C’è un caldo insopportabile oggi, e io, dopo tanti contratti a tempo determinato ho finalmente il colloquio di lavoro che aspettavo da mesi: un impiego da segretaria a tempo indeterminato presso un noto commercialista della città. Lo stipendio è ottimo e lo studio è piuttosto grande, in più essere la segretaria personale del gran capo è il massimo.
Solo l’idea di arrivare sudata e in disordine all’appuntamento per il gran caldo mi mette ansia. Decido allora di indossare un leggero abitino nero con le spalline sottili e di mettermi una giacca elegante solo un attimo prima di varcare la soglia dello studio, dove, spero, l’aria condizionata mi darà ristoro. Lucidalabbra, capelli raccolti in una coda, sabot con un tacchetto discreto e sono pronta per lanciarmi nella canicola.
Io sono Sara, ho 28 anni e sono una ragazza molto timida ma decisamente carina. Alta 1,68, mora e ben fatta, ho un bel culo e una deliziosa seconda di reggiseno tonda e soda che fa invidia a tutte le mie amiche e mi permette di fare a meno del reggiseno molto spesso.
Sono le 15.25 quando entro nel lussuoso palazzetto d’epoca del commercialista. E’ un piccolo regno di tre piani, e io devo andare all’ultimo. Prendo l’ascensore e in attimo sono davanti alla porta, già aperta. Entro in una grande stanza arredata con mobili d’epoca e tappeti persiani. C’è anche una bellissima scrivania, vuota, e in cuor mio spero sia quello il posto in cui lavorerò presto.
La voce del titolare mi strappa ai miei pensieri ‘ Eccola qui, spero che il suo posto le piaccia ‘ Mi aspettavo un uomo anzianotto e burbero, invece l’uomo che ho davanti è un bel quarantenne elegantissimo e con due occhi blu da far svenire. Sono stupefatta e balbetto per la sorpresa ‘ Bu..buongiorno’ecco’sì’è bellissimo qui ‘
Il dottor A. mi tende la mano, spiegandomi che sta subentrando al padre nella gestione dello studio e che ha proprio bisogno di una collaboratrice di cui potersi fidare. Mi fa entrare nella sua stanza e ci accomodiamo alla scrivania.
‘ Il suo curriculum è perfetto e lei è esattamente come speravo. Posso offrirle qualcosa da bere?
‘ No’non si disturbi’ ‘ dico imbarazzata. Quest’uomo mi fa un effetto stranissimo, sono’confusa.
‘ Non sarà intimorita? ‘ mi fa lui. ‘ Non c’è ragione, si rilassi. Anzi, si tolga pure la giacca, oggi l’aria condizionata ha fatto i capricci e si sta meglio in libertà ‘
Eseguo come un automa, a occhi bassi. Non so cosa mi succede, ma sento i miei capezzoli durissimi sotto la stoffa del vestito e un languore alla pancia. Appena lo guardo e mi accorgo che lui li fissa con insistenza, divento paonazza. Che mi è saltato in mente di non mettere il reggiseno?
Lui nel frattempo si è alzato, mi ha versato qualcosa da bere dal minibar e mi ha portato il bicchiere. E’ rimasto immobile in piedi a guardarmi mentre sorseggio, e io mi sento mancare il fiato e faccio una gran fatica a deglutire.
Appena appoggio il bicchiere sul tavolo, sento uno strattone: mi ha afferrato per la coda e mi sta spingendo la testa indietro. Non faccio neanche in tempo a emettere un gridolino che ha afferrato il bicchiere e me lo ha posato sulle labbra.
‘ Bevi! ‘ mi ordina.
Apro la bocca, e deglutisco un po’ d’acqua, ma non riesco a mandarla giù tutta e mi cola giù sul collo, fino alla scollatura. Lui continua a versare e l’acqua mi cola addosso fino all’ultimo sorso, finchè anche i tre cubetti di ghiaccio scivolano lentamente nell’incavo dei miei seni. Urlo qualcosa, ma lui mi schiaffeggia e tira subito fuori dal vestito i miei capezzoli durissimi, sempre strattonandomi per la coda, e comincia a tormentarli con un cubetto di ghiaccio. Sono interdetta, ma mi accorgo che comincia a piacermi. Emetto mugolii sommessi.
‘ Sei più rilassata adesso? ‘ chiede.
