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Graziella l’esibizionista

“Ciao, hai da accendere una sigaretta?”
“No, non fumo, mi dispiace”
“Posso leggere questo giornale?”
“Si, prego”
Inizia così sulla spiaggia la mia storia con Graziella.
Ci si ritrovava tutti i giorni nello stesso posto e gli interessi erano comuni.
Qualche giorno prima di Ferragosto mi ha detto “Stasera esco con mia sorella Vanna. Ti va di venire con noi?”
Come potevo rifiutare un chiaro invito?”
Chi mi ha invitato era una bella fighetta alta circa 1.68, corporatura asciutta, seno stretto, tette sode e piccole, gambe sfilate e cosce ben tornite, fianchi stretti e glutei poco pronunciati. Il suo viso era lungo ed aveva capelli lunghi e neri. Avevo notato nel vederla arrivare in spiaggia che aveva movimenti agili e delicati; sembrava camminare sulle dita dei piedi.
Non avevo mai chiesto che mestiere facesse.
“Ciao. Ti presento mia sorella Vanna e il fidanzato Giovanni”
“Ti va di andare a cena in un ristorante sul mare? Noi ci siamo già stati e ci siamo trovati bene sia economicamente sia per la qualità” mi ha detto il fidanzato di Vanna
“Certo! Dove lasciamo la mia auto?” chiedo “Oppure andiamo con due macchine così ognuno dopo cena va dove vuole”
Pur avendo un’altra donna, che mi soddisfaceva sessualmente, provare anche con Graziella mi dava una carica in più. In fin dei conti l’altra mia Lei non voleva sentir parlare di presentazione in famiglia e tantomeno di matrimonio o convivenza.
Io ero economicamente indipendente ed ero pronto per mettere su famiglia.
La cena è stata ottima ed anche il vino che sulle donne ha fatto il suo effetto rendendole allegre e tra sorelle si scambiavano messaggi, piccole toccatine con la mano, occhiate che non erano sfuggite sia a me sia a Giovanni.
Al termine della cena una passeggiata sui bastioni del lungomare è stato il naturale completamento ed anche l’inizio di una sera speciale.
Vanna ha detto di voler tornare a casa “Si è fatto tardi, domani, anche se è domenica, ho da fare in casa. Quindi vi salutiamo. Giovanni mi riaccompagna con la sua auto”
Io e Graziella ci siamo ritrovati soli.
“Andiamo in un posto più riservato?”
“Sì, mi piacerebbe andare sulla scogliera”
Arrivati lì, seduti in modo che le gambe mie fossero a contatto con le sue, Graziella mi afferra il viso e mi bacia “Sai, ho voglia di te. Mi piaci”
La risposta è stata un altro bacio con la lingua affondata nella sua bocca sensualissima.
Il leggero chiarore delle luci lontane rendeva visibile il profilo del suo viso e del suo corpo.
Le sue gambe erano già sulle mie, lisce e con la pelle ben curata, nel toccarle ho constatato che i muscoli erano duri e asciutti.
“Mi spoglio un po’ ” mi ha detto.
Il togliersi il velo rosso che aveva messo sulle spalle per proteggersi dall’umidità marina, ha evidenziato i capezzoli lunghi e già duri sotto la sua camicetta leggera a fiori che portava.
Mi ha ripreso con le sue mani e si è avvicinata nuovamente a me spingendo il suo seno contro il mio torace facendomi sentire chiaramente la durezza dei suoi capezzoli appoggiati sulla mia leggera camicia estiva.
Il mio sesso era da tempo in allerta ed ora si è sollevato dentro i pantaloni.
Graziella ha appoggiato delicatamente una mano per testare l’evidente mia eccitazione “Che bello! Lo sento già eccitato. Toccami i capezzoli, ti stanno aspettando”
Non chiedevo di meglio.
Li ho presi tra le mie mani aprendo la sua camicetta trovandoli duri e molto lunghi. Sensazioni bellissime si sono impadronite di me e la voglia di succhiarli è stata la priorità del momento. Guardandoli mi sono reso conto della loro lunghezza non normale “Sono bellissimi e così duri!” ho sussurrato nel restare sorpreso per la lunghezza di almeno tre centimetri e per la loro forma molto appuntita.
