al muro e riprende a scoparmi. Dura a lungo, ma alla fine anche lui dopo qualche vigoroso colpo che mi fa urlare, mi fa inginocchiare e viene nella mia bocca. Dopo aver ripulito anche lui possiamo ripartire, ma ho un problema. È da quando Davide ha iniziato a scoparmi che devo fare pipì e lo avverto.
– Pipì ?
Faccio cenno di si con la testa.
– Andiamo.
Scesi al primo piano mi porta subito al cesso, alza la tavoletta e mi fa sedere a gambe larghe. Poi si toglie pantaloni e boxer e si siede sulle mie gambe, rivolto verso di me, indirizza poi il cazzo nella tazza.
– Forza pisciamo assieme, altrimenti se non ti piace, posso pisciarti in bocca.
Faccio cenno di no e metto tutte le mie forze per riuscire a pisciare. Alla fine riesco nel mio intento quando ormai lui ha già finito, si gusta la scena senza manco rivestirsi. Una volta che ho concluso mi porge il cazzo ancora bagnato di piscio.
– Puliscilo solo con la lingua.
Come posso dire di no? non ho scelte e eseguo. Salato, schifoso, ma devo continuare fino a che è pulito.
– Brava, ora andiamo a organizzarci per cena.

Scendiamo anche noi in sala e troviamo Davide che sta preparando la tavola.
– Tu Pamela sali sul tavolo che ti leghiamo.
Eseguo anche se ho paura di cosa mi puo’ capitare con loro.
Ci impiegano mezzora buona ma alla fine sono immobilizzata.
In poche parole ecco cosa mi hanno fatto : Mi coricano di schiena sul tavolo, mi fanno incrociare le braccia e legano gli avambracci tra di loro. Legano poi ai gomiti le rispettive ginocchia e poi i polpacci alle cosce, cosicchè debba tenere le ginocchia piegate. Le tette vengono legate singolarmente, molto strette e poi una corda viene fatta passare attorno al mio collo.
Il risultato? Figa e culo liberi da impedimenti, come altrettanto libera è la bocca. Soltanto le tette sono leggermente difficili da raggiungere.
Angelo si dedica subito alla mia figa, inserisce all’interno un divaricatore e lo allarga, ad’un certo punto inizio a lamentarmi per il male, sempre piu male, sempre di piu ma il divaricatore continua ad all’argarsi. Mi vengono messi due cetrioli in bocca e il divaricatore continua ad aprirsi. 2 cosce di pollo vengono ficcate per l’osso dentro al mio culo e il divaricatore si apre ancora, ho le lacrime agli  occhi. Riempiono la figa di gelatina fresca e aprono ancora il divaricatore. Sento le pareti della figa tirate al massimo ma non posso fare o dire piu niente. Mi spalmano della cioccolata alla nocciola sulle tette e mettono due mollette per capezzolo, mettono poi tanta panna sul cumulo di gelatina presente nella figa, danno ancora un giro di divaricatore e concludono con una cigliegina. Un’altra molletta viene poi messa al mio clitoride e una benda mi viene posata sugli occhi.

Non sento piu rumori ma solo i profumi della cena, rimango legata in quella posizione per non so quanto tempo, fino a quando mi addormento.
Vengo risvegliata di colpo da una cosca di pollo che viene mossa da dentro il culo.
Sento finalmente una voce. È Alberti.
– Bel lavoro. Complimenti, questo quindi è la cena…. e il dopocena?
Questa volta è Angelo :
– Si papà, l’abbiamo preparata un’oretta fa. Che dici Fede? ti piace?
Un colpo al cuore. Federico è presente. Chissà cosa gli girerà per la testa.
– Sisi molto bella complimenti.
Sembra distaccato, menomale.
Dopo qualche minuto la cena ha inizio e tutti mangiano come se niente fosse, dopo un po le coscette di pollo mi vengono tolte dal culo e sento Davide chiamare Alberti.
– Papà, per cortesia passami un cetriolo.
Mi viene tolto un cetriolo dalla bocca e pochi attimi dopo eccolo entrare dentro il mio culo. Mi viene infilato a forza e io mi lamento con l’altro cetriolo in bocca, ma a niente servono i lamenti, finchè il cetriolo non è stato infilato tutto dentro, Davide non si è fermato.
Viene annunciato che è l’ora del dolce. Delle mani palpano i mei seni, asportando la cioccolata che è sparsa sopra. Le mollette vengono strappate via e poi sento un cucchiaino entrare nella mia figa e raccogliere la gelatina contenuta all’interno.
Le parole che non avrei mai voluto sentire, come un colpo al cuore. Angelo è un demonio.
– Davide allarga ancora che non riesco a prendere la gelatina dal fondo.
Allargata ancora due volte è un’esagerazione, non mi trattengo piu e urlo con il cetriolo in bocca.
– Grazie ora è molto meglio.
Concluso il dolce mi viene finalmente chiuso il divaricatore e tolto, ma subito dopo sostituito dal cetriolo contenuto in bocca, poi un forte schiaffo mi leva la molletta ancora attaccata al clitoride.

Poco dopo che il tavolo è stato sparecchiato, mi viene tolta la benda.
È Alberti.
– Ciao troietta. Hai dato spettacolo, tutta piena di cibo e legata come un pollo appena fatto allo spiedo. Sei contenta di cosa ti stiamo facendo?
Faccio cenno di si con la testa e una mano arriva subito a impossessarsi del seno destro. Una strizzata energica e poi Alberti continua:
– Sai che a me piace parlare con te. Quindi rispondi.
– Sss.Si signore, ne sono molto lusingata.
Mi accarezza il viso e poi mentre tiene stretto un capezzolo mi domanda :
– Ora ho voglia di scoparti mentre mio papà si sfogherà con la tua boccuccia. Quale buco mi consigli?
Sono in panico.
– Se desidera potrebbe sfogarsi nella mia figa.
Continuando a guardarmi negli occhi sbuffa.
– Sta volta la passi, va bene cagna, mi accontenterò della tua figa almeno puoi rilassare qualche ora il culo.
Si gira verso Alfio facendogli cenno di avvicinarsi. Quest’ultimo una volta posizionatosi davanti la mia bocca commenta:
– Ha proprio scelto bene mio figlio, sei davvero bella. Spero che sarai altrettanto brava a prendere il cazzo.
Così dicendo abbassa pantaloni e mutande e punta il cazzo sulle mie labbra.
Nel mentre da dietro mi viene sfilato il cetriolo dalla figa e due dita iniziano un ditalino selvaggio.
– Da brava succhia e fammelo diventare duro.
Eseguo, mentre il ditalino termina e viene sostituito con la solita irruenza, dal cazzo di Alberti che entrando in me, fa vibrare il tavolo.
Intanto davanti a me Alfio si è girato e dopo essersi allargato le chiappe, si è poggiato sulla mia faccia.
– Leccami il buco del culo.
Faccio fatica a respirare con la faccia affondata nel culo e sicuramente non aiuta Alberti che continua a trapanarmi selvaggiamente la figa.
– Ha una lingua fantastica, ora però mi scappa.
Cosa gli scappa ? Si alza dal mio volto e dopo aver ripiazzato il cazzo in bocca mi sussurra :
– Bevi tutto e non sprecare niente.
Cosa devo bere???? Aiuto questo no!!! Forse ho capito!!!
Non ho il tempo di ribellarmi che inizia a pisciarmi in bocca. È  acida e molto piu salata rispetto le poche goccie assaggiate da Angelo. La bocca si sta riempiendo e devo ingoiare per forza, con estrema fatica ingoio la prima golata. Brucia un po nella gola e mi crea acidità, ma ci sono riuscita. Alla fine ne ho ingoiati ben 5 sorsi e la voglia di vomitare è sempre rimasta invariata.
Conclusa la pipì e pulito il cazzo, Alfio mi ordina di farglielo diventare duro.
Da dietro Alberti è una locomotiva impazzita che entra ed esce dalla mia figa in fiamme. Non smette un secondo, ora si è aggrappato ai miei piedi e mi sbatte sempre con un vigore eccezionale. Durante le sue scopate, oltre ad un immenso dolore riesco però a provare un certo piacere. Credo che se non avessi la figa in fiamme, in questo momento riuscirei anche a provare un discreto piacere e forse anche godere.
I miei pensieri vengono però distratti dal cazzo di Alfio che ormai duro, si sta conficcando a forza nella mia gola, togliendomi il respiro.
– Si troia, finalmente posso scoparti la gola.
Così dicendo si aggrappa ai miei seni ancora legati e dopo avermi fatto uscire la testa dal tavolo, di modo che rimanga a penzoloni,  inizia un dentro e fuori selvaggio che , unito al dentro e fuori di Alberti, mi sconquassano per le continue sollecitazioni. È un mescolarsi di sensazioni, mancanza d’aria, bruciore, nausea, male ai seni e un certo piacere dato dal palo che trapana la figa.
Riesco raramente a respirare, solo quando Alfio si accorge che sono al limite e si stacca da me solo per qualche secondo, dopodichè torna a piantarlo in gola.
Ad un certo punto non resisto piu e provata dai continui conati, vomito anche l’anima. Alfio si ferma e si sposta lasciandomi vomitare, mentre Alberti continua come se niente fosse. Una volta che ho finito, vengo spostata di peso dove Alfio non calpesti il mio vomito. Mi viene tirato qualche bicchiere d’acqua in faccia e dopo avermi asciugato alla meglio con un panno, Alfio torna all’attacco nella mia gola. Sembra non finire mai questo supplizio, non so da quante ore sia su questo tavolo, legata come un salame e non so da quanto mi stiano scopando, ma sembra un tempo infinito.
Sento finalmente Alfio mugugnare e poco dopo, piantarsi in profondità nella mia gola e venire con 6 o 7 potenti schizzi. Mi fa come consuetudine ripulire il cazzo e poi se ne va come niente fosse successo.
– Non mi passerà mai la voglia di scoparti. Ogni volta che ti vedo, voglio ficcartelo in qualche buco fino a farti urlare.
È Alberti che mente mi scopa, mi sta parlando.
– Te lo pianterei in culo solo per il gusto di venirti dentro, ma credo che per sta volta passo.
Aumenta il ritmo e poco dopo esce da me, fa il giro del tavolo e si pianta nella mia gola.
– Succhia che così vengo.
Rimane fermo, piantato a fondo, non mi da possibilità di respirare, quindi inizio a succhiarlo come meglio sono capace e uso la lingua il piu possibilie.
– Siii, così. Che lingua!
4 schizzi mi riempiono, mando tutto giù e ripulisco anche lui. Torna dietro di me e dopo avermi riconficcato il cetriolo nella figa, mi avverte che andrà a chiamare Angelo e Davide.

