Leggi qui tutti i racconti erotici di: scarlatto

Come aiutare un caro amico

(Capitolo 3 dei ricordi descritti ne ‘Le relazioni affettive’ dove vengono riportati alcuni dei profondi, intensi ed appassionati rapporti d’amore intercorsi tra madre e figlio
nel corso di oltre un decennio)

Una mattina, dopo aver scopato più volte durante la notte, al risveglio chiesi a mia madre:
– Mamma dovresti farmi un gran favore.
– Dimmi amore mio, sai che esaudirò sempre le tue richieste. Di che si tratta?
– Si tratta del mio caro amico di banco che tu ben conosci per esser venuto tante volte a casa a studiare. Mi ha confessato che ha un problema simile a quello che avevo io tempo fa. Non riesce a scappellarsi completamente il pene. Sapendo che tu sei brava in queste operazioni (gli ho raccontato come hai risolto l’analogo mio problema e come mi hai insegnato a far l’amore) mi ha pregato di chiederti se potevi risolvere il problema anche a lui.
– Ma perché non chiede aiuto a sua madre? Anche lei saprà sicuramente come fare!
– Ci ha provato ma lo ha rimproverato per aver osato a chiedergli un intervento riservato, secondo lei, alle prostitute. Ha provato con una donna di strada ma questa si è fatta pagare senza risolvere il problema.
– Beh! hai fatto male a raccontare i particolari dei nostri rapporti. Dovevano restare un segreto tra noi. Nessuno deve sapere che ci amiamo. Comunque, poiché le tue richieste sono degli ordini per me ti accontenterò; ma tu non dovrai essere geloso quando ripeterò sul tuo amichetto quello che ho fatto a te. Domani portalo a casa dopo l’uscita da scuola. Vi preparo un bel pranzetto e poi cominciamo la visita ispettiva. Ma, mi raccomando, non prepararlo. Digli solo del pranzetto e che dopo andrete a studiare.
Il giorno dopo lo invitai a pranzo a casa dicendogli del pranzetto appositamente preparato da mia madre. Accentando l’invito capii che le sue speranze erano ben altre!
Mia madre ci venne ad aprire presentandosi vestita con una sola vestaglietta di cotone molto corta ed abbottonata sul davanti da alcuni bottoni. Non era una minigonna ma vi somigliava molto. La vestaglia era sbottonata fino alla vita e faceva intravedere i piccoli seni, privi di reggiseno, e l’alto ventre. Non indossando neanche le mutandine ci consentiva di intravedere anche i peli pubici tra un bottone e l’altro.
Restammo di stucco a quella visione. L’imbarazzo del mio amico era palese. Per me erano cose già viste tante volte e familiari. Il mio amico, che non sapeva cosa fare e cosa dire, divenne rosso in viso suscitando il sorriso di mia madre compiaciuta per l’effetto prodotto.
– Bene, adesso andate a lavarvi le mani, toglietevi i vestiti di scuola e restate con le sole mutandine o, se preferite, toglietevi anche quelle. Alle donne piace vedere gli organi maschili così come piace ai maschi vedere quelli femminili!
In bagno il mio amico, ancora rosso in viso, mi chiese se mia madre stava scherzando chiedendoci di denudarci.
– No amico, dice sul serio. Noi siamo abituati a girare per casa nudi quando siamo soli (la cosa non era vera, ma mi inventai la giustificazione per metterlo più a suo agio). Avendo tu la mia stessa età ti considera come un figlio. Hai visto che anche lei è praticamente nuda e ti ha già dato un’idea di come è fatta sotto. Vedrai che dopo il pranzo risolverà facilmente il tuo problema. Tu la dovrai assecondare su ogni cosa che ti dirà di fare. Io ti starò sempre accanto. Dai, togliti queste mutande e andiamo a mangiare quello che ci ha preparato. Sai, è anche molto brava nel cucinare. Sul resto giudicherai tu. Vediamo come commenterà le misure del tuo grosso pisello. Ma aspetta ad eccitarti. Ci penserà mia madre a fartelo indurire.
Ci presentammo, quindi, in camera da pranzo in costume adamitico, come ci aveva invitato a fare, con i piselli solo leggermente ingrossati ma pendenti. Mia madre si era slacciata gli altri bottoni della vestaglia e stava riempendo i piatti con succulenti fettuccine al ragù mostrando, in tutta la sua bellezza, i piccoli seni, il ventre e il monte di venere ricoperto di peli scuri. Servendo il mio amico si accostò volontariamente al suo braccio strofinandosi con il ciuffo di peli. Il mio amico, imbarazzato, ebbe una prima erezione che cercò di coprire con le mani. Quando fu vicina a me la presi per i fianchi e, alzata completamente la vestaglia, le baciai i sodi glutei e le inserii, da dietro, un dito nella fica.