Mi ha risposto “Si li ho fatti io così …… Debbo dirti è che a casa, da quando mi stavo preparando per uscire, ho pensato a questo momento e non vedevo l’ora che tu me li toccassi e aspettavo anche la tua meraviglia. Mi piace che i miei amori me li vedano. Sono una mia caratteristica. Accarezzali, non temere!”
Più li ho accarezzati e più si sono induriti. Lei ha sospirato ad ogni carezza e il suo ritmo ansimante è aumentato ad ogni mio passaggio.
“Guardami, ti piaccio così?”
“Moltissimo!” ho risposto “Non avevo mai visto capezzoli così lunghi e duri” e mentre parlavo li ho toccati ed ho indugiato sulla punta avendo visto che era la parte più sensibile.
“Apriti il pantalone. Voglio toccare le tue parti intime” mi fa lei e subito il mio sesso si è presentato eretto e ben turgido. Graziella lo ha accarezzato lentamente con delicatezza eccitandolo ancor di più la cui conseguenza è stata un aumento di volume.
“Ecco! È così che mi piace il sesso del maschio” mi ha detto.
“Baciami e succhiami i capezzoli. Così siamo pari. Anche a me piace che mi si tocchino” ho risposto.
Graziella mi ha aperto la camicia ed ha esaudito la mia richiesta.
Avvicinandosi ulteriormente, si ha sollevato la gonna, scostato il perizoma e si è masturbata.
“Vuoi che lo faccia io?” ho chiesto.
“No, preferisco che tu mi veda. Me lo farai dopo” e dopo pochi secondi ha ansimato e mugolato. La mano sua si è mossa veloce sul suo sesso e si è sentito chiaramente lo sciacquio dei suoi umori che colare dalla figa.
“Ti voglio dentro. Non resisto” sibila eroticamente.
Detto, fatto!
Il mio sesso ha trovato la sua figa larga, calda ed accogliente. Lei si è sollevata ed abbassata prendendolo fino alla radice. I suoi sospiri di piacere si sono sparsi nell’aria intorno a noi. Ogni tanto una sua mano ha lasciato il mio collo, a cui lei si era attaccata, per scendere a toccarsi il grilletto.
Io l’ho sostenuta affinché non perdesse l’equilibrio e non mettesse termine a quel momento speciale.
Mi ha fatto impazzire di piacere poiché mi ha fatto una sega con la figa che ho sentito calda e profonda. Ho spinto il cazzo dentro di lei fino alla bocca dell’utero dove è terminata la penetrazione.
La situazione mi ha molto arrapato anche perché ci vedeva accoppiati sessualmente e potenzialmente visibili da altre persone.
“Mi vuoi sempre dentro?” ho chiesto.
“Si, vienimi dentro. Voglio sentire il tuo seme caldo uscire dal tuo grosso cazzo che mi sta allargando e che mi fa colare come poche volte. Prendo la pillola così non resto gravida. Toccami il grilletto, vedi quanto è grosso e duro. Guardalo!”
Non ha finito di parlare che le ho spruzzato il mio sperma nella cavità accompagnando l’eruzione con un grugnito soffocato per non dare scandalo pubblico.
Lei ha continuato a muoversi e poco per un urlo non soffocato ho capito che anche per lei c’è stato un orgasmo senza preoccuparsi dell’urlo emesso. Chi lo avesse sentito avrebbe capito che una donna aveva goduto un piacere sessuale.
Dopo essersi ripresa ci siamo baciati nuovamente, poi lei si è levata il perizoma, si è riassettata e ci siamo avviati all’auto.
Durante il viaggio di ritorno Graziella ha aperto nuovamente la camicetta e si è toccata i capezzoli “Ti sono piaciuti?”
“Si. Mi hanno sorpreso. Non me li aspettavo così lunghi. Sono fantastici. Non mi stancherei mai di guardarli. Sanno di misterioso”
“Li ho allungati perché ho supposto che ti avrebbe fatto piacere sentirli così lunghi fra le dita. Ho immaginato che ti potessero piacere e così li ho allungati. Un altro giorno li gonfierò.
“Come fai? Sei una specialista di queste cose?” ho chiesto durante la guida.