Sono stravolta, la figa, il culo, la bocca e anche le tette sono in fiamme. Ancora i due fratelli e poi tornerò nelle mani di Federico. Spero.

Non so quanto sia passato ma vengo risvegliata dalla voce di Angelo.
– Sta volta lasciamo i cetrioli dentro, così non ti viene di fartela per le scale come all’andata.
Davide sbuffa e risponde:
– Lascia perdere, ho già voglia adesso. Sarei capace di piantarglielo dentro senza nemmeno levare il cetriolo.
– Esagerato, piuttosto di pensare a scoparla, aiutami a slegarla e poi fagli una mutanda con le corde che trattenga dentro i cetrioli.
Detto fatto, vengo slegata, fatta alzare in piedi a fatica, vista la posizione forzata e prolungata che mi ha creato qualche dolore e poi dopo aver creato questa “mutanda”, mi hanno messo un collare, legato le braccia dietro la schiena e portata via dalla sala.
Le scale sono state eterne per colpa dei cetrioli e non solo, Davide non mi aiutava affatto perchè non perdeva occasione per palparmi ovunque.
Arrivati all’ultimo piano mi portano verso il fondo del corridoio, in una stanza adiacente a quella degli ospiti dove avrei dovuto dormire io. In teoria.

Al centro della stanza ci sono solo tappeti, qualche corda pende dal soffitto, su un lato un letto matrimoniale sfatto e sull’altro un mobile con sopra un mucchio di corde, cinghie, fruste e manette completano il tutto.
– Vai al centro della stanza, allarga le gambe e stai ferma.
È Angelo che parla. Alle parole aggiunge uno schiaffo sul culo.
Faccio come mi dicono e dopo che mi sono fermata li vedo sorpassarmi. Si spogliano, completamente e buttano tutto sul letto. Angelo ha il cazzo ancora moscio, mentre quello di Davide è già in tiro e di discrete dimensioni.
Sempre Angelo, dopo aver posizionato una sedia davanti a me, ci si siede sopra e mi fa cenno di abbassarmi.
– Non piegare le ginocchia, mantieni le gambe larghe e piega solo il busto. Vedi di fare un buon lavoro. Succhia.
Mentre prendo in bocca il cazzo, da dietro sento Davide passarmi il cazzo sulle labra della figa, divise dalle corde strette che mi tengono il cetriolo dentro.
Dopo poco però non sento piu il cazzo toccarmi, lo vedo passarmi a fianco e prendermi in mano i seni, li massaggia, li strizza e poi prende un capezzolo.
In breve sento un dolore forte e prolungato, la stessa cosa succede all’altro capezzolo. Mi ha applicato una pinza di ferro per capezzolo. Queste pinze sono collegate tra loro da una catenella, alla quale ora sta applicando con dei gancetti, due pesi.
– Ora non urlare e continua a succhiare il cazzo di mio fratello.
Appena agganciati i pesi mi scappa un mezzo urlo, attutito dal cazzo di Angelo.
– Ti avevo detto di non urlare.
Rumore di fibbia di cinghia. Passi attutiti dal tappeto. Movimento d’aria.
CIACK
– Aaaaahhh!!!
Mi ha colpito la chiappa destra.
– Divertiamoci. 50 cinghiate sul culo.
Angelo intanto mi ha messo una mano sulla testa per non farmi scappare :
– Continua a succhiare. Non fermarti.
CIACK!
CIACK!
CIACK!
Piango. Mi bruciano le chiappe, non posso coprirmi perchè ho le mani legate. Non posso nemmeno spostarmi perchè mi tiene la testa attaccata al cazzo.
CIACK!
– E 50! Abbiamo finito. Ora via ste corde.
Butta la cinghia a terra e inizia a slegarmi le corde che mi formano la “mutanda”.
Una volta concluso, mentre io continuo a pompare il cazzo di Angelo, sfila i due cetrioli e butta anchessi per terra.
Mi sento svuotata di colpo.
Tre dita si impossessano immediatamente della mia figa, sprofondando e ruotando all’interno.
Poco dopo vengono tirate fuori e sento il classico rumore di chi le sta succhiando.
– Sta troia si bagna ad essere maltrattata.
Angelo ferma la mia pompa e mi tira su per i capelli fino all’altezza del suo viso.
– Allora ha ragione papà. Vero che ti bagni troia?
Faccio cenno di si con la testa. È la verità, non so per quale motivo ma riesco a bagnarmi per questi trattamenti.
Angelo mi fa tornare al pompino interrotto, mentre Davide si pianta in profondità nella figa con il suo cazzo.
Mi scopa così per qualche minuto, fino a quando anche Angelo ha il cazzo di marmo.
Mi fanno rialzare, Davide si corica e poi mi fa impalare sul suo cazzo. Mentre lo guardo ansimare, una mano mi spinge in avanti, vado ad appoggiare le mani a terra. In una frazione di secondo dolore!, Angelo si è piantato nel mio culo.
– Saltella sul mio cazzo mentre Angelo ti trivella il culo. Muoviti.
Così dicendo inizia a strizzarmi le tette a cui sono ancora appesi i pesi. Ogni volta che sbatto sul bacino di Davide, ho una fitta ai capezzoli per colpa dei pesi. Un’altra fitta viene data quando Angelo si pianta tutto dentro di me. È un continuo dolore, eppure sembra dinuovo che stia godendo. È pazzesco.
Davide infine stacca i pesi dalle catenelle, per non rischiare che gli arrivino in faccia quando Angelo me lo pianta dentro.
Adesso che sono piu liberi, anche Davide inizia a muoversi sotto di me, mentre Angelo invece ha preso in mano la catenella ancora attaccata alle pinze e la tira verso il basso. Mi lamento e mugugno per il male.
– Stai zitta troia che ti piace. Lo sappiamo.
Il tiro è costante, mentre continua a scoparmi mantiene i miei capezzoli tesi verso il basso.
Sento i ritmi aumentare e Angelo staccarsi dal culo per venire a svuotarsi in bocca, poi si va a coricare sul letto e guarda pigramente la scena.
Davide stufo della posizione, senza uscire dalla figa, si alza in piedi continuando a tenermi in braccio. Non mi lascia toccare a terra con i piedi, mi tiene per le gambe, spalancate in modo che possa affondare meglio il cazzo, poi inizia a farmi saltellare piantandomelo costantemente fino alla radice.
Avanza a lungo in questo modo, lentamente ma con costanza e affondando ogni volta il cazzo intero dentro di me.
Dopo un tempo che mi pare infinito , si ferma. Mi fa appoggiare i piedi a terra, mi fa ruotare e piegare il busto a 90 gradi con le gamge larghe.
Mi prende per i fianchi e dopo aver appoggiato il cazzo al buco del culo, da un poderoso colpo di reni e mi entra dentro per intero.
Riprende a scoparmi in questo modo per almeno 10 minuti. Ho la schiena a pezzi, non ce la faccio piu a stare in questa posizione, quando finalmente si stacca, mi fa cadere a terra, mi prende poi per i capelli e dopo avermi piantato il cazzo in bocca, viene come una fontana.
– Finalmente. Ora oltre ad essermi svuotato, mi è calata anche la volgia.
Angelo con gli occhi chiusi risponde :
– Era ora. Adesso mettila nella gabbietta, legala e mettigli i vibratori.
– Ok. Poi però andiamo a dormire.
Vibratori? Cosa?? No basta! Adesso mi faccio sentire!
– No basta vi prego. Lasciate riposare anche a me. Vi prego domani farò quello che volete ma non mettetemi piu dentro altre cose.
Davide sorride e dopo avermi dato una carezza mi risponde :
– Ma noi ti lasciamo dormire. Però vogliamo che tu sia sempre piena.
– No dai ti prego.
Angelo alzando la testa dal letto e puntandomi :
– Se continui a lamentarti, ti infilo un palloncino grosso il doppio di quello che hai provato con Federico. chiaro?
– Ok sto zitta.
Non si può fare altrimenti. Purtroppo.

