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Qualche anno fa prendemmo casa a Ponza, io e Mariagrazia, per tutto il mese di Agosto. Era una casetta dall’altra parte dell’isola rispetto al porto principale, ai margini dell’agglomerato di case che formava il paesino. Per arrivarci bisognava inerpicarsi un po’ prima fra le case e poi lungo un sentierino. A pian terreno, avevamo davanti un tramonto spettacolare, e un cortiletto imbiancato circondato da alti cespugli di gerani. La mobilia era piuttosto squallida, il letto alto e rumoroso. Ma il posto era bellissimo.

Ci aveva accompagnato il padrone di casa. Una faccia di età indefinibile, forse 50 portati male, forse 60, di poche parole. Ci aveva mostrato i locali, avevamo il suo numero di telefono se serviva qualcosa. Disse che sarebbe ripassato più tardi dopo che ci eravamo sistemati.

Mettemmo a posto le valige, curiosammo per casa. Faceva caldo, ma circolava aria, accostammo le persiane. Mariagrazia si spogliò nuda e si sdraiò sul letto.
“ho voglia…” disse, e si toccava i capezzoli con il dito indice bagnato di saliva, che si indurivano e si scurivano…

Mariagrazia aveva un bel seno, ma soprattutto a piacermi erano i suoi capezzoli grossi, duri quando si eccitava o aveva freddo. Spuntavano dalle magliette sfrontati, calamitavano gli sguardi degli uomini, due chiodi puntuti imperiosi. Immediatamente ne ricordai la consistenza sotto la lingua, e ebbi voglia di loro. E di seguito del sapore e l’odore della sua fica.
Mi avvicinai a lei e chinandomi presi in bocca un capezzolo. Leccai la sua pelle salata. Passai all’altro, lei gemeva.
Mi inginocchiai ai piedi del letto scendendo con la lingua sulla sua pancia.

“sono sudata… non mi sono lavata…” disse. Ma il suo non era un tono per negarsi. Piuttosto mi sembrò che mi incoraggiasse, eccitata anch’essa forse come me inconsciamente dagli odori e sapori di questa isola.
Mi tuffai sul suo ventre, allargando le cosce, schiudendo le labbra già bagnate e affondando la lingua in quel miele salato, inebriato dal suo odore di femmina giovane, sana, in calore.

La leccai goloso e mi fermò quasi subito.
“Fermo… mi fai venire… non voglio… subito… voglio il tuo cazzo… dammelo dammelo…”
Mi alzai in piedi sbottonai i calzoncini e glielo presentai davanti, un duro bastone che aspettava le sue mani la sua bocca la sua fica.
Lei si mise a sedere sul letto, le gambe aperte, la mano che accarezzava la fica dischiusa, lo impugnò con forza facendo uno sguardo soddisfatto…
“bello… lo voglio ciucciare… ” e se ne prese una buona metà in bocca con un colpo solo… lo stringeva forte alla base tenendo tesa la pelle del prepuzio e succhiava incavandosi le guance. Le piaceva vederlo diventare paonazzo, la cappella scura di sangue richiamato dal suo succhiotto.

Mi godevo la sua bocca e mi sembrò di veder passare un’ombra dietro le persiane, ma la finestra era appena dietro di me, colsi il movimento con la coda dell’occhio e quando guardai pensai fossero le tende.

La lasciai fare per un po’, quindi la rovesciai sul letto e glielo misi dentro come piaceva a lei. Giocando un po’ con la cappella fra le grandi labbra, per poi entrare piano ma inesorabilmente in quel lago morbido e infuocato che era la sua fica, fino in fondo, sentendo le sue contrazioni attorno al mio cazzo.
Cominciai a muovermi su e giù. Il letto cigolava.
Venni quasi subito e lei con me, godendo del mio sperma bollente che la riempiva.

Ci abbracciammo, sudati.
“sai… ho avuto la sensazione che dietro le persiane ci fosse qualcuno…” mi disse parlando piano.
“anche tu? ma quando?”
“adesso… mentre mi scopavi… non c’era proprio qualcuno dietro, ché allora lo avrei visto bene in controluce… era come se vedessi l’ombra però sul muro all’angolo…”
“hai ragione… anche io ho notato un movimento con la coda dell’occhio…” dissi “vado a vedere…”
Misi un asciugamano intorno alla vita e uscii fuori. Non c’era nessuno.
Stavo rientrando quando da dietro la casa sbucò con passo tranquillo il padrone dell’appartamento, sembrava uno che faceva una passeggiata.
“Complimenti alla signora…” disse.
“Grazie… presenterò… ma …per cosa?”
“Su… fra uomini ci si capisce… gran bella puledra… caviglia fine, coscia lunga, bella zizzosa… femmina di razza…”

Stava parlando della mia donna come di un animale di allevamento… e la cosa, invece che offendermi… mi piaceva.
Ma non seppi dire altro che un … “beh si… in effetti…”

“si vede che le piace il maschio… una di quelle femmine che i maschi li sucano l’anima… che fa fare pazzie…”

Aggiunse un buonasera e se ne continuò per il sentiero, lasciando me senza parole. Lo vidi scomparire e rientrai.
“Ma con chi parlavi?”
“con il padrone di casa…”
“e che voleva?”
“mi diceva di te…che sei una bella puledra che sei zizzosa – penso si riferisse alle tette – e che sei una che i maschi li succa all’anima…”
“… come … come???”
“si in pratica non ha detto che ti si scoperebbe ma c’è mancato poco…”
“mmmmhhh non è male…” disse lei.
“come sarebbe non è male? ma avrà come minimo ventanni più di te… è un vecchio…”
“ha il suo fascino… è un bell’uomo… ha un modo di guardare…”
“ah il fascino delle basette grigie “dissi io… Ero sorpreso che a Mariagrazia potesse piacere un uomo di quell’età… “allora uno di questi giorni lo invitiamo ad entrare e poi vi lascio soli… va bene?” scherzai.
“ho voglia di nuovo… dimmelo mentre mi scopi…” mi disse abbracciandomi da dietro e slacciando l’asciugamano… massaggiandomi il cazzo e leccandomi dietro al collo, mordendo la schiena.