Sono sprofondata nella vergogna. Il mio futuro datore di lavoro struscia ghiaccio sui miei capezzoli e io non solo non reagisco e non riesco nemmeno a parlare, ma mi sto anche eccitando’
‘ Non rispondi, eh? Allora vediamo se ti rilassa di più questo ‘ e in un attimo sento una fitta lancinante al capezzolo destro e poi al sinistro
‘ Arghhh, mi fa male ‘ urlo. Il bastardo mi ha pinzato i capezzoli con due pinzette d’acciaio per i documenti e adesso mi tiene i polsi dietro la schiena.
‘ Adesso parli, eh? ‘
‘ La prego basta, mi tolga queste pinze’bruciano! ‘
Mentre mi dimeno inutilmente sulla sedia, mi infila la mano tra le gambe. ‘ Sei bagnatissima troietta, allora non è vero che non ti piacciono le pinze’ ‘ comincia a frugare sotto le mie mutandine, e io allargo le gambe e gemo. Strattona le pinze e urlo a squarciagola.
‘ Parla puttana, dimmi che ti piace ‘
‘ Siiiiiii, mi piace ‘ dico con un filo di voce.
‘ Brava puttana, dillo più forte che ti piace e che vuoi essere la mia cagna sempre in calore.
‘ Siiiii’. ‘ infila di colpo due dita nella mia fica fradicia facendomi sobbalzare ‘ mi piace essere la tua’cagnaaaaaa ‘ le dita sono diventate tre mente con l’altra mano tira le pinze che mi stanno martoriando i capezzoli.
‘ Non ti stai dimenticando qualcosa cagnetta? Come dev’essere la mia cagna? ‘ toglie le dita dalla figa e torna a strattonare le pinze, mi manca il fiato ‘ in caloreee ‘ dico con un urlo strozzato mentre le stacca, facendomi molto più male di quando le tirava.
‘ Brava cagna ‘ dice mentre mi massaggia le tette doloranti. Sono sconvolta, svuotata. Tremo e ho il viso rigato di lacrime. Lui si avvicina e mi lecca una lacrima, mentre con la mano libera torna a scavarmi la fica. Ricomincio a eccitarmi e apro ancora di più le gambe. ‘ Brava cagna, devi tenere sempre le gambe aperte quando sei con me, ricordalo, devi sempre essere aperta e bagnata, pronta a farti usare per soddisfare tutte le mie voglie. ‘
Smette di accarezzarmi e mi ordina di mettermi a quattro zampe e di seguirlo fino alla sua poltrona.
‘ Adesso toglimi le scarpe e leccami i piedi, voglio che la mia cagna mi faccia un accurato pediluvio ‘ Io gli slaccio le scarpe e gli tolgo le calze, poi comincio timidamente a baciargli il collo di un piede, ma lui mi riacchiappa per la coda ‘ Dov’è la lingua cagna? Devi leccare, non baciare. Hai mai visto una cagna che bacia? Tiro fuori la lingua e comincio a dargli piccole leccatine con la punta. ‘ Fammela sentire tutta questa lingua, e infilala tra le dita, forza, stamattina non li ho lavati pensando a te ‘ a quelle parole sono assalita da un moto di ribrezzo e smetto di leccare. ‘ Chi ti ha detto di fermarti? ‘ cerco di divincolarmi, ma lui mi tiene per la coda ‘ Ti prego, mi fai male’fammi alzare’ ‘
‘ Vuoi alzarti cagna? Adesso sarai punita, così comincerai a capire cosa vuol dire essere una cagna ubbidiente ‘ e tira fuori dal cassetto delle corde. Mi prende per la coda e mi posiziona a un lato della sua pesante scrivania, legandomi i polsi ai due piedi. Poi, armeggia ancora e mi blocca le caviglie con delle cavigliere di pelle che aggancia a due mobili con dei moschettoni in maniera tale che io non possa chiudere le gambe, mi scopre completamente il culo e mi strappa il perizoma. ‘ Leccalo tutto, guarda com’è fradicio dei tuoi umori, cagna ‘
Sentire il mio sapore mi fa eccitare di nuovo e comincio a leccare con foga ‘ Cagna schifosa, adesso ti insegnerò a leccare i piedi del padrone con lo stesso entusiasmo ‘ mi solleva la testa e mi attacca dietro le orecchie una specie di cordino di cuoio con una palla che mi si infila in bocca. Non posso più parlare, e più mi sforzo più sbavo emettendo mugolii incomprensibili. Lui, nel frattempo si è lentamente sfilato la cintura e me la fa vedere dicendo