Non avevo notato che dietro il letto c’era qualcosa coperto da un telo. Una volta che il telo viene tolto, scopro essere una gabbia, ma è piccola, non ci starò mai dentro.
La gabbia viene agganciata alle corde che pendono dal soffitto a circa un metro da terra. quando viene aperta noto la funzione. vengo fatta sedere all’interno e quando essa viene richiusa, le gambe mi rimangono spalancate e che pendono fuori dalla gabbia, le braccia sono aperte che escono dai lati, mentre la testa esce da sopra la gabbia. Sotto di me, in corrispondenza del culo e della figa , le sbarre sono piu larghe per aver libero accesso ai miei buchi.
Sono quindi bloccata in questa posizione e poco dopo, sempre Davide, si presenta con due vibratori. Uno di discrete dimensioni, mentre l’altro impressionante. Sarà almeno piu grosso e lungo di qualche cm rispetto il cazzo di Alberti. Non so come riuscirò a tenere quella cosa dentro di me.
Inutile però domandarselo, il vibratore più piccolo è già stato piantato nel mio ano, mentre quello piu grande è entrato solo per metà nella figa.
– Ora lo facciamo entrare tutto. Un bel respiro. Uno, Due, Tre  e HOP!
– Haaaaaaaaaaaiiiaaaaa!!!!
Con una spinta decisa me l’ha piantato dentro. Ora sta schiacciando due bottoncini ed ecco chè :
– Aaaahhhhh!!!
Vibrano entrambi. Vibrano tanto. Troppo.
Dopo una palpata di tetta, Davide si avvicina al letto dove c’è anche il fratello:
– Notte troietta. A domani.
La luce viene spenta e l’unico rumore che sento è quello dei due vibratori dentro di me.