E così la scopai di nuovo… dicendole che era una troia che si sarebbe fatta scopare dal padrone di casa… una puttana che si era subito fatta riconoscere come tale… e mentre la scopavo e glielo dicevo pensavo che forse qualcuno potesse sentirci, dal sentiero che girava attorno a casa, oltre le persiane, a due metri da noi sul letto.

Il giorno dopo andammo al mare, facemmo la spesa, tornammo a casa e di nuovo facemmo l’amore. E di nuovo facemmo caso alle ombre e, stavolta eravamo sicuri, qualcuno era lì fuori. Ma la porta di casa era chiusa e la cosa ci eccitava entrambi, anche Mariagrazia parlava più del solito, guardando verso la finestra, mentre mi incitava … ad un certo punto le dissi chiaramente… “ti piacerebbe ora avere un altro bel cazzone a tua disposizione da ciucciare mentre ti scopo… eh…” e lei “si … un bel cazzo… un bel cazzo duro.. grosso… le palle belle piene… da far sborrare… mentre tu mi riempi la fica… si … si…”

Chiunque fosse lì fuori… e noi pensavamo al padrone di casa… doveva sentire benissimo i nostri discorsi ed eccitarsi da pazzi.

E così il giorno dopo andammo di nuovo al mare, e poi tornammo a casa eccitati all’idea del nostro nuovo gioco. Mariagrazia stava facendo la doccia e mi chiamò da fuori il padrone di casa.

“come va? serve qualcosa?” chiese. Inevitabilmente mi chiedevo cosa avesse sentito…

“tutto bene… bellissimo soggiorno, mare stupendo…” risposi.

“e alla signora… serve qualcosa? ” mi sembrò di cogliere una seconda intenzione… in questa frase…”

“alle donne non basta mai… quello che hanno …” risposi altrettanto ambiguamente.

Si fece una risata…” a volte basta poco però… basta volerlo… specie quando una femmina è una femmina di classe…”

“beh ora esce dalla doccia … vediamo cosa dice lei… “risposi con un sorriso.

E in effetti quasi subito lei uscì dalla doccia. Non so se avesse ascoltato i nostri discorsi e se si fosse resa conto che c’era qualcuno, ma uscì nuda, con solo un asciugamano anche se grande sulle spalle, la pelle ancora cosparsa di goccioline, l’inguine e i seni scoperti.

Fece finta di sorprendersi della presenza sulla porta del padrone di casa. Avvolse meglio l’asciugamano che comunque non copriva il ciuffo di pelo della fica. Si volse, mettendo così in mostra lo splendido di dietro e andò nell’altra stanza.

Il padrone di casa aveva lo sguardo ardente mentre diceva: “di nuovo complimenti, gran pezzo di femmina… una cavalla di razza…”

Ancora quel riferirsi a lei in mia e sua presenza come una cavalla, una puledra, mi fece eccitare.

D’istinto dissi “Vado a fare la doccia… pensaci tu al nostro ospite… vedi se gradisce qualcosa…” e mi chiusi in bagno.

Mi infilai sotto la doccia in uno stato di eccitazione febbrile. Diamogli tempo… se può accadere qualcosa, accadrà.

Attesi dieci minuti sotto il filo d’acqua che scendeva. Di là non veniva alcun rumore. Misi l’asciugamano intorno ai fianchi e uscii. Non sapevo cosa aspettarmi.

Mariagrazia era nuda, appoggiata con i gomiti al comò e dietro di lei, i calzoni e le mutande alle caviglie, vedevo le cosce abbronzate e le natiche bianche del padrone di casa che la teneva per i fianchi e la sbatteva con colpi regolari.

“…ah… ” dissi.

“sto dando alla signora quello che merita…” disse il padrone di casa…” mi ha detto che lei era d’accordo…”

“…si… me lo sta dando… tutto… nel culo…”

Quindi la stava inculando… così… subito, in dieci minuti neanche che ero stato sotto la doccia …

“non avete perso tempo… “dissi… eccitatissimo, masturbandomi il cazzo che era subito diventato durissimo.

“Le cavalle in calore vanno montate… se no si perde il momento buono “disse l’uomo… le diede una gran pacca sul culo e la infilzò ancora più in profondità.

Mariagrazia gemeva, gli occhi semichiusi. Si prendeva quei colpi con rassegnazione , sembrava una vittima sacrificale.

Poi l’uomo fece un rantolo, una specie di grugnito, un suono basso e profondo, aumentando la frequenza e la profondità dei colpi e venne dentro di lei.

Non una parola. Un avvertimento. Non si era preoccupato di come stesse lei, se poteva godere o meno, l’aveva inculata fino a sborrare dentro di lei.

Restò ancora dentro di lei, mentre il respiro tornava normale. Poi lentamente si sfilò. Vidi che aveva un cazzo notevole, ancora duro. Se lo guardò e vide che era sporco.

“Hai una salvietta, un fazzoletto? ” mi disse indicando il motivo.

Mi guardai attorno per cercare dei fazzoletti ma non trovandoli andai in cucina e presi dello scottex. Glielo passai. Lui si pulì, appallottò la carta e me la diede.

