Leggi qui tutti i racconti erotici di: robertino48

Edgardo L.,55 anni, illustre economista, si apprestava a partire da Torino per Lecce, dove avrebbe dovuto tenere un seminario il giorno seguente.
Aveva scelto il treno per comodità, uno dei pochi intercity notte che conservavano ancora le carrozze letto, sarebbe partito alle 20 circa ed arrivato alle 9 del giorno dopo, riposato, pronto a lavorare e sarebbe ripartito poi la sera con il treno omologo.
Come era sua abitudine, aveva prenotato un posto basso in uno scompartimento doppio uomo, in questo modo il più delle volte viaggiava solo e, per di più, risparmiava.
Era arrivato puntuale a Porta Nuova ed aveva trovato il treno già pronto sul binario, il cuccettista, nel dargli la bottiglietta di acqua minerale, gli aveva confermato che era l’ unico prenotato nella cabina e la cosa l’ aveva messo di buon umore, era difficilissimo che qualcuno chiedesse di occupare il posto estemporaneamente.
Edgardo prese possesso del suo posto ed ispezionò la cabina, nell’ armadietto a specchio sopra il lavandino c’ erano ben tre asciugamani, guardò sotto, la cabina era fornita del pitale, cosa molto comoda visto che la prostata cominciava a dare segno di sé e a volte era costretto ad alzarsi per pisciare a metà nottata e non volava farla nel lavandino.
Si spogliò rimanendo in boxer e canottiera, non aveva portato pigiama, faceva caldo, si mise nel letto con un libro in attesa che il treno partisse da lì ad alcuni minuti, quando udì una giovane voce femminile concitata
‘Ho assolutamente bisogno di un posto!!’
‘Ma signorina, le ho già detto che non ho nessun posto donne libero’
‘Signora prego, faccia il possibile, anche l’ impossibile, devo assolutamente poter riposare per arrivare a Lecce in condizioni di poter lavorare!!’
‘Signora le ho già detto che non ho posti donna, c’è solo un posto uomo ancora libero,ma non credo sia possibile che lei lo occupi’
A quelle parole Edgardo rabbrividì, un’ altra persona nella cabina e per di più una donna, era la fine della libertà
‘Io non ho problemi, non mi mangerà mica, né io mangerò lui, cercherò di non dare fastidio, per favore chieda al signore se può ospitarmi, la prego!!!’
‘Non è assolutamente regolare, ma, comunque, avanzerò la sua richiesta’
Edgardo sentì bussare e senza muoversi dal letto aprì la sicura della porta
‘Mi scusi signore, c’è qui una signora’.’
‘Ho già sentito tutto, come lei ha già detto non è assolutamente regolare”’
‘La prego, la prego, la prego!!!’
Edgardo si intenerì, non aveva ancora visto la signora in questione, ma la vocina gli piaceva
‘E va bene, signora, cercheremo di convivere per una notte, si accomodi’
La signora entrò e richiuse la porta dietro le sue spalle, Edgardo la guardò: era una ragazza sui trent’anni, appena formosa, un caschetto di capelli biondi tagliati quasi alla maschietto, indossava una gonna blu,corta, plissettata che metteva ben in risalto un culetto tornito, una camicetta bianca ed un bolerino della stessa stoffa della gonna
‘Piacere Chiara M.’
‘Piacere Edgardo L.’
‘Sono una avvocato e devo andare giù per una causa, per il vero il titolare è mio padre che mi ha cooptata, ma lui non è potuto partire all’ ultimo momento e quindi vado giù io per l’istruzione del procedimento e la costituzione delle parti, l’ aereo, mi fa paura e per questo ho scelto il treno’
‘Io, invece sono un economista, e vado giù per un seminario all’ università. Mi deve scusare, ma non prevedevo una presenza femminile, non ho pigiama e sono solo in intimo’
‘Non si formalizzi, anche io non ho niente per la notte, sono stata catapultata così in fretta che non ho avuto il tempo di organizzarmi, se permette mi sistemo anch’io’
Edgardo fece finta di girarsi, ma spiò di nascosto la ragazza che si spogliava, al di sotto degli abiti indossava solo un body di pizzo bianco, allacciato al cavallo con il posteriore a perizoma, che le faceva anche da reggiseno, la mise era completata dalle calze autoreggenti, quando salì per la scaletta lo spettacolo era veramente arrapante ed Edgardo rimediò una erezione prepotente, le sarebbe saltato addosso, ma si sarebbe dovuto accontentare solo di una sega sommessa, fatta cercando di non farsi sgamare.
