Irene sale in macchina e si guarda un istante nello specchietto retrovisore, quarantasei anni, non sembrano, è fresca anche senza un gran che di trucco, solo qualche filo bianco tra i capelli castani, non c’è male, guarda l’orologio, le sei del pomeriggio, è ancora chiaro, ma è ora di tornare a casa, è dalle otto del mattino che è fuori, ha lavorato sodo ed è un po’ stanca, oggi ha fatto una cosa che non faceva da tempo: è andata in giro per ospedali e studi medici.
Irene è la capo zona di una importante casa farmaceutica, ma questa mattina, arrivando in ufficio, ha ricevuto la telefonata di una informatrice che l’avvertiva di essere ammalata ed ha deciso di sostituirla, aveva iniziato, da giovane laureata in farmacia, senza sbocchi, come informatrice ed aveva scalato la scala gerarchica, ma il lavoro sul campo le era rimasto nel cuore, quindi, essendo venerdì, non avendo particolare lavoro d’ufficio, si era rimessa in gioco, al mattino aveva visitato due ospedali dove era in confidenza con i vari primari, ma aveva visitato anche i giovani in formazione, nel pomeriggio, dopo un panino preso al volo in un bar si era dedicata ad alcuni poliambulatori medici, adesso è ora di rientrare, una buona bevuta d’acqua dalla bottiglietta presa ad un distributore e via, a casa sarebbe stata sola: Bruno suo figlio doveva già essere uscito, quindi sola, ripensa un istante a quel coglione di Vittorio, suo marito; professore universitario di lettere antiche si era fatto irretire da una studentessa che gli aveva dato la fica e forse anche il culo e la bocca, quando questa si era laureata e Bruno aveva ormai diciotto anni, aveva mollato la moglie per quella puttanella che, appena ottenuta l’ iscrizione al dottorato di ricerca, aveva optato per altro dipartimento e lo aveva mollato, che coglione!!! Lei lo avrebbe anche perdonato, in fin dei conti si rendeva conto di averlo trascurato, negli ultimi anni si era adagiata nella routine, non aveva colto i suoi messaggi, la sera non rispondeva alle sue moine, anzi ne era infastidita, aveva il suo divanetto e la tele, poi a nanna, era anche colpa sua, gli uomini non si prendono solo per la gola, si prendono per il cazzo, ma Bruno si era opposto e si oppone ancora.
Sapeva che Vittorio in passato aveva avuto qualche fuga in pascolo abusivo, ma non aveva detto niente, anche lei si era concessa qualche libertà: quando era informatrice, girando per ospedali e studi medici, le era capitato di avere qualche avance e non le era dispiaciuto, le era sempre piaciuto essere seducente e anche adesso è sobriamente sexy: un paio di strech jeans, chiari, a vita bassa, da cui trasparisce un perizoma birichino, una maglietta corta bianca, che mette in risalto le tette sollevate dal push up e che lascia scoperta una striscia di cute con davanti l’ombelico e dietro un tatuaggio, un tacco non altissimo che, però, le dà slancio ed accentua le curve di lei che è sostanzialmente magra, e, in effetti non solo non le era dispiaciuto, ma ne aveva approfittato, qualche buona scopata con dei cazzi i cui proprietari avevano interesse quanto lei alla riservatezza, qualche buona ciucciata di cazzo, qualche piacevole leccata di fica, poi con qualche primario era riuscita a spuntare delle forniture che le avevano consentito una buona progressione di carriera, la promozione, la responsabilità della zona, tornava a casa sempre più stanca e svogliata, eh il calo del desiderio.
