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Giampiero era contento, finalmente, dopo tanti anni, era riuscito a sfuggire dalle grinfie di Teresa, sua moglie, la scusa era un corso sui tumori epatici all’Ospedale Mauriziano cui Giampiero, chirurgo, non poteva mancare, mentre Teresa, dermatologa, non era riuscita a disimpegnarsi dal lavoro e poi c’era Licia, la loro figlia più piccola, alla vigilia della maturità.
Giampiero non aveva grilli particolari per la testa, voleva solo godersi un po’ Torino senza l’assillo della moglie, andare in giro, andare in qualche localino notturno a vedere un po’ di strip tease o di lap dance senza che ci fosse qualcuna che gli dava del porco e poi non gliela dava, erano ormai mesi che avevano scopato l’ ultima volta, una scopata anonima, scopare una bambola di gomma avrebbe dato più gusto, sarebbe andato, tanto per non cambiare, a seghe, però seghe gustose e non fatte di soppiatto, come un ladro di sesso.
Giampiero prese posto in albergo, la stanza era bella ampia, un bel televisore cui poter attaccare il suo PC e poter vedere qualche filmino in santa pace, nulla di eccezionale, poi scese nella hall, il programma sociale del corso prevedeva, oltre alle colazioni di lavoro, solo un piccolo rinfresco dopo la seduta inaugurale ed una cena sociale la seconda sera delle cinque giornate del corso, niente cene o riunioni di gruppi di lavoro.
Vicino alla reception c’era una rastrelliera con la pubblicità di diversi locali, Giampiero ne notò uno, era di un ristorante con spettacolo di spogliarello, una cosa intrigante, si rese conto che il locale era a circa una mezz’ora a piedi dall’ albergo, sarebbe stata anche una bella passeggiata serale per il centro di Torino, prenotò un tavolo per le nove e mezza, avrebbe passata una bella serata, avrebbe chiamata Teresa prima dicendo che andava a cena e poi a dormire.
Aveva appena finito di telefonare al ristorante quando si sentì chiamare da una voce argentina
‘Ehi Giampy, anche tu qui, come stai?’
Era Elena una collega, radiologa interventista, sua compagna di corso all’università con la quale aveva avuto una storiella prima di legarsi a Teresa
‘Ciao Elena, io bene e tu? E Filippo?’
‘Non è potuto venire, poi a lui i tumori epatici non interessano’
‘Già, è vero,lui è oculista e anche Teresa non era interessata’
‘Quindi sei solo, strano che Teresa ti abbia mollato, è sempre attaccata a te come una patella’
‘Non poteva lasciare la clinica e poi Licia è sotto maturità’
‘OK, che dici? Ceniamo insieme questa sera? Così facciamo quattro chiacchiere, ricordando i vecchi tempi!’
A Giampiero si gelò il sangue, come la metteva con la prenotazione, con Elena aveva avuto una storiella,sì, ma una cosetta superficiale, solo un po’ di petting, qualche bacetto, niente sesso, che avrebbe pensato della sua prenotazione che non aveva proprio voglia di disdire, tentò di schernirsi
‘Elena, non so, devo vedere’, fammi pensare”
‘Non balbettare, ho capito che avevi altri progetti, hai una femmina da scopare in assenza di Teresa!!’
‘No, no, assolutamente no, è che”
‘è che’? Tira fuori il rospo!!’
‘è che ho prenotato già in un ristorante un po’ particolare”
‘E con questo? Non c’è posto per me?’
‘è che è un ristorante con spettacolo di spogliarello, non so se la cosa ti può disturbare”
‘Assolutamente no, per chi mi hai presa, per una bigotta moralista? Mi godrò anche io le donnine nude, chissà se fanno anche spogliarello maschile, non mi dispiacerebbe vedere qualche stallone’
‘Allora dopo il cocktail ci mettiamo più in libertà ed andiamo al ristorante, è una mezzoretta di passeggiata a piedi, ti va?’
‘Certamente, ora andiamo all’ inaugurazione, dai saltiamo la navetta ed andiamo a piedi’
Elena prese sottobraccio Giampiero e si avviarono verso il Mauriziano.
La conferenza inaugurale fu particolarmente pallosa ed anche il rinfresco non fu particolarmente gradevole, Elena e Giampiero, in particolare pregustavano una serata più stimolante e non vedevano l’ ora di dileguarsi.
Rientrarono rapidamente in albergo per togliersi gli abiti da lavoro ed indossare qualcosa di più comodo, salendo si accorsero di essere dirimpettai di stanza, Giampiero mise un pantalone di lino blu ed una camicia celeste che lasciò ampiamente aperta sul torace, Elena una gonnellina rosa, a pieghe, corta 3-4 dita sopra il ginocchio, che metteva ben in evidenza la rotondità del sedere ed oscillava ad ogni passo, ed una polo dello stesso colore, da cui traspariva la sporgenza dei capezzoli, segno che non aveva indossato il reggipetto
‘Elena, sei splendida, nessuno ti darebbe cinquant’anni!!’