Il treno si era mosso da alcuni minuti quando Edgardo sentì la ragazza borbottare
‘Accidenti, che seccatura,che rottura’.’
‘Qualcosa che non va, posso aiutarla?’
‘No,no, è solo che mi devo rivestire, per la fretta non sono andata in bagno e non vorrei avere necessità durante la notte’
A Edgardo venne un’idea perversa
‘Se la cosa non la disturba e se deve solo fare la pipì la può fare anche qui senza uscire’
‘La cosa non mi disturberebbe, non sono così pudica, ma l’ idea di appollaiarmi sul lavandino per pisciare mi disturba, preferisco uscire’
‘Ma no, non nel lavandino, c’è il vaso da notte’
‘Eh?’
‘Si c’è il pitale, io lo uso talvolta, sa l’ età”
Così dicendo Edgardo si alzò dal suo giaciglio e prese il vaso dal suo alloggiamento, mentre la ragazza scendeva dalla sua cuccetta
‘Vede?’
Chiara guardò con un po’ di diffidenza il vaso, poi slacciò i bottoncini del body, mettendo in evidenza una fichetta depilata alla brasiliana con solo un piccolo ciuffetto rado sul pube, prese il vaso e lo sistemò tra le cosce aperte, ma il movimento del treno la faceva oscillare
‘Troppo difficile, dovrei reggermi, altrimenti la farò tutta fuori!!’
‘Non si preoccupi, mi dia il vaso, lo tengo io e lei può appoggiarsi’
Chiara si appoggiò con le mani al bordo della cuccetta piazzandosi a gambe divaricate con le ginocchia un po’ flesse ed Edgardo le sistemò il vaso poco sotto la fica
‘OK, così va bene’
Chiara si lasciò andare ed un flusso dorato scese rumoreggiando nel vaso, Edgardo la guardava estasiato, il rivolo scendeva dalla fica nel vaso, ma essendo le labbra non ben aperte una piccola parte scolava lungo le cosce, poi Chiara si spremette un po’ per eliminare le ultime gocce ed inavvertitamente cacciò una piccola scorreggia, lo spettacolo era veramente arrapante ed Edgardo andò in una erezione che fece fare capolino al cazzo dalla patta del boxer
‘Mi sento più leggera, mi scusi per la scorreggina, mi è scappata!!’
‘Si figuri, sono cose naturali, con me non si deve formalizzare’
‘Dovrei asciugarmi, mi è scolata un po’ di pipì sule cosce’
Edgardo posò il pitale nel suo alloggiamento poi prese uno degli asciugamani dall’ armadietto e glielo porse
‘Usi questo, ce ne sono altri due per il viso domani mattina’
‘Grazie’
La ragazza si asciugò accuratamente, poi posò il telo su bordo del lavandino e si accorse della erezione di Edgardo
‘Vedo che la situazione le ha fatto un certo effetto, per la verità anche a me!!’
Poi accennò a riallacciare il body, ma rinunciò subito
‘Meglio lasciarlo aperto, così tengo un po’ la passerotta all’ aria, poi questi body sono molto sexy, mio marito ne va pazzo, ma sono anche scomodi, lo string dietro sega il buco del culo’
‘Si forse è meglio lasciarlo slacciato, lei è sposata? Cosi giovane, avrà 27-28 anni’
‘Si sono sposata e ho anche una figlia, poi non sono così giovane ho quasi 32 anni, beh, buonanotte’
Chiara salì per la scaletta ed Edgardo poté ammirare il movimento del culo e delle labbra della fica, libere dalla costrizione della biancheria e si eccitò ulteriormente, non appena la ragazza si fu coricata e fu spenta la luce, prese l’ asciugamano e se lo portò al naso, inspirò profondamente per apprezzare l’odore di donna, poi se lo mise sul cazzo, si sarebbe sparato una sega memorabile e ci avrebbe sborrato dentro, mentre si segava sentì un cigolio provenire dal letto superiore ed un ansimare: Chiara si stava sditalinando, la cosa lo fece infoiare ulteriormente e mentre veniva, sborrando nell’ asciugamano, udì un grido soffocato: anche Chiara era arrivata all’ orgasmo, poi fu il silenzio erano ormai le 22 e per entrambi venne un sonno ristoratore.