Irene pensa, mentre si districa nel traffico, abita nell’hinterland in una villa con un giardinetto, ci vuole un buon quarto d’ora di macchina se non c’è traffico, ma così’ ad un tratto sente uno stimolo, le scappa da pisciare, non è uno stimolo troppo importante, ma inizia a farsi sentire, ripensa è da mezzogiorno, quando ha approfittato dei bagni per il pubblico dell’ultimo ospedale che non piscia ed il mezzo litro che si è appena scolato sta passando in vescica, fermarsi? E dove? Non ci sono stazioni di servizio, in una piazzola, ma non vuole far vedere il culo, la strada è intasata e lo stimolo si fa più pressante, ad un certo punto l’ingresso di una strada vicinale, è più lunga, ma sempre poco trafficata, quindi più rapida, si immette e percorre un paio di chilometri quando si deve fermare, c’è una piccola fila: un carro agricolo si è messo di traverso e lo stanno spostando, impossibile fare inversione, è imbottigliata tra le macchine sopraggiunte e la voglia di pisciare aumenta, slaccia i pantaloni, qualche minuto di sollievo, poi’ cazzo non è nemmeno possibile scendere, poi la fila si rimette in moto lentamente, le macchine passano una alla volta, poi via’ finalmente a casa, apre con il telecomando il cancello, non ce la fa proprio più, scende precipitosamente dalla macchina e si avvia correndo alla porta, cazzo’ dove ha messo le chiavi, fruga nella borsa febbrilmente, incrocia le cosce per tenere dentro l’onda montante, ma quando cerca di infilare tremante la chiave nella toppa sente un calore umido spandersi prima al cavallo, poi lungo le cosce: si sta inesorabilmente pisciando addosso, Irene si arresta con la chiave in mano ed apre istintivamente le cosce dando lo spazio al flusso dell’ urina che scolando lungo le gambe e sgocciolando dal cavallo va a formare un’ampia pozza per terra tra i suoi piedi, Irene guarda in basso: una larga macchia scura si delinea all’interno dei calzoni, le viene da piangere, infila la chiave nella toppa ed apre la porta.
‘Mamma’. Mamma, sei tu?’
Bruno, che ci fa Bruno a casa, Irene è atterrita, non vuole che suo figlio la veda in quello stato
‘Mamma, mammina’.. mammina che ti è successo? Ti sei pisciata addosso, che è stato?’
‘Amore, sono rimasta imbottigliata nel traffico e non ho retto più.. vado in bagno’
Bruno le si avvicina e la abbraccia teneramente
‘Dai mamma, non ti agitare, può succedere, non è successo niente di grave!!’
Irene guarda Bruno e si accorge che il davanti dei pantaloni della tuta si sono rigonfiati, quell’effetto ha fatto a suo figlio? Vorrebbe sprofondare, sente le gambe che le tremano, avverte un movimento intestinale, sente di dover cacare, non vuole faresi anche la cacca addosso
‘Bruno, sorreggimi, mi sento male, aiutami, devo andare in bagno’.’
Bruno la sorregge e la conduce in bagno, Irene armeggia con i pantaloni già slacciati, ma non riesce ad abbassarli, Bruno la aiuta, le cala jeans e perizoma, ormai zuppi, alle caviglie, poi, mentre Irene si siede sulla tazza del gabinetto, li sfila e li getta in un angolo.
Irene è là, seduta sulla tavoletta, si appoggia con la schiena al coperchio, con le cosce aperte, quasi in trance, sente su di sé gli occhi del figlio, ma è in una fase di torpore, un filo di urina le scola dalla fica e cade tintinnando, poi si preme un po’ e, dopo due palline dure, anche un filo di merda liquida fuoriesce dal buco del culo e si perde nel water, Irene è disperata, non vuole vedere, non vuole essere vista, ma Bruno la richiama alla realtà
‘Mamma, mammina, come ti senti?Dai, rispondimi, ti serve qualcosa? Cosa posso fare?’
Irene apre gli occhi e vede davanti a sé il grosso bozzo nei pantaloni di Bruno, il cazzo eretto si disegna perfettamente nei pantaloni morbidi ed aderenti della tuta, evidentemente non ha messo le mutande, Irene sente uno spasmo che dalla fica le risale alle mammelle ed al cervello, vuole cacciare il desiderio osceno che la pervade, però’
‘Bruno, sto bene, va meglio, avvicinati”
Bruno le si accosta e lei gli cala i pantaloni alle ginocchia liberando il cazzo svettante, lo accarezza, gli soppesa le palle, lo lecca, poi lo prende in bocca ed inizia a spompinarlo, mentre con una mano si massaggia la fica, Bruno è esterrefatto, vorrebbe sottrarsi, ma, in realtà, tutta la situazione lo ha sovreccitato ed ha visto Irene non come sua madre, ma come una femmina, però cerca di schernirsi
‘No, mamma, che fai! Lasciamiii,’.. dai’ dai succhiami,’. succhiami, sto per venire’.’
