Leggi qui tutti i racconti erotici di: Pammy78

Giugno, 10 anni fa.

Pammy: – Allora, mi racconti cosa t’è capitato al lago?
Daniela: – Curiosona!
P.: – Sei tu che m’hai scritto “Non puoi capire cosa m’è successo!”
D.: – Lo so! Però sei curiosona lo stesso…
P.: – Son curiosa sì! Prima stuzzichi, poi fai la misteriosa!
D.: – Va bene, va bene! Ti racconto tutto!

***

La Signora del Lago.

Mi trovavo a casa di mia madre a Mandello del Lario – per molti semplicemente il lago di Como – per sistemare le sue cose qualche mese dopo che se ne andò a causa di un male incurabile. Per tutta quella settimana mio marito non c’era, ma a dire il vero erano ormai anni che non c’era. Perso dietro al lavoro e a chissà quali altre faccende di cui non volevo interessarmi e di cui, in tutta franchezza, poco m’importava.
Ogni mattina, prima di sbrigare le questioni burocratiche ed occuparmi di quanto lasciatomi da mamma (non potete immaginare cosa c’era in quella soffitta!), intorno alle 8 mi recavo a far colazione al solito bar dove andavo dai tempi in cui ero ragazza. Certo io ero cambiata, non solo anagraficamente, ma anche il bar era cambiato, più volte, di facciata, d’arredamento e di gestione. Sin dal primo giorno al tavolino accanto al mio vi ho trovato una coppia poco oltre la trentina, mai vista prima; scambiato un educato ‘buongiorno’ ci siamo persi nei fatti nostri e nelle rispettive colazioni: io a pianificare la giornata, lui a sfogliare la Gazzetta dello Sport, lei assorta in chissà quali pensieri.
Il giorno seguente stessa scena, unica differenza il fatto che lui mi lanciava sfuggevoli occhiate, come fanno di solito gli uomini per non farsi notare dalla ragazza/fidanzata/compagna/moglie di turno. Non ho potuto fare a meno di controllare i loro anulari constatando la presenza delle fedi, tra l’altro all’apparenza nuovissime. Ho pensato:
– Pensa te questo!! E avrò almeno 10 anni più di lui!
Il terzo giorno stessa situazione con un siparietto aggiuntivo: accortami di non avere le salviette stavo per alzarmi per andarle a prendere al bancone quando lui si alza tutto cortese e mi porge il porta-salviette presente sul loro tavolino. Stupita dalla sua reattività ho ringraziato pensando:
– Caspita! Più veloce della luce!!
Per i 2 giorni successivi stessi sguardi curiosi ed indagatori. Devo confessare che mi lasciavo guardare; anzi, a dirla tutta non avevo alcuna fretta di lasciare il bar prima di loro! Era davvero un bel ragazzo e mi sentivo non poco lusingata! Mio marito poi aveva smesso di guardarmi da un pezzo ormai!
Il sesto giorno, con mia malcelata sorpresa, lui non c’era. Lei sì. Con un cambiamento: non aveva più gli occhi nascosti dietro i suoi soliti enormi occhiali da sole. Ci siamo scambiate un cenno della testa, mi son seduta e’ be’, mi fissava!! Ero stupefatta! Mi aveva sempre ignorata ed ora non faceva che guardarmi! Giravo lo zucchero e pensavo:
– Questa poi! Lui non c’è e lei che fa? Mi fissa!! O ce l’ha con me? No, non sembra arrabbiata’ Ma perché continua a guardare di qua?!
– Posso?
Alzai gli occhi di scatto, era davanti a me col suo marocchino in una mano e la conchiglia alla crema nell’altra.
‘ Posso sedermi?
Probabilmente avevo un’espressione ebete, ci ho messo un po’ a tornare sulla Terra e rispondere:
– Certo! Si figuri! Anzi, mi fa compagnia!
– Grazie!
Si è accomodata e sorridendomi ha dato un primo morso alla pasta. Ho sorseggiato il mio cappuccino per tenermi impegnata.
– è andato in officina. Qualcosa a che fare col carburatore credo’
– Eh?
– Mio marito’ per questo oggi sono sola.
– Ah, ho capito! Mi scusi se ho la testa altrove. Sono giorni così’
– Preoccupazioni?
Uno sguardo al mio anulare.
– Anche.
– Succede, dicono’
– Sì, vero. Ma ultimamente è più per mia madre.
– Oh, non sta bene?
– Purtroppo non c’è più da qualche mese.
– Mi spiace’
– Succede anche questo…
Sorrise lievemente.
– Già…
– Quindi noie all’auto?
– Sì, che disdetta! Siamo in viaggio di nozze ‘ 2 giorni a Firenze, 2 a Venezia, ora qui ‘ e l’abbiamo noleggiata alla Hertz. E che ti capita? Ieri notte non partiva! Un’avventura! Meno male che è passato un signore e ci ha dato un passaggio, altrimenti eravamo ancora lì!
– Dai, avrete qualcosa di inedito da ricordare. Tra qualche anno ci riderete su.
– Sì, forse è così’
– Quindi freschi sposi’ di dove siete?
– Perugia.
– Mai stata. Dicono sia bella’
– Tanto! Le consiglio una visita appena può!
– Appena sistemo 2 cose magari ci penso su. Lo deve aspettare qui o è appiedata?
– Appiedata sinché non sistema le cose. E mi dia del tu: Antonella, piacere.
– Se smetti di darmi del lei, volentieri! Daniela, piacere mio.
Dopo una delicata stretta di mano le dissi:
– Allora, visto che sei senza autista, ti do un passaggio.
– Sul serio? Sei gentilissima!
Ci siamo alzate e le ho offerto la colazione, poi ci siamo dirette a piedi verso casa di mia madre dove avevo la Jazz. Salite sull’auto le chiesi:
– Dove ti porto?
– A parole non saprei dirti. Ti indico la strada man mano.
Dopo pochi minuti di viaggio le squillò il cellulare. Era il marito.
Scambiarono qualche frase e poi, rivolgendosi a me, disse:
– Ha sistemato tutto. Dice che l’auto aveva una mosca nel carburatore! Che roba!
– Una mosca?! Ahahah! E che ci faceva lì?!
– Ah non lo so! Mi ha detto che ci possiamo incontrare a mezza strada sul lungo lago.
– Va bene!
Pochi km ed eccolo lì sul ciglio della strada ad aspettarci accanto all’auto in noleggio.
Ho accostato e siamo scese.
– Matteo, ti presento Daniela. La riconosci?
– Sì! è la signora del bar! Piacere mio.
Con discrezione i suoi occhi mi squadrarono da capo a piedi. Pensai:
– Eccotelo lì!
Sorrisi tendendo la mano.
– Piacere di conoscerti! Allora, mosca curiosa?
– Troppo curiosa! C’è rimasta secca!! Ahahah!
Abbiamo scambiato 4 chiacchiere sul più e sul meno, poi lei:
– Senti Daniela, per caso dopo pranzo hai da fare? Volevamo girare un po’ qui. Sai, quei posti carini poco conosciuti dai turisti e non sapevo a chi chiedere. Ti andrebbe?
– Dopo pranzo? Avrei da finire di riordinare la soffitta di mia madre, ma una passeggiata mi fa piacere farla. Vi farò da guida!
– Grazie!!
– Aspettate!!
Lui ci fece un cenno con la mano, corse verso l’auto e tornò con la digitale.
– Foto!! Non puoi rifiutarti! Siamo in viaggio di nozze!!
Risi di gusto stando accanto a lei.
– Fatta!!
– Come fatta?! Non ci hai nemmeno avvisate!!
– Matteo! Fai sempre così!! Chissà come siamo uscite!! Fammi vedere!
– No, no! Siete uscite belle e spontanee, fidati!
Li ho lasciati lì dopo esserci accordati sul pomeriggio. Ero serena, improvvisamente serena. Mai mi sarei aspettata di sentirmi così tornando indietro. Ma poi che diavolo! Mi ci voleva proprio!