Erano circa le 2 quando la natura richiamò Edgardo alla realtà, doveva pisciare, si alzò il più silenziosamente possibile, accese la lucina del suo giaciglio e prese il pitale, tirò fuori il cazzo semi eretto dal boxer e fece una lunga pisciata, tenendo il pene con una mano ed il vaso con l’ altra in un precario equilibrio, poi sgrullò il pisello e finì di asciugarlo con il famoso asciugamano raccogliendo lo sgocciolamento finale, quindi riposò il vaso nel suo alloggiamento e si ricoricò, aveva fatto attenzione ad essere il più silenzioso possibile per non disturbare Chiara, ma aveva avuto l’ impressione che, per un istante, una testolina bionda si fosse affacciata ad osservarlo mentre pisciava, non ne era sicuro, ma ne aveva avuto la sensazione, beh, come lui aveva visto lei anche lei aveva il diritto di vedere lui pisciare, uno a uno, palla al centro, spense la lucina e si rimise a dormire.
Verso le 6 Edgardo aprì un occhio, nonostante la tendina abbassata trapelava un po’ di luce dal finestrino, si sarebbe alzato volentieri, ma non voleva disturbare l’ inquilina del piano di sopra, era indeciso sul da farsi quando sentì un po’ di movimento, Chiara si stava svegliando, sentì il rumore inconfondibile di una scorreggia: era sveglia; Edgardo si alzò, doveva pisciare, stava per prendere il vaso quando sentì una vocina
‘Buongiorno, deve fare pipì?Questa notte ho visto che aveva qualche problema a mantenere l’equilibrio, come me d’altra parte, aspetti che l’ aiuto, e poi devo farla anche io’
Chiara scese rapidamente, mettendo in bella evidenza il culetto, Edgardo le porse il vaso ma lei si schernì
‘Il vaso lo tenga lei, io preferisco tenere il passerotto, lei la mia passerina non la può tenere, ma io il suo passero sì!!’
Edgardo rimase inebetito e non riuscì a reagire quando Chiara gli afferrò il cazzo e lo puntò verso il pitale, automaticamente prese a pisciare e Chiara si divertì a dirigere il getto ora qua ora là, aspettò che finisse anche di sgocciolare, lo agitò bene per sgrullarlo, provocando una iniziale erezione poi si mise a cosce aperte
‘Ora tocca a me, mi scappa da morire, se aspetto ancora la faccio per terra!!’
Edgardo le mise sotto il vaso e Chiara mollò una lunga pisciata che le bagnò anche l’interno delle cosce, poi prese l’ asciugamano, lo guardò, lo annusò
‘è pieno di sborra e io non sto facendo contraccezione, mmmhhh, come faccio adesso?’
Edgardo intanto aveva posato il vaso, si girò verso Chiara
‘Non c’è problema, adesso provvedo’
Spinse la ragazza, sempre a cosce aperte verso il suo letto in modo da esporre bene la fica, si inginocchiò e prese a leccarla raccogliendo con la lingua le gocce disperse di piscia, iniziò dalle cosce, prima a destra e poi a sinistra, per risalire verso l’alto, raggiunse il buco del culo, lo annusò, l’ effetto scorreggia si faceva sentire, ma era un buon profumo di culo, lo leccò, incurante che ci potessero essere tracce di merda, anzi affondò un po’ la lingua nella rosa plissettata, quindi si dedicò alla fica, la leccò da dietro in avanti, affondò la lingua in vagina, si trattenne un po’ sul meato dell’ uretra, poi raggiunse il clitoride, lo leccò, lo succhiò delicatamente, poi lo leccò di nuovo; Chiara era impotente, si lasciava leccare ed una sensazione di calore le saliva fino alle mammelle facendole inturgidire, i capezzoli divennero duri, eretti e lei prese a torturarli con le mani, avrebbe voluto che qualcuno glieli succhiasse, ma Edgardo stava già succhiando altro ed una sensazione di languore la avvolse, Edgardo tornò alla vagina, poi al buchino della pipì, Chiara si agitò tutta e sentì l’ orgasmo che le montava, strinse la testa di Edgardo tra le cosce nello spasmo, poi si rilasciò tutta mollando un fiotto di piscia e ciprino in bocca all’uomo, nessuno l’aveva fatta godere così.