Si tirò su i pantaloni, li allacciò e disse.

“Allora torno domani… buon proseguimento…”

Mariagrazia era ancora appoggiata al comò. Buttai la carta e mi avvicinai a lei. Le accarezzai la schiena, col dito spinsi sul suo ano umido e cedevole e entrai facilmente. Raddoppiai le dita. Era aperto e dentro era bagnata. Tolsi le dita e vidi che era sborra.

Mi venne voglia di sentire com’era dentro. Infilai il mio cazzo duro nel suo culetto. Entrò come nel burro. Era bollente. Tenendole le natiche aperte feci alcune volte dentro e fuori: faceva sciac sciac come in una fica aperta e bagnata.

“Raccontami tutto “dissi.

“C’è poco da dire…. è entrato e ha tirato fuori l’uccello… e mi ha detto … su bella sukamelo… ”

” e tu?”

“ho fatto un po’ di scena… mi piaceva fare la scena… ho detto … no ma che fa… ho indicato verso il bagno che c’eri tu…”

“…e poi?”

“ero seduta sul letto… si è avvicinato e me lo ha messo davanti alla faccia… e mi ha detto di prenderglielo in bocca subito…che lo sapeva che era quello che volevo… di non fare troppe storie…”

“e tu?”

“ho detto no no… ma lui mi ha preso la testa e me lo ha ficcato in bocca momenti mi strozza… mi ha detto dai sbrigati… fammi godere prima che esce il tuo maschio… io quando sono riuscita a staccarmi… un momento per prendere fiato… ho detto che tu eri d’accordo… allora lui ha detto…. ah bene…. è cornuto contento allora… ”

“tu non è che sei stata a dire tante volte no eh…”

“mmmhhh avevo voglia… aveva un bel cazzo…. me lo ha messo in bocca era già duro aveva un buon sapore…”

“e poi? te lo ha messo subito nel culo?”

“si…. quel porco mi ha alzata, mi ha fatto girare e appoggiare sul comò… me lo ha messo nella fica che ero già tutta bagnata ma subito mi ha sputato sul culo e ci ha messo prima un dito e poi due… e me lo ha appoggiato…”

“e tu niente?… ti sei fatta inculare così… da troia… come ti stai facendo inculare adesso…”

“ho detto no…. ma lui mi ha tenuta ferma e me lo ha messo dentro… mi ha fatto male… ma ero anche eccitata … ho spinto e lui è entrato facilmente… poi il resto lo sai… mi ha detto che mi avrebbe scopata domani… e che voleva anche dei bei pompini…da me…”

Non resistevo più. Venni nel culo anche io, mentre lei si masturbava. Era così eccitata che non riusciva a venire. Poi ci riuscì… urlando il suo piacere nella mia bocca, strofinadosi il clitoride con le dita.

A domani.
Facemmo l’amore ancora quella sera. L’imprevista evoluzione della nostra vacanza era eccitante. Avevamo pensato di avere qualche avventura, ma più che altro immaginavamo a qualche rimorchio in discoteca. Non mi aspettavo proprio che Mg potesse trovare erotizzante il farsi inculare praticamente a freddo da uno così più vecchio di lei.
Era sempre stata molto selettiva, con la puzza sotto al naso direi, nei confronti di coppie che avevamo incontrato.
Infatti nelle fantasie pensavamo di passare una vacanza facendo sesso con ragazze o ragazzi conosciuti in discoteca, non necessariamente coppie, ma giovani, belli… e ora invece l’avevo vista piegata sotto i colpi di quell’uomo segaligno, dalla pelle scura dal sole, dai modi spicci e duri.
Non mi dispiaceva questo risvolto. Ero ansiosi di scoprire questo nuovo aspetto della personalità della mia donna.

Il giorno dopo al mare lo trascorremmo in uno stato di piacevole attesa. Entrambi eravamo carichi sessualmente, ci sfioravamo e ci ritraevamo, aumentando il desiderio.
Gli sguardi lanciati attorno erano carichi di sensualità. Commentavamo l’aspetto degli altri sdraiati al sole… maschi e femmine indifferentemente e se ci piacevano parlavamo di quello che si sarebbe piaciuto farci…

Andammo a casa alla solita ora. Doccia. Del padrone di casa nessuna traccia.
Ma eravamo entrambi molto su di giri, bevemmo degli aperitivi alcolici, spogliai completamente Mariagrazia e la feci appoggiare alla finestra, mettendomi dietro di lei…
“dai … stai qui e guarda se viene… io ti preparo il culo…” Mi misi in ginocchio su un asciugamano e cominciai a leccarle il culo da dietro. La fica colava, ci affondavo la lingua e poi salivo al buco del culo, penetrandolo per quanto potevo, tenendo le natiche separate con le dita… e mentre facevo questo le parlavo…
“ti è piaciuto farti inculare ieri eh… te lo sei preso senza fiatare… ”
“amore… che dovevo fare… è il padrone di casa… è del posto… si vede che qui usa così… aaahh… le ospiti devono dare il culo… ”
“tu dici eh… maaa … secondo me è che sei una zoccola… e ti piace il cazzo… non sai dire di no…”
“aveva un bel cazzo però si… una bella cappella come piace a me…”

Non resistevo più, mi alzai e glielo infilai nella fica, subito fino in fondo. Era fradicia dei suoi umori e della mia saliva.
Non mi ero nemmeno assestato bene dentro di lei che bussarono alla porta.
“eccolo… eccolo che arriva il tuo cazzone… tu resta così…”

Misi l’asciugamano attorno alla vita, con il pene che svettava sotto, chiesi chi era. Mi rispose il padrone di casa.
Aprii e dietro di lui c’erano altri due uomini.
“ho portato degli amici che volevano conoscere la signora…” disse.

