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Vivo di sesso ma, non fraintendete, non sono una prostituta né tanto meno una pornostar, sono sesso dipendente, sì ninfomane e ho uno sfrenato bisogno di congiungermi carnalmente, che mi porta ad avere un’attività sessuale estrema e frenetica.
Più volte al giorno ho il mio furore uterino e devo cercare uomini che soddisfino questo mio appetito famelico di cazzo.
Sono in tanti a sostenere che sono malata, altri che sono ninfomane, soprattutto le donne sono quelle che mi giudicano più duramente, per loro sono una puttanaccia e probabilmente hanno ragione.
La mia fame di sesso è incredibile, quando sono in astinenza, sono disposta a raccattare anche un barbone pur di farmi ripassare la gnocca e capita spesso che per soddisfare le mie voglie mi debba accoppiare anche con più uomini insieme, ciò mi porta sempre ad essere disponibile a nuovi incontri anche in luoghi strani, parcheggi, aree di servizio, specialmente quelle frequentate da camionisti, e da extra comunitari, per concedermi a numerosi amanti il più delle volte sconosciuti, che non si fanno problemi per darmi una botta e via.
Sono insaziabile e non posso fare a meno di un cazzo per più di 6/8 ore, per me il sesso e’ vita e per stare bene ho il bisogno di almeno due, tre maschi al giorno.
Sono una donna che non può, ma soprattutto non vuole, resistere alla tentazione di offrirsi, adoro essere leccata lungamente dai miei amanti e ricambiare con dei fantastici pompini, adoro le prolungate penetrazioni, particolarmente quelle anali, soprattutto quando ho delle grosse cappelle che mi sfondano il culo.
A differenza di quanto possono pensare gli uomini, la mia condizione, pesa come un macigno, intorno a me valanghe di ragazzi come mosche sul miele ma, subito dopo rimango sola, intorno a me il vuoto e per questo mio atteggiamento, ho sacrificato tutto.
Sono conscia del tarlo che mi divora e la prima a non esserne felice sono io, le amiche si sono allontanate e come dargli torto, ci provavo con tutti anche con i loro fidanzati, ho perso il marito, all’inizio i nostri rapporti erano molto frequenti, soddisfacenti, poi il suo crollo fisico, non riuscendo a tenere il ritmo che gli imponevo, ho iniziato a cercare altri uomini, tanti, mio marito non mi bastava più per soddisfare sessualmente i miei desideri più nascosti.
Pensavo d’avere la sua comprensione, la sua complicità ma, lui voleva solo aiutarmi a superare la malattia, facendomi curare.
Certo per l’uomo che sta vicino ad una donna con i miei problemi, capisco sia un inferno e io me ne sono infischiata, sino al punto da non riuscire più a stabilire un rapporto di coppia.
Ho avuto il mio primo rapporto sessuale a tredici anni e da allora sono passata da un uomo all’altro, senza fermarsi mai e senza provare appagamento.
Mi chiamo Carlotta ma è solo un nome di fantasia, e non vi dirò neanche la città in cui abito, per tutelare la mia privacy e quella delle persone che mi sono vicine.
In pubblico sono una simpatica e solare 47enne aperta a nuovi giochi e pronta a prendere al volo tutte le opportunità; sono 168 cm x 62 Kg, fisicamente cicciotta, leggermente massiccia, dalle forme generose, abbondanti e sempre pronta a metterle in mostra.
Il mio corpo non è bellissimo, ho due grosse tette penzoloni (Una quinta abbondante) anche se di forma sono ancora piacevoli e abbastanza piene, il mio sedere sembra una cartina geografica, solcato da smagliature e divorato dalla cellulite, però non mi posso lamentare, è ancora tondo e sporgente. Capirete che non è facile trovare uno, due, tre uomini, con la bava alla bocca pronti a soddisfare la mia voglia di cazzo tutti i giorni.
Per mia fortuna, riesco a trasformarmi vestendomi e muovendomi in modo sexy e audace da suscitare l’interesse degli uomini che facilmente riesco a fare arrapare.
Sotto il vestito l’intimo, seducente, elegante, malizioso, dalle mutandine microscopiche che arrotondano i glutei, li esaltano, alle sottovesti che fasciano il corpo, ai bustini stretti in vita, stringati, del tutto fetish, per valorizzare, modellare seni e fianchi, naturalmente calze a rete o velate rigorosamente sostenute dal reggicalze e i sandali dai tacchi a spillo vertiginosi che rendono ancora più femminile.
La mia trasformazione in predatrice mi piace, adoro guardarmi allo specchio e vedere che gran troia sono diventata, pronta a soddisfare completamente le verghe di quei porci ed arrapati di tutte le età ma, preferisco i 18/20enni, delle vere macchine da monta, come un moto picco ti trapano per due, tre volte di seguito senza il ben che minimo cedimento.