Edgardo si rialzò, guardò la ragazza afflosciata, quasi fosse un pupazzo di pezza, il cazzo era diventato durissimo e fuoriusciva dalla patta dei boxer, si sarebbe masturbato e la avrebbe ricoperta di sborra se non avessero bussato alla porta, era il cuccettista, Edgardo si ricompose alla meno peggio ed aprì uno spiraglio, ritirò i caffè ed i giornali e richiuse, il momento magico era passato, ma il cazzo tirava ancora; intanto Chiara si era ripresa e vide il cazzo prepotente
‘Poverino, ha proprio bisogno di una mano!!’
Afferrò il pene e cominciò a segarlo, Edgardo era così eccitato che bastarono pochi colpi a farlo sborrare, con un getto che colpì chiara sul petto, la ragazza ne raccolse un poco e lo portò alla bocca
‘è proprio buono, meglio di quello di mio marito, è più dolce, mica è diabetico?’
‘No,no, è solo sborra di prima qualità!!’
Bevvero il caffè, poi presero a risistemarsi,si lavarono sommariamente Edgardo riuscì anche a radersi, ormai mancava poco all’ arrivo, approfittarono del pitale per un’ultima pisciatina e si ricomposero in attesa dell’ arrivo
‘Avvocato, ha molto da fare in tribunale?’
‘No, devo solo sbrigare delle formalità, mettere un po’ di firme, anche per conto di mio padre che mi ha fatto la delega e poi ho finito, e lei professore?’
‘Io devo solo tenere un seminario all’ università, poi ho una riunione nel pomeriggio e riparto questa sera e lei si trattiene?’
‘No, anche io ripartirei questa sera, devo solo vedere se riesco a prenotare un posto’
Edgardo ebbe una folgorazione
‘Vediamo se è libero il posto nello scompartimento che ho prenotato, possiamo fare il ritorno insieme’
Scesi alla stazione si recarono all’ ufficio assistenza al pubblico e riuscirono a prenotare il posto
‘Sono proprio contenta, non ho mai avuto un compagno di viaggio così interessante, spero che lei voglia continuare i discorsi intrapresi’
‘Certamente, spero che anche lei voglia riprendere da dove abbiamo lasciato, potremmo arricchire le nostra conoscenze, allora a stasera, buon lavoro’
‘A stasera, buon seminario!!’

Stazione di Lecce ore 22, Edgardo era già salito sul treno ed aveva preso posizione nella cabina, ma di Chiara nessuna traccia, che fine poteva aver fatto? Il tribunale chiudeva alle 18 e, per quanto volesse cenare, aveva tutto il tempo, ore 22,05, mancavano 5 minuti alla partenza quando si vide una piccola figura, trafelata, che correva verso la carrozza letto che stava già per chiudere: era Chiara.
‘Avvocato, temevo che non venisse e perdesse il treno, come mai tanto ritardo?’
‘Ho finito un po’ tardi in tribunale, più tardi di quanto pensassi, poi ho perso tempo per un acquisto, e poi ho mangiato una cosa ed eccomi qui’
Stavano ancora parlando che il treno si mosse con qualche scossone, Chiara sollevò la gonna
‘C’è il vasino? Ho la pipì che mi scappa da morire, l’ho fatta questo pomeriggio in tribunale ed ora non la tengo più!!’
Edgardo prese il vasino dall’alloggiamento e lo piazzò tra le cosce di Chiara che, intanto, aveva slacciato il bodino con la pattina già umida, pronta a liberarsi,
‘Ah, che sollievo, non ce la facevo proprio più, credo di essermi anche bagnata un po’, o forse mi sono bagnata dalla voglia, in tribunale non facevo che pensare a questa notte, me la sarei sgrillettata davanti a tutti, se avessi potuto, mi sono limitata invece solo a stringere le cosce ed a massaggiarmi così la passerina, che ha reagito a dovere, ma ora sono qui, finalmente”
Chiara parlava come un fiume, mentre un fiume di piscia defluiva dalla fica, sotto gli occhi di Edgardo il cui cazzo reagiva visibilmente
‘Cara avvocato, ne aveva proprio tanta da parte, ha riempito il vasino”
‘Edgardo, diamoci del tu, cosa è questa pantomima del lei, io sono con la passera all’aria che piscio, e tu sei con il cazzo in tiro, che ne dici’?’