La situazione era improvvisamente mutata. Io mi reggevo l’asciugamano mentre il cazzo sotto perdeva velocemente vigore. Mariagrazia nuda si era alzata e guardava verso di noi.
I tre erano entrati, gli altri due con un sorriso cattivo stampato sul volto e il padrone di casa che richiudeva la porta.

“non credo che a noi vada bene questo sviluppo della situazione…” dissi.
“stai zitto tu cornuto… va bene alla signora… è un omaggio alla signora… ” rispose il padrone di casa superandomi e andando verso Mariagrazia che si stava coprendo con una mia camicia.
Lo fermai mettendogli una mano sulla spalla: “ho detto che non siamo d’accordo…”
Mi prese il polso e me lo fece riabbassare: “stai calmo e avrai solo da divertirti… e vedrai quanto si divertirà la cavalla … i ragazzi sono a posto… stai tranquillo… non complicare le cose…”

Non seppi trovare di meglio da dire che un “non so… Mariagrazia tu che ne pensi ?… ”
“Mariagrazia ti faremo divertire… niente che tu non voglia… d’accordo?” disse il padrone di casa…”vero ragazzi?”
Quelli assentirono… sempre con quel sorriso sul viso, uno che si accarezzava il pacco di notevoli dimensioni.

Li guardai meglio. Sui 35-40 anni entrambi, uno aveva la fede al dito, sudati, anche loro la pelle bruciata dal sole. Sembravano pescatori o forse manovali…

Mariagrazia non rispondeva. Il padrone di casa era vicino a lei e l’accarezzava sulle spalle, i fianchi… poi la fece girare: “ragazzi che vi avevo detto… guardate che coscia lunga… e che culo… ” la forzò a mettersi carponi appoggiata al letto, il culo esposto alla vista dei due…
lui le diede un paio di pacche sul culo… allargò le natiche, apparve la fica lucida…

“te la stavi montando eh…” le mise due dita grosse dentro… e le tirò fuori bagnate. Le annusò.

Lei gemette. Il consenso era dato insomma. Il sorriso dei due si fece più ampio. Quello che si massaggiava il pacco disse una frase in dialetto che non capii. Ma i suoi gesti erano ancora più lascivi, volgari.
L’altro mi guardò e disse: “ma è tua moglie?”
“no, è la mia ragazza”
“è una zoccola.”sentenziò.
Non seppi cosa ribbattere.

Il padrone di casa intanto si era slacciato i calzoni e aveva tirato fuori il cazzo, Mariagrazia era seduta sul letto lui in piedi davanti a lei. Le teneva la testa per i capelli e le passava il cazzo sul viso, sulle labbra, sul collo. Gli diventava sempre più duro sbattendoglielo in faccia.
Quando fu abbastanza rigido glielo spinse in bocca.
“dai fai vedere ai ragazzi che bucchini che fai…”

Se lo fece leccare per un po’… quindi la girò a pecora sul letto e glielo mise nella fica.
“dai vittò… mettiglielo in bocca pure te… senti come succhia sta puttana… ”

Uno dei due, quello che si accarezzava il pacco gli andò davanti si sbottonò i calzoni facendoli cadere alle caviglie, se ne liberò scalciando e restò in maglietta.
Aveva un cazzo di notevoli dimensioni, scuro, dalla cappella violacea, le palle pelose di riccioli neri.
Fece il giro andando dall’altra parte del letto e lo presentò davanti alla donna carponi sul letto. Lei effettivamente non si fece scrupolo, lo prese in bocca di un fiato.
Lui fece un sospiro profondo e disse “ahhh che bocca… che bocca … come lo ciuccia… ”

“lo senti come succhia a pompa… questa ti leva l’anima…”
L’altro si spogliò anche lui.
Il padrone di casa prese la testa di Mariagrazia staccandola da cazzo di Vittorio, facendola girare verso l’altro, che si chiamava Stefano.
“Guarda che ti ho portato… ”
Il cazzo di Stefano era impressionante. Largo e lungo, segnato da vene che lo facevano sembrare un tronco nodoso, dritto come un palo, almeno 25 cm di cazzo largo mi sembrava quanto una lattina di cocacola.
Non mi sfuggì lo sguardo di Mariagrazia, di stupore e di voglia.

Anche Stefano si posizionò di fronte a lei, vicino l’altro.
I due cazzi che puntavano alla sua bocca, e l’altro dietro che la scopava nella fica.

“hai visto che sorpresa abbiamo fatto alla tua cavalla? “mi disse il padrone di casa… “la faremo godere come una maiala…vedrai che ti piacerà … a te ti piace vederla così no?”
“si… non mi dispiace di certo…se a lei piace…”
“ma gli piace a nerchia pure a lui…” disse quello che chiamavano Vittò…
“e che ne saccio… ti piace a nerchia, dì? ”
“no, mi piace la fica…” risposi….
“ah beh allora lasciacela per un po’… tanto tu te la puoi fottere sempre… ora sta a guardare come gode la tua femmina…”

Il padrone di casa si tolse da dietro e invitò Vittorio a prendere il suo posto…
restò a guardare per un po’ mentre Mariagrazia soffocava con la bocca spalancata su quel bastone di carne mentre l’altro la spingeva da dietro.
Poi disse: “Vittò mettiglielo in culo và… senti che burro…”

Quello ci sputò sopra. Mariagrazia cercava di divincolarsi ma la tenevano ferma. Puntò e spinse senza complimenti entrando fino in fondo. Cacciò un urlo soffocato dal pisello in bocca.
“ahhh si… che bucio di culo meglio della fica… aaahhh come stringe… minchia me la sta sukando col culo questa puttana…”
Doveva essere eccitato parecchio perché non resistette tanto… con un gemito farfugliò qualcosa come “ti sburro nel culo puttanona …” e diede una serie di colpi profondi e si capiva che stava venendole dentro…
si tolse… di botto e per un attimo il culo restò aperto… si affacciò una perla biaca di sperma che poi venne reingoiata dal culo che si chidueva pulsando.

