Leggi qui tutti i racconti erotici di: bruno55

E’ sera, e Marco e Maria sono sul divano a guardare la televisione; una

TV privata sta trasmettendo un western spaghetti che a entrambi piace

molto; quella sera sono da soli, il padre di Marco e’ ancora fuori per

qualche giorno per via del suo lavoro; sono spaparanzati fianco a fianco,

ma entrambi non osano toccarsi neanche con un dito; se fosse ancora quel

bel periodo starebbero quantomeno a pomiciare come pazzi, in attesa di

una megascopata dopo il film.

Ma non e’ piu’ cosi’ ormai; i due si gustano il film; la trama e’ la solita,

il bounty killer contro i banditi; ad ogni sparo segue l’urlo di agonia

del bandito colpito a morte; a volte i banditi sono in coppia o addirittura

in tre, ma non cambia la sostanza, due o tre colpi in rapida successione ed

i banditi volano urlando a terra, dove arrivano gia’ cadaveri; ovviamente e’

inutile aggiungere che gli spari dei banditi non colpiscono mai il bersaglio.

Ad un certo punto, il ragazzo sente sempre piu’ forte un languore di stomaco;

hanno cenato da quasi due ore e cerca di resistere, ma inutilmente: “Mamma,

mi e’ venuta fame” “E come mai, non abbiamo cenato da tanto” “Non lo so, ma

non resisto” “Dai provaci su”; Marco decide di ascoltare la madre, ma il

languorino invece di diminuire aumenta: “Mamma non resisto, mi vado a

prendere qualcosa” “Uffa, fai come ti pare” “Vuoi qualcosa anche tu?”

“No, non voglio niente”.

Il ragazzo si alza e si dirige in cucina; apre il frigo e punta subito la

scatola con i formaggi; tira fuori il grosso pezzo di groviera e se ne

taglia uno spicchio, che morde subito con voracita’; lascia la scatola fuori

dal frigo e se ne torna al salone.

“Ti possino ci vai piano vedo” dice Maria vedendo il grosso spicchio in mano

al figlio: “E poi ci ritorno Mamma; non penso che mi basti, ho lasciato la

scatola fuori”.

Marco si risistema accanto a sua madre che sentendolo masticare e vedendo lo

spicchio che diminuisce comincia a perdere la sua sicurezza di non aver fame.

Dopo un po’ si alza anche lei: “Dove vai?” “Vado in cucina” “Non rimettere

la scatola in frigo mi raccomando”; la donna non risponde ed esce dalla sala.

Quando rientra cinque minuti dopo, ha in mano uno spicchio di groviera anche

lei e nell’altra un piatto: “Ahah meno male che non avevi fame” ride Marco,

per poi sgranare gli occhi alla vista del piatto che contiene altri due

spicchi di groviera grossi uguale e due spicchi piu’ grossi di provolone

piccante: “Ti va bene ora che ho rimesso dentro la scatola?” “Si Mamma, a

patto che non te lo mangi tutto te” “Ne sarei anche capace, ma tranquillo,

ce lo dividiamo”.

I due si risistemano sul divano; Marco finisce il suo spicchio ma prima di

attaccare il secondo aspetta che la madre finisca il suo; quando Maria ingoia

l’ultimo boccone i due afferrano simultaneamente gli altri due spicchi di

groviera e li consumano in una decina di minuti, mentre alla TV prosegue il

concerto di spari e urla di agonia, con ogni tanto la variante di un gemito

che prolunga l’agonia dei malcapitati; quando madre e figlio danno il primo

morso agli spicchi di provolone piccante e’ in corso l’ultimo scontro fra

il bounty killer e il resto della banda, inizialmente di una sessantina di

banditi e che durante il film si e’ ridotta a una ventina; per una strana

combinazione i due addentano l’ultimo boccone proprio quando il bounty

killer con un ultimo sparo colpisce il capo della banda che vola a terra

urlando e rotola gemendo, fino a fermarsi a terra morto stecchito.

“Hai ancora fame?” chiede Maria mentre scorrono i titoli di coda: “No Mamma

adesso sono sazio” “Di la verita’ l’hai fatto apposta” “Cosa Mamma?” Marco

e’ confuso: “A farmi mangiare il formaggio con la speranza di farmi eccitare.