‘OK, è meglio, ci dà più libertà”
Edgardo ripose il pitale nell’alloggiamento e prese una tovaglietta per Chiara che la guardò distaccata
‘Grazie, ma preferirei una asciugatura come quella di questa mattina”
Edgardo la sospinse sul letto e Chiara si distese con le cosce aperte e la fica in bella esposizione, poi si inginocchiò e tuffo il viso tra le cosce di lei con la lingua protesa a lapparla, Chiara rabbrividì, sentì un fuoco che le saliva dalla fica in su e si protese, mentre Edgardo assaporava il gusto asprigno della passera che portava le tracce degli umori di tutta la giornata, scese verso la plissettatura del buchino che portava le tracce di qualche scorreggina sfuggita nella giornata, lo toccò con la punta della lingua e questo reagì contraendosi, poi si rilasciò e potette penetrarlo un po’, ritornò sulla fica, percorse le labbra e risalì al clitoride, lo succhiò facendo partire una serie di brividi che scossero Chiara che prese ad agitarsi in un orgasmo per poi giacere immobile abbandonata; Edgardo aveva il cazzo che scoppiava dentro i vestiti, in effetti non si era ancora spogliato, e nemmeno Chiara, si tolse la camicia ed i calzoni mettendo in mostra il bozzo dell’uccello che sembrava dovesse perforare le mutande, Chiara era lì, inerme ed inerte, avrebbe potuto approfittarne, ma era un signore, poteva esserle figlia, forse una bella pisciata’, in realtà anche lui era tempo che la teneva, l’avrebbe raffreddato, prese il pitale, estrasse il passero dalle mutande puntandolo verso la parete del vasino e, pur con qualche sforzo, prese a pisciare, Chiara sentì il fruscio dell’urina ed aprì un occhio
‘Edgardo, ti serve aiuto?Vuoi che ti regga il vasino? O preferisci che regga il pisello?’
Così dicendo si avvicinò e prese in mano il cazzo ancora duro
‘Come è bello, tanto bello, duro e proporzionato, lungo abbastanza, ma non eccessivo, grosso, ma abbastanza affilato da entrare in culo, proprio bello, cento volte meglio di quello di mio marito!!’
Edgardo aveva finito di pisciare, Chiara si chinò e prese in bocca la punta per raccogliere le ultime gocce
‘Ti farei un pompino, ma ho altri programmi per la notte, vedrai!!!’
Chiara si tolse il bolerino, sfilò la gonna e levò la camicetta, rimanendo con il body slacciato
‘Girati un momento’
Edgardo obbedì, sentì un fruscio prima di carte, poi di stoffa leggera
‘Ora puoi voltarti’
Edgardo si voltò e la vide: Chiara aveva indossato una specie di babydoll di velo rosa, con una camicina a lembi sovrapposti sul davanti che si aprivano ad ogni movimento e due fori al di sopra del taglio del busto da cui fuoriuscivano le mammelle un po’ sostenute, al di sotto una mutandina con al cavallo un ampio spacco che lasciava fuoriuscire le labbra della fica
‘Ti piace? L’ ho preso in un sexy shop, per quello ho fatto tardi, non è facile per una signora per bene farsi indicare un negozio del genere, ma ci sono riuscita!! Allora ti piace? Ufficialmente l’ho preso per quel bacchettone di mio marito, in realtà l’ho preso per te!!’
‘Per me? E perché? Certo che mi piace, sei proprio arrapante, ma vorrei capire che programmi hai in mente’
‘Mmmhh’Non so, tanti non ben definiti, uno però ben chiaro: ti voglio scopare, oppure voglio essere scopata da te, cambiando l’ordine dei fattori il prodotto non cambia, uguale ti voglio dentro!!’
Edgardo era stupefatto, mai aveva avuto una proposta così diretta, poi da una donna che avrebbe potuto essere sua figlia, ma il suo cazzo non si meravigliò come lui e si mise in tiro, tendendo la stoffa delle mutande ed affacciandosi all’elastico
‘Così va bene, lo voglio duro e voglioso, pronto a sputarmi dentro tutta la sua sborra, ma non subito, ti voglio cucinare prima un pochino!!’