La notte è infinita. I vibratori non mi danno tregua, non mi lasciano dormire, sono continuamente tesa, provata dal piacere e fastidio che provocano. Non riesco assolutamente a chiudere occhio benchè sia stremata.
Le ore passano, almeno credo e io continuo a essere nella stessa situazione, sino a chè una luce si accende.
È Davide, si alza e si avvicina a me. Ha il cazzo già in tiro, non è possibile, almeno la notte non scoparmi ti prego.
Una volta al mio fianco mette una mano sotto di me e lo sento trafficare nei miei buchi, fino a quando finalmente i due affari smettono di vibrare.
Un sospiro di solievo. Davide sorride.
– Grazie, non c’è la facevo piu.
– Niente, Angelo ogni tanto è esagerato. Ora ti tolgo anche le pinze.
Inserisce le mani nella gabbia e raggiunti i miei seni, finalmente respiro. Anche le pinze vengono tolte e i miei capezzoli possono tornare alla loro forma normale.
– Notte troietta.
Le parole vengono accompagnate dalle sue dita che passano sulle mie labbra e successivamente fanno una leggera carezza alla guancia destra.
Sorrido e dopo che viene spenta nuovamente la luce, crollo in un sonno profondo.
Non so per quanto abbia dormito, ma il mio successivo risveglio non è stato dei piu piacevoli. Il vibratore nella figa parte e pochi secondi dopo, anche quello nel culo si riattiva.
Una voce, Angelo!
– Bah! Mio fratello…. Almeno te li ha lasciati dentro, non mi sarei stupito se ti avesse svuotato.
Si vede fuori dalla finestra il primo sole del mattino, deve essere presto. Il tempo che mi rigiro verso Angelo, ed è sparito. Nella stanza non c’è piu nessuno e io ho una voglia matta di andare in bagno.
– Aiuto. Vi prego, devo andare in bagno.
Sempre la voce di Angelo da fuori.
– Cosa?
Entra in camera è viene verso di me.
– Aiuto per cosa?
– Devo andare in bagno. Devo fare la pipì, sto scoppiando.
Angelo sbuffa. Apre la mia “prigione” e mi fa uscire. Spegne i vibratori e me li sfila.
Un respiro di solievo. Finalmente quel colosso mi è stato tolto da dentro.
Andiamo in bagno e anche sta volta mi fa spalancare le gambe e guarda mentre faccio pipì.
Una volta che ho finito mi concede un bidet, dopodichè, presa per un braccio, scendiamo a far colazione.
Sta mattina sono tutti presenti e colazione viene fatta in sala.
Alberti appena mi vede si alza in piedi:
– Che onore. Finalmente sei arrivata anche tu. Prego oggi faremo colazione tutti assieme.
Vengo fatta sedere al solito posto. Davanti a me Federico mi fissa e quando lo guardo, mi sorride. Ricambio il sorriso anche io.
Finita la colazione quando tutti stavano per alzarsi, Alberti ci ferma.
– Visto che è l’ultimo giorno con Pamela, volevo fare a tutti voi un regalo. State seduti e tiratelo fuori. Pamela farà una seconda colazione ora, con ogniuno di noi.
Guardo Alberti ma non capisco. Allora aggiunge :
– Pamela, inizia pure da me. Vai sotto il tavolo e fammi una pompa con i fiocchi. Farai poi il giro completo e concluderai con Federico.
Detti il meglio di me, cercando di farli venire il prima possibile, di modo che il supplizio finisse in fretta. Alberti fu come al solito violento cercando di affondarlo in gola e anche suo padre Alfio non si risparmiò. Mi ha fatto prima appoggiare la testa sulla sedia, poi si è messo a cavallo sopra di me e tenendo il cazzo rivolto verso il basso, usava tutto il suo peso, scendendo e affondando per intero nella mia gola. Davide e Angelo invece vollero un normale pompino e qualche attenzione anche ai coglioni. Poi fu il turno di Federico con il quale mi lasciai un po trasportare e credo feci il pompino piu bello di tutti. Come al solito durò poco, ma dalla quantità di sborra che dovetti mandar giù, sono convinta di aver fatto un ottimo lavoro e di averlo soddisfatto. Come ringraziamento, mentre ripulivo il suo cazzo, ricevetti molte carezze in testa, dopodichè, dato un bacio alla cappella, sbuco da sotto il tavolo e vengo subito presa in custodia da Davide che mi porta fuori dalla stanza.
Angelo ci sta già aspettando fuori dalla porta e appena mi vede, si avvicina e mi passa una mano sulla figa, poi ci avviamo per tornare nella loro stanza.
Lungo il tragitto, nella rampa di scale però, incontriamo Alberti che ci ferma.
Si avvicina a me.
– Prima di lasciarvi andare, voglio farmi una ripassata nella tua figa. Ora me lo tiri fuori e lo indirizzi nella tua figa. Al resto ci penserò io.
Gli slaccio i pantaloni e li calo assieme ai boxer. Salta subito fuori il suo cazzo maestoso già in tiro. Non mi pare possibile, l’ho appena fatto venire nella mia bocca ed è già duro.
Mi fa ruotare con la schiena rivolta verso di lui e poi mi fa prendere in mano il suo cazzo.
È psicologicamente provante, dover aggevolare volontariamente la scopata selvaggia indirizzando io stessa il suo cazzone nella figa.
Lo avvolgo con la mia manina e una volta portato a contatto con la mia figa, lascio la presa. In una frazione di secondo, giusto il tempo di aggrapparmi alla ringhiera delle scale che già è sprofondato in me fino a sbattere la pancia contro le mie chiappe.
Si sta godendo ogni singola sensazione procurata della mia figa, che lo avvolge in una stretta forzata per colpa delle sue dimensioni eccessive, si muove lentamente, rimanendo piantato piu a fondo possibile.
Lo sento appoggiarsi alla mia schiena e poi impossessarsi delle tette.
Mentre mi martoria i capezzoli con le unghie, si avvicina con la bocca al mio orecchio e mi ordina :
– Metti una mano tra le gambe e raggiungi le mie palle. Me le devi massaggiare come fossero la cosa piu preziosa che tu possa mai avere.
Eseguo e una volta raggiunte, inizio a massaggiarle delicatamente. In risposta inizia a leccarmi il collo, mordermi il lobo dell’orecchio e muoversi piu velocemente in me, cercando però di affondare costantemente fino alle palle.
Si avvicina nuovamente al mio orecchio e tra una leccata e l’altra, sempre sotto voce :
– Se fosse possibile, te lo farei arrivare fino in gola. Io lo so che ti piace farti maltrattare e so anche che ti mancherà il mio cazzo quando te ne andrai da qui.
Mi da una forte pacca sul culo e mi scappa un’urlo.
– Ti piace farti montare da me. Dillo che ti piace. Lo so che adesso stai godendo come una troia, lo sento che sei bagnata. Però so anche che adori farti sbattere selvaggiamente, farti sbattere fino a farti urlare. Noi sappiamo perchè vero? eh troia?
Così dicendo, dopo avermi lasciato un seno, mi tira per i capelli facendomi voltare la faccia verso di lui.
– Ti piace perchè con un po di dolore si gode di più. Vero troia?
Mi fa togliere la mano dalle sue palle e dopo essere uscito quasi completamente dalla figa, riaffonda completamente fino a sbattere la pancia contro il mio culo.
Faccio una smorfia di dolore e mi scappa un urletto.
– Sei una troia. Dillo che lo sei.
La conclusione della frase viene accompagnata da un’ulteriore spinta.
– Dillo troia.
Un’altra spinta.
Con respiro affannato e provata dalla situazione cerco di rispondere:
– S..ss..Si. Sono una.. Sono una troia.
Un’altra spinta.
– Troia non ho sentito bene. Cos’hai detto?
Ora a voce piu alta.
– Sono una troia.
Non ho il tempo di finire la frase che sono sconquassata dal ritmo frenetico con cui ha preso a trapanarmi la figa. Inizio a urlare e contorcermi.
Nel mentre avvicina il viso al mio e dopo avermi morso le labbra, infila a forza la sua lingua nella mia bocca.
I miei urli, ora sono attutiti dalla sua bocca e prosegue a lungo trapanandomi come un pazzo e vagando con la lingua sulla mia che non risponde.
Davide e Angelo assistono alla monta commentando tra loro.
Ad un certo punto, la mano che mi teneva per i capelli, si stacca e si infila tra i nostri corpi, raggiungendo il mio culo. 3 dita entrano con prepotenza nell’ano e iniziano a vagare all’impazzata al suo interno.
Non riesco a crederci, eppure sento qualcosa di bagnato scendere lungo le mie gambe. Non è sudore e sono certa che non sia nemmeno sangue.
Tutte queste parole, tutto questo trattamento violento, le dita nel culo che vagano all’impazzata e la morsa delle unghie sul capezzolo.
Ne sono sicura. Mi sto bagnando. Sto godendo.
Le unghie smettono di martoriare il capezzolo e in breve sono pinzate attorno al mio clitoride. Urlo per il male ma per poco però, perchè non ho piu fiato, sono troppo provata dalle mille emozioni e respiro a fatica.
Il ritmo di Alberti aumenta improvisamente, a parte il suo e mio respiro, il rumore del ferro della ringhiera che sta vibrando per le continue scosse date dai nostri corpi è l’unico suono che ci accompagna nella monta selvaggia.
– Godi troia, vieni. Non trattenerti. Sei un lago tra le gambe. Vieni!
Ha ragione. In breve tempo, dopo le sue parole un’urlo liberatorio annuncia la mia venuta e un fiume esce da me.
– Sei una puttana che gode a farsi maltrattare.
Mi scopa ancora qualche minuto mentre continuano le scosse di piacere, poi si stacca e dopo avermi fatto sedere sui gradini mi sborra in faccia.
– Puliscimi il cazzo e poi pulisciti la faccia.
Terminato di pulire il suo cazzo, mentre sono intenta a raccogliere lo sperma sparso sul mio viso, mette una mano tra le mie gambe, passa le dita prima sulla figa e poi dentro di essa.
Ha raccolto un bel po di umori e dopo aver dato una leccata alla sua mano, la passa a me da pulire.
Non avevo mai assaggiato i miei umori prima d’ora, la pulisco come fosse il lecca lecca piu buono di tutti.

Dopo poco una stretta ai miei capelli annuncia che devo alzarmi.
Alberti mi da una pacca sul culo e dopo essersi rivestito, se ne va, mentre Angelo che ha ancora la mano tra i miei capelli, passa l’altra sulla mia figa potendo constatare quanto sia fradicia.
– Che troia.
L’unico commento prima di riprendere il cammino verso la loro stanza.

Siamo arrivati nuovamente nella loro stanza.
La gabbia viene sganciata e levata dal centro della stanza. Al suo posto vengo fatta mettere io, in piedi, gambe divaricate e braccia dietro la schiena.
Sia Davide che Angelo si muniscono di corde e iniziano a legarmi.
Gli avambracci vengono legati tra loro dietro la schiena, le caviglie vengono fissate con le corde a due tasselli piantati a terra. mentre le tette, legate singolarmente vengono messe in trazione con le corde pendenti dal soffitto.
Entrambi i ragazzi si spogliano nuovamente e i boxer di Angelo finiscono nella mia bocca.
Le pinze collegate dalla catenella mi vengono nuovamente piazzate sui capezzoli e sta volta vengono agganciati 4 pesi.
Urlo come una pazza e mi dimeno, con l’unico risultato di avere ancora piu male, per colpa dei pesi che sbatacchiando contro la mia pancia danno potenti strattoni ai capezzoli.
Vedo quindi Angelo inginocchiarsi tra le mie gambe. Per la posizione in cui sono e avendo le tette, strette e tirate verso l’alto non ho la possibilità di abbassarmi e vedere cosa fa.
Il dolore è l’unica cosa che sentirò nitidamente. Mi vengono applicate 2 pinze per ogni labbro esterno, una catenella viene fatta passare attorno alla coscia, di modo che mettendole in tensione con le pinze, mi tengano spalancata la figa. altre 2 pinze vengono applicate alle labbra interne e anch’esse messe in tensione. Infine una pinza viene applicata al clitoride e 2 pesi vengono agganciati ad’essa.
Poco dopo Davide posizionatosi dietro di me, mi pianta un vibratore nel culo e lo accende.

Mi lasciano in quella posizione a lungo, le tette iniziano ad assumere un colorito violaceo e i capezzoli danno la sensazione di volersi strappare da un momento all’altro per l’eccessiva tensione provocata dai pesi. Stessa sensazione provo per il clitoride. Mentre il vibratore continua imperterrito nella sua azione, vedo tornare Davide e Angelo. Sta volta hanno in mano entrambi le fruste.

