Leggi qui tutti i racconti erotici di: bruno55

Livia e Marco sono sdraiati l’uno di fianco all’altra, entrambi

con il fiatone; hanno terminato da poco la terza scopata dopo la

cena e sono stravolti dalla stanchezza e dalla goduria provata,

soprattutto la donna.

“Amore io sono distrutta” dice con un filo di voce “Ma ti prego,

dimmi che vuoi prendermi ancora, almeno un’altra volta”.

“Come faccio a dirti di no dopo che mi hai fatto godere cosi'” le

risponde lui; poi palpandosi l’uccello floscio e le palle sgonfie

aggiunge “Certo dovrai sudare parecchio per ritirarmelo su”.

“Che fai mi sfidi?” la voce di lei e’ di nuovo ferma, segno che

la voglia e’ ancora tanta: “Aspettami qua, dammi dieci minuti”.

Livia si alza e senza curarsi di indossare la vestaglia, esce

dalla stanza completamente nuda; entra in bagno e si da una

lunga sciacquata al viso; lo specchio riflette impietosamente i

vistosi segni rossi che ha sui fianchi e sulle tette, segno delle

strizzate che il ragazzo le ha abbondantemente elargito durante

le lunghe chiavate; poi apre il cassetto e si passa sulle dita

una crema quasi trasparente.

“Mmmmmmmhh oooooohhhh” Marco la sente gemere: “Livia cos’hai?”

chiede preoccupato, senza pero’ muoversi dal letto: “Niente, mi

sto passando la crema sui segni che ho addosso” lo tranquillizza

lei; i rumori si spostano in cucina e il ragazzo sente chiaro il

rumore del cucchiaio che sbatte in una ciotola; per cui non e’ una

sorpresa vedere riapparire la donna pochi minuti dopo, con una

ciotola ripiena di uovo sbattuto: “Livia sei un tesoro, ne avevo

proprio bisogno” le dice allungando una mano per prendere la

ciotola: “Vedo che anche tu ne hai approfittato” aggiunge nel

vederla masticare qualcosa: “Si infatti” risponde dopo aver

inghiottito “Solo che io al dolce preferisco mille volte il salato,

anzi il piccante” gli alita sul viso tradendo cosa stava mangiando:

“Ancora formaggio, ma sei senza fondo amore mio” “Si, ma c’e’ anche

un altro motivo, visto che se mi pizzica la lingua te lo rizzo piu’

facilmente quando lo prendo in bocca”.

Il ragazzo strabuzza gli occhi e ride: “Che gran troiona che sei”.

“Lo puoi dir forte amore mio, ma solo con te; e adesso sbrigati a

finire quell’uovo che non vedo l’ora di farti sentire come pizzica

la mia lingua”.

Il ragazzo non ha bisogno di altro e svuota la ciotola in meno di un

minuto; la donna, dopo avergli stampato un lungo bacio in bocca con

lingua, si tuffa letteralmente sul suo cazzo leccando avidamente la

cappella, l’asta e le palle; dopo un po’ la sua bocca comincia ad

apprezzare la mutata consistenza dell’uccello che in capo a una

ventina di minuti si trasforma in un palo, con la cappella violacea

e pulsante: “Rompimi il culo” alita la donna nell’orecchio di Marco,

per poi sdraiarsi a pancia sotto facendo vorticare le chiappone.

Lui guarda estasiato il culone della donna che si dimena e si mette

in azione; le allarga le cosce e si mette in ginocchio dietro di lei,

mentre Livia afferra un fazzoletto da sotto il cuscino e lo stringe

fra i denti; il ragazzo passa la cappella nel solco delle chiappe,

che la donna aveva riempito di vaselina, e dopo aver trovato la

posizione esatta comincia lentamente a spingere: “Mmmmmmmmmmmmmmm”

geme lei sentendo lo sfintere che cede alla spinta della cappella e

volta la testa di lato per vedere con la coda dell’occhio Marco

sopra di lei; il ragazzo vede la lacrima che le cola sulla guancia e

rallenta la spinta: “Vuoi che mi fermi?” chiede “Mmmmmmmmmmmmmmm”

risponde lei scuotendo il capo. Lui ricomincia a spingere e la donna

afferra il lenzuolo con la mano destra e inizia a torcerlo senza

smettere di gemere con il fazzoletto stretto fra i denti.

“Mmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmhhhhhhhhhhhhh” geme sentendo la spinta che

aumenta e il suo sfintere che sembra sul punto di lacerarsi e torce

con sempre maggiore forza il lenzuolo; quando il ragazzo, con un

colpo secco, fa entrare tutta la cappella, si sente distintamente

il rumore del lenzuolo che si strappa, mentre lei emette gemiti

misti a singhiozzi e le lacrime scendono copiose sulle guance: “Dai

amore mio, ti faccio riposare un po’, respira profondamente” le

dice lui, sorprendendosi per primo di queste parole, non riuscendo a

capire da dove le ha prese; tuttavia la cosa funziona e dopo un paio

di minuti la donna smette di lacrimare e fa segno al ragazzo di

proseguire con la penetrazione; spingendo sempre lentamente, con il

continuo accompagnamento dei “Mmmmmmmmhhhhh” della donna e di altre

lacrime furtive, in capo a un paio di minuti Marco sente le sue palle

che toccano le chiappe di Livia; si abbassa e le alita nell’orecchio:

“Amore come va?” “Mmmmbeneehhh” sussurra lei sempre con il fazzoletto

fra i denti; il ragazzo comincia a far ruotare il cazzo completamente

piantato dentro ed a farlo andare avanti ed indietro, iniziando con un

movimento lentissimo che diventa sempre piu’ rapido; i mugolii della

donna, sempre con il fazzoletto fra i denti, diventano sempre piu’

frequenti ed aumentano di volume, finche’ dopo quasi cinque minuti

Livia sputa il fazzoletto: “Dai dai daiiiiiii…… spingiiiiiiiii”

sono le sue prime parole dall’esortazione a romperle il culo di quasi

mezz’ora prima: “Ooooooohhhhh siiiiii e’ bellissimoooooooohhhhhh……

oddioooooo che cazzo che hai ……. siiiiii vengoooooooohhhhhhh”.