Chiara si accertò che la sicura della porta fosse ben chiusa, poi sfilò la maglia intima di Edgardo, lo accarezzò graffiandogli dolcemente il petto con le unghie, facendolo rabbrividire, poi passò a graffiare la schiena percorrendo tutta la colonna dal collo fino ai lombi, Edgardo era fermo, si lasciava ghermire dalle sensazioni, Chiara prese in bocca il lobo di un orecchio, mente ne stropicciava l’altro, poi li abbandonò, scese con le mani lungo i fianchi, agganciò l’elastico delle mutande e le abbassò dando sfogo al cazzo eretto, le abbassò alle caviglie ed Edgardo, con un piccolo movimento, se ne liberò, Chiara accarezzò l’uccello, retrasse il prepuzio scoprendo il glande, poi si dedicò ai testicoli, li soppesò, li strinse dolcemente
‘Che belle palle che hai, hai due coglioni pieni di seme, proprio quello che serve per me!!’
‘Bimba, scusami se ti chiamo così, ma non sei sposata? Mi hai detto che sei senza contraccezione, che ti è successo?’
‘Certo che sono sposata, ho anche una figlia, ma per averla’,mio marito non è impotente, ma mezzo sterile sì, lo abbiamo scoperto dopo esserci sposati, visto che non facevamo figli, ha fatto tante cure per farmi restare incinta’, poi non è un gran che dotato c’ha un cazzettino che mi balla dentro e poi due colpi e via, mi spruzza dentro due goccine ed ha finito e mi lascia a dover terminare a mano, anche adesso che vorremmo un altro figlio è in cura’.; questa mattina quando il cuccettista ci ha interrotti mi sarei fatta infilare, poi ti ho segato ed ho visto quanta sborra produci, roba che non ho mai vista; ti ho pensato per tutta la giornata ed ho presa una decisione: sono in calore, voglio restare incinta da te, ma prima mi voglio gustare la serata!!’
‘E se ti metto incinta che ne dirà tuo marito!!??’
‘Ah quel coglioncino non si accorgerà di niente, domani sera mi rimetto il babydoll, gli faccio due moine, mi faccio scopare, così penserà che il figlio è suo’., che ne dici?’
‘Dico che voi donne siete proprio stronze, ma sei una stronza adorabile, con una fica da favola, tutta da mangiare”
‘E, allora, mangiala!!’
Edgardo non se lo fece ripetere, risospinse sul letto Chiara che si era liberata del baby doll e lei si rimise a cosce aperte mettendo in esposizione la fica ancora umida dell’orgasmo precedente, Edgardo la guardò, era rosea, appena arrossata sui bordi ed un filo di liquido scolava dalla vagina verso il buco del culo, si avvicinò e la annusò, odorava ancora di piscio, scese ad annusare la rosellina del culo che portava piccolissime tracce di merda, l’odore era caratteristico, ma a lui piacque, divaricò con le dita le labbra a scoprire il clitoride che era contornato da un po’ di smegma, certamente Chiara non aveva fatto un bidet e, quindi, era tutta al naturale.
Chiara fremeva, a cosce aperte aspettava che Edgardo facesse qualcosa, la fica le tirava, si sarebbe fatta volentieri un ditale, ma voleva che Edgardo la leccasse, la maneggiasse, insomma che avesse preso l’iniziativa.
Edgardo inumidì con la saliva l’indice ed il medio della mano destra, li infilò in vagina ed andò a cercare il punto G, percorse con le dita tutta la parete anteriore della vagina dal dietro in avanti e si accorse di averlo raggiunto quando Chiara ebbe un tremito, prese a massaggiarlo lentamente, schiacciandolo contro il pube che lo sovrastava mentre con il pollice cominciò a titillare il clitoride.
Chiara si sentiva illanguidire, una strana sensazione di calore si diffondeva dalla fica, si spargeva verso il buchino del sedere, poi risaliva in avanti avvolgendola sino alle mammelle che si erano fatte dure con i capezzoli in erezione.
Edgardo, continuando a massaggiarle la fica prese in bocca un capezzolo e iniziò a succhiarlo dolcemente.
Chiara fu percorsa da uno spasmo, si irrigidì un istante, poi allungò una mano ed impugnò il cazzo di Edgardo che svettava in una poderosa erezione e prese a segarlo lentamente.