Voltandomi davanti allo specchio ammiro il mio grosso culo, morbido e tondo, mi piace quando sono nuda, allargare le chiappe con le mani per ammirarne i miei buchi aperti, dilatati, pronti a ricevere grossi cazzi.
Mi piace farmi usare e sbattere come una zoccola soprattutto da gruppi di cazzi infoiati ne ho presi fino ad otto tutti insieme, che meraviglia farsi infilzare da tutti loro la nerchia su per il culo, nella figa, che mi sbatacchiano più cazzi in bocca per poi possedermi in due contemporaneamente davanti e dietro, mentre agli altri continuo a ciucciare il cazzo.
In questi momenti di alta eccitazione, adoro il turpiloquio, mi piace essere insultata e trattata da troia, per finire in una maschera di sborra e ingoi a ripetizione.
Ultimamente, frequento il bar della stazione, l’ambiente non è dei più raffinati soprattutto per la presenza di gay, puttane di strada e tanti extra comunitari, ma non ci faccio caso, qualcuno in cerca di mignotte lo becco sempre, considerando che la do gratis.
La sera dopo cena, mi siedo al bar sul mio sgabello abituale al lato del bancone e ordino il solito, un negroni, molti mi conoscono e sanno perché sono li, mi guardo intorno alla ricerca dell’uomo ideale ma, alla fine non ho criteri di selezione e vivo il sesso con naturalezza, sono pronta a soddisfare ogni fantasia erotica, adoro i bei cazzi e non ho mai cercato la favola d’amore, sesso, sesso, soltanto sesso.
Gli uomini mi guardano, mi squadrano dalla testa ai piedi, spogliandomi con gli occhi, anche perché sono vestita sexy, stile mignotta ma, raffinata, elegante, con completini succinti, scollati che a stento, riescono a contenere le mie splendide tettone, lasciando poco all’immaginazione, aderenti, che mi fasciano come una seconda pelle, si avvicinano, mi corteggiano, qualcuno mi palpa il sedere, qualcuno mi da delle pacche indugiando sulla chiappe e io li lascio fare, gli sorrido e mi eccitano, sono li per essere presa, sbattuta, non aspetto altro.
Una sera come tante altre volte, due uomini, degli sconosciuti di colore, mi stanno limonando, sono eccitata, uno con la mano mi accarezza l’interno coscia poco sopra il ginocchio, l’atro mi palpa i glutei e mi bacia tra il solco delle tette lasciato abbondantemente scoperto dalla profonda scollatura e dal reggiseno più piccolo di due taglie che me lo faceva strabbuzzare di fuori, non so su chi far cadere la scelta, da sopra i pantaloni ho palpato delle nerchie di tutto rispetto, difficile rinunciarvi e già mi pregustavo i km di cazzo che quei due vu cumprà allupati, mi avrebbero riservato in un entra esci, che andava dalla cappella ai coglioni, dai coglioni alla cappella.
Ormai sono cotta e non resisto, è ora che mi portino in camporella, lontano da occhi indiscreti, anche se per come sono infoiata, non avrei problemi a farmi sbattere li di fronte a tutti ma la serata doveva ancora riservarmi delle sorprese.
Giacomo mio nipote e Alessandro il suo migliore amico, mi sono di fronte, mi guardano con gli occhi fuori dalle orbite, sono sorpresi di vedermi con le mani di quei due che mi palpeggiano e frugano sul ogni parte del corpo, sono stata beccata nell’unico modo in cui non mi sarei mai voluta far trovare dai parenti, avvampo di vergogna ma la mia reazione li sorprende ancora di più, con lo sguardo ammiccante, dandogli l’occasione per buttare l’occhio là dove c’è il proibito, non so cosa mi sia preso ma, gli mostro la gnocca divaricando le gambe.
Per loro, l’erezione è immediata, sono oscena, con le cosce spalancate e conciata come una puttana, dovrebbero essere disgustati dal mio comportamento, invece dal pacco che sta crescendo sotto i loro jeans attillati, sono enormemente eccitati e dal bozzo che vedo, devono essere ben dotati, di sicuro sopra la media, mi avvicino, gli appoggio la mano sulla patta, li stringo, hanno il cazzo in tiro sono già duri come il marmo, Alessandro allunga una mano sulle tette, io accosto le labbra alle sue, uno, due, tre bacetti, lasciandogli stampata a forma di cuore, l’impronta rosso fuoco del mio rossetto.
Giacomo e super eccitato e quando ho le labbra vicine alle sue per dargli un bacetto, mi infila la lingua in bocca, fruga, frulla, saetta cercando la mia lingua che non ritraggo, si muove sulla sua si attorciglia, godo del suo sapore baciandolo appassionatamente.
Mi stringe a lui tenendomi saldamente per le chiappe, mi fa sentire il cazzo bello duro strusciandosi sul mio ventre.