Sovraeccitato Bruno ci mette pochissimo ad eiaculare e riempie di sborra la bocca della madre che ingoia tutto accuratamente
Irene e Bruno rimangono alcuni istanti quasi incantati, poi è Irene a riprendersi per prima
‘Oddio, Bruno, bambino mio, cosa ho fatto, oddio, che vergogna, ma ero troppo eccitata”
‘Dai mamma, è stato bellissimo, sei stata stupenda, nessuna mi ha fatto godere come te, anche io ero troppo eccitato e non sono riuscito a sottrarmi’
‘Mi perdoni allora?’
‘Ti voglio ancora più bene, capisco che sei priva di cazzo, ti manca papà, ma lui è un porco che ti ha tradito, non ti merita’
‘Di questo riparleremo,ora devo lavarmi, sono tutta sporca, devo fare una doccia’
‘La facciamo insieme, mammina?’
‘Allora sei proprio un porcellino incestuoso, e va bene’
Irene si alza dal water senza pulirsi il culo, tira lo sciacquone, poi si spoglia del tutto, le tette sono ancora sode, nonostante l’età ed una sottile striscia di peli rasati sovrasta la fica depilata, Bruno la guarda e gli viene l’acquolina in bocca
‘Mamma, sei uno schianto’
Intanto si spoglia anche lui, l’uccello è di nuovo in tiro ed anche Irene apprezza
‘Bimbo mio sei inesauribile, eh, la forza dei vent’anni’
Poi si infilano sotto il getto caldo, il contatto con l’acqua suscita in Bruno la voglia di pisciare, fa per uscire dalla doccia, ma la madre lo ferma
‘Dove vai?’
‘Devo fare pipì’
Irene si gira e si piega in due
‘Ho il culo ancora sporco, puliscimelo con il tuo getto caldo, dai piscia sul culo di tua madre’
Bruno non se lo fa ripetere ed annaffia col suo getto potente il culo della mamma che poi si alza e si rigira verso di lui
‘Ora laviamo per benino il pisellino del mio bimbo’
Irene riempie di schiuma una spugna e lava Bruno, poi con la mano insaponata si sofferma sul pisello, lo scappella, lo lava accuratamente
‘Così va bene, ora lavami tu’
Bruno ripete la manovra, si sofferma sul buchino del culo, lo penetra, strofina la fica, mette un dito in vagina ed Irene freme
‘Dai’., se continui così ti vengo in mano, dai’dai”
Si agita tutta e stringe le cosce intorno alla mano birichina, poi entrambi si lasciano cullare dal getto caldo, prima di uscire ed asciugarsi, quindi, nudi, riguadagnano le loro stanze.
Irene , nuda, si guarda allo specchio: si sente ancora una bella donna, è ancora una bella donna, asciutta, le tette e le chiappe sono ancora sode, forse le tette cadono un po’, ma le chiappe disegnano un culetto tondo, alto da cui si stacca un tatuaggio di un airone che spicca il volo, solo un piccolo accenno al pancino, residuo obbligato della gravidanza, si sente una merda per aver suscitato le voglie di Bruno, ma lo capisce ed anche lei ha una voglia che uccide: da quando Vittorio se ne andato non ha battuto chiodo, niente cazzi, solo le sue dita ed un dildo, cazzo Vittorio, se lo riprenderebbe, le manca il suo cazzo, poi tornerebbe scornato, se solo Bruno non si opponesse’, Bruno, che cazzo ci faceva a casa? Non doveva essere fuori con Vera, la sua ragazza? Avevano litigato? Avrebbe indagato.
Irene si riprende dai suoi pensieri, si è fatto tardi, se fosse stata sola si sarebbe accontentata di un piatto freddo, ma c’è Bruno, bisogna cucinare, si infila sul corpo nudo un camicione leggero e va in cucina.
Bruno è già lì che armeggia ai fornelli, eh sì, Bruno, da buon figlio di donna che lavora, sa cucinare e non si perde d’ animo
‘Mamma, cosa desideri per cena? Io sto preparando della pasta aglio olio e peperoncino, con due capperi, due olive e qualche pomodorino viene una puttanesca, poi ci sono delle fettine di vitello, le vuoi a scaloppine o così semplici alla piastra?’
Irene guarda suo figlio: è proprio un bel ragazzo, alto, robusto, non grasso, muscoloso, ah come fanno bene gli anni di sport, ha indossato solo un boxer e, quindi può ammirarlo, lo guarda con un occhio non proprio da madre, è proprio un bel fico, poi si riprende
‘Bimbo mio cucino io, sono rientrata e non mi aspettavo che tu fossi qui, ma non ti preoccupare, adesso provvedo io’.’