‘ Da dove vuoi cominciare, dal cuoio o dalla fibbia, cagna? ‘ cerco di urlare, ma senza nessun risultato. Lui ride e scompare dalla mia vista, allora mi agito, ma sono bloccata’sento qualcosa accarezzarmi su un fianco e ho un brivido, ancora una carezza, sulla schiena, poi all’improvviso un bruciore violento sulla mia chiappa e lo schiocco della cinta. Una volta, due, tre, sempre sullo stesso punto, mi sento bruciare, non resisto. Quattro, cambia chiappa, cinque, sei’perdo il conto’finchè la frusta non colpisce la mia fica, ed è come se una scarica elettrica mi attraversasse il cervello. Si ferma e mi tocca, trovandomi fradicia
‘ Ti piace la cinta eh? Sei tutta bagnata troia’vediamo se ti piace anche così’ ‘ e in un attimo sento un bruciore violento alla fica che si moltiplica, insopportabile, soprattutto sul clitoride ‘ Vediamo se ti piacciono le pinze su quella fica da cagna ‘ brucia, è insopportabile, e lui continua a frustarmi il culo, facendomi sussultare a ogni colpo, finchè la cinta non raggiunge le mollette sulla fica e mi fa inarcare come una cavalla imbizzarrita. Una volta, due, tre’sono al limite e piango quando la mano strappa via le mollette facendomi vedere le stelle. Ma subito mi massaggia, dolcemente, e finalmente torno a respirare. La mano si insinua per darmi piacere, mi eccita, poi di colpo smette, e lui mi si para davanti e mi toglie il bavaglio.
Io piango e non riesco a guardarlo negli occhi. Mi scioglie, prima le mani, poi le gambe, e mi colpisce il viso con il cazzo durissimo che ha tirato fuori dalla patta.
‘ Succhialo bene ‘ me lo metto in bocca e comincio a leccarlo, ancora gemente. Lui mi prende per le orecchie e comincia a spingere sempre più a fondo ‘ Tutto, lo devi ingoiare tutto ‘ mi scopa la bocca e mi blocca sul suo inguine tappandomi il naso. Sto per soffocare quando mi stacca. ‘ Continua a succhiare, apri le gambe e toccati. Voglio vederti venire ‘ comincio a toccarmi il clitoride e a succhiare con passione, eccitatissima. ‘ Dillo che sei la mia cagna e che godi ‘
Appena sento le sue dita infilarsi dentro la fica godo come una disperata, urlando il mio piacere ‘ Aaaahhhhhhh, sììììììììììììììì, godooooooooooooooooo sono la tua cagna’..sìììììììììì’.godoooooooooooooo ‘ Resto tramortita, tremante, per qualche istante. Poi lui mi solleva e mi bacia sulla bocca. Incrociamo le nostre lingue mentre ho ancora gli ultimi spasmi del violentissimo orgasmo che mi ha squassato.
‘ Brava cagna, da oggi sei la mia segretaria cagna, ti educherò per bene a diventare la miglior cagna in circolazione in questa città. Adesso vai in bagno a rinfrescarti, ma non chiudere la porta e poi vai a casa. ‘
Mi avvio barcollante verso il bagno. Ho il mascara colato su tutto il viso e la faccia stravolta. Mi tremano le gambe anche quando mi siedo sulla tazza del cesso per fare pipì.
‘ Sollevati un po’, voglio vederti pisciare ‘ mi dice dallo stipite. ‘ Ma mi’imbarazza’ ‘ sussurro. Si avvicina come una furia e mi solleva dai fianchi
‘ Troia, tu da oggi farai tutto quello che ti dico di fare, sarai umiliata ed esposta come e quando voglio io. Quindi adesso accovacciati dentro la vasca da bagno, piscerai lì dentro ‘
Mi spostai dentro la vasca, a piedi nudi, lui mi allargò le cosce, poi si avvicinò tirando fuori il cazzo e me lo fece succhiare
‘ Piscia mentre mi succhi come una puttana da strada, altrimenti dovrò punirti ‘ ma la mia vescica non ne voleva sapere, non riuscivo a farlo in quella posizione e speravo che la succhiata potesse distoglierlo.
‘ Va bene, l’hai voluto tu ‘ mi disse sfilandomi il vestito. Sono nuda dentro la vasca coi capezzoli martoriati in tiro e il suo cazzo in bocca quando sento il suo piscio colpirmi la gola. A momenti affogo. Tossisco
‘ Nooooooo ‘ urlo.
