Livia e Marco sono sdraiati l’uno di fianco all’altra, entrambi
con il fiatone; hanno terminato da poco la terza scopata dopo la
cena e sono stravolti dalla stanchezza e dalla goduria provata,
soprattutto la donna.
“Amore io sono distrutta” dice con un filo di voce “Ma ti prego,
dimmi che vuoi prendermi ancora, almeno un’altra volta”.
“Come faccio a dirti di no dopo che mi hai fatto godere cosi'” le
risponde lui; poi palpandosi l’uccello floscio e le palle sgonfie
aggiunge “Certo dovrai sudare parecchio per ritirarmelo su”.
“Che fai mi sfidi?” la voce di lei e’ di nuovo ferma, segno che
la voglia e’ ancora tanta: “Aspettami qua, dammi dieci minuti”.
Livia si alza e senza curarsi di indossare la vestaglia, esce
dalla stanza completamente nuda; entra in bagno e si da una
lunga sciacquata al viso; lo specchio riflette impietosamente i
vistosi segni rossi che ha sui fianchi e sulle tette, segno delle
strizzate che il ragazzo le ha abbondantemente elargito durante
le lunghe chiavate; poi apre il cassetto e si passa sulle dita
una crema quasi trasparente.
“Mmmmmmmhh oooooohhhh” Marco la sente gemere: “Livia cos’hai?”
chiede preoccupato, senza pero’ muoversi dal letto: “Niente, mi
sto passando la crema sui segni che ho addosso” lo tranquillizza
lei; i rumori si spostano in cucina e il ragazzo sente chiaro il
rumore del cucchiaio che sbatte in una ciotola; per cui non e’ una
sorpresa vedere riapparire la donna pochi minuti dopo, con una
ciotola ripiena di uovo sbattuto: “Livia sei un tesoro, ne avevo
proprio bisogno” le dice allungando una mano per prendere la
ciotola: “Vedo che anche tu ne hai approfittato” aggiunge nel
vederla masticare qualcosa: “Si infatti” risponde dopo aver
inghiottito “Solo che io al dolce preferisco mille volte il salato,
anzi il piccante” gli alita sul viso tradendo cosa stava mangiando:
“Ancora formaggio, ma sei senza fondo amore mio” “Si, ma c’e’ anche
un altro motivo, visto che se mi pizzica la lingua te lo rizzo piu’
facilmente quando lo prendo in bocca”.
Il ragazzo strabuzza gli occhi e ride: “Che gran troiona che sei”.
“Lo puoi dir forte amore mio, ma solo con te; e adesso sbrigati a
finire quell’uovo che non vedo l’ora di farti sentire come pizzica
la mia lingua”.
Il ragazzo non ha bisogno di altro e svuota la ciotola in meno di un
minuto; la donna, dopo avergli stampato un lungo bacio in bocca con
lingua, si tuffa letteralmente sul suo cazzo leccando avidamente la
cappella, l’asta e le palle; dopo un po’ la sua bocca comincia ad
apprezzare la mutata consistenza dell’uccello che in capo a una
ventina di minuti si trasforma in un palo, con la cappella violacea
e pulsante: “Rompimi il culo” alita la donna nell’orecchio di Marco,
per poi sdraiarsi a pancia sotto facendo vorticare le chiappone.
Lui guarda estasiato il culone della donna che si dimena e si mette
in azione; le allarga le cosce e si mette in ginocchio dietro di lei,
mentre Livia afferra un fazzoletto da sotto il cuscino e lo stringe
fra i denti; il ragazzo passa la cappella nel solco delle chiappe,
che la donna aveva riempito di vaselina, e dopo aver trovato la
posizione esatta comincia lentamente a spingere: “Mmmmmmmmmmmmmmm”
geme lei sentendo lo sfintere che cede alla spinta della cappella e
volta la testa di lato per vedere con la coda dell’occhio Marco
sopra di lei; il ragazzo vede la lacrima che le cola sulla guancia e
rallenta la spinta: “Vuoi che mi fermi?” chiede “Mmmmmmmmmmmmmmm”
risponde lei scuotendo il capo. Lui ricomincia a spingere e la donna
afferra il lenzuolo con la mano destra e inizia a torcerlo senza
smettere di gemere con il fazzoletto stretto fra i denti.
“Mmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmhhhhhhhhhhhhh” geme sentendo la spinta che
aumenta e il suo sfintere che sembra sul punto di lacerarsi e torce
con sempre maggiore forza il lenzuolo; quando il ragazzo, con un
colpo secco, fa entrare tutta la cappella, si sente distintamente
il rumore del lenzuolo che si strappa, mentre lei emette gemiti
misti a singhiozzi e le lacrime scendono copiose sulle guance: “Dai
amore mio, ti faccio riposare un po’, respira profondamente” le
dice lui, sorprendendosi per primo di queste parole, non riuscendo a
capire da dove le ha prese; tuttavia la cosa funziona e dopo un paio
di minuti la donna smette di lacrimare e fa segno al ragazzo di
proseguire con la penetrazione; spingendo sempre lentamente, con il
continuo accompagnamento dei “Mmmmmmmmhhhhh” della donna e di altre
lacrime furtive, in capo a un paio di minuti Marco sente le sue palle
che toccano le chiappe di Livia; si abbassa e le alita nell’orecchio:
“Amore come va?” “Mmmmbeneehhh” sussurra lei sempre con il fazzoletto
fra i denti; il ragazzo comincia a far ruotare il cazzo completamente
piantato dentro ed a farlo andare avanti ed indietro, iniziando con un
movimento lentissimo che diventa sempre piu’ rapido; i mugolii della
donna, sempre con il fazzoletto fra i denti, diventano sempre piu’
frequenti ed aumentano di volume, finche’ dopo quasi cinque minuti
Livia sputa il fazzoletto: “Dai dai daiiiiiii…… spingiiiiiiiii”
sono le sue prime parole dall’esortazione a romperle il culo di quasi
mezz’ora prima: “Ooooooohhhhh siiiiii e’ bellissimoooooooohhhhhh……
oddioooooo che cazzo che hai ……. siiiiii vengoooooooohhhhhhh”.