Quello che sentivo mi piaceva, i loro pacchi si erano gonfiati a vista d’occhio e se quei due ragazzi erano eccitati io grondavo come una fontana, ormai presa dal mio furore uterino e volevo qualcosa di goloso da gustare, non mi importava se Giacomo era mio nipote, i suoi occhi risplendevano di complicità.
L’eccitazione mi stava divorando, mi bruciava per tutto il corpo, desideravo essere presa, la voglia matta di stringere tra le mani quelle nerchie possenti, di mettermele in bocca e succhiare avidamente e poi donare tutta me stessa ai quei giovanissimi corpi, nello splendore dei loro vent’anni.
Sono pronta a tutto per farmi fottere, tremavo, divorata dalla lussuria, dalla mia troiaggine, le sensazioni che stavo provando erano fortissime.
All’orecchio gli sussurro ‘Ho voglia di assaggiarvi, andiamo a casa’ ‘Puoi giurarci zia, ti faremo godere come una vacca’
Per fortuna che la strada era deserta, appena uscita dal locale le loro mani si sono impossessate del mio corpo, mi frugavano dappertutto, ero frastornata, sconvolta e disgustata di me stessa, conscia che Giacomo è il figlio di mia sorella, ma non per questo quello che facevo era spiacevole, a dire il vero, il sapore del proibito, della trasgressione, mi attizzava come poche volte mi è capitato.
La sua mano è sotto la minigonna, mi palpa il culo, trova la fica fradicia, non ho le mutandine e le sue dita frugano sui labbroni dischiusi, le sue mani si bagnano dei miei umori, sto zampillando come una fontana e il succo del piacere, mi cola lungo le cosce.
Alessandro non è da meno, mi strizza le mammelle con la mano dentro la scollatura, cerca i capezzoli, li strapazza li tira e mi bacia sulla bocca.
Sto quasi per avere un orgasmo, li in mezzo alla strada, mi trattengo a stento dal venire, meno male che eravamo arrivati alla macchina, avevo la gonna tirata sin sopra il sederino e un seno mi era schizzato fuori.
Seminuda sono saltata sul sedile posteriore e Giacomo appresso si accomoda al mio fianco, logico che Alessandro deve guidare.
Giacomo, si è tirato fuori il cazzo e con la mano, guida la mia testa tra le sue gambe, ho il cazzo davanti al viso, proteso, guizzante è vicino alle mie labbra, lo mordicchio, lo lecco, lo succhio e naturalmente gli torturo la cappella, lo imbocco profondamente, me lo spinge in gola, avanti indietro, sento i suoi 24 cm scorrere tra le mie labbra, è grosso, una bella cappella da assaggiare in tutti i miei buchi ma, ora dovevo soddisfarlo non doveva rimanere deluso dal mio pompino.
Lo insalivo bene, quando esce brilla è ben lubrificato dalla saliva e lo lascio scivolare profondamente, godo nel sentirlo in gola, mi soffoca, mi sta scopando in bocca e dopo alcuni affondi decisi, ha iniziato a schizzarmi in maniera esagerata, la sua sborra non riuscivo a berla tutta e mi colava da tutte le parti.
Solo ora mi accorgo che Alessandro non è ripartito è di fronte a noi con il cazzo in mano e si è gustato lo spettacolo del mio pompino.
Ho ancora la bocca piena di sperma e gli faccio il gesto di avvicinarsi, gli slaccio la cintura, gli calo i pantaloni e le mutande, tirandogli fuori del tutto un bel cazzone in piena erezione, lo stringo nel pugno e l’ho preso in bocca, mangiandomi tutto il suo uccello, lo segavo, alternando profonde succhiate, a slinguate sul il glande, la lingua saettava con movimenti scattanti, rotatori ma, anche lui stava per venire, mancava poco lo sentivo da come gli si era irrigidito il cazzo, dal suo gemere e urlando si è riversato nella bocca, mi ha sbrodato con quattro, cinque potenti schizzi direttamente in gola lasciando che un rivolo mi colasse dagl’angoli delle labbra.
Volevano fottermi li nel parcheggio ma li ho convinti ad accompagnarmi a casa la notte è lunga e c’era tutto il tempo per soddisfare le pulsioni di libidine sfrenata, avevo leggermente placato la voglia e pensavo a tutti gli orgasmi e sborrate che avrei provato, ero più lucida e riuscivo a ragionare.
Tenere a freno la loro irruenza è stato difficile, non mi davano tregua facendomi sentire oscenamente eccitante, sono arrivata sulla soglia di casa praticamente nuda, solo le scarpe e le calze sostenute dal reggicalze che non hanno voluto togliermi.