– Ragazzi, pensiamo prima a mangiare; per il resto abbiamo tutto il pomeriggio!
Così dicendo si tolse completamente la vestaglia lanciandola sul divano e cominciammo a mangiare. Dopo la frutta la mamma sparecchiò mostrandoci le rotondità del suo culo ed invitandoci, quindi, ad andare a stenderci nel suo letto (che era ormai diventato il ‘nostro letto’). Poiché restavamo incantati dalla bellezza del suo corpo completamente nudo ci prese per mano entrambi e ci portò in camera da letto dicendo:.
– Sceglietevi il posto; a destra o a sinistra? Io mi metterò al centro di questi due bei maschioni.
Senza una particolare predilezione per la desta o la sinistra ci sdraiammo sul letto supini mostrandole i nostri piselli semi eretti. Ci osservò con interesse e decise di salire scavalcando il corpo del mio amico in modo che potesse vedere da vicino il suo sesso appena circondato da peli scuri. Si posizionò anche lei supina poggiando una delle mani una sul mio pisellone, parzialmente in erezione, e l’altra su quello del mio amico già eretto. Rimanemmo in silenzio per diversi minuti. Mia madre, quindi, si girò su un fianco verso il mio amico chiedendogli:
– Mi spieghi quale è il tuo problema? Per la tua età ce l’hai già abbastanza grosso e con una circonferenza decisamente fuori del comune anche se non è particolarmente lungo. Stai tranquillo che crescendo ti si allungherà ancora un poco. Anche quello di mio figlio dovrà crescere ancora ma il suo ha già ispezionato e penetrato tante volte il sesso di sua madre. Spero che anche il tuo sia già entrato in quello di tua madre. Le mamme sono sempre le prime donne ad essere penetrate dai figli.
– No Signora, mia madre non mi permette neanche di toccarla. Sono solo riuscito un paio di volte a toccarle il seno scambiandoci un bacio augurale. Ambedue le volte lei mi ha ricambiato solo con un gran sorriso. Una volta, ricordo, sono riuscito a farle sentire il mio pene in erezione coprendola da dietro su un mezzo pubblico affollatissimo. Gli uomini, con la scusa di dover scendere, passavano dietro mia madre, ma anche dietro altre donne, strusciando i loro cazzi eretti sul suo culo. Un ragazzo, credo un po’ più grande di me, dopo essere sceso risalì sullo stesso autobus per strusciarsi una seconda volta sul culo di mia madre. Subito dopo un negro, per la verità molto affascinante e longilineo, si fermò anche diversi istanti premendole con forza un cazzo spaventosamente lungo e duro (lo si capiva dal rigonfiamento dei pantaloni) al centro del sedere accennando anche dei movimenti ritmici per simulare una inculata. Mia madre, contrariamente a quello che pensavo, restava immobile e si mostrava piuttosto compiaciuta e concentrata col pensiero su questi continui strofinamenti, specialmente su quello del negro che, quasi, la estasiò (e chi lo sa se non se ne è anche venuta!) ; la cosa mi ingelosì alquanto e decisi di proteggerla posizionandomi stabilmente dietro di lei. Stando in questa posizione ebbi subito una forte erezione avvertita chiaramente da mia madre che mi ricompensò con un sorriso di compiacimento. Un’altra volta nella doccia mi ha preso in mano il pene per controllare la lunghezza per poi subito rilasciarlo. Gli unici contatti sono stati questi. Riesco, però, a vederla nuda quando si fa la doccia e quando scopa con mio padre la domenica mattina prima di andare in chiesa. Ma il mio problema è quello che sicuramente le ha esposto suo figlio.
– Si, me ne parlato. Vediamo un po’ di risolverlo rapidamente. Adesso rilassati e cerca di smorzare questa erezione e fallo tornare morbido se ti riesce. Più è duro maggiore sarà il dolore.
Mi girai anch’io sul fianco verso mia madre accostandomi tutto al suo corpo in modo da premere fortemente il pisellone nella piega dei glutei e stringerle uno dei seni. In questa posizione assistetti alla risoluzione del problema del mio amico.