Infoiato, Marco inizia a sbatterla sempre piu’ forte: “Aaaahahhhhh
siiiii com’e’ duroooooo …… siiiii sfondamelo tuttoooooohhhhhhh…
vengo ancoraaaahhhhhhhhhhhh”.
La cavalcata dura per quasi tre quarti d’ora, al termine dei quali
Marco inonda lo sfintere della donna con una sborrata caldissima;
“Aaaaahhhh” continua a gemere lei mentre lui le si sdraia sopra,
sempre con il cazzo dentro: “Mio Dio ho perso il conto, alla fine
venivo in continuazione” riesce a dire dopo un po’. Il ragazzo dopo
aver ripreso fiato inizia ad estrarre lentamente l’uccello dal culo
tumefatto di Livia: “Aaaaaaahhhhh” geme lei quando la cappella esce
dallo sfintere con uno schiocco che si sente per tutta la stanza:
“Adesso si che sono sazia” sussurra la donna “Anche io” le fa eco
Marco; la sveglia segna mezzanotte e un quarto e i due si stringono
e tirano su le coperte; Livia spegne l’abat jour e neanche un minuto
dopo entrambi stanno gia’ russando fragorosamente.
—–
Il weekend di sesso sfrenato e’ terminato, con grande disappunto di
Marco che sta rientrando a casa; anche Livia era molto triste quando
si sono salutati con un forte abbraccio e un lunghissimo bacio in
bocca; la domenica e’ andata come il sabato, con scopata appena svegli,
colazione, doppia scopata prima di un pranzo abbondante e, dopo un
breve riposo, altre due lunghe scopate, alternando figa e culo. Poi
doccia insieme con nuova scopata sotto l’acqua.
Marco citofona e la madre gli apre subito, quasi come lo aspettasse
dietro al citofono; sale le scale e la vede sorridente dietro la porta:
“Bentornato amore di mamma” gli dice stampandogli due grossi baci sulle
guance e stringendolo forte a se: “Mi sei mancato lo sai?” “Anche tu mi
sei mancata” e quando alla fine si staccano Marco nota l’abbigliamento
di sua madre, con la solita vestaglia un po’ piu’ scollata del solito,
che lascia ben visibile l’incollatura dell’enorme seno della donna.
Dopo avergli chiesto com’e’ andato il weekend, Maria manda il ragazzo a
cambiarsi, la cena e’ pronta; cinque minuti dopo i due sono seduti a
tavola, davanti a una fettina di vitella, un’insalatiera di lattuga e,
neanche a dirlo, un piatto con due fette di formaggio piccante.
Discutendo del piu’ e del meno, madre e figlio svuotano i due piatti di
carne, l’insalatiera e il piatto del formaggio.
Poi lei chiede al figlio di aiutarla a sistemare e si dividono i compiti,
Marco lava i piatti e le padelle e Maria pulisce la cucina.
“Mamma io me ne vado a letto, sono distrutto” dice il ragazzo dopo che
hanno finito; lei lo guarda con dolcezza e risponde: “Vado anche io a
letto. Senti, posso chiederti una cosa?” “Certo mamma dimmi pure” “Ti
va di dormire insieme? Stanotte mi sono sentita veramente sola” mente
spudoratamente: “Certo mamma volentieri” risponde con voce imbarazzata
Marco; nonostante il lungo weekend di sesso, la vista della madre e il
pensiero di dormire insieme a lei gli risveglia un certo desiderio che
scaccia prontamente.
Marco si sistema sul lato del letto di solito riservato al padre, mentre
Maria va in bagno a cambiarsi; quando rientra in stanza, indossa una
camicia da notte, anche quella con i due bottoni superiori aperti, che
lascia ancora di piu’ intravedere le enormi zinne; il ragazzo non puo’
poi fare a meno di notare che la madre non ha il reggiseno. La donna si
sdraia sul suo lato e spegne la luce; Marco sente subito la mano della
donna che afferra il suo braccio: “Vieni amore di mamma, abbracciami
fortissimo” “Ma mamma….” “Dai su vieni” lo tira a se e al ragazzo
sembra quasi di impazzire sentendo l’enorme seno della madre schiacciato
sul suo petto, anche se gli abiti li separano, e l’alito bollente di lei.
Nel buio della stanza si possono sentire movimenti leggeri provenire
dal letto, come uno strusciare, un movimento che causa il cigolio della
rete, parole sommesse e risatine, finche’ il silenzio viene rotto dalla
voce di Marco: “Oooooooohhhhhhhhh” a cui fa subito eco quella di Maria:
“Aaaaaaaaaaaaaaaaaaaahhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh”…..