Dillo che puntavi a questo” “Ma no Mamma cosa dici” “Dillo forza, che ti

vergogni?” “Mamma ti giuro che …..” “Lascia perdere” lo interrompe la donna

per poi proseguire: “Tanto che tu lo volessi o meno, ci sei riuscito” e con

un rapido movimento si slaccia la vestaglia facendo letteralmente esplodere

le sue abnormi tettone; poi si volta verso il figlio fissandolo con sguardo

che tradisce la libidine, lo tira a se e lo bacia infilandogli la lingua nel

palato.

Dopo piu’ di cinque anni che non si toccavano, a Marco sembra di impazzire a

sentire la lingua rovente della madre nella sua bocca e le sue enormi zinne

schiacciate sul suo petto; non gli sembra vero, gli pare proprio di sognare.

E infatti. L’immagine del divano, della TV e della madre appiccicata a lui

svaniscono come frammenti e il ragazzo si ritrova nel suo letto, sudato e

tremante nel buio della sua stanza; lo prende una gran rabbia, sembrava

tutto cosi’ reale, e invece era il solito sogno che fa’ spessissimo, sempre

con sua madre come protagonista; solo qualche volta gli e’capitato con una

collega tettona che gli piaceva ma che poi si e’trasferita.

Ma questa volta c’e’ qualcosa di diverso; il ragazzo sente una cosa in mezzo

alle gambe e passandoci la mano si accorge che e’ sborra; non gli era mai

capitato di sborrare nel sonno e il fatto che gli sia capitato a 24 anni

lo terrorizza.

Comincia a ricostruire il possibile motivo; la sera prima, come tutti i

mercoledi’, lui e sua madre hanno cenato con formaggio e insalata, senza pane.

Nel piatto del formaggio c’erano appunto una fetta di groviera e una di

provolone piccante ciascuno, e dopo cena si sono visti insieme un western

spaghetti; poi se ne sono andati a letto, ognuno nel proprio, dopo un bacio

della buonanotte sulle guance. Ecco spiegato tutto, e lentamente il ragazzo

si alza dal letto per andare a pulirsi; entrando in bagno gli arriva dalla

stanza accanto il pesante russare di sua madre e si sbriga a chiudere la

porta il piu’ delicatamente possibile per non svegliarla.

Si toglie i pantaloni del pigiama e le mutande imbrattate di sperma che per

fortuna ha solo sfiorato i calzoni; mette le mutande in lavatrice e si siede

sulla tazza per far finire di gocciolare la sua cappella; il rumore della

porta che si spalanca lo fa sobbalzare: “Amore di mamma che ti succede?”

Maria entra preoccupata e si avvicina al figlio: “Niente Mamma non ti devi

preoccupare” “Ma come mai sei qui stai male?”; il ragazzo fissa sua madre

e si accorge di un particolare: “Mamma la camicia da notte”; lei abbassa lo

sguardo e solo allora si accorge che gli ultimi 4 bottoni sono aperti e che

praticamente le sue tettone sono in vista: “Scusa hai ragione” richiude i

bottoni velocemente e accarezza la testa del figlio: “Adesso mi dici che ti

e’ successo?” “Si Mamma te lo dico; ho fatto un bellissimo sogno e mi sono

svegliato che mi ero venuto addosso. Tutto qui”.

Maria guarda il figlio con gran tenerezza e chiede: “Senti, era con me il

tuo bel sogno?” “Si Mamma era con te”; la donna annuisce e si siede a

cavalcioni sulle gambe di Marco.

“Amore di mamma, io e te avremmo dovuto parlare dopo che papa’ ha avuto

quell’incidente; invece abbiamo troncato quello che facevamo, perche’ ci

vergognavamo tutti e due e avevamo i sensi di colpa; ma sai che ti dico?

Io non mi pento di niente Marco, quei mesi per me sono un ricordo a dir

poco meraviglioso; ero felice io e vedevo felice a te, e questo per me

conta piu’ di qualsiasi altra cosa; e inoltre mi piaceva, mi piaceva da

morire e veramente non vedevo l’ora che tu tornassi da scuola; mi divertivo

a farti il giochetto per non farti capire fino all’ultimo se avremmo scopato

o meno ed era bellissimo vedere il tuo viso sollevato quando capivi che lo

avremmo fatto. E’ un ricordo bellissimo amore mio, ma dobbiamo lasciarcelo

dietro e guardare in avanti; devi riuscire a sbloccarti, ma devi riuscirci

da solo io non ti posso piu’ aiutare; e se proprio non ce la fai, non ti

stare a preoccupare, puoi anche andare con una donna a pagamento; in fondo

lavori da quattro anni e i soldi non ti mancano.