“Inietto della soluzione salina che poi lentamente viene assorbita. Mi piace sentirmeli lunghi e mi eccita tanto toccarmi la punta. Mi fa colare tanto. Poi ai miei amori piace tantissimo ed io voglio che a voi piaccia vederli e toccarli”
“Come hai imparato a farteli così? Sei stata da un chirurgo plastico?”
“No, me lo ha insegnato un’amica ginecologa con la quale ho avuto un rapporto lesbico. A lei piacevano i capezzoli lunghi e grossi e così ogni volta che ci incontravamo me li faceva come li vedi ora. Pungerli con l’ago della siringa duole le prime volte ma poi ci fai l’abitudine e non senti più niente perché il sottile piacere di sapere che il risultato è di gradimento dell’amante, fa solo godere”
Il mio cazzo a quelle parole ha ripreso vigore.
“Vuoi veder la mia palestra?” mi ha chiesto Graziella.
“Certo! Andiamo!”
All’interno dell’ambiente ho visto vari spogliatoi e nella stanzetta della direzione una porta chiusa, l’ho aperta ed ho visto che era piccola ed arredata con gusto. In un mobile basso con sportelli di legno lei teneva conservati alcuni oggetti e delle bottigliette.
Gli oggetti erano dei dildo e dei vibratori. Le bottigliette erano di soluzione salina che utilizzava per il suo corpo.
“Ora ti mostro come si fa a gonfiare le parti del corpo”
Graziella si è rapidamente denudata mostrando un corpo snellissimo e molto tonico. Si è sollevata i capelli ricci raccogliendoli dietro la nuca diventando più sexy che mai. Avevo voglia di scoparla lì sul momento ma lei, come se niente fosse, ha preso una bottiglietta ed una siringa sterile e si è seduta su una poltroncina davanti ad uno specchio ed ha messo le gambe sui braccioli e si ha toccato le grandi labbra della figa. Poi ha aspirato con una siringa un po’ di soluzione, ha afferrato un labbro, lo ha punto leggermente e, tenendo l’ago infilato, si ha iniettato la soluzione lentamente.
Sono rimasto estasiato ed anche molto errapato, quella pratica sapeva di erotismo spinto.
Il labbro si è gonfiato, diventando turgido, poi ripeté l’operazione sull’altro.
Levato l’ago si è messa in piedi mostrandomi un effetto straordinario.
“Vedi! Sono diventata figona. Mi vuoi scopare? Così come sono ora ti darò molto piacere. Ti sembrerà un’altra figa, non la stessa che hai provato un’ora fa. Mi piace farmi vedere perché, sappilo, sono estremamente esibizionista e godo quando gli altri mi guardano e mi mangiano con gli occhi. Mi sembra di averli dentro in ogni mio buchetto!” mi ha detto felice girando su sé stessa per farsi vedere.
“Sapessi che è bello avere le labbra della figa gonfie. Le sento moltissimo quando cammino perché sfregano sulle cosce e stringono il grilletto facendomi un ditalino. Nei giorni prossimi ti capiterà di vedere che mi fermo improvvisamente. Ecco! Quello è il momento in cui avrò l’orgasmo. Lo faccio apposta. Ecco perché mi gonfio le labbra della figa d anche i capezzoli, hai capito?”
Graziella si è voltata ed ha offerto alla mia vista il suo culetto.
“ora scopami nella figa. Vedrai che piacere per tutti e due!”
Non l’ho fatta aspettare. Mi sono spogliato in un attimo, quasi strappandomi pantaloni, slip e camicia, e la l’ho chiavata senza ritegno fino a venirle dentro dandole una marea di sborra.
Le sensazioni che ho avuto sono state incredibili e ho ammesso che aveva ragione, le labbra della figa gonfie danno un altro senso alla scopata.
Nonostante fossi già stato svuotato, le sono venuto nuovamente dentro facendole colare sulla parte interna delle cosce i liquidi suoi mischiati ai miei.
Lei ha continuato a sditalinarsi davanti a me ed è venuta contorcendosi e gridando il suo piacere.

La sorella di Graziella

Anni fa, all’epoca ero felicemente fidanzato con Graziella. Lei con i suoi giochetti sessuali e modificando, anche temporaneamente alcune parti del suo corpo, mi ha letteralmente stregato.