‘No mamma, stai tranquilla, sai che mi piace cucinare, tu hai avuto una giornata pesante ed anche un po’ di stress’., rilassati, mettiti sul tuo divanetto, accendi la TV, tanto tra un quarto d’ora è pronto”
Irene obbedisce, in effetti la giornata è stata impegnativa, poi essersi pisciata sotto e tutto il seguito l’ha veramente stressata, si sdraia sul divano ed accende la televisione, Bruno intanto apparecchia la tavola; Irene non si accorge che sdraiandosi il vestito le è risalito ed inavvertitamente ha aperto le cosce mettendo in ampia esposizione la passera, ma Bruno sì e, prepotente, il cazzo fuoriesce duro dall’apertura dei boxer, Bruno, vorrebbe contenersi, ma non ci può fare niente, il cazzo tira da solo, le salterebbe addosso, ma non può, cerca di guardare da un’altra parte, poi, altrettanto involontariamente, Irene richiude le cosce, lo spettacolo è finito, ma il cazzo di Bruno tira ancora e non ne vuole sapere di ammosciarsi, Irene distoglie lo sguardo dalla tele e lo vede, che bello il cazzo di suo figlio, se lo farebbe mettere dentro subito, sente la fica che si bagna, se lo ciuccerebbe di nuovo, sente un’acquolina in bocca, non si è accorta di essere la causa dell’erezione del figlio, la voce di Bruno la richiama alla realtà
‘A tavola, è pronto!!’
Si siedono a tavola l’uno di fronte all’altra, Bruno cucina bene, ma questa sera ha un po’ abbondato col peperoncino, l’ha fatto apposta?
Irene mangia di buon appetito, poi solleva la testa dal piatto
‘Bruno, ma tu non dovevi uscire con Vera questa sera? Che è successo, avete litigato?’
‘No, mamma, o meglio, sì e no, abbiamo avuto una discussione ed abbiamo deciso che questa sera non ci andava’
‘Mi dispiacerebbe se tu rompessi con Vera, è una brava ragazza, senza grilli per la testa, che avete avuto da ridire’
‘Vera non è la santerellina che credi, ma questa sera non ho voglia di parlarne’
‘OK,ok”
Riprendono a mangiare, parlando del più e del meno, non avendo il coraggio, nessuno dei due , di rinvangare l’accaduto del pomeriggio, Bruno ha stappato una bottiglia di chianti che si lascia bere ed a fine cena è finita, lasciando i due un po’ più allegri e disponibili
‘Mamma, lo sai che sei proprio bella? ‘
Irene si sente lusingata, ma è timorosa della piega che potrebbe prendere la serata
‘Non esagerare, sono una signora matura che cerca di tenersi su’
Sparecchiata la tavola si siedono sul divanetto davanti alla televisione, il programma è insulso e nessuno dei due lo guarda con attenzione, una mano di Bruno si poggia distrattamente su di una coscia di Irene e risale lentamente fino alla fica, una di Irene raggiunge il cazzo eretto di Bruno, i due si guardano negli occhi e le loro bocche si incontrano in un bacio appassionato, poi Irene si scuote
‘ No Bruno, non si può, è meglio che andiamo a letto, ognuno nel suo’
Irene e Bruno si ritirano ognuno nella sua stanza; Irene è inquieta, indossa una camicia da notte leggera e corta, ma ha caldo, si gira e rigira nel letto, il pensiero del cazzo del figlio non la abbandona, come è appetitoso, poi cerca di scacciare il pensiero incestuoso, ma è sempre li, la fica le si bagna, quasi come se si stesse pisciando addosso, ha una voglia pazza di scopare, un ditalino non le basterebbe, forse un bicchiere di acqua fresca le farà bene, si alza e va in cucina e trova Bruno col cazzo che si affaccia prepotente dai boxer
‘Che hai Bruno?’
