– Russia, San Pietroburgo. Inverno 1913 –
Grigorij Efimovič Rasputin si trovava
nella sua biblioteca personale nella reggia dello Zar Nicola II.
Leggeva una copia di “Faust Bojan” seduto su una comoda poltrona con le luci soffuse delle candele che adornavano l’ambiente il mistico di corte si immergeva in una lettura di personale piacere dopo l’ intensa giornata avvenuta.
Rasputin viveva il suo momento d’oro: era la celebrit’ del momento, l’unico che potesse curare il male del povero Aleksej, il figlio dello Zar. Inoltre la sua figura alta, con quella barba curata e fgli occhi magnetici potevano conquistare ogni tipo di nobile presente nell’Impero… E laddove il suo fascino non colpiva aveva la sua “arma segreta”…
Il bussare alla porta lo fece destare dai suoi pensieri. Chi poteva essere in quest’ora tarda? – Avanti – rispose calmo, lasciando che la porta s’aprisse. Scivol’ dentro la biblioteca una donna con il capo coperto, che fino all’ultimo si guard’ le spalle prima di chiudersi la porta e sopirando il sollievo di non essere stata vista. Per Rasputin era impossibile non riconoscere quella figura dalle vesti regali.
-Zarina Alessandra…- la chiam’ piano, chiudendo il libro e alzandosi in piedi – Cosa vi succede? Come mai siete sveglia a quest’ ora della notte? –
L’aria sconvolta della zarina Alessandra incroci’ lo sguardo penetrante dell’uomo davanti a lei. Trattenne il respiro alcuni istanti mentre si scopriva il capo e mostrava il suo meraviglioso crine scendere lungo le spalle, raccolto solamente in una morbida treccia. La donna indossa una vestaglia sfarzosa con i simboli dello zar, quindi dev’essersi svegliata durante la notte.
– Rasputin…- mormor’ mentre si strigeva lo scialle sulle spalle. Fuori l’inverno imperversava e l’unica cosa che scaldava era un caminetto che ormai stava per lasciare solo dei tizzoni ardenti. Il mistico notando il gesto dell’ imperatrice si mosse per nutrire il fuoco con alcuni ceppi di legno.
Restarono in silenzio, lei teneva lo sguardo fisso sul fuoco ma gli occhi scorrevano su qualcos’altro. Il suo peso nel cuore non riusciva a risalire e a formularsi in parole. Così Rasputin le indic’ il sof’ davanti alla poltrona e ella si sedette con movimenti meccanici, dovuti dalla tensione.
– Perdonatemi l’ora tarda, Rasputin – finalmente parl’, mentre anche il suo interlocutore prendeva posto nella poltrona – Siete sempre impegnato in questa reggia che chiede continuamente il vostro aiuto… Immagino avreste preferito un po’ di quiete questa notte. D’ altronde dopo quello – e si port’ una mano davanti alla bocca, irrigidendosi d’un tratto e volgendosi verso il basso a guardare le sue scarpe.
Rasputin chin’ il capo di lato e in cuor suo sorrise – Mia Signora, per me è un onore poter servire questo regno stando al Vostro servizio… Ma – ora accavallando le gambe e poggiando i gomiti sui braccioli – Cosa vi turba di quello che è successo? –
Ella si volt’ lentamente verso Rasputin, incrociando quello sguardo magnetico e ammaliante che conquistava chiunque in questo Regno di freddo. Sospir’ e si port’ pe mani in grembo – Ah Rasputin…! Questa sera io vi ho visto! – esclam’ quasi, liberandosi di quel peso che trovava insopportabile – Al ricevimento… Vi siete appartato con la moglie del boiaro Milonof! Sapevo che quella… Poco di buono vi faceva la corte, ma così sfacciata!…- esplose, e anche il suo colorito divenne rossastro dalla vergogna e dall’invidia.
Rasputin si lisci’ la lunga barba che gli arrivava al petto con la mancina, rimanendo composto nella sua posizione. Anche se fuori rimaneva un ineccepibile figuro, sentiva dentro di sé pulsare di divertimento e di…. perversione.
– Mia Signora… – continu’ con fare educato, cercando di non impedire alla donna di sfogarsi – Dunque vi siete accorta? Volevo essere più discreto. Ma quella donna aveva dei lombi talmente infuocati che… Per il cielo! Ho dovuto impegnarmi per placare il suo spirito, da quanto era indemoniata –
– Ho visto come vi guardava – replic’ lei – E… Come guardava il vostro…- e si ferm’, vergognandosi dell’impudicizia pensata.
– Mia Signora… L’avete visto anche Voi…? – domand’ vago Rasputin, muovendo il capo lentamente.