“Dai ora tocca a te …” disse il padrone di casa a Stefano quello con il cazzo grosso. E prese il posto di questo dicendole “dai suka… che ti voglio sburare in bocca oggi…”

Non mi rendov conto se Mariagrazia fosse venuta o meno, e quante volte. L’avevo sentita gemere come se venisse, tremare, toccarsi… ma aveva sempre la bocca piena… aveva emesso solo mugolii e parole poco comprensibili.

Ma disse forte “ahhii mi fai male… no ti prego…” quando Stefano glielo puntò sul culo da cui era appena uscito l’altro, che intanto si godeva lo spettacolo accarezzandosi l’uccello che sembrava fosse già sul punto di riprendersi.

Quello allora si sdraiò sul letto e se la fece mettere sopra… il padrone di casa disse “bravo… vediamo come cavalca, la puledra…”

Mariagrazia se lo prese tutto, a cavalcioni su quel grosso paletto… arrivò fino in fondo qualche volta muovendosi lentamente, poi spronata da Stefano a pacche sul culo cominciò a muoversi anche vanti e indietro… poco dopo si muoveva con sempre più forza dicendo “così godo… così godo… dio è grosso… mi fa godere come una troia… sii vengo vengo…”

Il padrone di casa la fece mettere meglio, con il culo sporto in fuori, e si mise dietro di lei. In breve riuscì a metterglielo nel culo.

Mariagrazia prima diceva che le faceva male… poi spingeva come una forsennata su quei due cazzi che l’allargavano. L’altro aveva il cazzo duro, si masturbava e aspettava il suo turno.

Io anche avevo il cazzo durissimo… mi toccavo poco perché non volevo venire.

Il padrone di casa si tolse perchè evidentemente era scomodo e non riusciva a mantenere una buona erezione.

Quello sotto la fece alzare dal suo cazzo e poi glielo spinse verso il culo.

Ora che era lei da sopra, a indirizzarselo dentro … non si lamentò per niente… spinse e roetò il bacino, le chiappe ben aperte dalle mani di lui sotto, finché la grossa cappella non forzò l’ano, che sembrava dilatato al massimo.

Poi alcuni colpi decisi e riuscì a ingoiarselo tutto nell’intestino.

“è grosso… mi sta spaccando il culo… ”

“e ti piace farti spaccare il culo eh bella puttanona…” disse il padrone di casa…. e rivolto a me: “guarda come te la stiamo facendo godere la tua cavalla… stasera gli impacchi freddi al culo gli devi fare… così domani è di nuovo bello stretto e glielo apriamo di nuovo…”

NEl frattempo Mariagrazia s’impalava su quel cazzo come un’indemoniata per farlo venire…

“riempimi il culo… sborra… fammi sentire la tua sborra…dentro…”

E quello non resistette e prndendola sui fianchi , stringendola, la manovrò su e giù sul suo cazzo duro, e ogni volta che la spingeva giù si vedevano quei 25 cm di carne che entravano di botto e lei ogni volta urlava, ma di piacere… fino a che la tenne giù e si vedevano le palle contratte e il canale spermatico gonfiarsi per ogni schizzo di sperma che le riversava dentro.

Rimase esausta su di lui per un po’… quindi si sollevo piano da quel cazzo ancora duro e alzandosi sopra di esso il culo rimase aperto e la sborra che aveva dentro iniziò a colare giù lungo le sue coscie…

Ma non aveva ancora finito… perchè gli altri due stavano col cazzo in mano duro e voglioso.

Vittò l’attirò verso di lui le aprì le gambe e le montò sopra, scopandola alla missionaria.

Mariagrazia si lasciava fare… come inebetita… gemeva leggermente mentre quello la scopava proprio come una puttana.

Il padrone di casa si inginocchio accanto al viso e glielo mise in bocca, continuando a masturbarsi.

Andarono avanti così per un po’. Poi il padrone di casa si sitemò meglio, segandosi sempre più velocemente, le fece aprire la bocca con il pollice tirandole il mento… dicendole di tenere aperta la bocca che stava per sborrare… e così fece, badando di non farne uscire nemmeno uno schizzo…

lo spremette bene e poi le chiuse la bocca e le disse “manda giù che ti fa bene…”

L’altro anche a questo spettacolo venne di nuovo, nella sua fica stavolta.

Si alzarono entrambi e la lasciarono sul letto… piena di sborra in ogni cavità.

“gran bella punchiacca “disse Vittò… e gli altri assentirono .. “che vi avevo detto?” disse il padrone di casa…

“domani usciamo in barca… se volete venire a fare un giro…”

“e fatti fare un bucchino pure te… “mi disse vittorio… “tanto.. uno più uno meno… stasera la signora non cena… lo sfaccimme è nutriente…” e ridendo uscirono.
La mattina mi svegliai che era tardi, faceva già caldo nella stanza.

Avevamo fatto l’amore ancora a lungo, anche se Mariagrazia era stremata. La prima volta l’avevo presa violentemente, dicendole che era una troia senza vergogna, insultandola, sculacciandola. Le sentivo addosso l’odore dei maschi che l’avevano usata fino a poco prima. Sul viso, sulle tette, fra le coscee, fra i capelli lo sperma che aveva ricevuto si andava seccando. Fica e culo erano due morbidi pertugi in cui avevo infilato prima le dita e poi il mio cazzo congestionato senza alcuna difficoltà.