Ore dopo passai a prenderli alla villa dove stavano in affitto! Era bellissima e sicuramente un gran bel regalo di nozze ipotizzai. Li portai in giro lungo il lago, a vedere ville nascoste, boschi e bei panorami da immortalare per il loro album della luna di miele. Ridevano e giocavano tra di loro come solo 2 innamorati possono fare. Io ero felice, la loro gioia inevitabilmente si rifletteva su di me. Ci fermammo a prendere un gelato e goderci la brezza in quei primi giorni d’agosto altrove parecchio afosi.
A quel punto Antonella mi disse:
– Non sappiamo come ringraziarti. Sei stata deliziosa a portarci in giro e mostrarci posti fuori mano. Mi è piaciuto tutto, tantissimo!!
– Dai, è stato piacevole anche per me. La vostra vitalità è contagiosa e mi fa bene… poi consideralo come un piccolo regalo di nozze.
– Ma sei un tesoro!!
Si guardarono e senza indugi lei proseguì:
– Ti andrebbe di farci un altro regalo di nozze? Diciamo speciale…
Ero al buio ma curiosissima:
– Se posso, volentieri! Dimmi!
– Ti va di restare alla villa con noi quando ci riaccompagni?
Non ero sicura di aver capito bene. Era un velato invito? O ero io troppo maliziosa?
– No, non hai frainteso. E nel caso tu risponda di no lo capiremo, tranquilla.
– Sì…
Avevo risposto davvero?! Era la mia voce?! Li fissavo con la mente in subbuglio. Avevo accettato!! L’avevo fatto! Erano raggianti: lui visibilmente eccitato, lei praticamente brillava!
Non molto tempo dopo entravamo nella villa, ero in trance.
Lei mi teneva per mano e rivolta a Matteo disse:
– Ci avviamo su. Porta qualcosa da bere per la nostra Signora del Lago.
Lui sorrise e sparì oltre una porta mentre noi 2 salivamo le scale. Ci ritrovammo in una camera da letto pazzesca con un letto enorme, la portafinestra che dava direttamente sul lago.
Non so come sentii scivolarmi il vestito ai piedi. Antonella aveva abbassato la cerniera lungo la schiena senza che me ne accorgessi, poi sempre tenendomi per mano mi ha guidata verso il letto facendomi sedere sul bordo. Si è sfilata le scarpe prima di salire sul lettone e con le ginocchia si è piazzata dietro di me abbracciandomi e baciandomi sul collo senza indugi. Il mio corpo fremeva incredulo.
A quel punto arrivò Matteo, nudo, con una bottiglia di spumante visibilmente fredda e 3 flute. Stappò in pochi istanti, versò e si avvicinò al letto porgendo i bicchieri. Proposero un silenzioso brindisi: lui in piedi ornato della sua sola erezione, io seduta in un completo di lingerie nera e lei dietro di me sul letto. Vuotati i bicchieri percepii le mani di Antonella stringermi i seni dolcemente mentre all’orecchio mi sussurrava:
– Belli… lo fanno impazzire, sai? Dal primo giorno al bar ho visto che non fa che guardarteli.
Ho riso teneremente. Continuava a stringerli, poi:
– Avvicinati.
Matteo fece 2 passi avanti, lei con una mano piazzò il suo pene eretto sotto il passante del reggiseno stringendolo poi tra i seni. Lui gemette, io guardavo ad occhi sgranati.
– Glielo lasciamo fare?
Ero confusa, ma eccitata.
– Sì, ha il nostro permesso…
Ormai rispondevo senza nemmeno pensarci.
Lui cominciò a muovere i fianchi: avanti ed indietro, dal basso verso l’alto e ritorno.
Ad occhi socchiusi pensavo:
– Cielo! Mi sta scopando tra i seni davanti alla moglie!! Sta succedendo davvero!!
Antonella proseguiva nel massaggio tenendoli aderenti intorno al suo pene. Lui gemeva, sbuffava e in pochi minuti aveva assunto un ritmo sostenuto, alla ricerca vogliosa di un finale esplosivo. Poi all’improvviso:
– Non ce la facciò più!!
Lei scattò in avanti, lo spinse all’indietro sospirando “Mio!” e circondò la sua erezione tra le labbra. Esplose. Contrazioni visibilissime lo attraversarono in un orgasmo muto, abbondante, mentre lei se ne stava lì, incollata. Respiravo pesantemente con lei praticamente chinata addosso a me e lui che pian piano si rilassava.
Aspettò sino alla fine e lo pulì meticolosamente, poi crollarono: lei all’indietro sul letto e lui seduto sul pavimento. I miei occhi viaggiavano da un corpo all’altro esterrefatti, poi si posarono tra i miei seni umidi inviandomi una scossa lungo la schiena.