Mia madre, con la mano che aveva coperto il pene già eretto del mio amico, cominciò prima a controllare i testicoli verificando che le gonadi fossero ambedue scese nello scroto e che avevano le dimensioni adatte all’età, quindi, impugnata l’asta, riverificò la inconsueta circonferenza che presentava. Strinse con delicatezza il pene e cominciò ad abbassare il prepuzio. Il glande era quasi totalmente scoperto. Mancavano solo alcuni millimetri alla completa uscita. Mia madre capì, quindi, che il problema prospettato era solo una scusa. La verità era che voleva essere masturbato da lei e, forse, anche scoparsela.
Con un sorriso di compiacimento, per il desiderio nascosto, fece un po’ di sceneggiata dichiarando la gravità del problema per la cui risoluzione erano necessarie pratiche particolari. Volendo soddisfare i desideri repressi, ma non dichiarati, del mio amico riprese il pene portandoselo alla bocca cominciando a massaggiare il glande con la lingua come aveva fatto con me il secondo giorno. Continuò con un classico pompino ed infine, senza che il mio amico se ne accorgesse per il piacere raggiunto, se lo sfilò da bocca assestandogli con la mano un colpo secco e deciso verso il basso dell’asta completando lo scappellamento senza incontrare una particolare resistenza. Lo riprese in bocca per massaggiarlo bene nella parte appena scoperta. Sentendo che stava uscendo del liquido si ritrasse stringendolo fortemente con la mano. Un liquido gialliccio ed appiccicaticcio sgorgò dal foro uretrale con considerevole forza che mia madre indirizzò sulla pancia del mio amico.
– Ecco il tuo problema è stato risolto con grande facilità. Sei contento? Ti è piaciuta la conclusione?
– Si Signora, è stata bravissima! E’ meravigliosa! Lo sapevo che solo lei, Signora, avrebbe risolto il mio problema ! Gliene sarò grato per sempre!
Mia madre lasciò libero il pene del mio amico e si girò dalla mia parte.
– Adesso vediamo come sta il pisellone di mio figlio. L’ho sentito particolarmente duro premermi tra le chiappe mentre assistevi alla risoluzione del problema. Ti sarai sicuramente ricordato come ho risolto il tuo che era molto più difficile ed è stato molto più laborioso.
Mi prese quindi con una mano il pene e con l’altra mi strinse i coglioni.
– Sono curiosa di vedere quanto sperma riesco oggi a farti uscire. Voglio poi confrontare la consistenza ed il sapore con quello del tuo amico.
Cominciò quindi a scappellarlo con lenti movimenti su e giù senza più incontrare alcuna resistenza mostrandolo al mio amico che si era inginocchiato sul letto per assistere alla scena appoggiando il suo pene, ormai rilassato, al culo di mia madre. Lo infilò in bocca cominciando una lunga dolce fellatio al termine della quale mi fece venire ingoiandosi tutto il liquido spermatico e pulendomi per bene il glande con la lingua; mi rilasciò il pisellone e si ridistese supina divaricando leggermente le gambe per attrarre lo sguardo del mio amico sulla sua splendida fica abbellita dai peli scuri.
– Sono soddisfatti adesso i miei due maschioni? Prima di affrontare il secondo tempo riposatevi un po’.
Prese quindi le nostre mani e se le portò sui seni che stringemmo con desiderio. Così restammo forse per più di mezz’ora. Poi il mio amico prese coraggio e chiese:
– Signora posso baciarle il seno e morderle il capezzolo ?
Mia madre annuì . Anch’io le presi l’altro capezzolo in bocca cominciando a succhiarlo e a morderlo leggermente. Ci teneva le mani sulla testa premendole a se. Chi ci avesse visto avrebbe pensato che stava
allattando due gemelli.
– Ragazzi non succhiate troppo forte! Il latte non esce più ! E poi siete troppo grandi per l’allattamento al seno. Il latte per la vostra età risiede in altra parte del corpo femminile! Avanti amore mio, fai da guida ed istruttore al tuo caro amico. Io vi metto a disposizione la materia prima. Tu procedi per gradi come ti ho insegnato.
Mi posizionai in ginocchio di lato all’altezza del bacino; altrettanto fece il mio amico. Cominciai spostando i peli che contornavano la fica ed aprendo con i pollici le grandi labbra portando allo scoperto quelle più interne che aprii inserendo l’indice e il medio; continuai uscendo e rientrando prima lentamente poi con sempre maggiore velocità. Il mio amico guardava compiaciuto ed interessato alla zona e alla penetrazione. La cosa lo eccitò provocandogli una nuova evidente erezione. Smisi la simulazione del coito estraendo le dita bagnate:
– Vedi come sono bagnate le dita? Questo vuol dire che la mia mammina si è eccitata ed è venuta per lo sfregamento delle pareti della vagina. Avanti, adesso prova tu a ripetere quello che ti ho fatto vedere. Vedrai che a mamma gli piaceranno anche le tue dita.