Avevo finito venendole in gola, soffocandola quasi, mentre con la cintura di cuoio dei pantaloni la frustavo sulle natiche.

Poi più tardi, dopo una doccia e aver mangiato qualcosa, di nuovo più dolcemente. Quindi ci eravamo addormentati.

Quel giorno ci avevano invitato ad andare in barca. A ripensare alle scene del giorno prima il cazzo mi si indurì immediatamente. Me lo toccai e la pelle era gonfia, irritata, dolorante. Me l’ero menato troppo, il giorno prima. Presi dell’acqua ci misi del ghiaccio e la usai per una specie di lungo bidet.

Nel frattempo Mariagrazia si era svegliata. Anche lei accusava dolori e irritazione. Però anche lei era eccitata.

Decidemmo di “scomparire” quel giorno… ce ne andammo in un’altra spiaggia e restammo fino a sera. Parlammo del giorno prima, eravamo eccitati… ma un giorno di riposo era necessario.

La sera trovammo sotto la porta un biglietto del padrone di casa.

“peccato che non sei venuta in barca oggi, su una barca da pesca si prende tanto pesce… ” diceva il biglietto. Niente altro.

Uscimmo a cena. Quando eravamo al ristorante arrivò il padrone di casa. Non fu invadente… quando lo vedemmo gli facemmo un gesto di saluto e lui chiede il permesso di sedersi al nostro tavolo per qualche minuto.

Ci chiede se c’era stato qualche problema, gli diciamo di no… che eravamo solo stanchi… in particolare Mariagrazia che era un po’ irritata nelle parti… dato l’uso…

Ci dice che aveva organizzato un bel giro su una barca di un suo amico… che si poteva andare a Palmarola e Zannone…e che era sicuro che il suo amico sarebbe piaciuto alla signora… oltre alla bella giornata di mare … s’intende.

Al che Marigrazia maliziosamente chiese perchè pensava che il suo amico le sarebbe piaciuto… e lui fece un gesto eloquente… misurando sul tavolo un tratto che era più lungo del piatto di portata… “parlando di pesce… una bella murena scura…. la potrà apprezzare sicuramente…” disse…

“mmmhhhh … la murena è un piatto un poco pesante “disse lei…

“dipende da come si cucina… e lei sicuramente sa come prenderla… ”

La conversazione a base di doppi sensi continuò per un po’…

ci accordammo per il giorno dopo alle 10 al porticciolo.

Il padrone di casa se ne andò. Finimmo la cena e andammo a casa. Decidemmo di non fare l’amore anche se avevamo molta voglia. Evitammo anche di fantasticare per evitare di eccitarci troppo. Ci mettemmo a leggere e poi a dormire. Ma poco dopo Mariagrazia mi disse: “senti io mi devo masturbare… ho troppa voglia.. non riesco a dormire…”

Allora l’aiutai, leccandole dolcemente il clitoride fino all’orgasmo. A quel punto si addormentò facilmente. Io feci uno sforzo non indifferente a non toccarmi. Avevo il cazzo durissimo e mi bastava spingere sul materasso ogni tanto per tenerlo duro. Feci un grosso sforzo, mi impegnai a pensare cose di tutt’altro genere, alla fine senza accorgermene, mi addormentai anche io.

Il giorno successivo eravamo in perfetta forma. L’idea di una giornata di barca con sorpresa non era per niente male.

Al Porticciolo ci aspettava il padrone di casa e Enzo, il suo amico. Un quarantenne alto e con bei modi.

Mi ero aspettato un gozzo da pesca, ma la barca in realtà era un piccolo yacht a motore, doppio ponte, quattordici metri di lunghezza.

Una barca da ricchi… non proprio da miliardari ma insomma… è proprio vero che la fica apre un sacco di porte…

Andammo alla barca salendo sul gommone che faceva da tender e a bordo, con una certa sopresa, vidi che c’era qualcuno. Quando si sporse per lanciarci una cima vidi che era un nero, piuttosto aitante.

“ma… e quello? “chiesi al padrone di casa.

“è ahmed, il marinaio di Enzo…”stai tranquillo è un bravo ragazzo muto come un pesce…”

“veramente pensavo che saremmo stati soli…” dissi, ed ero piuttosto nervoso.

“ah ma non ti preoccupare… ahmed non sa niente… lui deve solo occuparsi della barca…”

Intervenne Enzo…”chi ahmed? ma no quello pensa solo a pregare…state tranquilli…nemmeno capisce… ”

Salimmo a bordo e prendemmo il mare… che era piuttosto calmo. Mariagrazia si stese sul prendisole e la barca prese velocità. Arrivammo a Palmarola in poco più di un’ora, gettammo l’ancora in rada e Enzo mandò Ahmed a ordinare il pranzo in un ristorante. Doveva andare, ordinare e riportare il tutto per l’una.

Marigrazia era distesa a prendere il sole, mentre io stavo in basso, nel salottino.

Il padrone di casa, mi disse: “se chiami la signora potremmo vederla apprezzare la sorpresa che le ho preparato…”

La chiamai e lei scese, gli occhi che dopo essere stati al sole cercavano di riabituarsi alla penombra, la pelle lucida di sudore e creme solari…

Io e il padrone di casa eravamo seduti su dei divanetti, mentre Enzo era appoggiato al sedile da cui guidava la barca.

“che ne dice di far conoscenza veramente con Enzo, signora?” disse il padrone di casa… indicando eloquentemente l’uomo, che era ad un metro da lui, nella zona del suo apparato genitale.