Percepivo le dita di Antonella trafficare alle mie spalle per slacciarmi il reggiseno, poi invitarmi con le mani a sdraiarmi sulla schiena. Si protese sulle mie cosce per sfilarmi le mutandine e dopo pochi attimi sentii il glande del marito strusciarmi contro le labbra umide. Lei lo guidava con la mano destra sinché:
– Entra, dai…
Un unico movimento e lo sentii affondare lentamente, tutto. Mi sfuggì un lieve gemito.
Lei si voltò, cominciò a spogliarsi gettando alla rinfusa i vestiti qua e là ed una volta nuda si mise a cavalcioni sul mio viso dando le spalle al marito.
Non mi feci pregare, mentre lui prendeva ritmo cominciai a baciarla, leccarla, assaggiarla via via con più foga. Persi la concezione del tempo, Antonella si agitava sopra il mio viso gemendo in continuazione. Lui cominciò ad ansimare rumorosamente preannunciando un altro orgasmo, ma la moglie lo anticipò contraendosi tutta dal piacere per poi collassare sulla mia bocca scossa dal piacere.
Il marito rapito dalla scena cedette di botto.
– Oddio! Vengo, vengo!!
Lei ci stupì ancora: come una gatta si girò di scatto, lo spinse fuori e lo prese nuovamente tra le labbra appena in tempo. Ero frastornata dalla furia animalesca con cui faceva suo l’orgasmo del marito. Lui tremava attraversato da scosse cariche di adrenalina. Poi all’improvviso si spensero, Antonella ancora distesa su di me, Matteo inginocchiato ai piedi del letto e con la fronte sul lenzuolo.
Dopo alcuni minuti lui si distese accanto a noi 2 mentre lei mi accarezzava le gambe lentamente.
Poi si mise a sedere sul mio ventre, agilmente si spostò di lato scavalcando anche Matteo e sdraiandosi accanto a lui. Socchiusi gli occhi eccitatissima e un po’ provata dal peso della donna, li riaprii colpita da un lieve gemito. Mi voltai e vidi Antonella, con la mano sinistra, che torturava dolcemente il pene del marito, nuovamente eretto. Pensai:
– Di nuovo?! Sa come prenderlo, non c’è dubbio!
Il gioco durò a lungo, lento ed inesorabile.
– Mi dai una mano?
– …?
Restai muta, presa in contropiede.
– Dai, vediamo se gode ancora.
Rise quasi diabolicamente. Sorrisi e raggiunsi la sua mano con la mia destra.
Lei andava su e giù mentre mi occupavo dei testicoli, incredibilmente gonfi e lisci.
All’improvviso lui quasi grugnì, lei scattò su e in men che non si dica era sopra di lui col pene di Matteo dentro. Prese un ritmo forsennato, lui si tese tutto ed ebbe un orgasmo violentissimo. Solo quando si calmò mi resi conto di avere la mano ancora lì, bagnata dagli umori di lei. La sfilai delicatamente mentre Antonella continuava a muovere lentamente il bacino contro di lui, poi si stese sul marito baciandolo con trasporto.
Dopo alcuni minuti lui scese dal letto ed andò a farsi una doccia, io mi sdraiai sul ventre e mi assopii. Quando riaprii gli occhi lui dormiva accanto a me, lei si asciugava appena uscita dalla doccia.
– Vuoi darti una rinfrescata?
– Sì, volentieri…
– Vieni…
Mi alzaii e la seguii in bagno.
– Eccoti l’asciugamano.
– Grazie…
Cominciai a lavarmi. Ci voleva. Ma ero tesa, il mio corpo reclamava un po’ di sollievo.
– Posso?
Mi voltai di scatto. Antonella.
La guardai incuriosita. Lei senza attendere risposta entrò e si mise in ginocchio.
Non ebbi nemmeno il tempo di chiudere l’acqua. La sua bocca mi mangiava, succhiava, giocava. Le mani attaccate ai mie glutei, l’acqua che cadeva sui suoi capelli. Sentii una contrazione nel mio ventre. Esplosi di pura lussuria. Tutto lo stress accumulato da mesi, forse anni… andava via, bevuto dolcemente da quella ragazza all’apparenza fragile e minuta ma con una carica erotica inesauribile.
Posai le mani tra i suoi capelli carezzandola. Si alzò e mi diede un bacio.
– Lo sai che non ti scorderò, vero?
Sorrisi senza crederle. Pensai:
– Chissà quante volte l’avrà fatto e detto…
Al momento di rivestirmi me la vidi davanti con le mie mutandine.
– Posso tenerle?
La guardai sorpresa, poi annuii dolcemente.
Mezzora dopo ero a casa di mia madre, seduta su una sdraio a dondolarmi compiaciuta.

