un errore umido
la cui fragranza ti precipita nella solita
ottusa
voglia di me
lo sguardo un’intricata polverosa
ragnatela
a coprire il vuoto dei tuoi occhi.
Rigido e convulso nel buio
del vicolo
mi spingi contro un muro che sa di muffa
e di gatti
frugandomi impaziente.
Il tuo respiro affannoso non appanna
il mio viso
scolpito nel quarzo
non soffoca
il carnoso dissoluto vegetale
della bocca
che ti implora oscenità
mentre mi faccio riempire i fianchi
per due soldi di piacere.
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