Mariagrazia seguì con lo sguardo il gesto e gli occhi si puntarono sul cavallo dei calzoni di Enzo. Calzoni corti, ampi, e che quindi non facevano capire nulla di ciò che nascondevano.

“maaa… così .. subito…” disse lei, maliziosamente… con un sorriso…”

“e perché no…”disse il padrone di casa… “vedrà che le piacerà…”

“lei permette Enzo, vero?” disse mariagrazia avvicinandosigli, giocherellando con un dito sulla sua pancia… poco sopra i pantaloncini…

“come no… prego…” rispose enzo… con voce già arrochita dall’eccitazione.

Mariagrazia passò il palmo della mano nella zona e poi strinse… “mmmmhhhh sembra che c’è parecchio… da scoprire qui…”

Massaggiò ancora, stringendo e palpando… “mmhhh sta crescendo…. il pupo…”

Enzo l’attirò a se cacciandole un palmo di lingua in bocca, smanacciandole il culo, infilando le dita sotto il costume arrivando alla fica… perchè quando la manò uscì erano bagnate.

Mariagrazia si accosciò davanti a lui, sbottonando il calzoni, che ora erano notevolmente rigonfi.

Quando lì tirò giù prendendoli dai fianchi, insieme al costume da bagno che aveva sotto una specie di grosso serpente si srotolò davanti al suo viso alzandosi immediatamente a scatti.

Lei lo prese appoggiandoselo su una guancia: “è bollente… “disse. “è enorme… non avevo mai visto un cazzo così…”

“ecco a voi la terza gamba di enzo…”disse il padrone di casa… “giù il cappello signori…di minchie del genere ce ne sono poche in giro…”

Mariagrazia lo prendeva con entrambe le mani facendo salire e scendere la pelle, leccando docile la cappella che diventava sempre più grossa e tumefatta.

Sembrava in adorazione di quel grosso idolo di carne, le mani giunte su di esso, la lingua che percorreva la carne fremente, lentamente, assaporando, le narici frementi a riempirsi del suo afrore.

Provò ad imboccarlo e quasi non riusciva. La bocca stirata mi faceva venire in mente un serpente che ne ingoia un altro, come su certe immagini del national geographic che avevo visto.

L’aiutò Enzo mettendole una sua manona sulla nuca e spingendola. Lei tossì, alcune lacrime le scesero dagli occhi. Ma non si staccò da quel cazzo maestoso che diventava sempre più grosso e gonfio.

Enzo la fece alzare e l’appoggio girata sul tavolo davanti a noi. Io e il padrone di casa avevamo il suo viso davanti come un commensale.

“ora te lo faccio assaggiare” disse Enzo.

Scostò il costume facendole divaricare leggermente le gambe in modo che fosse alla giusta altezza, poi glielo appoggiò strofinandoglielo sulle labbra dilla fica bagnate, fino a che si trovò la strada e iniziò a spngere.

Avevo davanti il viso di mariagrazia e ne coglievo ogni espressione mentre il mostro si faceva strada dentro di lei…

“mio dio… è enorme… mi sta aprendo… mi riempie… dio… ooohhh non finisce più …mammamia… che cazzo… oooohhho che cazzone…. mi apre…. mi sta aprendo… piano… ti prego piano…. aaaahhhhh ”

Enzo era abile. Ci mise almeno un paio di minuti a infilarglielo tutto. Lei strabuzzava gli occhi. PEr alcuni minuti il movimento fu lentissimo, mentre lei si bagnava sempre di più aprendosi intorno a quel cazzo da cavallo.

Quando lui iniziò a muoversi più forte lei cominciò ad urlare senza ritegno.

Le donne dicono che le misure non sono importanti ma poi con i cazzoni non solo si eccitano e colano come fontane ma godono quasi subito… riempite e toccate dentro ovunque, la fica che viene stirata, allargata, dilatata… non capiscono più un cazzo… dimenano la testa a destra e a sinistra e rovesciano gli occhi… e in quel momento perdono la testa completamente.

Il padrone di casa si alzò, con il suo pure notevole cazzo in mano e glielo mise in bocca, tirandola verso di sè.

I gemiti di mariagrazie divennero più soffocati… con l’altro tarello in bocca, ma si vedeva che pur succhiando era concentrata più sulla scopata che stava ricevendo che sul pompino… e infatti godeva tremando… la bocca aperta e scopata anche in bocca.

Il padrone di casa forse era eccitato dal giorno prima o dalla scena cui stava assistendo perché le esplose in bocca e in faccia quasi subito, con diversi schizzi di sperma che lei in parte ingoiò e in parte la presero in faccia e le rimasero attaccati come filamenti mentre l’altro continuava a sbatterla ora furiosamente, ancora per qualche minuto.

Dopodichè si tolse, la fece girare convulsamente e glielo mise in bocca appena in tempo per la monumentale sborrata, degna di quel cazzo. A fiotti bianchi e densi le riempì la bocca, colando sul mento e i seni. Lasciandoglielo leccare in adorazione fino a che non lo avesse ripulito.

Mariagrazia si alzò ed era letteralmente una maschera di sborra.

“mi tremano le gambe…” disse… ho bisogno di sedermi… si passò la sborra sui seni sulla pelle prendendola dal viso… come fosse una crema solare…

Il padrone di casa le offrì un aperitivo alla frutta.

“è stato fantastico….”disse… “hai un cazzo micidiale…”

Salimmo sul ponte. Ahmed stava tornando. Io facevo fatica a dissimulare l’erezione. Mi sedetti al tavolo con l’asciugamano sulle gambe, anche perché il costume davanti era tutto bagnato.