Infoiato, Marco inizia a sbatterla sempre piu’ forte: “Aaaahahhhhh

siiiii com’e’ duroooooo …… siiiii sfondamelo tuttoooooohhhhhhh…

vengo ancoraaaahhhhhhhhhhhh”.

La cavalcata dura per quasi tre quarti d’ora, al termine dei quali

Marco inonda lo sfintere della donna con una sborrata caldissima;

“Aaaaahhhh” continua a gemere lei mentre lui le si sdraia sopra,

sempre con il cazzo dentro: “Mio Dio ho perso il conto, alla fine

venivo in continuazione” riesce a dire dopo un po’. Il ragazzo dopo

aver ripreso fiato inizia ad estrarre lentamente l’uccello dal culo

tumefatto di Livia: “Aaaaaaahhhhh” geme lei quando la cappella esce

dallo sfintere con uno schiocco che si sente per tutta la stanza:

“Adesso si che sono sazia” sussurra la donna “Anche io” le fa eco

Marco; la sveglia segna mezzanotte e un quarto e i due si stringono

e tirano su le coperte; Livia spegne l’abat jour e neanche un minuto

dopo entrambi stanno gia’ russando fragorosamente.

—–

Il weekend di sesso sfrenato e’ terminato, con grande disappunto di

Marco che sta rientrando a casa; anche Livia era molto triste quando

si sono salutati con un forte abbraccio e un lunghissimo bacio in

bocca; la domenica e’ andata come il sabato, con scopata appena svegli,

colazione, doppia scopata prima di un pranzo abbondante e, dopo un

breve riposo, altre due lunghe scopate, alternando figa e culo. Poi

doccia insieme con nuova scopata sotto l’acqua.

Marco citofona e la madre gli apre subito, quasi come lo aspettasse

dietro al citofono; sale le scale e la vede sorridente dietro la porta:

“Bentornato amore di mamma” gli dice stampandogli due grossi baci sulle

guance e stringendolo forte a se: “Mi sei mancato lo sai?” “Anche tu mi

sei mancata” e quando alla fine si staccano Marco nota l’abbigliamento

di sua madre, con la solita vestaglia un po’ piu’ scollata del solito,

che lascia ben visibile l’incollatura dell’enorme seno della donna.

Dopo avergli chiesto com’e’ andato il weekend, Maria manda il ragazzo a

cambiarsi, la cena e’ pronta; cinque minuti dopo i due sono seduti a

tavola, davanti a una fettina di vitella, un’insalatiera di lattuga e,

neanche a dirlo, un piatto con due fette di formaggio piccante.

Discutendo del piu’ e del meno, madre e figlio svuotano i due piatti di

carne, l’insalatiera e il piatto del formaggio.

Poi lei chiede al figlio di aiutarla a sistemare e si dividono i compiti,

Marco lava i piatti e le padelle e Maria pulisce la cucina.

“Mamma io me ne vado a letto, sono distrutto” dice il ragazzo dopo che

hanno finito; lei lo guarda con dolcezza e risponde: “Vado anche io a

letto. Senti, posso chiederti una cosa?” “Certo mamma dimmi pure” “Ti

va di dormire insieme? Stanotte mi sono sentita veramente sola” mente

spudoratamente: “Certo mamma volentieri” risponde con voce imbarazzata

Marco; nonostante il lungo weekend di sesso, la vista della madre e il

pensiero di dormire insieme a lei gli risveglia un certo desiderio che

scaccia prontamente.

Marco si sistema sul lato del letto di solito riservato al padre, mentre

Maria va in bagno a cambiarsi; quando rientra in stanza, indossa una

camicia da notte, anche quella con i due bottoni superiori aperti, che

lascia ancora di piu’ intravedere le enormi zinne; il ragazzo non puo’

poi fare a meno di notare che la madre non ha il reggiseno. La donna si

sdraia sul suo lato e spegne la luce; Marco sente subito la mano della

donna che afferra il suo braccio: “Vieni amore di mamma, abbracciami

fortissimo” “Ma mamma….” “Dai su vieni” lo tira a se e al ragazzo

sembra quasi di impazzire sentendo l’enorme seno della madre schiacciato

sul suo petto, anche se gli abiti li separano, e l’alito bollente di lei.

Nel buio della stanza si possono sentire movimenti leggeri provenire

dal letto, come uno strusciare, un movimento che causa il cigolio della

rete, parole sommesse e risatine, finche’ il silenzio viene rotto dalla

voce di Marco: “Oooooooohhhhhhhhh” a cui fa subito eco quella di Maria:

“Aaaaaaaaaaaaaaaaaaaahhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh”…..

 

 

Autore Pubblicato il: 10 Settembre 2019Categorie: Racconti Cuckold, Racconti erotici sull'Incesto, Racconti Gay0 Commenti

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