– Ebbene sì… Vi ho spiato! Quando voi due vi siete appartati nell’ anticamera io ero dietro la statua… E l’ho vista mentre s’inginocchiava davanti a voi –
– La dama voleva ringraziarmi e sollevarmi… Da qualche peso che mi porto dentro… – comment’ egli, facendo scivolare una sua mano sopra il proprio gembo. La zarina not’ immediatamente il gesto e sobbalz’ -Cos’altro avete visto, raccontatemi Mia Signora…- incit’ lui con voce roca
– Il vostro membro… Oh, come lo deglutiva quella donna! La sua bocca sembrava quella di una serpe, con quella lingua biforcuta che ghermiva il vostro membro come se fosse un ghiacciolo da dove potersi dissetare…-
-Invero quella donna me l’ha succhiato in un modo delizioso – aggiunse lui, fissando negli occhi la zarina e compiacendosi della donna torturata dal desiderio ma incatenata alle regole. Fin da quando l’ha vista ha riconosciuto quel carattere sottomesso, e si è sempre divertito nel torturarla facendole vedere come lui castigava le altre con il suo membro dalle dimensioni incredibili… Facendola morire ogni volta d’invidia e di gelosia. – Ha una bocca morbida… Vellutato pare il suo palato quando la mia cappella si è ingoiata più volte. Per un attimo ho pensato che volesse soffocare ma dalla saliva che le scendeva fin sotto il mento mi sembra si stesse solo preparando…-
– Ah Rasputin…! Che vilt’! Vedere come le spingevate la testa contro il membro assetato di libido!… E non ho visto solo quello…-
-Mia Signora!… Oggi mi avete colto in flagrante! Cos’altro avreste quindi visto?- e sogghign’. Veramente lui non sapeva di essere spiato?
– La vostra perversione, Rasputin… Quando l’avete sbattuta con la faccia contro il muro e infuocato le alzavate la gonna –
– Mmm che momento delicato. I suoi ansimi mentre mi implorava di castigarla senza piet’, di riempire la sua carne con la mia lunga… Calda verga…-
-L’ho sentita! Mi pareva una cagna. E quando poi ho visto per intero il vostro “impero”…- e ella si ferm’. Ansimava leggermente, mentre le mani si muovevano sfiorando i seni, a volte il grembo, a volte il suo segreto. Rasputin rest’ deliziato da quella donna che amava torturare nella psiche, facendole desiderare fino alla follia quel portento che ha in mezzo alle gambe. Incalz’, perché voleva vedere fin dove la donna si sarebbe portata
-Quindi mi avete visto il pene? Ah…. Che momento di imbarazzo… Ma mi onora sapere che i vostri occhi hanno visto il mio orgoglio… Sapete… Non c’è donna ancora che sia rimasta insoddisfatta. Ogni volta che vedo le vostre…. Vagine, il mio desiderio di profanarvi si fa assoluto. E mentre il vostro miele fuoriesce a ogni colpo che comando dentro quella dolce e delicata carne…. Mmmm… Sapete mia Signora.. Non so se è più paradisiaco sentire il mio membro entrare in questi stretti abbracci e dilaniarli a ogni colpo oppure… Il gemito incontrollato e disperato di voi donne che nulla potete fare, oltre che lasciarvi aggredire dal vero piacere…-
– ah…. Rasputin… Vedere quella donna piegata al vostro comando e sentirla gemere come una cagna… Implorandovi di non risparmiare un solo centimetro del vostro membro e di profanarla con tutto quello che è vostro… Che senso di sconforto che mi ha dato…-
Rasputin sorrise. La zarina era distrutta. Se avesse avuto l’ardire di intrufolare la mano sotto la su veste avrebbe scoperto un lago di desideri. E che gioia per lui poterla cavalcare come un purosangue…ma non poteva. Non ancora. S’alz’, prima di invitare la zarina a fare lo stesso – Mia cara, siete distrutta dagli eventi e la malattia di vostro figlio lede il vostro meraviglioso animo. Sono sicuro che dopo un sonno ristoratore tutto si muter’ in meglio – rassicur’, sorridendo falsamente alla zarina e chinandosi leggermente verso di lei. Poteva percepire quel lago di umori salire verso le narici come un profumo afrodisiaco. Quante volte ha sognato di poter leccare i segreti della zarina e di inginocchiarsi davanti allr sue gambe aperte come in confessionale. Ma questo ancora no. Prima lei deve essere ancora un po’ torturata.
La zarina incroci’ lo sguardo di Rasputin, in una domanda silenziosa sulla disperazione di chi vorrebbe essere desiderata come quelle donne, ma resta intoccata. – Avete ragione, Rasputin…. Forse è solo il mio inconscio che mi spinge a fare questi errori – e dopo essersi avvicinata mestamente alla porta, saluta il mistico e va a dormire.
Inconsapevole del fatto che anche su di lei, soprattutto su di lei, egli aveva mire perverse.