Una frustata decisa di Angelo raggiunge immediatamente il clitoride stretto dalla pinza.
Urlo a piu non posso, anche se inutilmente perchè i boxer in bocca fanno il loro lavoro.
Davide lo ferma e dopo essersi inginocchiato tra le mie gambe, leva finalmente la pinza dal clitoride, dopodichè, dopo essersi posizionato alle mie spalle, inizia a frustarmi il culo, le cosce e le braccia.
Angelo invece continua a dimostrarsi un demonio e frusta selvaggiamente i miei seni e dopo avergli lasciato ampi segni rossi passa a frustate mirate ma fortissime in centro alla mia figa tenuta aperta dalle pinze.
Piango dal dolore, l’unico che mi crea un sottile e perverso piacere è Davide quando mi frusta il culo. Angelo invece, dopo un tempo che mi pare infinito, si avvicina a me, noto che ha il cazzo di marmo, prende in mano i pesi che ho attaccati alle tette e dopo averli alzati e quindi tolti dalla tensione sui miei capezzoli, li lascia cadere dalla mano.
Una fitta atroce mi invade i capezzoli. Urlo a piu non posso per il male e lui come risposta torna a frustarmi la figa.
Passa ancora parecchio tempo, durante il quale i miei aguzzini continuano a frustarmi senza sosta, dopodichè dietro di me, non arrivano piu frustate.
Sento chiamare Angelo e avvertirlo di fermarsi. Il mio culo viene svuotato e poco dopo sento il cazzo di Davide strusciare sul mio culo martoriato.
Angelo invece si avvicina e dopo avermi pizzicato il clitoride, prende  in mano il cazzo e dopo averlo indirizzato sulla figa, si pianta all’interno iniziando a fottermi con calma.
Notata l’iniziativa, anche Davide si pianta dentro di me, però nel culo. In breve tempo i ritmi aumentano, Angelo dopo avermi tolto i pesi dai capezzoli, si riappende alla catenella e inizia a fottermi con piu vigore. Dietro sento che vengo presa per i capelli e morsicata nel collo.
Proseguono così a lungo, fino a quando 4 schizzi di caldo sperma mi invadono l’ano.
Davide si stacca subito da me, Angelo prende il suo posto nel mio culo e dopo una decina di spinte selvagge si svuota anche lui.
Un tappo mi viene messo nel culo, dopodichè vengo slegata, mi tolgono tutte le pinze e dopo essermi inginocchiata e tolta i boxer dalla bocca, ripulisco entrambi i cazzi dallo sperma rimasto.

Angelo mi fa alzare e mi conficca a forza nella figa il vibratore enorme. Un urlo mi scappa e un ceffone mi arriva in pieno volto.
Entrambi si coricano sul letto, lasciando uno spazio centrale per me. Davide fa segno di avvicinarmi :
– Vieni, mettiti in mezzo a noi e massaggiaci i cazzi con le mani.
Eseguo quanto dice e appena prendo in mano i loro cazzi, Angelo attiva il vibratore che ho nella figa.
Il mio massaggio ai loro membri li sta rilassando, mentre io continuo a essere straziata dal vibratore che lavora senza sosta dentro di me.
Prima che i due membri si riattivino passa piu di un’ora.
Appena quello di Angelo è in tiro, mi sfila il vibratore e mi ci fa impalare sopra. Davide intanto si mette in piedi sul letto e si gode la mia bocca sul suo cazzo. Appena quest’ultimo è pronto, vengo fatta coricare sul letto e i due si danno ripetuti cambi tra la mia bocca e la figa.
Angelo è il primo a venire, mi alza le gambe, toglie il tappo dal culo e dopo essersi piantato dentro si svuota, dopodichè vengo ritappata.
Davide invece dura molto di piu e ora si dedica esclusivamente alla mia figa mentre con le mani manipola i seni. Dopo un po tocca anche a lui venire e fa come il fratello. Il tappo mi viene tolto, il cazzo sprofonda tutto nel culo e altra sborra viene rilasciata all’interno, dopodichè viene rimesso il tappo e entrambi si fanno pulire il cazzo dalla mia lingua.

A questo punto Angelo si corica nel letto e dice al fratello di portarmi da Federico.
Davide si riveste e dopo avermi preso per un braccio, ci incamminiamo.
– Sei stupenda. Prima che te ne vai, vorrei poterti scopare ancora.
– Se i tre giorni non saranno ancora conclusi, potrai fare di me ciò che vorrai.
Mi viene data una pacca sul culo e vengo portata in sala da pranzo dove Federico è già li ad attenderci mentre legge un giornale.
– Ti abbiamo lasciato un regalo nel suo culo. Ciao Fede. Ci vediamo tra mezzora per il pranzo.
Davide se ne va lasciandomi sola con Federico.

Appena Davide chiude la porta della sala, Federico si alza dal tavolo e mi viene vicino.
Mi accompagna vicino al tavolo e mi fa piegare appoggiando le mani al tavolo. Passa subito dietro di me e dopo che allarga le chiappe, mi toglie il tappo dal culo.
– Cosa ti hanno fatto qui?
– Fede rimetti il tappo e portami in bagno.
Nemmeno il tempo di dirlo che sento colare per le gambe lo sperma. Federico allora mette un dito nel mio culo e mi porta in bagno.
– Chi ti è venuto nel culo?
– Tutti e due. Piu volte.
Una volta entrati nel bagno, sempre tenendo il dito pianato nel mio culo, mi fa entrare nella doccia dopodichè lo leva e si va a lavare le mani.
Si avvicina alla doccia e con calma si spoglia completamente. Ha già il cazzo duro e gli domando :
– Cosa vuoi farmi?
Guardandomi a testa bassa mi risponde.
– Posso fare la doccia con te?
Rispondo tendendo solamente una mano verso di lui.
– Grazie.
Prende la mia mano e dopo essere entrato nella doccia apre l’acqua e mi abbraccia.
– Cos’hai Fede?
Si stacca da me, prende il flacone dello shampoo e dopo averne spremuto una piccola quantità sulla mia testa, inizia a insaponarmi i capelli.
– Non ho mai trovato una ragazza come te. Sopratutto, una ragazza, che pur subendo tutte queste violenze, sembra provi affetto nei miei confronti.
Mi avvicino a lui e do un rapido bacio sulle sue labbra, poi mi giro di schiena piegando indietro il capo per aggevolarlo nello stupendo massaggio che sta facendo ai miei capelli.
– Devi capire che per soldi si fanno molte cose, a volte come questa, esagerate. Alla fine però è una scelta mia accettare e lasciarmi scopare selvaggiamente. Se vuoi sapere la verità, mi sono accorta che certe violenze, mi eccitano. Con tuo padre ad esempio, sarà assurdo, eppure sono venuta mentre mi spaccava in due la figa con il suo cazzone.
Ferma il massaggio per qualche secondo, poi dopo aver ripreso, mi domanda :
– Sul serio? e con me cos’hai provato?
Mi giro verso di lui, prendo le sue mani tra le mie e lo fisso negli occhi:
– Con te mi sento al sicuro. Non so perchè, eppure, mi fido di te. Ora però laviamoci.
Federico dopo aver preso altro sapone, mi lava tutta, anche il culo pieno di sperma dei suoi fratelli. Una volta che mi ha anche risciacquata prende altro sapone e fa per insaponarsi. Lo fermo e tolto il sapone dalle sue mani, ricambio il favore insaponandolo io.
Quando arrivo al suo cazzo, è ancora di marmo. Faccio finta di niente e lo lavo con cura, lo scappello lavandogli anche il glande. Passo il sapone tra le gambe, nel solco delle natiche per pulirgli anche il culo e dopo essermi inginocchiata gli lavo anche i piedi. Presa la cornetta, lo risciacquo con cura, passando anche una mano per aiutarmi a togliere il sapone rimasto sul suo corpo.
Sta volta però mi soffermo maggiormente sul suo cazzo, faccio salire e scendere 4 o 5 volte la pelle dal glande dopodichè dato un bacio sulla cappella mi rialzo in piedi e dico che possiamo asciugarci.
Usciamo e ci asciughiamo a vicenda, passa le mani su ogni singolo cm del mio corpo e io faccio altrettanto con lui poi, quando sta per rivestirsi lo fermo.
– Avrei dovuto farlo prima della doccia ma non mi osavo. Non puoi andare a pranzo in questo stato. Vieni qui vicino.
Così dicendo, lo attraggo a me tirandolo dal cazzo ancora duro.
– Cosa vuoi fare?
– Voglio solamente farti rilassare un po.
Mi inginocchio davanti a lui e dopo avergli leccato a lungo il cazzo, gli faccio un’altra pompa con i fiocchi e mi faccio venire in bocca. Dopo aver ingoiato lo ripulisco bene e poi lo porto al bidet. Lo faccio sedere e lavo personalmente il cazzo con un po di sapone, dopodichè lo asciugo e lo aiuto a rivestirsi.
Mi fissa, sono completamente nuda e con i capelli ancora umidi. Mi passa una mano sul capo e avvicinatosi a me, mi da un bacio sulla fronte.
– I tuoi vestiti sono ancora in camera mia. Desideri che vada a prenderli?
– No Fede, tanto quasi sicuramente, dovrò levarli tra pochi minuti.
– Hai ragione. Andiamo in sala che sarà quasi pronto.
Arrivati in sala, tutto sembra normale, come al solito c’è movimento e ogniuno sta preparando qualcosa, mentre il nonno invece è seduto al tavolino della cucina che legge il giornale.
Appena mi nota però, Alfio mi chiama a se, io però prima di avvicinarmi a lui, guardo Federico e gli faccio l’occhiolino come a volerlo tranquillizzare.
Appena sono a portata di “mano”, senza staccare gli occhi dal giornale, con una mano si impossessa della mia figa e con le dita va a infilarsi dentro di me. Pochi minuti dopo, non guarda nemmeno piu il giornale e fissa le sue dita che entrano ed escono dal mio corpo. Io rimango imbambolata con le gambe larghe mentre continua il ditalino. Si ferma solo quando Alberti annuncia che è pronto il pranzo. Toglie le dita e dopo averle leccate, mi da il permesso di andare a tavola.
Si pranza normalmente e Alberti mi annuncia che due ore dopo la conclusione del pranzo, dovrò trovarmi in questa sala per poter concludere il contratto e ricevere i due assegni, uno per me e l’altro per la ditta. Tutto e tutti sono tranquilli, il pranzo procede senza alcun genere di intoppo. Alla fine però, una volta che il tavolo viene sparecchiato, Alfio mi chiama a se e mi fa sdraiare sul tavolo. Trascina poi il mio corpo verso il bordo e una volta fatta uscire la testa da esso, di modo che rimanga a penzoloni, si apre la patta dei pantaloni e si pianta nella mia gola con il cazzo. Questa volta, mentre mi scopa in bocca, con le mani vaga per il mio corpo. Strizza i seni, i capezzoli, mi martoria il clitoride o entra e esce dalla mia figa con 3 o 4 dita. Va avanti per qualche minuto, sino a chè viene scaricandosi in gola. Si fa pulire il cazzo dopodichè se ne va.