Frittura di pesce, pasta alle melanzane, vino bianco gelato… tutti si stavano rilassando. Solo io ero eccitato e avrei avuto voglia di godere. In qualsiasi modo e lo dissi. Ma il padrone di casa disse “su… tu puoi averla quando ti pare questa bella femmina caldissima… ora lasciacela a noi che poveri sarà solo per qualche ora…”

Il vino bianco e il sole fecero il resto. Mi appisolai sul ponte, cullato dalle onde della risacca.

Quando mi svegliai sentivo da sotto venire su i colpi cadenzati di una scopata. I gemiti di Mariagrazia. Sul ponte c’era solo Ahmed, che era impossibile che non avesse sentito. M guardava con uno sguardo indecifrabile. Mi alzai, avevo la testa pesante… e feci per andare giù, gli occhi mi si abituarono all’ombra e vidi che da dove era Ahmed si godeva non solo dell’audio, ma anche del video di quello che stava accadendo giù.

C’era Mariagrazia sul divanetto a gambe aperte e larghe e il padrone di casa davanti a lei la stava chiavando con grandi colpi. Enzo non lo vedevo.

Scesi le scale.

“mmmhhh che culo di burro…” diceva il padrone di casa…”ora sentirai…te lo preparo ben bene…così glielo sfondi…”

Infatti la stava inculando sonoramente.

Il culo di Mariagrazia ormai il padrone di casa lo conosceva benissimo. Continuò a sodomizzarla per un bel po’, la fece anche girare di nuovo appoggiata al tavolo continuando a sbatterla con forza. Fino a che le venne di nuovo in culo…

“dai… vieni qui… “a Enzo… che se ne stava di lato seduto, menandosi il cazzone, assistendo all’inculata…”ora io lo tolgo e mentre è ancora aperto ci metti il tuo… è bello morbido e ben lubrificato da una siringa di sborra calda… vedrai che entri facile anche con quella sberla di cazzo che ti ritrovi…”

Io mi alzai e misi il cazzo in bocca a mariagrazia. “così non urli…”dissi.

Enzo si pose dietro di lei e non appena l’altro uscì appoggiò la grossa cappella e spinse, entrando subito per buona metà.

Mariagrazia strabuzzò gli occhi e si divincolò, cercando di urlare… ma io le tenevo la testa giù, con metà del mio cazzo in gola e l’altro la teneva per le spalle… per cui le entrò nel culo quasi subito…

quando fu infisso fino in fondo non resistetti e le sborrai in bocca …. facendola tossire e sputare… e con la sborra che le colava dalla bocca e le lacrime dagli occhi, per la tosse o forse per il dolore di quel palo che la squartava iniziò a prendersi l’inculata più potente della sua vita…

per dieci minuti buoni l’ascoltai lamentarsi come un vitello… emettere lunghi gemiti rochi… piangere… grugnire… tremare… roteare gli occhi… godere come una vacca… fino a che Enzo non le venne anche lui nel culo… lasciandola appoggiata al tavolo, le gambe tremanti divaricate, il culo che non si richiudeva e colava sperma lungo le cosce….

la prendemmo e la facemmo appoggiare sul divanetto, per riprendersi… la baciai…

“dio quanto ho goduto… stavo impazzendo…”

“mi sa che sta impazzendo anche il ragazzo su… “disse il padrone di casa… “ha visto tutto…”

“certo che potresti anche far qualcosa per lui… ” dissi….

“tu mi vuoi morta… no… non gliela faccio…”

“e dai… poveraccio… chissà quant’è che non vede una donna… gli staranno scoppiando le palle…”

E feci l’occhietto a Enzo, il quale andò su a parlare con Ahmed.

Questi scese, dietro a Enzo. Non diceva nulla, sembrava vergognarsi dell’evidente gonfiore dei pantaloni.

“Dai… “gli disse Enzo…”la signora è d’accordo… vai da lei…”

Il ragazzo ci guardò tutti come se si aspettasse che fosse uno scherzo… poi fece quei due passi avvicinandosi a Mariagrazia che era nuda, sdraiata sul divanetto.

Lei si alzò sorridendo. Lo accarezzò sulla coscia nuda e disse: “hai voglia di me?”

Quello fece segno di sì con la testa…”

“fai sentire…”disse Mg risalendo con la mano al pacco…” eh si… sei eccitato eh… vieni qui…”

Lei era seduta sul divanetto e il ragazzo era davanti a lei. Gli tirò giù i pantaloncini e il cazzo nero, di notevoli dimensioni saltò fuori di lato, puntando deciso verso l’alto.

Mariagrazia lo impugnò e cominciò a masturbarlo, guardandolo negli occhi. “Ora ti faccio venire…” disse.

Gli mise una mano sotto le palle, l’altra che lo menava su e giù e quindi appoggiò la bocca sulla cappella.

Un lungo gemito del ragazzo e delle parole nella sua lingua e cominciò a spruzzare.

In bocca, sul viso, fra i capelli.

Mariagrazia lo fece godere con un sorriso, asciugandosi il viso con una salviettina.

“uauu eri carico eh… mi hai affogata…”

QUello ringraziò e si rivestì, quindi scappò di sopra… “e bravo Ahmed … “gli disse Enzo.

“ragazzi mi avete distrutta… non riesco a camminare…” disse Mariagrazia alzandosi… “ora mi voglio riposare… e poi fare un bagno… è stato meraviglioso…”

Salimmo tutti sul ponte e continuammo a bere.

Queste si che sono vacanze…

Autore Pubblicato il: 23 Marzo 2011Categorie: Racconti Cuckold, Racconti di Dominazione, Trio0 Commenti

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