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Il coraggio di amare la propria madre

(Capitolo 2 dei ricordi descritti ne ‘Le relazioni affettive’ dove vengono riportati alcuni dei profondi, intensi ed appassionati rapporti d’amore intercorsi tra madre e figlio
nel corso di oltre un decennio)

Le lezioni e gli approfondimenti continuarono con sempre maggiore passione e trasporto reciproco. Ormai ci amavamo a tal punto che non potevamo far passare neanche un giorno senza scopare.
Un giorno, seduti su una panchina della villa comunale, mia madre stringendomi sempre una mano mi disse:
– Questa notte, figlio mio, ti voglio mettere alla prova. Voglio vedere se hai abbastanza coraggio per amare tua madre anche in circostanze rischiose. Ti lascio la porte della camera da letto socchiusa in modo che potrai entrare senza far rumore. Tuo padre dormirà russando. Dovrai venire già nudo e pronto a montarmi. Ci ameremo al cospetto di tuo padre che dorme. Vedrai che la cosa ti ecciterà. Ti aspetto!
– Certo mamma, sarò da te appena sentirò papà russare. Ma se si sveglia e ci vedrà scopare cosa succederà?
– Non ti preoccupare, tuo padre, quando russa, non lo svegliano neanche le cannonate!
Dopo la cena ero visibilmente eccitato per l’appuntamento notturno con mia madre.
Notando l’agitazione mi tranquillizzò stringendomi a se e, dopo esserci stesi sul divano posto alle spalle di mio padre intento a seguire la partita in TV, mi baciò appassionatamente infilandomi la lingua in bocca ed una mano nelle mutande stringendomi fortemente il pisellone ancora a riposo. Io, con una certa trepidazione, feci altrettanto insinuandole una mano tra le sue cosce e, constato che era senza mutandine, le inserii facilmente due dita nella calda fica.
Restammo per molto tempo in questa posizione scambiandoci appassionati e voluttuosi baci.
Dopo diversi minuti mia madre, incurante del marito sempre concentrato nel seguire la partita, mi tirò fuori dai pantaloni il pisellone, che aveva fatto indurire con la manipolazione, si alzò la veste scoprendo i meravigliosi glutei e si sedette a cavalcioni sopra di me dandomi le spalle e allargando le gambe in modo da premermi il pisellone eretto sulla pancia con il culo
Vedendo che mio padre continuava ad essere assorto nella visione della partita e non si poneva alcun problema su cosa accadeva alle sue spalle, si alzò leggermente, mi prese il pisellone e, scappellatolo con l’indice e il pollice, se lo inserì dentro di se facendomi capire che aveva la fica già abbastanza lubrificata.
Rimase ferma in questa posizione per molti minuti.
Allora le misi le mani sui fianchi sollevandola e facendola riscendere sul pisellone ancora in erezione; ripresi a sollevarla e a farla riscendere, e così di seguito con sempre maggiore velocità fino a quando mia madre mi tolse le mani dai fianchi facendomi intendere di essersene venuta (cosa che constatai per l’abbondante lubrificazione della fica).
Rimase in quella posizione fino a quando sentì che il pisellone era tornato a misure più modeste; quindi si alzò, si abbassò la gonna e, sedendosi nuovamente accanto a me, mi disse sottovoce:
– Vedi, non succede niente! Quello stronzo di tuo padre non si accorge di nulla; eppure un po’ di rumore lo abbiamo fatto. Il tuo pisellone sciacquava così bene dentro di me! Basta che vede la partita! Constato con grande soddisfazione che il coraggio non ti manca! Mi devi amare veramente molto! Comunque, ti ricordo che questa notte abbiamo un appuntamento al quale non dovrai mancare. Sarà ancora più eccitante! Ti aspetto amore mio!
Si alzò, raggiunse mio padre alle spalle chiedendogli se voleva bere qualche bibita in attesa della fine della partita preannunciandogli che sarebbe andata a dormire perché era sfinita e molto stanca per tutto quello che aveva fatto in casa dopo cena (!). Mio padre, senza domandarsi quali fossero le fatiche a cui alludeva, le chiese di portargli una coca cola e la salutò senza neanche girarsi.
La partita finì e mio padre si alzò per andare a dormire. Io mi chiusi nella mia stanza iniziando una lunga attesa. Ogni tanto uscivo ed andavo a spiare cosa succedeva in camera da letto dei miei. Inizialmente solo brusii e scambio di qualche parola. La seconda volta notai un rumore ritmico, come se il letto cigolasse. Mi avvicinai e, aprendo la porta a sufficienza, vidi mia madre piegata al centro del letto a 90 gradi e mio padre che la chiavava da dietro tenendole fermo il sedere con le mani. Al termine mio padre si sdraiò esausto e mia madre si alzò immediatamente per andare in bagno a pulirsi. Uscendo dalla camera mi notò immobile dicendomi:
– Hai visto che bestia è tuo padre? Ti farò vedere io come è eccitante quella posizione che è tra le più desiderate sia dalle donne sia dagli uomini. Aspetta ancora una mezz’oretta. Io mi vado a lavare in modo da accoglierti completamente pulita. Ti aspetto!
Dopo una mezz’ora tornai, questa volta completamente nudo, davanti la porte della camera. Mio padre russava sonoramente. Entrai. Mia madre mi aspettava, anch’essa completamente nuda, distesa il più possibile distante da mio padre. Mia madre si girò su un fianco sul bordo del letto e prese subito il mio pene leggermente eretto infilandoselo in bocca e cominciando a spompinarmi interrompendosi poco dopo. Si rigirò supina allargando le gambe in modo che potessi subito baciarla sulle grandi labbra ed inserire la lingua nella vagina completamente pulita e fresca. Con una mano cominciai a scappellare la clitoride portandola alla massima erezione e durezza. Quasi subito mia madre ebbe il primo orgasmo e volle baciarmi appassionatamente sulla bocca.