“Ti voglio bene Mamma” Marco e’ quasi sul punto di piangere e tira la donna a

se per baciarla sulla guancia, ma lei raddrizza il viso e gli stampa un lungo

bacio in bocca, anche se senza lingua: “Dai, non andremo all’inferno per un

bacio in bocca” gli sorride: “Se vuoi puoi venire a dormire con me” “Grazie

Mamma volentieri”.

I due si sistemano sul lettone e si stringono fortissimo l’un l’altra, e si

addormentano dopo pochi minuti.

La sera dopo il ragazzo si ferma davanti alla prima ragazza di colore della

fila; i due stanno in auto per quasi mezz’ora, ma nonostante tutti gli sforzi,

Marco non riesce a venire, pur stando dentro di lei per parecchi minuti.

Una settimana dopo, con la seconda le cose vanno meglio e il ragazzo riesce a

svuotarsi le palle; prende cosi’ l’abitudine di andare a prostitute per almeno

una volta ogni dieci giorni; inizialmente sono tutte di colore, dato che in

quella zona ci sono soltanto loro; man mano che acquista sicurezza, riesce

a farsi mostrare i seni nudi e anche a convincerle a cambiare posizione

mettendosi a pecorina, pur molto scomodo in una 127.

In quel periodo il suo amico Riccardo, con cui ha ripreso i contatti da un

paio di anni, si sposa e lo invita al matrimonio; Marco e’ un pesce fuor d’acqua

non conoscendo nessuno a parte lo sposo, i genitori e un altro amico, e la

giornata si rivela parecchio noiosa; ad eccezione di un incrocio al bagno

con la signora Livia, madre dello sposo, che approfittando di essere soli

gli stampa un lungo bacio in bocca con la lingua; e’ l’ultimo atto di una lunga

amicizia, Marco non rivedra’ e non sentira’ piu’ l’amico.

La prima prostituta bianca con cui ha rapporti e’ una slava che trova sulla

strada per andare al mare, ma l’esperienza non piace molto a Marco; poi dopo

qualche mese arrivano in zona le ragazze del centroamerica, molto formose e

molto calde; ce ne sono un paio che lo attirano molto, una castana bassina ma

con curve mozzafiato e un seno che ricorda quello di sua madre; un’altra,

bionda con un viso dolcissimo e con la passione di baciarlo durante l’atto.

Una sera non riesce a trovare nessuna delle due e si concentra su una terza,

anche lei con un seno mostruoso, ma decisamente non bella di viso, che lo

convince a caricarla in macchina, promettendogli che gli si concedera’ sia

davanti che di dietro; una scopata fantastica che dura quasi tre quarti d’ora

con la donna che si fa cavalcare a missionario e poi a pecorina sia in figa

che in culo, gemendo e contorcendosi ad ogni bordata; quando lui si svuota le

palle, lei urla stravolta dal piacere, ma subito dopo al ragazzo si gela il

sangue, vedendo che il preservativo si e’ rotto.

“Io sono pulita, tu?” chiede la donna. “Anche io sono pulito ma non mi stavo

preoccupando di questo. Tu prendi la pillola?” “Cos’e’ pillola?” “Lascia stare

non fa niente” risponde il ragazzo rassegnato. Riporta la donna dove l’ha presa

e se ne torna a casa tormentato da pensieri che lo terrorizzano; immagina la

donna che salta il ciclo, si scopre incinta e si presenta davanti a lui con il

pancione; per qualche notte se la sogna pure, svegliandosi tremante ma questa

volta grato che si trattasse solo di un sogno.

Per un mese non si fa piu’ vedere da quelle parti, poi le palle pienissime hanno

il sopravvento e decide di correre il rischio; e’ fortunato, al primo giro trova

la ragazza bionda che ama baciarlo e se la carica; prima di iniziare il rapporto

lei dice: “E’ tanto che non vieni, come mai?” “Ho avuto da fare, comunque tu

non c’eri l’ultima volta che sono venuto” “Stavo lavorando sicuramente mi

dispiace amore mio” “Sono andato con un’altra allora” “Con chi?” “Con quella

bionda col seno molto grosso, alta e bruttarella di viso” “Ah ho capito, sei

andato con V” “Oggi non l’ho vista come mai?” “Stara’ lavorando anche lei”

“Sai, con lei mi si e’ rotto il preservativo” “Oddio stai sempre attento alle

malattie; ma lei e’ pulita tranquillo” “Ho avuto paura di averla messa incinta”.