‘Prego quarantotto, non mi invecchiare, e non sono ancora in menopausa!!’
prima di uscire ognuno telefonò al rispettivo coniuge dicendo che andava a cena col collega, tralasciando però di accennare che questi era solo e lasciando sottintendere che era accompagnato, e che nel locale il cellulare non prendeva, quindi, spenti i telefoni si avviarono.
Dopo una breve passeggiata, fatta sottobraccio come due fidanzatini giunsero al locale, li accolse una ragazza che faceva da maitre, vestita, si fa per dire, con uno sparato bianco, fissato al collo da un papillon nero, che scendeva tra le mammelle nude ed un grembiulino nero a filo di fica che, essendo aperto dietro, mostrò, quando questa si girò per condurli al tavolo, che non indossava mutande
‘Che dici Giampy, come inizio non sembra male’
‘Proprio no!’
Il locale era costituito da una grande sala, con i tavoli disposti a semicerchio intorno ad un piccolo palcoscenico ed indovati in piccoli separè che non erano però isolanti, molti tavoli erano occupati da uomini singoli o in piccoli gruppi, alcuni da coppie in cui la femmina, soprattutto in due casi aveva tutte le caratteristiche della escort, infine in un tavolo un po’ defilato vi era una coppia di donne .
Sistematisi venne una cameriera, con la stessa mise, a portare la carta del menu, Giampiero, se fosse stato solo avrebbe allungato volentieri una mano, ma non ne ebbe il coraggio, lo fece invece Elena che tastò il culo della ragazza e poi fece scivolare due dita fino alla fica, senza che questa si scomponesse, poi se le portò al naso e quindi le fece annusare a Giampiero
‘Troppo profumata, sa troppo di detergente intimo, avrei preferito qualcosa di più nat’r, io la mia la sciacquetto poco, a Filippo piacciono i miei feromoni, dai si vede che crepi dalla voglia, quando torna allunga una mano’
La cameriera tornò per prendere l’ ordinazione e Giampiero si fece più intraprendente, le accarezzò il culo e le infilò un dito nella fica, le succhiò anche un capezzolo, cosa che fece rabbrividire un po’ la ragazza, Elena aveva ragione la fica sapeva troppo di sapone, provò anche a saggiare il buco del culo, ma anche questo era fresco di bidet, certo, in un ristorante l’ igiene è fondamentale, ma’
Ordinarono un menù a base di pesce che la ragazza assicurò essere freschissimo: un carpaccio di polpo per antipasto, delle pennette nere di seppia con salmone e vodka, una spigola al sale, il tutto annaffiato da un buon vino bianco fresco, che scese tanto facilmente che ne ordinarono una seconda bottiglia ed anche questa scese con facilità, Elena non era astemia, ma neanche una grande bevitrice ed il vino le diede un senso di euforia, rideva facilmente, fece anche qualche battuta un po’ sconcia, si abbracciò a Giampiero ed allungò la mano al cavallo dei calzoni per sentire la consistenza del cazzo che si era fatto duro durante lo spettacolo.
Lo spettacolo di strip non era un gran che, ma era sempre eccitante: delle ragazze si spogliavano lentamente, si aggiravano tra il pubblico, nude, vestite solo da una giarrettiera, dove gli spettatori infilavano delle banconote, all’ uso americano, naturalmente prediligevano i tavoli con soli uomini che avrebbero potuto prolungare la serata nei privè, un paio mimarono dei rapporti sessuali, verso la fine della serata un uomo, preso da un tavolo dove erano in tre, fu trascinato sul palco e spogliato quasi interamente con le donne presenti che gridavano
‘NUDO!! NUDO!! NUDO!!’
Elena era tra le più scalmanate, forse anche per l’effetto del vino, voleva uno strip maschile, ma dovette accontentarsi solo della fugace fuoriuscita del cazzo eretto dalla patta dei boxer nella quale fu subito ricacciato.
La cena ed il relativo spettacolo finirono e le ragazze trascinarono gli uomini disponibili nei privè, Elena e Giampiero presero invece la via dell’ albergo.