Lei ha una sorella di 2 anni più piccola, Vanna, più bella della sorella e con un modo di fare sempre molto provocante, conscia del fatto che la sua bellezza aveva un forte effetto eccitante sugli uomini.
Non l’avevo mai stuzzicata ma a lei piaceva fare battute maligne di fronte alla sorella che non la sopportava e ne era infastidita. Perciò Graziella, quando eravamo insieme, le faceva capire che non era aria e che doveva smettere. Di solito in questi casi ci lasciava soli mettendo il broncio.
Un pomeriggio sono andato a casa di Graziella per aiutare il padre Amedeo in alcuni lavori. Sono arrivato puntuale come mi aveva chiesto ed essendo lavori da fare alla luce solare abbiamo iniziato subito a lavorare ed in meno di un’ora abbiamo finito.
Poiché mi ero impolverato ho avuto la necessità di farmi una doccia per ripulirmi di conseguenza in pochi minuti ho gatto capire che sarei tornato a casa mia. Stavo salutando quando Amedeo mi ha detto che ormai mi considerava di famiglia e che potevo farmi la doccia a casa loro senza dovermi trasferire a casa mia. Un paio di pantaloni ed una maglietta si sarebbe trovata in casa dato che la sua taglia era simile alla mia.
Mi ha anche detto che da lì a poco sarebbe uscito con Graziella per fare degli acquisti relativi al lavoro appena finito e che ci saremo rivisti a cena. Poiché erano le 16:30 avevo quasi quattro ore da passare a casa loro.
Mi sono fatto la doccia ed ho indossato i vestiti che mi aveva prestato Amedeo.
Uscendo dal bagno ho visto Vanna che indossare l’accappatoio e dirigersi verso la doccia utilizzata da me fino a pochi istanti prima.
Non so perché ma quella visione mi ha provocato una forte eccitazione ed i pantaloni un po’ aderenti non lo hanno nascosto affatto.
Vanna se n’è accorta e mi ha fatto un sorriso molto malizioso, senza dire una parola è entrata nel bagno chiudendo la porta.
Ho fatto un sospiro di sollievo, pensavo all’imbarazzo creato ed anche al fatto che lei era fidanzata e che io conoscevo il suo Lui.
Finalmente ripulito dalla polvere e cambiato di abito, mi sono seduto sul divano per vedere la TV. Inaspettatamente ad un tratto ho sentito una mano sulla mia spalla, mi sono voltato ed ho visto Vanna sorridermi.
Non credevo alla mia vista: lei era lì dietro di me con indosso reggiseno e tanga cosi trasparenti che sono riuscito a distinguere facilmente i suoi capezzoli e la folta chioma di peli sul suo pube.
Come potevo resistere! Quella visione mi ha eccitato in maniera incredibile ma sono riuscito a controbattere alla sua malizia con “Allora posso farti un massaggio? Te l’ho chiesto tante volte!” e lei, ascoltate queste parole, prendendomi per mano, mi ha condotto nella sua camera sdraiandosi sul letto divaricando leggermente le gambe.
Mi sono reso conto di essere molto arrapato ma anche indeciso.
La mia mente non ha fatto altro che dirmi “Vai via! Che cazzo stai facendo?” ma all’opposto il mio cazzo, sempre più duro, mi ha sollecitato “Non fare il fesso, scopati questa gran figa!”
Mi sono trovato molto indeciso sul da farsi ma la comparsa dei suoi peli fuori dal tanga, proprio sopra l’inguine, ha fatto cadere le ultime resistenze.
Mi sono spogliato dicendole che facendogli il massaggio avrei sudato molto.
Lei mi ha guardato e sorriso in quel particolare modo caratteristico delle donne.
Salgo sul letto e mi metto sul suo sedere per farle sentire tutta la mia eccitazione anche fisicamente.
Le sgancio il reggiseno dicendole “Sai è necessario perché possa farti bene il massaggio”
Ovviamente non fa difficoltà ad ubbidire. Vanna si solleva un pochino e mi consente di poter sganciare e sfilare il reggiseno che poi lancio sul letto.