Federico a sto punto mi aiuta a scendere dal tavolo e poi mi fa cenno di andare con lui.
Percorriamo la strada verso camera sua e questa volta sono io che voglio stargli davanti, voglio che mi guardi.
Una volta arrivati nella sua camera, lo faccio entrare e richiudo la porta dietro di me. Lo vedo fissare le corde che scendono dal soffitto e poi fissare il letto disfatto.
In un momento di follia, penso a questo ragazzo, alla voglia che aveva di scoparmi e a quanto gli piaccio. Mi avvicino a lui e gli do un bacio sulle labbra poi toccandogli con una mano il cazzo coperto dai pantaloni gli sussurro a un’orecchio :
– Abbiamo ancora due ore, non essere triste e fai di me tutto ciò che vuoi. Questo è il mio regalo per essere diventato buono con me.
Così dicendo, mentre sento nitidamente il cazzo iniziare a ingrossarsi, mi stacco da lui e sculettando vado a mettermi a 90 gradi con le gambe larghe, appoggiata con le mani ad una sedia messa davanti al letto.
Lo sento avvicinarsi e poi sento un leggero soffio all’altezza della figa. Mi giro con la testa e vedo che si è inginocchiato e ha messo la faccia a pochi millimetri dalla mia figa.
– Cosa aspetti. È tua, fammi ciò che vuoi.
Non se lo fa ripetere due volte e affondata la faccia nella mia figa iniziando a leccarmi come un pazzo.
Finalmente una sensazione stupenda di puro godimento, mi lascio cullare dalla sua lingua che corre all’impazzata picchiettando le mie labbra, facendosi timidamente strada all’interno di esse oppure sento i suoi denti che con delicatezza mordicchiano qua e la oppure le sue labbra che succhiano le mie della figa.
Il clitoride viene massaggiato delicatamente dalle sue dita e poi il suo viso si sposta, va al mio ano e lecca, succhia, bacia anch’esso.
Mi bacia il culo, lecca le mie gambe, scende ai miei piedi e ne bacia il dorso. Poi torna su lasciando una scia di baci sulla mia gamba, passa rapidamente sulla figa prima e sul culo dopo e prosegue sulla mia schiena, fino alle spalle, sul collo e poi mi fa alzare per baciarmi le guance e infine le labbra.
Il suo respiro è affannato, come il mio d’altronde.
Non ho il tempo di ragionare che è tornato a lasciarmi scie di baci, scende sui miei seni, li lecca, succhia i capezzoli e li mordicchia e scende a baciarmi la pancia. Poi ancora piu giù, finalmente torna alla mia figa e qui si ferma a leccarla.
Metto una mano dietro la sua testa come ad incitarlo e lui accoglie la richiesta muovendo più intensamente la lingua.
Non ce la faccio più e dopo qualche altro minuto di questo inteso trattamento vengo come una fontana nella sua bocca.
Come se niente fosse, lecca e beve tutto, dopodichè datomi ancora qualche bacio sul clitoride, si ferma e viene a baciarmi in bocca.
– Ammetto di avere tutto in fiamme, culo, figa, bocca, tette. Ogni singola parte del mio corpo è un dolore o bruciore ma non voglio fermarmi proprio ora. Voglio lasciarti un regalo. Un mio regalo, così che ti ricorderai di me.
Mi bacia ancora una volta :
– Ma io mi ricorderò di te.
– Ma non come adesso, dopo quello che ti farò. Coricati sul letto.
Si va a coricare sul letto e io lo raggiungo. Il cazzo è impennato come il palo di una bandiera, sorrido e mi avvicino ad esso.
Dopo averlo scappellato, gli do qualche bacio, poi scendo ai coglioni, prendendoli in bocca, succhiandoli e baciandoli, dopodichè torno all’asta leccandola a lungo.
Mi viene un’idea, mi metto piu comoda sul letto e dopo aver preso in mano le tette, avvolgo il cazzo in esse e gli faccio una splendida spagnola. Ogni volta che il cazzo sbuca da in mezzo ad esse, gli do un bacio o una leccatina sulla cappella. Vado avanti per qualche minuto, poi mi alzo e dopo essermi messa a cavallo, con una mano indirizzo il cazzo nella mia figa. Mi lascio cadere su di esso, mi lascio infilzare e poi faccio un lento su e giu, vado avanti e indietro tenendolo tutto dentro di me oppure contraggo i muscoli della figa così da procurargli piu piacere e poi, quando sento che è al massimo dell’erezione, mi alzo e vado a mettermi a 4 zampe sul tappeto davanti al letto.
– Vieni qui a montare la tua cagna.
Si alza tenendosi in mano il cazzo completamente duro. Si inginocchia dietro di me e dopo aver appoggiato la cappella alla mia figa, sprofonda in essa.
Sta volta i miei mugolii sono di godimento, di puro godimento. Mi scopa con ritmo, affondando fino alla radice il cazzo e nel mentre, con un dito, stimola il mio ano.
– È tuo anche quello.
Sentite le mie parole, sputa su di esso e poi il dito entra dentro di me. Continua a scoparmi mentre con due dita vaga nel mio ano poi si ferma e mi domanda :
– Posso scoparti anche il culo?
– Prima non me l’avresti domandato. Fede, sono tua, fai di me cosa vuoi.
Da ancora qualche spinta e poi cambia buco. Questa volta dura decisamente di più, scopa a lungo il mio culo e quando sta per venire si stacca da me.
Avendo capito il perchè si sia staccato da me, mi giro e dopo avergli preso il cazzo in mano, me lo metto in bocca e lo succhio fino a quando viene.
Si corica sul letto e io mi dedico ancora qualche minuto al suo cazzo per ripulirlo dallo sperma, dopodichè mi corico al suo fianco e lo accarezzo.