Il mio amico, eccitato com’era, introdusse subito le dita con fare brusco e violento.
– No ” non così veloce! Prima devi entrare lentamente anche per prendere confidenza con l’interno della vagina che adesso trovi già lubrificata ma che, all’inizio del rapporto, è in genere più asciutta. Vero mamma che è così ?
– Si è così, vedo che sei diventato un perfetto istruttore. Conosci ormai la materia abbastanza bene. Riprova amico, prima entra piano piano e poi continua accelerando.
L’amico riprese ad esplorare la fica della mamma con più calma seguendo i suggerimenti ricevuti. Continuava e continuava quasi non volesse più smettere fino a quando mia madre gli bloccò la mano dicendogli di fermarsi e sfilandogli le dita dalla fica ancora più bagnata di prima. L’amico si portò le dita al naso per annusarne l’odore e se le infilò in bocca per gustarne il sapore.
– E’ stupendo l’odore; altrettanto meraviglioso è il sapore! Chi lo sa se, un giorno, potrò assaporare anche quello di mia madre.
– Ma per gustarlo meglio devi fare come adesso ti farò vedere.
Mi abbassai sul sesso bagnato della mamma cominciando a leccarlo e a introdurre la lingua più in fondo che potessi in modo da raccogliere l’umore vaginale emesso. Alzai la testa e , tenendo ben aperte le grandi labbra, invitai il mio amico a fare quello che aveva visto.
L’amico mi allontanò le mani sostituendomele con le sue per tenere aperte le grandi labbra ed inserì subito la lingua nella vagina venendo a contatto con il residuo umore rimasto e che si riproduceva per la nuova eccitazione che il movimento della lingua procurava in mia madre. Terminato il connilinguo disse:
– E’ bellissimo! E’ inebriante! E’ meraviglioso! Che fortuna avere una mamma come la tua!
– Vedo che il secondo atto ti è molto piaciuto! Il tuo pisello è nuovamente cresciuto. Lo dobbiamo necessariamente scaricare nuovamente altrimenti ti scoppia. Adesso figlio mio fai vedere come il pisello eretto del maschio torna alle dimensioni naturali dopo essere entrato nel sesso della donna.
Mi inginocchiai al centro delle sue bambe allargandole tutte e piegandole in modo che si potesse puntare con i piedi sul letto per facilitare la penetrazione da parte del figlio. Alzò anche leggermente il bacino ed io entrai rapidamente con un colpo di reni dentro di lei. Tenendola ferma con le mani sui fianchi cominciai ad entrare ed uscire con sempre maggiore velocità ed intensità di reni fino a quando eiaculai inondandola con una buona dose di sperma.
Come sempre fu meraviglioso! Rimasi dentro per un bel po’ fino a quando il pisellone si ridusse di lunghezza ed uscì naturalmente.
– Vedo amore mio, che ogni giorno che passa la quantità di sperma che espelli è sempre maggiore. E’ un buon segno perché ciò significa che stai raggiungendo la maturità sessuale e che ti ricarichi con sempre maggiore facilità e le erezioni sono continue. Quante eiaculazioni hai avuto da questa notte?
– Non le ho contate ma penso di essere arrivato a quattro – cinque.
– Controlliamo adesso come se la cava il tuo amico che troverà, adesso, la strada ancora più lubrificata di prima. Valuterò poi la differenza dei vostri spermi che mi conserverò in vagina fino a questa notte.
Mi tolsi dalla posizione in cui stavo ed invitai il mio amico a prendere lo stesso mio posto. Così fece mostrando un pisello già pronto ad esplodere. La mamma si riposizionò, piegò le gambe per puntarsi con i piedi alzando leggermente il bacino. La punta del pisello del mio amico era pronta ad entrare ma mia madre volle prenderlo con una mano, per indirizzarlo bene e per scappellarlo completamente, prima di farlo entrare.
– Prima di entrare devi sempre scoprire completamente il glande per aumentare sia il tuo piacere sia quello della donna che ti appresti a scopare. Non hai visto come ha fatto mio figlio prima di entrare dentro di me? Ormai il problema che ti assillava è passato e il pene si scappella senza più alcuna difficoltà.