Inizio a spargere sulla schiena la crema per massaggi che trovo già pronta sul comodino. La crema fredda e le fa venire un brivido. Inizio a massaggiarle le spalle come ho fatto tante volte a Graziella, poi scendo e risalgo lungo la schiena con movimenti lenti del palmo delle mani.
Sento che le piace e che si sta rilassando.
Ogni volta che scendo all’altezza delle reni sposto sempre un po’ più giù il tanga giustificandomi con “Sai così il massaggio viene meglio!”
Vanna si volta e mi sorride ad occhi chiusi.
Scendo dal suo sedere e dal letto portando via con me il perizoma che si è lasciata sfilare senza opporre resistenza, anzi si era sollevata di quel tantino che ha facilitato l’operazione.
Ora posso ammirare in tutto il suo splendore la sua fighettina.
Mi levo anch’io lo slip e siamo completamente nudi tutti e due.
Il primo istinto è stato quello di andare a leccarle la figa, invece mi sono seduto sul bordo del letto tra le sue gambe volgendogli le spalle.
Per un attimo lei è rimasta immobile per capire cosa facessi, forse lei pensava che dessi sfogo ad una delle mie voglie.
Le prendo un piede tra le mani, mi volto. Lei contraccambia il sorriso stendendosi sul letto a godersi il lavoro delle mie mani.
Le spalmo la crema e la accarezzo dai piedi fino alle cosce andando poi con le mani dall’esterno delle cosce fino ai glutei e poi riscendendo dalla parte interna dell’inguine.
Non risparmio uno sfioramento del clito. I movimenti fanno sì che apra e chiuda le sue parti intime.
Nel toccarla ritorno sui glutei, ma questa volta faccio in modo che la punta del cazzo tocchi la sua figa e mi accorgo che lei reagisce come se avesse avuto una scarica elettrica, ma faccio finta di niente e proseguo a massaggiarle le spalle, la schiena e contemporaneamente le faccio sentire il mio movimento sulla sua fighetta dove il mio cazzo turgido ha trovato alloggio, nonostante il pelo che ricopre l’esterno, ad ogni passaggio sento aumentare la sua voglia.
Vanna allarga leggermente le gambe e vedo le prime gocce dei suoi umori uscire.
Penso che questo faciliterà l’operazione della prima penetrazione.
Le faccio sentire il cazzo tra le grandi labbra e lentamente le apro anche quelle interne.
Vanna mugugna di piacere ed io continuo l’opera di apertura.
Entro lentamente nella sua figa. La sento calda e bagnata. Lei sospira più velocemente. È eccitata. Entro ancora di più godendomi l’apertura e la prima introduzione nell’intimità della mia cognatina.
Mi muovo in lei che ad occhi chiusi lei si gode la mia asta. La sento calda e ben lubrificata dagli umori vaginali.
Dopo ogni passaggio la sento sempre più bagnata tanto che il mio cazzo si muove veloce dentro e fuori.
La faccio voltare e l’aiuto in questa operazione senza far uscire il cazzo dalla figa.
Mi fermo con le mani e avvicino il mio viso al suo.
È bellissima.
La bacio vicino all’orecchio, lo mordicchio, scendo fino alle labbra, le sfioro, lei non si oppone e ci baciamo.
Le labbra si aprono e le nostre lingue si cercano, si toccano e giocano all’esterno per poi entrare ed intrecciarsi.
Sento che si muove con me dentro. Perché è molto eccitata ed ha una gran voglia di essere scopata.
Mi allontano dalla sua bocca, scendo sul collo, lo bacio e lo mordo.
Dai gemiti e sussurri, dalle parole incomprensibili che sono dei solo dei suoni, capisco che le piace.
La sento fremere e sento il piacere che è dentro di lei. Scendo ancora più giù continuando a baciarla sui fianchi. Esco da lei. Le sollevo il bacino prendendo con le mani i glutei. Le mordicchio il sedere.
Vanna allarga le gambe ancor di più e io metto la testa in quel posto che mi piace tanto. Bacio e mordo l’interno delle sue cosce e l’inguine, perfettamente. La bacio tra il sedere e la figa. La mia lingua s**tta fuori automaticamente per leccarle in contemporanea i due buchi.