***

Un anno dopo.
Mandello sul Lario.

– Buongiorno Gianni.
– Buongiorno signora. Il solito?
– Sì, grazie.
– Ah, è arrivata posta per lei.
– Per me? Qui?!
– Sì. Si vede non sapevano il suo indirizzo.
Mi tese un’ampia busta gialla imbottita.
Su un’angolo una scritta in stampatello diceva “PERSONALE”.
La busta era indirizzata alla “Sig.ra Daniela”.
La aprii una volta seduta al tavolino.
Conteneva 3 foto ed un profumatissimo tanga rosso.
La prima foto era stata scattata da Matteo sul ciglio della strada. Io ridevo, lei mi guardava sorridente. Una bella foto spontanea. Sul retro c’era scritto “La Signora del Lago”.
La seconda foto mi ritraeva distesa sul ventre. Nuda. Sul retro “Ora anche tu hai qualcosa di mio. Ti penserò spesso. Scrivimi! Antonella” E poco sotto un indirizzo e-mail. L’aveva scattata lei mentre lui era sotto la doccia. Sorrisi divertita.
La terza foto li ritraeva insieme mentre lei teneva in braccio una bambina di pochi mesi. “Lei si chiama Daniela.”

Autore Pubblicato il: 27 Settembre 2012Categorie: Racconti Erotici Lesbo, Trio0 Commenti

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