Si lasciò quindi penetrare dal mio amico aiutandolo a raggiungere il giusto ritmo prendendogli i glutei con le mani e guidandone la cadenza. L’attività durò più a lungo perché spesso il pene usciva dalla vagina e mia madre doveva riprenderlo per reinserirlo. Al termine anche il mio amico eiaculò una modesta quantità di sperma dentro mia madre. Felice per il suo primo coito uscì dalla fica distendendosi, con il pene tutto bagnato, su mia madre baciandole i capezzoli; mia madre ricambiò con un appassionato bacio sulla bocca, come era solita fare con me quando era felice e contenta, inserendogli la lingua per incontrare la sua.
– Bene ragazzi, per oggi mi sembra che la lezione si possa concludere. Avete tutti avuto i vostri orgasmi e il tuo amico ha risolto anche il problema che lo assillava. Sdraiatevi accanto a me e cercate di dormire un po’ per riprendervi. Faremo poi tutti una bella doccia per pulirci e rinfrescarci. Poi cercherete anche di studiare un po’ e fare qualche compito per la scuola.
Così detto ci inserì le braccia sotto le spalle e ci stinse a se facendoci posizionare su un fianco in modo che le nostre facce si poggiassero sui suoi seni e i nostri cazzi, ormai a riposo per le eiaculazioni, premessero sui suoi fianchi. Una delle mani di noi ragazzi , quasi avessimo avuto lo stesso pensiero, si andò subito a posare sui peli pubici e cominciammo a giocare con questi con l’intento di arrotolarli (cosa non facile in quanto non erano sufficientemente lunghi) concludendo la palpazione con l’inserimento contemporaneo dell’indice dentro la fica super lubrificata per la presenza dei nostri sperma; muovevamo gli indici dentro la vagina come se fossero dei fioretti fino ad arrivare ad incrociare le dita sempre dentro la fica.
Mia madre era al settimo cielo per quel trattamento inaspettato e sconosciuto.
– Ragazzi siete portentosi; lo sapete che è la prima volta che godo per questo vostro giochetto? Nessun altro uomo me lo ha mai praticato anche perché sarebbero dovuti essere in due come voi. Oggi è per me la prima volta che vengo soddisfatta da due maschi contemporaneamente. Nei prossimi giorni ve lo farò ripetere perché è veramente eccitante. Adesso fermatevi e cercate di addormentarvi per un poco.
Restammo con le dita incrociate nella fica di mia madre senza più muoverle e ci addormentammo felici. Ci svegliammo dopo un’oretta con le dita ancora inserite. Mia madre subito ci prese le mani e sfilò le dita dal suo sesso. Si alzò sedendosi al centro del letto e, dopo averci accarezzato i piselli, ci invitò ad andare a fare con lei una bella doccia ristoratrice.
La seguimmo in bagno entrando tutti e tre nel vano doccia che era abbastanza grande a contenerci.
La mamma ci insaponò tutte le parti del corpo ripetendo al mio amico le indicazioni su come doveva pulirsi il pene sia per igiene personale sia per evitare possibili infezioni dando ampia dimostrazione pulendo prima quello del mio amico e poi il mio.
Cominciammo quindi noi ad insaponare tutto il corpo di mia madre massaggiandole ripetutamente il seno , il culo, la fica e le cosce con conseguenze inevitabili sull’erezione dei nostri membri.
– Bene, mi avete insaponato a sufficienza , adesso fatemi sciacquare! Voi uscite ed asciugatevi con gli accappatoi che trovate. Vestitevi ed andate a studiare. Per oggi avete finito! Mi sembra che le esercitazioni siano state sufficienti!
Finì così una delle più belle giornate della mia gioventù.
Con il mio amico al settimo cielo per tutto quello che aveva visto e fatto con mia madre che, da quel giorno, divenne l’oggetto dei suoi sogni erotici insieme a quello di sua madre che rimaneva il suo chiodo fisso.
Io continuai a dormire nel letto di mia madre con la quale gli accoppiamenti erano diventati naturali e continuativi. Questa continuità mi consentì di conoscere e praticare tutte le posizioni pensabili sotto la guida abile e delicata della mamma sempre più innamorata del suo giovane figlio.
Anche i pomeriggi a tre con il mio più caro amico si ripeterono un paio di volte fino a quando, un giorno, mio padre con una telefonata ci annunciava un suo breve rientro.

Segue nel racconto ‘La prima volta nel culo di mia madre’, Cap. 4 de ‘Le relazioni affettive’.

Autore Pubblicato il: 8 Settembre 2013Categorie: Racconti Erotici Etero, Racconti erotici sull'Incesto, Trio0 Commenti

Lascia un commento