– Vieni montami sopra che ti faccio entrare.
– Ma mamma, se papà si sveglia?
– Non si sveglia’. non si sveglia. Lo conosco troppo bene. E poi se si sveglia gli diremo che ci amiamo. Guarda adesso gli tiro fuori il cazzo ma lui continuerà a russare come se nulla fosse. Guarda che modeste dimensioni presenta! E’ più piccolo del tuo!
Così fece, estrasse dal pigiama il cazzo moscio tutto bagnato di sperma, lo strinse con una mano e lo scappellò. Mio padre smise un attimo di russare ma riprese subito dopo. Mia madre, lasciata la presa, si posizionò a pancia sotto invitandomi a salirle sopra la schiena. Con una certa trepidazione montai su di lei ammirando per l’ennesima volta i meravigliosi glutei. Lei aprì le gambe in modo che mi potessi posizionare per bene al centro, io la circondai con le braccia inserendole sotto il suo corpo per stringerle i seni, lei alzò leggermente il bacino invitandomi ad entrare in quella posizione. Il pisellone trovò subito la strada aperta ed entrò con un violento colpo di reni che fece muovere leggermente il letto. Mio padre smise di russare. Io mi bloccai anche per la paura. Mio padre riprese a russare. Io ricominciai ad entrare ed uscire dalla fica di mia madre con sempre maggiore velocità e forza. Dopo una decina di entrate ed uscite mi accorsi che il mio pisellone cominciava a sputare nelle profondità della vagina una certa quantità di liquido facendomi smettere per il venir meno della forza. Il pisellone si ridusse di dimensioni ma lo lasciai dentro per alcuni minuti.
Mia madre era felice sia per la prima eiaculazione di suo figlio sia perché questa era avvenuta dentro di se.
Mi chiese di uscire dalla fica bagnatissima per l’orgasmo raggiunto e mi prese con ambedue le mai il pisello (si era ammosciato per cui non poteva esser chiamato pisellone), cominciò a baciarlo e a leccarlo tutto inserendolo infine in bocca per assaporare il mio primo vero sperma. Mio padre si girò verso la moglie ma continuò a russare ignaro di quello che era successo a pochi centimetri da lui. Mia madre si alzò e andammo in bagno per pulirci .
– Il tuo primo sperma lo custodirò dentro di me fino alla prossima eiaculazione. Così come lo custodirò il più possibile anche in futuro. Nei prossimi giorni non voglio neanche andare a lavorare. Voglio stare vicino a te figliolo! Che ti dicevo di tuo padre? Più stronzi di così si muore! Comunque hai avuto abbastanza coraggio anche questa volta. Se ti saranno tornate le forze lo ripeteremo anche domani notte ed una delle prossime notti voglio provare a farti eiaculare sul viso di tuo padre. Sai le risate quando si sveglierà? Ma questo gioco a tempo debito. Adesso vai a dormire che domani mattina devi andare a scuola.
Sfinito per il primo orgasmo e per la prima vera eiaculazione mi addormentai profondamente per la felicità raggiunta. Nei giorni successivi continuarono le lezioni pratiche di sesso.
Mia madre era sempre più inorgoglita e soddisfatta per i miei continui progressi e per come i nostri amplessi erano sempre più focosi ed appassionati. Eravamo diventati amanti nel vero senso della parola. Spesso mia madre, dopo aver soddisfatto controvoglia le voglie del marito, veniva a coricarsi nel mio letto per addormentarsi felice con il figlio stretto tra le sue braccia (e tra le sue gambe).
Ricordo che una mattina mio padre si alzò prima del tempo e, non trovando la moglie accanto, cominciò a cercarla in tutte le stanze; mia madre, sentendo che la cercava, fece appena in tempo ad alzarsi, infilarsi la camicia da notte e a sedersi sul bordo del letto accanto a me prima che mio padre aprisse la porta.
– Cosa stai facendo? Perché non sei a letto?
– Son venuta a vedere se nostro figlio ha ancora la febbre; ieri sera aveva 37 e mezzo ma adesso mi sembra sfebbrato. Potrà alzarsi e andare regolarmente a scuola.
– Ma tuo figlio è ormai grande e non ha più bisogno di queste tue attenzioni morbose!
– Si è vero, è ormai un ragazzo maturo che farà innamorare molte fanciulle per quanto è ben fatto in tutte le parti del suo corpo!
Anche questa volta ci eravamo salvati per pochi secondi e per la prontezza di mia madre nel trovare una scusa plausibile. La cosa finì lì.
Passarono alcuni mesi e si presentò la prima grande occasione di stare solo in casa con mia madre per un periodo abbastanza lungo.
Mio padre era stato mandato a lavorare in un cantiere di un paese orientale e non sarebbe rientrato prima di tre mesi . La notizia ci rese felici.
Finalmente potevo dormire senza trepidazione nel letto matrimoniale e fare l’amore con lei tutti i giorni notte e giorno. La stessa cosa deve aver pensato mia madre.
Furono mesi di intensi rapporti sessuali durante i quali mia madre mi fece provare tutte le posizioni tra le più comuni ed usuali a quelle più spinte e particolari; in piedi, seduti, sul letto, sul pavimento, nella vasca da bagno e sotto la doccia.

Segue nel racconto ‘Come aiutare il mio più caro amico’, Cap. 3 de ‘Le relazioni affettive’.

Autore Pubblicato il: 8 Settembre 2013Categorie: Racconti erotici sull'Incesto0 Commenti

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