Elena era allegrotta, barcollava un pochino e si appoggiava a Giampiero
‘Giampy, non sei cambiato, anzi, Teresa ti ha inibito di più, quando eravamo ragazzi per toccarmi le tette ci hai messo un sacco di tempo, questa sera non mi hai sfiorata e per fati toccare quelle zoccolette ti ho dovuto forzare la mano, ahi, ahi’, eppure mi sei sempre piaciuto ”
Elena continuava a parlare ed intanto aveva allungato la mano a tastare il pacco di Giampiero
‘Però, non sei insensibile, hai il cazzo ben duro, te lo tirerei fuori qui per la strada, mah’, aspettiamo di essere in albergo ‘ Ho la fica tutta un lago, ho una voglia matta di cazzo, mi è sempre mancato il tuo cazzo, l’ho sempre sognato, non che quello di Filippo mi dispiaccia, ma mi è rimasta la voglia repressa del tuo ”
Avevano percorso quasi metà della strada che li separava dall’ albergo quando Elena si fermò
‘Devo pisciare, il vino mi ha dato un po’ alla testa, ma anche ai reni, mi scappa da morire, qui’, la faccio qui ”
Era in una zona poco illuminata, si appoggiò ad una macchina, aprì le cosce e lasciò partire una violenta pisciata che si infranse rumorosamente sul selciato
‘Te la stai facendo addosso ”
‘No, non me la sto facendo addosso, al massimo me la sto facendo sotto, sei tanto timido che non ti sei nemmeno accorto che non ho messo le mutande ”
Così dicendo sollevò la gonna mostrando il culo nudo
‘Scommetto che devi pisciare anche tu, tira fuori il pisello, anzi te lo tiro fuori io !!!’
Elena si girò restando sempre a cosce aperte, sollevò la gonna per vedere la fica che continuava a rilasciare un sottile rivolo di urina, poi allungò le mani ed aprì la cerniera dei calzoni di Giampiero
‘Vieni bimbo bello, la mamma ti fa fare la pipì, dai falla tutta, mischia il tuo piscio al mio ”
Giampiero si lasciò andare, in effetti scappava molto anche a lui, ma aveva il cazzo troppo rizzato per riuscire a pisciare per terra ed il suo getto raggiunse la gonna di Elena
‘Ehi, mi stai bagnando tutta, ma va bene così, mi piace, è bella calda, dai pisciami sulla fica ”
Sollevò la gonna mostrando la fica con le labbra depilate, sormontata da un ciuffetto di peli
‘Bagnami, che mi piace, ma aspetto sempre la tua sborra!!!’
Dopo un po’ anche il flusso di Giampiero si esaurì e ripose il pisello nelle mutande, Elena tentò, spremendosi, di svuotarsi del tutto, ma rimediò solo un peto
‘Beh, andiamo, la serata è ancora lunga e la mia bocca di sotto c’ha fame!!’
Entrarono in albergo dove il portiere di notte si accorse della gonna bagnata, ma pensò ad un bicchiere rovesciatosi al ristorante, mai avrebbe pensato che due seri professionisti avessero pisciato per la strada
Giunti al piano Elena si infilò nella stanza di Giampiero
‘Meglio qui, così non corri il rischio che si dica che ti sei infilato nella mia stanza per violentarmi’
Aprì rapidamente la cerniera dei calzoni poi li sfilò insieme alle mutande, dando respiro al cazzo che premeva per uscire, si tolse la gonna e la camicia, quindi anche quella di Giampiero che era rimasto quasi immobile, frastornato dalla frenesia di Elena, quando furono entrambi nudi Elena si sedette sul bordo del letto, prese l’uccello di Giampiero e lo mise in bocca.
Lo pompò, dapprima lentamente, leccandolo, scappellandolo con una mano, mente l’altra andava a massaggiare la fica, poi sempre più velocemente, menandolo con la mano, quando lo sentì maturo si alzò di scatto e si girò appoggiando le mani sul letto e mettendo in mostra il culo e lo spacco della fregna
‘Mettimelo dentro da dietro, nella fica, non in culo, quello un’altra volta, voglio sentire il tuo cazzo sbattere contro la mia vescica, contro il punto G, dai sbattimi, fottimi per bene!!!’
Giampiero si era infoiato, la penetrò quasi con violenza, poi cominciò a chiavarla con foga, mente con una mano le pastrugnava le zinne e con l’altra massaggiava il clitoride, Elena sentiva montarle qualcosa che dalla fica si irradiava al cervello e lo annebbiava, poi, quando Giampiero si irrigidì nello spasmo dell’orgasmo e la sborra colpì l’utero facendolo contrarre, si agitò tutta mugolando, poi si abbatté con il corpo sul letto, aveva voglia di pisciare, ma il cazzo di lui dentro la sua fica la tappava, poi quando, ammosciatosi, l’uccello si sfilò cadde con le ginocchia per terra e si lasciò andare formando una pozza nella quale scolò lentamente dalla vagina il seme maschile; poi si riprese, afferrò i suoi vestiti e aprì la porta, sbirciò che non ci fosse nessuno nel corridoio, si erano fatte le due, e si fiondò nuda nella sua camera sussurrando
‘A domani , e non pensare che sia finita qui!!!’
Lasciando sempre più frastornato il povero Giampiero cui toccò, prima di andare a letto, di asciugare alla meglio, con il tappeto del bagno, la pisciata postorgasmica.

Autore Pubblicato il: 21 Ottobre 2013Categorie: Erotici Racconti, Racconti Erotici Etero0 Commenti

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