‘Continua, mi stai facendo impazzire, pensavo che volessi leccarmela, ma questo mi piace, ti voglio segare un po’, ma non devi venire, la sborra la voglio tutta dentro al momento giusto’
‘Tra un po’ te la mangio, ed anche tu avrai pane per i tuo denti, anzi per le tue labbra e la lingua’
Edgardo sfilò le dita e rivoltò Chiara, mettendosi sotto con il culo di lei rivolto verso la sua testa e la fica a portata di bocca, iniziò a percorrere tutta la fessura con la lingua dall’avanti indietro, poi strinse la lingua a cono e la infilò in vagina mentre le penetrava il buco del culo con un dito.
Chiara stava impazzendo, mai aveva avuto un trattamento simile, le sensazioni si sovrapponevano, ora di spasmo ora di rilasciamento, ora di caldo ora di brivido, imboccò il cazzo di Edgardo che le penetrò fino i gola quasi a soffocarla, lo sfilò, lo strinse, si attaccò allo scroto e schiacciò le palle, era al culmine, si rigirò con le cosce e la fica aperte.
‘Chiavami!! Mettimelo dentro e chiavami!! Non ne posso più!! Scopami, sborrami dentro!!’
Edgardo le infilò dentro il cazzo duro da morire, cercò di chiavarla lentamente, ma era anche lui allo spasimo, iniziò a pomparla sempre più forte fino a sborrarle dentro in uno spasmo che lo fece irrigidire tutto prima di crollare.
La sborrata frustò l’utero di Chiara che si contrasse in uno spasmo quasi doloroso, Chiara si irrigidì tutta poi si rilasciò mentre Edgardo si abbatteva su di lei.
Rimasero così, in trance, per alcuni minuti, poi Edgardo si mosse e sfilò il cazzo, che si stava smosciando, dalla fica di Chiara da cui prese a gemere un filo di sborra.
‘Mettimi un cuscino sotto il culo, rialzamelo, non voglio perdere neanche una goccia del tuo seme, è troppo prezioso’
Edgardo la assecondò, Chiara era lì dolcemente distesa, le ginocchia piegate, le cosce semiaperte, il bacino rialzato dal cuscino, Edgardo mise comunque anche un asciugamano sotto il culo, Chiara lo guardò languida
‘Sono distrutta, mi hai dolcemente distrutta, sei un toro da monta, una forza della natura, ”
Così dicendo Chiara chiuse gli occhi e cadde in un sonno ristoratore, Edgardo la guardò, era stata una delle migliori trombate della sua vita, era soddisfatto, guardò l’orologio, si era fatta mezzanotte, salì nel letto superiore e si addormentò anche lui.
Erano circa le quattro quando aprì gli occhi risvegliato da una necessità impellente, non era il caso di pisciare nel letto, quindi, cercando di essere silenzioso scese dal letto, prese il pitale e lasciò andare una pisciata ristoratrice.
‘Aspetta, non posare il vaso, devo pisciare anche io, solo che mi dispiace perdere il tuo succo”
‘Te ne posso fornire altro’
Chiara si alzò stancamente reggendosi la fica e stringendo le cosce che allargò solo all’ultimo momento, lasciando partire una violenta pisciata, mista allo scolo dello sperma, nel vaso che Edgardo le aveva prontamente messo tra di esse, Chiara stava per prendere l’asciugamano, poi ci ripensò.
‘Me la tengo bagnata, dai vieni nel letto con me, ho visto che ce l’hai di nuovo duro, mettiti a cucchiaio dietro di me e mettimelo dentro, mi piace dormire col cazzo nella fica’
Chiara si distese su di un fianco con le ginocchia piegate, tirate su verso il petto,mettendo in bella esposizione il culo e la fica, Edgardo si pose dietro di lei, puntò inizialmente verso la rosellina del culo, ma sentendo resistenza fece scivolare il cazzo verso la fica ed entrò dolcemente nella vagina lubrificata dalla sborrata precedente e si riaddormentarono.