‘ Apri la bocca troia e toccati, piscerò addosso a te e dentro la tua bocca mentre godi ad essere trattata come una puttana ‘
Quelle parole mi eccitano ancora di più e il secondo schizzo mi raggiunge sul collo, e poi sulla fica. Comincio a sgrillettarmi furiosamente mentre la sua pipì mi arriva in bocca, sulle tette sulla mano tra le mie cosce e lui mi urla di godere come una cagna.
Vengo senza ritegno mentre lui mi inonda il viso di pipì che lascio scivolare anche dentro la mia bocca.
‘ Sei più cagna di quanto non credessi, preferisci farti pisciare addosso che pisciare davanti a me. Me ne ricorderò. Ora lavati e vai, per oggi hai goduto abbastanza ‘
E uscendo dal bagno aggiunge ‘ Ah ti aspetto domani mattina alle 9 in punto. Ti voglio senza biancheria intima e coi tacchi alti. Puoi indossare solo gonne e camicette con i bottoni, o vestiti di tessuti elastici senza maniche, come oggi. Dovrò lavorare molto su di te, ma sei assunta ‘
smoulinski@gmail.com
* Dedicato a L. e a F. *
Sono ancora stordita quando esco dallo studio. Una vampata di caldo torrido mi investe e corro a rifugiarmi in macchina, dove accendo l’aria condizionata e guido come in trance fino a casa.
Per tutto il tragitto e fino al mio letto, continuo a pensare a quello che è successo. Sono di nuovo bagnata mentre dallo specchio di fronte al mio letto vedo chiaramente le strisce rosse sul mio culo. Le tocco e bruciano un po’, sembrano in rilievo.
Questi segni confermano che è tutto vero, non è stato un sogno:sono stata frustata dal dottor A. e ho goduto’.tutto si mescola in un guazzabuglio di vergogna ed eccitazione. Ho sempre avuto storie con uomini intraprendenti e dominanti, ma mai nessuno di loro mi aveva fatto sentire così. Oggi ho goduto come se scoprissi il sesso per la prima volta, mi sono trasformata in un animale senza coscienza, ho fatto cose mai immaginate e, se ci penso, non sono neanche stata scopata!
Mentre scorrono i pensieri ricevo una telefonata sul cellulare. ‘ Sei arrivata a casa? ‘ E’ lui
‘ Sì ‘
‘ Non devi masturbarti per nessun motivo’
‘ Ma’ ‘
‘ Puoi farlo solo quando io ti dò il permesso, capito? ‘
‘ Sì ‘
‘ Si dice sì padrone ‘
‘ Sì padrone ‘
‘ Che programmi hai per questa sera? ‘
‘ Io’dovrei andare al cinema con gli amici ‘
‘ Bene, adesso apri la tua borsa, c’è un pacchetto nero dentro, lo vedi? ‘
‘ Sì ‘
‘ Devi andare al cinema con la gonna e senza biancheria intima, e prima di uscire devi metterti nella fica quello che trovi nel pacchetto. Mi raccomando, devi aprirlo subito prima di uscire, infilartelo e andare. Voglio che quando arrivi al cinema mi mandi un messaggio per dirmi come va e che lasci il cellulare acceso e silenzioso per tutta la proiezione, casomai volessi dirti qualcosa. Lo farai cagna? ‘
‘ Sì padrone ‘
‘ Allora a dopo ‘
Riattacca e io resto col pacchetto in mano e il languore nella pancia che non smette di farsi sentire, ma è tardi e devo cominciare a prepararmi. Il primo getto d’acqua della doccia mi colpisce come una frusta: brucia!!! Brucia maledettamente sui capezzoli e sul culo, lasciandomi un attimo senza respiro. Mi riprendo e continuo a far scendere l’acqua, abituandomi un po’ a quella tortura. Finita la doccia, mi metto un top rosso di cotone elastico con la scollatura all’americana, una gonna di jeans e un paio di infradito rosse con il tacchetto. Prima di varcare la soglia apro il pacchetto e ci trovo dentro un cordoncino con tre palline’ne avevo sentito parlare, ma non ne avevo mai visto uno. Eccitata, mi sollevo un po’ la gonna e mi infilo dentro tutte le palline, lasciando fuori solo la cima del cordoncino.