– Non ti vedrò mai più dopo oggi.
Mi alzo su un gomito per poterlo guardare in faccia e con tono interrogativo gli domando :
– Ma perchè dici così?
– Perchè è così.
Sbuffo e mi alzo, guardandomi attorno, noto che sulla scrivania ci sono dei fogli e delle penne. Mi avvicino ad essa e dopo essermi seduta, mi metto a scrivere su un foglio. Anche lui si avvicina e legge cosa ho scritto.
– Cos’è quell’indirizzo e quelle spiegazioni.
– È casa mia. Abito da sola in centro. Se mi prometti che non darai a nessuno questo foglio, lo puoi tenere e puoi venire a trovarmi tutte le volte che vuoi.
– Mi stai prendendo in giro?
– No Fede. Vorrei poterti vedere ancora e sapere come stai.
Federico scuote la testa e dopo avermi accarezzato il capo risponde :
– Non so cosa dire, non ho parole.
Mi alzo e dopo avergli dato un bacio sulle labbra rispondo.
– Non ce nulla da dire.

Mi allontano andando a recuperare i miei vestiti.
Federico mi aiuta a rivestirmi, lo fa con cura, sistemando ogni singolo particolare e riordinando i miei capelli.
– Sai dov’è finito il mio perizoma?
– No, pensavo fosse qui. Si sarà perso.
– Oppure se lo sarà tenuto qualcuno che non sei per forza tu. Vabbè tanto mi conoscete tutti in questa casa. Ora devo scendere per firmare le carte. Tu riposati e ricorda di non dare quel foglio a nessuno.
– Ok, si va bene.
Gli do un’altro bacio e scendo in sala dove so che mi aspetta Alberti.
Nel mentre che scendo le scale penso al fatto che senza perizoma sia meglio, perchè tanto vorrà sicuramente farsi ancora un giro d’addio nei miei buchi.

Arrivata in sala, ad attendermi oltre Alberti, c’è anche Davide.
Mi siedo al tavolo e inizio a discutere di lavoro con Alberti. Davide sta in disparte continuando però a fissarmi. La discussione e le mie spiegazioni proseguono a lungo, credo sia passata quasi un’ora quando finalmente posso estrarre i moduli per l’accettazione del contratto.
– Mi raccomando deve leggere ogni singola clausola prima di firmare e poi mi dovrà compilare questo questionario.
Gli consegno tutti i moduli e poi dopo aver incrociato le braccia mi metto in attesa.
Alberti sbuffa :
– Ok Pamela, ci vorrà ancora un bel po di tempo e comunque sia ora mi impegno a fare il prima possibile.
A questo punto Davide si alza, mi viene vicino e dopo avermi appoggiato una mano sulla spalla, si rivolge al padre :
– Ti spiace se me la monto mentre aspetta che firmi? Tanto adesso non ti serve.
– No Davide, fai pure.
Immaginavo che non fosse ancora finita. Non sto nemmeno a ribellarmi o a farmi desiderare.
Lascio che mi faccia alzare, piegare a 90 sul tavolo e lo lascio fare anche quando mi alza la gonna.
Una mano passa libera da impedimenti sulla figa e dopo avermi dato una pacca sul culo, Davide mi dice :
– Ora non portiamo più il perizoma? Ti abbiamo fatto diventare così troia?
– No, semplicemente l’ho perso, non si trova piu.
– Vabbè poco importa, meglio così. Un impedimento in meno.
Sento la zip che si apre, la fibbia della cinghia e poi i pantaloni cadere a terra.
In un’attimo il cazzo è piantato a fondo nella mia figa e parte subito all’attacco muovendosi come un pazzo.
– Davide! Cazzo, sto compilando sti fogli e mi stai muovendo il tavolo. Se vuoi scoparla, fallo, ma non sul tavolo.
– Ok, scusa Pà.
Mi fa alzare dal tavolo rimanendo piantato nella mia figa, mi trasporta con calma fino al muro della stanza e mi fa appoggiare ad esso, dopodichè riprende a pompare.
Le sue mani vagano per il mio corpo, passano sotto la camicetta e vanno a impossessarsi dei miei seni.Mi pompa a lungo e con una discreta violenza che mi sta eccitando.
Non ho però il tempo di godere che annuncia che sta per venire.
– Posso sborrarti dentro?
– No nella figa no.
– Allora inginocchiati e ingoia.
Eseguo, esce dalla mia figa e mi inginocchio prendendolo in bocca e iniziando a succhiare. Dopo qualche minuto viene e sono costretta a inghiottire come al solito, poi dopo averlo ripulito se ne va salutandomi frettolosamente.
Mi ricompongo alla meglio e guardando Alberti impegnato nella lettura, mi domando se vorrà scoparmi ancora.
– In questo foglio dove devo firmare di preciso?
Mi avvicino e piegatami  a 90 sul tavolo gli indico i punti in cui deve firmare e quelli invece in cui dovrò firmare io.
Vedo che ogni tanto il suo sguardo si allontana nella direzione del mio culo, faccio finta di non farci caso e lo aiuto a compilare il questionario.