La luce che filtrava dalla tendina abbassata li risvegliò, sarebbero rimasti più a lungo in quella posizione, ma il ticchettio del cuccettista alla porta li indusse ad alzarsi, Edgardo si sistemò alla meglio e ritirò caffè e giornali, bevvero il caffè, ne avevano proprio bisogno; Chiara prese il vasino
‘Reggilo che devo pisciare e credo che debba pisciare anche tu’
Edgardo la aiutò reggendole come al solito il vaso e Chiara emise una dolce pisciatina, un sottile rivolo che cadde con un sibilo nel vaso, seguito al termine da una sonora scorreggia puzzolente
‘Forse dovrei fare anche cacca, ma per ora la posso tenere, beh ora piscia tu’
Chiara impugno il cazzo di Edgardo e diresse il getto nel vasino
‘Come si è riempito, ne avevamo di piscia da parte, ma ora mi tira di nuovo la fica, la mia patatina ha proprio voglia di un buon cetriolo, dai che sei di nuovo in tiro, facciamola in piedi alla pecorina’
Così dicendo Chiara si appoggiò con le mani sul letto, piegandosi a squadra e mettendo in bella esposizione il culo e la passera, Edgardo appoggiò l’uccello rigido al buchino del culo, ma..
‘No, lì no, lì sono ancora vergine, un’altra volta, chissà, poi sono piena di cacca e non mi va di smerdare nello scompartimento del treno’
Edgardo si rassegnò, però quel culetto era proprio invitante, appoggiò l’uccello alla fica e quello scivolò dolcemente dentro, iniziò a stantuffare, prima lentamente, poi sempre più in fretta e profondamente, tanto che Chiara sobbalzava ad ogni penetrazione, intanto con una mano le massaggiava il clitoride e con l’ altra pastrugnava le tette; sentì la vagina bagnarsi e dilatarsi, mentre Chiara sospirava, e le si scaricò dentro frustandole il collo dell’utero e dandole un ulteriore orgasmo
‘Hai uno sperma che è una bomba, ogni volta l’utero mi va in subbuglio, quello di mio marito non lo sento affatto’
Edgardo si sfilò ed un rivolo di sperma scolò dalla vagina sul pavimento, accompagnato da una piccola pisciata
‘Oh cazzo, sono diventata incontinente, sto pisciando quasi senza accorgermene’
Chiara si asciugò con il famoso asciugamano e lo usò anche per pulire alla meno peggio il pavimento, ripiegò il babydoll e lo rimise nella confezione
‘Questo è per questa sera’
Poi si rimise il suo body
‘Non ho proprio voglia di riallacciarlo, mi sa di costrizione e poi mi si bagnerà la pattina, ma forse è meglio chiuderlo, chissà cosa possono pensare”
‘Viene tuo marito a prenderti?’
‘No, quel coglione è al tennis,’. Non può perdersi la partita per la moglie’. Forse viene mio padre, altrimenti prendo un taxi’
‘Vuoi un passaggio, ho qui la macchina’
‘No, meglio di no, qualcuno potrebbe pensare vedendo’. Piuttosto scambiamoci il numero di cellulare, così possiamo scambiarci qualche SMS’
‘Non desterai sospetti?’
‘No, non credo, poi dirò certamente che ho conosciuto in viaggio un maturo e simpatico professore di economia che mi ha fatto quasi da padre’
‘Incestuosa’..!!’
‘Ma no!! A proposito di che gruppo sanguigno sei?’
‘AB positivo, perché?’
‘Perfetto, proprio come mio marito, non ci saranno nemmeno problemi di gruppo, lo tengo in pugno. Beh siamo arrivati a sentici presto e grazie per gli stupendi orgasmi, me li ricorderò ogni volta che mi tirerò un ditalino!!’
Scesero dal treno e si separarono, Edgardo pensò se mai avrebbe rivisto Chiara.

Era passato quasi un mese quando Edgardo ricevette un SMS :
‘Mancata mestruazione, sono incinta!!’
Dopo altri tre mesi altro SMS:
‘Maschio’
Quindici giorni dopo un altro SMS di Chiara gli chiedeva il suo indirizzo, che Edgardo prontamente fornì, ed in seguito una lettera di invito a partecipare ad una festa di beneficenza, organizzata dalla famiglia di Chiara, che approfittò della occasione per presentare il – professore – che divenne tanto di casa da essere invitato a tenere a battesimo il bambino: Edgardo ufficialmente non aveva un figlio, ma quasi’: un figlioccio; e nessuno si meravigliò in seguito se Chiara con il bambino frequentava la casa di Edgardo con una certa assiduità: aveva una seconda verginità da perdere e la perse.
Ah i Wagonlit se potessero parlare!!!

Autore Pubblicato il: 27 Agosto 2013Categorie: Erotici Racconti, Racconti Erotici Etero0 Commenti

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