Incontinenti propositi

Al presente, in un baleno, riesamino rielaborando gradevolmente per diversi secondi vivamente ammaliata e totalmente avvinta, per di più calorosamente assorta e spregiudicatamente coinvolta, squadrando con estremo diletto e con grande soddisfazione la scena finale di Riccardo, che peraltro io adoro molto in quest’atteggiamento puro e vizioso, giacché a seguito del mio fantasioso pompino lui mi sborra in definitiva sulle tette, scaricandomi tutta la sua candida e densa speziata essenza.  

Di |2019-12-16T13:51:24+01:0028 Novembre 2019|Racconti sull'Autoerotismo|

Perversione e sfogo

In un freddo pomeriggio invernale di studio mi diletto con una delle mie più grandi perversioni a casa di un'amica: un paio di scarpe e delle murptandine lasciat incustodite e tutto cambia...vuoi vedere che anche i pomeriggi di studio possono poi diventare interessante e piacevoli?!

Di |2019-12-16T15:34:05+01:0031 Ottobre 2019|Racconti sull'Autoerotismo|

Irene, la collega (Ep. 3 – La pausa estiva).

Prosegue il racconto di me e Irene. Al termine delle nostre conversazioni piccanti arriva il momento di prendersi una pausa estiva e di dedicarsi ognuno alle proprie vacanze. Irene però ben presto si farà nuovamente viva rimarcando come la distanza non avrà influito minimamente sulla sua tremenda voglia di essere complice con me. 

Ogni nostra conversazione ci porta un passo più vicini ad essere una cosa sola..

Lussurioso ripensamento

Rammento ancora oggi, che da fanciulla mi tastavo sovente in maniera circospetta ma viziosa, perché senz’ispezionarmi per bene sollevavo la gonnella sapientemente impunturata, approdando in conclusione al cotone chiaro delle mie mutandine puerili e innocenti. Là di sotto, in prossimità di quell’ardente brulichio nascosto, e sotto quella foltissima lanugine nera di peli ammassati, che identificavo smascherando gradualmente la femmina matura che stava bisbigliandomi accortamente alle orecchie e al corpo i segreti indecenti e triviali della vita. Là in quella circostanza, infatti, captavo in modo netto un guizzare sovrastante, un vibrare incombente, peraltro non rinviabile al di sotto di quel tessuto chiaro. Eppure, a dire il vero, non mi spingevo più in là, perché avevo la cognizione d’essere come sulla soglia d’una grandezza incognita e inviolata, motivo per questo che non la oltrepassavo. 

Di |2019-12-16T14:12:07+01:0021 Settembre 2019|Racconti sull'Autoerotismo|
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