Finalmente abbiamo concluso, ora mancano solo gli assegni.
– Ti spiace fare due passi? Vai a posare le tue cose in auto e intanto io prendo il blocchetto degli assegni nell’ufficio dall’altra parte del cortile.
L’ufficio da lui citato è una struttura a parte, l’immensa cascina è dalla parte destra del cortile, l’ufficio è a sinistra, costituito da una piccola casetta.
– Nessun problema, ci troviamo poi all’auto così che posso ritirare immediatamente gli assegni nel pacchetto delle pratiche e non rischio di perderli.
Usciti mi avvio all’auto, e una volta posati i documenti guardo il cielo. Inizia a scurirsi, ciò significa che il pomeriggio sta per concludere.
Dopo poco sento passi sulla ghiaia, è Alberti che sta tornando con due foglietti in mano.
– Ecco gli assegni. Come puoi vedere, uno è intestato a te, mentre l’altro alla tua ditta. Le cifre corrispondono e devo ammettere che tutti questi soldi te li sei guadagnati. Hai soddisfatto tutti noi in tutti i modi possibili.
Ritiro i due assegni nella borsa e chiudo la porta dell’auto, dopodichè lo fisso negli occhi per qualche secondo, poi guardando il cielo rispondo :
– Gli affari sono affari. Come ha detto lei.
– Già proprio così.
Le sue parole sono accompagnate da una mano che si posa sul mio seno.
Mi aspettavo che tornasse all’attacco.
– Prima che te ne vada voglio farmi ancora un giro, troia.
Così dicendo, dopo essersi posizionato davanti a me e aver intrufolato una mano sotto la gonna, va a impossessarsi della mia figa.
– Cosa desidera che faccia ?
Mi prende per un braccio, mi fa girare di schiena e mi sbatte contro l’auto. Subito dopo sento il suo cazzo attraverso i pantaloni, appoggiarsi nel solco delle mie natiche.
Mentre con una mano mi palpa il seno da sotto la camicetta, con l’altra alza la gonna da davanti e mi ficca due dita nella figa.
– Cosa desidero che tu faccia? Voglio che urli. Voglio sbatterti fino a farti urlare e voglio vederti venire come l’ultima volta. Come la puttana che sei.
Così dicendo spinge ulteriormente il cazzo tra le mie natiche facendomelo sentire nella sua interezza.
– Come desidera signore.
La mano sul seno viene tolta e non sento piu il contatto con il cazzo. Il rumore inconfondibile della zip e poi della fibbia della cintura. I pantaloni cadono a terra, la gonna mi viene alzata e sento subito dopo un’intruso appoggiarsi tra le mie gambe. I piedi di Alberti calciano i miei per farmi allargare le gambe, viene tolta anche la mano dalla mia figa, mentre un’altra si appoggia sulla mia schiena per farmi piegare.
Rimango aggrappata alla macchina e sento il cazzo puntare tra le labbra della figa.
– Urla puttana!
Le parole vengono accompagnate dal cazzo che sprofonda come un treno dentro di me, e io urlo, eccome se urlo.
Inizia subito una scopata folle, entra ed esce quasi completamente ogni volta. Intanto con le mani mi allarga le chiappe, pianta i pollici nel mio culo facendomi gridare ancora di più e poi cerca tirandoli in senso opposto di allargare il buco il piu possibile.
Mi trivella come un pazzo, ansimando come un’animale. Mi morde il collo e le spalle mentre io cerco di rimanere aggrappata alla macchina, respiro affannosamente e ogni tanto mi lamento per le spinte assurde che ricevo.
Ad un certo punto si ferma ed il cambio è rapido. In un baleno si è piantato nel mio culo, fino alla radice del cazzo facendomi urlare come una pazza. Non ha lasciato il tempo di adattarmi che è partito come un treno a pieno regime. Questa volta, per il dolore cerco di allontanarmi ma la macchina davanti a me ferma la corsa e sono costretta a subire i suoi affondi animaleschi.
Anche la mia auto è scossa dai colpi ricevuti nel culo, vedo il pupazzo attaccato allo specchietto retrovisore muoversi all’impazzata fino a quando Alberti si ferma, mi prende di peso e mi sbatte sul cofano.
Qui riaffonda in me, però nella figa e torna a trapanarmi selvaggiamente. Mi morde le tette, le strizza con le mani, me le schiaffeggia e mi morde le labbra.
Mentre continua a scoparmi si avvicina al mio orecchio :
– Troia, ti mancherà il mio cazzo. Quando vorrai, vieni a trovarmi. Appena ti vedrò, saprò per cosa sei venuta e ti monterò immediatamente. Il mio cazzo vuole solo poter sfondare la tua figa stretta.
Ansimo e non rispondo, perchè so che ha ragione.
Si ferma, esce da me e mi gira a pancia in giu. In un’attimo si è piantato nel mio culo facedomi urlare dinuovo, con l’altra mano intanto ha raggiunto la figa iniziando un ditalino frenetico.
Non smette un secondo di montarmi e io sento che sto per venire. Questa volta voglio dirglielo:
– Sto.. Sto per venire.
– Brava cagna. Vedi che lo ammetti anche tu. Il mio cazzo ti mancherà e ora vieni troia. Vieni!
Aumenta il ritmo e io vengo urlando.
– Aaaaaahhhh!!!! Siiiiiiiiiiii!!!!!!!
– Puttana ora ti lascio il ricordo..
Così dicendo, dopo aver aumentato il ritmo, si ferma e si scarica  nel mio culo.
– Stai ferma immobile. Non muovere un muscolo, arrivo subito.
Si stacca dal mio culo e corre verso casa.
L’aria mi rinfresca il culo e la figa doloranti, mi sento un pò esposta, chiunque potrebbe vedermi o peggio scoparmi. Ma che pensieri mi faccio.
Vedo in lontananza Alberti tornare di corsa con qualcosa in mano.
Quando arriva a distanza visibile, noto che ha in mano il vibratore gigante. Cosa vuole fare con quello???
– Bene eccomi stai ferma che voglio farti un regalo. Dovrai toglierlo solo quando sarai a casa tua.
Cosa??? 150 km con quel palo nel culo? ma siamo pazzi???
Un dolore immenso al culo mi distrae dai miei pensieri.
– AAAAAAHHH!!!! Cazzo che male!!!!!
– È finito, è entrato tutto. Ora inginocchiati che voglio il cazzo pulito.
Mi fa inginocchiare a fatica per colpa dell’intruso e gli ripulisco il cazzo.

Finalmente è finita. Mi rialzo e mi ricompongo, senza però poter togliere quell’affare dal culo.
Prima di lasciarmi andare, quando stavo per salire in macchina , mi ferma e dopo aver messo una mano sotto la gonna, va ad attivare il vibratore.

– Bene ora puoi andare. Spegnilo quando sarai a casa. Buon viaggio e grazie della visita. Torna presto che il mio cazzo ti aspetta.
– Arrivederci signor Alberti.

Chiudo la porta dell’auto e parto sgommando nella ghiaia.
Voglio tornare a casa il prima possibile per togliermi sto coso vibrante e farmi una doccia.

Non so per quale motivo ma tenni per tutto il viaggio quel coso acceso dentro di me, e quando crollai sul divano di casa, a fatica me lo tolsi dalle viscere.
Era tutto pieno di sperma, come il mio culo. Guardare sto coso impiastricciato nelle mie mani, mi impressionava per la sua grandezza, poi senza pensarci, apro la bocca, tiro fuori la lingua e faccio qualcosa di cui non so da dove mi sia uscita l’idea. Lecco. Lecco via tutto lo sperma dal vibratore, lo pulisco completamente e poi infilo le dita nel culo. Le estraggo piene di sperma e lecco anche quelle.
Sono diventata pazza??

In un’attimo ripercorro questi 3 giorni infernali, nel mentre una mia mano va in mezzo le gambe a stimolare il clitoride. Penso ad Alberti che mi trivella, a Angelo che mi fa urlare come una pazza, a Davide che mi scopa, ad Alfio che mi affonda in gola il cazzo e poi Federico.
Federico che mi ha aperto un’altra via, il mio culo. Federico che mi ha trattata male. Federico che mi ha trattata bene. Federico che mi leccava la figa. Federico che mi faceva venire con la sua lingua.

Chissà Federico come stà.

In un’attimo, vennì.

In un’attimo ero stanca, troppo stanca.

In un’attimo crollai nel sonno piu profondo.

Il giorno dopo mi svegliai che era pomeriggio inoltrato. Avevo dormito piu di 12 ore, ero ancora impiastricciata di sperma e mezza svestita avevo dormito sul divano di casa.
Ho fatto una doccia risanante, sono stata sotto l’acqua circa un’ora e poi ho cenato presto.
Poco dopo sono tornata a letto, intasata da mille pensieri.

Il giorno seguente la mia vita riprese il suo regolare corso e tutto andò bene per circa un mese. Quasi non pensavo piu a quei famosi 3 giorni, quando tornando a casa una sera, vidi qualcuno davanti al portone del mio condominio. Sembrava qualcuno di familiare, ma da così lontano non riuscivo a riconoscere chi fosse.

Una volta raggiunto, mi venne quasi un colpo al cuore.
– Federico!!!!
Stava praticamente dormendo in piedi.
– AH! Che… che spavento. Pamela! Ciao!!!
Lo abbraccio e gli do un bacio sulla guancia.
– Cosa fai qui?
– Sono venuto a trovarti. Subito credevo di aver sbagliato portone perchè non trovavo il tuo nome. Poi rileggendo il foglio che mi avevi scritto ho visto che parlavi di questo fatto e cercando le iniziali che mi hai detto, le ho poi trovate. È da circa 4 ore che sono qui davanti. Ho provato a suonare diverse volte, poi mi sono messo ad aspettarti.
– Che tesoro. Dai entriamo.
Tiro fuori il mazzo di chiavi e dopo aver aperto lo faccio entrare. Mi segue in silenzio. Una volta in ascensore gli domando come ha fatto a venire fino qui.
– Sono venuto con il treno e poi il pullman urbano. A papà ho detto che sono venuto a trovare amici e che mi ospitano loro per un po di giorni.
Faccio la finta tonta.
– E invece dove alloggerai?
– Eh non so.
Sorrido. Tanto starà qui con me. Non lo lascerò andar via per nessuna ragione.
Arrivati a casa lo faccio accomodare in sala e vado a posare le mie cose in camera da letto.
Oggi ho un paio di jeans, le scarpe da ginnastica e una canottiera.
Quando torno da lui si alza in piedi.
Mi avvicino a lui e faccio cenno con il dito davanti alla bocca di stare zitto.

Mi sfilo la canottiera, mi sfilo il reggiseno, mi tolgo le scarpe, mi sfilo i jeans.

– Il perizoma me lo toglierai tu con la lingua.

Non attendo risposta. Mi inginocchio davanti a lui e dopo avergli calato pantaloni e boxer trovo già il cazzo duro.
Gli do un bacio sulla cappella.

Autore Pubblicato il: 10 Febbraio 2012Categorie: Racconti di Dominazione0 Commenti

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