Bellissimi, una volta denudati, i loro corpi scultorei, sono perfetti, sono invitanti e proprio Alessandro, sdraiato per terra mi invita a saltargli sopra, cosi mi sono messa a cavalcioni su di lui, ho preso il pene in mano e l’ho indirizzato sulla vagina, i miei umori colavano giù per le cosce e non ho avuto difficoltà nonostante la notevole dimensione del suo pene a farlo scivolare dentro.
Non so gemere, io urlo e quel cazzo mi stava procurando delle scosse di piacere talmente forti, che mi facevano piangere dal godimento e mi muovevo con il bacino per sentirlo tutto dentro di me.
Alessandro aveva la cappella leggermente storta e oltre a stimolarmi il clitoride, riusciva ad ogni spinta ad sbatacchiare sul mio punto G, rantolavo come una zitella ottantenne che lo piglia per la prima vota, ci sapeva fare e con poche spinte mi ha portato subito all’orgasmo.
Sembravo un indemoniata e le mie grosse mammelle ballavano paurosamente andando in su e giù, Giacomo le guardava estasiato, mentre incontenibile, l’amico mi martellava la gnocca con poderose sgroppate.
Nelle mie tettone avevano trovato un bel giocattolo, di così grosse probabilmente non ne avevano mai viste se non in qualche rivista o in qualche filmino, le loro mani le strapazzavano, accanendosi sui capezzoli che eccitati si ergevano come due cazzetti, duri e grossi.
Giacomo si menava furiosamente il cazzo, che peccato farlo consumare in una mano che non lo avrebbe apprezzato, così, mi sono impossessata del suo bastone, stringendolo nel pugno, lo accosto alle labbra e inizio a leccargli avidamente la cappella, poi l’asta e, infine, me l’ho ficcò completamente in bocca, spingendomelo in gola, lo ciucciavo ingorda, da vera maiala.
Il cazzo di Giacomo era grosso, un bel bastone nodoso che ho voluto riassaggiare, sentivo il sapore del suo seme e fremeva stimolato dal mio sapiente succhiare, lo spompinavo con passione.
Mi teneva per la testa e sprofondava scopandomi in bocca, mi toglieva il respiro, e quando affondava, mi pigiava in gola, mi affogava, ma era tremendamente eccitante.
Lo stavo portando all’orgasmo e non volevo che mi riempisse un’altra volta la bocca di sborra, quel biscione lo volevo nel culo, volevo essere presa in una caldissima morsa tra mio nipote e il suo migliore amico.
Non mi ha certo detto di no, con le dita ha cercato il buchetto e ce ne ha infilato dentro due sparandomi un furioso ditalino, le spingeva profondamente sino alle nocche, le apriva a forbice e le rigirava, il buchetto cedeva sempre di più, sin quando mi ha sentita rassegnata e pronta alla doppia penetrazione.
Giacomo si è appoggiato al culo e l’ha spinto dentro senza tanti complimenti, con un colpo di reni mi ha penetrato subito, sino in fondo, me l’ha sbattuto tutto dentro, sino ai coglioni, sono abituata a prenderlo nel culo e no ho trovato nessuna difficoltà anche con un cazzo di quel calibro, il mio buchetto si dilata facilmente ma, non avevo mai accolto una cappella di quelle dimensioni, sono talmente aperta che dovrei morire di dolore, ma invece provo un immediato piacere.
Sono immobile, mi stanno stantufando con l’ardore della loro giovane età, affondano con irruenza profondamente, gli orgasmi non mi davano tregua, si susseguivano uno appresso all’altro, si muovevano contemporaneamente, sono completamente impalata e sentivo caldissime ondate di piacere che non mi facevano capire più nulla, sembravo un indemoniata, le mie non sono urla ma, acuti di soprano, sono incontrollabili e scatenate, ragliavo come un asino inculato da un cavallo.
Da più di un ora ce li ho sempre dentro, tra culo, figa e bocca, che goduria, quanti orgasmi e ne voglio provare ancora, sono ancora duri ma, gli ho prosciugato i coglioni e mi sento come un otre piena di sborra.
Ci rilassammo un attimo per poi riprendere sino all’alba, quando esausti ci siamo coricati per riposarci nel mio letto.
è stata la notte più sconvolgente, forse la più travolgente della mia vita e da quel momento Giacomo si è occupato di me, come un buon padre di famiglia si fa in quattro per sfamare la sua piccolina, solamente che io per saziarmi ho bisogno di cazzo.
Gradisco essere offerta da mio nipote ad uomini, gruppi di uomini, coppie o donne, si ho imparato a godere anche con loro ma, il mio destino è di far godere gli uccelli e Giacomo mi ripaga facendosi trovare sempre duro e voglioso.

Felice di ricevere i vostri commenti, gio23@hotmail.it
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Autore Pubblicato il: 21 Febbraio 2007Categorie: Racconti erotici sull'Incesto0 Commenti

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