Mi piace il suo sapore in bocca e con la lingua vado a cercare il suo clito che trovo duro e sensibilissimo.
Ogni toccata con la lingua è uno spasmo di piacere e goduria, ad ogni passaggio della mia lingua sento in lei aumentare il piacere.
Poi la mia attenzione è solo per la sua figa e, come se mi leggesse nel pensiero, si gira velocemente e facendomi l’occhiolino mi dice “così è più comodo, no?”
Mi tuffo in mezzo a quella foresta rada, la bacio e mordo con avidità e cupidigia. Scendo con la lingua lungo l’inguine e riprendo a leccarla, dal basso verso l’alto bagnandola tutta.
Con la lingua ritorno a cercare il suo clitoride che trovo duro e lei aspetta solamente che la mia lingua vada a dargli piacere. Lo prendo tra le labbra, lo faccio entrare e uscire come se le facessi un pompino.
Gioco con la lingua, prima girandoci intorno e lei apprezza tanto che con la sua mano spinge la mia testa verso la figa affinché non la lasci e io prosegua a darle quel piacere che la sta scuotendo dentro.
Con le mani le accarezzo le tette e gioco con i suoi capezzoli duri.
Vado con la mano verso la sua bocca. Le sfioro le labbra con il dito medio, poi senza forzare troppo, entro nella sua bocca e lei le succhia e le lecca come fosse un cazzo.
Con un dito è ben lubrificato dalla sua saliva ne approfitto per scendere fino alla figa per metterlo dentro dolcemente.
È molto bagnata ed ha una produzione notevole di umori, ciò facilita il mio ingresso in lei senza fatica.
Ora sì che la sento impazzire di goduria e libidine!
La mia lingua incessantemente continua a leccare il clitoride e il mio dito allo stesso tempo entra ed esce dalla figa.
Vanna è in paradiso. Si contorce dal piacere, la vedo inarcare la schiena ad indicazione che tra poco verrà.
Levo il dito e con la mia lingua la lecco tutta dal basso all’alto.
Vanna ormai è un fiume in piena. La sua mano mi spinge sempre di più verso il suo ventre che si solleva e si abbassa come se la stessi chiavando con un cazzo.
Io mi trovo schiacciato quasi soffocato, ma impazzisco sentirla cosi.
Continuo a leccarla fino a che un’onda invade la mia bocca. È venuta!
Sento allentarsi la morsa della sua mano che rilascia la mia testa e il bacino che si abbassa.
Risalgo il corpo e la bacio, passando per le tette ed i capezzoli ancora duri per finire sulla sua bocca
Il bacio sembra non aver fine.
Passato l’effetto dell’orgasmo, le mani di Vanna corrono verso il basso prendendo il mio cazzo puntandolo sulla sua figa ancora grondante.
Mi morde l’orecchio e mi sussurra “Allora non hai voglia di far l’amore con me?”
Mi attira a sé per farsi chiavare e non ho difficoltà ad entrare in quella figa calda ed accogliente.
Iniziamo ad amarci, all’inizio piano con movimenti lenti.
Nel frattempo le nostre lingue sono tornate a giocare tra loro. I nostri movimenti, con il crescere della libidine, diventano frenetici e sempre più veloci. Le nostre mani che si cercano e si uniscono come le nostre bocche. Mi sembra di impazzire dal piacere.
Anche se è venuta da poco, sento in Vanna crescere nuovamente l’onda del piacere.
Mi muovo sempre più velocemente fuori e dentro in una montata furiosa.
Non resisto più e esplodo tutto il mio piacere dentro di lei riempiendole la figa di sborra calda e densa.
Non so quanto sia durato, so che mi sono ritrovato al suo fianco l’uno vicino all’altra felici, soddisfatti con la sua testa appoggiata su di me.
Restiamo in silenzio perché le parole non servono e ci godiamo i minuti dopo il nostro magnifico accoppiamento.
Ci scambiamo altri baci e poi continuiamo a giocare con i nostri corpi.
Siamo consci che abbiamo abbattuto una barriera e che non sappiamo dove quali risvolti avrà.

Autore Pubblicato il: 5 Febbraio 2022Categorie: Racconti Erotici Etero0 Commenti

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