Una volta in macchina comincio ad avvertire una strana sensazione, come un leggero calore che cresce ogni minuto di più. Quando arrivo al parcheggio del cinema mi sento la fica in fiamme, vorrei strapparmi le palline e darmi ristoro, invece mi agito solo inutilmente sul sedile e sento crescere l’umidità tra le mie cosce. Prendo il cellulare e scrivo solo una parola ‘ Bruciano! ‘ dopo qualche istante mi chiama
‘ Certo che bruciano, il tuo padrone ci ha strofinato sopra un pizzico di peperoncino, cagna. Bruciano perché il tuo padrone ha pensato a te e vuole che tu pensi a lui in ogni momento, che sopporti il bruciore per compiacerlo. Pensi di poterlo fare per la durata del film? ‘
‘ Sì padrone, spero di sì ‘ dico allargando e chiudendo ritmicamente le cosce per darmi un po’ di ristoro, ma il movimento ha come unico risultato quello di far salire l’orlo della mia gonna e di attirare lo sguardo di tre ragazzi che hanno parcheggiato vicino a me. Arrossisco.
‘ Bene, adesso vai, e tieni il cellulare acceso, ti darò altre istruzioni più tardi ‘
Il tragitto a piedi dalla macchina all’ingresso è un incubo. Le palline bruciano, i capezzoli sono visibilmente eretti, e la vergogna che qualcuno possa capire che non porto le mutandine, o che le palline possano scivolarmi fuori se non le stringo abbastanza, mi manda in panico ad ogni passo.
Giulia, Stefania, Matteo, Luigi e Giacomo sono già arrivati. Mi chiedono tutti del colloquio e io rispondo che è andato molto bene, ma che la tensione mi ha sfiancato e non sono in gran forma.
‘ Non si direbbe ‘ dice Giacomo puntando lo sguardo sui miei capezzoli appuntiti ‘ a me sembri in ottima forma ‘ . Arrossisco ancora. Ultimamente Giacomo mi fa il filo e temo che il suo occhio attento possa capire qualcosa, ma per fortuna entriamo velocemente in sala. Le palline non mi danno tregua, vorrei dimenarmi ma non posso, posso solo muovere impercettibilmente il bacino e accavallare le gambe da una parte e dall’altra, ma questo mi fa solo fremere di più. Dopo mezz’ora di questa tortura un sms mi dice ‘ Continua così, e di tanto in tanto spalanca le gambe. Non puoi fare pipì finchè non ti do’ il permesso. Scrivimi e dimmi se lì con te c’è qualcuno che ti scoperebbe ‘
Cazzo, pure la pipì, penso’ apro le gambe per darmi ristoro e noto che il mio movimento non ha lasciato indifferente Giacomo. Prendo il cellulare e rispondo ‘ Sì, un amico ‘
La sua risposta arriva in un istante ‘ Allora voglio che alla fine del film vai in bagno e che ti spalmi sui polsi e sul collo i tuoi umori, come se fossero un profumo. E quando vi salutate faglieli annusare bene e sbattigli le tette addosso. Poi devi metterti in macchina sollevandoti bene la gonna. Voglio la tua fica nuda appoggiata sul sedile. Fallo anche se qualcuno ti guarda. Poi mandami un messaggio ‘
Del film non riesco a seguire neanche due minuti di fila, sono concentrata solo sulle incredibili sensazioni che provo a stare in questo cinema con delle palle al peperoncino dentro la fica che si muovono ad ogni contrazione mentre continuano a passarmi davanti le immagini di quello che ho fatto nel pomeriggio. La luce in sala mette fine ai miei pensieri. Quando mi chiudo in bagno mi accorgo che sono un lago di eccitazione ed eseguo il mio compito con una voglia pazzesca di masturbarmi.
Esco dal cinema intrisa dei miei umori e faccio un veloce giro di saluti, dicendo che visto che non sto tanto bene torno subito a casa. Arrivata al turno di Giacomo fingo di inciampare, mi spingo fino ad aderire col mio busto al suo e lo bacio aggrappandomi al suo collo per mettergli sotto al naso anche i polsi che emanano chiaramente il mio odore. Lui mi guarda sorpreso, poi vedo un lampo nel suo sguardo.
