Lupi per Agnelli Capitolo II “Cera Una Volta”
Secondo Capitolo del Racconto "Cera Una Volta" Collana Lupi per Agnelli
Secondo Capitolo del Racconto "Cera Una Volta" Collana Lupi per Agnelli
un triangolo amoroso ricco di passione amore e odio ambientato nella Campagna Toscana nel periodo post bellico.
Al presente, in un baleno, riesamino rielaborando gradevolmente per diversi secondi vivamente ammaliata e totalmente avvinta, per di più calorosamente assorta e spregiudicatamente coinvolta, squadrando con estremo diletto e con grande soddisfazione la scena finale di Riccardo, che peraltro io adoro molto in quest’atteggiamento puro e vizioso, giacché a seguito del mio fantasioso pompino lui mi sborra in definitiva sulle tette, scaricandomi tutta la sua candida e densa speziata essenza.
Sono due le emozioni più antiche degli esseri umani: la paura e il desiderio sessuale.
Eros e Thanatos, chi vincerà?
In un freddo pomeriggio invernale di studio mi diletto con una delle mie più grandi perversioni a casa di un'amica: un paio di scarpe e delle murptandine lasciat incustodite e tutto cambia...vuoi vedere che anche i pomeriggi di studio possono poi diventare interessante e piacevoli?!
Credevo sinceramente che la pausa estiva potesse mettere fine a ciò che con Irene si stava andando a creare, ma proprio quando credevo che nel silenzio tutto si sarebbe spento, ecco che lei torna a farsi viva. Ecco che torna a sconvolgermi le giornate..
Svegliato nel cuore della notte per accompagnare la propria madre al pronto soccorso e poi scoprire che non era nulla di serio. Ma le sorprese erano ben altre.
Prosegue il racconto di me e Irene. Al termine delle nostre conversazioni piccanti arriva il momento di prendersi una pausa estiva e di dedicarsi ognuno alle proprie vacanze. Irene però ben presto si farà nuovamente viva rimarcando come la distanza non avrà influito minimamente sulla sua tremenda voglia di essere complice con me.
Ogni nostra conversazione ci porta un passo più vicini ad essere una cosa sola..
Rammento ancora oggi, che da fanciulla mi tastavo sovente in maniera circospetta ma viziosa, perché senz’ispezionarmi per bene sollevavo la gonnella sapientemente impunturata, approdando in conclusione al cotone chiaro delle mie mutandine puerili e innocenti. Là di sotto, in prossimità di quell’ardente brulichio nascosto, e sotto quella foltissima lanugine nera di peli ammassati, che identificavo smascherando gradualmente la femmina matura che stava bisbigliandomi accortamente alle orecchie e al corpo i segreti indecenti e triviali della vita. Là in quella circostanza, infatti, captavo in modo netto un guizzare sovrastante, un vibrare incombente, peraltro non rinviabile al di sotto di quel tessuto chiaro. Eppure, a dire il vero, non mi spingevo più in là, perché avevo la cognizione d’essere come sulla soglia d’una grandezza incognita e inviolata, motivo per questo che non la oltrepassavo.
la storia di come ho conosciuto una vera troia qui su milú