‘Non riesco a dormire ,mamma, ho troppo caldo’
‘Anche io figliolo’
Poi Irene prende il coraggio a due mani
‘Bruno, vieni a dormire con me, in camera c’è il condizionatore, lo accendiamo e staremo più freschi’
‘Va bene, mamma, come tu vuoi’
Irene e Bruno si coricano nel lettone, il condizionatore rinfresca l’ambiente, ma non i bollori dei due, Irene cerca di dissimulare, si rannicchia su di un fianco dando le spalle a Bruno, ma non si rende conto che le risale la camicina, mettendo in bella mostra il culo privo di mutande; Bruno la guarda, al di là del culo c’è lo spacco della fica grondante di umori e Bruno non resiste ed allunga una mano
‘Bruno, no, non si può”
La voce si fa più flebile
‘Bruno, no’no, ma si, dai, ho proprio bisogno di un cazzo nella fica, sai quanto mi manca quello di tuo padre, e tu adesso sei una tentazione troppo forte, mettimelo dentro, puoi anche venirmi dentro, prendo la pillola”
Bruno non se lo fa ripetere due volte, sfila i boxer e fa scorrere l’uccello, duro come il marmo, lungo la piega del culo materno fino ad imboccare la vagina bagnata e scivolosa, poi inizia a pomparla mente con una mano le accarezza il clitoride.
Irene si smuove, sfila per un momento il cazzo di Bruno e si mette in ginocchio col petto poggiato al cuscino
‘Mettimelo dentro così, Bruno, la pecorina è la mia posizione preferita’
Bruno la penetra di nuovo, la scopa quasi selvaggiamente ed eiacula abbondantemente mentre la madre si contrae in uno spasmo
‘Bruno, figlio mio, sei venuto presto, per fortuna che ero cotta, ah, la potenza dei venti anni, devi imparare a durare più a lungo, comunque va bene, avevo proprio bisogno di una scopata, ora possiamo riposare’
Il sonno ristoratore viene spezzato dalla luce del sabato, Irene va in bagno per pisciare, sta per sedersi sulla tazza quando’
‘Falla in piedi, mamma, io ti piscio tra le cosce e mischiamo le pipì’
Irene apre le cosce a cavallo della tazza e lascia andare un flusso che cade tintinnando e sollevando spruzzi nella acqua del water, mentre Bruno dirige il suo getto nello stesso posto, Irene ha finito di pisciare, si spreme per fare uscire le ultime gocce e le scappa una scorreggia
‘Credo di dover cacare, lo faccio sempre ogni mattina’
‘Falla in piedi, girati voglio vedere come esce lo stronzo dal tuo culo’
‘Sei proprio un porcellino, non pensavo tanto, ma ti voglio accontentare, d’altra parte sono porcella anche io’
Irene si gira, apre le chiappe con le mani a mostrare la rondella del culo, poi si spreme e, dopo un’altra scorreggia un pezzo di cacca si affaccia, Irene spinge ed uno stronzo di alcuni centimetri pencola dal culo per poi spezzarsi e cadere nell’acqua della tazza con un flop, Irene si spreme ancora, una scorreggina e qualche goccia di pipì che cadono tintinnando nell’acqua decretano la fine dello spettacolo
‘Una doccia come ieri?’
‘No, ora mi pulisco e poi facciamo colazione’
‘Posso pulirti io?’
‘Beh, fai’
Bruno prende la carta igienica e pulisce accuratamente la rosellina della mamma, poi passa una mano sulla fica e se la porta alla bocca
‘Che buona!!’
‘Ma è la mia piscia”
‘è comunque buona, poi è la tua’
Irene e Bruno, sempre seminudi vanno in cucina ed Irene prepara una colazione robusta per ritemprare le forze
‘Porcellino mio, dobbiamo dimenticare questa notte di follia, io ho bisogno di tuo padre e tu non ti puoi opporre’
‘Ma ti ha tradito!!!’
‘Beh, anche io non sono stata una santerellina e qualche scopata fuori sacco me la sono fatta’
‘Che dici!?’
‘Che vuoi, frequentando un ambiente prettamente maschile, ai congressi, poi la passera tira ed ha fame, sai come è’. E tu piuttosto con Vera, fai di queste porcherie? E che è successo tra voi?’
‘Beh, qual cosina facciamo, i giochini di pipì le piacciono e, poi è un po’ esibizionista, quanto a ieri io non so più che dire’.. Mi ha detto che il mio cazzo le piaceva, ma aveva sentito dire che le persone mature durano più a lungo e voleva provare e, indovina con chi? Con suo padre, ci ha provato, ma le è andata buca; quando me lo ha detto mi sono incazzato: un incesto.. e poi, vedi, ci sono cascato io, chissà che dirà quando lo saprà”
‘E tu non glielo dire; vuole un cazzo maturo? Proponile quello di tuo padre che cerca sempre una fica giovane, lascia che tuo padre torni all’ovile, avrà un po’ di cazzo per me ed un po’ per lei ed anche il tuo cazzo sarà a doppio servizio!!!’