La cagna può tornare alla macchina e sedersi sollevando bene la gonna. Mentre digito ‘ Sono in macchina ‘ sul mio cellulare, mi accorgo che il mio unico spettatore è stato proprio Giacomo. Deve aver pensato che sono proprio una troietta, penso tra me e me, gli sorrido e metto in moto
Le istruzioni dicono ‘ Prendi l’autostrada e fermati al primo distributore di benzina. Entra nel bagno delle donne, vai all’ultimo e alzati la gonna. Voglio che ti appoggi con le mani sul water e che mostri bene il culo verso la porta aprendo le gambe. Devi lasciare la porta aperta. Non puoi girarti né parlare e devi obbedire a qualunque richiesta. ‘
Eseguo col cuore in gola, confortata dal fatto che si tratta pur sempre del bagno delle donne e che è sera inoltrata. L’eccitazione diventa terrore quando sento dei passi. Poi la porta si apre, una benda cala sui miei occhi e un bavaglio mi serra la bocca.
Due mani mi accarezzano le natiche rudemente, poi sento un dito forzarmi il buchetto, girare e rigirare dentro. Poi le dita che mi aprono diventano due, mentre l’altra mano gioca con il cordoncino, facendo muovere le palline. Dopo qualche minuto sento le dita uscire, le mani aprirmi e una cappella dura appoggiarsi e spingere. Lancio un urlo soffocato mentre mi spacca e mi apre in due il mio culetto vergine. Mi sembra enorme mentre mi scava dentro facendomi guaire per il bruciore, ma non mi dà tregua, pompa con foga, continuando a tirare il cordoncino e a far muovere le palle. Sono piena e comincia a piacermi. Mugolo e sbavo fino a venire in un orgasmo che mi fa tremare tutta. ‘ Adesso girati e succhialo ‘ dice la voce del padrone ‘ devi far godere molto l’ospite che ti ha fatto la cortesia di incularti- Puliscilo bene e succhia tutto ‘ A quelle parole ho un brivido: uno sconosciuto mi ha sverginato il culo nel cesso di un distributore di benzina e ora preme il cazzo sulle mie labbra, mentre il mio capo si gode lo spettacolo. Mi hanno tolto il bavaglio e apro la bocca. Lo accolgo spalancando la bocca e ripulendo il cazzo amarognolo con la lingua come se leccassi un gelato, ma la mia libertà d’azione dura poco. Lo sconosciuto mi afferra la testa con entrambe le mani e comincia a fottermi la bocca, finchè non viene, scaricando fiotti di sperma nella mia gola. ‘ Puliscilo bene e poi per ringraziarlo tira fuori la lingua e leccagli bene il culo, infilando anche la lingua dentro. Devi fargli un bel bidet completo. ‘ Gli lecco tutto, l’asta, i coglioni, il buco del culo, e sono di nuovo eccitata. Il padrone nel frattempo tira leggermente il cordino delle palline, finchè non le fa uscire di colpo. Gemo. Ho voglia di cazzo e lecco come un’idrovora sperando che mi scopino la fica, ma l’unica cosa che sento è un oggetto duro e freddo che entra. Ho voglia, comincio a contrarre la fica ancora in fiamme e comincio a godermelo. ‘ Forza, fai vedere al nostro ospite quanto sei cagna, ti stai facendo scopare la fica col manico dello scopino del cesso.Toccati e vieni ‘ Sono troppo fuori di me per pensare, comincio a toccarmi immaginandomi due uomini che mi guardano mentre godo oscenamente con uno scopino nella fica nel cesso di un’autostrada. Vengo con un urlo liberatorio ‘ Sìììììììììììììììì sono una cagnaaaa’
‘ Brava cagna, ora dì grazie al nostro ospite per averti inculato e guardato fare la cagna ‘ Ho il respiro ancora irregolare quando lo ringrazio.
Poi sento i passi allontanarsi. Il padrone mi toglie la benda dagli occhi e mi abbraccia. ‘ Adesso puoi pisciare, ma devi farmi vedere bene come lo fai ‘ Quando il primo rivolo di pipì esce dalla mia uretra il bruciore è insopportabile ‘ Aaargh’brucia”
‘ Non ti fermare cagnetta, falla tutta davanti al tuo padrone e non ti asciugare ‘
Mi scarico fino all’ultima goccia, gemendo, mentre lui mi sostiene. Poi mi bacia e mi accompagna alla macchina, dove si assicura che mi sieda facendo aderire i miei buchi gocciolanti di sperma e umori al sedile.
‘ Ci Vediamo domani mattina cagna ‘ sorride e monta sulla sua auto.