La ragazza scoppia a ridere: “Ma che dici. V non e’ una donna, e’ un uomo, si

e’ fatta il seno e si e’ operata e ha tolto tutto”.

Marco non sta in se dalla gioia e si fa una bella scopata liberatoria con la

bella biondina; torna dopo neanche una settimana e trova V; chissene frega se

la figa non e’ vera e chissene frega se le tettone sono solo silicone, lui sa

solo che quella sera ha goduto da matti e vuole rifarlo. Se la carica e le dice:

“Non voglio andare dove siamo andati l’altra volta, voglio un posto molto piu’

tranquillo”; lei lo fa andare al parcheggio di un mercato, ovviamente vuoto,

e lo fa parcheggiare in una nicchia sotto due alberi. V si sbottona la camicia

mettendo a nudo le abnormi e durissime tettone che il ragazzo succhia quasi a

perdifiato; poi lei gli abbocca l’uccello e glielo fa diventare un palo in meno

di due minuti; lui la mette a pecorina ed inizia a stantuffarla e lei geme e si

contorce per la goduria; poi il ragazzo glielo pianta nel culo e i gemiti si

trasformano in ululati che lo eccitano e lo fanno spingere ancora piu’ forte.

Poi la gira e la chiava a missionario, avvicina il viso a quello di lei e nel

sentire il suo alito chiede: “Ma che hai mangiato oggi?” “Aaaaahhhhh …..

formaggio” risponde lei “Si sente” “Prima di venire a lavorare mangio sempre

pane e formaggio”; la risposta eccita ancora di piu’ Marco, memore delle sue

antiche scopate e recenti seghe, e tira fuori la lingua; lei la tira fuori a

sua volta e per la prima volta dalle scopate con Maria, il ragazzo bacia in

bocca con la lingua un’altra donna, anche se uomo operato.

E’ passata piu’ di un’ora quando riporta V dove l’ha presa: “Ciao amore” gli

dice lei baciandolo in bocca senza lingua.

Dopo un po’ di tempo vede un’altra prostituta che gli piace e se la carica; e’

una donna questa volta, con un gran bel seno e castana di capelli, somiglia un

po’ alla biondina che intanto se ne e’ andata, insieme a V. Gli piace perche’,

oltre ad essere carina, comincia ad urlare come la penetra e smette solo quando

lui sborra. Chissa’ se recita o meno, ma chissenefrega.

Ma anche con lei succede il fattaccio; una sera al termine di una scopata di

mezz’ora Marco sborra e si accorge che il preservativo e’ rotto; lei sbianca in

viso: “Oh mio Dio no. Non voglio un altro figlio ora”; le parole fanno gelare

il sangue a Marco che si sbriga a riportare la donna dove l’ha presa e se ne

va sgommando.

Per qualche mese non frequenta piu’ quei posti, anche perche’ dalle parti dove

lavora si sono sistemate un po’ di signore sulla quarantina che lavorano in

camper, rendendo la cosa molto piu’ tranquilla; anche se le signore non hanno

certo il calore che gli davano le centroamericane.

Quando si decide a tornare da quelle parti, il non vedere la donna con cui gli

si era rotto il preservativo lo tranquillizza e lo inquieta nel contempo. E’

solo dopo qualche mese che la rivede, un anno dopo averla scopata l’ultima

volta; accosta la macchina e lei lo riconosce e gli sorride: “Sali dai” gli

dice lui e insieme si dirigono al solito posto dove andavano sempre; lei lo

tranquillizza, non era andata via perche’ incinta ma per altri motivi; non e’

successo niente e Marco rilassato da inizio a una serie di chiavate con la

donna che si protrarranno per quattro mesi.

Solo quattro, perche’ nel frattempo il ragazzo, o l’uomo visto che ha quasi 30

anni, ha cambiato lavoro e sul nuovo posto si e’ trovato a lavorare con una

collega che non gli dispiace affatto; ovviamente e’ tettona, anche se non

al livello di sua madre, forse a quello di Livia, ma soprattutto e’ molto dolce

con lui e gli fa capire che le fa molto piacere stargli vicino….

 

Autore Pubblicato il: 30 Settembre 2019Categorie: Racconti Cuckold, Racconti erotici sull'Incesto, Racconti Gay0 Commenti

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